CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 dicembre 2021
717.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 115

SEDE REFERENTE

  Martedì 21 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Luigi MARATTIN.

  La seduta comincia alle 13.35.

Delega al Governo per la riforma fiscale.
C. 3343 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 15 dicembre scorso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte che per la seduta odierna, non essendo previsto che la Commissione svolga votazioni, è consentita la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e del rappresentante del Governo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.
  Rammenta quindi i prossimi passaggi dell'esame del provvedimento, sulla base di quanto convenuto nell'Ufficio di Presidenza dello scorso 16 dicembre: lunedì 10 gennaio 2022 scadrà alle ore 15 il termine per la presentazione delle proposte emendative; il 12 gennaio 2022, compatibilmente con il numero di proposte presentate, verrà espresso il giudizio di ammissibilità su tali proposte e i successivi giorni 13 e 14 gennaio saranno dedicati alla presentazione e all'esame di eventuali ricorsi relativi a eventuali inammissibilità. Si prevede quindi che a decorrere da martedì 18 gennaio 2022 si potrà avviare la discussione e la votazione delle proposte emendative presentate.
  Auspica che la seduta odierna, con la quale si concluderà l'esame preliminare del provvedimento, sia dedicata alla ricerca di un terreno comune per l'individuazione di alcuni interventi emendativi sui quali si possa raccogliere il consenso di tutti i gruppi politici, mantenendo lo spirito collaborativo che ha condotto all'approvazione a larghissima maggioranza, lo scorso 30 giugno, del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva. Queste proposte condivise si aggiungerebbero alle proposte emendative proprie dei singoli gruppi, che riflettono l'impostazione politica di ciascuno di essi.
  Osserva in proposito come nella fase emendativa potranno essere particolarmente utili le memorie pervenute, le quali, essendo strutturate articolo per articolo, consentono di confrontare differenti opinioni e suggerimenti di istituzioni, parti sociali ed esperti su ciascuna disposizione di delega prevista dal disegno di legge.

  Silvia COVOLO (Lega) osserva come il provvedimento, in seguito alla presentazionePag. 116 dell'emendamento del Governo alla legge di bilancio per il 2022, sia l'ultima occasione per una razionalizzazione dell'imposizione sul reddito delle persone fisiche e delle numerose detrazioni e deduzioni esistenti, nonché per rendere il sistema fiscale più trasparente ed equo.
  Evidenzia in particolare come sia necessario prevedere una riduzione delle imposte dirette anche nei confronti dei contribuenti con reddito superiore a 35.000 euro, che rappresentano il 14 per cento dei cittadini e assicurano il 40 per cento del gettito IRPEF. Si tratta di lavoratori e pensionati che non possono essere ritenuti benestanti e pertanto non devono essere esclusi dagli interventi di rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni IRPEF.
  Ritiene inoltre necessario un intervento di sostegno nei confronti delle piccole partite IVA in regime forfettario, con redditi inferiori a 22.000 euro, che risultano penalizzate, dall'emendamento del Governo alla legge di bilancio per il 2022, rispetto ai lavoratori dipendenti con pari reddito.
  Infine, in merito all'articolo 7 del provvedimento, relativo alla revisione delle addizionali comunali e regionali all'IRPEF e al riparto tra Stato e comuni del gettito di alcuni tributi immobiliari, segnala che tale revisione comporterà la necessità di modificare i meccanismi di riparto del Fondo di solidarietà comunale e raccomanda pertanto un posticipo dell'entrata in vigore del nuovo sistema impositivo per consentire alle amministrazioni locali di adeguare ad esso i propri bilanci, attualmente in fase di chiusura.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, evidenzia come il nuovo sistema, in ogni caso, verosimilmente non entrerà in vigore prima del 2023.

