CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 30 novembre 2021
705.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 101

RISOLUZIONI

  Martedì 30 novembre 2021. — Presidenza della vicepresidente Rossella MURONI. — Intervengono, da remoto, il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e la mobilità sostenibili, Giancarlo Cancelleri e la sottosegretaria per la transizione ecologica Ilaria Fontana.

  La seduta comincia alle 12.

7-00600 Zolezzi, 7-00658 Lucchini e 7-00672 Foti: Iniziative per favorire le attività di manutenzione, ricostruzione e gestione dei ponti sul bacino del fiume Po e sulle principali arterie limitrofe.
(Seguito discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviata nella seduta dell'11 maggio scorso.

  Rossella MURONI, presidente, avverte che la discussione della risoluzione 7-00600 Zolezzi è stata avviata lo scorso 11 maggio e quindi sospesa in attesa della presentazione delle preannunciate risoluzioni di altri gruppi. Comunica che sono già pervenute alla presidenza alcune richieste di audizioni.
  Al riguardo avverte che sono state nel frattempo assegnate alla Commissione anche le risoluzioni 7-00658 Lucchini e 7-00672 Foti vertenti sul medesimo argomento, che saranno pertanto discusse congiuntamente alla risoluzione in esame.
  Chiede ai presentatori delle risoluzioni 7-00658 Lucchini e 7-00672 Foti se intendano illustrare i propri atti di indirizzo.

