CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 gennaio 2021
509.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 47

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 20 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 8.35.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, comunica che, a far data dal 14 gennaio scorso, per quanto riguarda il Gruppo Italia Viva, a seguito del cessato incarico governativo di Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, è tornato a far parte della Commissione l'onorevole Ivan Scalfarotto. Avverte, altresì, che per il medesimo Gruppo, sempre a far data dal 14 gennaio scorso, ha cessato di far parte della Commissione l'onorevole Gianfranco Librandi.

  La Commissione prende atto.

Sulla partecipazione da remoto ai lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che le sedute di questa mattina in sede consultiva, di esame degli atti del Governo e in sede referente, non prevedendo votazioni, saranno svolte consentendo ai colleghi la partecipazione anche da remoto, così come stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 4 novembre 2020.
  In proposito ricorda che per i deputati partecipanti da remoto è necessario che essi risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui essi svolgono il loro eventuale intervento, il quale deve ovviamente essere udibile.

DL 183/2020: Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea.
C. 2845 Governo.
(Parere alle Commissioni I e V).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatrice, segnala che il disegno di legge in titolo, che si compone di 23 articoli e di 1 allegato, prevede, anzitutto, la proroga di alcune scadenze correlate ai provvedimenti seguiti alla dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, fino alla data di cessazione dello stato di emergenza e, comunque, non oltre il 31 marzo 2021, con la previsione che le relative disposizioni vengano attuate nei limiti delle risorse disponibili autorizzate a legislazione vigente.
  In tale contesto, per quanto attiene agli ambiti di competenza della Commissione, viene in rilievo, in primo luogo, l'articolo 14, dedicato alla proroga di termini in materie di competenza del MAECI.
  In base alla norma in esame, è prorogata al 31 dicembre prossimo la facoltà per il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane-ICE di avvalersi, mediante apposita convenzione, dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa INVITALIA per gli interventi di supporto all'internazionalizzazione delle imprese nell'attuale crisi pandemica e per gli interventi inclusi nel Piano straordinario per la promozione del Made in Italy.
  Segnala che la relazione illustrativa evidenzia che l'intervento di proroga è necessario per snellire i procedimenti di spesa degli stanziamenti afferenti al citato Piano, mentre la relazione tecnica afferma che dalla proroga non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica in quanto alle attività previste dal citato articolo 72 si fa fronte con lo stanziamento rifinanziato dalla legge di bilancio anche per l'anno 2021. Pag. 48
  Al riguardo, ricorda che il richiamato articolo 72, comma 1, del decreto-legge n. 18. del 2020 ha istituito, nello stato di previsione del MAECI, il «Fondo per la promozione integrata», con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l'anno 2020, poi estesa ed incrementata, da ultimo con la legge di bilancio per il 2021, a 610 milioni di euro per il 2021 e a 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. Il Fondo è finalizzato alla realizzazione delle seguenti iniziative: realizzazione di una campagna straordinaria di comunicazione a sostegno delle esportazioni italiane e dell'internazionalizzazione del sistema economico nazionale nel settore agroalimentare e negli altri settori colpiti dall'emergenza pandemica; potenziamento delle attività di promozione del sistema Paese; cofinanziamento di iniziative di promozione dirette a mercati esteri realizzate da altre amministrazioni pubbliche, mediante la stipula di apposite convenzioni; concessione di cofinanziamenti a fondo perduto fino al 50 per cento dei finanziamenti concessi a valere sul fondo rotativo per la concessione di finanziamenti agevolati a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri, nei limiti e alle condizioni previsti dalla vigente normativa europea in materia di aiuti di Stato.
  Segnala, quindi, il comma 2 del medesimo articolo 14, che proroga al 30 settembre prossimo, per gli uffici all'estero del MAECI, i termini per il rilascio di credenziali per l'identificazione e l'accesso dei cittadini ai servizi in rete diverse dal Sistema pubblico d'identità digitale (SPID), carta d'identità elettronica (CIE) o carta nazionale dei servizi.
  Sottolinea che, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa del provvedimento, la proroga dei due termini si fonda sulla scarsa diffusione delle credenziali SPID e delle CIE tra i circa 6 milioni di italiani residenti all'estero: al mese di novembre 2020 gli italiani residenti all'estero possessori di SPID risultano solo ottomila mentre quelli di CIE sono 8.900. Per quanto attiene al portale principale «FAST-IT», con il quale gli italiani all'estero possono accedere ad una serie di servizi anagrafici e ai primi servizi di stato civile, la relazione illustrativa evidenzia come soltanto l'1 per cento degli utenti registrati ha finora utilizzato la possibilità di accedervi ricorrendo alle credenziali dello SPID, pure prevista tra le funzionalità del portale.
  La disposizione di proroga è dunque finalizzata a consentire al MAECI di continuare ad adottare ogni misura utile a contribuire alla diffusione degli strumenti di identità digitale, senza vanificare i vantaggi ottenuti finora dagli strumenti di digitalizzazione ad oggi attuati.
  Ricorda, a tal riguardo, che il 5 agosto 2020 la Commissione ha approvato, all'unanimità, la risoluzione n. 8-00081 finalizzata alla istituzione di un portale unico nel quale inserire tutte le informazioni utili per gli italiani nel mondo e, in particolare, per quelli che intendano trasferire la loro residenza all'estero, per coloro che siano già residenti all'estero, nonché per i connazionali rimpatriati, e che comprenda univoche indicazioni sui servizi consolari erogati online dalla rete di ambasciate e consolati, con l'obiettivo di omogeneizzare gli standard comunicativi, coordinare i flussi informativi, armonizzare il funzionamento della rete dei terminali dello Stato all'estero e migliorare la capacità di interazione con i cittadini.
  Tornando all'illustrazione del provvedimento, menziona, altresì, il comma 4 dell'articolo 1 che – intervenendo sull'articolo 1, comma 1148, lettera e), della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) – proroga al 31 dicembre 2021 il termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato finanziate con apposito fondo istituito presso il Ministero dell'Economia e delle finanze in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente.
  Segnala che si tratta delle assunzioni a tempo indeterminato nell'ambito delle Amministrazioni dello Stato, tra cui è ricompresa l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
  Evidenzia anche il comma 14 dell'articolo 1 del provvedimento, che proroga fino al 31 gennaio 2022 il termine entro il quale il Presidente del Consiglio dei ministri, anche Pag. 49 tramite il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, possa delegare i direttori delle Agenzie d'informazione per la sicurezza interna ed esterna (AISI e AISE) o altro personale delegato a svolgere colloqui investigativi con detenuti e internati, al solo fine di acquisire informazioni per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale.
  Il comma 15 del medesimo articolo 1 proroga al 31 gennaio 2022 le misure a tutela del personale dei servizi di informazione e sicurezza interna ed esterna (AISI, AISE e DIS), introdotte in via transitoria – fino al 31 gennaio 2018 – dal decreto-legge n. 7 del 2015, convertito con modificazioni dalla legge n. 43 del 2015, recante disposizioni urgenti per il contrasto del terrorismo, nonché quelle relative a missioni internazionali di pace. In particolare, la previsione oggetto di proroga concerne la possibilità di estendere anche ad una serie di delitti con finalità di terrorismo le condotte previste dalla legge come reato che il personale dei servizi di informazione per la sicurezza possa essere autorizzato a porre in essere, sebbene per tali condotte non sia opponibile il segreto di Stato. Tra le condotte-reato previste dal codice penale per le quali, in presenza di autorizzazione, opera la suddetta scriminante, ma solo in via temporanea, figurano anche: l'arruolamento e l'addestramento ad attività con finalità di terrorismo, anche internazionale; l'istigazione a commettere uno dei delitti contro la personalità interna o internazionale dello Stato; l'istigazione a commettere delitti di terrorismo o crimini contro l'umanità o apologia degli stessi delitti.
  Tra le norme di interesse per la Commissione segnala l'articolo 21, recante esecuzione nell'ordinamento italiano della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 sulle risorse proprie dell'Unione europea che, nel contesto del Quadro finanzio pluriennale 2021-2027, individua le fonti di entrata dell'Unione. Precisa che l'entrata in vigore della decisione sulle risorse proprie è subordinata all'espletamento, da parte di tutti gli Stati membri, delle rilevanti procedure di approvazione, secondo le rispettive norme costituzionali.
  Al riguardo, ricorda che la decisione innova il sistema di risorse proprie, prevedendo, accanto alle entrate tradizionali (dazi doganali, risorsa IVA e risorsa calcolata sul reddito nazionale lordo di ciascun Paese), l'introduzione di una nuova risorsa propria, consistente in un'aliquota uniforme di prelievo – fissata allo 0,80 euro per chilogrammo – sul peso dei rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati generati in ciascuno Stato membro. Una riduzione forfetaria annua è stabilita a beneficio di alcuni Stati membri, tra cui l'Italia, che beneficerà di un'esenzione pari a circa 184 milioni di euro.
  Osserva che la medesima decisione conferisce alla Commissione europea il potere di contrarre prestiti per conto dell'Unione per un ammontare fino a 750 miliardi di euro, necessari a finanziare il programma Next Generation EU.
  Segnala che le Istituzioni dell'UE hanno altresì convenuto una tabella di marcia per l'introduzione di ulteriori imposte europee, basate su: un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera e su un prelievo sul digitale (da presentare entro giugno 2021, in vista dell'introduzione al più tardi dal 1° gennaio 2023; il riesame del sistema per lo scambio delle quote di emissione (ETS), considerandone anche la possibile estensione ai settori dell'aviazione e marittimo (proposta entro giugno 2021, applicazione entro il 1° gennaio 2023; un'imposta sulle transazioni finanziarie, unitamente ad una nuova base imponibile comune per l'imposta sulle società (proposta entro giugno 2024, introduzione entro il 1° gennaio 2026). Il gettito derivante da queste nuove risorse proprie dovrebbe contribuire a pagare gli interessi dei prestiti contratti per finanziare Next Generation EU.
  Evidenzia che il successivo articolo 22 introduce specifiche disposizioni che consentono transitoriamente l'operatività degli intermediari bancari, finanziari e assicurativi in Italia a seguito del recesso del Regno Unito dall'Unione europea. Le norme intendono consentire alla clientela degli intermediari bancari e finanziari e delle imprese Pag. 50 di assicurazione con sede nel Regno Unito e nel territorio di Gibilterra operanti in Italia sia la continuità nella prestazione dei servizi bancari, di investimento, di moneta elettronica e di assicurazione, sia adeguate forme di tutela. In particolare, si mira a disciplinare il passaggio dal regime fondato sul principio di mutuo riconoscimento in ambito europeo a quello applicabile agli intermediari di Paesi terzi.
  Nello specifico, le banche e gli intermediari finanziari britannici con attività in Italia potranno continuare ad esercitare la propria attività dal 1° gennaio 2021 fino alla conclusione del procedimento autorizzativo da parte delle Autorità competenti (Banca d'Italia, Consob, Ivass e Covip) e, comunque, non oltre sei mesi successivi alla scadenza del periodo di transizione (al 30 giugno 2021), solo per la gestione dei rapporti esistenti. Non è quindi permessa l'acquisizione di nuovi clienti, né la modifica dei rapporti in essere. Analogamente, le imprese di assicurazione britanniche possono proseguire la propria attività in Italia nei limiti di gestione dei contratti e delle coperture in corso, senza assumere nuovi contratti, né rinnovare quelli esistenti. Al fine di garantire parità di trattamento, vengono fissati al 30 giugno 2021 anche i termini per l'operatività temporanea di banche e intermediari già autorizzati in Italia appartenenti a Paesi terzi diversi dal Regno Unito.
  Tutto ciò premesso, preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole, anche alla luce di eventuali spunti derivanti dal dibattito in Commissione.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 8.50.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 20 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 8.50.

