CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 aprile 2022
775.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 6 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 14.30.

Sui lavori della Commissione.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che ai deputati è consentita la partecipazione da remoto, in videoconferenza, alla seduta odierna di atti del Governo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per l'attuazione della direttiva (UE) 2019/884 che modifica la decisione quadro 2009/315/GAI per quanto riguarda lo scambio di informazioni sui cittadini di Paesi terzi e il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS), e che sostituisce la decisione 2009/316/GAI.
Atto n. 360.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 10 marzo 2022.

  Mario PERANTONI, presidente, rammenta che il termine per l'espressione del parere da parte della Commissione scadrà il 9 aprile prossimo e che sono pervenuti i rilievi della V Commissione Bilancio. Ricorda altresì che nella seduta del 10 marzo scorso, il relatore, onorevole Paolini, ha illustrato il provvedimento. Facendo presente che nella convocazione odierna non sono previste votazioni in sede di atti del Governo, chiede al relatore se sia comunque nelle condizioni di preannunciare la proposta di parere che potrebbe quindi essere in in tal caso messa in votazione nella seduta da convocare al termine della sede referente già prevista per la giornata odierna.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), relatore, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Mario PERANTONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, non ravvisando obiezioni, rinvia la votazione sulla proposta di parere al termine della seduta in sede referente.

  La seduta termina alle 14.35.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sull'ordine dei lavori.

  Walter VERINI (PD), relatore, scusandosi con il Presidente, con il relatore Saitta e con il rappresentante del Governo, fa presente di doversi assentare per poter partecipare ai lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), chiede che la pubblicità dei lavori della Commissione sia assicurata anche mediante l'attivazione del circuito chiuso, stante la particolare rilevanza del provvedimento in discussione. Evidenziando inoltre come il Comitato per la legislazione abbia espresso nel marzo 2021 il parere sull'A.C. 2681, adottato come testo base, e rammentando che nel frattempo, il nuovo Esecutivo ha trasmesso alla Commissione numerosi emendamenti che di fatto riscrivono quel testo, chiede che tali emendamenti siano trasmessi al Comitato ai fini dell'espressione di un ulteriore parere.

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  Mario PERANTONI, presidente, non essendovi obiezioni, dispone l'attivazione del circuito chiuso.
  Con riferimento alla richiesta di trasmettere al Comitato per la legislazione gli emendamenti presentati dal Governo all'A.C. 2861, sottolinea che il Regolamento prevede per i provvedimenti recanti delega legislativa, come quello in esame, che le Commissioni trasmettano a tale organo il testo adottato come testo base.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) sottolinea come il provvedimento in discussione abbia avuto un iter particolare. Rammenta infatti che lo stesso è stato elaborato dal precedente Governo, sostenuto dal MoVimento 5 stelle e dal Partito Democratico, e che nel giugno del 2021 i gruppi parlamentari hanno presentato i propri emendamenti al testo. Ricorda ancora che l'attuale Governo ha successivamente presentato, nel febbraio scorso, numerosi emendamenti che di fatto hanno riscritto il testo. Ritiene che si tratti di una anomalia che possa consentire, proprio per la sua peculiarità, di modificare la prassi richiedendo, come evidenziato dalla collega Bartolozzi, un nuovo parere al Comitato per la legislazione.

  Mario PERANTONI, presidente, precisa che non si tratta di una prassi ma dell'applicazione di quanto espressamente previsto dal Regolamento. Evidenzia poi che, se le Commissioni trasmettessero al Comitato della legislazione emendamenti non ancora esaminati, lo stesso finirebbe per esprimersi su mere ipotesi. Ciò premesso, si riserva di effettuare le opportune verifiche in ordine alla possibilità di un ulteriore coinvolgimento del Comitato nell'iter del provvedimento in esame.

Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
C. 2681 Governo, C. 226 Ceccanti, C. 227 Ceccanti, C. 489 Zanettin, C. 976 Rossello, C. 989 Bartolozzi, C. 1156 Dadone, C. 1919 Colletti, C. 1977 Dadone, C. 2233 Pollastrini, C. 2517 Sisto, C. 2536 Zanettin, C. 2691 Costa e C. 3017 Costa.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 5 aprile 2022.

  Mario PERANTONI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri i relatori e il Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative e subemendative riferite all'articolo 1 e che la Commissione ha esaminato le prime due proposte emendative.
  Fa quindi presente che la Commissione deve ora esaminare il subemendamento Turri 0.1.26.5, ritirato dal presentatore e fatto proprio dall'onorevole Bartolozzi.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ritiene che l'emendamento in discussione sia particolarmente importante in quanto amplia l'oggetto della delega prevista all'articolo 1 del provvedimento in esame. A suo avviso l'articolo 1, che è il cardine del provvedimento, deve essere sufficientemente definito al fine di evitare rischi di illegittimità costituzionale. Il subemendamento in discussione è importante in quanto, se lo stesso non fosse approvato, non sarebbe possibile esaminare con la dovuta correttezza l'articolo del provvedimento che si occupa del collocamento fuori ruolo dei magistrati. Ritiene che con il provvedimento in discussione il Parlamento stia delegando il Governo a legiferare in un ambito che invece sarebbe di sua esclusiva competenza. Sottolinea quindi come, per evitare di lasciare all'Esecutivo eccessiva discrezionalità in materia, sia indispensabile intervenire in maniera puntuale nella definizione dei principi.

  Roberto TURRI (LEGA) sottolinea, come già precisato nella seduta di ieri, di avere ritirato il subemendamento 0.1.26.5 in quanto il tema sarà successivamente oggetto di esame. Pur condividendo la necessità evidenziata dalla collega Bartolozzi di non attribuire al Governo una delega in Pag. 190bianco, ribadisce che la questione sarà più opportunamente esaminata in un articolo successivo del provvedimento.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) preannuncia il voto favorevole di Fratelli d'Italia sul subemendamento Turri 0.1.26.5, fatto proprio dall'onorevole Bartolozzi, che ha il pregio di introdurre lo stesso tema già previsto dal subemendamento Delmastro Delle Vedove 0.1.26.4 respinto nella seduta di ieri. Ritiene assurdo che dopo due anni dal cosiddetto «scandalo Palamara» e a pochi mesi dal rinnovo del Consiglio superiore della Magistratura, non si sia trovata ancora una soluzione al tema dei magistrati fuori ruolo che ricoprono incarichi che comportano uno stretto contatto con il potere legislativo e con quello esecutivo in deroga al principio della separazione dei poteri. Attesa l'influenza che tali magistrati esercitano sul Governo e sul Parlamento, ritiene opportuno prevedere limitazioni rispetto alla possibilità di ricoprire incarichi in posizione di fuori ruolo. Rilevando che il subemendamento in discussione introduce un a norma di buon senso che si muove nella direzione invocata da molti, ribadisce il voto favorevole del suo gruppo sul subemendamento in esame.

  Catello VITIELLO (IV), posta la ragionevolezza degli interventi precedenti, rammentando che nella scorsa seduta si è precisato che l'argomento sarà oggetto di esame in una parte diversa del provvedimento, ritiene necessario evidenziare che la proposta subemendativa Turri 0.1.26.5, che è stata fatta propria dalla collega Bartolozzi, incide sulla lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 previsto dall'emendamento del Governo 1.26. Fa presente che tale proposta emendativa era inclusa in un elenco di emendamenti sui quali era stato chiesto, nel corso delle riunioni di maggioranza, alla Ministra Cartabia di effettuare una ulteriore valutazione. Dichiara di essere a conoscenza dell'intenzione da parte del Governo di intervenire anche sull'articolo 4-bis introdotto dall'emendamento 4.13 del Governo che è relativo al collocamento fuori ruolo dei soli magistrati ordinari per estenderne l'ambito anche a quelli amministrativi e contabili. A suo avviso è quindi indispensabile che tale ampliamento coinvolga tutte le parti del provvedimento e quindi anche la citata lettera d) per includere all'interno dell'articolo 1 anche il riferimento ai magistrati amministrativi e contabili.

  Mario PERANTONI, presidente, fa presente che una eventuale reiezione del subemendamento in discussione non precluderebbe il successivo subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 il cui esame è stato accantonato e che riguarda il collocamento fuori ruolo di tutti i magistrati.

  La Commissione respinge il subemendamento Turri 0.1.26.5, fatto proprio dall'onorevole Bartolozzi.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, con riferimento al subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13, precedentemente accantonato, esprime, anche a nome del relatore, onorevole Verini, parere favorevole purché riformulato nei termini riportato in allegato (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere conforme a quello dei relatori sul subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13.