  Massimo UNGARO (IV) osserva come il disegno di legge non affronti alcuni aspetti del sistema fiscale, che potrebbero essere inseriti dalla Commissione attraverso la presentazione di proposte emendative.
  Si riferisce in particolare alle tax expenditures, delle quali l'articolo 2 del provvedimento prevede un riordino senza alcuna indicazione relativa ai principi e criteri direttivi da seguire. Al riguardo ritiene opportuno l'inserimento di alcune indicazioni per orientare l'opera di revisione, che potrebbe costituire una delle principali forme di finanziamento della riforma. A suo parere le spese fiscali dovrebbero essere rese progressive e si dovrebbero eliminare quelle che hanno platee molto circoscritte.
  In merito alla tassazione energetica osserva come il provvedimento, all'articolo 4, non rechi indicazioni sulle sue modalità attuative, né la Commissione ha affrontato il tema nel corso della discussione sinora svoltasi. In proposito non reputa determinanti le indicazioni dell'Unione europea, che lasciano ampia facoltà di manovra, e pertanto ritiene necessario un intervento emendativo volto a dare maggiore concretezza a questo criterio direttivo.
  Per quanto riguarda la revisione del catasto, di cui all'articolo 6, suggerisce di sottoporre a revisione non solo il catasto dei fabbricati, ma anche quello dei terreni.
  Evidenzia quindi come il sistema forfettario – sul quale esprime alcune perplessità – sia in ogni caso compatibile con il sistema duale, il quale, tra l'altro non viene applicato in misura del tutto rigorosa da nessuno dei Paesi che lo hanno adottato. Ritiene quindi che il sistema forfettario possa essere mantenuto anche nell'ottica di un'evoluzione verso un modello compiutamente duale, come previsto dall'articolo 2. Restano comunque da affrontare alcuni nodi ad esso relativi, come le conseguenze negative che si verificano in termini di crescita dimensionale delle imprese.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, sottolinea come dalla discussione sinora svolta sia emerso che il sistema forfettario rappresenti un elemento fortemente divisivo e ritiene pertanto che la questione verrà ampiamente dibattuta anche nel corso del successivo esame del provvedimento.
  Conferma poi che l'agevolazione del regime forfettario, quanto meno in termini di imposta netta, non è del tutto incompatibile con un sistema duale.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S) sottolinea come l'emendamento presentato dal GovernoPag. 117 al disegno di legge di bilancio per il 2022 sia solo un primo passo verso una riforma del sistema fiscale, la quale, nella prospettiva del MoVimento 5 Stelle, sarà decisamente più ambiziosa.
  Ricorda quindi come il proprio gruppo, proprio per accelerare i tempi di attuazione della riforma, avesse proposto di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti in una data antecedente alle festività natalizie, ma abbia dovuto rinunciare a questa ipotesi per le difficoltà che il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe avuto nell'esaminare gli emendamenti prima del mese di gennaio.
  Per quanto riguarda l'IRAP auspica il suo completo azzeramento e nel frattempo segnala l'intenzione del proprio gruppo di sopprimere questa imposta per le start-up innovative, in relazione al loro carattere che si può definire rivoluzionario.
  Con riguardo al sistema forfettario, evidenzia come il suo gruppo non sia totalmente contrario al suo mantenimento, pur sottolineando le criticità che sono emerse nel corso dell'indagine conoscitiva e della discussione sul provvedimento sin qui svolta, sulle quali si dovrebbe intervenire. In ogni caso non ritiene opportuno alcun innalzamento del limite di reddito per poter accedere al regime, attualmente fissato a 65.000 euro, e comprende d'altra parte le perplessità manifestate dal Partito Democratico, dichiarandosi disponibile a discuterne. Evidenzia pertanto come il proprio gruppo abbia una posizione intermedia tra coloro che vogliono eliminare il sistema forfettario e coloro che ne vogliono estendere l'ambito applicativo. In proposito richiama la proposta del proprio gruppo del cosiddetto «scivolo» per l'uscita dal sistema forfettario, che dovrebbe facilitare il passaggio da questo sistema a quello ordinario. Tale proposta potrà essere precisata e migliorata nel corso dell'esame parlamentare.
  In merito al catasto, che non era compreso nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva ma che il Governo ha deciso di inserire nel provvedimento, concorda con la necessità di una sua riforma al fine di renderlo più equo, omogeneo e digitale, senza che ciò comporti un aumento della tassazione sugli immobili. L'obiettivo della revisione del catasto non è infatti quello di un aumento del gettito, anche perché non sarebbe questo il momento più appropriato per un simile intervento sui contribuenti.
