CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 dicembre 2021
709.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 47

SEDE REFERENTE

  Martedì 7 dicembre 2021. — Presidenza del presidente Luigi MARATTIN. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Maria Cecilia Guerra.

  La seduta comincia alle 9.50.

Delega al Governo per la riforma fiscale.
C. 3343 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 dicembre scorso.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, avverte che per la seduta odierna, non essendo previsto che la Commissione svolga votazioni, è consentita la partecipazione da remoto in videoconferenza dei deputati e del rappresentante del Governo, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.
  Introduce quindi gli articoli 3, 4 e 5 del provvedimento, relativi al mondo delle imprese e alla tassazione dei consumi, sui quali si era convenuto di concentrare l'attenzione nella seduta odierna, una volta esauriti gli interventi che non si sono potuti svolgere nella seduta di ieri.
  Gli articoli citati dettano i principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega in materia rispettivamente di IRES, IVA e IRAP. Illustrando i suddetti principi e criteri direttivi si sofferma in particolare sulla previsione della coerenza dell'IRES con il sistema duale, che presuppone il tendenziale allineamento dell'aliquota dell'imposta a quella sui redditi da capitale, che dovrebbe corrispondere a sua volta alla prima aliquota IRPEF. C'è poi una richiesta di semplificazione e razionalizzazione, punti sui quali si è insistito molto nel corso dell'indagine conoscitiva, con specifico riferimento all'avvicinamento tendenziale fra i valori civilistici e quelli fiscali. Si segnala infine la necessità che il sistema di tassazione mantenga una tendenziale neutralità fiscale per la forma giuridica assunta dall'attività.
  Per quanto riguarda l'IVA, l'articolo 4 prevede una razionalizzazione dell'imposta a fini di semplificazione e di lotta all'evasione e all'elusione. Non si parla di abbassamento dell'aliquota ordinaria, come richiesto dal documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, per la nota questione della necessità di copertura finanziaria degli atti normativi. Il secondo principio di delega riguarda l'adeguamento dell'IVA e delle altre imposte indirette all'European Green Deal.
  L'articolo 5 prevede poi il graduale superamento dell'IRAP, che dovrebbe registrare Pag. 48 una prima parziale attuazione con l'emendamento che il Governo è in procinto di presentare al disegno di legge di bilancio per il 2022, che si riferisce ai lavoratori autonomi non in regime forfettario. Si tratta di una platea di circa 850.000 soggetti che verranno esentati dall'IRAP, rispetto agli attuali 2 milioni di obbligati.

  Antonio ZENNARO (Lega), intervenendo da remoto, segnala che il proprio intervento verterà sugli articoli 2 e 7, esaminati nella seduta di ieri.
  Osserva che il mezzo è diventato il fine e di questo ci si è dimenticati. In Italia si è creato un sistema molto più articolato e complesso rispetto al resto d'Europa e anche la digitalizzazione pare sia servita solo alla creazione di enormi banche dati. Il tutto senza alcun vantaggio in termini di semplificazione, come se ci si fosse dimenticati del motivo per il quale erano stati introdotti questi sistemi.
  Segnala poi la genericità della delega, che rischia di non consentire la realizzazione delle linee di riforma individuate nel documento conclusivo dell'indagine, approvato da una maggioranza molto vasta.
  Esprime quindi apprezzamento per il preannunciato emendamento del Governo alla legge di bilancio per il 2022, che consentirà una riduzione della pressione fiscale e fornirà in tal modo una possibile risposta alla crisi economica conseguente alla pandemia. In proposito rileva come il PIL non sia ancora tornato ai livelli del 2020.
  Con riferimento alla fiscalità degli enti locali, ricorda la riduzione di entrate registrata negli ultimi anni dai comuni e la necessità, per le regioni, di ingenti risorse da destinare alla spesa sanitaria.
  In relazione alla questione della tassazione delle transazioni immobiliari e del suo rapporto con la revisione del catasto, ricorda come in Italia, dopo un decennio di crescita del mercato immobiliare nel periodo successivo all'introduzione dell'euro, con il Governo Monti, che ha elevato la tassazione del settore, si sia assistito a una forte depressione del mercato.
  Conclude evidenziando che un maggior dettaglio nel provvedimento avrebbe consentito anche ai cittadini, che tra un anno circa saranno nuovamente chiamati alle urne, di valutare meglio le prospettive di riforma del sistema fiscale. Conferma infine la maggiore sensibilità del Centrodestra per il settore dei lavoratori autonomi e delle partite IVA.