  Enrico COSTA (MISTO) dichiara di non condividere la riformulazione proposta dai relatori. Nel sottolineare come il subemendamento della collega Bartolozzi estendesse la disciplina del disegno di legge sui magistrati fuori ruolo e sulla distribuzione degli incarichi anche ai magistrati amministrativi e contabili, chiede che permanga l'accantonamento di tale proposta subemendativa per consentire al Governo di effettuare ulteriori riflessioni in merito. Ritiene infatti che, accogliendo la riformulazione proposta, la Commissione restringa i margini di intervento per il prosieguo dell'esame.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), nel stigmatizzare il fatto che il presidente non le Pag. 191abbia prima chiesto se intendesse accogliere la proposta di riformulazione avanzata, dichiara di concordare con le considerazioni del collega Costa, dal momento che la riscrittura proposta dal relatore Saitta altera completamente il significato del suo subemendamento. Nel rammentare di aver presentato diverse proposte emendative, che non ha potuto segnalare per motivi numerici, volte ad aggiungere il riferimento ai magistrati amministrativi e contabili ogni qualvolta nel provvedimento vi fosse il riferimento unicamente alla magistratura ordinaria, tiene a sottolineare che ha inteso inserire l'intervento normativo recato dal subemendamento 0.1.26.13 in questo punto specifico del testo per una ragione ben precisa. Segnala preliminarmente come a suo avviso sia censurabile in primo luogo la scelta del Governo di affidare la materia alla delega legislativa invece che a norme immediatamente precettive. A tale proposito, richiamandosi all'intervento svolto dal collega Zanettin nel corso della seduta di ieri, rammenta che le riforme cosiddette Castelli e Mastella, che hanno tentato di disciplinare il collocamento fuori ruolo dei magistrati, non hanno avuto esito dal momento che la delega ivi prevista non è stata esercitata. Pertanto, nell'augurarsi che anche in quest'occasione non si verifichi la stessa situazione, fa presente che probabilmente i relatori propongono una riformulazione al ribasso del subemendamento a sua firma 0.1.26.13, che cela il solo scopo del Governo di accogliere formalmente la proposta emendativa per poi non attuarla in sede di esercizio della delega. Chiede pertanto di continuare ad accantonare il suo subemendamento al fine di ampliare le ipotesi previste nell'attuale riformulazione. Nel contempo sollecita il Governo a riscrivere il testo per introdurre la disciplina del collocamento fuori ruolo nella parte precettiva dello stesso testo, facendo inoltre presente che, se si volesse mantenere la materia oggetto di delega legislativa, allora ciò che è previsto per i magistrati ordinari andrebbe esteso anche ai magistrati amministrativi e contabili. Nel sottolineare a tale proposito che i magistrati ordinari subiscono già trattamenti al ribasso con riguardo agli avanzamenti di carriera e al collocamento fuori ruolo, non condivide l'obiezione avanzata per le vie brevi dai relatori secondo cui non si potrebbe intervenire sulla magistratura amministrativa e contabile in quanto materia estranea alle competenze del Ministero della Giustizia. Fa presente a tale proposito che, come si legge al Capo I del provvedimento in esame, oggetto di discussione è la riforma ordinamentale della magistratura, senza alcuna circoscrizione alla sola magistratura ordinaria.

  Catello VITIELLO (IV) si associa alla richiesta di accantonare il subemendamento 0.1.26.13 della collega Bartolozzi perché il riferimento al solo articolo 4-bis contenuto nella riformulazione proposta è riduttivo. Nel ritenere che non si possa introdurre una disparità di trattamento tra i magistrati ordinari e quelli amministrativi e contabili, fa presente che il suo gruppo auspica un intervento il più possibile omogeneo per quanto riguarda la disciplina del collocamento fuori ruolo dei magistrati.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A), con riguardo alla riformulazione del subemendamento 0.1.26.13 della collega Bartolozzi, evidenzia in primo luogo che il riferimento al solo articolo 4-bis limiterebbe l'intervento ai soli magistrati ordinari. Servirebbe in tal caso un intervento consequenziale dei relatori volto ad aggiungere un nuovo articolo 4-ter di contenuto analogo al precedente ma riferito ai magistrati amministrativi e contabili. Nel segnalare in secondo luogo che il subemendamento a sua firma 0.4.13.12 è di contenuto analogo, sottolinea che l'accantonamento chiesto dalla collega potrebbe consentire di verificare, oltre alla possibilità di una migliore formulazione, anche l'impatto su altre proposte emendative di contenuto analogo.

  Giulia SARTI (M5S), nell'apprezzare l'intenzione del Governo di uniformarsi alla volontà della collega Bartolozzi e di molti altri membri della Commissione che si sono espressi nella medesima direzione anche in altre sedi, ritiene che tale intenzione si Pag. 192colga nello spirito della riformulazione proposta. Fa presente tuttavia che anche per il Movimento 5 Stelle è opportuno accantonare il subemendamento 0.1.26.13 della collega Bartolozzi, dal momento che non basta il solo richiamo all'articolo 4-bis, essendo necessario trattare la tematica in maniera organica rispetto alle altre parti del testo in cui viene affrontata la medesima tematica.

  Alfredo BAZOLI (PD) dichiara che anche il Partito Democratico non ha obiezioni all'accantonamento del subemendamento 0.1.26.13 al fine di consentire una verifica puntuale dell'impatto della riformulazione proposta. Sottolinea inoltre che è da tutti condivisa l'esigenza che la disciplina del collocamento fuori ruolo si applichi anche ai magistrati contabili ed amministrativi.

  Roberto TURRI (LEGA) fa presente che anche il gruppo Lega si associa alla richiesta di accantonamento perché ritiene che la riformulazione proposta debba essere rivista. Precisa inoltre che anche il suo gruppo ha presentato proposte emendative volte in maniera analoga ad estendere la disciplina del collocamento fuori luogo anche ai magistrati amministrativi e contabili.

  Pierantonio ZANETTIN (FI), nel far presenta che per quanto riguarda il suo gruppo, nulla osta all'accantonamento del subemendamento 0.1.26.13 della collega Bartolozzi, precisa che il principio dell'adeguamento della disciplina del collocamento fuori ruolo anche alla magistratura contabile ed amministrativa, è presente anche in proposte emendative del gruppo di Forza Italia.

  Martina PARISSE (CI) si associa a nome del suo gruppo alla richiesta di accantonamento al fine di consentire ulteriori approfondimenti per rendere più omogenea la disciplina.

  Federico CONTE (LEU) precisa che nulla osta per quanto riguarda il suo gruppo all'accantonamento del subemendamento 0.1.26.13.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, prende atto della volontà dell'intera Commissione sulla questione posta dalla collega Bartolozzi e quindi sollecita il Governo a svolgere un'ulteriore valutazione. Pertanto per rendere più agevole la discussione e favorire un supplemento di valutazione propone di accantonare il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13.

  Mario PERANTONI, presidente, accogliendo la proposta del relatore Saitta, fa presente che il subemendamento Bartolozzi 0.1.26.13 resta accantonato. Fa presente altresì che in ragione dell'accantonamento del richiamato subemendamento non sarà possibile procedere alla votazione dell'emendamento 1.26 del Governo.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sull'emendamento Varchi 1.11 da lei stessa sottoscritto, fa presente che anche in questo caso si ripropone il problema già avanzato in precedenza, vale a dire quello della necessità di riempire di contenuti la legge delega. Fa presente a tale proposito che, se alcuni argomenti non vengono introdotti all'interno dell'articolo 1 che definisce l'oggetto dell'intervento e il procedimento per l'esercizio della delega, sarà difficile successivamente che tali argomenti vengano affrontati negli articoli successivi. Nel sottolineare che a suo parere la formulazione dell'emendamento della collega Varchi appare troppo specifica, ritiene tuttavia che debba passare il principio secondo il quale gli ambiti dell'intervento devono figurare nell'articolo 1. Chiede pertanto che l'emendamento Varchi 1.11, venga accantonato, dichiarando in caso contrario di non comprendere perché per la proposta emendativa del collega Costa in materia delle separazioni delle carriere sia stato disposto diversamente. Ribadisce pertanto che si tratta di una questione di metodo, non condividendo nel merito la soluzione adottata dalla collega Varchi. A suo avviso infatti ogni magistrato subito dopo il concorso dovrebbe essere assegnato alla funzione giudicante potendo solo dopo otto anni eventualmente passare alla funzione requirente, ritenendo essenziale acquisire Pag. 193la terzietà che è tipica del giudicante. Ribadisce pertanto la richiesta di accantonare l'emendamento Varchi 1.11 al fine di una migliore riformulazione che tenga conto del principio che anima la proposta emendativa e non della soluzione specifica.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) fa presente che, come la collega Bartolozzi ha ampiamente argomentato, l'emendamento a sua prima firma 1.11 è finalizzato ad eliminare il meccanismo ormai diffuso dell'automatismo nell'avanzamento della carriera in magistratura. Fa presente altresì di essere rimasta sorpresa, nel corso delle audizioni svolte dalla Commissione, da un atteggiamento di rigidità di taluni auditi che hanno escluso qualsiasi controllo sull'operato dei magistrati ai fini dell'avanzamento di carriera. Ritiene inaccettabile che tali avanzamenti siano basati su un meccanismo automatico soprattutto in un sistema giustizia che vede i magistrati «plenipotenziari» rispetto alla vita dei cittadini e rispetto all'organo di autogoverno che ha dimostrato la propria assoluta incapacità e la fallacia dei meccanismi di regolamentazione. Nel ritenere che il mancato intervento normativo su tale argomento, significherà consegnare agli italiani il fallimento della politica, manifesta la propria soddisfazione per il fatto che imminenti referendum in materia di giustizia consentiranno ai cittadini di esprimersi direttamente. Ribadisce pertanto che l'attuale condizione patologica in materia di avanzamento delle carriere dei magistrati non può essere risolta con principi astratti validi sempre e comunque. Diverso sarebbe se il Governo o i relatori accantonassero l'emendamento e manifestassero la volontà di volgere una riflessione sul tema al fine di addivenire ad una riformulazione più ampia. Ritiene invece inaccettabile che si esprima un parere contrario «secco» nei confronti di un emendamento che introduce principi che tanti dei suoi colleghi hanno caldeggiato nei molti incontri pubblici che sono stati dedicati all'argomento. A suo parere non si può accettare che, al fine di sostenere il Governo Draghi, la maggioranza debba trattare su qualsiasi argomento e in particolare sulla giustizia si acceda a logiche di mercato. Prende atto pertanto del voto contrario dei colleghi, che si impegna a ricordare in futuro in tutte le occasioni in cui importanti esponenti della Commissione interverranno dichiarandosi contrari all'automatismo nell'avanzamento delle carriere. Nel dichiararsi disponibile a una eventuale riformulazione, ricorda l'iter del provvedimento in esame sottolineando che le proposte emendative del Governo sono state attese per mesi e successivamente alla loro presentazione e quella dei relativi subemendamenti è stata richiesta la segnalazione di un numero limitato di proposte emendative, Ricorda altresì che è già stata ventilata la possibilità della posizione della questione di fiducia in Assemblea.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A), nel preannunciare il sostegno della sua componente all'emendamento Varchi 1.11, si chiede come il futuro Consiglio superiore della magistratura potrà decidere in merito alla promozione dei magistrati evitando gli automatismi.