  Con riferimento alle spese fiscali concorda sulla necessità di una loro razionalizzazione e ricorda che il proprio gruppo ha proposto quello che è stato impropriamente definito cash back fiscale, ovvero l'erogazione diretta, per alcune tipologie di spesa come quelle sanitarie e scolastiche, di una parte dell'importo versato dai contribuenti, senza attendere la dichiarazione dei redditi. Preannuncia che questa misura costituirà oggetto di una proposta emendativa del proprio gruppo.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (Lega) osserva come nella discussione sinora svolta non sia stato ancora affrontato il tema dell'abolizione dei micro-tributi, che è prevista dall'articolo 1, comma 1, tra i principi e criteri direttivi generali della riforma, al fine di razionalizzare e semplificare il sistema tributario. Al riguardo osserva che se si fosse voluto davvero procedere alla loro abolizione, sarebbe stato possibile attuarla già con la legge di bilancio per l'anno 2022. Cogliendo un cenno di assenso da parte del collega Angiola, auspica che il gruppo Azione – + Europa – Radicali italiani, voglia appoggiare tale proposta, che potrebbe essere inserita in uno dei prossimi provvedimenti in materia economica.
  Rammenta come spesso il legislatore intervenga su istituti ben funzionanti per complicare la vita ai contribuenti. Al riguardo cita come esempio la prima versione del sistema forfettario, introdotto nel 2018, che era piuttosto semplice, in quanto il requisito per accedervi era costituito semplicemente dal rispetto del limite di fatturato. In seguito alle riforme apportate dal secondo Governo Conte, il sistema è stato reso più complicato e sono stati esclusi alcuni soggetti.
  Altre volte è la giurisprudenza che contribuisce a rendere complessa l'applicazione dei tributi, come nel caso di una sentenza della Cassazione che aveva stabilitoPag. 118 che i coniugi con residenze diverse non avessero diritto all'esenzione IMU per la prima casa. Ora il legislatore ha invece riconosciuto tale esenzione almeno su un'abitazione.
  Rappresenta quindi l'opportunità che le case occupate e quelle inagibili siano esentate dal pagamento dell'IMU.
  Con riferimento agli obblighi contabili osserva che, per combattere l'evasione, sono state introdotte procedure complicate e onerose per i contribuenti, come quella sulle cosiddette società di comodo, che in realtà penalizza le società immobiliari. A tal proposito segnala la presentazione al Senato di un emendamento al disegno di legge di bilancio per il 2022, avente lo scopo di dimezzare i coefficienti di redditività, che costituiscono una forte penalizzazione in periodi di scarsi ricavi come l'attuale.
  Con riferimento alla codificazione prevista dall'articolo 9, osserva che i codici avranno una vera funzione semplificatrice solo se saranno redatti abrogando le norme inutili e superate, altrimenti si tratterà di mere raccolte di disposizioni non coordinate tra loro, che non avranno alcun effetto migliorativo del sistema.
  Evidenzia poi come la riforma della riscossione, di cui all'articolo 8, appaia totalmente improntata all'ottica dell'Agenzia delle entrate e sembra che il cittadino non possa sollevare alcuna obiezione contro la pretesa impositiva, senza considerare che è proprio lui che fornisce risorse al bilancio dello Stato. Inoltre non si parla delle sanzioni e di come spesso vengano puniti allo stesso modo gli evasori e coloro che non sono in grado di versare le imposte su quanto regolarmente dichiarato a causa di difficoltà economiche. In un momento difficile come questo – in cui la crescita del PIL del 6 per cento non è comunque sufficiente a colmare la precedente perdita dell'8,9 per cento – in tante aree dell'Italia le attività economiche hanno enormi difficoltà a pagare dipendenti e fornitori e non sono in grado di far fronte anche ai loro obblighi tributari, pur dichiarando tutto regolarmente.
  Rammenta quindi che il riequilibrio del rapporto tra Agenzia delle entrate e cittadini era stato inserito come tema condiviso nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, con la proposta di attribuire rango costituzionale allo Statuto del contribuente, per non vedere più ignorati i diritti dei cittadini, come avviene abitualmente. Si tratta infatti di una delle leggi più ignorate del nostro ordinamento. Osserva però come nel provvedimento non vi sia nulla o quasi per quanto riguarda il riequilibrio del rapporto tra cittadini e fisco. La tendenza a comprimere i diritti dei cittadini nei confronti dell'amministrazione finanziaria è stata confermata, da ultimo, dall'introduzione del divieto di impugnazione dei ruoli, che riduce la possibilità di difesa dei contribuenti.
  Raccomanda quindi di modificare il provvedimento per renderlo più simile al documento conclusivo dell'indagine, prevedendo una maggiore semplificazione, un miglioramento dei rapporti tra cittadino e fisco, e una riduzione sensibile delle imposte.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ricorda che, fatto salvo quanto indicato dall'articolo 10, comma 2, sugli effetti finanziari dei decreti legislativi, le proposte emendative riferite al presente provvedimento – che è collegato alla manovra di finanza pubblica – potranno essere giudicate ammissibili solo se corredate di idonea copertura.

