CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 ottobre 2021
671.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 113

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 12.45.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021.
Doc. LVII, n. 4-bis e Allegati.
(Esame e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Mauro DEL BARBA (IV), relatore, ricorda in via preliminare che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 (NADEF) rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del Documento di economia e finanza (DEF) in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull'andamento del quadro macroeconomico. Il documento contiene, in particolare, l'aggiornamento degli obiettivi programmatici, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.
  Segnala, inoltre, che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2022-2024 rispetto a quello contenuto nel DEF dello scorso mese di aprile ed è suddivisa in due sezioni, relative al quadro macroeconomico e ai dati di finanza pubblica.
  Precisa che nel corso della sua relazione, si soffermerà, dopo una rapida analisi del quadro internazionale, dapprima sul quadro macroeconomico nazionale, dando conto dello scenario tendenziale e dello scenario programmatico e, successivamente, passerò all'analisi della finanza pubblica. Tutto ciò premesso, rappresenta quanto segue.
  Lo scenario macroeconomico internazionale illustrato nella Nota evidenzia come la ripresa economica mondiale si sia rafforzata a partire dalla primavera del 2021, grazie alla rimozione delle restrizioni sociali, resa possibile dal progredire delle campagne vaccinali contro il COVID-19, soprattutto nei Paesi avanzati, e alla forte crescita del commercio mondiale.
  Nel complesso, il rafforzamento della domanda globale ha sostenuto l'aumento degli scambi commerciali internazionali nella prima metà dell'anno (2,4 per cento in media nei primi due trimestri), sebbene abbia determinato, al contempo, pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime, come petrolio e metalli, e dei prodotti intermedi, a causa delle strozzature dal lato dell'offerta, dovute alla crisi sanitaria, che ha provocato tensioni sulle catene internazionali di approvvigionamento. La produzione sta infatti risentendo in maniera crescente della difficoltà di reperimento di materiali e di forza lavoro qualificata. Tali Pag. 114rialzi hanno indotto una accelerazione del tasso di crescita dei prezzi a livello mondiale, portando l'inflazione al consumo dei Paesi dell'area dell'OCSE al 4,2 per cento su base annua, sospinta soprattutto dai prezzi energetici.
  Nel complesso, le prospettive per la ripresa economica globale risultano comunque solide, sebbene l'andamento dell'epidemia e delle campagne vaccinali continuino a condizionare fortemente la dinamica delle attività produttive nelle diverse aree del mondo. In particolare, le proiezioni sull'andamento del commercio internazionale si presentano molto più favorevoli di quanto prefigurato nel DEF, soprattutto per l'anno in corso e per il 2022 (+1,9 punti percentuali in ciascun anno). Anche per i successivi due anni, l'andamento del commercio mondiale risulta più favorevole rispetto a quanto prospettato in primavera. Il prezzo del petrolio si attesta invece su un livello più elevato di quanto prospettato in primavera, soprattutto nel triennio 2022-2024.
  Con riferimento specifico all'area dell'euro, la Nota mette in evidenza come l'economia dell'area abbia ripreso a crescere nel secondo trimestre dell'anno in corso, registrando un robusto rimbalzo (2,2 per cento), dopo i precedenti trimestri di flessione. Secondo quanto riportato nella Nota, il PIL reale dell'area avrebbe raggiunto un livello di soli 2,5 punti percentuali inferiore a quello del quarto trimestre del 2019, un divario che, secondo le più recenti stime della Banca centrale europea e della Commissione europea, sarebbe destinato ad annullarsi nell'ultimo trimestre dell'anno in corso, grazie soprattutto al contributo della domanda interna.
  Nel primo semestre del 2021 l'economia italiana è stata interessata da una ripresa economica superiore a quanto prospettato nel DEF. Il primo trimestre ha registrato una lieve ripresa del PIL (0,2 per cento) nonostante le restrizioni ancora elevate. Il secondo trimestre ha visto una marcata accelerazione del PIL (2,7 per cento), 3,8 punti al di sotto dei livelli pre-crisi, grazie agli effetti della campagna vaccinale e al progressivo venir meno delle misure di restrizione.
  La crescita è stata sostenuta dalla domanda interna al netto delle scorte, negative nel secondo trimestre. La domanda estera netta, dopo l'apporto negativo del primo trimestre, ha contribuito positivamente alla crescita del PIL nel secondo trimestre. La Nota sottolinea che l'avanzo commerciale dell'Italia è stato pari a circa 37,5 miliardi (in aumento di quasi 14 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019), rimanendo tra i più alti in Europa dopo Germania e Paesi Bassi. L'andamento degli investimenti è risultato positivo in entrambi i primi due trimestri dell'anno. Dal lato dell'offerta, la Nota sottolinea che le misure di distanziamento sociale e di restrizione all'attività hanno continuato a determinare andamenti settoriali differenziati: il manifatturiero ha mostrato, soprattutto in apertura d'anno, un dinamismo marcatamente superiore rispetto ai servizi, direttamente interessati dalle restrizioni. Tuttavia, a partire dal mese di aprile, con il graduale ripristino delle normali condizioni di operatività, anche il settore dei servizi ha osservato una ripresa considerevole, recuperando però solo parzialmente il terreno perso durante il 2020.
  Il 2021 è contrassegnato da una ripresa dell'inflazione, meno accentuata che in altre economie avanzate (l'inflazione nell'area euro ha raggiunto il 3 per cento in agosto), ma pur sempre significativa. L'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), dopo un calo medio dello 0,2 per cento nel 2020, nei primi otto mesi di quest'anno è aumentato mediamente dell'1,2 per cento sul corrispondente periodo del 2020, trainato dal rimbalzo dei prezzi dei prodotti energetici.
  In particolare, la Nota di aggiornamento presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico, coerenti con lo scenario aggiornato riguardante le variabili esogene internazionali. Lo scenario programmatico incorpora l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2022. Le due previsioni, che coincidono per l'anno Pag. 115in corso, si differenziano negli anni successivi, in relazione alle future misure di politica fiscale.
  Per quanto concerne lo scenario tendenziale, le informazioni congiunturali più recenti indicano che la dinamica positiva del PIL, registrata nella prima metà dell'anno, si è ulteriormente consolidata nei mesi estivi, in cui si stima che il PIL sia cresciuto ad un tasso del 2,2 per cento rispetto al periodo precedente, trainato ulteriormente dai servizi, con il robusto apporto del settore delle costruzioni, a fronte di una lieve moderazione dell'espansione del manifatturiero.
  La Nota evidenzia che gli incrementi del PIL che si sono registrati in corso d'anno riflettono già alcuni incentivi all'innovazione e all'efficientamento energetico finanziati dal PNRR, ma non ne incorporano ancora il forte impulso agli investimenti pubblici.
  L'espansione superiore alle attese registrata dal PIL nella prima metà dell'anno e la previsione di un incremento ancora robusto dell'attività economica anche nel terzo trimestre porta a rivedere al rialzo le prospettive per il 2021. Anche adottando una stima prudenziale circa le prospettive per gli ultimi tre mesi dell'anno (ipotizzando un fisiologico rallentamento della crescita ad un livello non superiore al mezzo punto percentuale) la previsione annuale di crescita dal PIL nel 2021 si colloca ora al 6 per cento, a fronte del 4,5 per cento ipotizzato nel DEF di aprile. Le prospettive di un ulteriore recupero del PIL nel corso dell'anno sono peraltro legate all'evoluzione della domanda globale. Le variabili esogene sottostanti la previsione della Nota risultano, infatti, per l'anno in corso, più favorevoli nel complesso rispetto a quanto ipotizzato nel DEF. La crescita del commercio mondiale e delle importazioni dei principali partner commerciali è infatti rivista al rialzo per il 2021 ed il tasso di cambio dell'euro è più competitivo rispetto al livello utilizzato per la previsione del DEF, soprattutto contro il dollaro.
  Relativamente al 2022, anche a causa del più elevato punto di partenza, la previsione di crescita viene rivista al ribasso al 4,2 per cento (contro il 4,8 per cento del DEF, dunque –0,6 punti percentuali).
  La Nota sottolinea che, nel complesso, le nuove previsioni per il biennio 2021-2022 segnano un recupero complessivo del PIL più robusto di quanto ipotizzato nel DEF, che consente già nel 2022 il raggiungimento di un livello di PIL reale lievemente superiore a quello del 2019, in anticipo di un trimestre rispetto alla previsione programmatica di primavera.
  Per gli ultimi due anni dell'orizzonte di previsione, considerato l'effetto congiunto della revisione delle esogene e delle ipotesi relative al PNRR, si confermano sostanzialmente le previsioni del DEF, con una crescita del PIL al 2,6 per cento nel 2023 e all'1,9 per cento nel 2024.
  Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2022 e successivi presentato nella Nota include l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio.
  La manovra di finanza pubblica per il 2022-2024 continuerà ad assicurare il supporto al settore privato fin fino a quando sarà necessario per conseguire il consolidamento della ripresa economica, con l'obiettivo non soltanto di colmare il divario con il periodo pre-pandemia, ma di recuperare anche la crescita perduta sin da allora.
  Gli interventi di politica fiscale che il Governo intende adottare mirano ad un rafforzamento della dinamica espansiva del PIL nell'anno in corso e nel successivo. Rilevano, in particolare, la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle PMI e per la promozione dell'efficientamento energetico e dell'innovazione. Nello scenario programmatico, la crescita del PIL reale è prevista pari al 4,7 per cento nel 2022, al 2,8 per cento nel 2023 e al 1,9 per cento nel 2024.
  La più elevata crescita in confronto al quadro tendenziale è principalmente trainata dagli investimenti fissi lordi, favoriti, nella componente privata, dalla conferma di contributi pubblici in scadenza e dall'introduzione di nuovi. In particolare, in linea con l'impostazione del DEF, il peso degli investimenti sul totale dell'attività economica Pag. 116 si conferma in aumento lungo tutto l'orizzonte di previsione, fino a risultare prossimo al 21 per cento del PIL nel 2024. Si prevede, inoltre, un effetto espansivo robusto, ancorché di entità più contenuta, sulla spesa per consumi finali delle famiglie.
  Per quanto concerne invece il mercato del lavoro, a livello tendenziale si prospetta un aumento sostenuto nel terzo trimestre del numero di persone occupate, anche grazie al recupero dell'occupazione stagionale e a tempo determinato prevalente nel settore dei servizi. Inoltre, anche alla luce delle ultime statistiche sull'andamento della cassa integrazione guadagni (CIG), si prevede che il graduale ritorno alla piena operatività di molti settori agevolerà il rientro di una parte dei soggetti assenti dal lavoro da più di tre mesi e quindi considerati inattivi. Il tasso di disoccupazione per il 2021 è stimato al 9,6 per cento, per poi ridursi progressivamente negli anni successivi fino al 7,9 per cento nel 2024. Nel quadro programmatico si prevede che la maggiore espansione del PIL generi un aumento dell'occupazione, determinando una riduzione più accentuata del tasso di disoccupazione, che è prevista attestarsi al 9,1 per cento nel 2022, all'8,4 per cento e al 7,7 per cento nel 2024.
  Nel rispetto dei regolamenti europei le previsioni macroeconomiche pubblicate nella NADEF sono state sottoposte alla valutazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), che le ha validate sia nello scenario tendenziale, basato sulle previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente, sia nello scenario programmatico, che incorpora gli interventi di politica economica che il Governo intende porre in essere con la legge di bilancio. La normativa europea richiede la validazione delle sole previsioni programmatiche. In accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze (MEF), tuttavia, l'UPB estende l'esercizio di validazione anche alle previsioni dello scenario tendenziale.
  L'orizzonte della validazione concerne il periodo oggetto del Documento programmatico di bilancio (DPB), ossia il biennio 2021-2022. Gli anni successivi (2023-2024) non sono oggetto di validazione, tuttavia l'UPB valuta il realismo delle previsioni del Governo al di fuori del processo di validazione. La validazione è stata condotta dall'UPB basandosi sul confronto delle previsioni del MEF con cinque distinte previsioni – nel quadro di un panel composto, oltre che dallo stesso UPB, da CER, Oxford Economics, Prometeia e REF.ricerche –, assumendo ipotesi comuni sulle variabili esogene internazionali e sulla manovra di finanza pubblica.
  Le previsioni macroeconomiche tendenziali sono state validate dall'UPB con nota del 24 settembre 2021, che, con nota del 5 ottobre 2021, ha altresì validato il quadro macroeconomico programmatico, mettendo tuttavia in evidenza che sussistono molteplici fattori di rischio.
  Come evidenziato in premessa, ribadisce che la Nota di aggiornamento rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni di finanza pubblica del DEF e gli obiettivi programmatici.
  Dalle previsioni basate sulla legislazione vigente aggiornate per il periodo 2021-2024 emerge un miglioramento dell'indebitamento netto rispetto alle previsioni del DEF 2021. In particolare, in rapporto al PIL, per il 2021 la stima passa dal 9,5 al 9,4 per cento. Negli anni successivi è previsto un sensibile calo del rapporto, dovuto al venir meno delle misure legate all'emergenza pandemica: il deficit si attesta quindi al 4,4 per cento del PIL nel 2022, al 2,4 per cento nel 2023 e al 2,1 per cento nel 2024. Tale andamento riflette un costante miglioramento della spesa per interessi, che passa dal 3,4 per cento dell'anno in corso al 2,5 per cento del 2024, e del saldo primario, il quale passa dal –6,0 per cento dell'anno in corso al –1,5 per cento nel 2022, allo 0,3 per cento nel 2023 e allo 0,4 per cento nel 2024.
