CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 28 dicembre 2021
721.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 45

SEDE REFERENTE

  Martedì 28 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene, in videoconferenza, la sottosegretaria di Stato per la giustizia, Anna Macina.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sui lavori della Commissione.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che, poiché nella seduta odierna non sono previste votazioni, ai deputati è consentita la partecipazione da remoto, in videoconferenza, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.

Accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati c.d. ostativi, di cui all'articolo 4-bis della legge sull'ordinamento penitenziario.
Testo unificato C. 1951 Bruno Bossio, C. 3106 Ferraresi, C. 3184 Delmastro Delle Vedove e C. 3315 Paolini.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 novembre 2021.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che sono state presentate circa 110 proposte emendative, che sono in distribuzione (vedi allegato). Ricorda che secondo quanto concordato nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, oggi si svolgerà la discussione sul complesso di tali proposte.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) interviene, per quanto brevemente, sul tema oggetto dell'odierno dibattito, al quale Fratelli d'Italia ha dato il proprio contributo sia attraverso la presentazione della proposta di legge del collega Delmastro Delle Vedove, sia con la predisposizione di diversi emendamenti che convergono con i contenuti di tale proposta. Ritiene in primo luogo che, nel rispetto dei tempi fissati dalla Corte costituzionale per l'intervento del legislatore, si debba salvaguardare un importantissimo istituto giuridico, che ha consentito di infliggere colpi durissimi alle organizzazioni criminali. Rammenta a tal proposito che l'abolizione dell'ergastolo ostativo è stata la richiesta che, da Bagarella in Pag. 46poi, tanti boss mafiosi hanno avanzato durante i loro estemporanei interventi in sede di udienza. Rammenta altresì come tale istituto giuridico, che a suo parere rappresenta un baluardo da difendere, abbia preso le mosse da un'intensa attività normativa avviata dopo le stragi del 1992, determinando l'inasprimento del contrasto dello Stato alle mafie quale frutto di brillanti investigazioni. Tiene inoltre a precisare come il testo unificato predisposto dal relatore, e adottato come testo base con il voto contrario di Fratelli d'Italia, costituisca una soluzione di mediazione che, in quanto tale, rischia di lasciare scontenti tutti. Nell'esprimere comunque la speranza che si possa raggiungere un risultato condiviso che salvaguardi le conquiste acquisite, fa presente che con la proposta Delmastro Delle Vedove si è inteso sottolineare un concetto fondamentale, vale a dire quello che l'onere della prova degli elementi richiesti per neutralizzare le presunzioni qualificate come ostative alla concessione dei benefici, deve gravare interamente sull'istante. Ad avviso del suo gruppo infatti occorre comunque definire un perimetro molto limitato per la concessione dei benefici ai detenuti sottoposti al regime dell'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario. Sottolinea che si tratta della stella polare che governa sia la proposta di legge C. 3184 del collega Delmastro Delle Vedove sia quella costituzionale della capogruppo Meloni C. 3154 che modifica l'articolo 27 della Costituzione in materia di funzioni della pena. Nel preannunciare la massima disponibilità del suo gruppo al dibattito, si augura un'ampia convergenza sui presupposti appena esposti.