  Nunzio ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI), nel condividere diverse questioni richiamate dal collega Gusmeroli, si riserva di valutare con attenzione le proposte emendative che saranno presentate dai gruppi. Con specifico riferimento alla questione della eliminazione dei micro tributi, ritiene che debba essere affrontata in tempi rapidi, senza bisogno di attendere una riforma di sistema.
  Richiama quindi l'attenzione dei colleghi su un tema particolarmente caro alla sua forza politica, ovvero quello del sostegno alle fasce più giovani della popolazione. Richiama sul punto recentissime indagini demoscopiche, dalle quali emerge che il 68 per cento dei giovani dichiara di Pag. 119aspettarsi un futuro peggiore di quello precedentemente immaginato. Anche con riferimento alla necessità di trasferirsi all'estero per fare carriera, il 55 per cento dei giovani di età inferiore ai 29 anni dichiara che si tratta di una affermazione senz'altro vera, e in tal senso si sono espressi il 67 per cento dei genitori con figli di età inferiore ai 29 anni.
  A fronte di tali dati, il Sole24Ore di oggi indica che la manovra di bilancio all'esame del Parlamento riserva ai giovani – che rappresentano, nella fascia di età che va dai 20 ai 34 anni, il 15,7 per cento della popolazione – solo il 2,5 per cento delle risorse complessive. Auspica che non si continui a commettere l'errore fatto per troppo tempo, ovvero quello di guardare ai giovani con disinteresse e con superficialità, e spera che la classe politica si assuma le proprie responsabilità. Invita sul punto tutti i gruppi ad una riflessione con riguardo alle disposizioni di cui all'articolo 2, in materia di no tax area e di riordino delle aliquote, anche al fine di pervenire alla presentazione di una proposta emendativa condivisa, che dia un chiaro segnale al Governo sul punto.
  Ribadisce in conclusione l'importanza di offrire ai giovani in età lavorativa maggiori certezze economiche e abitative, riducendo il carico fiscale su tale categoria; solo in tal modo si potranno aiutare le giovani generazione a costruire un futuro ed una famiglia nel nostro Paese e contrastare il calo demografico che affligge l'Italia.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, con riferimento alle questioni sollevate dall'onorevole Angiola, sottolineate in più occasioni dalla forza politica che egli rappresenta, osserva innanzitutto come le misure di supporto alla natalità sono oggetto della recente riforma in materia di assegno unico universale.
  Con riguardo invece al rilievo, di natura più generale, relativo alla necessità di maggiori risorse per le giovani generazioni, richiama le significative decontribuzioni, introdotte a partire dal 2014, per le donne e per i giovani under 35, ancora in vigore e che certamente potrebbero essere ulteriormente ampliate. Più difficile appare a suo avviso individuare specifiche misure di natura fiscale, nell'ambito del perimetro di azione del disegno di delega in esame. Esprime perplessità, anche sotto il profilo della costituzionalità, circa la possibilità di differenziare le aliquote fiscali sulla base di criteri anagrafici.

