CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 24 novembre 2020
479.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 24 novembre 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il Viceministro dell'Interno Matteo Mauri.

  La seduta comincia alle 10.15.

DL 130/2020: Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.
C. 2727 Governo.
(Seguito esame e rinvio).
Sulla pubblicità dei lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, propone che la pubblicità della seduta odierna sia assicurata anche attraverso il circuito chiuso in modalità liberamente accessibile tramite la rete intranet della Camera e, tramite apposite credenziali nominative, anche dalla rete internet, ai sensi di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 31 marzo 2020. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 novembre 2020.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la Commissione prosegue nella seduta odierna, l'esame, in sede referente, del disegno di legge C. 2727, di conversione del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.
  Avverte che, prima della seduta, sono stati ritirati gli emendamenti Sarli 2.159, Boldrini 3.133, Rizzo Nervo 4.5, Galizia 4.297, Bazzotti 4.389, De Luca 5.018, Ceccanti 6.5, De Luca 6.03, Giuliano 9.4, 9.6, 9.05, 9.06, 9.07, 9.013 e 9.014, Ceccanti 14.9, Rizzo Nervo 14.11 e 14.12, Ceccanti 15.23, Ceccanti 15.25, Rizzo Nervo 15.02.
  Avverte inoltre che l'esame riprenderà dall'emendamento Ziello 2.124.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, apprezza che, dopo diversi giorni di discussione, la maggioranza abbia capito che la procedura corretta è quella di ritirare gli emendamenti prima della seduta, ritenendo pertanto giustificate le proprie considerazioni di ieri sull'anomalia di un parere contrario dei relatori su emendamenti a prima firma di colleghi di maggioranza.
  Ritira pertanto la firma apposta nei giorni scorsi a tutti gli emendamenti presentati da colleghi appartenenti alla maggioranza.

  Francesco Paolo SISTO (FI) chiede alla Presidenza se gli emendamenti ritirati siano stati fatti propri da esponenti delle opposizioni, chiedendo altrimenti di farli propri.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente al deputato Sisto che gli emendamenti ritirati prima della seduta non possono essere fatti propri.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ziello 2.124 e Iezzi 2.83.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla Presidenza di indicare oltre al numero degli emendamenti anche il nome del primo firmatario, ai fini di una maggiore chiarezza nell'esame delle proposte emendative.

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  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Bordonali 2.39, Fogliani 2.38 e Iezzi 2.84.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che è stata presentata dai relatori una riformulazione degli identici emendamenti Ceccanti 2.125, Boldrini 2.126 e Fornaro 2.127, in un testo identico agli identici emendamenti Magi 2.3, Fratoianni 2.129 e Ceccanti 2.130.

  Nicola MOLTENI (LEGA), anche a seguito delle considerazioni svolte dal Viceministro in esito ad un lungo dibattito svolto ieri dalla Commissione per il cambio di una parola in un emendamento e al suo invito di concentrare la discussione solo sui temi più rilevanti, ritiene che sarebbe opportuno che i relatori o i proponenti o il rappresentante del Governo spendesse qualche parola per spiegare il senso degli emendamenti di maggioranza, dal momento che apportano modifiche sostanziali al testo.

  Il Viceministro Matteo MAURI precisa che le proposte emendative in esame sono condivise dal Governo, in quanto coerenti con la discussione avviata ieri sui criteri da tenere in conto per la collocazione degli stranieri nelle diverse procedure previste. Sottolinea che l'elemento fondante della procedura accelerata è la sua applicazione a soggetti che potrebbero essere sospettati di voler accedere a forme di protezione, senza averne le caratteristiche. Ritiene che vada prestata una particolare attenzione nella applicazione di tale procedura ai soggetti cosiddetti vulnerabili, trattandosi di persone più fragili, che vanno quindi sottratti all'applicazione di una procedura pensata per altri soggetti.