  Lo scenario previsionale della NADEF tiene conto non solo dei decreti-legge n. 30 del 2021 (recante «Misure per fronteggiare la pandemia e di sostegno per lavoratori con figli minori») e n. 41 del 2021 (cosiddetto «Sostegni») adottati nei mesi di marzo e aprile e già considerati dal DEF 2021, ma Pag. 117anche dell'impatto del decreto-legge n. 59 del 2021 concernente il «Fondo complementare», del decreto n. 73 del 2021 (cosiddetto «Sostegni-bis») e di altri provvedimenti adottati dopo il documento programmatico di aprile. I predetti decreti hanno determinato effetti rilevanti sul saldo di indebitamento, in coerenza con le autorizzazioni allo scostamento di bilancio richieste al Parlamento. Gli effetti cumulati dei provvedimenti legislativi di urgenza varati nel 2021 ammontano, in termini di indebitamento netto, a circa 71,9 miliardi nel 2021, 5,4 miliardi nel 2022 e 4,5 nel 2023.
  Per quanto riguarda le entrate, le previsioni riferite al periodo 2021-2024 scontano le più favorevoli prospettive di crescita rispetto agli obiettivi fissati nel DEF, i risultati dell'attività di monitoraggio sulla finanza pubblica, l'impatto dei provvedimenti adottati dopo il DEF, nonché il riallineamento delle ipotesi sottostanti l'utilizzo dei fondi del NGEU e del React-EU. Complessivamente, le nuove previsioni di entrata per il periodo 2021-2024 evidenziano, in valore assoluto, un andamento annuo crescente, passando da 833 miliardi nel 2021 a 939,2 miliardi nel 2024. In rapporto al PIL, si registra un incremento del rapporto nel 2022 rispetto al 2021 (da 46,8 per cento a 47,4 per cento), mentre nel biennio successivo si assiste ad una contrazione (47,3 per cento nel 2023 e 46,4 per cento nel 2024). La NADEF segnala che tale tendenza riflette, oltre alla disattivazione degli aumenti IVA e accise, già considerata nei precedenti documenti di programmazione, anche le misure fiscali della legge di bilancio 2021, che comprendono, fra l'altro, la messa a regime del taglio del cuneo fiscale.
  Le previsioni delle entrate tributarie presentano, in valore assoluto, una generale revisione al rialzo nel periodo 2021-2024, cui concorrono tutte le componenti (ossia le imposte dirette, le imposte indirette e le imposte in conto capitale). In termini di PIL, le predette componenti registrano invece un diverso andamento. La Nota evidenzia che, anche per effetto delle misure fiscali introdotte dalla legge di bilancio 2021 (tra le quali la messa a regime del taglio del cuneo fiscale), le imposte dirette nella fase iniziale scendono progressivamente (dal 15,2 per cento nel 2020 al 13,9 nel 2024), mentre per le imposte indirette si prevede, per effetto della ripresa economica, un incremento negli anni 2021-2022 (dal 13,8 per cento nel 2020 al 14,1 per cento nel 2021 e al 14,4 per cento nel 2022), seguito da una lieve riduzione negli anni successivi, in cui si attestano al 14,3 per cento del PIL. Le imposte in conto capitale, in rapporto al PIL, rimangono stabili allo 0,1 per cento. Per quanto riguarda i contributi sociali, la Nota stima un incremento dell'1,8 per cento rispetto al 2020 (232.806 milioni di euro rispetto a 228.641 milioni del 2020, con un differenziale positivo di circa 4,2 miliardi di euro), e quindi un forte rimbalzo del gettito da contributi sociali pari a +8,4 per cento nel 2022 rispetto al 2021 (+19,5 miliardi tra il 2022 e il 2021). A seguire, si prevede il ritorno ad una crescita media annua dei contributi di circa il 3,3 per cento nel biennio 2023-2024 (+3,2 nel 2023 e +3,3 nel 2024), in linea con la dinamica degli occupati e dei redditi da lavoro del quadro macroeconomico sottostante alle previsioni.
  I dati sulla pressione fiscale – indicati dalla Nota al lordo e al netto degli effetti del trattamento integrativo di 100 euro riconosciuto ai titolari di redditi da lavoro dipendente – mostrano un lieve incremento nel 2022 e un andamento decrescente negli anni 2023 e 2024.
  Con riferimento alla spesa primaria, la NADEF stima nel 2021 una crescita, rispetto al 2020, del 6 per cento (passando da 887,2 miliardi a 940,3 miliardi). Nel 2022 la spesa invece si contrae, riducendosi del 2,1 per cento (920,6 miliardi), per poi tornare a crescere nel biennio 2023-2024 dello 0,2 per cento nel primo anno e poi dello 0,9 per cento nel 2024 (attestandosi ad un livello di 930,9 miliardi). L'incidenza sul PIL mostra una riduzione in tutto il periodo di previsione, passando dallo 52,8 per cento del 2021 al 46 per cento del 2024. Con riferimento alla spesa corrente primaria, nel quadro aggiornato rispetto alle stime del DEF si registra, nel biennio 2021-2022, Pag. 118un incremento dell'aggregato (pari a circa 8 miliardi nel 2021 e a 2,8 miliardi nel 2022) e una riduzione nel biennio successivo, pari a 5,9 miliardi nel 2023 e a 2,8 miliardi nel 2024.
  In rapporto al PIL, le pensioni sono previste in calo (16,2 per cento nel 2021, 15,7 per cento nel 2022, 15,6 nel 2023 e 15,4 nel 2024), pur attestandosi, al termine dell'arco temporale preso in considerazione, sopra al livello fatto registrare nel 2018 (15,2 per cento del PIL), prima cioè dell'adozione delle misure pensionistiche contenute nel decreto-legge n. 4 del 2019, tra cui la cosiddetta «Quota 100», il cui periodo di applicazione ha termine il 31 dicembre 2021.
  Con riguardo alla spesa in conto capitale si registra una revisione della stima, con variazioni in aumento per tutto il periodo di previsione rispetto alle previsioni del DEF: 1,1 miliardi nel 2021, 1,4 miliardi nel 2022, 2,1 miliardi nel 2023 e 8,1 miliardi nel 2024. In particolare, nel 2021 l'evoluzione dell'aggregato è caratterizzata da un aumento di tutte le componenti: gli investimenti fissi lordi crescono rispetto all'anno precedente del 19,7 per cento (+8,4 miliardi); i contributi agli investimenti crescono del 40 per cento (+7,1 miliardi) e le altre spese in conto capitale del 10,9 per cento (+3,1 miliardi).
  In rapporto al PIL, gli investimenti fissi lordi della PA aumenteranno dal 2,9 per cento del 2021 al 3,3 per cento nel 2023, per poi salire fino al 3,4 per cento nel 2024.
  Per quanto attiene alla spesa per interessi, l'andamento stimato indica un incremento nell'anno 2021 per 3,2 miliardi, per poi registrare una riduzione di 5,2 miliardi nel 2022. L'andamento decrescente si osserva, seppur in maniera più contenuta, anche negli anni 2023 (per 2,8 miliardi) e nel 2024 (circa 2 miliardi). In termini di incidenza sul Pil, la spesa presenta un andamento decrescente, dal 3,4 per cento nel 2021 fino al 2,5 per cento nell'anno 2024. Con riguardo all'andamento per gli anni 2021-2024 che emerge dalle nuove stime a legislazione vigente, la NADEF precisa che l'aumento del 2021 è dovuto all'andamento dell'inflazione, che comporta una maggiore spesa per interessi passivi legata ai titoli indicizzati all'inflazione. La Nota sottolinea tuttavia che l'incidenza degli interessi passivi sul PIL mostrerà una prima, lieve riduzione al 3,4 per cento già nell'anno in corso e scenderà gradualmente al 2,5 per cento del PIL alla fine dell'orizzonte di previsione.
  Per quanto riguarda lo scenario programmatico di finanza pubblica, rileva che il Governo ritiene necessario integrare lo stimolo di bilancio che sarà fornito dall'attuazione del PNRR con un'intonazione espansiva della politica di bilancio. La previsione aggiornata dell'indebitamento netto per il triennio 2022-2024, sensibilmente più bassa di quella del DEF, consente di liberare un ammontare di risorse pari a circa 1,2 punti percentuali del PIL nel 2022, 1,5 punti percentuali nel 2023 e 1,2 punti percentuali nel 2024, pur puntando ad una marcata riduzione del rapporto fra deficit e PIL. Anche in considerazione degli orientamenti europei in tema di intonazione della politica di bilancio e utilizzo della flessibilità nell'ambito del Patto di stabilità e crescita (PSC), il sentiero programmatico prevede un obiettivo di indebitamento netto per il 2022 pari al –5,6 per cento del PIL seguito da un'ulteriore discesa al –3,9 per cento nel 2023 e al –3,3 per cento nel 2024. In corrispondenza di tali obiettivi, nello scenario programmatico il saldo primario (ovvero il saldo di bilancio esclusi i pagamenti per interessi) passerebbe da –6,0 per cento del 2021 a –2,7 per cento nel 2022, per poi attestarsi a –1,2 per cento nel 2023 e a –0,8 per cento nel 2024, lasciando sostanzialmente inalterato il percorso di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT). Il profilo testé aggiornato modifica al ribasso il sentiero dell'indebitamento netto precedentemente indicato nel DEF 2021 lungo l'intero periodo 2021-2024, lasciando inalterato il percorso di rientro del saldo strutturale verso l'OMT, e non necessita, pertanto, la presentazione di una Relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012.
  Le risorse rese disponibili da questo profilo programmatico di indebitamento consentiranno di attuare la riforma degli Pag. 119ammortizzatori sociali e un primo stadio della riforma fiscale, di mettere a regime l'assegno unico universale per i figli, di ridurre gli oneri a carico dei settori produttivi e di accrescere gli investimenti e le spese per ricerca, innovazione e istruzione. Con la prossima legge di bilancio 2022-2024 il Governo intende inoltre rafforzare il sistema sanitario nazionale, destinare risorse aggiuntive ai rinnovi dei contratti pubblici e al rifinanziamento delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente, tra cui missioni di pace e taluni fondi di investimento, nonché prolungare diverse misure di rilievo economico e sociale, fra cui il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e gli incentivi all'efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi. Sarà inoltre potenziato il servizio di asilo nido, quello di assistenza sociale e quello di trasporto scolastico di studenti disabili.
  L'impostazione della politica di bilancio continuerà a sostenere l'economia con interventi mirati fino a quando il PIL e l'occupazione non avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019, mentre sarà maggiormente orientata alla riduzione strutturale di deficit e rapporto debito/PIL a partire dal 2024, con l'obiettivo di ricondurre il rapporto debito/PIL intorno al livello pre-crisi entro il 2030.
  Per quanto riguarda i saldi strutturali di finanza pubblica, si rammenta che all'indomani dello scoppio dell'emergenza pandemica, l'attivazione della clausola di salvaguardia generale (CSG) da parte della Commissione europea e del Consiglio europeo ha permesso agli Stati membri dell'Unione europea di deviare temporaneamente dal loro percorso di avvicinamento all'OMT a condizione che la sostenibilità di bilancio nel medio termine non fosse compromessa. Nella sua comunicazione generale del 2 giugno 2021, la Commissione europea ha ribadito che per sostenere la ripresa rimane fondamentale il coordinamento a livello europeo delle politiche di bilancio nazionali e che quest'ultime devono continuare a sostenere l'economia anche nel 2021 e 2022. Il disavanzo strutturale è previsto salire dal 4,7 per cento del PIL potenziale del 2020, a fronte dell'1,8 per cento nel 2019, al 7,6 per cento nel 2021. La variazione dei saldi strutturali, e dell'aggregato rilevante di spesa, per il biennio sarebbe fuori linea rispetto all'aderenza alle regole di bilancio ma ciò non assume rilevanza ai fini del rispetto della normativa europea di bilancio in considerazione dell'incertezza dell'andamento della pandemia e dei possibili risvolti sull'economia.
  Quanto al debito pubblico, la stima preliminare del Governo per il 2021 prevede un rapporto debito/PIL del 153,5 per cento, inferiore di 6,3 punti percentuali rispetto al rapporto del 159,8 per cento previsto nello scenario programmatico del DEF 2021. Rispetto al 2020, il rapporto debito/PIL è previsto in riduzione di 2,1 punti percentuali. Il calo deriva dalla crescita economica superiore alle attese e dal migliore andamento della finanza pubblica. Secondo la NADEF, infatti, sia il cosiddetto effetto snow-ball, sia il contenimento del deficit primario, nonché il protrarsi di bassi rendimenti lungo tutta la curva dei titoli di Stato, contribuirà alla discesa del rapporto debito/PIL a partire dal 2021 e anche nei tre anni successivi. Nel triennio successivo, la combinazione di una riduzione del fabbisogno di liquidità del settore pubblico (pari a 3,7 punti percentuali di PIL nel 2022 e 0,5 punti percentuali di PIL nel 2023) e della forte ripresa della crescita del PIL nominale (6,4 per cento nel 2022 e 4,3 per cento nel 2023), manterrà il rapporto debito/PIL su un sentiero decrescente: 149,4 per cento nel 2022, 147,6 per cento nel 2023 e 146,1 per cento nel 2024.
  Avviandomi alla conclusione, ricordo che alla Nota di aggiornamento risultano allegati, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità, le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva e la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva. Pag. 120
  Per quanto concerne, infine, i disegni di legge collegati, la Nota dichiara collegati alla decisione di bilancio 21 provvedimenti puntualmente indicati nel testo. Per maggiori dettagli sul contenuto della NADEF 2021, rinvia in ogni caso alla documentazione predisposta dai competenti uffici di Camera e Senato. Sottolinea infine che, sulla base anche degli elementi emersi nel corso delle proficue audizioni svolte congiuntamente dalle Commissioni bilancio di Camera e Senato, si trae nel complesso un quadro macroeconomico e di finanza pubblica decisamente favorevole per il nostro Paese, in considerazione anche del positivo andamento dei tassi di interesse, con benefiche ricadute sul debito pubblico, fermo restando che gli obiettivi indicati nella Nota di aggiornamento potranno essere meglio perseguiti nel contesto di una efficace prosecuzione e implementazione della campagna vaccinale in corso contro il COVID-19.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), ferma naturalmente restando una sostanziale divergenza sul merito delle singole questioni, esprime preliminarmente un sincero apprezzamento per la piena disponibilità al confronto manifestata dal Ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco nel corso della sua audizione odierna, laddove – in controtendenza rispetto a quanto verificatosi spesso nel recente passato – egli ha risposto esaustivamente ai quesiti posti dai vari gruppi parlamentari, inclusi quelli di opposizione. Tanto premesso, anticipa il voto contrario del gruppo Fratelli d'Italia sulla Nota di aggiornamento del DEF 2021, dal momento che le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica in essa contenute appaiono assai poco realistiche e non in grado di rappresentare in forma attendibile la situazione economica attraversata dal nostro Paese nel difficile momento attuale. In particolare, nel rinviare – per una più completa analisi delle molteplici carenze riscontrate nel documento presentato dal Governo – alla relazione di minoranza di cui preannunzia la presentazione a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, evidenzia che le stime relative all'incremento della produttività e alla crescita economica appaiono poco credibili, come assai improbabili sembrano le previsioni relative all'entità degli investimenti pubblici generati dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che allo stato risulta invece ancora molto distante dal conseguimento degli obiettivi nello stesso indicati.