  Elena LUCCHINI (LEGA), intervenendo da remoto, illustra la risoluzione a propria prima firma, nella quale anticipa di aver inserito alcune questioni imprescindibili, sulle quali è stato avviato, ben prima del Pag. 102tragico crollo del ponte Morandi, un importante lavoro in sede parlamentare attraverso la discussione di mozioni, ordini del giorno ed emendamenti che tuttavia non si sono tradotti in un risultato concreto e definitivo. Tiene a sottolineare che, al di là della manutenzione periodica dei ponti, è necessario costruirne di nuovi, che sostituiscano quelli vetusti che si attestano ormai a fine vita. Bisogna infatti garantire la sicurezza delle persone ed evitare i forti disagi provocati dalle continue chiusure al traffico determinate dalla necessità di interventi puntuali sempre più frequenti.
  Venendo al merito della propria risoluzione, richiama il comma 891 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019, introdotto a seguito dell'approvazione di un emendamento presentato dal proprio gruppo, che ha previsto uno stanziamento di 250 milioni di euro per la sicurezza dei ponti esistenti e per la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli che ad oggi presentano forti problemi strutturali. Successivamente, attraverso l'articolo 49 del decreto-legge n. 49 del 2020, è stata approvata una norma analoga per la messa in sicurezza di ponti e viadotti esistenti e la realizzazione di nuovi ponti, che istituisce un fondo da ripartire con una dotazione di 200 milioni di euro. Un decreto ministeriale emanato in attuazione del citato comma 891 ha quindi stabilito l'assegnazione delle risorse per 255 strutture, secondo determinati requisiti di priorità. Tale graduatoria ha evidenziato come la maggior parte degli interventi si dirigano verso la manutenzione delle strutture esistenti piuttosto che alla realizzazione di nuovi ponti, tradendo di fatto lo spirito della disposizione voluta dal proprio gruppo. Cita infine il contratto di programma 2016-2021 tra Anas e Ministero delle infrastrutture, che afferma l'interesse per la realizzazione di nuovi ponti sul Po.
  Si sofferma in particolare su tre ponti a suo giudizio particolarmente importanti per il bacino del Po, ovvero il ponte della Becca a Pavia, il ponte di Casalmaggiore e il ponte San Michele. Quanto al ponte della Becca, fa presente che si tratta di una infrastruttura collocata sulla strada statale 617 Bronese, attesa sul territorio da molti anni, in quanto la struttura esistente presenta problematiche importanti e imprevedibili che ne determinano la chiusura al traffico per lunghi periodi per consentirne la manutenzione straordinaria. Si tratta di un ponte chiuso fra l'altro al traffico pesante, con i conseguenti problemi per la logistica delle aziende. Tutti gli interventi operati sulla struttura non si sono tuttavia rivelati efficaci pertanto nel 2018 la regione Lombardia, che peraltro non ha alcuna competenza sul ponte, ha predisposto uno studio di fattibilità per la costruzione di un nuovo ponte con un finanziamento proprio di circa 800 mila euro. Alla provincia di Pavia sono stati invece assegnati, a valere sui fondi di cui al citato comma 891, 1,5 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di fattibilità per la costruzione di un nuovo ponte.
  Richiama le problematiche del ponte tra Colorno e Casalmaggiore, anch'esso da anni atteso dal territorio, in quanto rappresenta un collegamento strategico tra Lombardia ed Emilia-Romagna, regioni importanti per l'economia del Paese. In ultimo tiene a sottolineare la rilevanza anche del ponte di San Michele, a traffico misto ferroviario stradale.
  Illustra infine gli impegni della risoluzione, sottolineando ancora una volta la necessità di utilizzare le risorse disponibili prioritariamente, se non esclusivamente, per realizzare nuovi ponti in sostituzione di quelli esistenti, piuttosto che intervenire con la messa in sicurezza di strutture ormai vetuste. Quanto alla necessità di un commissariamento per la realizzazione di tali interventi, auspica che si superi il criterio del finanziamento dell'opera almeno al 60 per cento, venendo altrimenti escluse opere fondamentali per la infrastrutturazione del territorio nazionale, quali quelle menzionate nel suo intervento.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) ringrazia i colleghi Lucchini e Foti per la presentazione di atti di indirizzo su un tema che riveste ormai un carattere emergenziale. È importante infatti che ci sia una sensibilità trasversale su tale argomento, dal momento Pag. 103che la situazione peggiora progressivamente.
  Richiama il ponte di San Benedetto che costituisce a suo giudizio un azzardo, dal momento che si sta intervenendo come se si trattasse di un ponte su un canale, essendo invece il ponte situato nel bacino del Po e si spera, come sempre, nella magnanimità del fiume affinché le cose funzionino bene. Rileva tuttavia come dal 2012, anno nel quale si è verificato il sisma che ne ha peggiorato la già precaria condizione, la situazione vada avanti senza gli importanti miglioramenti richiesti. Richiama i ponti di Ostiglia, di Viadana, di Casalmaggiore e fa presente che in base ad un recente censimento sul Po sono presenti 255 strutture di cui 183 ammalorate.
  Sottolinea che in quest'area operano le aziende che partecipano alla creazione di una grande parte del Pil nazionale e paventa il rischio di un «lockdown» ambientale ed economico qualora i ponti venissero chiusi. Proprio per le ragioni sopra citate, rileva come non si tratti di un tema localistico e che l'intervento prioritario su tali strutture rappresenta una scelta necessaria per salvaguardare l'economia del Paese.
  Ritiene che nei tre testi all'esame della Commissione vi siano molti punti in comune e auspica che, a seguito di una interlocuzione con gli altri presentatori, auspicabilmente dopo il confronto tecnico con gli auditi e politico con il Governo, si pervenga ad un testo condiviso. Chiede infine alla Presidenza una pronta calendarizzazione delle audizioni richieste.

  Il sottosegretario Giancarlo CANCELLERI si riserva di intervenire successivamente.

  Rossella MURONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.25.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 30 novembre 2021. — Presidenza della vicepresidente Rossella MURONI. — Interviene, da remoto, la sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica Ilaria Fontana.

  La seduta comincia alle 12.25.

Proposta di piano per la transizione ecologica.
Atto n. 297.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame della proposta rinviato nella seduta del 24 novembre scorso.

  Rossella MURONI, presidente, avverte che sul provvedimento in esame sono stati trasmessi i rilievi espressi dalla Commissione Agricoltura della Camera.
  Ricorda che pur essendo ormai scaduto il termine per l'espressione del parere la Commissione – unitamente all'omologa Commissione del Senato – ha concordato con il Governo lo slittamento del suddetto termine.