  Vittorio FERRARESI (M5S) fa presente in primo luogo che l'esame delle proposte emendative del Movimento 5 Stelle, così come di quelle presentate dagli altri gruppi, consentirà a suo parere di svolgere un buon lavoro, spogliando il dibattito della forte componente politica cui tutte le forze legittimamente tengono su un tema tanto delicato. Rileva comunque la necessità di corrispondere ai principi e ai valori fissati nell'ordinanza della Corte costituzionale n. 97 dell'11 maggio 2021 e, nello stesso tempo, di garantire comunque la sicurezza del Paese e il contrasto delle mafie, che con le loro condotte mirano al sovvertimento dello Stato democratico. Nel sottolineare che la risposta del legislatore deve essere forte e decisa, fa presente il duplice obiettivo dell'intervento normativo, vale a dire, da un alto il rispetto dei principi dell'articolo 27 della Costituzione sulla finalità rieducativa della pena, e dall'altro la tutela dell'incolumità pubblica, della libera iniziativa economica e del buon andamento della pubblica amministrazione. Ritiene che gli emendamenti del Movimento 5 Stelle, così come quelli del Partito democratico, della Lega e in parte anche dell'opposizione, vadano presi in attenta considerazione nell'ambito di un dibattito che con l'adozione del testo unificato appare scevro dalla titolarità delle singole forze politiche. Nel sottolineare che gli interventi emendativi proposti dai diversi gruppi sono equilibrati e rispondono ad esigenze di aggiustamento del testo, ribadisce che vi sono le condizioni per svolgere un buon lavoro in tempi rapidi. A tale proposito sottolinea che il mancato rispetto del termine di maggio 2022 rappresenterebbe uno sgarbo non soltanto verso la Corte costituzionale ma anche nei confronti delle vittime di mafia e di tutti i soggetti che la contrastano, anche a rischio della vita, per tutelare la libertà e la democrazia del nostro Paese. Ribadisce che, contrariamente a quanto riportato da alcuni giornali, le proposte emendative presentate mirano a ottenere un testo più corretto, che tenga conto anche delle osservazioni degli auditi sia in termini di migliori specificazioni tecniche sia in termini di nuove prescrizioni. Nel sottolineare ancora una volta l'equilibrio che caratterizza molti degli emendamenti presentati, considera possibile trovare un punto di incontro, anche attraverso eventuali riformulazioni, ritenendo lodevoli le proposte emendative della Lega e delle opposizioni. Nel reputare inoltre che anche molte delle proposte emendative di Italia Viva e di Forza Italia siano meritevoli di approfondimento, rileva che il testo può essere modificato, anche alla luce degli ulteriori approfondimenti scaturiti dal secondo ciclo Pag. 47di audizioni svolto successivamente all'adozione del testo base. Ciò premesso, nel sottolineare come la gran parte delle proposte emendative converga su una visione comune, che contempla sia il rispetto dei principi costituzionali sia la tutela dell'incolumità pubblica contro le gravissime condotte delle organizzazioni criminali, tiene a precisare l'esigenza di non fare passi indietro rispetto ai risultati che sono stati ottenuti con decenni di lotta alla mafia. Chiede quindi ai colleghi di fare attenzione a non indietreggiare ulteriormente rispetto ai contenuti dell'ordinanza della Corte costituzionale che, pur riconoscendo l'illegittimità della presunzione assoluta di perdurante pericolosità nel caso di mancata collaborazione, ha sottolineato tuttavia la particolare gravità del fenomeno mafioso. Nel ribadire pertanto la necessità di non scalfire i risultati ottenuti nella lotta alla mafia, perché in caso contrario ci si caricherebbe di una responsabilità grave, augura ai colleghi buon lavoro, confidando nella collaborazione di tutti i gruppi. Da ultimo sottolinea che la risposta del Parlamento nei tempi previsti è dovuta sia alla Corte costituzionale sia al Paese.