  Cosimo Maria FERRI (IV) tiene a sottoporre all'attenzione del Governo, dei relatori e della Commissione, l'emendamento della collega Varchi 1.11, non tanto per il suo contenuto quanto per la finalità che lo anima, vale a dire quella di legiferare nel modo migliore possibile. Rileva pertanto l'esigenza che i principi delineati all'articolo 1 siano riempiti di contenuti corretti e coordinati con gli altri articoli del provvedimento, anche al fine di evitare le molte contraddizioni del testo. Richiamandosi alle considerazioni svolte in avvio di seduta dalla collega Bartolozzi, ritiene opportuno che anche su questo aspetto venga coinvolto il Comitato per la legislazione. Precisa che anche i molti interventi emendativi dell'attuale Governo volti a migliorare il testo dell'allora ministro Bonafede, richiedono comunque una risposta legislativa che mantenga l'omogeneità e la coerenza dell'intero intervento. Rammenta che nella seduta di ieri il gruppo di Italia Viva si è espresso in favore dell'emendamento 1.3, presentato da un autorevole esponente del Movimento 5 Stelle che è stata anche presidentePag. 194 della Commissione Giustizia e che con il medesimo spirito era volto ad ampliare l'oggetto dell'intervento normativo e a coordinare il contenuto dell'articolo 1 con gli articoli successivi. Nel precisare che non gli risulta che la collega Businarolo abbia ritirato la propria firma dall'emendamento 1.3, rammenta che il suo intento era quello di garantire una funzione di coordinamento tra i magistrati impiegati negli uffici della procura. Nel sottolineare il suo apprezzamento per l'obiettivo prefissatosi con l'emendamento 1.3, fa presente che in maniera analoga anche l'emendamento 1.11 risponde al medesimo obiettivo di ampliare l'oggetto dell'intervento. Evidenzia pertanto che non basta dichiarare che si sta lavorando a una riforma epocale perché tale riforma sia effettivamente tale. Ciò premesso, richiama il contenuto della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 del provvedimento come risulterebbe modificato dall'emendamento 1.26 del Governo che prevede, tra l'altro, la revisione dell'assetto ordinamentale della magistratura con specifico riferimento alla necessità di rimodulare, secondo i principi di trasparenza e di valorizzazione del merito, i criteri di assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi, la razionalizzazione del consiglio giudiziario, la modifica dei presupposti per l'accesso in magistratura nonché il riordino della disciplina del collocamento in posizione fuori ruolo dei magistrati ordinari. Rammenta pertanto che il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta subemendativa riferita all'articolo 8-bis aggiunto da un emendamento del Governo, finalizzata al superamento della gerarchizzazione delle procure, sulla quale deve esprimere con disagio il proprio favore. Ritiene che tale subemendamento ponga un tema importante, ponendosi in discontinuità rispetto ai super procuratori della riforma Castelli-Mastella.

  Mario PERANTONI, presidente, invita il collega Ferri ad attenersi all'emendamento in esame.

  Cosimo Maria FERRI (IV) fa presente che la proposta a cui si sta riferendo è comunque attinente ai contenuti della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 che riguarda, tra l'altro, la riforma del procedimento di approvazione delle tabelle organizzative degli uffici giudicanti. Rileva a tale proposito che, quando si arriverà ad esaminare le proposte emendative e subemendative relative al tema della gerarchizzazione delle procure, si potrà sostenere che tale specifico argomento non è contenuto nell'oggetto delineato all'articolo 1. In maniera analoga ritiene che tale obiezione possa essere avanzata con riguardo al tema della progressione in carriera dei magistrati che non è prevista all'articolo 1. Nel sottolineare che, a suo parere, se si interviene soltanto su alcuni aspetti si finisce per produrre un «riformina», richiama tutti all'esigenza di garantire la coerenza delle norme. Nel preannunciare che anche l'emendamento Varchi 1.11 sarà respinto analogamente all'emendamento 1.3 della collega Businarolo, ritiene tuttavia che sussista comunque il problema del mancato coordinamento tra il contenuto dell'articolo 1 e quello dettato dagli articoli successivi. Nel ribadire che la battaglia del Movimento 5 Stelle contro la gerarchizzazione delle procure ha attirato la sua attenzione, chiede al Governo di essere maggiormente coerente e di non sottovalutare le sfide che vengono dal dibattito. Nel ritenere che, una volta respinti gli emendamenti riferiti all'articolo 1 e relativi alla progressione della carriera dei magistrati, tale tema finirà per non essere oggetto dell'intervento normativo del presente provvedimento, invita il Governo e i relatori ad accogliere la richiesta di accantonamento dell'emendamento Varchi 1.11. Dichiara a nome del suo gruppo la disponibilità a dare un contributo a una riforma grande e coraggiosa.

  Mario PERANTONI, presidente, reitera l'invito al collega Ferri ad attenersi al contenuto dell'emendamento Varchi 1.11.

  Cosimo Maria FERRI (IV) dichiara di attendere una risposta dal Governo su come intenda coordinare l'eventuale reiezione dell'emendamento Varchi 1.11 con le altre Pag. 195proposte emendative e subemendative che dovessero trattare il medesimo tema ed essere riferite ad altri articoli del provvedimento. In conclusione chiede chiarezza al fine di procedere con maggiore speditezza.

  Pierantonio ZANETTIN (FI) desidera soffermarsi sul tema, già da lui affrontato nella precedente seduta, della gerarchia nelle procure. Ribadisce che Forza Italia è favorevole a tale gerarchia essendo contraria al ritorno del caos precedente e che il tema per cui il Procuratore della Repubblica sia il responsabile della Procura stessa è in linea col programma del suo partito.

  Mario PERANTONI, presidente, approfittando dell'intervento sobrio del collega Zanettin, chiede a tutti i componenti della Commissione di attenersi al tema specifico in discussione. Evidenzia infatti come sia prematuro aprire un dibattito su temi riferiti all'articolo 8.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, sottolineando come la questione delle verifiche di professionalità sia un tema sentito da tutte le forze politiche, fa presente che la contrarietà espressa sull'emendamento Varchi 1.11 non si riferisce tanto al merito della proposta stessa, ma dipende dal fatto che il tema della valutazione professionale dei magistrati viene affrontato nella successiva lettera b del comma 1 dell'articolo 1, nonché nell'articolo 3, che, alla luce dell'emendamento del Governo 3.34, introduce importanti novità tra le quali l'attribuzione alla componente degli avvocati della facoltà di esprimere un voto unitario.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) chiede se la contrarietà alla proposta emendativa in discussione derivi da una mera valutazione di tecnica legislativa, considerato che i relatori hanno espresso apprezzamento sul merito. In tal caso ne chiede l'accantonamento ai fini di una riformulazione che ne consenta anche la giusta collocazione.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, ribadisce il parere contrario sulla proposta subemendativa in esame in quanto il contenuto della stessa è già presente nel testo, e pertanto pleonastico.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), nell'evidenziare come il relatore abbia appena affermato di condividere il contenuto della proposta emendativa in discussione la quale, per una migliore tecnica legislativa, andrebbe più opportunamente collocata alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 1, rammenta che la Commissione ha esaminato soltanto poche proposte emendative. Evidenziando che il tema da lei sollevato è condiviso da molti colleghi, ribadisce la richiesta di accantonamento della sua proposta emendativa. Sottolinea infatti che, come evidenziato proprio dal relatore Saitta, il suo emendamento potrebbe essere riscritto per introdurre alla lettera b), oltre alle valutazioni di professionalità, anche gli avanzamenti di carriera e i meccanismi di promozione dei magistrati. Ritiene infatti che il relatore con il proprio intervento abbia offerto una lettura alternativa del proprio emendamento che potrebbe quindi essere accolto.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, ribadisce il parere contrario sull'emendamento Varchi 1.11.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) sottolinea come il relatore non fosse obbligato ad intervenire per precisare le motivazioni del parere contrario espresso sul suo emendamento. Evidenzia quindi che, dopo avere sottolineato che tali motivazioni sono di natura tecnica, lo stesso relatore si è dichiarato non disponibile a valutare alcuna riformulazione. Si domanda se vi sia una preclusione da parte dei relatori nei confronti degli emendamenti dell'opposizione. Ritiene che, se lo stesso non è in grado gestire il duplice ruolo di relatore e di capogruppo in Commissione del MoVimento 5 Stelle, sarebbe opportuno rinunciare all'incarico di relatore. Ritiene quindi che la presidenza dovrebbe sospendere brevemente la seduta per consentire al relatore di approfondire le argomentazioni che Pag. 196lui stesso ha deciso di porre all'attenzione della Commissione.