  Nicola MOLTENI (LEGA), nel ringraziare il Viceministro per la consueta cortesia e precisione, esprime preoccupazione per l'esclusione di una platea ampia e indeterminata dalla procedura accelerata. Osserva peraltro che tali procedure sono accelerate solo nominalmente, essendo nota a tutti la forte dilatazione dei tempi di esame di qualsiasi domanda. Con riguardo ai minori non accompagnati, premettendo che è necessaria una valutazione attenta e approfondita della cosiddetta «legge Zampa», ritiene vergognosa la deroga prevista dal nuovo comma 6 dell'articolo 28-bis, trattandosi in larga parte di soggetti prossimi alla maggiore età, e non di bambini piccoli. Non concorda quindi con la visione «filoimmigrazionista» di Governo e maggioranza ed esprime preoccupazione sulle conseguenze derivanti dall'applicazione di tali disposizioni.

  Laura BOLDRINI (PD), in risposta all'intervento del deputato Molteni, afferma di non comprendere la richiesta di chiarimento sugli emendamenti in esame. In particolare precisa che la scelta in questo caso è di estendere la procedura accelerata ai soggetti vulnerabili che includono i minori e le vittime di guerre o torture. Ribadisce come la ratio di tale ampliamento rappresenti la scelta consapevole della maggioranza e invita l'opposizione a prendere atto che su tali questioni vi siano posizioni assai distanti.

  Emanuele PRISCO (FDI) giudica le argomentazioni addotte dalla maggioranza, per quanto ripetitive, non convincenti. In particolare intravede il rischio di un'ampia discrezionalità nell'ampliare i soggetti beneficiari della procedura accelerata, ribadendo la contrarietà del suo gruppo su tali emendamenti e più in generale sulla filosofia posta alla base del provvedimento in esame.

  La Commissione, approva gli identici emendamenti Magi 2.3, Fratoianni 2.129 e Ceccanti 2.130, nonché l'emendamento Boldrini 2.126, come riformulato in identico testo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che gli identici emendamenti Ceccanti 2.125, e Fornaro 2.127 sono assorbiti dall'approvazione degli identici emendamenti Magi 2.3, Fratoianni 2.129, Ceccanti 2.130 e Boldrini 2.126.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 2.128, Pag. 12sollecita il Governo ad un ulteriore riflessione sul tema dell'accertamento della minore età. A riguardo ribadisce quanto già detto nell'ambito del dibattito sul complesso degli emendamenti, circa l'estrema difficoltà di individuare con certezza i soggetti minori di età. Ritiene che le scelte operate non siano idonee a tutelare i soggetti vulnerabili tenuto conto che molti dei soggetti che entrano sul territorio nazionale sono sprovvisti del documento di identità.

  La Commissione respinge l'emendamento Lucaselli 2.128.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) illustra le finalità dell'emendamento a sua prima firma 2.131, sottolineando come esso sia volto a introdurre una disciplina più stringente, mediante la previsione di un aumento della pena per gli stranieri destinatari di un provvedimento di respingimento che rientrano illegittimamente sul territorio nazionale. A riguardo ritiene che la previsione di un aumento di pena possa rappresentare un efficace deterrente per tale fattispecie di reato.

  Francesco Paolo SISTO (FI) chiede la verifica del numero legale.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 46, comma 4, del regolamento, la Presidenza è obbligata a verificare se la Commissione sia in numero legale se stia per procedere a una votazione per alzata di mano.
  Prende quindi atto che la richiesta di verifica è sostenuta dal numero di deputati prescritto dall'articolo 46, comma 4, del regolamento, ricordando quindi che, ai sensi dell'articolo 46, comma 1, del regolamento, per le deliberazioni in sede referente il numero legale è pari ad un quarto dei componenti la Commissione.
  Pone quindi in votazione l'emendamento Lucaselli 2.131, invitando i deputati Tripodi e Prisco e effettuare il conteggio dei voti.