  Stefania PEZZOPANE (PD), relatrice, intervenendo da remoto, fa presente come nelle scorse settimane si sia svolta una serrata interlocuzione con i gruppi che ha portato all'elaborazione di una proposta di parere che ha tenuto conto non solo delle sollecitazioni dei colleghi ma anche degli elementi emersi nelle numerosissime audizioni svolte sul provvedimento e dei contributi scritti ricevuti. Tale lavoro è stato portato avanti parallelamente con i colleghi dell'omologa Commissione del Senato.
  Rileva come il Piano per la transizione ecologica sia un corposo documento programmatico, affidato al CITE, che prevede otto aree di intervento – la decarbonizzazione, alla mobilità sostenibile, il miglioramento della qualità dell'aria, il contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico, le risorse idriche e relative infrastrutture, la biodiversità, la tutela del mare e la promozione dell'economia circolare – ognuna che investe un settore vasto e complesso. Nella proposta di parere ha quindi cercato di operare una sintesi equilibrata, privilegiando le indicazioni di carattere generale Pag. 104 e cercando, ove possibile, di non formulare prescrizioni troppo di dettaglio, in coerenza con la natura programmatica del documento in esame.
  Presenta quindi una proposta di parere (vedi allegato), già anticipata informalmente ai colleghi della maggioranza, preannunciando che non è sua intenzione, parallelamente a quanto concordato con i colleghi del Senato, allargare il perimetro di tale proposta, ma rendendosi contestualmente già da ora disponibile ad apportare eventuali integrazioni sui temi oggetto della proposta, qualora il suo contenuto venisse ritenuto insufficiente.

  Generoso MARAIA (M5S) ringrazia la relatrice per il lavoro svolto e per la interlocuzione tenuta con i gruppi. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle ritiene di dover porre all'attenzione dei colleghi alcuni dei punti oggetto della proposta di parere. Si riferisce in particolare all'osservazione di carattere generale cui al punto 6, che insiste sul ruolo strategico del gas naturale, sul quale non si trova d'accordo. Il gas contribuisce infatti per il solo 30 per cento alla riduzione delle emissioni, ma non ne determina certamente l'annullamento. Nel medesimo punto 6 si fa riferimento alla sicurezza e la resilienza del sistema energetico, tuttavia non vengono menzionate le recenti innovazioni tecnologiche nel campo delle batterie e degli accumulatori, che rendono sicuro e resiliente anche un sistema basato sulle energie rinnovabili.
  Richiama quindi l'osservazione di carattere particolare di cui al punto 3 relativa ai carburanti low carbon, ricordando che si tratta pur sempre di combustibili fossili il cui utilizzo deve arrivare a zero nel 2050.
  Quanto all'osservazione di carattere particolare di cui al punto 5, ritiene che l'incoraggiamento alla produzione di biometano non debba estendersi a quelle aree del Paese che sono soggette ad infrazioni comunitarie aventi ad oggetto la qualità dell'aria.
  Ancora, rispetto all'osservazione di carattere particolare contenuta al punto 6, la giudica debole nella previsione che si contempli prevalentemente – e non esclusivamente – l'utilizzo di idrogeno verde. Ricorda che l'Unione europea ha già più volte bocciato l'utilizzo di idrogeno blu e grigio, la cui promozione andrebbe contro gli indirizzi eurounitari. Inoltre giudica opportuno che non vengano richiamati soltanto gli elettrolizzatori, ma che si faccia riferimento anche alle ultime scoperte scientifiche relative all'idrogeno, segnatamente quelle pubblicate in studi israeliani, ovvero l'utilizzo di tecnologie poco energivore che ne rendono l'utilizzo competitivo.
  Sottolinea in conclusione positivamente l'osservazione di carattere particolare sub 7, relativa alla tutela del suolo agricolo e alla incentivazione delle energie rinnovabili.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) ringrazia la relatrice per il lavoro complesso che è tuttavia proporzionato alla sfida lanciata dall'Europa sulla riduzione delle emissioni e sulla transizione ecologica ed energetica. Ritiene che l'obiettivo della Commissione debba essere quello di redigere una proposta di parere nella quale siano evidenziati gli ultimi risultati delle conoscenze scientifiche per garantire che gli investimenti siano indirizzati verso ciò che maggiormente produttivo e in linea con gli obiettivi che si intendono conseguire.
  Concorda con il collega Maraia con riguardo all'osservazione relativa al ruolo del gas. Non ritiene opportuno, infatti, incrementare il numero di centrali a gas nelle aree in infrazione comunitaria originate dalla scarsa qualità dell'aria. Con riguardo alle bioenergie giudica utile che la Commissione svolga un'apposita indagine conoscitiva, che sarebbe opportuna anche con riguardo al recupero energetico dei rifiuti, palesandosi altrimenti il rischio che si portino avanti metodologie e convinzioni che non hanno senso né ambientalmente né economicamente, come sta mettendo in evidenza anche la Corte dei conti, che ha posto sotto la lente di ingrandimento l'erogazione di contributi pubblici per interventi la cui finalità di miglioramento dell'ambiente è contraddetta dal loro reale effetto.
  Riguardo ai bioliquidi da rifiuti, ritiene che sia opportuno precisare che essi devono Pag. 105 essere depurati, rischiando altrimenti effetti di inquinamento maggiori di quelli preventivati, per di più in aree – che coinvolgono 29 milioni di abitanti – in aree oggetto di infrazione comunitaria per la mancata depurazione delle acque.
  In sintesi, evidenzia la necessità che vengano ascoltate le opinioni di esperti indipendenti, proprio per capire se la direzione intrapresa sia quella giusta, promuovendo solo gli interventi la cui resa energetica sia significativa ed evitando una produzione energetica negativa che comporterebbe danni ambientali ed erariali.
  Quanto all'utilizzo dell'idrogeno concorda con il collega che l'ha preceduto sulla necessità che ci si concentri solo sull'idrogeno verde, anche se ci sono perplessità anche su questa fonte energetica evidenziate dai risultati contraddittori di alcuni recenti studi.
  Infine sottolinea con favore il contenuto dell'ultima osservazione contenuta nella proposta di parere, auspicando che vengano stabiliti limiti per le sostanze perfluoroalchiliche, altamente dannose anche con riguardo all'inquinamento delle falde acquifere, sulle quali la Commissione, ed in particolare la presidente Rotta, hanno dimostrato una forte attenzione.

