CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 ottobre 2021
674.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 12 ottobre 2021.

Audizione dell'Inviato Speciale dell'Unione europea per l'Indo-Pacifico, Gabriele Visentin, sulla Strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 12.40 alle 13.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 12 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 13.35.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, comunica che, a far data dall'11 ottobre scorso, per il gruppo del Partito democratico, è entrato a far parte della Commissione l'onorevole Enrico LETTA. Nel dare il benvenuto al collega, sottolinea il prezioso contributo che potrà offrire ai lavori della Commissione, Pag. 195 vista la sua grande esperienza in materia di politica internazionale.

  La Commissione prende atto.

Disciplina dei Comitati degli italiani all'estero.
C. 2790-terdecies Governo, C. 2920 Ungaro, C. 3193 Quartapelle Procopio, C. 3212 Fitzgerald Nissoli e C. 3276 Siragusa.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 luglio scorso.

  Piero FASSINO, presidente, ricorda che nella seduta del 20 luglio scorso il relatore, onorevole Battilocchio, aveva illustrato i progetti di legge C. 2790-terdecies Governo e C. 2920 Ungaro, di cui era stato disposto l'abbinamento in quanto vertenti su materia identica.
  Ricorda, altresì, che nella successiva seduta del 27 luglio, la Commissione ha nominato un comitato ristretto incaricato della stesura di un testo unificato dei due provvedimenti, da adottare come testo base per il seguito dell'esame in sede referente. Nel prosieguo avverte di avere disposto l'abbinamento d'ufficio delle ulteriori proposte di legge C. 3193 Quartapelle Procopio e C. 3212 Fitzgerald Nissoli, nel frattempo assegnate alla Commissione rispettivamente il 3 agosto e il 21 settembre. Il 22 settembre si, quindi, è tenuta l'unica riunione fin qui svolta del comitato ristretto.
  Avverte, inoltre, che, da ultimo, è stata assegnata alla Commissione anche la proposta di legge C. 3276 Siragusa che, vertendo su materia analoga, potrebbe essere abbinata alle ulteriori proposte di legge già calendarizzate.
  Ciò premesso, facendo seguito a quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, segnala che nella seduta odierna il relatore potrà illustrare le proposte di legge C. 3193 Quartapelle Procopio, C. 3212 Fitzgerald Nissoli e C. 3276 Siragusa. Successivamente, il Comitato ristretto potrà riprendere i propri lavori per la stesura del testo unificato.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI), relatore, propone quindi l'abbinamento della proposta di legge C. 3276 Siragusa, in quanto vertente su materia identica a quella trattata dagli ulteriori provvedimenti in titolo.

