CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 marzo 2021
544.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 79

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 9 marzo 2021. — Presidenza della vicepresidente Rossella MURONI.

  La seduta comincia alle 15.45.

Proposta di nomina del professor Claudio Gandolfi a presidente del Consorzio dell'Oglio.
Nomina n. 76.
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 2 marzo 2021.

  Rossella MURONI, presidente, ricorda che il relatore ha già anticipato una valutazione favorevole sulla proposta di parere in esame e che nella giornata di martedì 2 marzo scorso si è svolta l'audizione informale del soggetto designato, ai sensi del parere della Giunta per il regolamento del 26 giugno 2019.

  La Commissione procede alla votazione a scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

  Rossella MURONI, presidente, comunica il risultato della votazione sulla proposta di nomina del Professor Claudio Gandolfi a presidente del Consorzio dell'Oglio.

   Presenti... 23
   Votanti... 23
   Maggioranza... 12

   Hanno votato ... 21
   Hanno votato no... 2

  La Commissione ha espresso parere favorevole alla proposta di nomina (Atto n. 76).

  Hanno preso parte alla votazione: Buratti, Cunial, Daga, Deiana, Di Lauro, D'Ippolito, Labriola, Licatini, Mazzetti, Micillo, Morgoni, Muroni, Pellicani, Pezzopane, Plangger, Raffaelli, Ruffino, Terzoni, Traversi, Valbusa, Varrica, Vianello, Zolezzi.

  Rossella MURONI, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  La seduta termina alle 16.

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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 9 marzo 2021. — Presidenza della vicepresidente Rossella MURONI.

  La seduta comincia alle 16.

D.L. n. 22/2021: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.
C. 2915 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Erica MAZZETTI (FI), relatrice, fa presente che per i profili di competenza della Commissione viene in evidenza, in primo luogo, l'articolo 2, che disciplina la trasformazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in Ministero della transizione ecologica (MiTE), novellando il decreto legislativo n. 300 del 1999.
  Tale nuovo Dicastero eredita le funzioni precedentemente attribuite al Ministero dell'Ambiente – che vengono opportunamente ridefinite – e assume altresì talune competenze precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico.
  Quanto al passaggio di funzioni dal MISE al MITE esse riguardano, in sostanza la politica energetica, per quanto riguarda la definizione degli obiettivi, l'autorizzazione di impianti, i mercati energetici, le reti nazionali, la ricerca nei settori dell'energia e delle miniere; la ricerca e coltivazione di idrocarburi e risorse geotermiche; i rapporti con enti, società e istituti operanti nei settori dell'energia, la gestione delle scorte energetiche e i piani di emergenza energetica.
  L'articolo in commento, al comma 4, dispone in particolare, il subentro del Ministero della transizione ecologica nelle funzioni inerenti all'attività delle società operanti nei settori di riferimento, tra i quali rientrano – come specificato nella relazione illustrativa – quelle afferenti alla SO.G.I.N. (Società Gestione Impianti Nucleari), l'esercizio dei diritti di azionista nei confronti di G.S.E. (Gestore Servizi Energetici) ed anche l'approvazione della disciplina del mercato elettrico e del gas naturale, ivi compresa la definizione dei criteri per l'incentivazione dell'energia elettrica da fonte rinnovabile.
  Inoltre, il comma 6 reca una norma che prevede l'obbligo di adeguamento – entro 30 giorni dalla conversione del decreto – dello statuto dell'ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile). L'adeguamento consiste nel prevedere il passaggio dell'azione di vigilanza al Ministero della transizione ecologica.
  Sono adesso concentrate nel Ministero per la transizione ecologica anche le competenze su sicurezza nucleare e disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi nonché sulle agro-energie, materia che quindi viene scorporata dal MISE.
  Ancora, passano al MiTE le competenze in materia di combustibili alternativi e delle reti per la ricarica dei veicoli elettrici, nonché le politiche di contrasto dei cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile, locuzione evidentemente mutuata dal lessico delle organizzazioni internazionali ma fino ad oggi inedita a livello legislativo nazionale.
  La relazione illustrativa rimarca anche la novità dell'attribuzione al nuovo Ministero dei compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica, ivi compreso il settore dei trasporti.
  Il Ministero della transizione ecologica assume anche le funzioni e i compiti spettanti allo Stato relativi allo sviluppo sostenibile – ferme restando le funzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri – e alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente, del territorio e dell'ecosistema. Pur differenziandosi dal testo previgente, si tratta di compiti che già sono di fatto svolti dal Ministero dell'ambiente, ivi compresa la «valorizzazione» dell'ambiente, parola che viene aggiunta rispetto al testo previgente.
  Come detto, il decreto-legge interviene inoltre sull'elenco delle materie ereditate Pag. 81dal MATTM, con la sola novità (tralasciando differenze di carattere più formale che sostanziale) che alla lettera e) si fa espresso riferimento al riuso e riciclo dei rifiuti, nonché all'economia circolare, mentre alla lettera i) viene precisata – cristallizzando la situazione di fatto – la competenza del MiTE anche per la bonifica dei cosiddetti siti orfani.
  Quanto ai profili organizzativi, il decreto dispone il limite di tre dipartimenti e dieci direzioni generali (i limiti per il Ministero dell'Ambiente erano fissati rispettivamente in 2 e 8). Si aggiungeranno quindi la Direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica e la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari del Ministero dello sviluppo economico. Per coprire gli oneri connessi all'aumento di una direzione generale il comma 8 autorizza la spesa di 249 mila euro per il 2021 e 332 mila a decorrere dal 2022.
  L'articolo 3 specifica tali aspetti organizzativi, disciplinando il trasferimento al Ministero della transizione ecologica delle due Direzioni generali già incardinate nel MISE, affidando ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro novanta giorni il compito di individuare le risorse umane e strumentali da trasferire. Quindi si istituisce, transitoriamente, presso il Ministero della transizione ecologica, il Dipartimento per l'energia e il clima, in cui confluiscono le due Direzioni generali precedentemente indicate, nonché la Direzione generale per il clima, l'energia e l'aria, già istituita presso il Ministero dell'ambiente e dispone che il contingente di personale degli uffici di diretta collaborazione del Ministro venga incrementato di venti unità, anche estranee alla pubblica amministrazione. A tale fine, è autorizzata la spesa di 540.000 euro per l'anno 2021 e di 650.000 euro a decorrere dal 2022.
  Per completezza, si segnala che l'articolo 2 modifica anche l'attuale denominazione del «Comando carabinieri per la tutela ambientale» in «Comando carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica».
  Per i profili di interesse della Commissione viene in rilievo altresì l'articolo 4 che istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione.
  Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio, o, in sua vece, dal Ministro della transizione ecologica e si avvale di un Comitato tecnico di supporto – da istituire con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – ai cui componenti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti. Il CITE svolgerà le proprie funzioni sulla base di un regolamento interno. La norma dispone che le deliberazioni del CITE sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.
  Il CITE approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, il Piano per la transizione ecologica – sul quale è acquisito il parere della Conferenza Unificata – al fine di coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell'aria ed economia circolare. Al medesimo CITE sono quindi affidati i compiti di monitoraggio dell'attuazione del Piano medesimo
  Inoltre, il CITE delibera sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi. Peraltro, la relazione illustrativa al decreto-legge in esame afferma che il CITE provvede all'approvazione «delle proposte per la rimodulazione» dei sussidi ambientalmente dannosi; il dato testuale della norma prevede invece la capacità di deliberare sulla rimodulazione tout court.
  Da ultimo, si segnala come la relazione illustrativa al decreto-legge in esame riporta che «Restano comunque ferme le funzioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS)»; tale elemento non è Pag. 82menzionato nella formulazione testuale della norma in esame.
  Infine, l'articolo 5 modifica la denominazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sostituendola con la nuova: «Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili».
  Fa presente che altri paesi, quali Francia, Spagna, Belgio e Svizzera, hanno adottato un simile modello, che agevola la transizione verso una economia sostenibile.
  Si riserva quindi di formulare la proposta di parere alla luce degli esiti del dibattito.