  Raffaele TRANO (MISTO-L'A.C'È) rileva in premessa come le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica recate dalla Nota di aggiornamento del DEF 2021 all'esame della Commissione descrivano un quadro generale sostanzialmente favorevole per il nostro Paese, sebbene a suo avviso tali stime appaiono chiaramente improntate ad un eccesso di ottimismo e difficilmente potranno trovare conferma nella realtà, per quanto naturalmente auspica che ciò non abbia a verificarsi. Da quest'ultimo punto di vista, esprime pertanto notevoli perplessità sulla possibilità di conseguire concretamente gli obiettivi indicati nella Nota di aggiornamento, nonostante le rassicurazioni in senso contrario fornite nel corso delle rispettive audizioni dai vari soggetti intervenuti, in particolare il Ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco, il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio e i rappresentanti della Banca d'Italia.
  Nel passare quindi sinteticamente in rassegna le principali criticità che a suo giudizio emergono dall'analisi della presente Nota di aggiornamento, evidenzia in primo luogo come essa non tenga in debita considerazione le conseguenze negative connesse ad un'eventuale recrudescenza della pandemia da COVID-19, né il preoccupante rialzo del tasso di inflazione, suscettibile quest'ultimo di determinare un rallentamento nei consumi delle famiglie. Risulta parimenti colpevolmente sottovalutata nel documento presentato dal Governo la drammatica crisi della natalità vissuta oramai da alcuni anni dal nostro Paese, rispetto alla quale, da un lato, l'introduzione del cosiddetto bonus bebè appare una misura tutt'altro che sufficiente, sotto il profilo sia quantitativo che qualitativo, dall'altro, le argomentazioni esposte dal Ministro dell'economia e delle finanze Daniele Franco nel corso della predetta audizione non sono Pag. 121sembrate pienamente convincenti. Osserva come susciti altresì allarme, in particolare presso il mondo delle imprese, la prossima scadenza al termine dell'anno 2021 del cosiddetto Temporary framework varato a livello europeo per fronteggiare gli effetti della pandemia da COVID-19, ai sensi del quale gli Stati membri dell'Unione sono autorizzati ad adottare misure di sostegno al tessuto economico in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato. A tale riguardo, ritiene peraltro oramai ineludibile un'attenta riflessione sulla necessità di procedere ad una revisione delle regole europee di bilancio in vigore prima dell'inizio dell'emergenza sanitaria, in considerazione del carattere chiaramente temporaneo della sospensione del Patto di stabilità e crescita.
  Reputa, altresì, urgente affrontare con decisione la questione relativa alla insostenibile entità del nostro debito pubblico, che le stime a suo avviso eccessivamente ottimistiche del Governo collocano poco sotto il 150 per cento in rapporto al PIL nel 2024, al termine cioè dell'orizzonte temporale considerato dalla Nota di aggiornamento.
  Esprime inoltre notevoli perplessità circa i contenuti della riforma del fisco preannunziata dal Governo, che includerebbe anche rilevanti interventi di modifica alla vigente disciplina delle rendite catastali, le quali ultime – come emerge dalle bozze del testo sinora circolate – verrebbero sostanzialmente adeguate ai valori di mercato, in tal modo surrettiziamente introducendo una sorta di inaccettabile tassa patrimoniale, in linea del resto con quanto stabilito in sede europea, laddove la tendenza prevalente è nel senso di trasferire l'imposizione fiscale dalle persone fisiche ai beni. Nel rammentare come in questo momento, come del resto pubblicamente dichiarato dallo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi, appare piuttosto necessario adottare misure a sostegno delle famiglie e delle imprese anziché imporre loro un ulteriore prelievo fiscale, osserva come anche la preannunciata revisione della disciplina concernente l'IVA si presenterebbe non già come un intervento di semplificazione, bensì come una complicazione dell'attuale quadro normativo. Segnala inoltre che la Nota di aggiornamento contiene solo un generico accenno alla proroga del cosiddetto superbonus del 110 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili, che a suo avviso andrebbe viceversa resa una misura di carattere permanente, fermo restando che l'attuale disciplina risulta connotata da notevoli criticità sul piano applicativo, di fatto impedendo una corretta programmazione delle attività da parte di cittadini e imprese, in un quadro caratterizzato da profonda incertezza normativa.
  Ritiene che anche la questione delle cartelle esattoriali debba essere affrontata sulla base di scelte maggiormente coraggiose, al fine di consentire il superamento della crisi di liquidità che tuttora penalizza tanti operatori economici del nostro Paese. Nel rilevare infine i ritardi già ravvisabili nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ribadisce – per le tante criticità dianzi illustrate – un giudizio negativo sulla Nota di aggiornamento in esame, evidenziando come dal Governo in carica, da molti denominato come il «Governo dei migliori», ci si sarebbe certamente dovuti attendere decisioni politiche più ambiziose rispetto a quanto invece emerge dall'analisi del presente documento.