  La Commissione conviene.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI), relatore, procede quindi all'illustrazione della proposta di legge presentata dai colleghi del Partito democratico, la n. 3193 a prima firma dell'on. Quartapelle Procopio, sottolineando che, come evidenziato nella relazione illustrativa, essa è finalizzata a tre obiettivi maggiori. Infatti, partendo soprattutto dai dati relativi all'esodo all'estero in atto di giovani connazionali e dalla politica di promozione integrata del Sistema Paese cui i Comites devono contribuire, tanto più alla luce dell'indebolimento della rappresentanza parlamentare derivante dalla riduzione del numero dei parlamentari, la presente proposta di legge si prefigge di: 1) rafforzare la tutela dei diritti di cittadinanza degli italiani all'estero; 2) coinvolgere i Comites nelle attività di promozione del sistema Italia nel mondo; 3) rafforzare la rappresentatività di tali organismi, non solo mediante un maggior accreditamento delle loro funzioni, ma anche attraverso un maggiore riconoscimento da parte degli elettori.
  Oltre alla attribuzione ai Comites del ruolo di difensore civico delle comunità di connazionali all'estero, segnala che anche la proposta a prima firma Quartapelle si caratterizza per la soppressione della «opzione inversa», cioè dell'obbligo di iscrizione nell'elenco degli elettori per corrispondenza. Inoltre, si spostano i parametri istitutivi del Comites dagli attuali 3 mila cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare a 10 mila, determinandone una riduzione numerica, ma rafforzandone il peso e l'autorevolezza sia di fronte all'autorità diplomatico-consolare italiana che alle autorità locali (articolo 1). Pag. 196
  Evidenzia che all'articolo 2 vengono ridisegnati i compiti e le funzioni dei Comites, con particolare riferimento alla loro partecipazione alla definizione e alla realizzazione del piano Paese, alla tutela dei diritti dei connazionali, in specie dei nuovi arrivati, e all'avanzamento dei processi di integrazione nei contesti di insediamento. Vengono, inoltre, ridefiniti i pareri, obbligatori ma non vincolanti, che il Comites deve esprimere su una serie di materie, quali la promozione della lingua e della cultura italiane e il sostegno ai sodalizi associativi, nonché l'internazionalizzazione delle università italiane. Si prevede, inoltre, che il Comites monitori l'attività dei mezzi di comunicazione che avanzano richiesta di contributi pubblici e dialoghi, unitamente con l'autorità consolare, con i patronati operanti nella circoscrizione.
  Evidenzia che gli articoli 3 e 4 trattano dei proventi che sostengono l'attività dei Comites, della composizione dei loro bilanci, delle modalità e dei tempi delle richieste di contributi al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, nonché della sede e dell'organizzazione della segreteria. L'articolo 5 indica il numero dei componenti del Comites (11 fino a 100 mila abitanti, 17 oltre tale soglia), fissa i criteri di eleggibilità e definisce i casi di incandidabilità, ponendo gli importanti princìpi della parità di genere e della partecipazione dei giovani. L'articolo 6 stabilisce la composizione e il funzionamento del Comitato dei presidenti per ciascun Paese, mentre gli articoli 7 e 8 prevedono la presenza, rispettivamente, di una quota di componenti di origine italiana, ma non dotati di cittadinanza, e l'affiliazione di una quota di esponenti delle nuove emigrazioni, i cui nomi sono proposti dalle associazioni locali. Gli articoli da 9 a 13 riprendono la normativa vigente e sono rispettivamente dedicati alla durata in carica e alla decadenza dei componenti, alla validità delle deliberazioni, ai poteri e alle funzioni del presidente e a quelli dell'esecutivo, alla composizione dei gruppi di lavoro interni. Evidenzia che l'articolo 14, come già richiamato, dispone l'importante eliminazione dell'«opzione inversa», ricomponendo l'universalità della platea elettorale. Gli articoli da 15 a 25 trattano della procedura del voto per corrispondenza in termini di sostanziale conferma della normativa in vigore. Infine, gli articoli 26, 27, 28 e 29 sono dedicati, rispettivamente, alla normativa transitoria, all'emanazione del regolamento di attuazione, alla copertura finanziaria e alle abrogazioni.
  Passando alla proposta di legge a prima firma Fitzgerald Nissoli C. 3212, segnala che essa muove esplicitamente dalla proposta di riforma elaborata dal Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE). La proposta di legge si caratterizza per un'attenzione specifica all'impatto sulla rappresentanza degli italiani all'estero delle riforme intervenute con la legge elettorale del 2017, il cosiddetto Rosatellum-bis, e con la legge costituzionale del 2020 sulla riduzione del numero dei parlamentari e muove quindi dall'obiettivo di mantenere gli attuali tre livelli della rappresentanza degli italiani all'estero (Comites, CGIE, parlamentari eletti all'estero), con particolare attenzione riguardo al CGIE. Sottolinea che, a differenza della proposta di legge C. 3193, la proposta di legge C. 3212 appare prefiggersi il mantenimento della capillarità della presenza dei Comites, il cui numero minimo di iscritti all'AIRE per la costituzione di un Comites dovrebbe restare pari a 3 mila, con l'elezione dei consiglieri cittadini italiani a suffragio universale.
  Quanto alla composizione del CGIE, segnala che si opta per la conservazione della componente di nomina governativa e dell'elezione di secondo grado dei consiglieri. Si insiste sull'esigenza di un costante aggiornamento dell'AIRE attraverso il lavoro congiunto del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale – in possesso di dati più aggiornati attraverso gli schedari consolari – e del Ministero dell'Interno, per la trascrizione dei dati nei comuni italiani.