  Pietro PITTALIS (FI) fa presente che anche il gruppo di Forza Italia ha dato il proprio contributo al dibattito sin dal momento dell'incardinamento delle proposte di legge in oggetto, con l'obiettivo di addivenire ad un testo il più possibile condiviso. Precisa che tale risultato è stato già parzialmente raggiunto con l'adozione del testo base, anche grazie alla saggia regia del presidente Perantoni, che è nello stesso tempo relatore del provvedimento. Evidenzia inoltre che anche a parere di Forza Italia è necessario evitare qualsiasi arretramento, anche di minima entità, nella lotta contro le organizzazioni mafiose, che hanno posto in essere negli anni passati gravissime condotte. Nel sottolineare che Forza Italia ha sempre presente le sofferenze che tali condotte hanno determinato, sottolinea come l'intervento del Parlamento debba muoversi nel perimetro indicato dalla Corte costituzionale, evitando di ripetere le considerazioni svolte dai colleghi che lo hanno preceduto. Evidenzia inoltre che le proposte emendative di Forza Italia vanno nella direzione di consentire al legislatore di dare in tempi rapidi una soluzione alla questione posta dalla Corte costituzionale, ritenendo che, con senso di responsabilità e con la mediazione del relatore, si possano trovare le giuste risposte anche sugli aspetti maggiormente controversi. Per citare solo uno di essi, pur condividendo molte delle considerazioni della collega Varchi, pone tuttavia un problema di natura squisitamente tecnica. Ritiene infatti che la prova dell'assenza di collegamenti con le organizzazioni mafiose debba essere posta a carico non dell'interessato ma dello Stato che, attraverso le articolazioni del potere giudiziario, deve compiere la necessaria istruttoria e acquisire gli elementi che diano la verosimile certezza dell'assenza di tali collegamenti da parte del richiedente i benefici. Nel ritenere che anche in questo caso sarà possibile trovare i giusti adattamenti, ribadisce che con spirito di collaborazione Forza Italia fornirà tutto il supporto necessario ad approvare una legge di qualità, fornendo in tal modo la giusta risposta al problema posto dalla Corte costituzionale.