  Mario PERANTONI, presidente, ritiene che dal dibattito svolto si evinca che il contenuto dell'emendamento Varchi 1.11 è già previsto in altri punti del provvedimento e pertanto anche una eventuale riformulazione non sarebbe di agevole soluzione. Evidenzia infatti che il riferimento alle verifiche di professionalità è contenuto nella lettera b) del comma 1 dell'articolo 1, mentre quello agli avanzamenti di carriera e ai meccanismi di promozione dei magistrati in altre parti del testo. Precisa quindi che non vi è alcun atteggiamento preclusivo nei confronti dell'opposizione e che altre proposte emendative dell'opposizione, come il successivo emendamento Varchi 1.10, sono state accantonate proprio in quanto il tema da esse trattato è condiviso anche da altre forze politiche.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) ringrazia il presidente per il chiarimento fornito che apprezza e accetta, Chiede però in quali parti del provvedimento in esame si faccia riferimento agli avanzamenti di carriera e ai meccanismi di promozione, sottolineando che, dinanzi a tale chiarimento del relatore, sarebbe disponibile al ritiro della proposta emendativa. Reitera quindi la richiesta di sospendere brevemente la seduta per consentire al relatore di approfondire la questione.

  Enrico COSTA (MISTO) evidenzia che il tema affrontato dall'emendamento Varchi 1.11 delle verifiche di professionalità, degli avanzamenti di carriera e dei meccanismi di promozione dei magistrati, è un tema reale in quanto nei fatti vi è una sorta di automatismo considerato che i consigli giudiziari e il Consiglio superiore della Magistratura, nella pratica, non hanno gli elementi di dettaglio per valutare i magistrati. Ritiene che il Parlamento debba fornire questi elementi e sottolinea di aver presentato diverse proposte emendative riferite all'articolo 3 che hanno ad oggetto le «pagelle dei magistrati». In particolare fa notare che in una di queste proposte emendative propone una gamma più ampia di giudizi per i magistrati rispetto a quella attuale, al fine di rendere più fragili le correnti. In particolare ritiene che il Governo possa convergere sui subemendamenti a sua firma 0.3.34.16 e 0.3.34.17, sui quali ha già registrato la disponibilità nell'ambito della maggioranza.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) ritiene che vi sia un fraintendimento alla base del dibattito in essere. Evidenzia infatti che la collega Varchi con l'emendamento 1.11 mira a trasformare le verifiche di professionalità, gli avanzamenti di carriera e i meccanismi di promozione dei magistrati da principio che deve orientare la scelta a fine. Sottolinea come l'articolo 3 sia soltanto la specifica di un principio previsto nella delega. Per tale ragione ritiene che l'emendamento Varchi 1.11 dovrebbe essere accolto.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO dichiara che è interesse del Governo accogliere le istanze manifestate in Commissione allo scopo di raggiungere l'obiettivo dell'avvio dell'esame del provvedimento da parte dell'Assemblea il 19 aprile. Precisa inoltre che le pur pregevoli osservazioni svolte nel corso del dibattito devono fare i conti con il contenuto della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1, che a suo avviso contiene tutte le specifiche necessarie anche con riguardo all'emendamento Varchi 1.11. Precisa altresì che tale lettera a), nel prevedere la revisione dell'assetto ordinamentale della magistratura fa esplicito riferimento alla necessità di rimodulare secondo principi di trasparenza e di valorizzazione del merito i criteri di assegnazione degli incarichi diretti e semidirettivi. Nel far presente che l'attribuzione delle promozioni va evidentemente rivista secondo i parametri sopraindicati, il Governo ritiene che nella lettera a) sia compreso anche il concetto che si vuole legittimamente sottolineare con l'emendamento Varchi 1.11. Pertanto conferma il proprio parere contrario precedentemente espresso.

  Cosimo Maria FERRI (IV), nel preannunciare il voto contrario all'emendamento Pag. 197Varchi 1.11, sottolinea tuttavia che la precisazione del sottosegretario Sisto offende l'intelligenza dei membri della Commissione Giustizia. Fa presente infatti che l'affermazione del sottosegretario secondo cui i richiamati criteri di assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi della lettera a) andrebbero nel senso auspicato dall'emendamento della collega Varchi, non è corretta, ritenendo al limite più pertinente il riferimento operato dal relatore Saitta in riferimento alla lettera b).

  Federico CONTE (LEU) dichiara preliminarmente la difficoltà di intervenire in un dibattito fin qui svolto da autorevoli magistrati. Non intende sottrarsi per modestia a proporre un esegesi testuale precisando che l'oggetto dell'articolo 1 del provvedimento è la revisione dell'assetto ordinamentale della magistratura e in questo ampio concetto rientra anche il tema della progressione della carriera, che a suo parere è ben trattato con lo specifico riferimento all'assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi. Replica pertanto che il riferimento all'assetto ordinamentale della magistratura contiene in sé tutte le tessere del suo funzionamento, ivi compreso il tema oggetto di discussione del conferimento degli incarichi. Aggiunge inoltre che, se l'interpretazione appena fornita non dovesse tranquillizzare i colleghi, potrebbe essere di aiuto una interpretazione sistematica, derivante dalla lettura congiunta dei contenuti dell'articolo 1 e del successivo articolo 3 che contiene le norme di dettaglio relative ai principi enunciati dall'articolo 1. Ritiene pertanto che la cornice generale descritta dall'articolo 1 associata alle norme di dettaglio degli articoli successivi sia in grado di eliminare le preoccupazioni relative al fatto che la legge delega non copra in maniera sufficiente tutti gli aspetti della materia. Precisa che in caso contrario si correrebbe il rischio, anche dopo aver svolto un ampio dibattito, che sull'articolo 1 possa sempre mancare ad avviso di qualcuno una specifica parola o un inciso. Nel ribadire che l'articolo 1 costituisce la cornice dell'intervento, ritiene che, se la discussione in corso deve necessariamente anticipare tutti i temi oggetto del provvedimento, allora sarebbe preferibile dichiararlo chiaramente senza ipocrisie.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), nel dichiarare di aver ascoltato con interesse tutte le analisi svolte sul suo emendamento, confessa di aver inizialmente pensato di aver commesso un errore riferendolo alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 1. Precisa inoltre di aver sinceramente dichiarato la propria disponibilità a ritirare l'emendamento nel caso in cui fosse stato detto chiaramente quali articoli del provvedimento affrontavano l'argomento. Considerato che nessuna delle osservazioni svolte è stata convincente, fa presente che si è rafforzata in lei la convinzione opposta, vale a dire che i temi degli avanzamenti di carriere e dei meccanismi di promozione dei magistrati non siano affrontati nel provvedimento. Ritiene pertanto che questa maggioranza manifesti un timore reverenziale nel mettere in dubbio l'automatismo dell'attuale avanzamento di carriera. Fa presente altresì che gli impegni assunti dal gruppo di Fratelli d'Italia all'esterno sono perentori e che sono stati trasposti nelle proposte emendative presentate. Per queste ragioni non crede che nel testo vi sia una disposizione volta ad evitare l'automatismo degli avanzamenti di carriera. Nel riconoscere che l'articolo 1 ha un carattere generale, fa presente che il suo contenuto è volto a fornire una traccia per tutti gli articoli successivi. Nel sottolineare che negli emendamenti di Fratelli d'Italia non vi è alcun difetto di tecnica legislativa, respinge qualsiasi addebito in termini di errori di tecnica legislativa. Tiene in conclusione a lasciare agli atti della Commissione che da parte dell'intera Commissione con l'eccezione del gruppo Fratelli d'Italia non vi è la volontà di bloccare l'automatismo degli avanzamenti di carriera dei magistrati. Chiede pertanto che l'emendamento a sua prima firma 1.11 sia posto in votazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Varchi 1.11.