  Evidenzia che anche nella logica della proposta di legge in questione gioca un ruolo centrale la considerazione delle politiche di internazionalizzazione del sistema Paese, di cui gli italiani all'estero sono un fattore fondamentale, e la tutela Pag. 197dei diritti dei connazionali all'estero, connessi all'effettivo esercizio della cittadinanza.
  Quanto ai Comites, rileva che si propone che essi mantengano la natura di organismo di rappresentanza degli italiani all'estero nei rapporti con le autorità diplomatico-consolari italiane e con le autorità locali e abbiano tre funzioni principali: 1) di ombudsman, cioè di difensore civico della comunità nei confronti delle autorità italiane e in raccordo con il consolato; 2) di antenna del sistema Paese nella circoscrizione di riferimento, al fine di coinvolgere le forze produttive e associative della comunità nella proiezione estera dell'Italia, anche in collaborazione con il nuovo progetto di promozione dell'Italia lanciato dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. In tale ambito, ricorda che il Comites deve agire per favorire l'insegnamento e la diffusione della lingua e cultura italiane, a supporto e in sinergia con gli enti promotori e con le scuole e le università locali, partecipando, per legge, all'elaborazione del piano Paese; 3) di centro di informazione, di contatto e di sostegno delle migrazioni e delle nuove mobilità.
  Per quanto riguarda la riforma del CGIE, in riferimento alla natura e alle funzioni aggiuntive, sottolinea che esso deve essere: 1) un organismo di rappresentanza delle comunità italiane all'estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano tali comunità; 2) un organismo inquadrato nell'ambito della politica estera dell'Italia; 3) un organismo di ausilio dello Stato, in parte eletto all'estero in parte di nomina governativa, con un rapporto dialettico con le istituzioni e per il quale si auspica dignità costituzionale; 4) un organismo di consulenza delle regioni e degli enti territoriali attraverso una presenza codificata nella Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, attraverso la Conferenza permanente tra lo Stato, le regioni, le province autonome e il CGIE e attraverso il rapporto diretto con l'Associazione nazionale dei comuni italiani; infine, 5) un organismo di raccordo e di sintesi delle proposte e delle richieste dei Comites e delle associazioni delle comunità italiane per la definizione dei disegni di legge che hanno ricadute per l'Italia e per le comunità all'estero e, quindi, un organismo di consulenza specifica dei parlamentari eletti dagli italiani all'estero e un interlocutore privilegiato del Governo e del Parlamento in particolare in materia di emigrazione.
  Per quanto concerne la composizione del CGIE, osserva che la proposta di legge dispone che: 1) per i consiglieri eletti all'estero si riveda la tabella delle assegnazioni in base non soltanto alle iscrizioni all'AIRE, ma anche alla consistenza numerica accertata delle comunità di italo-discendenti e alle dimensioni territoriali, prendendo come riferimento la tabella che applica tagli lineari di un terzo e riammettendo i Paesi cancellati dall'ultima riforma, aggiungendo Paesi di nuova emigrazione e ridimensionando le attuali quote Paese dei consiglieri per evitare che tre soli Paesi eleggano circa la metà dei consiglieri esteri, equivalente a un terzo del totale dei componenti del Consiglio, e che tre continenti (con quattro Paesi membri del G20, di cui due membri anche del G7 e uno anche del BRIC) siano rappresentati solo da cinque consiglieri; 2) per i consiglieri di nomina governativa, si deve prevedere che essi siano scelti fra soggetti residenti in Italia, per rispondere alla doppia esigenza di mantenere sia il rapporto diretto del CGIE con la sede centrale delle categorie di appartenenza che il dialogo con gli interlocutori del CGIE nei periodi in cui il Consiglio non si riunisce a Roma.
  Quanto alla proposta di legge C. 3276 a prima firma della collega Siragusa, evidenzia che interviene in modo mirato su questioni concernenti la pubblicizzazione e la trasparenza dei lavori e delle attività dei Comitati, nonché il tema dell'innovazione tecnologica.
  In particolare, segnala che la proposta novella la legge n. 286 del 2003 con l'inserimento di un nuovo articolo ad hoc, l'articolo 5-ter con cui si dispone che ogni consolato è tenuto a pubblicare, «nel proprio portale, in un'area dedicata all'attività del Comitato, ogni informazione di pubblico Pag. 198 interesse riferita allo stesso, tra cui, obbligatoriamente: la lista dei suoi membri, con le statistiche riferite alla loro presenza alle sedute; i resoconti delle sedute; i bilanci; le relazioni annuali; i progetti e finanziamenti approvati». Analogamente, all'articolo 3 anche la documentazione contabile e amministrativa del Comitato, insieme a tutti i progetti finanziati dallo stesso, deve essere pubblicata nel medesimo portale. Infine, nel sito internet istituzionale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale deve essere annualmente pubblicata la lista di tutti i progetti finanziati dai Comitati, insieme alle statistiche concernenti i tipi di finanziamento accordati.
  Segnala che la proposta novella anche l'articolo 9 della citata legge n. 286 del 2003 laddove si prevede la facoltà degli elettori dei Comitati di scegliere il sistema di voto per corrispondenza o elettronico, nelle more della sua definitiva attivazione. Sottolinea che, date le criticità della votazione per posta, l'articolo mira a dare impulso alla sperimentazione del voto elettronico, prevedendolo, già da ora, come una necessaria alternativa.
  Da ultimo, evidenzia che le altre modifiche proposte riguardano la quasi totalità degli articoli della legge n. 286 del 2003: in merito alle circoscrizioni elettorali, si aumentano i limiti dimensionali necessari all'istituzione di un Comitato (articolo 1); si chiariscono i compiti e le funzioni dei Comitati (articolo 2); infine, si precisano le condizioni di eleggibilità dei loro membri (articolo 4), insieme alle motivazioni della loro eventuale decadenza (articolo 8).