Schema di decreto ministeriale di individuazione, per l'anno 2021, delle priorità tematiche per l'attribuzione di contributi a progetti di ricerca proposti dagli enti internazionalistici.
Atto n. 238.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, sul piano dell'inquadramento normativo dell'atto in titolo, ricorda che l'articolo 23-bis del Decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967 relativo ai contributi ad enti internazionalistici – abrogativo della legge n. 948 del 1982 e che ha comportato il superamento del sistema dei contributi a bilancio in favore di un sistema più meritocratico, a sostegno di specifici progetti di ricerca – dispone, al comma 1, che il MAECI possa erogare, a valere su un apposito stanziamento – definito dalla legge di bilancio per il 2021 pari al 778.000 euro, come per l'anno precedente – contributi ad enti pubblici o privati, associazioni, anche non riconosciute, o comitati impegnati da almeno tre anni continuativi nella formazione in campo internazionalistico o nella ricerca in materia di politica estera. Le erogazioni sono regolate da convenzioni, stipulate previa procedura pubblica, nel rispetto dei princìpi di trasparenza e di parità di trattamento. I relativi bandi individuano modalità per incoraggiare la partecipazione di giovani studiosi. Il comma 2 dello stesso articolo prevede che i contributi siano attribuiti a progetti di ricerca proposti dagli enti internazionalistici, nell'ambito di priorità tematiche approvate con decreto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale entro il 31 gennaio di ciascun anno. Pag. 51
  Segnala che dopo il parere delle competenti Commissioni parlamentari e la successiva adozione del decreto, si procederà alla pubblicazione di un bando per la presentazione dei progetti di ricerca, che verrà pubblicato sul sito istituzionale del MAECI. L'esame delle istanze pervenute – e la successiva selezione dei progetti da finanziare – sarà effettuato a cura di una commissione del MAECI presieduta dal direttore dell'Unità di analisi e programmazione della Segreteria Generale del Ministero, composta dai rappresentanti delle Direzioni generali e dei Servizi competenti per materia. I risultati dei progetti di ricerca e l'impiego delle somme assegnate sono pubblicati in un'apposita sezione del sito istituzionale del Ministero.
  Ciò premesso, evidenzia che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere sulle dodici priorità tematiche indicate nel provvedimento in esame – quattro in più rispetto al provvedimento precedente, su cui questa Commissione si è espressa favorevolmente il 30 gennaio 2020 –, elaborate sulla base della consultazione avviata nel dicembre 2020 dall'Unità di analisi e programmazione della Segreteria Generale del MAECI, con il coinvolgimento di tutte le Direzioni generali, i Servizi interessati, nonché le Viceministre e i Sottosegretari del MAECI.
  Dopo avere elencato le dodici priorità tematiche, precisa che esse rinviano ad altrettanti «investimenti» su dodici grandi aree d'intervento, stimolando la presentazione di contributi e progetti di ricerca orientati a verificare le prospettive di proiezione internazionale del nostro Paese nelle relazioni internazionali del dopo-pandemia.
  Rileva, anzitutto, il tema di una ricostruzione della dimensione multilaterale nello scenario post-COVID, con il ruolo fondamentale delle Nazioni Unite, alle quali si affiancano nuove forme di multilateralismo da rendere compatibili con il sistema dell'ONU.
  Un asse portante della riscoperta della dimensione multilaterale è dato dalla cooperazione tra Stati democratici quale risposta alla crisi del sistema liberale e ai pericoli che ne derivano per la tutela internazionale dei diritti umani.
  Osserva che il ruolo dell'Italia è particolarmente importante in ragione della Presidenza del Consiglio d'Europa che spetterà al nostro Paese da novembre 2021 a maggio 2022.
  Sottolinea che un altro volet fondamentale della riscoperta del multilateralismo dovrà essere quello della cooperazione in materia sanitaria, economica e sociale, a partire dal Vertice mondiale sulla salute.
  Segnala che a livello economico il multilateralismo potrà essere ribadito da un rilancio dell'economia e degli scambi a livello mondiale dopo il COVID, con particolare attenzione alla riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio. Anche in questo caso, ricorda che nel corrente anno l'Italia ha assunto la presidenza del G20, con al centro i temi del superamento dell'emergenza sanitaria globale e della ripresa economica sostenibile, ribadendo altresì l'importanza di una prosecuzione dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, alla luce del legame indissolubile tra dimensione climatica ed energetica. Un altro volano di rilancio del multilateralismo è dato da una ripresa robusta della governance internazionale per il controllo degli armamenti.
  Evidenzia che un secondo terreno di ricerca è rappresentato dal salto qualitativo nella dimensione propriamente politico-istituzionale dell'Unione europea, di fronte alla cruciale sfida della pandemia. Ad esso si connettono i temi della Conferenza sul futuro dell'Europa, in parte collegata proprio a quel salto di qualità, nonché della costruzione della difesa europea in un difficile equilibrio tra la ricerca di un'autonomia strategica dell'Unione e il rilancio del rapporto transatlantico.
  Osserva che sul piano della proiezione esterna dell'Unione europea sembrano contare soprattutto le tematiche dell'allargamento ai Balcani occidentali, del rapporto con la Turchia e della Politica di Vicinato a est e nel Mediterraneo.
  Un terzo versante è costituito dall'analisi dei nuovi profili del legame transatlantico alla luce della nuova Amministrazione Pag. 52Biden, che si insedierà nelle prossime ore, ed il rilancio del ruolo della NATO con le sue proiezioni a est e a sud dell'Europa, in funzione di prevenzione dei conflitti.
  Rileva che altri due ambiti prioritari sono rispettivamente l'area MENA e l'Africa sub-sahariana. Nella regione dell'Africa settentrionale e mediorientale vengono specialmente in rilievo le priorità di stabilizzare la Libia, nonché di un nuovo livello dei conflitti in Siria e in Yemen, alla luce delle aumentate fragilità a causa della pandemia.
  Precisa che appaiono molteplici le sfide relative all'Africa subsahariana, a partire dalla stabilizzazione del Sahel, fino a giungere alle tensioni nel Corno d'Africa, con particolare riguardo alla situazione dell'Etiopia.
  Considera fondamentale la prosecuzione di un'attenzione sul ruolo dell'Unione africana nella risoluzione dei conflitti, in uno scenario sociale che vede il miracolo economico di alcuni Paesi africani alla prova della pandemia. Altrettanto centrale appare in relazione all'Africa il nuovo Patto sull'immigrazione e l'asilo dell'Unione europea, con il rilancio della collaborazione con i Paesi di transito nella gestione dei flussi migratori. Segnala, infine, la questione della presenza della Cina in Africa, nonché il recente rilancio della presenza di Mosca, che pongono nuove sfide alla cooperazione multilaterale con il continente africano.