  La Commissione procede alla votazione dell'emendamento Lucaselli 2.131.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, all'esito della votazione, dichiara respinto l'emendamento Lucaselli 2.131, avvertendo che la Commissione risulta essere in numero legale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Magi 2.5, Tonelli 2.132, Iezzi 2.70 e 2.69, gli identici emendamenti Fogliani 2.15 e Ravetto 2.133, nonché gli identici Magi 2.4, Ceccanti 2.134, Boldrini 2.135 e Fornaro 2.136, nonché Stefani 2.40 e Vinci 2.41.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo in qualità di cofirmatario dell'emendamento Molteni 2.137, ricorda di aver già chiesto al Viceministro Mauri di fornire i dati circa le confische, i sequestri e le ammende irrogate, al fine di disporre di ulteriori elementi conoscitivi per il prosieguo del dibattito.

  Il Viceministro Matteo MAURI risponde di aver investito gli uffici di tale richiesta che si augura possa essere evasa entro la giornata di oggi, in modo da trasmettere alla Commissione i dati richiesti.

  Francesco Paolo SISTO (FI), intervenendo in qualità di cofirmatario sull'emendamento Ravetto 2.140, afferma di non condividere la scelta fatta dal Governo di dare rilevanza giuridica alla reiterazione della domanda già respinta. Ritiene che tale rimedio previsto non sia compatibile con l'architettura giuridica dell'ordinamento italiano e che di fatto si sceglie di approntare un finto sistema di controlli. Reputa che il Governo non abbia valutato con attenzione l'effettiva portata di queste disposizioni che arrecheranno un notevole carico giudiziario e amministrativo e che su tali scelte vadano individuate le specifiche responsabilità. Raccomanda infine l'approvazione dell'emendamento.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel condividere le considerazioni svolte dal deputato Sisto, ritiene che gli emendamenti in discussione, correttamente, prevedono la soppressione della lettera d), al fine di evitare Pag. 13la modifica di una direttiva europea e di consentire che la mera reiterazione della domanda rappresenti una sorta di immunità per i soggetti che non dovrebbero trovarsi sul territorio nazionale, in quanto già destinatari di un procedimento di accertamento.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Molteni 2.137, Berti 2.138, Del Mastro delle Vedove 2.139 e Ravetto 2.140.

  Nicola MOLTENI (LEGA), intervenendo nuovamente sul tema della reiterazione della domanda, ritiene si debba disciplinare in altro modo la suddetta fattispecie, al fine di non consentire l'ammissione di soggetti già destinatari di un provvedimento di allontanamento dal territorio italiano. Più in generale, ritorna sulla definizione di soggetti vulnerabili, dichiarando di non comprendere l'effettiva ratio delle modifiche adottate dal Governo sulla disciplina relativa agli ingressi degli immigrati clandestini, che introducono un regime di accoglienza di massa. Nello stigmatizzare come di fatto la sinistra si trovi al Governo pur avendo perso le elezioni politiche, ribadisce di giudicare le modifiche contenute nel provvedimento in esame del tutto inaccettabili.

  Francesco Paolo SISTO (FI) dichiara di condividere le considerazioni svolte dal deputato Molteni, evidenziando come l'Italia rischi di diventare il Paese dei finti controlli anche in caso di domande di accoglienza di fatto già respinte. Giudica irresponsabile la politica del Governo sul tema dell'immigrazione clandestina, non condividendo l'evidente spirito di acrimonia nei confronti di quanto già introdotto dal precedente Governo. Invita quindi la maggioranza e il Governo a riflettere sull'evidente mancanza di equilibrio nelle scelte di contrasto all'immigrazione clandestina.

  La Commissione respinge l'emendamento Magi 2.6.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, ribadisce la proposta di riformulazione dell'emendamento Boldrini 2.141, già precedentemente presentata, volta a prevedere che la domanda reiterata sia trasmessa immediatamente al Presidente della Commissione territoriale competente.

  Simona BORDONALI (LEGA) stigmatizza le scelte del Governo alla base del provvedimento in esame, le quali, a suo giudizio, sono volte ad evitare che nessuno venga più espulso dal territorio italiano anche in caso di domande reiterate. Giudica tale espediente un trucco inaccettabile, finalizzato a prorogare illegittimamente la permanenza di tali soggetti sul territorio nazionale.