  Silvia COVOLO (Lega), intervenendo da remoto, rammenta che la grande maggioranza degli interventi sinora svolti ha sottolineato l'esigenza di misure di semplificazione, che appaiono del tutto assenti nel presente provvedimento. Sottolinea inoltre la genericità del disegno di legge.
  Indi, con riferimento alla fiscalità degli enti locali, osserva come si stia perdendo l'occasione di attuare il federalismo fiscale previsto dall'articolo 119 della Costituzione.
  In merito all'articolo 7 ricorda che attualmente il gettito dell'IMU sugli immobili di categoria catastale D è devoluto allo Stato, che provvede a eliminare eventuali iniquità e sperequazioni attraverso il Fondo di solidarietà comunale. Osserva che la limitazione della possibilità degli enti locali di manovrare le addizionali locali, comporterà la necessità di rivedere i meccanismi del Fondo. In tal modo si creerà un'ulteriore complicazione, che contraddice gli enunciati principi di semplificazione.
  Con riferimento all'articolo 6, sottolinea la disomogeneità degli scostamenti tra i valori catastali e quelli effettivi degli immobili e ricorda che l'aggiornamento dei valori non dovrà comportare aumenti del prelievo IMU, ma correggere le esistenti sperequazioni.
  Conclude auspicando che la delega rappresenti veramente l'occasione per eliminare le iniquità esistenti tra gli enti e per arrivare finalmente a perequare la capacità contributiva e fiscale dei comuni e degli enti locali, nel rispetto della loro autonomia finanziaria di entrata e di spesa, facendo venir meno l'impronta centralista dello Stato.

  Lucia ALBANO (FdI) concorda con quanto già evidenziato da molti colleghi relativamente alla genericità del provvedimento Pag. 49 e ricorda che, a causa di questa genericità, il proprio gruppo non ha contribuito all'approvazione del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva. Già all'epoca infatti era stato chiaro che, con un simile documento, il Governo – come effettivamente ha fatto – non avrebbe avuto vincoli nella definizione del contenuto del disegno di legge. Il Governo inoltre, nonostante la presentazione del provvedimento in esame, ha deciso di intervenire sulla stessa materia anche con il preannunciato emendamento alla legge di bilancio per il 2022. In questa situazione chiede che senso abbia esaminare i criteri dettati dall'articolo 2 del provvedimento, poiché questi saranno a breve superati dall'approvazione del citato emendamento.
  Con riferimento all'adozione del sistema duale, rammenta che in Italia attualmente esiste un sistema plurale, con imposte proporzionali aventi differenti aliquote. Con il duale si dovrebbero distinguere i redditi da lavoro, da sottoporre a tassazione progressiva, da quelli di capitale, da sottoporre a tassazione proporzionale. In proposito segnala la difficoltà che sorgerà per la tassazione dei redditi misti di capitale e lavoro, come quelli di impresa e di lavoro autonomo, per i quali occorrerà stabilire quanto dovrà essere tassato in maniera progressiva e quanto in maniera proporzionale.
  Infine, per quanto riguarda il sistema forfettario, evidenzia come il proprio gruppo sia decisamente a favore di questo strumento e ne chiede una più ampia applicazione in ragione della sua maggiore semplicità e per la previsione, sia pure limitata, di una flat tax, che sarebbe, a suo parere, la vera riforma fiscale da adottare.