  Sottolinea una significativa innovazione, ovvero la perimetrazione di un ambito prioritario di ricerca intestato al versante indo-pacifico, segnato dalla nuova centralità dell'ASEAN e dalle ulteriori prospettive di integrazione regionale: un'area nella quale non mancano le tensioni, soprattutto tra Cina e Giappone, in relazione al controllo sul Pacifico meridionale.
  Evidenzia la centralità delle prospettive per il made in Italy in mercati ormai maturi come quello cinese e dell'ASEAN. Alla Cina si collega automaticamente anche l'evoluzione delle rotte marittime e terrestri nell'area del Mediterraneo in funzione della connettività euroasiatica, con lo sviluppo della collaborazione portuale e dei collegamenti intermodali.
  In coerenza con lo svolgimento della X Conferenza Italia – America latina, programmata per il secondo semestre del 2021, osserva che il documento sottolinea l'esigenza di avviare, anche in relazione all'area latino-americana, una riflessione prospettive del made in Italy nei mercati maturi e in quelli emergenti. Vi è poi la questione di una promozione della presenza femminile nel mercato del lavoro regionale come acceleratore per la ripresa post-pandemica. A livello di singoli Paesi spicca la gravissima situazione del Venezuela, con le possibili soluzioni politiche negoziate per l'uscita da essa.
  Ricorda che l'elencazione si conclude con la perimetrazione di altre quattro grandi aree «trasversali» rispetto alle consolidate dimensioni geopolitiche e nondimeno decisive per un rilancio della nostra azione internazionale: la competitività del sistema-Paese, il ruolo delle collettività italiane all'estero, la cooperazione allo sviluppo, la ricerca di una nuova stabilità dopo l'emergenza pandemica.
  Segnala, anzitutto, la questione dell'impatto sulla competitività nazionale e su quella europea del nuovo scenario economico offerto dal Next Generation EU. I centri di eccellenza della ricerca italiana e la cooperazione interuniversitaria si presentano al proposito come un volano per coglierne le opportunità.
  Rileva che la promozione dell'Italia, oltre a quella strettamente commerciale, va intesa come un rafforzamento anche culturale dell'immagine del Paese all'estero. Inoltre, la ripresa del nostro Paese dovrà inserirsi nel Green New Deal come strumento di condivisione delle scelte economiche a livello regionale, in ragione delle conseguenze geopolitiche del passaggio a fonti energetiche rinnovabili.
  Sottolinea che i rapporti con le comunità italiane all'estero dovranno tener conto delle più recenti novità date dalla nuova mobilità italiana e dalle implicazioni di essa per l'economia del Paese – considerando ad esempio la cosiddetta migrazione circolare, con il rientro dei talenti italiani Pag. 53nel nostro Paese e l'attrazione di capitali umani qualificati anche stranieri.
  Segnala, poi, la questione di una forte tutela degli interessi delle comunità italiane nel Regno Unito nello scenario post-Brexit.
  Precisa che la promozione del turismo delle radici potrà contribuire a una ripresa dei flussi verso l'Italia che coinvolgano i nostri connazionali all'estero e anche i loro discendenti privi di cittadinanza italiana. Naturalmente tutto ciò va inquadrato in un miglioramento dell'assistenza ai connazionali all'estero attraverso efficienti servizi digitali.
  Osserva che sul terreno della cooperazione italiana allo sviluppo emerge anzitutto la necessità di una ricostruzione socio-economica nei Paesi più colpiti dalla pandemia, con particolare riguardo all'Africa.
  Strumenti essenziali dovranno essere quelli della preparazione e riduzione nei confronti dei rischi naturali o indotti dall'uomo, un vero e proprio nuovo paradigma della cooperazione internazionale. In quest'ambito hanno rilievo anche ulteriori prospettive per il finanziamento dello sviluppo sostenibile e della risposta umanitaria a crisi ricorrenti. Rileva, infine, l'opportunità di valorizzare i ruoli dell'emancipazione femminile, delle diaspore immigrate in Europa e dell'investimento nel passaggio alla dimensione digitale quali fattori tutti essenziali per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
  Sottolinea la necessità di procedere da una accurata analisi delle situazioni di fragilità nelle aree prioritarie per il nostro Paese, individuando l'intero ciclo di ciascuna crisi, dai primi segnali, alle attività di prevenzione e gestione di essa, alla fase di stabilizzazione.
  Ritiene apprezzabile lo sforzo di razionalizzazione svolto dal MAECI nella definizione del provvedimento che potrà utilmente servire ad orientare efficacemente l'attività di ricerca internazionalistica finanziata da contributi pubblici nel corso di quest'anno.
  Considera altamente apprezzabile lo sforzo profuso dall'Unità di analisi e programmazione del MAECI per agevolare l'avvio di una nuova stagione di ricerche sui mutamenti prodottisi nella scena internazionale con l'avvento della crisi sanitaria, che sta operando come un vero e proprio game changer degli equilibri globali.
  Segnala che il Parlamento europeo ha adottato il 25 novembre scorso una risoluzione sulle conseguenze della pandemia di COVID-19 sul piano della politica estera.
  Rileva la necessità di riflettere sulla pandemia e sul suo impatto di medio-lungo termine nelle aree di maggior rilevanza per la politica estera italiana, in particolare sotto il profilo socio-economico, ma anche della ulteriore fragilizzazione di contesti, come quello del Mediterraneo allargato e del continente africano, già vulnerabili.
  In secondo luogo, auspica che vengano raccolti tutti gli elementi analitici necessari per una visione strategica a più lungo termine, che tenga conto dei processi di ricomposizione degli scenari geo-politici e geo-economici mondiali e dell'affermarsi di una nuova agenda globale.
  Anche sotto questo profilo, rileva che la pandemia ha avuto infatti un impatto rilevante in termini di accelerazione, ma anche di rimodulazione, di processi già in corso.
  In questo scenario, infine, ritiene essenziale per l'insieme del nostro sistema-Paese una ricognizione a vasto raggio, positiva e propositiva, sui settori prioritari nei quali investire le risorse del Paese.
  Conclude sottolineando che, poiché si tratta di questioni tematiche molto discusse dalla III Commissione negli ultimi mesi e che formano oggetto, in taluni casi, di specifiche indagini conoscitive, auspica che nel corso del dibattito possano emergere ulteriori spunti ai fini del parere sull'atto del Governo in esame.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO evidenzia che, oltre alle aree tematiche tradizionali, nel provvedimento in esame di quest'anno sono state individuare priorità che afferiscono direttamente al tema della competitività del Paese, come le strategie connesse a Next Generation EU, a cui andrebbe aggiunto, a suo avvisto, il dibattito sulle prospettive della cooperazione internazionale in materia spaziale che, sul piano industriale, costituisce un polo di attrazione a livello mondiale.