  Claudio BORGHI (LEGA) interviene per precisare che la Nota di aggiornamento in esame non contiene alcun espresso riferimento alla riforma del catasto, cui ha in precedenza accennato l'onorevole Trano, sulla quale naturalmente il gruppo della Lega – qualora essa fosse declinata nei termini che sono sinora trapelati – non potrebbe che esprimere un giudizio di assoluta contrarietà, essendo del tutto inconcepibile un aumento della tassazione sugli immobili. Evidenzia inoltre come della riforma del catasto – che, secondo quanto è dato apprendere da indiscrezioni, potrebbe inopinatamente essere inserita nel disegno di legge di delega per la riforma fiscale in via di predisposizione da parte del Governo – non vi è traccia neppure nel documento conclusivo approvato dalla VI Commissione finanze della Camera al termine dell'indagine conoscitiva avente ad oggetto la Pag. 122revisione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

  Fabio MELILLI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri delle Commissioni competenti in sede consultiva.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera quindi di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2021. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  La seduta termina alle 13.15.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI
SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 13.15.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi, in considerazione dell'evoluzione delle realtà del mercato.
Atto n. 288.
(Rilievi alle Commissioni VII e IX).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 22 settembre 2021.

  Fabio MELILLI, presidente, in sostituzione della relatrice, avverte che nella scorsa seduta il rappresentante del Governo si era riservato di fornire i chiarimenti sugli aspetti di carattere finanziario del provvedimento. Tuttavia, nel fare presente che sullo schema di decreto non risulta ancora pervenuto il parere del Consiglio di Stato, ne rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva (UE) 2019/1151 recante modifica della direttiva (UE) 2017/1132 per quanto concerne l'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario.
Atto n. 290.
(Rilievi alle Commissioni II e X).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 22 settembre 2021.

  La Viceministra Laura CASTELLI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dal relatore nella precedente seduta, rappresenta quanto segue.
  All'articolo 2, la piattaforma telematica pubblica predisposta e gestita dal Consiglio nazionale del notariato, ai fini della stipula delle società on line, non comporterà né l'aumento della tassa consiliare gravante su ciascun notaio, né la traslazione dei relativi oneri sull'utenza, con conseguente possibilità di portare gli oneri stessi in deduzione, posto che essa già è in uso per la stipula di scritture private autenticate a distanza da due notai nonché per la conservazione a norma degli atti pubblici informatici. Peraltro, per prassi, eventuali effetti indotti non vengono stimati, anche perché nel caso in esame risultano del tutto eventuali e non prevedibili, stanti i numerosi elementi incidenti sul reddito imponibile dei soggetti interessati.
  All'articolo 8, in materia di consultazione gratuita di determinati atti e documenti del registro delle imprese, come già evidenziato nella relazione tecnica, la neutralità di spesa a carico del sistema camerale sarà garantita in sede di adozione del decreto ministeriale, ai sensi dell'articolo 18, comma 3, della legge n. 580 del 1993, per la fissazione dei diritti di segreteria delle camere di commercio, nel quale si terrà conto delle minori entrate dovute alla consultazione gratuita tramite BRIS, ossia Pag. 123tramite il sistema di interconnessione dei registri delle imprese operante a livello europeo. Peraltro, le informazioni di cui trattasi, allo stato, sono già in massima parte accessibili gratuitamente in via telematica sul sito del Registro Imprese.

  Luigi GALLO (M5S), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva (UE) 2019/1151 recante modifica della direttiva (UE) 2017/1132 per quanto concerne l'uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario (Atto n. 290);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    all'articolo 2, la piattaforma telematica pubblica predisposta e gestita dal Consiglio nazionale del notariato, ai fini della stipula delle società on line, non comporterà né l'aumento della tassa consiliare gravante su ciascun notaio, né la traslazione dei relativi oneri sull'utenza, con conseguente possibilità di portare gli oneri stessi in deduzione, posto che essa già è in uso per la stipula di scritture private autenticate a distanza da due notai nonché per la conservazione a norma degli atti pubblici informatici;

    peraltro, per prassi, eventuali effetti indotti non vengono stimati, anche perché nel caso in esame risultano del tutto eventuali e non prevedibili, stanti i numerosi elementi incidenti sul reddito imponibile dei soggetti interessati;

    all'articolo 8, in materia di consultazione gratuita di determinati atti e documenti del registro delle imprese, come già evidenziato nella relazione tecnica, la neutralità di spesa a carico del sistema camerale sarà garantita in sede di adozione del decreto ministeriale, ai sensi dell'articolo 18, comma 3, della legge n. 580 del 1993, per la fissazione dei diritti di segreteria delle camere di commercio, nel quale si terrà conto delle minori entrate dovute alla consultazione gratuita tramite BRIS, ossia tramite il sistema di interconnessione dei registri delle imprese operante a livello europeo;

    peraltro, le informazioni di cui trattasi, allo stato, sono già in massima parte accessibili gratuitamente in via telematica sul sito del Registro Imprese,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto legislativo».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/790 sul diritto d'autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE.
Atto n. 295.
(Rilievi alle Commissioni VII e IX).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole con rilievi).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 22 settembre 2021.

  La Viceministra Laura CASTELLI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dalla relatrice nella precedente seduta, osserva che il presente provvedimento disciplina principalmente rapporti fra soggetti privati, ponendo taluni adempimenti aggiuntivi in capo alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) e agli organismi di gestione collettiva rappresentativi dei titolari dei diritti nonché nuovi compiti di regolazione, vigilanza, composizione Pag. 124 delle controversie e sanzionatori in capo all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).
  Rileva, altresì, che gli adempimenti a carico della SIAE e degli organismi di gestione collettiva rappresentativi dei titolari dei diritti non comportano effetti a carico della finanza pubblica, giacché sia la SIAE che i predetti organismi di gestione collettiva sono esterni al conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche.
  Per quanto riguarda invece le nuove funzioni attribuite all'AGCOM, posto che l'Autorità è inclusa nel predetto conto consolidato e che essa a legislazione vigente si finanzia a valere su contributi posti a carico dei soggetti operanti nel mercato regolato, segnala che il presente provvedimento, al fine di finanziare le nuove funzioni che esso attribuisce alla medesima autorità, introduce un ulteriore contributo – non superiore al 2 per mille dei ricavi – a carico dei soggetti vigilati e operanti nei settori che il provvedimento stesso disciplina, precisando che tale contributo aggiuntivo appare congruo a fronte degli oneri derivanti dell'esercizio delle nuove funzioni da parte di AGCOM.

  Fabio MELILLI, presidente, in sostituzione della relatrice, preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/790 sul diritto d'autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE (Atto n. 295);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    il presente provvedimento disciplina principalmente rapporti fra soggetti privati, ponendo taluni adempimenti aggiuntivi in capo alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) e agli organismi di gestione collettiva rappresentativi dei titolari dei diritti nonché nuovi compiti di regolazione, vigilanza, composizione delle controversie e sanzionatori in capo all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM);

    gli adempimenti a carico della SIAE e degli organismi di gestione collettiva rappresentativi dei titolari dei diritti non comportano effetti a carico della finanza pubblica, giacché sia la SIAE che i predetti organismi di gestione collettiva sono esterni al conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche;

    per quanto riguarda invece le nuove funzioni attribuite all'AGCOM, posto che l'Autorità è inclusa nel predetto conto consolidato e che essa a legislazione vigente si finanzia a valere su contributi posti a carico dei soggetti operanti nel mercato regolato, il presente provvedimento, al fine di finanziare le nuove funzioni che esso attribuisce alla medesima autorità, introduce un ulteriore contributo – non superiore al 2 per mille dei ricavi – a carico dei soggetti vigilati e operanti nei settori che il provvedimento stesso disciplina;

    tale contributo aggiuntivo appare congruo a fronte degli oneri derivanti dell'esercizio delle nuove funzioni da parte di AGCOM;

    rilevata l'opportunità, da un punto di vista formale, di riformulare la clausola di invarianza finanziaria di cui all'articolo 3, sostituendo, ai commi 2 e 3, il riferimento al comma 1 del medesimo articolo con quello all'articolo 1, comma 66-ter, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, introdotto dal predetto comma 1, che prevede il finanziamento delle predette nuove funzioni con il citato contributo aggiuntivo,

Pag. 125

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto legislativo e formula i seguenti rilievi sulle sue conseguenze di carattere finanziario:

   all'articolo 3, apportare le seguenti modificazioni:

    al comma 2 sostituire le parole: , ad esclusione del comma 1, non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica con le seguenti: non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, ad eccezione di quanto previsto dall'articolo 66-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633, introdotto dal comma 1 del presente articolo;

    al comma 3 sostituire le parole: , ad esclusione del comma 1, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente con le seguenti: con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, ad eccezione di quanto previsto dall'articolo 66-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633, introdotto dal comma 1 del presente articolo».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 21/2021, relativa all'acquisto di una tranche di elicotteri della classe medio leggera (Light Utility Helicopter, LUH) a favore della componente ala rotante dell'Arma dei carabinieri.
Atto n. 298.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato nella seduta del 22 settembre 2021.