  Massimo UNGARO (IV), intervenendo da remoto, segnala la necessità di introdurre nel disegno di legge criteri più dettagliati. Cita ad esempio l'assenza di qualsiasi indicazione in merito ai criteri da seguire per la prevista razionalizzazione della struttura dell'IVA e propone alla Commissione di intervenire su questo aspetto, attraverso l'individuazione di precise linee da adottare per la riforma, comprendendo anche la riduzione dell'aliquota della tampon tax. Ritiene inoltre opportuno inserire come autonomo criterio di delega l'obiettivo di lotta all'evasione IVA, che, nel confronto con gli altri paese europei, raggiunge in Italia il livello record di circa 33 miliardi di euro. A tal fine si potrebbe da una parte estendere la fatturazione elettronica e dall'altra ridurre gli obblighi di comunicazione di dati che sono già in possesso della pubblica amministrazione.
  Con riferimento alla tassazione delle imprese segnala la necessità di adeguare il sistema contabile italiano a quello internazionale e di introdurre misure che rendano le imprese più competitive, come il carry back, ovvero la possibilità di compensare le perdite di un esercizio con i redditi degli anni precedenti, anziché prevedere solo una compensazione in avanti, come attualmente stabilito. Si potrebbe poi intervenire sulla detraibilità degli interessi passivi, che in altri Paesi è più semplice.
  Infine evidenzia la necessità di definire con maggiore chiarezza i criteri da adottare per l'abolizione dell'IRAP. Si renderà infatti necessario prevedere forme alternative di entrate fiscali per compensare la soppressione dell'imposta, che, a suo giudizio, è una tassa per così dire 'ammazza crescita', perché viene applicata sul fatturato delle imprese e non sull'utile.

  Laura CAVANDOLI (Lega), intervenendo da remoto, nel ricordare i rilievi critici contenuti nella memoria del presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio riguardanti l'eccessiva indeterminatezza dei principi e criteri direttivi di delega, richiama la necessità di studiare in modo attento e condiviso in particolare l'articolo 3, concernente la revisione dell'IRES, anche con riferimento alla fase emendativa.
  Per quanto riguarda l'IRAP, invece, nel rammentare che il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla riforma dell'IRPEF e altri aspetti del sistema tributario ne prospettava l'abolizione, chiede al Presidente se sia a conoscenza del contenuto della proposta emendativa al disegno di legge di bilancio per il 2022, volta a ridurre e rimodulare l'IRPEF e l'IRAP, che, secondo alcune agenzie di stampa, il Governo avrebbe presentato alla Commissione Pag. 50Bilancio del Senato proprio questa mattina.
  Passando quindi a trattare dell'imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi, sottolinea la necessità di rispettare, nell'esercizio della delega, la direttiva 2006/112/CE del Consiglio relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto che, tra l'altro, prevede che le aliquote non ordinarie non possano essere inferiori al 5 per cento, implicando pertanto la soppressione dell'aliquota IVA al 4 per cento, gravante anche sui generi alimentari. Sotto questo profilo, fa presente l'opportunità di impedire che l'aumento dell'IVA su tali beni gravi sul reddito disponibile dei consumatori.
  Infine, nell'affrontare la questione della tassazione delle attività che si pongono in contrasto con le finalità della green economy, evidenzia l'importanza di distinguere, tra esse, le aziende che, pur mantenendo sistemi energetici inquinanti, contribuiscono alla ripresa economica e, pertanto, non devono essere penalizzate.