  Rossella MURONI, presidente, nel ringraziare la relatrice per l'imponente lavoro di tessitura operato nella proposta di parere, stigmatizza l'utilizzo dell'aggettivo «strategico» attribuito al gas naturale nella sua funzione di accompagnamento alla transizione ecologica ed energetica. Ritiene che ciò sia in contraddizione con gli obiettivi emersi nella COP26 nonché con il green new deal e con gli obiettivi imposti in sede europea. Richiama quindi alcuni meccanismi, quali ad esempio il capacity market, che rischiano di tenere il Paese legato in modo preoccupante al gas per i prossimi trent'anni, impedendo di fatto la transizione ecologica.
  Manifesta perplessità anche con riguardo allo stoccaggio della CO2, che Unione europea non considera rappresenti un meccanismo valutabile nell'ambito degli obiettivi di abbattimento delle emissioni.
  Ritiene che questi siano due punti critici che vadano portati all'attenzione di tutti i colleghi, rappresentando la proposta di parere la direzione che il Parlamento intende intraprendere nella strada della transizione ecologica.

  La sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica, Ilaria FONTANA, nel ringraziare la relatrice e la Commissione tutta per il lavoro puntuale e di grande attenzione svolto su un tema centrale nella politica nazionale, si riserva di intervenire nel merito della proposta successivamente.

  Rossella MURONI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.45.

SEDE REFERENTE

  Martedì 30 novembre 2021. — Presidenza della vicepresidente Rossella MURONI. — Interviene, da remoto, la sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica Ilaria Fontana.

  La seduta comincia alle 12.45.