  Laura BOLDRINI (PD) accetta la riformulazione proposta dai relatori e dal Governo dell'emendamento a sua prima firma 2.141. Chiarisce inoltre che il riferimento alla necessità di valutare i rischi di refoulement diretti e indiretti è contenuto nell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra, allo scopo di apprestare un'efficace tutela all'incolumità dell'immigrato richiedente la protezione internazionale. Ribadisce quindi che l'emendamento 2.141 a sua prima firma è a garanzia dei diritti della persona.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) ricorda che nel sistema previgente dall'esecutività del provvedimento di espulsione derivava l'automatica inammissibilità della domanda di asilo reiterata. Osserva che l'emendamento Boldrini 2.141, oltre a recare una formulazione in più parti imprecisa, introduce un escamotage volto a consentire, attraverso il riferimento ai nuovi elementi addotti, la riapertura di un procedimento già definito, aprendo la strada alla reiterazione plurima di domande. Ritiene inoltre superfluo il richiamo alla valutazione dei rischi di respingimento diretti e indiretti, in quanto già previsto dall'articolo 33 della Convenzione di Ginevra.

  Emanuele PRISCO (FDI) rivolgendosi al Viceministro Mauri, lo invita a valutare attentamente gli effetti che l'eventuale approvazione dell'emendamento Boldrini 2.41 determinerebbe sull'attuale sistema, concordando Pag. 14 con la collega Bartolozzi sul rischio di introdurre, di fatto, la possibilità di reiterare più volte la domanda di asilo.
  Ritiene che, ove approvato, l'emendamento in discussione avrebbe una forza deflagrante, rendendo di fatto impossibile l'espulsione dell'immigrato, con il rischio di intasamento delle prefetture e delle commissioni territoriali competenti a causa della plurima reiterazione della domanda di asilo. Si tratterebbe, a suo avviso, di una sanatoria di fatto dell'immigrazione clandestina.

  La Commissione approva l'emendamento Boldrini 2.141 (Nuova formulazione) (vedi allegato).

  Nicola MOLTENI (LEGA), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 2.7, ritiene l'approvazione dell'emendamento Boldrini 2.141 un fatto di inaudita gravità, che sugella la vittoria della ex Presidente della Camera Boldrini, fautrice, a suo avviso, di una norma che definisce anti-espulsione. Reputa infatti che non possa essere messo in discussione un provvedimento di allontanamento reso esecutivo all'esito di valutazione negativa operata da un giudice sulla sussistenza dei rischi di respingimento diretti e indiretti. Evidenzia inoltre che la natura non perentoria del termine di tre giorni previsti per l'esame preliminare della domanda reiterata, nelle more della definizione del procedimento, porterà di fatto un immigrato irregolare destinatario di un decreto di espulsione esecutivo a fare ritorno nei centri di accoglienza, con ulteriori costi a carico dei cittadini italiani, e al rischio che possa delinquere.

  Francesco Paolo SISTO (FI) richiama l'attenzione dei colleghi sulla necessità di inquadrare la questione oggetto dell'emendamento 2.141 in un sistema che assicuri in modo armonico la tutela dei diritti della persona.
  Esprime notevole perplessità sul carattere ordinatorio del termine di tre giorni previsto per l'esame preliminare della domanda di protezione reiterata, che a suo giudizio dovrebbe, invece, essere perentorio. Evidenzia, inoltre, la necessità di prevedere almeno un meccanismo di silenzio-rifiuto in base al quale, decorsi tre giorni, in assenza di un provvedimento del presidente della Commissione territoriale competente, venga disposto automaticamente l'allontanamento dell'immigrato irregolare. La previsione di tale meccanismo rappresenterebbe a suo avviso una mediazione tra le diverse posizioni emerse dal confronto tra maggioranza e opposizione.
  Rileva inoltre come l'introduzione di un grado di giudizio rimesso al presidente della Commissione territoriale competente, che non ha alcun potere sull'autorità che ha emesso il provvedimento di espulsione, rappresenti una nefandezza compiuta in nome di un'ideologia che crea sconquasso nel sistema delle garanzie della persona. Chiede, quindi, formalmente al Viceministro Mauri di valutare attentamente la portata dell'emendamento in esame e di proporre dei correttivi al testo in esame che rappresenta un'afasia irreversibile.
  Osserva inoltre che il riferimento alla valutazione dei rischi di refoulement indiretti sia un concetto non chiaramente definito.