  Graziella Leyla CIAGÀ (PD), intervenendo da remoto, sottolinea il rilievo dell'articolo 5 del disegno di legge in esame, che prevede il graduale superamento dell'imposta regionale sulle attività produttive.
  Inoltre ricorda che rientra tra le finalità prioritarie del provvedimento proprio l'introduzione di una legislazione fiscale premiale a favore delle aziende che riducono le emissioni climalteranti, allo scopo di agevolare il green new deal, tema sul quale invita i colleghi ad una significativa attenzione. Al riguardo, nel far presente che l'aumento delle bollette dell'energia elettrica e del gas è dovuto per l'80 per cento a meccanismi legati al prezzo del gas, aggiunge che, se il Paese fosse più avanti nel processo di transizione ecologica, avrebbe assorbito meglio tali incrementi.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (Lega), intervenendo da remoto, si sofferma sulla lettera d) dell'articolo 3 riguardante i principi e criteri direttivi per la revisione dell'IRES e della tassazione del reddito di impresa. Nel far presente che tale tema è spesso trascurato, ricorda che in Italia sono in vigore quattro sistemi di tassazione: forfettario, semplificato, ordinario e il regime per cassa proprio dei professionisti.
  Nel ricordare di essersi soffermato nella seduta di ieri sull'estensione del regime forfettario, rileva che nel disegno di legge in esame non sono prese in considerazione le numerose società e imprese individuali di medie dimensioni che seguono il regime di contabilità semplificata. Ricorda che quest'ultimo sistema è stato modificato nel 2017 con il passaggio da un sistema di competenza ad un sistema di cassa, in base al quale le imposte sono pagate sulla differenza tra ricavi incassati e costi pagati, la data della fattura è considerata la data dell'incasso o del pagamento e le rimanenze non vengono contabilizzate. Nel ricordare che l'introduzione di tali novità aveva creato problemi alle imprese che avevano rimanenze, le quali o erano passate alla contabilità ordinaria oppure risultavano in perdita, sottolinea che il sistema di contabilità semplificata rappresenta un sistema ibrido, parte per cassa e parte per competenza, che necessita di un riassetto. Evidenzia che, invece, l'articolo 3 non fa riferimento alla contabilità semplificata, bensì all'IRI, che tuttavia necessita della contabilità ordinaria, e, quindi, non risolve il problema di tali attività. Al riguardo propone di ampliare l'ambito di applicazione del regime forfettario a imprese con fatturato anche superiore ai 65.000 euro cosicché i soggetti che non vi rientrano potrebbero passare al regime ordinario, avendone la capienza e potendo quindi sostenerne i costi, oppure potrebbero optare per il regime IRI. Conclude affermando che, con la soppressione del regime semplificato, il sistema dei regimi fiscali risulterebbe più lineare.
  Passando, quindi, ad esaminare la lettera b) dell'articolo 3, sottolinea l'importanza dell'indicazione, tra i principi e criteri direttivi, del rafforzamento del processo di avvicinamento tra valori civilistici e fiscali, con particolare attenzione alla disciplina degli ammortamenti. In particolare, ricorda che vi è stata la necessità di approvare una disposizione di legge per Pag. 51consentire alle imprese di sospendere l'ammortamento a causa delle conseguenze delle misure restrittive adottate durante la pandemia. Per tale ragione sottolinea la necessità di modificare la disciplina, anche mediante l'approvazione di proposte emendative, in modo da prevedere la facoltà di non procedere all'ammortamento o di effettuarlo in modo diverso da quanto previsto in via ordinaria, oltre che qualora si verifichino eventi eccezionali come l'emergenza pandemica anche quando intervengano situazioni straordinarie all'interno della singola azienda.
  Afferma inoltre che un'altra materia oggetto di emendamento dovrebbe essere la deducibilità totale del valore dei beni utilizzati esclusivamente per l'azienda, come l'automobile, che invece tuttora risultano non completamente deducibili.
  Passando ad illustrare l'articolo 4, riguardante i principi e criteri direttivi per la razionalizzazione dell'imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette, ricorda che, nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sulla riforma dell'IRPEF e altri aspetti del sistema tributario, approvato dalla Commissione Finanze lo scorso 30 giugno, la Commissione aveva affermato la necessità di semplificare ed eventualmente ridurre l'aliquota ordinaria dell'IVA. Evidenzia, quindi, che tale intento non sembra essere stato recepito dalla lettera a) che prevede, invece, soltanto una razionalizzazione della struttura dell'IVA, con particolare riferimento al numero e ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote.
  Aggiunge che il provvedimento in esame non fa riferimento all'esigenza di oggettivare la disciplina dell'IVA, all'interno della quale sono previsti istituti, quali l'inversione contabile (cosiddetto reverse charge), la scissione dei pagamenti (cosiddetto split payment), il cosiddetto esterometro o la chiusura periodica dell'IVA, che alimentano un pesante contenzioso fiscale in presenza di lievi violazioni della normativa. Aggiunge che tali istituti prevedono l'irrogazione di gravi sanzioni per le imprese, mentre il disegno di legge in esame non affronta affatto gli aspetti sanzionatori.
  In riferimento alla prospettazione del graduale superamento dell'IRAP con l'approvazione dell'emendamento governativo al disegno di legge di bilancio, fa presente che il gettito derivante da tale imposta è pari a circa 14 miliardi, che vengono destinati al finanziamento del fabbisogno sanitario. Pertanto conclude che, per non danneggiare il sistema sanitario, sarà necessario rinvenire un'altra fonte di finanziamento, che probabilmente dovrà essere l'IRES. Paventa il rischio che le difficoltà di tale intervento impediscano di raggiungere l'obiettivo del superamento dell'IRAP, impedendo di conseguenza il riordino della disciplina di determinazione della base imponibile delle imposte sui redditi, che, soltanto nella normativa tributaria del nostro Paese, è calcolata in modo differente per IRPEF, IRES e IRAP.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, osserva che, rispetto ai temi affrontati dagli articoli 1 e 2, oggetto del dibattito svolto nella seduta di ieri, le questioni sollevate nell'ambito degli articoli 3, 4 e 5 appaiono indubbiamente più semplici. Evidenzia, infatti, che la Commissione è chiamata a prendere delle decisioni riguardo ai principi e criteri direttivi che regoleranno la revisione di tre imposte.
  Rileva preliminarmente che la Commissione potrebbe non riuscire ad esaminare gli atti discendenti dall'esercizio della delega, la cui scadenza è prevista dopo diciotto mesi dall'approvazione del provvedimento e, quindi, oltre la durata temporale della Legislatura. Al riguardo, ritiene che una delle possibili modifiche da apportare durante la fase emendativa potrebbe appunto concernere la durata della delega.
  Invita quindi i colleghi ad una riflessione realistica circa la difficoltà di raggiungere un accordo su tutti i temi, rilevando come la Commissione non sia obbligata a mantenere tutte le deleghe previste dal testo, potendo decidere quali mantenere e quali, eventualmente, cassare.
  In particolare, per quanto attiene alla razionalizzazione dell'imposta sul valore aggiunto e di altre imposte indirette, recata dall'articolo 4, auspica tuttavia che si riesca a raggiungere un accordo e che, nell'ambito Pag. 52dell'articolato, ci sia spazio per effettuare qualche specificazione in più, sebbene sia evidente che l'indicazione di una riduzione dell'aliquota ordinaria, pure recata nel documento del 30 giugno, non appare percorribile in questa sede, viste le ovvie esigenze di copertura finanziaria. Né ritiene che la delega possa spingersi sino a definire norme di dettaglio, quale la distribuzione della base imponibile, ovvero quale aliquota applicare ad ogni singolo bene, o il livello delle aliquote. Ritiene invece che vi sia lo spazio per una indicazione più precisa, da parte della Commissione, sulla riduzione del numero di aliquote. Si tratta, dunque, di decidere se questa razionalizzazione sia una priorità politica e, nel caso affermativo, trovare un accordo per ridurre la vaghezza della delega.
  Quanto, poi, ai principi e criteri direttivi per la revisione dell'IRES e della tassazione del reddito d'impresa recata dall'articolo 3, ritiene che, contrariamente a quanto auspicabile per l'IVA, nella delega non si possa entrare troppo nel dettaglio. Considera, infatti, fondamentale incrementare la coerenza del complessivo sistema di tassazione del reddito d'impresa con il sistema di imposizione personale sui redditi e, pertanto, sarebbe utile ragionare su come ulteriormente specificare il principio che cerca di avvicinare il più possibile questi due binari.
  Passa, infine, a svolgere alcune considerazione sull'IRAP evidenziando la stretta correlazione che esiste tra il graduale superamento dell'imposta e gli effetti che questo avrebbe sulla costituzione di determinate società d'impresa. Sottolinea, poi, che il vero ostacolo è rappresentato dalla quota di gettito assicurata dalle società di capitali, pari a circa 11,5 miliardi di euro, e si domanda se questo non possa essere in qualche maniera superato attraverso un'addizionale all'IRES. In conclusione si tratta di problemi che, nel loro insieme non appaiono insuperabili e che la delega deve comunque affrontare, evitando di rimanere troppo generica.