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  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 8.55.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 8.55.

Ratifica ed esecuzione dello Statuto dello East Mediterranean Gas Forum (EMGF), fatto al Cairo il 22 settembre 2020.
C. 2842 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Simona SURIANO (M5S), relatrice, ricorda che il Forum del gas del Mediterraneo orientale, EMGF secondo l'acronimo inglese, istituito al Cairo il 22 settembre scorso, è volto a creare un dialogo strutturato e un coordinamento stabile fra alcuni Stati del Mediterraneo orientale produttori, di transito e consumatori di gas naturale.
  Segnala che lo Statuto sancisce l'istituzione di un'organizzazione internazionale regionale che ha lo scopo principale di cooperare per aumentare le esportazioni dalla regione mediterranea con una gestione più efficiente delle infrastrutture esistenti, di promuovere investimenti privati nel settore energetico e di favorire l'esportazione delle risorse naturali.
  Sottolinea che, per adempiere alla missione assegnatagli, il Forum è dotato di tre organi statutari: il Consiglio di amministrazione (Executive Board), che sostituirà l'attuale High Level Working Group (HLWG), organismo tecnico; il Segretariato, ospitato al Cairo; la Riunione ministeriale, che resterà l'organo di indirizzo strategico. La partecipazione è aperta ad altri Paesi della regione, ma per nuove ammissioni è necessario il consenso dei Paesi fondatori.
  È stata inoltre prevista l'istituzione del Gas Industry Advisory Committee (GIAC), che comprende i principali portatori di interessi pubblici e privati interessati allo sviluppo di rapporti strategici nel settore con i Paesi del Mediterraneo orientale. Il GIAC affianca il Forum del gas con raccomandazioni e studi volti alla creazione di un clima positivo per gli investimenti e alla costituzione di infrastrutture atte a favorire l'esportazione, massimizzando il valore economico del gas presente nella regione. Precisa che lo sviluppo congiunto delle risorse nell'area potrà contribuire al consolidamento della stabilità geopolitica e sociale della regione del Mediterraneo orientale. Per l'Italia partecipano ai lavori le società ENI Spa, Saipem Spa e Snam Spa.
  Ricorda che partecipano ai lavori del Forum, sin dal suo esordio, con lo status di osservatori, i rappresentanti dell'Unione europea e della Banca mondiale. Entrambe le istituzioni hanno sostenuto attivamente il processo di formazione dell'EMGF: l'Unione europea assicurando il finanziamento delle spese iniziali (500 mila euro per il biennio 2020-2021) e la Banca mondiale finanziando un Master Concept (75 mila dollari americani), che sarà seguito da uno studio volto ad analizzare le dinamiche di produzione, la domanda di gas dell'area e la fattibilità di investimenti che ne consentano l'esportazione.
  Segnala che, conformemente alla decisione 74/393/CEE del Consiglio del 22 luglio 1974, e alle procedure previste dalla decisione (UE) 2017/684 del Parlamento europeo del 5 aprile 2017, prima della firma gli Stati membri dell'Unione europea devono acquisire il parere positivo della Commissione europea.
  Rileva che Cipro, anche per conto dell'Italia e della Grecia, ha provveduto, il 27 gennaio 2020, ad effettuare la notifica dello Statuto alla Commissione europea per la valutazione ex ante del testo. Successivamente, la Commissione europea ha confermato la compatibilità con la normativa Pag. 55europea. Gli Stati europei hanno quindi potuto firmare lo Statuto, la cui successiva ratifica darebbe l'avvio formale alla nuova organizzazione internazionale regionale.
  Osserva che durante la fase negoziale l'Italia ha visto confermato il proprio importante ruolo strategico quale Stato cofondatore del Forum, cerniera del Mediterraneo orientale verso l'occidente e potenziale «gateway», ovverosia via d'accesso, del gas verso i mercati europei.
  Evidenzia che l'EMGF si costituisce come un foro di cooperazione, senza alcun tipo di autorità vincolante sui suoi membri, perfettamente in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'economia da raggiungere entro l'anno 2030 ed entro l'anno 2050.
  Sottolinea che il nostro Paese considera il Forum di grande interesse strategico per i suoi potenziali effetti stabilizzatori a livello regionale e per tutelare gli interessi industriali italiani nell'area mediterranea, in linea con gli obiettivi di diversificazione delle fonti di approvvigionamento che l'Italia previsti nel Piano integrato per l'energia e il clima 2030 (PNIEC), adottato in via definitiva dal Ministero dello Sviluppo economico nel gennaio 2020.