  Emanuele PRISCO (FDI) dichiara il proprio voto favorevole sull'emendamento Molteni 2.7, che ha il merito di limitare i danni derivanti dall'approvazione dell'emendamento Boldrini 2.141.
  Osserva, infatti, che dal combinato disposto che scaturisce dall'avere, di fatto, reso inefficace il provvedimento di espulsione e introdotto la possibilità di reiterare la domanda di protezione, prevedendo un termine ordinatorio per il relativo esame, discende l'impossibilità tecnica di rendere definitiva un'espulsione. Ritiene che tale intervento normativo non possa non qualificarsi come una mostruosità giuridico.

  Il Viceministro Matteo MAURI ritiene che, al di là della dialettica politica tra maggioranza e opposizione, le affermazioni dei rappresentanti delle forze di minoranza tese a sostenere che la volontà dell'attuale Governo sarebbe quella di far entrare nel Pag. 15Paese il numero più elevato possibile di immigrati e di trattenere, il più a lungo possibile, immigrati irregolari sul territorio nazionale, siano profondamente sbagliate.
  Evidenzia come l'impianto normativo complessivo e lo stesso approccio politico alla gestione dei flussi migratori adottato dall'attuale Governo sia migliore rispetto a quello portato avanti dalla precedente maggioranza, in quanto tiene insieme due distinti elementi: la garanzia dei diritti degli immigrati e gli interessi dei cittadini e delle comunità residenti sul territorio nazionale.
  Ritiene che i decreti-legge Salvini fossero il frutto della propaganda, intesa nel senso proprio del termine come volontà di diffondere il punto di vista di una parte politica che, semplificando, nel caso della Lega poteva riassumersi nello slogan «È finita la pacchia» e nel richiamo al concetto del rigore.

  Proteste del deputato Molteni.

  Il Viceministro Matteo MAURI rileva come, in realtà, sul fronte dell'accoglienza, considerati i numeri degli immigrati entrati nel Paese, i decreti Salvini hanno prodotto risultati che sono andati esattamente nella direzione opposta rispetto a quella propagandata.

  Proteste del deputato Molteni.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita il deputato Molteni a non interrompere il Viceministro Mauri.

  Il Viceministro Matteo MAURI ricorda, a tal proposito, che nel periodo di vigenza dei decreti-legge Salvini si sono registrati quarantamila ingressi in più di immigrati irregolari, stante la soppressione della protezione umanitaria.

  Proteste del deputato Iezzi.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che il rappresentante del Governo ha rinunciato a concludere il suo intervento.

  Nicola MOLTENI (LEGA) osserva che gli interventi svolti dal suo gruppo e dalle altre forze di minoranza erano finalizzati a svolgere una riflessione sul tema specifico della domanda reiterata in fase di esecuzione del provvedimento di allontanamento di cui all'articolo 29-bis del decreto legislativo n. 25 del 2008 con osservazioni di natura tecnica corroborate da considerazioni politiche.
  Dopo aver ringraziato il Viceministro per la disponibilità da lui mostrata al confronto con le opposizioni, rileva tuttavia come il rappresentante del Governo, dopo aver svolto un breve preambolo di natura tecnica, si sia avventurato – legittimamente – in considerazioni esclusivamente di ordine politico. Reputa quindi che non sia stata fornita alcuna risposta in merito alle obiezioni di carattere tecnico-giuridico sollevate dalle opposizioni con riferimento all'approvazione dell'emendamento Boldrini 2.141, che definisce «una porcata».

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita il deputato Molteni a moderare i toni.

  Nicola MOLTENI (LEGA) ribadisce che si tratta di una «porcata».

  Giuseppe BRESCIA, presidente, richiama ulteriormente il deputato Molteni a utilizzare un linguaggio consono alla sede parlamentare.