  La Viceministra Laura CASTELLI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dalla relatrice nella precedente seduta, fa presente che il programma pluriennale in oggetto mira ad assicurare la continuità della componente elicotteristica cosiddetta «multiruolo» dello Strumento militare terrestre e dell'Arma dei carabinieri. Chiarisce che il programma medesimo rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa, finalizzata all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente sul capitolo n. 7120 dello stato di previsione del Ministero della difesa. Assicura inoltre che l'utilizzo delle suddette risorse per il programma in argomento non è suscettibile di pregiudicare precedenti impegni di spesa e di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente. Segnala, quindi, che al fine di assicurare margini di flessibilità al programma in esame, analogamente a quanto accade più in generale per i programmi pluriennali ad altissimo contenuto tecnologico condotti in partecipazione internazionale, è prevista comunque la possibilità di rimodulare l'utilizzo delle risorse nel corso del tempo in ragione dei numerosi fattori esogeni che possono incidere sulla programmazione, come ad esempio successivi provvedimenti di finanza pubblica sia di carattere espansivo che restrittivo.

  Vanessa CATTOI (LEGA), relatrice, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 21/2021, relativa all'acquisto di una tranche di elicotteri della classe medio leggera (Light Utility Pag. 126Helicopter, LUH) a favore della componente ala rotante dell'Arma dei carabinieri (Atto n. 298);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

   il programma pluriennale in oggetto mira ad assicurare la continuità della componente elicotteristica cosiddetta “multiruolo” dello Strumento militare terrestre e dell'Arma dei carabinieri;

   il programma medesimo rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa, finalizzata all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente sul capitolo n. 7120 dello stato di previsione del Ministero della difesa;

   l'utilizzo delle suddette risorse per il programma in argomento non è suscettibile di pregiudicare precedenti impegni di spesa e di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente;

   al fine di assicurare margini di flessibilità al programma in esame, analogamente a quanto accade più in generale per i programmi pluriennali ad altissimo contenuto tecnologico condotti in partecipazione internazionale, è prevista comunque la possibilità di rimodulare l'utilizzo delle risorse nel corso del tempo in ragione dei numerosi fattori esogeni che possono incidere sulla programmazione, come ad esempio successivi provvedimenti di finanza pubblica sia di carattere espansivo che restrittivo,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto ministeriale».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere della relatrice.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 32/2021, relativo allo sviluppo di un Remotely Piloted Aircraft System (RPAS) classe Medium Altitude Long Endurance (MALE) europeo con capacità Armed Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance (ISTAR).
Atto n. 299.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato nella seduta del 22 settembre 2021.

  La Viceministra Laura CASTELLI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dalla relatrice nella precedente seduta, fa presente che il programma pluriennale in oggetto riguarda l'acquisizione di 5 sistemi European MALE RPAS con capacità ISTAR, finalizzato allo sviluppo di una strategia integrata in grado di soddisfare talune rilevanti esigenze nell'ambito della difesa e della sicurezza nazionale, tra cui il supporto all'intelligence, la prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminali. Chiarisce che il programma medesimo rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa, finalizzata all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente sul capitolo n. 7120 dello stato di previsione del Ministero della difesa.
  Assicura, inoltre, che l'utilizzo delle suddette risorse per il programma in argomento non è suscettibile di pregiudicare precedenti impegni di spesa e di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente. Segnala, quindi, che al fine di assicurare margini di flessibilità al programma in esame, analogamente a quanto accade più in generale per i programmi pluriennali ad altissimo contenuto tecnologico condotti in partecipazione internazionale, è prevista comunque la possibilità di rimodulare l'utilizzo delle risorse nel corso del tempo in ragione dei numerosi fattori esogeni che Pag. 127possono incidere sulla programmazione, come ad esempio successivi provvedimenti di finanza pubblica sia di carattere espansivo che restrittivo.

  Fabio MELILLI, presidente, in sostituzione della relatrice, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 32/2021, relativo allo sviluppo di un Remotely Piloted Aircraft System (RPAS) classe Medium Altitude Long Endurance (MALE) europeo con capacità Armed Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance (ISTAR) (Atto n. 299);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    il programma pluriennale in oggetto riguarda l'acquisizione di 5 sistemi European MALE RPAS con capacità ISTAR, finalizzato allo sviluppo di una strategia integrata in grado di soddisfare talune rilevanti esigenze nell'ambito della difesa e della sicurezza nazionale, tra cui il supporto all'intelligence, la prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminali;

    il programma medesimo rientra nella programmazione elaborata dal Ministero della difesa, finalizzata all'impiego ottimale delle risorse stanziate a legislazione vigente sul capitolo n. 7120 dello stato di previsione del Ministero della difesa;

    l'utilizzo delle suddette risorse per il programma in argomento non è suscettibile di pregiudicare precedenti impegni di spesa e di interferire con la realizzazione di ulteriori interventi già programmati a legislazione vigente;

    al fine di assicurare margini di flessibilità al programma in esame, analogamente a quanto accade più in generale per i programmi pluriennali ad altissimo contenuto tecnologico condotti in partecipazione internazionale, è prevista comunque la possibilità di rimodulare l'utilizzo delle risorse nel corso del tempo in ragione dei numerosi fattori esogeni che possono incidere sulla programmazione, come ad esempio successivi provvedimenti di finanza pubblica sia di carattere espansivo che restrittivo,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto ministeriale».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante modifiche ai regolamenti di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95, e 1° febbraio 2010, n. 54.
Atto n. 300.
(Rilievi alla III Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica in oggetto, rinviato nella seduta del 22 settembre 2021.

  La Viceministra Laura CASTELLI, in risposta alle richieste di chiarimento formulate dal relatore nella precedente seduta, rappresenta quanto segue.
  L'istituzione della nuova Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale, in sostituzione del Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), numeri 2) e 3), è operata nel pieno rispetto del principio di invarianza finanziaria. Infatti, entrambi gli incarichi dei dirigenti di tali Pag. 128strutture sono riservati ad appartenenti alla carriera diplomatica, giacché né l'incarico soppresso né quello istituendo sono menzionati all'articolo 9-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 95 del 2010 tra quelli conferibili a dirigenti contrattualizzati. Peraltro, ai sensi dell'articolo 16, commi secondo e undicesimo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, la sola struttura dirigenziale generale attribuibile a dirigenti contrattualizzati è la direzione generale per l'amministrazione, l'informatica e la comunicazione.
  Con riferimento al trattamento economico della posizione di vice direttore generale ricavata dalla soppressione del posto di vice capo servizio, precisa che la retribuzione accessoria – che è legata alla funzione assunta – è di uguale importo per le due figure, mentre la retribuzione fondamentale varia a seconda del grado rivestito dal funzionario, nei limiti numerici previsti dalla dotazione organica. Ciò tuttavia non comporta alcuna variazione della spesa poiché tale retribuzione spetterebbe in ogni caso al predetto funzionario a prescindere dalla funzione assunta.
  Quanto alla provvista di risorse umane della nuova Direzione generale, ad essa si provvederà nei limiti delle effettive presenze del personale in servizio, non essendo allo stato previsto alcun organico delle strutture dirigenziali generali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), disponendosi, invece, gli opportuni trasferimenti di personale a seguito della riorganizzazione in oggetto a cura della competente Direzione generale per le risorse e l'innovazione. Quanto ai fabbisogni logistici, sia la struttura da sopprimere sia quella da istituire avranno sede nel Palazzo della Farnesina, che ha sufficienti disponibilità di spazio.
  Le nuove posizioni di vice direttore generale saranno assunte esclusivamente da funzionari diplomatici in possesso del grado stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967. Con la soppressione del Servizio stampa, alla nuova Direzione generale saranno applicate le disposizioni di cui all'articolo 16, sesto comma, del citato decreto relative ai vice direttori generali, e non quelle del settimo comma riguardanti i vice capo servizio.
  In nessun caso sarà pertanto possibile l'attribuzione dell'incarico di vice direttore generale a un funzionario del grado di consigliere di legazione, anche se precedentemente assegnato al Servizio stampa. Non si determinano pertanto le condizioni per un avanzamento al grado di consigliere di ambasciata meramente in ragione dell'incarico e in esubero rispetto ai posti disponibili, anche perché, nell'ambito della carriera diplomatica, non sono ammessi avanzamenti automatici per effetto degli incarichi rivestiti, essendo pacifico che non possono essere conferiti incarichi diversi rispetto a quelli previsti per ciascun grado.
  Per quanto riguarda l'organico effettivo, il personale sarà assegnato alle nuove strutture solo in seguito alla definizione della ripartizione di secondo livello che sarà operata con successivo decreto ministeriale. Non è prevista la definizione di alcun organico delle singole direzioni generali né tantomeno dei singoli uffici di secondo livello, ai quali il personale è assegnato secondo le necessità e le dinamiche dei movimenti da e per le sedi estere. Conseguentemente, si provvederà all'aggiornamento dei capitoli di spesa riferiti agli oneri stipendiali di ciascun centro di responsabilità, peraltro oggetto di gestione unificata.
  Per quanto riguarda le competenze, la nuova Direzione generale per la diplomazia pubblica e cultura acquisisce competenze da varie strutture dirigenziali generali attualmente esistenti, quali la Segreteria generale, la Direzione generale per la promozione del sistema Paese, il Servizio stampa e comunicazione istituzionale, la Direzione generale per le risorse e l'innovazione. Nell'ultima rilevazione effettuata, le effettive presenze nei ruoli del MAECI, suddivise tra le varie categorie di personale, erano le seguenti: carriera diplomatica: 1.020 unità; dirigenti di prima fascia: 5 unità; dirigenti di seconda fascia: 44 unità (di cui 3 con incarico di prima fascia e 6 dell'area della promozione culturale); terze aree: 1.188 unità (di cui 145 dell'area della promozione Pag. 129culturale); seconde aree: 1.341 unità; prime aree: 16 unità.