  Alessio BUTTI (FDI) esprime rammarico per la scarsa partecipazione al dibattito su un tema che è stato al centro dell'attenzione del Movimento 5 stelle, che invece non sembra adesso darvi di grande rilevanza. Invero, a suo giudizio, l'istituzione del Ministero della Transizione ecologica richiede un momento di riflessione in quanto involge i due grandi orizzonti della società presente e futura: l'energia e l'ambiente. Proprio per questo si sarebbe aspettato una maggiore cura nel disegnare la missione e gli strumenti di azione del nuovo dicastero.
  Si sofferma quindi su alcune valutazioni critiche che auspica possano trovare spazio nella proposta di parere della relatrice. In primo luogo, sottolinea che l'articolo 4 istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), senza tuttavia prevedere, tra i suoi componenti stabili, i rappresentanti di dicasteri il cui contributo appare imprescindibile per la definizione delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione Si riferisce, in particolare, ai rappresentanti dei ministeri degli Affari esteri e della Salute.
  Ancora, non vede un adeguato raccordo con un altro Ministero chiave di questa fase storica, ovvero il ministero per la transizione digitale che, come noto, eserciterà competenze in un settore che ha forte impatto sull'ambiente e sulle politiche di sviluppo sostenibile. A tal riguardo, dichiara di non poter accettare facilmente che un operatore economico come ENEL sia protagonista in America Latina dello sviluppo di progetti innovativi di mobilità sostenibile che non trovano alcuna cittadinanza in Italia.

  Rossella MURONI, presidente, osserva come l'esigenza di raccordo dei due nuovi dicasteri è assolutamente evidente, soprattutto se si pone attenzione alle applicazioni delle tecnologie digitali in campo ambientale. A suo avviso, la composizione del CITE appare incompleta per la mancata previsione della presenza stabile del Ministero della cultura, nel cui ambito operano le soprintendenze che, a livello locale, costituiscono un ostacolo, spesso insormontabile, allo sviluppo dell'impiantistica fotovoltaica e più in generale delle fonti energetiche rinnovabili e pulite. Anche per questa situazione paradossale l'Italia è ben lontana da obiettivi che l'Unione europea ha fissato per il 2030 e che il nostro Paese, se permane questa situazione, raggiungerà nel 2085.

  Erica MAZZETTI (FI), relatrice, ringrazia i colleghi per le sollecitazioni, di cui terrà conto nella predisposizione della proposta di parere.

  Rossella MURONI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.15.