  Il Sottosegretario Manlio DI STEFANO sottolinea la necessità di completare il più celermente possibile l'iter di ratifica del provvedimento, alla luce dello sforzo fatto dal Governo per consentire all'Italia di essere il primo Paese europeo ad entrare negli organi di governance dell'EMGF, che è destinato a diventare il maggior foro di discussione sui temi dell'energia e della rete di pipelines nel Mediterrenao. Tenendo conto che è imminente la ratifica da parte di Grecia e Cipro, occorre assicurare che il nostro Paese sia nelle condizioni di avere voce in capitolo quando altri Paesi entreranno a far parte del Forum, nell'interesse e a tutela delle scelte geostrategiche dell'Italia.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 20 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla partecipazione da remoto ai lavori della Commissione.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che le sedute pomeridiane in sede di indagine conoscitiva e di esame di atti dell'Unione europea, in cui non sono previste votazioni, nonché la riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, saranno svolte consentendo ai colleghi la partecipazione anche da remoto, come stabilito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 31 marzo e del 4 novembre 2020.
  In proposito ricorda che per i deputati partecipanti da remoto è necessario che essi risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui essi svolgono il loro eventuale intervento, il quale deve ovviamente essere udibile.

Sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e sull'efficacia del quadro normativo nazionale e del sistema italiano di cooperazione.
Audizione, in videoconferenza, del dottor Carlo Tamburi, Direttore Italia di ENEL.
(Svolgimento e conclusione).

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv e sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Introduce, quindi, l'audizione.

Pag. 56

  Carlo TAMBURI, Direttore Italia di ENEL, svolge un intervento sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

  Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni, Mirella EMILIOZZI (M5S), Iolanda DI STASIO (M5S), Piero FASSINO, presidente, e Valentino VALENTINI (FI).

  Carlo TAMBURI, Direttore Italia di ENEL, risponde ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni.

  Piero FASSINO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 20 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 15.05.

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere III – Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE.
(JOIN(2020)17).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Piero FASSINO, presidente, segnala che l'atto in esame è stato trasmesso dalla Commissione europea il 27 novembre 2020, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali allegato al Trattato sull'Unione europea. Ricorda, inoltre, che, a conclusione dell'esame, la Commissione potrà adottare un documento finale per esporre il proprio avviso su possibili iniziative da assumere.