  Nunzio ANGIOLA (Misto-A-+E-RI), intervenendo da remoto, condivide gran parte delle considerazioni svolte dal presidente e rimarca come i rappresentanti della sua componente abbiano già manifestato l'esigenza di apportare alcune modifiche alla delega, anche se ancora non è possibile capire quale sarà il livello di dettaglio che potrà essere raggiunto. Ritiene, peraltro, che questo dibattito stia già offrendo al Governo utili spunti di riflessione.
  In particolare, a proposito dell'IRES, si sofferma sul criterio relativo alla ricerca di un binario unico, richiamato nella lettera a) dell'articolo 3, riguardo al quale il suo gruppo ha sempre chiesto di procedere speditamente. Domanda, quindi, al presidente di fornire indicazioni più precise sull'effettiva emendabilità di questo punto. Sempre con riferimento all'IRES, altri criteri che potrebbero essere oggetto di proposte emendative sono quelli relativi alla revisione della disciplina delle variazioni in aumento e in diminuzione apportate all'utile o alla perdita per determinare il reddito imponibile, delle direttive anti elusione e dell'eliminazione della normativa sulle società non operative, nonché quello richiamato alla lettera c), relativo alla neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese. Ribadisce, quindi, che la legge di delega rappresenta un invito al Governo a ragionare su questi aspetti e a cercare di risolvere queste problematiche attraverso i successivi decreti legislativi.
  Passando all'articolo 4 e alla razionalizzazione dell'IVA, premette che occorre armonizzare l'imposta ai livelli stabiliti dalle Istituzioni europee e che, quindi, le modifiche dovranno essere conformi ai principi e alle disposizioni vigenti in ambito comunitario. Osserva, infatti, che l'imposta nasce complessa già a livello europeo e quindi è necessario che l'Italia si faccia promotrice, nell'ambito dell'Unione europea, per una di una riforma armonizzata dell'IVA. Reputa che il meccanismo dell'inversione contabile dovrebbe essere esteso il più possibile a quei settori nei quali possa essere garantita una minore incidenza di comportamenti elusivi, ma su questo punto la delega appare troppo generica e sottolinea come il contrasto all'erosione della base imponibile e all'evasione fiscale debba necessariamente passare attraverso il potenziamento Pag. 53della tecnologia e della condivisione di informazioni tra le amministrazioni nazionali e le amministrazioni dei Paesi dell'UE. Prospetta, quindi, la possibilità di una proposta volta a rivedere la tassazione energetica in stretto coordinamento con un piano energetico di medio e lungo termine, sulla quale auspica che si possa convergere tutti.
  Infine, con riguardo all'articolo 5 e all'IRAP ritiene che la delega debba essere attribuita attraverso una definizione certa dei soggetti passivi titolari di reddito d'impresa e di lavoro autonomo con il superamento delle attuali incertezze circa i soggetti non dotati di autonoma organizzazione e l'introduzione di una sovraimposta per evitare la riduzione del gettito. Al riguardo, il proprio gruppo è orientato a una sorta di maggiorazione dell'imposta personale.
  Conclude ribadendo l'intento di presentare una serie di proposte emendative basate sui criteri generali che ha appena esposto.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD), intervenendo da remoto, evidenzia che l'apertura del gruppo del Partito Democratico all'applicazione dell'imposta sul reddito di impresa – IRI – che rappresenta un'ulteriore riduzione dell'ambito della progressività anche alle società di persone, in considerazione della difficoltà di distinguere redditi di capitale e di lavoro, è subordinata a una revisione della flat tax per i lavoratori autonomi, che riporti il regime forfettario alla sua impostazione originaria, ovvero con una durata limitata nel tempo e un'applicazione riservata a talune categorie. In quest'ottica si dichiara anche favorevole all'introduzione di modalità agevolate per l'uscita dal sistema forfettario.
  In linea generale, essendo la crescita uno degli obiettivi del provvedimento, si rende infatti necessario limitare il sistema forfettario, che di fatto impedisce la crescita dimensionale delle imprese. Tale regime può essere accettato solo per l'inizio di nuove attività. Pertanto esclude qualsiasi disponibilità del proprio gruppo nei confronti di un'estensione dell'applicazione del regime forfettario a soggetti con ricavi superiori a 65.000 euro.
  Sul federalismo fiscale, confermando le preoccupazioni espresse nella seduta di ieri in relazione all'abolizione dell'IRAP, desidera conoscere le opinioni dei colleghi in merito alle proposte di copertura del gettito precedentemente assicurato da questa imposta. Si è parlato di rimodulazione dell'IRES, ma si potrebbe anche prevedere un aumento del gettito IVA o di altre imposte. Al riguardo sottolinea che per il gruppo Partito Democratico è fondamentale evitare di appesantire la pressione fiscale su lavoratori e pensionati. Sicuramente non si può accettare in una legge delega una generica previsione di abolizione dell'IRAP, come era invece indicato nel documento conclusivo dell'indagine.
  Segnala infine l'esigenza di reperire risorse non solo per l'IRAP, ma anche per l'introduzione di misure che il Partito Democratico giudica molto rilevanti, come ad esempio le agevolazioni per il rientro al lavoro delle donne dopo periodi di congedo, previste da emendamenti presentati dal proprio gruppo del Senato al disegno di legge di bilancio per il 2022.