  Nunzio ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI) rammenta quanto incluso nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva con specifico riferimento ai giovani.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, osserva che le indicazioni approvate nel citato documento facevano riferimento alla possibile introduzione di un minimo esente per lavoratori di età inferiore ai 35 anni, proposta che tuttavia non ha trovato spazio nel disegno di legge di delega e che in ogni caso non era stata oggetto di alcun vaglio, né sotto il profilo degli oneri che della conformità ai principi costituzionali.

  Nunzio ANGIOLA (MISTO-A-+E-RI) si riserva una valutazione approfondita sul tema, al fine di avanzare proposte che siano sostenibili anche dal punto di vista della loro costituzionalità.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI), intervenendo con riferimento ai temi in discussione, rammenta come attualmente l'85 per cento dei giovani under 25 si collochi nello scaglione di reddito inferiore ai 15 mila euro. Si tratta di un dato che dimostra come la riforma dell'IRPEF in discussione al Senato abbia modestissimi impatti sulla categoria dei giovani e che conferma il fatto che si possa senz'altro agire mediante leve di natura tecnica per aiutare o meno determinate categorie di cittadini. In questo caso, appare evidente che i giovani non saranno beneficiati dalla manovra di bilancio, e questa constatazione, della quale si trova conferma anche sulla stampa specializzata, a partire dal Sole24Ore, deve essere letta anche alla luce del fatto che raramente i giovani sono proprietari di immobili e che pertanto non potranno trovare significativa applicazione nel loro caso le Pag. 120disposizioni in materia di catasto, di cui all'articolo 6 del disegno di legge di delega.
  La riforma dell'IRPEF proposta dal Governo pare infatti rispondere ad un chiaro disegno: alleggerire nominalmente il carico fiscale per i cosiddetti ceti medi e, nello stesso tempo, con l'introduzione di strumenti diretti – ad esempio l'abbattimento delle tax expenditures – e indiretti – il rialzo del valore catastale degli immobili – si intende gravare su quel medesimo ceto medio che a parole si voleva favorire, vanificando i benefici concessi. A ciò si aggiunge il peso di ulteriori elementi esogeni che colpiranno ulteriormente tale categoria di cittadini riducendo il loro potere di acquisto, quali sono la ripresa di dinamiche inflazionistiche e l'aumento dei costi energetici. Si tratta di valutazioni che rafforzano l'intenzione del gruppo di Fratelli d'Italia di presentare una proposta emendativa finalizzata alla soppressione dell'articolo 6 del provvedimento in esame.
  Ritornando sul tema dei giovani, evidenzia che il miliardo di euro che la manovra destinerebbe loro si riferisce in realtà a una fascia di età che arriva ai 36 anni, età che non appare propriamente giovanile. Solo parte del miliardo in discussione sarebbe infatti destinato ai più giovani, mentre una quota consistente sarebbe invece rivolta ai giovani solo in misura prevalente, tra i quali 256 milioni di euro per i mutui degli under 36.
  Quanto detto mostra come esistano strumenti che possono portare a forme di tutela di specifiche categorie senza bisogno di mettere mano alla Costituzione. Una modifica costituzionale avrebbe invece auspicato il suo gruppo politico con riguardo alla legge n. 212 del 2000 recante lo Statuto del contribuente, come peraltro indicato, su impulso di Fratelli d'Italia, nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'IRPEF approvato lo scorso 30 giugno. Si era chiesta una costituzionalizzazione dello Statuto per evitare che continuasse a verificarsi una sistematica violazione dello Statuto stesso, che in quanto legge ordinaria può agevolmente essere modificato con successive norme di uguale rango. Si contano purtroppo circa 600 violazioni dello Statuto negli ultimi vent'anni, operate da altrettante norme di legge.
  Da tale situazione è nata la proposta di Fratelli d'Italia di avviare un processo di costituzionalizzazione dello Statuto, che non può ovviamente trovare spazio nel disegno di legge di delega ma che dovrebbe essere oggetto di una apposita proposta di legge, che segua le procedure dettate dall'articolo 138 della Costituzione. Rileva come il suo gruppo avrebbe sul punto ritenuto apprezzabile una iniziativa della maggioranza volta a dare vita ad un iter legislativo che avrebbe a questo punto potuto, essendo trascorsi sei mesi, essere già prossimo alla conclusione, in tempi sostanzialmente coincidenti con l'eventuale esercizio di una delega. Osserva come tuttavia ciò non sia avvenuto, e sottolinea le criticità del documento conclusivo dell'indagine già più volte evidenziate, i cui contenuti, al di là dei buoni intendimenti, sono stati sostanzialmente disconosciuti. Elementi condivisi non hanno trovato alcun seguito, come è il caso dello Statuto del contribuente, mentre altri temi che la Commissione aveva deciso di non affrontare sono stati invece introdotti nel disegno di legge di delega, come è il caso della riforma del catasto.
  Per quanto attiene alla costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente, preannuncia in ogni caso che il suo gruppo si farà promotore di una apposita iniziativa legislativa, ed invita i colleghi della maggioranza a sostenere tale progetto, ciò che consentirebbe di vedere concretizzato almeno uno degli indirizzi approvati dalla Commissione nel documento conclusivo dell'indagine.