Delega al Governo per l'adozione di un codice degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo nazionale.
C. 3260 Pezzopane.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Stefania PEZZOPANE (PD), relatrice, fa presente che l'iniziativa legislativa nasce dalla constatazione dell'impegno profuso dallo Stato, ed anche in questa Commissione, volto a risolvere le pressanti urgenze che – in occasione di eventi catastrofici quali in particolare i devastanti terremoti dello scorso decennio – si sono presentati nella fase emergenziale.
  In particolare, la Commissione si è trovata ad esaminare diversi decreti-legge nonché proposte di legge ordinarie il cui principale Pag. 106 obiettivo è quello di accelerare e semplificare gli interventi necessari nel corso della gestione straordinaria e di assicurare il ristoro delle vittime e dei danni materiali, sociali ed economici.
  Minore attenzione, a suo avviso, è stata invece posta alla fase successiva. Si riferisce agli interventi «a regime» da realizzare una volta terminato lo stato di emergenza, quando tuttavia occorre realizzare le vere operazioni di «ricostruzione» del territorio, intesa come opera di riparazione e ricucitura del tessuto urbanistico, sociale ed economico.
  La proposta di legge in esame, infatti, non riguarda la fase emergenziale ma – come specificato all'articolo 1 – delega il Governo a definire una disciplina organica degli interventi di ricostruzione e riparazione «successivi agli interventi posti in essere dal Servizio nazionale della protezione civile», nonché la governance del periodo successivo alla fase di superamento dell'emergenza ed anzi specifica che tale disciplina deve essere introdotta «fermo restando quanto già previsto dal codice di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, (...) distinguendo l'ambito di ricostruzione da quello emergenziale».
  In ragione quindi della necessità di armonizzare le disposizioni che regolano tale procedure, la proposta conferisce una delega al Governo per l'adozione di un codice degli interventi di ricostruzione, che rappresenti il riferimento per disciplinare futuri processi di ripristino e che, nel contempo, assicuri stabilità e sviluppo nei territori dopo le calamità.
  Passando al contenuto del provvedimento, l'articolo 1, al comma 1, reca una prima delega al Governo per adottare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per: a) disciplinare in modo organico, efficace e coerente gli interventi di ricostruzione, per la riparazione dei danni occorsi agli edifici e alle infrastrutture e per la ripresa economica, sociale e culturale nei territori colpiti da emergenze di rilievo nazionale, successivi agli interventi posti in essere dal Servizio nazionale della protezione civile; b) disciplinare la governance del periodo successivo alla fase di superamento dell'emergenza, attraverso una procedura, predefinita e stabile, successiva alla deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale, che preveda poteri, competenze, procedimenti e misure tipici per l'attuazione degli interventi di ricostruzione, tenuto conto del ruolo degli enti locali e degli uffici periferici dello Stato; c) disciplinare le modalità di attivazione della suddetta procedura, distinguendo l'ambito di ricostruzione da quello emergenziale.
  Il comma 2 reca una seconda delega al Governo, da esercitare entro i 120 giorni successivi alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi, finalizzata all'emanazione di ulteriori decreti legislativi recanti: la disciplina transitoria, se necessaria; le norme eventualmente occorrenti per il coordinamento dei decreti legislativi di cui al comma 1 con le altre leggi dello Stato; le abrogazioni delle norme divenute incompatibili. Anche tali decreti legislativi devono essere adottati in osservanza ai princìpi e criteri direttivi definiti.
  Il comma 3 definisce la procedura per l'adozione dei decreti legislativi di attuazione della prima delega cui al comma 1. I decreti devono essere emanati su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri – che si avvale del Dipartimento Casa Italia e del Dipartimento della protezione civile – di concerto con i Ministri interessati, previa intesa in sede di Conferenza unificata e previa acquisizione del parere del Consiglio di Stato, che è reso nel termine di 30 giorni, decorsi i quali il Governo può comunque procedere.
  Gli schemi devono altresì essere trasmessi alle Camere, ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle competenti Commissioni parlamentari, da rendersi entro 60 giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti legislativi possono essere emanati. Entro i trenta giorni successivi all'espressione dei pareri da parte delle Camere, il Governo, ove non intenda conformarsi alle condizioni ivi eventualmente formulate, trasmette di nuovo alle Camere i testi, corredati dei necessari elementi integrativi di informazione, per i pareri definitivi delle Commissioni parlamentari Pag. 107 competenti, che devono essere espressi entro 30 giorni dalla data di trasmissione.
  Il comma 4 prevede che il Governo, con la medesima procedura, entro un anno dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, possa emanare disposizioni correttive, sempre nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi definiti.
  L'articolo 2 elenca i princìpi e i criteri direttivi che il Governo deve adottare nell'esercizio della delega, ovvero:

   a) stabilire una disciplina generale per la governance della ricostruzione, in particolare, prevedendo: 1) la nomina di un Commissario straordinario del Governo che abbia una durata di almeno tre anni, rinnovabili sulla base dello stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione, che coordini gli interventi di ripristino e di ricostruzione privata, e dotato di un potere di ordinanza per gli interventi di carattere pubblico, in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, e del codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. Il potere di ordinanza commissariale interviene su un elenco di interventi ed opere urgenti e di particolare criticità, individuati dal Commissario straordinario; 2) la contestuale costituzione di una struttura di coordinamento della ricostruzione, nel caso in cui l'evento calamitoso abbia interessato più di una regione, presieduta dal medesimo Commissario straordinario, con il compito di concertare i contenuti dei provvedimenti da adottare e di assicurare l'applicazione uniforme delle ordinanze e direttive commissariali, nonché di verificare periodicamente l'avanzamento del processo di ricostruzione. La struttura di coordinamento è costituita, oltre che dal Commissario straordinario, dai presidenti delle regioni, in qualità di vice commissari, ovvero, in casi eccezionali, da uno dei componenti della giunta regionale munito di apposita delega motivata, oltre che da un rappresentante dei comuni per ciascuna provincia interessata, designato dall'assemblea dei sindaci dei comuni situati nei territori colpiti dall'evento calamitoso. Le città capoluogo di provincia sono rappresentate dal rispettivo sindaco; 3) la costituzione di un comitato istituzionale regionale, composto dal presidente della regione, che lo presiede in qualità di vice commissario, dai presidenti delle province interessate e dai sindaci dei comuni interessati dall'evento calamitoso nell'ambito del quale sono discusse e condivise le scelte strategiche, di competenza dei presidenti; 4) l'immediata attivazione di percorsi di coinvolgimento dei cittadini nella gestione e nelle scelte, inclusivi e rispettosi della parità di genere, con forme e modalità che possono variare in base alla specificità dei casi, attraverso organi di rappresentanza civica, ovvero assemblee permanenti, tavoli di confronto, consulte popolari, commissioni organizzate per competenze o comunque luoghi che permettano la cooperazione nella definizione delle strategie di intervento, anche attraverso processi di monitoraggio civico; 5) l'adozione da parte del Commissario straordinario di linee guida per una progettazione e un'esecuzione degli interventi che garantiscano una ricostruzione sicura, unitaria e omogenea e che determinino i contributi spettanti ai beneficiari; 6) l'istituzione di «uffici speciali per la ricostruzione», con il compito di: curare, su delega del comune, la pianificazione urbanistica connessa alla ricostruzione, provvedere all'istruttoria per gli interventi di ricostruzione privata; provvedere, su delega del comune, alla diretta attuazione degli interventi di ripristino o di ricostruzione di opere pubbliche e di beni culturali; operare come uffici di supporto e di gestione operativa a servizio e su richiesta dei comuni; avere al loro interno uno sportello unico per le attività produttive unitario per tutti i comuni coinvolti; 7) la quantificazione delle necessarie risorse umane e finanziarie per l'istituzione degli uffici speciali per la ricostruzione, prevedendo che, alla cessazione della ricostruzione, il personale assunto mediante concorso pubblico a tempo indeterminato, compreso il personale già assunto e in servizio alla data di Pag. 108entrata in vigore della presente legge, venga assegnato al Dipartimento Casa Italia; 8) meccanismi di costante consultazione che assicurino il coordinamento e la coerenza tra le misure contenute nelle ordinanze di protezione civile e nelle ordinanze del Commissario straordinario;

   b) stabilire i criteri di indirizzo per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione degli edifici distrutti e di ripristino degli edifici danneggiati, in modo da rendere compatibili gli interventi strutturali con la tutela degli aspetti architettonici, storici e ambientali, anche mediante specifiche indicazioni dirette ad assicurare un'architettura ecosostenibile, l'efficientamento energetico, l'abbattimento delle barriere architettoniche, la diffusione delle fonti rinnovabili e l'adeguamento o il miglioramento sismico degli edifici e rendere tali criteri vincolanti per tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nel processo di ricostruzione;

   c) prevedere, in caso di inagibilità degli immobili, l'installazione di strutture temporanee e amovibili;

   d) definire i criteri per l'elaborazione da parte del Commissario straordinario, sentite le regioni, su proposta dei comuni, di linee di indirizzo per la perimetrazione dei centri e dei nuclei di particolare interesse, o di parti di essi, che risultano maggiormente colpiti e nei quali gli interventi sono attuati attraverso strumenti urbanistici attuativi approvati dal comune;