  Galeazzo BIGNAMI (FdI) sottolinea le contraddizioni presenti all'interno della maggioranza, che hanno comportato la presentazione di un disegno di legge delega quanto mai vago, nel quale non si riscontra alcuna scelta netta. Come è chiaro infatti posizioni troppo decise sarebbero state inaccettabili per una maggioranza così eterogenea.
  Su questa linea segnala come il Presidente e relatore sia arrivato addirittura a proporre di stralciare alcuni articoli del provvedimento, qualora non si dovesse riuscire a raggiungere un punto di accordo su di essi. Questo comporterà ovviamente che sarà ancora una volta il Governo ad assumersi la responsabilità di effettuare scelte importanti, senza aver ricevuto alcuna indicazione dal Parlamento.
  Proseguendo, ritiene opportuno ricordare che la sottosegretaria Guerra, che partecipa alla seduta odierna, ha affermato che rispetto al preannunciato intervento sull'IRPEF – realizzato, tra l'altro, in deficit Pag. 54 – sarebbe stato meglio tagliare il costo del lavoro.
  Osserva quindi come nessuno sembri attribuirsi la paternità di questo provvedimento, si parla piuttosto di altro, come del noto emendamento alla legge di bilancio per il 2022 o, come ha fatto l'onorevole Angiola, della tassazione energetica, che comunque può essere modificata solo a livello europeo.
  Lamenta poi che il Parlamento ancora non abbia avuto chiare indicazioni sul contenuto dell'emendamento che il Governo intenderebbe presentare al disegno di legge di bilancio per il 2022.
  Si sofferma infine sulla proposta di riduzione del periodo concesso al Governo per l'esercizio della delega, ritenendo che diciotto mesi siano già abbastanza pochi in relazione agli interventi da realizzare. Rammenta inoltre che la delega potrà essere esercitata anche dopo la fine della presente legislatura e che, per la sua genericità, potrà essere attuata da qualsiasi maggioranza dovesse trovarsi al governo del Paese.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, ribadisce di aver semplicemente segnalato l'ovvia possibilità di tralasciare alcuni punti, qualora non si riesca, oggettivamente, a trovare alcun accordo tra le forze politiche.