  Elisa SIRAGUSA (MISTO), ringraziando il relatore per la sintesi efficace ed esaustiva, propone che la Commissione proceda ad un breve ciclo di audizioni, coinvolgendo pochi ed autorevoli soggetti, con specifico riferimento al Direttore generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, per approfondire taluni profili della materia e agevolare la stesura di un testo unificato delle proposte di legge.

  Massimo UNGARO (IV), sottolineando le numerose similitudini tra le proposte in esame, esprime riserve sulla opportunità di procedere ad un sia pur breve ciclo di audizioni, tenuto conto che l'obiettivo deve essere l'approvazione definitiva della nuova disciplina entro la fine della corrente legislatura. Invita quindi la collega a riconsiderare la sua proposta.

  La Viceministra Marina SERENI si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito non appena sarà predisposto il testo unificato delle proposte di legge.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), concordando sulla opportunità di un approfondimento istruttorio ma anche sulla necessità di un iter spedito, propone di concentrare le audizioni in una sola giornata, al fine di rispettare una tempistica funzionale ad una rapida approvazione del testo di legge, che è questione centrale per la materia in questione.

  Piero FASSINO, presidente, si associa alla proposta della collega Quartapelle Procopio.

  Massimo UNGARO (IV) chiede al relatore di chiarire se, effettivamente, tutte le proposte di legge in esame prevedono la soppressione dell'«opzione inversa».

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI), relatore, precisa che non tutte le proposte di legge trattano il tema.

  Elisa SIRAGUSA (MISTO) segnala che la proposta di legge a sua prima firma non a caso non interviene sulla questione dell'opzione inversa intendendo mantenere il regime normativo in vigore, nell'esigenza di assicurare la massima flessibilità a beneficio degli elettori.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

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RISOLUZIONI

  Martedì 12 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 13.50.

7-00681 Boldrini: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
7-00712 Ermellino: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
7-00721 Di Stasio: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
7-00730 Orsini: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
7-00731 Formentini: Sul rilancio del processo di pace in Medio Oriente.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto delle risoluzioni in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 22 settembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, ricorda che nella precedente seduta si è svolta l'illustrazione delle risoluzioni in titolo 7-00681 Boldrini, 7-00712 Ermellino e 7-00721 Di Stasio e che i colleghi Orsini e Formentini hanno preannunciato la presentazione di atti di indirizzo sulla medesima materia ai fini di una possibile trattazione congiunta e della stesura di un auspicabile testo unificato.
  Avverte che nel prosieguo sono state presentate e assegnate alla III Commissione le risoluzioni nn. 7-00730 Orsini e 7-00731 Formentini che, in quanto vertenti sulla medesima materia, in assenza di obiezioni, potranno essere discusse congiuntamente agli altri atti di indirizzo in titolo.