  Mario PERANTONI, presidente, nel rammentare che l'emendamento Varchi 1.10 e Pag. 198l'articolo aggiuntivo Costa 1.02 sono tuttora accantonati, chiede ai relatori di esprimere i pareri sulle proposte emendative e subemendative riferite all'articolo 2.

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, anche a nome dell'altro relatore, esprime parere contrario sul subemendamento Costa 0.2.73.14 e sul subemendamento Sarti 0.2.73.6. Esprime parere favorevole sul subemendamento Potenti 0.2.73.28, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1) mentre esprime parere contrario sul subemendamento Bordo 0.2.73.62, sugli identici subemendamenti Ascari 0.2.73.7 e Colletti 0.2.73.5, sul subemendamento Potenti 0.2.73.31 e sugli identici subemendamenti D'Orso 0.2.73.10 e Potenti 0.2.73.29. Esprime parere favorevole sul subemendamento Sarti 0.2.73.9, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1) mentre esprime parere contrario sul subemendamento D'Ettore 0.2.73.61. Esprime parere favorevole sul subemendamento Varchi 0.2.73.57, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Propone di accantonare il subemendamento Miceli 0.2.73.79, esprime invece parere contrario sui subemendamenti Turri 0.2.73.21 e 0.2.73.22. Propone di accantonare i subemendamenti Paolini 0.2.73.26 e Zanettin 0.2.73.66. Esprime parere contrario sul subemendamento Ferri 0.2.73.69, proponendo invece di accantonare i subemendamenti Zanettin 0.2.73.64, Bordo 0.2.73.63 e Zanettin 0.2.73.68 nonché gli identici subemendamenti Sarti 0.2.73.13, Annibali 0.2.73.71, Vitiello 0.2.73.76 e Ferro 0.2.73.80. Esprime parere contrario sui subemendamenti Varchi 0.2.73.55, Ascari 0.2.73.8, Potenti 0.2.73.23 e 0.2.73.24. Propone di accantonare il subemendamento Miceli 0.2.73.78. Esprime parere favorevole sui subemendamenti Zanettin 0.2.73.67 e Vitiello 0.2.73.70, purché rispettivamente riformulati nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Propone di accantonare il subemendamento Annibali 0.2.73.74 mentre esprime parere contrario sul subemendamento Vitiello 0.2.73.75. Esprime parere favorevole sul subemendamento Sarti 0.2.73.12; esprime inoltre parere favorevole sui subemendamenti Ferri 0.2.73.73 e D'Orso 0.2.73.11, purché rispettivamente riformulati nei termini riportato in allegato (vedi allegato 1). Esprime parere favorevole sull'emendamento 2.73 del Governo, formulando un invito al ritiro degli emendamenti Potenti 2.18 e 2.19, Businarolo 2.16 e D'Orso 2.17 la cui votazione risulterebbe preclusa dall'approvazione dell'emendamento del Governo. Esprime infine parere contrario sull'emendamento Potenti 2.20.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO esprime parere conforme a quello dei relatori, raccomandando l'approvazione dell'emendamento 2.73 del Governo.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sull'ordine dei lavori, lamenta che, nonostante sia stata dato l'assenso alla trasmissione sul circuito chiuso, la stampa parlamentare non sia in condizione di seguire i lavori della Commissione.

  Mario PERANTONI, presidente, assicura l'onorevole Bartolozzi che sono già state date disposizioni per risolvere l'inconveniente.

  Enrico COSTA (MISTO) domanda ai relatori le ragioni del parere contrario sul subemendamento 0.2.73.14, a sua prima firma, e chiede che venga accantonato, in conformità a quanto previsto per analoghe proposte emendative.

  Walter VERINI (PD), relatore, acconsente alla richiesta di accantonamento avanzata dal collega Costa, tuttavia non concorda sul fatto che la proposta emendativa sia strettamente connessa con le altre sulle quali i relatori hanno chiesto un'ulteriore riflessione.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che i subemendamenti Costa 0.2.73.14 e Sarti 0.2.73.6 sono da intendersi accantonati.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo nuovamente sull'ordine dei lavori, lamenta che, nonostante i suoi numerosi Pag. 199richiami, la presidenza non abbia tenuto conto della richiesta avanzata e abbia fatto proseguire i lavori della Commissione, pur non essendo questi fruibili dall'esterno con i normali strumenti della pubblicità. Chiede, quindi, di sospendere brevemente i lavori per le opportune verifiche.

  Mario PERANTONI, presidente, nel fare presente che la sospensione dei lavori non sia nella disponibilità dei singoli membri della Commissione, ma sia rimessa alla decisione della presidenza e dell'intera Commissione, dispone una breve sospensione per verificare che, effettivamente, sia stati risolti gli inconvenienti tecnici.

  La seduta, sospesa alle 16.25, riprende alle 16.30.

  Manfredi POTENTI (LEGA) accetta la riformulazione proposta dai relatori del subemendamento 0.2.73.28, a sua prima firma, pur non ritenendola completamente soddisfacente. Ritiene che si debba cercare di porre un freno alla spartizione tra le varie correnti della magistratura degli incarichi direttivi e semidirettivi e che tale deplorevole fenomeno sia strettamente correlato alla possibilità di presentare domande per diversi incarichi. Ritiene che l'emendamento del Governo vada nella direzione di limitare il peso delle correnti, ma che tuttavia occorra fare di più.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) preannuncia il voto favorevole sul subemendamento Potenti 0.2.73.28, che considera di buon senso. Osserva che, sul tema degli incarichi direttivi, la norma prevista nel precedente testo del Ministro Bonafede era sicuramente preferibile rispetto a quella proposta dall'emendamento della Ministra Cartabia. Fa notare che le correnti sono solite spartirsi gli incarichi già nel momento in cui sono presentate le richieste, grazie alla possibilità di formulare più richieste contemporaneamente. Ribadisce, quindi, che, per mettere un argine al fenomeno della spartizione degli incarichi direttivi e semidirettivi, occorrerebbe mantenere il testo del Ministro Bonafede considerato che la formulazione proposta dall'attuale Governo sembra quasi rafforzare le correnti anziché indebolirle.

  Cosimo Maria FERRI (IV) preannuncia voto favorevole sul subemendamento Potenti 0.2.73.28, pur partendo da una considerazione diversa. Rileva, infatti, che le vacanze negli incarichi direttivi non maturano nello stesso tempo e che i magistrati, di conseguenza, possono aspirare a partecipare a più bandi. Il ragionamento porta, quindi, ad individuare nella celerità delle procedure per la copertura degli incarichi il nodo dolente del fenomeno che si intende contrastare. Concorda con le affermazioni della collega Bartolozzi, secondo cui l'attuale riforma rappresenta un passo indietro rispetto a quanto previsto nel disegno di legge del precedente Ministro Bonafede e lamenta che l'emendamento del nuovo Governo non garantisce la piena pubblicità della definizione delle procedure per l'attribuzione degli incarichi direttivi. Sembra quasi che la riforma Cartabia voglia cercare di rafforzare alcune nicchie di potere all'interno della magistratura e lasci più spazio alle correnti, anziché ricercare la massima trasparenza. Si tratta di una filosofia che, a suo avviso, trova il culmine con l'impostazione scelta per il sistema di elezione dei magistrati.

  La Commissione approva il subemendamento Potenti 0.2.73.28 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sul subemendamento Bordo 0.2.73.62, non comprende le ragioni del parere contrario su tale proposta emendativa che reputa di buon senso. Evidenzia, infatti, che l'emendamento del Governo appare troppo generico con riguardo ai criteri che consentono di derogare al principio della copertura dei posti direttivi e semidirettivi secondo l'ordine temporale in cui i posti si sono resi vacanti. Osserva che la norma scritta dal Governo appare perfetta dal punto di vista letterale, ma in realtà rappresenta un contenitore vuoto ed è priva di effetti e di ricadute pratiche, se non quella Pag. 200di alimentare la discrezionalità del Consiglio Superiore della Magistratura.

  Cosimo Maria FERRI (IV) rammenta che anche il Presidente della Repubblica Mattarella ha espressamente affermato la necessità di fissare dei criteri cronologici nella determinazione degli incarichi. Ritiene, quindi, che dettare un principio e poi stabilire una deroga, sia un'impostazione errata, una contraddizione presente in più parti della riforma Cartabia. Occorrerebbe, viceversa, stimolare il Consiglio Superiore della Magistratura a rispettare i tempi e a istruire le pratiche per l'assegnazione degli incarichi in maniera tempestiva. Ribadisce che il rispetto dell'ordine temporale dovrebbe essere sempre assicurato e considera un errore il parere contrario espresso dai relatori e dal Governo.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), nel ritenere che l'espressione «limitate» prevista dal subemendamento Bordo 0.2.73.62 sia poco precisa, condivide la via indicata dalla collega Bartolozzi circa la necessità di rendere chiare le motivazioni in base alle quali i magistrati sono stati ritenuti idonei a ricoprire incarichi direttivi e semidirettivi. Ritiene che prevedere che i motivi siano esplicitati e ostensibili sia la soluzione migliore e sottolinea l'importanza della trasparenza nelle previsioni di deroghe, osservando che l'abuso si forma proprio quando vi è mancanza di trasparenza.