  Pietro NAVARRA (PD), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,

   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante modifiche ai regolamenti di cui ai decreti del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95, e 1° febbraio 2010, n. 54 (Atto n. 300);

   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:

    l'istituzione della nuova Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale, in sostituzione del Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c), numeri 2) e 3), è operata nel pieno rispetto del principio di invarianza finanziaria;

    infatti, entrambi gli incarichi dei dirigenti di tali strutture sono riservati ad appartenenti alla carriera diplomatica, giacché né l'incarico soppresso né quello istituendo sono menzionati all'articolo 9-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 95 del 2010 tra quelli conferibili a dirigenti contrattualizzati;

    peraltro, ai sensi dell'articolo 16, commi secondo e undicesimo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, la sola struttura dirigenziale generale attribuibile a dirigenti contrattualizzati è la direzione generale per l'amministrazione, l'informatica e la comunicazione;

    con riferimento al trattamento economico della posizione di vice direttore generale ricavata dalla soppressione del posto di vice capo servizio, la retribuzione accessoria – che è legata alla funzione assunta – è di uguale importo per le due figure, mentre la retribuzione fondamentale varia a seconda del grado rivestito dal funzionario, nei limiti numerici previsti dalla dotazione organica:

    ciò tuttavia non comporta alcuna variazione della spesa poiché tale retribuzione spetterebbe in ogni caso al predetto funzionario a prescindere dalla funzione assunta;

    quanto alla provvista di risorse umane della nuova Direzione generale, ad essa si provvederà nei limiti delle effettive presenze del personale in servizio, non essendo allo stato previsto alcun organico delle strutture dirigenziali generali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), disponendosi, invece, gli opportuni trasferimenti di personale a seguito della riorganizzazione in oggetto a cura della competente Direzione generale per le risorse e l'innovazione;

    quanto ai fabbisogni logistici, sia la struttura da sopprimere sia quella da istituire avranno sede nel Palazzo della Farnesina, che ha sufficienti disponibilità di spazio;

    le nuove posizioni di vice direttore generale saranno assunte esclusivamente da funzionari diplomatici in possesso del grado stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967;

    con la soppressione del Servizio stampa, alla nuova Direzione generale saranno applicate le disposizioni di cui all'articolo 16, sesto comma, del citato decreto relative ai vice direttori generali, e non quelle del settimo comma riguardanti i vice capo servizio;

    in nessun caso sarà pertanto possibile l'attribuzione dell'incarico di vice direttore generale a un funzionario del grado di consigliere di legazione, anche se precedentemente assegnato al Servizio stampa;

    non si determinano pertanto le condizioni per un avanzamento al grado di Pag. 130consigliere di ambasciata meramente in ragione dell'incarico e in esubero rispetto ai posti disponibili, anche perché, nell'ambito della carriera diplomatica, non sono ammessi avanzamenti automatici per effetto degli incarichi rivestiti, essendo pacifico che non possono essere conferiti incarichi diversi rispetto a quelli previsti per ciascun grado;

    per quanto riguarda l'organico effettivo, il personale sarà assegnato alle nuove strutture solo in seguito alla definizione della ripartizione di secondo livello che sarà operata con successivo decreto ministeriale;

    non è prevista la definizione di alcun organico delle singole direzioni generali né tantomeno dei singoli uffici di secondo livello, ai quali il personale è assegnato secondo le necessità e le dinamiche dei movimenti da e per le sedi estere;

    conseguentemente, si provvederà all'aggiornamento dei capitoli di spesa riferiti agli oneri stipendiali di ciascun centro di responsabilità, peraltro oggetto di gestione unificata;

    per quanto riguarda le competenze, la nuova Direzione generale per la diplomazia pubblica e cultura acquisisce competenze da varie strutture dirigenziali generali attualmente esistenti, quali la Segreteria generale, la Direzione generale per la promozione del sistema Paese, il Servizio stampa e comunicazione istituzionale, la Direzione generale per le risorse e l'innovazione;

    nell'ultima rilevazione effettuata, le effettive presenze nei ruoli del MAECI, suddivise tra le varie categorie di personale, erano le seguenti: carriera diplomatica: 1.020 unità; dirigenti di prima fascia: 5 unità; dirigenti di seconda fascia: 44 unità (di cui 3 con incarico di prima fascia e 6 dell'area della promozione culturale); terze aree: 1.188 unità (di cui 145 dell'area della promozione culturale); seconde aree: 1.341 unità; prime aree: 16 unità,

VALUTA FAVOREVOLMENTE

   lo schema di decreto del Presidente della Repubblica».

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/1024 relativa all'apertura dei dati e al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico.
Atto n. 284.
(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), relatrice, fa presente che lo schema di decreto legislativo in esame reca le norme di recepimento della direttiva (UE) 2019/1024, che si inquadra nella strategia dell'Unione europea per i dati ed è mirata a promuovere l'utilizzo di dati aperti e ad agevolare il riutilizzo, ai fini sia commerciali che non commerciali, delle informazioni detenute da pubbliche amministrazioni, da organismi di diritto pubblico e, a determinate condizioni, anche dalle imprese pubbliche.
  In merito all'articolo 1, recante modifiche al decreto legislativo 24 gennaio 2006, n. 36, rileva che le disposizioni determinano un ampliamento dell'ambito soggettivo sia per l'ampliamento della definizione di pubbliche amministrazioni rispetto a quella vigente, con l'inclusione ad esempio delle autorità portuali e delle autorità indipendenti, sia per l'estensione alle imprese pubbliche tra i soggetti destinatari degli obblighi, per cui d'ora innanzi la disciplina si applicherà anche ad imprese come RFI, ANAS, enti di governo di servizi idrici, aziende di trasporto locale, tutti soggetti o inclusi direttamente nel perimetro consolidato Pag. 131 di amministrazione pubblica, come rilevato annualmente dall'ISTAT e rilevante ai fini di contabilità pubblica, o comunque sovvenzionati dagli enti territoriali. Andrebbero quindi forniti, a suo parere, maggiori elementi innanzitutto circa la sostenibilità, a carico delle amministrazioni pubbliche prima non soggette a tali obblighi, di adempiere avvalendosi delle sole risorse disponibili. Per le imprese pubbliche non rientranti nel conto consolidato della pubblica amministrazione ritiene che andrebbero comunque escluse conseguenze indirette in termini di maggior fabbisogno di finanziamento da parte degli enti pubblici controllanti.
  Sul comma 6, posto che si dispone che le pubbliche amministrazioni e gli organismi di diritto pubblico sono d'ora innanzi tenuti a rendere disponibili i dati in loro possesso, con le limitazioni e secondo le nuove modalità procedurali ivi dettagliatamente stabilite, andrebbero a suo avviso richiesti elementi informativi in merito agli ipotizzabili fabbisogni aggiuntivi di risorse umane e strumentali per le Amministrazioni, indispensabili al fine di assicurare lo svolgimento dei necessari adempimenti istruttori per consentire l'accesso ai dati, entro il termine perentorio di «trenta giorni dalla richiesta, prorogabile di ulteriori venti giorni nel caso in cui le richieste siano numerose o complesse» che è ivi espressamente previsto dalla norma. A tale proposito – su cui avrà modo di tornare relativamente all'articolo 3 – evidenzia che la mera certificazione di neutralità delle norme riportata dalla relazione tecnica circa l'assenza di effetti finanziari d'impatto sui saldi di finanza pubblica non costituisce mai di per sé adeguato strumento di garanzia in ordine all'assenza di oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, a meno che tale certificazione non si accompagni alla esposizione di dati ed elementi, nonché di valutazione che siano idonei a comprovarne l'effettiva sostenibilità.
  Con riguardo al comma 7, premette che la disposizione stabilisce che d'ora innanzi le pubbliche amministrazioni, gli organismi di diritto pubblico e le imprese pubbliche mettano a disposizione i propri documenti in formato «aperto e leggibile» meccanicamente e, laddove possibile, i rispettivi metadati e dati dinamici per il loro riutilizzo, solo a meno che ciò non comporti un adeguamento dei documenti, o di crearne nuovi, per il soddisfacimento della richiesta, né l'obbligo di fornire estratti di documenti, ma solo se ciò non comporti difficoltà «sproporzionate», che implicano attività eccedenti la semplice manipolazione.
  Sul punto, dal momento che anche la relazione tecnica ribadisce che i soggetti pubblici non saranno d'ora innanzi tenuti all'adeguamento dei documenti o a crearne nuovi o fornire estratti per soddisfare la richiesta qualora ciò comporti difficoltà «sproporzionate» e attività eccedenti la semplice manipolazione, né a continuare a produrre e a conservare in uno specifico formato i documenti per permetterne il riutilizzo, andrebbero a suo parere richiesti elementi informativi in ordine alla prassi sino ad oggi invalsa nell'assicurare l'accesso ai dati presso le amministrazioni, atteso che il diniego all'accesso previsto dalla norma opererebbe d'ora innanzi esclusivamente nel caso in cui lo stesso comporti notevolissime difficoltà per la medesima amministrazione.
  Rileva, inoltre, che non appare chiaro quale sia l'organo preposto alla valutazione delle difficoltà «sproporzionate», né i canoni da considerarsi rispetto alle strumentazioni di volta in volta disponibili presso l'amministrazione interessata. Circostanze, quelle indicate, che sembrerebbero prefigurare l'obbligo di consentire l'accesso ai dati richiesti nella stragrande maggioranza dei casi.
  Sul punto, evidenzia che il dispositivo (comma 6 del nuovo articolo 6) prevede altresì che, solo nei casi in cui l'espletamento delle attività ecceda le capacità finanziarie e tecniche delle amministrazioni e degli organismi pubblici, i dati dinamici per il riutilizzo siano resi disponibili entro un termine definito e con temporanee restrizioni tecniche, da attuarsi con apposito provvedimento dei titolari dei suddetti dati.
  Con riferimento ai commi 8 e 9, osserva preliminarmente che la relazione tecnica, nel descrivere le norme, fa riferimento inizialmente Pag. 132 a costi «marginali effettivi» e poi sempre ai costi effettivi, mentre invece una delle innovazioni apportate dallo schema in esame è proprio quella di sostituire i costi effettivi con i costi marginali. Ritiene che andrebbe quindi innanzitutto fornita una integrazione della relazione tecnica che faccia riferimento ai costi marginali e che soprattutto illustri quali sono le conseguenze della sostituzione del criterio dei costi effettivi con i costi marginali.
  Sul punto, quanto al richiamo alla nozione di costo «marginale», ivi ponendosi espresso riferimento in norma ad un criterio proprio dell'analisi microeconomica, rammenta che tale nozione di costo, in ambito di contabilità industriale, è quello riferito all'unità aggiuntiva di «Output» e dunque all'incremento del costo totale, cioè tenendo conto di tutte le componenti di costo, sia di quelle di costo «variabili» riferiti agli «input», che in relazione alle componenti pro quota dei costi «fissi», imponendo l'adozione di un rigoroso criterio tecnico-economico nella determinazione della tariffa, assai più «specifico» di quello previsto dalla norma vigente.
  Ciò detto, considerando anche la circostanza che la disponibilità di dati analitici sui costi di produzione presuppone, a rigore, l'adozione di un sistema di rilevazione economico patrimoniale, tenuto con il metodo della partita doppia, il solo che consente la rilevazione dei fenomeni gestionali anche riferiti alle cd. partite non-monetarie (svalutazioni, ammortamenti, etc.). I quali, come noto, non si riflettono in flussi monetari della gestione (spese).
  In tal senso, lungi da poter condurre una riflessione di fondo riguardo al tema dell'analisi microeconomica dei costi aziendali e sulle più opportune tecniche di rilevazione contabile, in particolare, nelle pubbliche amministrazioni e negli organismi di diritto pubblico (per le imprese pubbliche la questione non presenta criticità), appare a suo avviso indispensabile sottolineare che l'osservanza dei criteri su indicati dalla norma nella determinazione delle tariffe presuppone, in aggiunta alla regolare tenuta della contabilità «generale», la tenuta ed aggiornamento di un sistema di contabilità industriale o analitica. Circostanza che, al momento, imporrebbe il sostenimento di nuovi e maggiori oneri di spesa per le amministrazioni pubbliche.
  A ben vedere, tale profilo emerge, a suo parere, anche laddove si introducono i commi 3-bis e 3-ter all'articolo 7, ivi prevedendosi, rispettivamente, che per i soli soggetti individuati alla lettera a) del comma 3 (Biblioteche, musei ed archivi), qualora gli stessi richiedano il pagamento di un corrispettivo per l'accesso ai dati, il totale delle entrate provenienti dalla fornitura e dall'autorizzazione al riutilizzo dei documenti in un esercizio contabile non possa superare i costi «marginali» del servizio reso, maggiorato di un «utile» ragionevole sugli investimenti, e che l'elenco delle pubbliche amministrazioni e degli organismi di diritto pubblico di cui alla lettera b) del comma 3, ovvero, l'indicazione di quali amministrazioni e imprese o organismi pubblici siano tenute a generare anche degli «utili» per coprire una parte sostanziale dei costi inerenti allo svolgimento dei propri compiti di servizio pubblico, venga definito e aggiornato periodicamente con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e pubblicato sui rispettivi siti istituzionali.
  In proposito, per i profili d'interesse, ritiene che andrebbe confermato che l'elaborazione in sede «tecnica» di tali criteri e la stessa individuazione delle amministrazioni interessate dalla norma, e all'attività istruttoria necessaria, possa aver luogo da parte dell'amministrazione erariale (con ogni probabilità, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato), potendo a tal fine avvalersi delle sole risorse umane e strumentali che sono già previste dalla legislazione vigente.
  Sul nuovo comma 4-bis dell'articolo 7, posto che ivi si prevede che nei casi di cui al comma 3, lettere b) e c) (tutti i soggetti previsti dalla normativa, ad eccezione di Biblioteche e Archivi), il totale delle entrate non dovrà superare i costi, maggiorati di un «utile ragionevole» sugli investimenti effettuati relativi alla raccolta, produzione, riproduzione, diffusione e archiviazione dei dati e, ove applicabile, di anonimizzazione dei dati personali e delle misure adottate Pag. 133per proteggere le informazioni commerciali a carattere riservato, andrebbe a suo parere, anche in tal caso, definito il criterio per l'individuazione dell'«utile ragionevole» sugli investimenti previsto, al fine assicurare l'accessibilità dei dati previo compenso.
  Non ha alcunché da osservare circa i commi 10, 11,12, 13 14 e 15.
  In ordine all'articolo 2, recante disposizioni finali non ha osservazioni da formulare.
  Con riferimento all'articolo 3, recante clausola di invarianza finanziaria, per i profili di quantificazione, premesso che la clausola di neutralità indicata dalla norma prevede espressamente che le amministrazioni interessate dalle norme contenute nel provvedimento in esame debbano provvedere ai relativi adempimenti nell'ambito delle sole risorse umane e strumentali che sono già previste in bilancio ai sensi della legislazione vigente, non di meno, a suo parere, occorre formulare alcune osservazioni a carattere, per così dire, «metodologico», al fine di consentire, in particolare, prime stime circa l'impatto ipotizzabile delle nuove norme sui fabbisogni di funzionamento per le amministrazioni.
  In tal senso, rammenta che il ricorso a clausole di neutralità imporrebbe l'osservanza di quanto previsto dall'articolo 17, comma 6-bis della legge di contabilità, laddove è stabilito che ogni qualvolta nuove norme si accompagnino alle siffatte clausole, le relazioni tecniche debbano contenere una «valutazione» degli effetti derivanti dalle disposizioni medesime, nonché l'esposizione dei dati e degli elementi che siano idonei a suffragare l'ipotesi di invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica, attraverso l'indicazione dell'entità delle risorse già esistenti nel bilancio e delle relative unità gestionali, utilizzabili per le finalità indicate dalle disposizioni medesime, anche attraverso la loro riprogrammazione. In ogni caso, restando precluso il ricorso alle suddette clausole in presenza di spese di natura «obbligatoria». Al contrario, risolvendosi tali clausole in mere e indimostrate affermazioni di «principio», prive di dimostrata fondatezza, come peraltro rilevato anche dall'organo di controllo.
  Sul punto, rammenta che la sola piena aderenza ai principi stabiliti dagli articoli 81, comma 3 e 97, comma 1, della Costituzione, può consentire la salvaguardia dell'equilibrio dei bilanci pubblici e preservare la sostenibilità del debito della pubblica amministrazione.