  Andrea ORSINI (FI), illustrando la proposta di risoluzione n. 7-00730 in titolo, a sua prima firma, in via preliminare sottolinea che essa nasce da una valutazione realistica dell'attuale situazione in Medio Oriente: a suo avviso, infatti, troppo spesso il dibattito su questo tema è condizionato da un eccesso di vuota retorica e da un inaccettabile pregiudizio ostile nei confronti di Israele. Riconoscendo i significativi progressi ottenuti con gli Accordi di Abramo, che hanno contribuito a distendere i rapporti tra Israele e taluni Paesi arabi, aggiungendosi agli accordi di pace già da tempo stipulati con Egitto e Giordania, esprime seria preoccupazione per la crisi che sta attraversando l'Autorità Nazionale Palestinese e per la costante crescita di consensi per Hamas, che rappresenta una concreta minaccia per ogni tentativo di pacificazione.
  Ribadendo, quindi, la necessità di agevolare negoziati diretti tra le due Parti, stigmatizza le azioni assunte dalla comunità internazionale, segnalando che solo nel 2020 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato ben diciassette risoluzioni contro Israele per violazioni dei diritti umani e solo sei risoluzioni relative a sei degli altri 192 Paesi membri, alcuni dei quali sono palesemente Stati totalitari, al contrario di Israele, che è l'unico baluardo di democrazia in Medio Oriente. Sottolinea che d'altra parte Israele è anche l'unico Paese al mondo condannato dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite per violazioni dei diritti delle donne, a fronte di uno scenario internazionale che su questo versante offre una gamma di violazioni gravissime da parte di un numero assai elevato di altri Paesi. A suo avviso, bene ha fatto il Governo italiano, in continuità con la posizione tenuta dall'Italia nel 2009 e nel 2011, a confermare ufficialmente la non partecipazione del nostro Paese alle celebrazioni per il ventesimo anniversario dell'adozione della Dichiarazione e del Programma d'azione di Durban, un evento divenuto purtroppo la tribuna per promuovere posizioni antisemite.
  Evidenziando che la formula «due popoli due Stati» costituisce tuttora la prospettiva Pag. 200 più auspicabile per una soluzione del conflitto, precisa che essa è tuttavia subordinata al rispetto degli Accordi di Abramo, alla capacità della parte palestinese ad assumere un ruolo protagonista in questo contesto garantendo, da un lato, ad Israele il diritto a vivere in pace e in sicurezza e, dall'altro, ai suoi cittadini libertà e diritti umani fondamentali.
  Sulla base di queste premesse, rileva che la proposta di risoluzione impegna il Governo a: favorire, in sede sia bilaterale sia multilaterale, il rilancio del processo di pace tra israeliani e palestinesi, attraverso la ripresa del negoziato diretto come via maestra per arrivare alla soluzione «due popoli due Stati»; in secondo luogo, ad evitare di compiere qualsiasi atto e gesto simbolico di legittimazione di organizzazioni terroristiche islamiche, Hamas compresa, e a promuovere nei loro confronti, di concerto con gli altri Stati membri dell'Unione europea e con gli Stati Uniti d'America, un'azione di intransigente contrasto ad ogni livello.