  La Commissione respinge il subemendamento Bordo 0.2.73.62.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che il subemendamento Ascari 0.2.73.7 è stato ritirato dalla presentatrice.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO), intervenendo sul subemendamento Colletti 0.2.73.5 che introduce il tema del sorteggio in ordine all'assegnazione di incarichi direttivi e semidirettivi, sottolinea come tale proposta subemendativa sia a suo avviso una proposta di buon senso e pertanto ritiene che dovrebbe essere accolta favorevolmente dalla Commissione. Evidenzia che la disposizione non si riferisce a un sorteggio «secco», prevedendo l'indicazione di una terna di candidati. Sottolineando che il sorteggio è un metodo utilizzato anche dalla Corte costituzione per scegliere i componenti del suo ufficio di presidenza, ritiene che tale strumento sia in grado di evitare gli accordi tra le correnti. In proposito, fa presente di aver presentato una proposta emendativa che prevede il sorteggio per i componenti delle commissioni del Consiglio superiore della Magistratura. Si domanda inoltre se lo scopo del provvedimento in esame sia o meno quello di fare una riforma in grado di indebolire le correnti ed evidenzia che il testo in esame non è in grado di individuare strumenti efficaci in tal senso. Ribadisce infine che, per porre un argine allo strapotere delle correnti, non è più possibile rinviare l'esame del tema del sorteggio.

  Pierantonio ZANETTIN (FI), pur sottolineando come sia da sempre favorevole al sorteggio temperato, preannuncia il voto contrario sul subemendamento Colletti 0.2.73.5. A suo avviso, infatti, il sorteggio temperato, che ha la finalità di attenuare il peso delle correnti e che cerca di svincolare la designazione dei candidati dalle correnti stesse, deve essere riferito al sistema elettorale. Ritiene infatti che questo strumento sia l'unico in grado di attenuare il peso delle correnti nell'elezioni dei componenti togati del CSM. Sottolinea come invece altra cosa sia il sorteggio come casualità. Manifesta infatti la sua contrarietà alla previsione di un sorteggio per assegnare degli incarichi direttivi in quanto ritiene che l'individuazione dei soggetti più adatti a svolgere tali funzioni spetti al plenum del CSM. Per tale ragione, sottolineando come le correnti non si sconfiggano con la parola «sorteggio» di per sé, bensì con il ricorso a tale strumento nelle procedure in cui lo stesso può aver peso, ritiene che la Commissione debba respingere la proposta subemendativa in esame.

  Cosimo Maria FERRI (IV) condivide le osservazioni del collega Zanettin e preannuncia il suo voto contrario sul subemendamento Colletti 0.2.73.5. Nel far presente Pag. 201di sostenere il sorteggio temperato per il sistema elettorale dei magistrati, precisa di essere contrario ad un sorteggio che non valorizzi la meritocrazia e la professionalità dei candidati agli incarichi direttivi. A suo avviso infatti, sebbene il subemendamento in discussione preveda l'indicazione di una rosa di candidati idonei per l'assegnazione dell'incarico, appare pericoloso lasciare che la decisione di un incarico direttivo sia determinata dal sorteggio, in quanto ciò potrebbe incidere negativamente su un magistrato meritevole.

  La Commissione respinge il subemendamento Colletti 0.2.73.5.

  Manfredi POTENTI (LEGA) illustra il subemendamento a sua prima firma 0.2.73.31 volto ad incidere sulla discrezionalità esistente nella selezione degli incarichi direttivi. Evidenzia come la proposta subemendativa si riferisca a una procedura concorsuale comparativa introducendo, attraverso la previsione di una prova scritta, un metodo di valutazione oggettivo. Sottolinea inoltre che il medesimo subemendamento è volto anche a sopprimere la previsione dell'audizione di almeno tre candidati da parte della Commissione competente del Consiglio superiore della Magistratura quando il numero degli stessi è eccessivamente elevato. In proposito sottolinea anche come il termine «eccessivamente» a suo avviso sia troppo vago.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) sottolinea come la formulazione dell'articolo 2 contenuta nel disegno di legge in esame a suo avviso era più convincente di quella proposta dall'emendamento del Governo 2.73, evidenziando come anche in questo caso la riforma dell'ordinamento giudiziario prevista dal Ministro Bonafede fosse migliore di quella proposta dalla Ministra Cartabia. Sottolinea infatti che il disegno di legge prevedeva che alle audizioni dei candidati si procedesse soltanto quando almeno tre componenti della Commissione competente lo richiedesse, mentre l'emendamento del Governo 2.73 prevede che la stessa avvenga sempre salvo in determinate ipotesi. Ritiene che il nuovo meccanismo non sia corretto e che rallenti il procedimento ed evidenzia come la nuova riforma non sia in grado di incidere significativamente sulle logiche di appartenenza correntizia. Manifestando quindi profonde perplessità sull'emendamento del Governo 2.73, auspica che sia mantenuto il testo attuale del provvedimento.

  Cosimo Maria FERRI (IV),preannuncia il suo voto contrario sul subemendamento Potenti 0.2.73.31 in quanto ritiene che non sia necessario ricorrere a una prova scritta per valutare un capoufficio che ha superato un concorso e del quale possono essere esaminati i documenti che produce. Ritiene invece che per valutare i candidati per la copertura di posti direttivi sia importante tenere in considerazione le doti di equilibrio, la capacità di rapportarsi con gli altri e quella di organizzazione. Condivide invece le osservazioni della collega Bartolozzi in ordine all'audizione di tali candidati. Non comprende per quali ragioni il Governo debba introdurre delle «norme slogan» che non producono effetti positivi. Sottolinea infatti come in alcuni casi le audizioni dei candidati possano essere utili mentre in altri le stesse appesantiscano la procedura e rappresentino dei costi per lo Stato. Evidenzia in particolare che l'aspirante all'incarico direttivo per partecipare all'audizione deve essere distolto dalla sua attività nell'ufficio giudiziario per un'intera giornata. Ribadisce pertanto il suo voto contrario sulla proposta emendativa in esame in quanto ritiene inutile la prova scritta e non condivide l'emendamento 2.73 del Governo che inserisce l'obbligatorietà delle audizioni. Sottolinea infine l'importanza di creare delle procedure trasparenti e veloci per il conferimento degli incarichi.

  Pierantonio ZANETTIN (FI) invita il collega Potenti a ritirare il subemendamento a sua prima firma 0.2.73.31, ritenendo poco opportuno che a magistrati di altissimo livello e di grande esperienza venga chiesto, dopo una lunga carriera, di sottoporsi a una prova scritta. Precisa tra l'altro che il Consiglio superiore della magistratura ha a Pag. 202disposizione tutte le informazioni necessarie, relative alle sentenze e ai procedimenti di cui tali magistrati si sono occupati. Considera pertanto che il subemendamento in questione non sia condivisibile.

  Manfredi POTENTI (LEGA), nel ringraziare il collega Zanettin, fa presente che la replica al collega stesso gli consente di sottolineare come il subemendamento a sua prima firma abbia svolto la funzione che si prefiggeva, vale a dire quella di stimolare un confronto sui metodi di selezione. Rileva a tale proposito che si tratta di un momento delicatissimo di procedura concorsuale, definito da norme di legge, disposizioni amministrative nonché atti di concerto. Non può che sposare le osservazioni del collega Zanettin precisando che non si intende sottoporre prestigiosi magistrati, che comunque aspirano ad incarichi di alto livello, al tour de force della prova scritta.

  Mario PERANTONI, presidente, propone di procedere alla votazione degli identici subemendamenti D'Orso 0.2.73.10 e Potenti 0.2.73.29 e del subemendamento Sarti 0.2.73.9, sospendendo subito dopo la seduta in ragione di concomitanti impegni istituzionali del rappresentante del Governo. Propone altresì di procedere quindi all'espressione del prescritto parere sull'atto del Governo n. 360 e subito dopo allo svolgimento della prevista riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, riprendendo poi la seduta in sede referente alle ore 19 per concluderla intorno alle ore 20.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) chiede se non sia più opportuno definire nella riunione dell'ufficio di presidenza le modalità per il prosieguo dell'esame del provvedimento nella giornata odierna.

  Mario PERANTONI, presidente, nel confermare che le modalità per il prosieguo dell'esame saranno comunque concordate in sede di ufficio di presidenza, precisa di aver voluto solo preannunciare la proposta che sottoporrà all'ufficio di presidenza.