   e) prevedere nell'ambito della ricostruzione privata, i seguenti interventi: 1) l'individuazione, ai fini della concessione di benefìci e contributi, degli interventi del processo di ricostruzione e di ripristino del patrimonio danneggiato distinguendo tali interventi sulla base della tipologia di danno; 2) i parametri da adottare per la determinazione del costo degli interventi e i relativi costi parametrici; 3) gli obblighi e le facoltà in capo al beneficiario e, in particolare, prevedere che l'impresa che effettua la ricostruzione sia iscritte nell'Anagrafe antimafia; 4) le categorie di soggetti che, a domanda e alle condizioni previste, possono beneficiare dei contributi per la ricostruzione privata, anche con riferimento a progetti di autocostruzione familiare che prevedano tecniche costruttive e l'utilizzo di materiali che garantiscono la circolarità dei processi; 5) l'erogazione dei contributi per la ricostruzione privata solo in presenza di un'apposita clausola di tracciabilità dei pagamenti; 6) la possibilità, ai fini della ricostruzione dei beni danneggiati nel settore privato, di erogare contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti, con la possibilità di estenderli, a determinate condizioni, anche alle seconde case. Prevedere il finanziamento per la ricostruzione e il ripristino delle parti comuni; 7) modalità semplificate per la concessione dei contributi per la ricostruzione privata, con un ordine di priorità in base a due elenchi di domande distinti per le unità immobiliari destinate ad abitazione o destinate ad attività produttive, dando la priorità agli interventi di immediata riparazione per danni lievi e prevedendo controlli da parte degli uffici speciali per la ricostruzione su almeno il 20 per cento delle domande;

   f) prevedere procedure autorizzative degli interventi di ricostruzione, anche in deroga ai vigenti strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, a condizione che vi sia conformità rispetto agli edifici preesistenti per collocazione, ingombro planivolumetrico e configurazione degli esterni, fatte salve le modifiche planivolumetriche e di sedime necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica, igienico-sanitaria e di sicurezza e per l'abbattimento delle barriere architettoniche;

   g) prevedere, nell'ambito della ricostruzione pubblica, i seguenti interventi: 1) l'affidamento degli incarichi di progettazione e dei servizi di architettura e ingegneria e di altri servizi tecnici e per l'elaborazione degli atti di pianificazione e programmazione urbanistica, da parte dei soggetti pubblici abilitati, per lavori di importo superiore a 40.000 euro, ma inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, utilizzando Pag. 109il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso; 2) la possibilità che i soggetti abilitati ad assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante possano operare in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, fatti salvi i princìpi e le disposizioni per l'aggiudicazione ed esecuzione di appalti e concessioni, per la sostenibilità energetica e ambientale e sul conflitto di interesse (di cui agli articoli 30, 34 e 42 del codice dei contratti), nonché delle disposizioni antimafia e dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, e delle disposizioni vigenti in materia di subappalto; 3) l'affidamento degli interventi di ricostruzione pubblica ad un'unica centrale di committenza e che, nella fase attuativa degli interventi, il ruolo di soggetti attuatori sia attribuito esclusivamente alle regioni o ai territori interessati, facendo salve alcune particolari situazioni; 4) l'affidamento diretto delle attività di esecuzione di lavori, servizi e forniture nonché dei servizi di ingegneria e di architettura, compresa l'attività di progettazione, di importo inferiore a 150.000 euro; 5) la procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, fino alla soglia comunitaria, per gli interventi funzionali alla realizzazione di specifici piani, volti al ripristino delle condizioni necessarie per la ripresa, ovvero per la ricostruzione degli edifici pubblici e dei principali luoghi di culto, nonché per lo svolgimento della normale attività educativa e scolastica, prevedendo una semplificazione della procedura di selezione per interventi che rivestono un'importanza essenziale ai fini della ricostruzione, con un invito a partecipare basato sul progetto definitivo con la procedura dell'appalto integrato;

   h) stabilire la destinazione di una quota fissa (non superiore al 4 per cento degli stanziamenti in bilancio a valere sull'autorizzazione di spesa relativa alla ricostruzione privata) per interventi di ricostruzione socio-economica dei territori, da realizzarsi nell'ambito di un programma di sviluppo predisposto da una struttura di missione, facente riferimento al Dipartimento Casa Italia e che il programma sia sottoposto al Comitato interministeriale per la programmazione economica per l'approvazione e l'assegnazione delle risorse;