  Quanto alle ulteriori questioni che risultano assenti dal disegno di legge di delega, richiama il tema – già più volte ricordato dalla collega Albano nei suoi interventi – del quoziente familiare, quale strumento mediante il quale realizzare una fiscalità mirata rispetto alle famiglie. Una ulteriore grave omissione riguarda il meccanismo della flat tax, della quale il suo gruppo auspicava una revisione in senso incrementale, determinando un vulnus rispetto alle indicazioni emerse nel documentoPag. 121 del 30 giugno approvato dalla maggioranza.
  Evidenzia, in conclusione, che gli elementi richiamati confermano un giudizio negativo sul disegno di legge di delega in esame e confermano altresì come opportuna la scelta del gruppo di Fratelli d'Italia di esprimere un voto contrario sul documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'IRPEF.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ricorda, con riferimento al tema del quoziente familiare richiamato dall'onorevole Bignami, che vi è stata in materia una precisa scelta politica della maggioranza. L'opzione del quoziente familiare è stata respinta per un motivo piuttosto semplice: sebbene si tratti di un sistema che indubbiamente migliora l'equità orizzontale tra nuclei familiari in quanto prende in considerazione il reddito di tutti i suoi componenti, produce tuttavia al contempo un effetto assai negativo in termini di disincentivo al lavoro del secondo percettore di reddito all'interno della famiglia, assai spesso rappresentato dalla componente femminile. Si tratta di due profili che sono stati a lungo discussi e soppesati e si è deciso infine, anche tenendo conto di una risoluzione sul punto approvata dal Parlamento europeo nel gennaio 2019, di privilegiare la tutela di questo secondo aspetto.
  Con riferimento quindi allo Statuto del contribuente, informa la Commissione che in materia risulta allo stato depositata alla Camera unicamente una proposta di legge ordinaria, d'iniziativa del CNEL. Invita pertanto i gruppi a valutare la possibilità di una iniziativa congiunta sul punto, ritenendo che sarebbe un segnale importante da parte della Commissione, sebbene probabilmente non si riuscirebbe a concluderne l'iter entro la fine della legislatura. Non si dovrebbe trattare a suo avviso di una trasposizione integrale dello Statuto del contribuente nell'ordinamento costituzionale – dovendosi mantenere un equilibrato bilanciamento tra diritto del contribuente e flessibilità di intervento in materia di politica fiscale – ma di elevare a rango costituzionale alcuni principi a garanzia dei contribuenti, come ad esempio quello della non retroattività delle norme fiscali.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S) chiede al Presidente, fermo restando il calendario dei lavori della Commissione sul disegno di legge di delega illustrato in apertura di seduta, se non intenda promuovere – come fatto anche in occasione della stesura del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva più volte citato – degli incontri informali tra i gruppi, al fine di valutare la possibilità di individuare proposte emendative oggetto di condivisione. Potrebbe trattarsi di una modalità di lavoro particolarmente utile, fermi restando, come già detto, i tempi di esame previsti a partire dal 10 gennaio prossimo, e dei quali il suo gruppo chiede il più rigoroso rispetto, anche in considerazione del termine di presentazione degli emendamenti assai più ravvicinato che la sua parte politica aveva proposto.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, intende confermare che il programma di lavoro indicato è, per quanto lo riguarda, inderogabile; il suo rispetto dipenderà tuttavia in concreto sia dal numero delle proposte emendative depositate dai gruppi, sia dai tempi necessari per la loro valutazione da parte del Governo.
  Rileva peraltro come nel corso della seduta odierna, diversamente da quanto da lui auspicato, non siano emersi temi comuni sui quali si possa sin d'ora registrare un consenso. Resta ferma la possibilità per i gruppi, anche al di là del suo ruolo di coordinamento, di avviare ogni attività di incontro e di approfondimento, che in ogni caso ritiene possa essere senz'altro utile.

  Vita MARTINCIGLIO (M5S) chiede ulteriori chiarimenti in ordine ad incontri che potrebbero svolgersi anche prima della presentazione delle proposte emendative.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, si dichiara disponibile a tali incontri, da organizzare sulla base della disponibilità dei rappresentanti dei gruppi.Pag. 122
  Nessun altro chiedendo di intervenire dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento e ricorda nuovamente che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 15 di lunedì 10 gennaio prossimo. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

  Luigi MARATTIN, presidente, rammenta che nella riunione dell'Ufficio di Presidenza dello scorso giovedì 16 dicembre, i gruppi hanno deciso all'unanimità che la Commissione non si esprima, nell'ambito dell'esame in sede consultiva, sul disegno di legge di Bilancio per il 2022, che sarà a breve trasmesso dal Senato.
  Ricorda quindi che quella odierna è stata l'ultima seduta della Commissione per l'anno 2021 e coglie l'occasione per rivolgere un augurio a tutti i colleghi e alle loro famiglie per le festività natalizie.

  La seduta termina alle 14.45.