  Laura BOLDRINI (PD), relatrice, sottolinea che il Piano d'azione in esame, presentato dalla Commissione europea e dall'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'UE il 25 novembre 2020, costituisce un'iniziativa molto importante, avviata a partire dal 2010 con il primo Piano d'azione per la parità di genere nell'azione esterna per il periodo 2010-2015, poi proseguita con il Piano per il periodo 2016-2020.
  Segnala che l'Unione europea è in prima linea a livello globale nella promozione della parità di genere quale obiettivo politico chiave della sua azione esterna, allo scopo di accelerare il progresso verso i traguardi fissati nel quadro dell'Agenda 2030 e, segnatamente, l'Obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5, relativo al raggiungimento dell'uguaglianza di genere di tutte le donne e le ragazze.
  Sottolinea che alcuni progressi sono stati compiuti, ma persistono ancora carenze radicate non solo per quanto concerne l'accesso alla sanità, all'istruzione e al lavoro, ma anche in termini di violenza di genere, ovunque diffusa nel mondo. Le misure da adottare devono rispondere a problemi complessi, di ordine economico, sociale e culturale e richiedono, pertanto, risposte specifiche per i vari contesti.
  Evidenzia che, in questo quadro, situazioni di instabilità, di conflitto e, da ultimo, la pandemia da COVID-19 rappresentano fattori critici che aggravano ulteriormente le disparità.
  Rileva che il Piano d'azione per la parità di genere nell'azione esterna per il periodo 2021-2025 articola gli obiettivi e le aree di intervento nell'ambito di cinque pilastri, di cui richiama in questa sede i più rilevanti.
  Nello specifico, il primo pilastro è volto ad accrescere l'efficacia dell'impegno dell'UE per la parità di genere, in quanto priorità trasversale dell'azione esterna dell'UE nella sua attività strategica e programmatica, affinché l'85 per cento di tutte le Pag. 57nuove azioni esterne contribuisca a raggiungere tale obiettivo entro il 2025.
  In tale ambito, la Commissione e l'Alto Rappresentante intendono prevedere: che in tutti i programmi esterni finanziati dall'UE si utilizzino analisi di genere aggiornate; che i nuovi accordi commerciali negoziati dall'UE con Paesi terzi debbano includere disposizioni rigorose sulla parità di genere, compreso il rispetto delle pertinenti convenzioni dell'OIL e delle Nazioni Unite; che sia garantita la piena realizzazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze migranti, attraverso politiche migratorie che tengano conto della dimensione di genere; che l'aiuto umanitario dell'UE integri gli aspetti relativi alla dimensione di genere.
  Il secondo pilastro del Piano è volto a promuovere, insieme agli Stati membri, un impegno strategico dell'UE a livello multilaterale, regionale e nazionale e, congiuntamente, a migliorare l'attuazione del Piano in ciascun Paese e in ciascuna regione partner in stretta collaborazione con i governi, la società civile, il settore privato e altri fondamentali portatori di interessi.
  In tale contesto, il Piano prevede, da un lato – in partenariato con le reti e i ministeri nazionali che si occupano di parità di genere e collaborando con le autorità locali e le organizzazioni della società civile –, la definizione per ciascun Paese terzo interessato di un programma di attuazione che individui le priorità strategiche e le azioni chiave; dall'altro, la promozione di sinergie nell'ambito delle cooperazione dell'UE con alcune aree regionali prioritarie, quali i Paesi del Vicinato meridionale, quelli del Sud-est asiatico e i Paesi del continente africano, nonché il rafforzamento della collaborazione con le rappresentanze nazionali presso le Organizzazioni internazionali, in particolare del sistema delle Nazioni Unite, e con il settore privato. Tutto ciò al fine di promuovere una leadership dell'UE più forte a livello multilaterale, in particolare nell'ambito dell'ONU, presso il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il Forum sulla parità di genere e nei fora del G7 e del G20.
  Sottolinea che, nell'ambito del terzo pilastro, sono declinate le finalità verso cui dovrebbe essere orientata l'azione dell'UE, con riferimento ad alcune aree tematiche di intervento strategiche finalizzate a garantire la libertà da tutte le forme di violenza di genere; promuovere la salute sessuale e riproduttiva; rafforzare i diritti economici e sociali e l'emancipazione di ragazze e donne; promuovere la partecipazione e la leadership su un piano di parità; integrare l'agenda per le donne, la pace e la sicurezza; cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde e dalla trasformazione digitale.
  Per quanto riguarda le azioni riferite alla promozione della libertà da tutte le forme di violenza di genere, osserva che l'azione dell'UE dovrebbe contribuire, tra l'altro, a sostenere la legislazione che criminalizza tutte le forme di violenza di genere e lo sviluppo delle capacità degli organismi di contrasto; promuovere la prevenzione lavorando con tutti i portatori di interessi; contribuire al rafforzamento dell'azione giudiziaria nei confronti degli autori dei reati; favorire l'accesso a servizi sociali e di giustizia, in particolare in contesti di fragilità e conflitto; rafforzare le organizzazioni e i movimenti sociali che si occupano dei diritti delle donne, della violenza di genere e della violenza sessuale legata a conflitti.
  Rileva che il Piano prevede, inoltre, che l'azione dell'UE contribuisca a promuovere un ambiente giuridico, politico e sociale che protegga la salute sessuale e riproduttiva delle donne e delle ragazze e migliori l'accesso ai servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva. A questo proposito, a titolo personale, sottolinea che questo è un impegno decisivo, visto che in Europa come nel resto del mondo si assiste al perdurare di normative, politiche e prassi che hanno per oggetto la riduzione delle misure di tutela esistenti in materia di salute e diritti riproduttivi e sessuali delle donne, in particolare con l'introduzione di restrizioni all'accesso all'aborto e alla contraccezione, il che costringe molte donne a ricorrere a pratiche clandestine, mettendo così a rischio la loro stessa vita. Pag. 58
  Evidenzia che il Piano fa, altresì, riferimento alla necessità dell'eliminazione di pratiche dannose quali la mutilazione genitale femminile, il matrimonio infantile, precoce e forzato e l'aborto selettivo in base al sesso, sostenendo le iniziative nazionali, regionali e globali.
  Osserva che l'emancipazione economica delle donne è fondamentale per ridurre la povertà e per ottenere una crescita sostenibile e inclusiva. A tal proposito, il Piano d'azione precisa che l'azione dell'UE dovrebbe contribuire ai seguenti obiettivi: la promozione della parità di retribuzione e di diritti in materia di lavoro; il rafforzamento della leadership femminile; l'aumento del potere contrattuale delle donne nel processo decisionale economico e domestico e nel dialogo sociale nei settori che hanno una prevalenza di donne lavoratrici.