   i) stabilire un meccanismo di sospensione automatica di termini, senza applicazione di sanzioni e interessi, in materia di adempimenti e versamenti tributari e contributivi, nonché di sospensione di termini amministrativi per i soggetti residenti nei territori colpiti dall'evento calamitoso che abbiano subìto danni e prevedere, contestualmente, misure di ristoro agli enti locali per le minori entrate e per le maggiori spese;

   l) introdurre misure di sostegno ai lavoratori privati impossibilitati a prestare l'attività lavorativa in tutto o in parte o impegnati nella cura dei familiari conviventi, per infortunio o malattia conseguenti all'evento calamitoso;

   m) istituire per due anni una zona franca urbana e prevedere l'esenzione dalla tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche per le imprese impegnate nei progetti di ricostruzione e per le attività economico commerciali nella fase di ripresa dagli eventi calamitosi;

   n) prevedere la possibilità per le imprese localizzate nei comuni colpiti dagli eventi calamitosi di beneficiare per un periodo congruo del credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi;

   o) prevedere la predisposizione, nell'ambito delle misure adottabili, di un elenco delle tipologie di aiuti ammissibili, con un costante monitoraggio degli aiuti finalizzato a verificare l'assenza di sovra-compensazioni;

   p) stabilire la possibilità di corrispondere speciali elargizioni per lesioni gravi e gravissime e per i familiari delle vittime.

  L'articolo 3 della proposta di legge in esame delega il Governo ad adottare, entro 3 anni dalla data in cui diviene efficace l'ultimo dei decreti legislativi adottati nell'esercizio della prima delega, un decreto Pag. 110legislativo contenente il testo unico delle disposizioni legislative in materia di gestione della fase post emergenziale nei casi di emergenze di rilievo nazionale nel quale riunire e coordinare fra loro le disposizioni della presente legge e quelle contenute nei predetti decreti legislativi con le altre disposizioni legislative vigenti.
  L'articolo 4 dispone – in attuazione la disposizione della legge di contabilità e finanza pubblica che prevede che le leggi di delega comportanti oneri recano i mezzi di copertura necessari – che i decreti legislativi di cui alla presente legge sono adottati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanziano le occorrenti risorse finanziarie.

  La sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica Ilaria FONTANA si riserva di intervenire in una successiva seduta.

  Rossella MURONI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernenti il controllo delle emissioni di sostanze emananti odore.
C. 1440 Ilaria Fontana.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 10 dicembre 2020.

  Rossella MURONI, presidente, ricorda che sulla proposta è stata già svolta la relazione introduttiva dal collega Vianello, che, essendo transitato in un'altra Commissione, la presidenza ha ritenuto opportuno sostituire con l'onorevole Micillo, membro della Commissione. Fa presente quindi che sono state già avanzate inoltre dal gruppo M5S alcune richieste di audizione.

  Salvatore MICILLO (M5S), relatore, sottoscrive la proposta di legge in esame. Nel ringraziare il collega Vianello per il lavoro svolto finora, si ritiene sin d'ora disponibile a valutare eventuali richieste di integrazione e modifica della proposta di legge che dovessero pervenire dai colleghi. Invita la presidenza a procedere alle audizioni richieste, che potranno dare un importante contributo di carattere tecnico per il miglioramento del testo in esame.

  Silvia FREGOLENT (IV) nel ringraziare la sottosegretaria Fontana, presentatrice della proposta in esame, condivide l'esigenza di procedere ad un ciclo di audizioni, riservandosi di fornire le indicazioni del proprio gruppo.

  Rossella MURONI, presidente, ringrazia anch'ella la sottosegretaria Fontana per la proposta di legge che intende dare una risposta ad un annoso problema anche in funzione della accettabilità sociale degli impianti ubicati sul territorio.

  La sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica Ilaria FONTANA si mette a disposizione della Commissione per qualunque esigenza dovesse manifestarsi in relazione all'esame della proposta di legge a sua prima firma e si riserva di intervenire sul merito della proposta in una prossima seduta.

  Rossella MURONI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.