  Manfredi POTENTI (LEGA), intervenendo brevemente al fine di non paralizzare i lavori della Commissione, contrariamente a quanto sostenuto dal Governo, ringrazia il sottosegretario e i relatori per aver colto l'importanza del tema posto dal suo subemendamento 0.2.73.29, proponendone una riformulazione. Nel ribadire che ci troviamo di fronte ad una procedura concorsuale relativa ai ruoli apicali della magistratura, si dichiara felice del fatto che il Governo abbia inteso recedere dalla precedente intenzione di concedere al Consiglio superiore della magistratura la possibilità di soprassedere allo svolgimento delle audizioni qualora il numero dei candidati fosse eccessivo. Precisa a tale proposito che la disposizione del Governo non chiariva quale fosse il numero di candidati da ritenersi eccessivo ed evidenzia che, trattandosi di una selezione per un ruolo apicale in magistratura e non certamente per l'accesso ad un incarico presso un'amministrazione comunale, non ci si aspetta certamente che i candidati siano superiori a qualche unità. Ritiene pertanto che la riformulazione proposta sia doverosa e la accoglie con soddisfazione.

  Mario PERANTONI, presidente, fa presente al collega Potenti che sul subemendamento a sua prima firma 0.2.73.29 è stato espresso parere contrario.

  Manfredi POTENTI (LEGA) si scusa per l'equivoco sottolineando come, pur non volendo paralizzare i lavori della Commissione, in realtà lo abbia fatto.

  Mario PERANTONI, presidente, considera comprensibile l'equivoco in ragione della durata della seduta.

  Manfredi POTENTI (LEGA) nel prendere atto del parere contrario, chiede che il subemendamento a sua prima firma 0.2.73.29 sia accantonato, lamentando che il Governo abbia deciso di lasciare ampia discrezionalità alla commissione del Consiglio superiore della magistratura in presenza di un numero eccessivo di candidati. Ribadisce pertanto la richiesta di accantonamentoPag. 203 per consentire di rivedere una posizione che considera delicata.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) chiede che ai subemendamenti 0.2.73.10 della collega D'Orso e 0.2.73.29 del collega Potenti sia associato il proprio subemendamento 0.2.73.39 che, benché non segnalato, presenta identico contenuto.

  La Commissione respinge gli identici subemendamenti D'Orso 0.2.73.10 e Potenti 0.2.73.29.

  Giulia SARTI (M5S) accetta la riformulazione del subemendamento a sua prima firma 0.2.73.9 che, rispetto alla versione originaria, accoglie nella sostanza i suggerimenti relativi alle modalità di acquisizione del parere del Consiglio dell'ordine degli avvocati e alla rilevanza scientifica delle pubblicazioni da tenere in considerazione ai fini del conferimento degli incarichi direttivi. Fa presente che nella riformulazione proposta dal Governo manca tuttavia il riferimento al tema posto dal collega Potenti. Accoglie tuttavia la riformulazione proposta e preannuncia il voto favorevole del suo gruppo, dal momento che sui due aspetti precedentemente citati si è manifestata la volontà del Governo di migliorare il provvedimento.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) nel dichiarare di condividere appieno il contenuto del subemendamento della collega Sarti nella sua versione originaria, fa presente di condividere un po' meno la riformulazione proposta dai relatori per tre ordini di motivi. In primo luogo, ritiene corretto il precedente riferimento all'indicazione proveniente dalla maggioranza dei componenti del Consiglio superiore della magistratura. In secondo luogo, apprezza la precisazione relativa alla natura dell'incarico fuori ruolo che abbia comportato attività di studio e di ricerca coerente con le funzioni semidirettive o direttive. In terzo luogo, con riguardo alle pubblicazioni del candidato, ritiene assurdo che la Commissione del CSM sia chiamata a valutarne la rilevanza scientifica senza che nella riformulazione proposta si faccia riferimento ad alcun parametro. Rammenta, a tale proposito, che il subemendamento della collega Sarti nella sua formulazione originaria conteneva il riferimento alle riviste o alle collane in cui tali pubblicazioni sono edite. Nel prendere atto della volontà del Governo, fa presente che gli interventi da esso operati hanno finito per peggiorare il testo dell'allora ministro Bonafede che su questo aspetto a suo parere andava bene e che la collega Sarti intendeva migliorare.

  Felice Maurizio D'ETTORE (CI), riallacciandosi alle considerazioni della collega Bartolozzi, fa presente che la valutazione della rilevanza scientifica delle pubblicazioni del candidato deve avvenire sulla base di un parametro certo, tanto più che la Commissione del CSM non ha le dovute competenze per effettuare tale valutazione. Sottolinea pertanto l'esigenza che la rilevanza scientifica delle pubblicazioni sia accertata oggettivamente, per esempio facendo riferimento ai parametri adottati per lo svolgimento dei concorsi di prima e seconda fascia. Suggerendo in alternativa il ricorso ai parametri adottati in ambito europeo o internazionale, fa presente che in caso contrario ci si affiderebbe evidentemente ad una valutazione del tutto discrezionale. Nel sottolineare pertanto quanto fosse preferibile la versione precedente del subemendamento Sarti 0.2.73.9, ritiene che il Governo debba fare lo sforzo di definire criteri puntuali.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo ad integrazione delle considerazioni svolte dai colleghi, fa presente in primo luogo che in molti casi non vi è certezza del reale autore di una pubblicazione, considerato l'ampio ricorso ai ghost writer, mentre una sentenza o un'ordinanza di misura cautelare sono sicuramente attribuibili al singolo magistrato. In secondo luogo, evidenzia che in una valutazione discrezionale assume spesso maggior peso la quantità piuttosto che la qualità delle pubblicazioni, sottolineando pertanto la pericolosità di affidarsi ad un parametro non circoscritto.

Pag. 204

  Mario PERANTONI, presidente, con riferimento alle considerazioni dei colleghi, ritiene che l'esplicitazione dei parametri per effettuare la valutazione avverrà in sede di adozione dei decreti legislativi.

  Mario PERANTONI, presidente, fa presente che, nell'imminenza del concordato orario di conclusione dei lavori della seduta in corso, è opportuno passare alla votazione del subemendamento Sarti 0.2.73.9.

  Cosimo Maria FERRI (IV), sottolineando che si tratta di un tema molto importante, chiede al presidente se non si possa rinviare la votazione alla seduta successiva in sede referente.

  Mario PERANTONI, presidente, accogliendo la richiesta del collega Ferri, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.50.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 6 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 17.50.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni per l'attuazione della direttiva (UE) 2019/884 che modifica la decisione quadro 2009/315/GAI per quanto riguarda lo scambio di informazioni sui cittadini di Paesi terzi e il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS), e che sostituisce la decisione 2009/316/GAI.
Atto n. 360.

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta pomeridiana.

  Mario PERANTONI, presidente, rammenta che nella seduta precedente il relatore, onorevole Paolini, ha formulato una proposta di parere favorevole sul provvedimento.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole proposta dal relatore.

  La seduta termina alle 17.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 6 aprile 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 17.55 alle 18.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto.

  La seduta comincia alle 19.

Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
C. 2681 Governo, C. 226 Ceccanti, C. 227 Ceccanti, C. 489 Zanettin, C. 976 Rossello, C. 989 Bartolozzi, C. 1156 Dadone, C. 1919 Colletti, C. 1977 Dadone, C. 2233 Pollastrini, C. 2517 Sisto, C. 2536 Zanettin, C. 2691 Costa e C. 3017 Costa.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta pomeridiana.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che la Commissione riprende l'esame dal subemendamento Sarti 0.2.73.9.

  Cosimo Maria FERRI (IV) sottolinea che la proposta emendativa, molto opportunamente, si sofferma sul tema dell'attribuzionePag. 205 degli incarichi direttivi e semidirettivi sotto il profilo della provenienza dei magistrati dagli uffici giudiziari ovvero dal fuori ruolo. Valuta positivamente il fatto che l'emendamento del Governo abbia preso posizione su questo tema, premiando i magistrati che lavorano negli uffici giudiziari e che scrivono le sentenze, ma ritiene che il problema non sia stato affatto risolto. Evidenzia, infatti, che l'avere previsto deroghe lascia al Consiglio Superiore della Magistratura una grande discrezionalità nell'attribuire gli incarichi direttivi, soprattutto perché si rischia di creare una sperequazione fra i magistrati fuori ruolo ai quali non sarebbero attribuiti incarichi non avendo essi lavorato negli uffici giudiziari e quelli, invece, che, pur essendo fuori ruolo, sarebbero stati valutati diversamente in considerazione della deroga prevista dalla riforma Cartabia.
  Osserva, quindi, che la proposta emendativa cerca di fare chiarezza sulle eccezioni previste dall'emendamento del Governo, stabilendo che l'attività fuori ruolo debba comportare un'attività di studio. Tuttavia ritiene che sia necessario fare ulteriore chiarezza e invita i relatori e il Governo a tracciare una linea che possa sgombrare il campo da ogni tipo di incertezza, facendo emergere nel dibattito una visione chiara che questa riforma, a suo avviso, non dimostra di avere. Preannuncia, quindi, il voto favorevole sul subemendamento Sarti 0.2.73.9, ma ribadisce che il problema non viene risolto.