  La Viceministra Marina SERENI, rinviando ad una fase successiva l'espressione del parere sulle proposte di risoluzione, nell'auspicio che si possa pervenire alla stesura di un testo unitario, sottolinea che il Governo è fermamente convinto che una soluzione reale, vera e duratura della questione israelo-palestinese non possa che passare per la realizzazione di due diritti: quello di Israele ad esistere in pace e sicurezza e quello dei palestinesi a vivere vite normali in uno Stato sovrano e autonomo. Ricorda che, pertanto, gli sforzi diplomatici del nostro Paese continuano ad articolarsi lungo questa direttrice.
  Evidenzia, altresì, che l'entrata in vigore del cessate il fuoco al termine delle più recenti ostilità ha aperto una nuova fase in cui l'intera comunità internazionale sta operando affinché si possa pervenire ad un consolidamento della tregua. Parte fondamentale di questo sforzo rimane il necessario miglioramento delle condizioni di vita dei palestinesi, in Cisgiordania e a Gaza. Segnala che, nell'immediato, questo significa rafforzare le attività di assistenza per l'emergenza e di sostegno per la ricostruzione e lo sviluppo socio-economico della Striscia.
  Quanto al processo di ricostruzione, ribadisce l'impegno dell'Esecutivo affinché le risorse internazionali ad essa dedicate vengano impiegate a beneficio esclusivo della popolazione della Striscia. Segnala che la sua missione in Israele e Palestina ha fornito l'occasione per ribadire a tutti gli interlocutori la ferma aspettativa dell'Italia che la ricostruzione si concili con adeguate garanzie di sicurezza di Israele. Pertanto, segnala che il Governo intende vigilare attentamente affinché i fondi internazionali non contribuiscano a ricostituire le capacità militari di Hamas e non vengano impiegati dal movimento per rafforzarne il prestigio e l'influenza a danno dell'Autorità Nazionale Palestinese.
  Segnala che sono allo studio dei meccanismi di supervisione e controllo per la gestione diretta dei contributi, mentre la comunità internazionale sta lavorando all'ipotesi di una conferenza dei donatori.
  Segnala che, con approccio concreto e pragmatico, in occasione del Vertice intergovernativo di Palma di Maiorca del 25 novembre, l'Italia ha lanciato con la Spagna un'azione congiunta per mantenere il Processo di Pace al centro dell'attenzione e rivitalizzare il ruolo del Quartetto Internazionale (ONU, UE, Russia e Stati Uniti), unico foro legittimato a mediare nel conflitto. Altro scopo dell'iniziativa è quello di rafforzare il ruolo dell'Unione europea.
  Nelle consultazioni con la Giordania in formato esteri-difesa-intelligence dello scorso 4 ottobre, il Ministro Di Maio ha ribadito il pieno sostegno italiano agli sforzi internazionali per giungere a una tregua duratura tra Israele e Hamas, sottolineando la necessità, in una prospettiva di lungo periodo, di lavorare sul rilancio di un orizzonte politico, per creare le condizioni per un ritorno delle parti al tavolo dei negoziati appena sarà possibile. Ciò nella consapevolezza che, la contingenza attuale, caratterizzata dall'insediamento di un nuovo Governo in Israele estremamente cauto nell'esporsi su temi potenzialmente divisivi, non lascia intravedere la ripresa di iniziative ambiziose. Sottolinea, dunque, l'opportunità Pag. 201 di favorire piccoli passi, da entrambe le parti, capaci di ricostruire la fiducia reciproca, con l'obiettivo di creare le condizioni per il riavvio di un negoziato diretto tra le parti e per il rilancio del processo di pace.
  In questo senso, rileva l'esigenza di incoraggiare gesti di buona volontà volti a migliorare le condizioni di vita dei palestinesi compiuti recentemente da parte israeliana e il piano «Economy for Security» per la Striscia di Gaza annunciato dal Ministro degli esteri israeliano Lapid: un piano dai contenuti fortemente pragmatici che si pone l'obiettivo di assicurare aiuti umanitari, la ricostruzione della Striscia e il sostegno economico alla popolazione gazawi in cambio di stabilità e sicurezza.
  Sottolinea che l'Italia ha accolto con favore il processo di normalizzazione tra Israele e alcuni Paesi arabi perché ritiene che esso possa contribuire a portare pace e stabilità in Medio Oriente. Allo stesso tempo, ribadisce che la normalizzazione non può sostituire né interferire con il processo di pace israelo-palestinese e che i due processi devono procedere in parallelo, sfruttando le possibili sinergie.
  A suo avviso, di fondamentale importanza è l'azione della nostra cooperazione allo sviluppo, anche attraverso le organizzazioni della società civile. Si tratta di un impegno storico che ci ha visti in prima fila in molte iniziative in favore della popolazione palestinese, anzitutto nei settori della salute e della parità di genere. Ricorda che, in un momento critico per il processo di pace, l'Italia considera anche l'Agenzia delle Nazioni Unite a sostegno dei rifugiati palestinesi (UNRWA) un tassello cruciale per assicurare la stabilità della regione. Al riguardo, segnala che, nel difficile contesto in cui opera, l'Agenzia ha alleviato le difficoltà di milioni di rifugiati palestinesi assicurando ripari, cibo, servizi sanitari, istruzione e occupandosi dei loro bisogni di lungo periodo. L'Italia assicura un costante sostegno con contributi volontari al bilancio generale dell'Agenzia, oltre a contributi di emergenza e per specifici progetti. Conferma, quindi, l'impegno a garantirne l'operatività, l'efficienza e la stabilità finanziaria.

  Piero FASSINO, presidente, esprime apprezzamento per l'articolata ed esaustiva esposizione del Governo, che può fornire elementi utili per la stesura di un testo unitario di risoluzione.

  Laura BOLDRINI (PD), associandosi agli apprezzamenti per la Viceministra Sereni, sottolinea la necessità di concordare una tempistica serrata per la redazione di un eventuale testo unitario, tenuto conto del tempo già trascorso dalla presentazione degli atti di indirizzo. Propone la costituzione di un gruppo di lavoro e la definizione di una serrata tabella di marcia.

  Piero FASSINO, presidente, si impegna a convocare a breve una riunione informale dei presentatori delle proposte di risoluzioni, in cui sottoporre una prima proposta di testo unitario.

  Laura BOLDRINI (PD), prima di procedere alla stesura di un testo unitario, propone che in tale riunione i presentatori delle diverse proposte di risoluzione evidenzino i propri punti irrinunciabili per poi valutare la praticabilità di un testo unitario.

  Piero FASSINO, presidente, conferma dunque la proposta di riunione. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.10 alle 14.15.