  Giulia SARTI (M5S) in primo luogo tiene a ribadire un aspetto di cui tutti sono consapevoli, vale a dire che nel 2022 ricorrerà il trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio. Ritiene quindi che non si possa arrivare alla vigilia del prossimo 23 maggio senza aver adempiuto al compito attribuito al Parlamento. Esprime inoltre la propria soddisfazione per il fatto che, grazie alla mediazione del presidente, si sia manifestata da parte di tutte le forze politiche la volontà di concorrere all'approvazione della legge in oggetto, sottolineando la delicatezza del compito attribuito al Parlamento, chiamato a dare una risposta duratura al problema posto dalla Corte costituzionale, salvaguardando l'equilibrio del sistema introdotto dal tempo delle stragi del 1992. Ravvisa inoltre la necessità di chiarire che, se qualcuno pensa che la pericolosità delle mafie non sia più di attualità, sta commettendo uno sbaglio, dal momento che i dati e i fatti di cronaca dimostrano il contrario. Fa presente a tale proposito che la 'ndrangheta è la più potentePag. 48 organizzazione criminale a livello internazionale, sia relativamente al traffico di stupefacenti sia con riguardo alle infiltrazioni economiche in tutti i settori, che le mafie nazionali si sono espanse fuori dall'Italia, riproponendo in altri continenti i medesimi metodi adottati sul nostro territorio e che molti boss sono latitanti dentro e fuori l'Unione europea. Evidenzia pertanto la necessità di mantenere alta l'attenzione, evitando qualsiasi segnale di cedimento, in ragione della grande capacità pervasiva di tali organizzazioni, che aumenterà a dismisura quando arriveranno i finanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ribadisce l'esigenza che non vi sia alcun arretramento dello Stato nel contrasto alla mafia e che si raggiunga un punto di equilibrio, stante le pronunce della Corte costituzionale e le esigenze di tutela della sicurezza pubblica. Aggiunge alle considerazioni svolte dal collega Ferraresi due ulteriori argomenti, che non sono strettamente connessi al contenuto dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario ma che costituiscono comunque importanti riferimenti per l'azione dello Stato. Quanto al primo di essi, nel rammentare ciò che si è verificato in conseguenza dell'emergenza COVID-19 con riguardo a determinati provvedimenti della magistratura di sorveglianza che hanno consentito ad alcuni boss delle organizzazioni mafiose di uscire dal carcere, benché talvolta per brevi periodi, ritiene che su tali aspetti si debba riflettere, evitando che situazioni analoghe si possano verificare quando si parla di presunzione relativa di perdurante pericolosità. Sulla base di tali premesse evidenzia come a suo parere un tema importante sia rappresentato dall'accentramento delle competenze e dall'uniformità delle decisioni della magistratura di sorveglianza, al fine di evitare che a richieste analoghe si diano risposte diverse nelle varie zone d'Italia. A tale proposito fa presente che il Movimento 5 Stelle, proprio al fine di porre tale questione, ha presentato proposte emendative volte ad attribuire la competenza delle decisioni relative alla concessione di benefici ai detenuti in regime di 41-bis al Tribunale di sorveglianza di Roma. Ritiene infatti che tale accentramento, unito alla collegialità della decisione, garantirebbe in maniera più adeguata l'uniformità delle decisioni. Quanto al secondo tema, fa presente che esso riguarda la tutela della sicurezza dei magistrati di sorveglianza, rilevando come anche a questo fine negli anni novanta sia stata adottata la soluzione della presunzione assoluta di pericolosità. Ritiene che lo Stato non debba arretrare sull'importanza della collaborazione con la giustizia, che ha consentito nel corso degli anni di colpire le organizzazioni mafiose dall'interno, rammentando inoltre come, anche a seguito dell'esperienza acquisita, si sia ravvisata la necessità di individuare due regimi distinti per i collaboratori e per i testimoni di giustizia. Rileva pertanto il rischio che, in mancanza di una presunzione assoluta di pericolosità, il detenuto non abbia alcun interesse a collaborare, dal momento che potrà comunque accedere ai benefici penitenziari. Ritiene pertanto che sia necessario far comprendere che conviene ancora collaborare con la giustizia al fine di poter uscire dal carcere. Richiamandosi alle considerazioni del collega Pittalis, ritiene indispensabile che il dovere di fornire la prova dei mancati collegamenti con le organizzazioni mafiose sia posto in capo al richiedente l'accesso ai benefici, precisando che sarà comunque compito dell'autorità giudiziaria verificare le prove fornite ed eventualmente contestarle, anche avvalendosi dei pareri del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Nel valutare positivamente il fatto che anche il tema della collaborazione impossibile sarà oggetto di intervento in sede di proposte emendative, considera rilevante anche il divieto di scioglimento del cumulo delle pene quando si tratta di reati connessi. A suo parere infatti il Parlamento non si dovrebbe limitare ad affrontare esclusivamente le questioni poste dalla pronuncia della Corte costituzionale, sfruttando l'occasione presente per un ragionamento complessivo sull'ordinamento penitenziario inteso come sistema unico, analogamente a quanto avvenuto dopo le Pag. 49stragi del 1992, quando si è stabilita la stretta connessione tra i contenuti degli articoli 4-bis, 41-bis e 58-ter. Nel ribadire che a suo parere non vale la pena di centellinare l'intervento sulla singola disposizione dell'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, spera che anche grazie a una discussione di alto profilo si possa approvare la legge entro maggio 2022. Dichiara in conclusione che vi sarà occasione per una ulteriore disamina dei diversi argomenti quando l'esame delle singole proposte emendative entrerà nel vivo.