  Segnala che l'azione dell'UE dovrebbe, inoltre, contribuire alla promozione di norme di genere all'interno delle famiglie e sul mercato del lavoro, quali in particolare l'introduzione del congedo di paternità retribuito; al sostegno all'imprenditorialità femminile; a iniziative a favore dell'emancipazione delle donne migranti; infine, alla promozione della parità di genere attraverso le politiche commerciali.
  Sottolinea che, in materia di istruzione, il Piano d'azione sottolinea come nei contesti di crisi la chiusura delle scuole abbia aumentato il rischio di lavoro minorile e violenza domestica. Persistono, inoltre, divari di genere a livello di scolarizzazione e di apprendimento. A tal fine, l'azione dell'UE dovrebbe contribuire ad aumentare i finanziamenti totali per l'istruzione, mantenendo i finanziamenti all'istruzione in situazioni di emergenza al 10 per cento della dotazione per l'aiuto umanitario; a creare sistemi educativi che tengano conto e promuovano la parità di genere; ad adottare misure efficaci per combattere gli stereotipi di genere, le norme sociali discriminatorie e la violenza di genere in ambito scolastico.
  Evidenzia che, nell'ambito dell'accesso alla salute, l'azione dell'UE dovrebbe contribuire a promuovere la copertura sanitaria universale attraverso sistemi sanitari sostenibili e l'accesso equo ai servizi e alle informazioni essenziali, inclusi i servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva, all'assistenza alla maternità e alla capacità di affrontare le malattie trasmissibili e non trasmissibili, prestando un'attenzione particolare alle donne e alle ragazze con disabilità, tenendo in particolare conto delle problematiche nell'accesso all'assistenza causate dalla pandemia da COVID-19.
  Rileva che il programma indica, inoltre, la necessità di garantire la disponibilità e la parità di accesso delle donne alla diagnostica, ai vaccini e alle cure per il COVID-19, il miglioramento dell'accesso alle risorse idriche e ai servizi igienico-sanitari nonché la promozione dei programmi alimentari, anche nei contesti umanitari.
  Osserva, inoltre, che, per quanto riguarda la partecipazione e la leadership delle donne su un piano di parità, il Piano d'azione rileva che le donne continuano a essere sottorappresentate nelle categorie dei processi elettorali, della leadership politica e amministrativa, nonché nell'ambito della negoziazione e della mediazione di pace.
  In tale ambito, l'azione dell'UE dovrebbe contribuire, fra l'altro ad incrementare il livello di partecipazione, rappresentanza e leadership femminile nella politica, nella governance e nei processi elettorali a tutti i livelli; ridurre gli stereotipi di genere nei contenuti mediatici in collaborazione con il settore audiovisivo e con i media; garantire pari capacità giuridica e parità di accesso delle donne alla giustizia; promuovere un ambiente favorevole e sicuro, anche online, per la società civile e le organizzazioni che si occupano dei diritti delle donne e delle ragazze.
  Segnala che, nell'ambito dell'agenda per le donne, la pace e la sicurezza, il Piano d'azione prevede di sostenere iniziative volte allo sviluppo delle capacità e tutoraggio sulla leadership femminile, per le donne negoziatrici e mediatrici; a far sì che la partecipazione femminile a tutte le attività e a tutti i progetti dell'UE relativi ai processi di pace raggiunga almeno il 33 per cento; a promuovere il rafforzamento dello Stato di diritto nonché del sistema di giustizia penale per gli autori dei reati di Pag. 59violenza sessuale e di genere; a promuovere il supporto medico, psicosociale, legale e di sicurezza per tutte le vittime e persone sopravvissute alle violenze sessuali e/o di genere legate ai conflitti.
  Sottolinea che il Piano, inoltre, fa riferimento alle opportunità offerte dalla transizione verde e la trasformazione digitale, in linea con le priorità strategiche individuate a livello europeo. In tal senso, rileva l'importanza del sostegno a reti di donne nei settori della transizione verde, quali la gestione sostenibile delle foreste, l'agricoltura e l'energia sostenibili, nonché la promozione di finanziamenti per strategie e piani d'azione nazionali che tengano conto della dimensione di genere per la riduzione del rischio di catastrofi climatiche e ambientali; e infine il sostegno all'imprenditorialità e all'occupazione femminile nell'economia verde, blu e circolare.
  In tema di opportunità offerte dalla digitalizzazione, evidenzia che il Piano d'azione identifica le seguenti priorità per l'azione dell'UE, che dovrebbe contribuire a promuovere riforme politiche e normative nei Paesi partner, nell'ambito della trasformazione digitale; migliorare l'accesso delle ragazze e delle donne a una connettività digitale sicura e accessibile, raggiungendo le aree rurali e remote; promuovere l'alfabetizzazione digitale per le ragazze durante la scuola, nonché le competenze digitali per l'occupazione e l'imprenditorialità; sostenere le donne innovatrici e imprenditrici nel settore digitale, anche con l'obiettivo di colmare il divario digitale di genere nelle grandi aziende tecnologiche.
  Evidenzia che il quarto pilastro del Piano prevede che sia l'UE a dare per prima l'esempio, istituendo ai vertici politici e dirigenziali una leadership equilibrata in termini di genere, impegnandosi, in particolare, a compiere progressi sostanziali nelle posizioni dirigenziali, con l'obiettivo di raggiungere l'equilibrio di genere per i dirigenti (50/50) della Commissione europea entro la fine del suo attuale mandato (2024) e a proseguire gli sforzi per migliorare l'equilibrio di genere a livello dirigenziale nel Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE).
  Infine, segnala che il Piano prevede un sistema volto a monitorare, rendicontare e comunicare i risultati conseguiti attraverso una serie di strumenti quali una verifica annuale da parte dei Servizi della Commissione e del SEAE; l'impegno da parte della Commissione e dell'Alto Rappresentante a discutere annualmente con le organizzazioni della società civile, dei progressi compiuti dal piano d'azione; infine, una valutazione finale del Piano d'azione entro il 2024.
  In conclusione, si riserva di presentare una proposta di documento finale in esito all'esame che si svolgerà in Commissione, a proposito del quale sottolinea l'opportunità di organizzare un ciclo di audizioni con le associazioni più rappresentative e con esperte ed esperti impegnati sul tema della parità di genere.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE ringrazia la relatrice per la relazione ampia ed esaustiva: si tratta di una materia a cui è particolarmente sensibile, con particolare riferimento al profilo della questione di genere nell'ambito migratorio.