  La Viceministra Laura CASTELLI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dalla relatrice.

  Fabio MELILLI, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante modifiche al regolamento di organizzazione degli uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 giugno 2019, n. 78.
Atto n. 301.
(Rilievi alla I Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica in oggetto.

  Fabio MELILLI, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che lo schema di decreto del Presidente della Repubblica in esame reca modifiche al regolamento di organizzazione degli uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 78 del 2019 e che il provvedimento, corredato di relazione tecnica, è adottato ai sensi dell'art. 17, commi 2 e 4-bis, della legge n. 400 del 1988.
  Segnala che lo schema di decreto del Presidente della Repubblica reca una clausola di neutralità finanziaria riferita all'intero provvedimento.
  In merito ai profili di quantificazione evidenzia che il provvedimento in esame – Pag. 134corredato di clausola di neutralità finanziaria, di cui all'articolo 5, riferita all'intero provvedimento – all'articolo 1 novella il predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 78 del 2019, recante regolamento di organizzazione degli Uffici centrali del Ministero dell'interno, dando attuazione all'art. 240 del decreto-legge n. 34 del 2020, che ha istituito la «Direzione centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica» nell'ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno. La relazione tecnica precisa che alla nuova Direzione centrale sarà preposto un dirigente generale di pubblica sicurezza individuato nell'ambito dei 32 posti di dirigente generale di pubblica sicurezza, dei quali 28 effettivamente ricoperti, previsti dalla vigente dotazione organica che, pertanto, non viene incrementata.
  Fa presente che la nuova Direzione centrale sarà, altresì, chiamata ad esercitare i compiti oggi espletati presso altre Direzioni centrali dal servizio di polizia postale e delle comunicazioni e dal servizio di polizia scientifica, senza che si determini un'alterazione dei vigenti assetti organici relativi al personale, dirigenziale e non dirigenziale. Rileva che la Direzione eserciterà inoltre le funzioni di Computer Emergency Response Team (CERT) del Ministero dell'interno e a ciò si provvederà con l'assegnazione di un contingente di personale stimato in 50 unità che sarà tratto dai vari ruoli della Polizia di Stato. Quanto ai posti di funzione di livello dirigenziale non generale, per le funzioni CERT, si provvederà a dotare la nuova direzione centrale di 2 dirigenti superiori e di 2 primi dirigenti della Polizia di Stato da individuare tra quelli che, nell'ambito della vigente dotazione organica, non sono titolari di ufficio (19 Primi dirigenti e 13 dirigenti superiori) e nel rispetto dei limiti previsti per l'istituzione di posizioni dirigenziali non generali all'interno del Dipartimento di pubblica sicurezza, ossia 10 posizioni massime.
  Tanto premesso, rileva che la costituzione di una nuova struttura organizzativa di livello dirigenziale generale, la nuova Direzione centrale, nonché, per quanto riguarda le funzioni CERT, l'individuazione di strutture di funzioni dirigenziali non generali all'interno della medesima Direzione centrale dovrebbe comportare la rideterminazione in favore dei dirigenti ora titolari di uffici, della relativa indennità retributiva di posizione; tuttavia la relazione tecnica non dà conto di tale profilo. In proposito, andrebbero quindi forniti, a suo avviso, elementi ulteriori di valutazione. Fa presente che andrebbe, altresì, confermato che l'assegnazione alla nuova Direzione centrale di un contingente di 50 unità tratto dai vari ruoli della Polizia di Stato non sia suscettibile di incidere negativamente sull'efficienza operativa delle altre strutture dell'amministrazione della pubblica sicurezza, con conseguenti riflessi negativi sul piano organizzativo e finanziario.
  Con riferimento agli articoli da 2 a 4, che incrementano la dotazione organica di 2 posti di livello dirigenziale generale dell'area delle funzioni centrali del Ministero dell'Interno compensando finanziariamente tale incremento con la contestuale soppressione di 4 posti di livello dirigenziale non generale della medesima area, non formula osservazioni alla luce dei dati e degli elementi di valutazione forniti dalla relazione tecnica ai fini della conferma dell'invarianza invarianza finanziaria prevista dall'articolo 5.
  In merito ai profili di copertura finanziaria, fa presente che l'articolo 5 reca una clausola di neutralità finanziaria, a tenore della quale all'attuazione del presente regolamento si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Al riguardo, non ha osservazioni da formulare.

  La Viceministra Laura CASTELLI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  Fabio MELILLI, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2017/2397 relativa al riconoscimento Pag. 135delle qualifiche professionali nel settore della navigazione interna e che abroga le direttive 91/672/CEE e 96/50/CE del Consiglio.
Atto n. 304.
(Rilievi alla IX Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto.