  Pierantonio ZANETTIN (FI), intervenendo sul subemendamento Sarti 0.2.73.9, sottolinea come il collega Ferri nel suo condivisibile intervento abbia posto il problema annoso dei magistrati fuori ruolo. A seguito della sua esperienza parlamentare ritiene di potere affermare che la politica ha sempre sostenuto che, viste le carenze di organico, fosse giusto limitare la collocazione fuori ruolo dei magistrati incoraggiandoli a tornare nel mondo della giurisdizione. Evidenzia tuttavia come la questione potrà essere affrontata nel corso dell'esame di altre proposte emendative riferite ad altri articoli del provvedimento. In particolare fa presente di avere predisposto alcuni emendamenti volti a creare una distinzione tra le varie categorie di magistrati fuori ruolo. A suo avviso infatti meritano di essere valorizzati quei magistrati che svolgono il proprio incarico in organi di rilevanza costituzionale o della giurisdizione internazionale. Viceversa non ritiene che altri tipi di fuori ruolo meritino la medesima attenzione. Sottolinea che le sue proposte emendative hanno proprio la finalità di evidenziare tale distinzione, prevedendo una durata differente dell'incarico o criteri particolari per la valutazione della professionalità a seconda di dove il magistrato abbia svolto il suo incarico fuori ruolo. Ribadendo quindi che non tutti gli incarichi fuori ruolo possono essere valutati nella medesima misura, ritiene che le proposte emendative da lui presentate possano andare nella direzione indicata dal collega Ferri.

  La Commissione approva il subemendamento Sarti 0.2.73.9 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).

  Mario PERANTONI, presidente, nel far presente che alle ore 20.15 è prevista una importante riunione presso la Commissione di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, alla quale debbono partecipare alcuni componenti della Commissione Giustizia, preannuncia che i lavori della presente seduta proseguiranno fino alle ore 20. Nel dare la parola al collega D'Ettore che ha chiesto di intervenire sul subemendamento a sua firma 0.2.73.61, fa presente che consentirà l'intervento in via eccezionale considerato che il collega D'Ettore non è membro della Commissione e non risulta in sostituzione di alcun componente.

  Felice Maurizio D'ETTORE (CI) illustra il subemendamento a sua prima firma 0.2.73.61 volto a sostituire la lettera d) del comma 1 dell'emendamento del Governo 2.73. A suo avviso l'emendamento del Governo lascia una totale discrezionalità al Consiglio superiore della Magistratura nell'individuazione dei criteri per l'attribuzione di incarichi direttivi e semidirettivi. Pag. 206Sottolinea come invece la sua proposta subemendativa, che è sostenuta da numerosa giurisprudenza, prevede che tali criteri siano predeterminati da una legge che recepisca il testo unico sulla dirigenza giudiziaria. Evidenzia come tale proposta subemendativa sia analoga nel contenuto al subemendamento a sua prima firma 0.3.34.32, il quale, nel corso delle riunioni di maggioranza che si sono succedute in questi giorni, aveva in un primo momento riscontrato anche il favore da parte dell'Esecutivo. Nel ribadire la propria stima e fiducia nei confronti del Governo, sottolinea che prende atto del parere contrario del Governo su un subemendamento invitando al contempo a considerare che si tratta di un emendamento condiviso. Chiede pertanto di accantonare la proposta subemendativa in esame al fine di potere effettuare una verifica.

  Cosimo Maria FERRI (IV) fa presente che il collega D'Ettore, con la sua consueta puntualità, ha affrontato un tema importante, relativo all'ampiezza della discrezionalità attribuita alla Commissione del Consiglio superiore della magistratura. Richiama a tale proposito l'ampia giurisprudenza amministrativa che, in più occasioni, ha annullato nomine anche importanti in ragione della mancanza di sufficienti vincoli alla discrezionalità del Consiglio superiore della magistratura nel conferimento di taluni incarichi. Fa presente quindi che il subemendamento in questione sollecita il Governo a stabilire criteri predeterminati senza essere eccessivamente puntuale, dal momento che le nomine spettano per Costituzione al Consiglio superiore della magistratura. Si domanda se realmente si intenda premiare i magistrati che scrivono un maggior numero di pubblicazioni o di monografie rispetto a quelli che scrivono un maggior numero di sentenze. Nel sottolineare che l'ampia discrezionalità lasciata al Consiglio superiore della magistratura non configura alcun cambiamento rispetto al passato, ritiene che il subemendamento del collega D'Ettore debba essere accolto dando un segnale a chi intende proporre modifiche costruttive. Suggerisce pertanto di ascoltare gli addetti ai lavori, tenendo conto delle osservazioni che sul tema sono state rivolte da magistrati ed esperti, altrimenti saranno TAR e Consiglio di Stato a imporre i necessari vincoli. Pertanto, nel ribadire che così facendo si contrasta chi intende migliorare il testo, prende atto della situazione.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), ad integrazione delle considerazioni dei colleghi, fa presente che la maggior parte della popolazione italiana, se intervistata, sarebbe d'accordo con la limitazione del numero dei magistrati fuori ruolo. Precisa altresì che i magistrati che lavorano duramente e che costituiscono la maggioranza della magistratura, apprezzerebbero una norma chiara in materia di conferimento degli incarichi. Trattandosi di una legge delega, ritiene importante che venga indicato un principio chiaro, sottolineando il paradosso per cui alcuni magistrati attraverso il collocamento fuori ruolo riescono a raggiungere livelli di compensi doppi o tripli rispetto a quelli dei colleghi che continuano a svolgere funzioni giudiziarie e che in molte zone del territorio rischiano la vita e sono oggetto di ricatti e infamie. Nel raccomandare una riflessione sull'argomento, fa presente che chi ha voluto dedicarsi alla scrittura dei libri si è dimesso dalla magistratura.

  Franco VAZIO (PD), nel rammentare che la Commissione Giustizia si appresta a licenziare un provvedimento importante in relazione alle regole di funzionamento della Repubblica, ritiene che vedere i magistrati come avversari da sterminare non rappresenti un esercizio che si attaglia alle funzioni parlamentari. Premettendo che tutte le proposte emendative e subemendative presentate intendono migliorare il testo e che pertanto a tutti i deputati va un ringraziamento, esprime la convinzione che la lettera d) del comma 1 del nuovo articolo 2 proposto dal Governo contiene tutto ciò che qualsiasi cittadino vorrebbe veder scritto con riguardo all'assegnazione degli incarichi. A tale proposito, nel far presente che si tratta comunque di un giudizio, indipendentemente da come lo si voglia declinare, Pag. 207rileva che nell'emendamento del Governo si fa riferimento alle attitudini, al merito, all'anzianità dei candidati, all'acquisizione di specifiche competenze, alla conoscenza del complesso dei servizi resi dall'ufficio, alla capacità di analisi dei dati statistici, alla conoscenza delle norme ordinamentali nonché alla capacità di efficiente organizzazione del lavoro giudiziario. Pertanto, pur ammettendo che ciascuno dei presenti possa avere in materia preferenze diverse, ritiene che la proposta del Governo contenga criteri sufficienti. Da ultimo, nel sottolineare l'inopportunità di rinunciare al contributo che i magistrati possono dare con la loro elezione al dibattito parlamentare, alla stregua di tutte le altre categorie, in conclusione precisa che l'emendamento 2.73 del Governo contiene una indicazione puntuale, rigorosa e dettagliata in grado di consentire un giudizio ponderato per l'assegnazione degli incarichi.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) desidera che rimanga agli atti la propria opinione sul contenuto della lettera d) dell'emendamento 2.73 del Governo che riscrive le lettere e) ed f) del testo dell'allora ministro Bonafede. Precisa a tale proposito di preferire di gran lunga la versione originaria del provvedimento in cui si procedeva con uno schema logico articolato in criteri generali, indicatori specifici e criteri ponderali. Ritiene che la riscrittura dell'articolo 2 operata dal Governo proponga un potpurri di criteri senza la logica sistemica del testo Bonafede, consegnando al CSM il completo arbitrio nelle decisioni. Nel ribadire che, come già evidenziato dal collega Ferri, saranno successivamente i TAR e il Consiglio di Stato ad intervenire, si dichiara desolata per il fatto che il testo Bonafede sia stato superato in peius in materia di conferimento degli incarichi.

  Martina PARISSE (CI), alla luce del dibattito svolto, fa presente che il suo gruppo chiede l'accantonamento del subemendamento del collega D'Ettore al fine di valutare una eventuale riformulazione che individui criteri oggettivi.

  Il sottosegretario Francesco Paolo SISTO, acquisita per le vie brevi il consenso dei relatori, nel confermare che il parere resta contrario, al fine di consentire un adeguato confronto, accede alla richiesta di accantonare il subemendamento D'Ettore 0.2.73.61, anche in ragione della rilevanza degli interventi svolti.

  Mario PERANTONI, presidente, confermando i relatori il proprio consenso, avverte che il subemendamento D'Ettore 0.2.73.61 si intende accantonato. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 20.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati.
Testo unificato C. 2307 Magi e C. 2965 Licatini.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 774 del 5 aprile 2022, a pagina 39, prima colonna, quindicesima riga, la parola: «favorevole» è sostituita dalla seguente «contrario».