  Quanto al merito, sottolinea che l'aggiornamento e l'ampliamento del Programma della Commissione europea nascono dall'analisi dei risultati del precedente ciclo (GAP II 2016-2020), i cui principi relativi alla parità di genere erano stati delineati nel nuovo Consenso europeo sullo sviluppo.
  Evidenzia che è ormai condiviso un diffuso consenso sul tema della parità di genere: le donne sono e continueranno ad essere potenti motori di sviluppo. Quando uomini e donne diventano, infatti, più uguali, le economie crescono più velocemente, meno persone rimangono in povertà e il benessere generale aumenta. Quando le donne hanno il potere di creare reddito, accumulare beni e aumentare la loro sicurezza economica, migliorano la capacità produttiva generale e stimolano la crescita economica creando nuovi posti di lavoro.
  Quando le donne partecipano al processo decisionale economico e politico, gli effetti positivi sullo sviluppo economico sostenibile Pag. 60 sono sensibili e questo è tanto più vero nei contesti delle economie dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in tempi di crisi. Altrettanto cruciale è il ruolo delle donne nei processi di pace: è infatti ampiamente documentato che la loro partecipazione ai processi di pace aumenta le probabilità di raggiungere un accordo e che questo duri nel tempo.
  Quanto al tema dell'empowerment femminile, evidenzia che esso è anche strettamente connesso con il contrasto a ogni forma di violenza di genere. Non può esserci un effettivo empowerment femminile se la violenza contro le donne, inclusa la violenza domestica, continua a essere un fenomeno estremamente diffuso.
  Osserva che, partendo dai risultati dell'analisi del GAP II concluso nel 2020, la Commissione europea ha, dunque, messo a punto per il prossimo quadriennio un nuovo Piano d'azione, integrando le lezioni imparate dal ciclo precedente, confermando l'ambizioso obiettivo di investire nell'eguaglianza di genere l'85 per cento dei nuovi progetti di cooperazione allo sviluppo.
  Precisa che il nuovo GAP III è perfettamente in linea con le linee guida su uguaglianza di genere ed empowerment di donne ragazze e bambine, elaborate dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e dalla Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo della Farnesina, in uno sforzo congiunto con numerosi portatori di interesse, tra cui le associazioni della società civile. Si tratta di un documento che rinnova le linee guida precedenti adottate dalla Cooperazione italiana allo sviluppo nel 2010 e promuove un'attenzione trasversale per colmare le disparità di genere. L'aggiornamento è nato dalla necessità di adeguare ai principi dell'Agenda 2030 e agli altri impegni assunti in ambito internazionale, in particolare con il GAP II e III, valorizzando le buone pratiche e identificando nuove sfide.
  Ricorda che l'uguaglianza di genere è parte integrante della strategia della cooperazione italiana allo sviluppo, che continua a investire per eliminare la discriminazione e la violenza di genere e punta allo stesso tempo a rafforzare il ruolo delle donne nel contesto imprenditoriale e nella leadership, come unico mezzo per una crescita economica inclusiva e forte.
  Segnala che la Cooperazione italiana allo sviluppo è profondamente impegnata nella promozione dei diritti e dell'empowerment delle donne. Lo fa attraverso interventi mirati, ad esempio nel settore dello sviluppo rurale, in particolare garantendo la partecipazione delle donne alla forza lavoro agricola, aumentando il loro accesso al credito e ai servizi finanziari, sostenendo la loro leadership e coinvolgendo positivamente uomini e i ragazzi nella lotta alla discriminazione.
  Evidenzia che l'enfasi dell'Italia sulla promozione dell'empowerment femminile non si limita all'ambito socio-economico. Il nostro Paese dedica sforzi e risorse significativi alla promozione della partecipazione delle donne ai processi di pace e di mediazione internazionale e ha sempre sostenuto con convinzione l'attuazione della risoluzione n. 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, istitutiva dell'Agenda Donne Pace Sicurezza. Sono testimonianza di questo impegno la recente adozione del quarto Piano nazionale per l'attuazione dell'Agenda Donne, Pace e Sicurezza per il periodo 2020-2024, e l'istituzione nel 2017 del network delle donne mediatrici del Mediterraneo che riunisce circa sessanta mediatrici provenienti da ventuno Paesi dell'area e rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale, grazie a una proficua sinergia con analoghi network regionali e con le Nazioni Unite.
  Riguardo al tema specifico delle mutilazioni genitali femminili, sottolinea il costante impegno della cooperazione italiana, che di recente ha facilitato l'inserimento, nel nuovo codice penale del Sudan, di tale fenomeno come fattispecie di reato.
  In conclusione, sottolinea che la promozione dell'uguaglianza di genere, dell'empowerment femminile e la lotta contro la violenza su donne e ragazze sono anche temi prioritari dell'azione dell'Italia nei fora multilaterali in materia di diritti umani. Rappresentano infatti, priorità dell'attuale mandato dell'Italia quale membro del Consiglio Pag. 61 diritti umani e della candidatura per il mandato 2022-2024, nonché temi centrali della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, che avrà luogo dal novembre 2021 al maggio 2022).

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 20 gennaio 2021.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.45.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 gennaio 2021. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 21.15.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica ellenica sulla delimitazione delle rispettive zone marittime, fatto ad Atene il 9 giugno 2020.
C. 2786 Governo.
(Seguito esame e conclusione).

  Piero FASSINO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Bilancio, Trasporti, Agricoltura e Politiche dell'Unione europea e che la Commissione Ambiente ha espresso un parere favorevole con osservazioni.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) interviene con riferimento alla terza osservazione apposta al parere favorevole della Commissione Ambiente al fine di evidenziare che essa, concernendo il tema delle prospezioni, non è attinente al contenuto dell'Accordo in esame. In ogni caso ritiene opportuno rappresentare in questa sede la ferma contrarietà del suo Gruppo sulla questione.

  Piero FASSINO, presidente, sottolinea che l'VIII Commissione ha espresso un parere favorevole con osservazioni che hanno evidenziato la mera opportunità di prendere in considerazione talune tematiche.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera, in modo unanime, di conferire il mandato alla relatrice, onorevole Iolanda Di Stasio, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei Gruppi.

  La seduta termina alle 21.20.