  Lucia ANNIBALI (IV), intervenendo da remoto, sottolinea come anche il gruppo di Italia Viva abbia presentato alcune proposte emendative al provvedimento in discussione. Ritiene che tali proposte siano volte a migliorare il testo in esame anche sul piano letterale e sottolinea come le stesse riproducano pedissequamente alcuni dei rilievi emersi nel corso delle audizioni svolte. Nel ringraziare il collega Ferraresi per aver citato nel suo intervento anche le proposte emendative del suo gruppo, ritiene tuttavia che l'urgenza di legiferare sul tema sia piuttosto dettata da un'ansia generata dalla richiesta della Corte costituzionale di legiferare in una determinata direzione. Nel sottolineare di aver sentito negli interventi precedenti rievocare i provvedimenti presi dalla magistratura di sorveglianza nel corso della pandemia, ritiene che vi sia la preoccupazione di lasciare spazio libero a non si sa bene chi.
  Per quanto attiene al tema dell'accentramento della competenza, rileva come questo profilo sia stato criticato, nel corso delle audizioni, dagli auditi ed in particolare dalla magistratura di sorveglianza. Rileva inoltre di sentire parlare da più parti dell'esigenza di lavorare celermente. In proposito rammenta che sulle proposte emendative non è stato ancora formulato il parere da parte del relatore e del Governo. Chiede quindi alla rappresentante del Governo di chiarire la posizione dell'Esecutivo in merito al provvedimento e rammenta che la Commissione ha iniziato da tempo l'esame, per poi fermarsi, della proposta di legge del collega Siani relativa alle madri detenute in carcere e che la Commissione ministeriale sull'ordinamento penitenziario ha già rassegnato una relazione sui propri lavori. In proposito si domanda se tali temi non debbano essere affrontati unitariamente. Fa presente infine che alcuni emendamenti del suo gruppo convergono con proposte analoghe presentate dal gruppo di Fratelli d'Italia, soprattutto quelle relative alla correzione di alcune inesattezze presenti nel testo unificato, e valuta positivamente il ripristino da parte del relatore dell'istituto della collaborazione impossibile. Sottolineando la complessità della materia oggetto del provvedimento, ribadisce che anche il suo gruppo parlamentare desidera fornire un contributo coerente alla propria sensibilità.

  La sottosegretaria Anna MACINA, intervenendo da remoto, rappresenta l'interesse dell'Esecutivo a seguire i lavori della Commissione sul provvedimento in esame così come su tutti i temi citati dalla deputata Annibali. Rammenta che la fase in corso è quella della discussione generale sul complesso degli emendamenti e sottolinea come il Governo stia seguendo l'orientamento di tutte le forze politiche presenti in Parlamento.

  Mario PERANTONI, presidente e relatore, ritiene che tutte le forze politiche condividano la necessità di intervenire seriamente e con urgenza sul tema senza compromettere l'esigenza di adottare un provvedimento duraturo. Sottolinea la necessità per la Commissione di muoversi nell'ambito degli obiettivi indicati dalla Corte costituzionale e assicura che tutte le proposte emendative presentate saranno da lui valutate con la medesima attenzione e con spirito positivo e costruttivo. Rileva in particolare come molte delle proposte emendative si riferiscano a tematiche attribuibili a tutti i gruppi parlamentari e ritiene che in sede di dibattito sarà evidente come su molte questioni sarà possibile convergere. Ritiene che l'ordinamento – così come la visione offerta dalla Corte costituzionale – non debba essere settorializzato; per tale ragione a suo avviso è necessario avere una visione a 360 gradi rispetto all'indirizzo Pag. 50fornito dalla Corte costituzionale negli ultimi anni. Rileva come il provvedimento abbia ad oggetto la situazione di alcuni detenuti che stanno scontando pene per aver commesso atti estremamente gravi incidenti sulla tenuta dello Stato civile e democratico. Sottolinea come la Corte costituzione avesse ben presente tale situazione quando ha affermato che nel nostro ordinamento, per questa fattispecie, con riferimento alla mancata collaborazione, non è possibile conservare il principio della presunzione assoluta ma è legittima la presunzione relativa di pericolosità sociale. Fa notare come, se è legittima anche una presunzione, tale presunzione debba essere vinta da chi chiede di superarla. Ritiene infatti evidente che, nella logica giuridica, se è legittima una presunzione relativa, è chi vuole vincere tale presunzione che deve fornire le prove. Rammenta inoltre che il testo unificato in discussione non prevede di fornire la prova bensì soltanto dei dati in grado di consentire ai giudici di accertare ciò che afferma il detenuto. Nel ritenere che il quadro nel quale la Commissione dovrà agire sia quello testé illustrato, evidenzia come tuttavia tutte le forze politiche avranno la possibilità di contribuire ad approfondire l'argomento e di introdurre degli modifiche di carattere lessicale ma non sostanziale relativamente a tale aspetto. Nel ribadire, in fine, la propria intenzione di accelerare l'esame del provvedimento, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dello stesso ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.