  Guido Germano PETTARIN (CI), relatore, segnala che il presente schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2017/2397 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali nel settore della navigazione interna e che abroga le direttive 91/672/CEE e 96/50/CE del Consiglio, è stato predisposto in base alla delega conferita al Governo con la legge 4 ottobre 2019, n. 117, recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2018 (Allegato A, n. 10).
  Non ha osservazioni da formulare con riferimento agli articoli da 1 a 3 del provvedimento.
  Per quanto concerne l'articolo 4, in materia di funzioni delle autorità competenti, pur ritenendo plausibile che le attività cui saranno chiamate a svolgere le autorità competenti potranno essere svolte nell'ambito delle risorse ordinariamente previste a legislazione vigente, ritiene comunque opportuno fornire i dati circa il peso percentuale delle varie attività elencate dalla disposizione ed eventuali variazioni rispetto a quelle adempiute a legislazione vigente, in modo da valutare compiutamente l'effettiva plausibilità della loro asserita sostenibilità ad invarianza d'oneri.
  Non ha osservazioni da formulare con riferimento agli articoli da 5 a 7, mentre, per quanto concerne l'articolo 8, rinvia alle osservazioni formulate in relazione all'articolo 4.
  In merito all'articolo 9, recante prevenzione delle frodi e di altre pratiche illecite, atteso che è affidato ad un successivo provvedimento del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili l'individuazione delle misure di contrasto alle frodi e l'effettuazione dello scambio di informazioni con autorità competenti di altri Stati membri, fa presente che non si può escludere un eventuale ampliamento delle attività finora svolte. Al fine dunque di verificare la sostenibilità di tali attività a valere sulle risorse disponibili a legislazione vigente sarebbe necessario, a suo avviso, un chiarimento che contenga elementi quantitativi circa l'entità di tali compiti.
  Infine, non ha osservazioni da formulare con riferimento agli articoli da 10 a 12.

  La Viceministra Laura CASTELLI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  Fabio MELILLI, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.45.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 6 ottobre 2021. — Presidenza del presidente Fabio MELILLI. – Interviene la viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 13.45.

Schema di atto aggiuntivo alla convenzione tra il Ministro dell'economia e delle finanze e il direttore dell'Agenzia delle entrate per la definizione dei servizi dovuti, delle risorse disponibili, delle strategie per la riscossione nonché delle modalità di verifica degli obiettivi e di vigilanza sull'ente Agenzia delle entrate-Riscossione, per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2021.
Atto n. 302.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di atto aggiuntivo all'ordine del giorno.

Pag. 136

  Ubaldo PAGANO (PD), relatore, avverte che lo schema di atto in esame ottempera alla prescrizione dell'articolo 1, comma 13-bis, del decreto-legge n. 193 del 2016, il quale prevede la trasmissione alle Camere, ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, dello schema di atto aggiuntivo con il quale viene definita la strategia in materia di riscossione da attuare nel corso del periodo d'imposta – più precisamente, per quanto riguarda l'atto in esame, nel periodo 1° gennaio 2021-31 dicembre 2021.
  Ricorda che l'articolo 1, comma 13, del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193, stabilisce che annualmente è stipulato tra il Ministro dell'economia e delle finanze e il direttore dell'Agenzia delle entrate, presidente dell'Agenzia delle entrate-Riscossione, un atto aggiuntivo alla Convenzione prevista dall'articolo 59 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300.
  Rammenta che con la richiamata Convenzione vengono individuati i servizi da erogare, le strategie per la riscossione, le risorse disponibili, gli obiettivi quantitativi da raggiungere, gli indicatori e le modalità di verifica del conseguimento degli obiettivi stessi, le modalità di vigilanza sull'operato dell'ente da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, anche in relazione alla garanzia della trasparenza, dell'imparzialità e della correttezza nell'applicazione delle norme, con particolare riguardo ai rapporti con i contribuenti.
  Segnala che i contenuti dell'atto in esame sono stati definiti in coerenza con le previsioni del Documento di economia e finanza 2021 e con le priorità indicate nell'atto di indirizzo del Ministro dell'economia e delle finanze per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2021-2023, adottato il 15 luglio 2021.
  Quanto al contenuto del provvedimento, rappresenta quanto segue.
  L'articolo 1 reca le definizioni dei termini utilizzati nel testo, mentre l'articolo 2 specifica che con l'atto in esame si dà attuazione alle previsioni dell'articolo 1 del decreto-legge n. 193 del 2016.
  L'articolo 3 stabilisce invece che l'atto aggiuntivo regola per il periodo 1° gennaio 2021 – 31 dicembre 2021 i rapporti tra Ministero dell'economia e delle finanze, Agenzia delle entrate-Riscossione e Agenzia delle entrate.
  L'articolo 4 definisce gli impegni istituzionali dell'Agenzia delle entrate- riscossione.
  L'articolo 5 stabilisce che l'Agenzia dispone delle risorse finanziarie derivanti dai corrispettivi per: i servizi di riscossione mediante ruolo prestati in favore di soggetti privati o pubblici, incluse le amministrazioni statali; le altre attività, strumentali e accessorie alla riscossione e alle attività dell'Agenzia delle entrate; le attività di riscossione delle entrate tributarie o patrimoniali delle amministrazioni locali.
  Inoltre, si conferma che per garantire, senza soluzione di continuità, l'esercizio delle funzioni di riscossione nel territorio della Regione Siciliana, entro il 31 ottobre 2021, è erogato in favore di Agenzia delle entrate-Riscossione un versamento in conto capitale di ammontare pari a 300 milioni di euro a carico del bilancio dello Stato, anche a copertura di eventuali rettifiche di valore dei saldi patrimoniali di Riscossione Sicilia SpA.
  L'articolo 6 dispone che il Ministero dell'economia e delle finanze-Dipartimento finanze si impegna a svolgere tutti gli adempimenti necessari per assegnare all'Agenzia le risorse stanziate sui pertinenti capitoli del bilancio dello Stato destinati all'erogazione di tutti i rimborsi e i compensi dovuti secondo quanto stabilito dalle disposizioni normative vigenti.
  L'articolo 7 fornisce alcune indicazioni in materia di comunicazione istituzionale. La norma dispone che nella definizione dei programmi di comunicazione e relazione con i cittadini e i contribuenti, l'Agenzia realizza forme di coordinamento con il Ministero dell'economia e delle finanze e con l'Agenzia delle entrate. Inoltre, nell'ambito delle diverse presenze sulla rete internet afferenti al Ministero, il portale del Ministero dell'economia e delle finanze, attraverso il sito del Dipartimento finanze, diviene il punto di riferimento per tutta l'Amministrazione finanziaria.
  L'articolo 8, in materia di sistemi informativi, dispone che l'Agenzia si impegna ad Pag. 137adottare soluzioni gestionali compatibili con il più ampio sistema informativo della fiscalità e coerenti con i piani di e-government nonché con le linee strategiche dello sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione emanati dal Dipartimento finanze. Adotta, inoltre, le misure organizzative e tecnologiche volte ad assicurare l'interoperabilità del Sistema informativo della fiscalità nonché il costante monitoraggio del Sistema.
  L'articolo 9 stabilisce che l'Agenzia conduce autonome indagini di customer satisfaction sui servizi erogati nei diversi canali e nei confronti della generalità dei contribuenti ovvero di specifiche tipologie.
  L'articolo 10, in materia di modalità di esercizio della funzione di vigilanza, riconosce al Dipartimento finanze la funzione di vigilanza finalizzata alla valutazione delle modalità complessive di esercizio dell'attività di riscossione da parte dell'Agenzia, anche in relazione alla garanzia della trasparenza, imparzialità e correttezza nell'applicazione delle norme, con particolare riguardo ai rapporti con i contribuenti (ferma restando l'alta vigilanza del Ministro dell'economia e delle finanze). L'Agenzia delle entrate-Riscossione esercita, a sua volta, una funzione di controllo interno caratterizzata da indipendenza tecnica e autonomia operativa, fornendo al Dipartimento finanze una rendicontazione annuale sugli esiti della suddetta attività.
  L'articolo 11 chiarisce che il Piano annuale (Allegato 1) individua, in relazione ai servizi dovuti, le strategie per la riscossione dei crediti affidati e le modalità organizzative per la gestione della funzione di riscossione, gli obiettivi quantitativi da raggiungere nonché i relativi indicatori.
  L'articolo 12 ricorda che l'Agenzia è sottoposta al monitoraggio costante dell'Agenzia delle entrate secondo principi di trasparenza e pubblicità (articolo 1, comma 3 del decreto-legge n. 193 del 2016). A tal fine fornisce rendicontazioni periodiche sullo stato e andamento della riscossione.
  L'articolo 13 conferma che lo schema dell'Atto aggiuntivo in esame deve essere trasmesso alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari (articolo 1, comma 13-bis, del decreto-legge n. 193 del 2016).
  L'articolo 14 prevede che il Ministro dell'economia e delle finanze e il direttore dell'Agenzia delle entrate possono concordare le modifiche e integrazioni necessarie al presente Atto aggiuntivo (ad esempio, qualora nel corso dell'esercizio intervengano mutamenti nel quadro economico nazionale, modifiche normative ovvero variazioni degli assetti organizzativi, che incidano sul conseguimento di una parte significativa degli obiettivi del Piano annuale).
  L'articolo 15 disciplina il procedimento utilizzabile per la risoluzione di eventuali controversie.
  L'Allegato 1 contiene il Piano annuale dell'Agenzia per il 2021. Il Piano prevede che il volume di incassi stimato è di circa 7,180 miliardi di euro per il 2021 (6,4 miliardi nel 2020), 11,729 miliardi per il 2022 e 10,397 miliardi per il 2023. Per l'esercizio 2021, sono state identificate tre aree di intervento strategico in coerenza con le previsioni che l'Atto di indirizzo del Ministro dell'economia e delle finanze per gli anni 2021-2023 pone a carico di Agenzia delle entrate-Riscossione per l'esercizio dell'attività di riscossione. Tale attività dovrà comunque svolgersi secondo criteri di efficienza gestionale, efficacia, economicità dell'azione nonché di equità, allo scopo di promuovere un corretto rapporto tra fisco e contribuente, garantendo l'effettività del gettito e l'incremento del livello di adempimento spontaneo degli obblighi tributari.
  Le tre aree strategiche di intervento riguardano: Servizi, Riscossione ed Efficienza e per ciascuna di esse sono state individuati specifici obiettivi da raggiungere nel corso dell'esercizio e i relativi indicatori che consentiranno di misurare l'operatività dell'Agenzia attesa per il 2021 (tenendo conto anche del subentro della stessa a Riscossione Sicilia Spa).
  Nell'Allegato 2-Flussi informativi per il 2021 sono definite le modalità di verifica del conseguimento degli obiettivi. A tal fine sono individuate le tipologie, le modalità e la periodicità dei flussi informativi, necessari per l'indirizzo e la vigilanza sulla gestione da Pag. 138parte del Ministero, che l'Agenzia delle entrate-Riscossione è tenuta a fornire al Dipartimento delle finanze.
  In conclusione, poiché il provvedimento non appare presentare profili problematici dal punto di vista finanziario, propone di esprimere su di esso un parere favorevole.

  La Viceministra Laura CASTELLI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 13.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 13.55.