  Alberto RIBOLLA (Lega), intervenendo da remoto, osserva come anche per le imposte di cui agli articoli 3, 4 e 5 la finalità dell'intervento vada rintracciata nella razionalizzazione e semplificazione, con l'eliminazione di modalità di calcolo e regimi differenziati, tra l'altro soggetti a frequenti cambiamenti, che complicano la vita dei contribuenti.
  Si sofferma quindi sull'IVA per citare la previsione di sanzioni anche per violazioni di natura esclusivamente formale, che non influiscono sul versamento dell'imposta. Ricorda a questo proposito il reverse charge e critica anche un istituto complesso come lo split payment, che toglie liquidità alle imprese e la cui utilità è stata superata dall'introduzione della fatturazione elettronica.
  Sull'IRES condivide l'esigenza di semplificazione e di allineamento tra valori civilistici e fiscali.
  Sottolinea poi che l'eliminazione dell'IRAP è un obiettivo del gruppo Lega. Per ora l'intervento si riferirà solo alle persone fisiche ma in prospettiva si prevede l'eliminazione totale dell'imposta, che, come è noto, costituisce un ulteriore elemento di complicazione, in quanto si tratta di applicare due imposte differenti – IRAP e IRES – su una base imponibile molto simile. Non condivide quanto segnalato da alcuni colleghi in merito agli effetti negativi della soppressione dell'IRAP sugli introiti delle regioni, perché l'articolo 10 garantisce l'invarianza finanziaria. Si dovrà ovviamente compensare il minore introito con altre entrate fiscali, come, ad esempio una maggiore compartecipazione al gettito IVA o un'addizionale IRES. Garantisce che il proprio gruppo, da sempre attento al federalismo fiscale, non consentirà una riduzione delle risorse a disposizione delle autonomie locali.

  Luigi MARATTIN, presidente e relatore, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di giovedì 9 dicembre prossimo.

  La seduta termina alle 11.50.