  Laura BOLDRINI (PD) ritiene inaccettabile l'atteggiamento dei deputati del gruppo Lega che, dopo aver sollecitano la maggioranza e il Governo a svolgere un dibattito, hanno poi continuamente interrotto l'intervento del Viceministro.
  Rivolgendosi al deputato Sisto, evidenzia che il riferimento ai rischi di respingimento indiretti non sono una sua invenzione, ma sono già previsti dal diritto internazionale e attengono alla necessità di non espellere soggetti che, se allontanati, correrebbero il rischio di essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, non solo nel loro Paese di origine, ma anche in un Paese terzo. Si riferisce, ad esempio, alla Libia, Paese che ha sottoscritto accordi bilaterali di riammissione con i Paesi di Pag. 16provenienza dei migranti che potrebbe praticare i predetti trattamenti. Richiamando, quindi, quanto previsto a tal proposito alla Convenzione di Ginevra che risale al 1951, sollecita i colleghi ad informarsi.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), replicando alla deputata Boldrini, osserva che, in realtà, l'intervento del Viceministro si è svolto nel generale disinteresse delle forze di maggioranza.
  Sul piano del merito, reputa del tutto privo di fondamento il riesame della domanda reiterata previsto nell'emendamento 2.141. Osservato infatti che, a monte di un provvedimento di allontanamento definitivo, vi è la valutazione operata da un giudice circa l'insussistenza dei rischi di respingimento diretti e indiretti, non ritiene plausibile che nei successivi tre giorni si possano verificare elementi nuovi tali da far ritenere superata tale valutazione. Ritiene pertanto che, nell'ipotesi di un provvedimento di allontanamento in fase di esecuzione, la domanda reiterata dovrebbe essere inammissibile, in quanto tutti i rimedi previsti dall'ordinamento sono stati esperiti e l'immigrato irregolare dovrebbe essere rimpatriato. Reputa pertanto che anche il riferimento alla Libia fatto dalla deputata Boldrini sia inconferente.
  Osserva inoltre che dall'approvazione dell'emendamento Boldrini 2.141 deriveranno nuovi oneri finanziari connessi all'utilizzo di consulenti e di interpreti, in contrasto con il principio dell'invarianza finanziaria sulla scorta del quale i relatori e il Governo hanno espresso parere contrario su molte proposte emendative dell'opposizione.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), intervenendo sull'emendamento Molteni 2.7, rileva che il fine di colmare una lacuna della normativa previgente sotteso sia al decreto-legge, sia all'emendamento Boldrini 2.141, testé approvato, che il viceministro Mauri aveva tentato di illustrare prima di essere interrotto, non è raggiunto, perché il mezzo prescelto, ovvero la possibilità di reiterare la domanda di protezione, mantiene l'accoglienza e l'irregolarità su due piani diversi, come dimostra la necessità di prevedere la possibilità di reiterazione della domanda di accoglienza, che sospende il provvedimento di allontanamento in vigore. A suo giudizio, al contrario, il fine si raggiungerebbe solo vietando la possibilità di reiterare la domanda, come previsto dalla normativa previgente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che non può consentire gli interventi degli ulteriori deputati iscritti a parlare sull'emendamento Molteni 2.7, in quanto appartenenti a gruppi i cui rappresentanti sono già intervenuti su di esso.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 2.7.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che si passerà ora all'esame dell'emendamento Fogliani 2.8 e chiede ai deputati che desiderano intervenire di attenersi al contenuto della proposta emendativa medesima, evitando di dilungarsi sulle proposte emendative già votate.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), intervenendo sull'emendamento Fogliani 2.8, rileva che esso riguarda il medesimo argomento degli emendamenti già votati e stigmatizza l'introduzione nell'ordinamento italiano di un istituto giuridico del tutto nuovo, ovvero la sospensione, da parte di un organo monocratico amministrativo, di un provvedimento esecutivo del giudice, che favorisce i cittadini stranieri, dal momento che un istituto del genere non è previsto per i cittadini italiani in relazione a provvedimenti esecutivi che li riguardino. Rileva, inoltre, che la norma non precisa dove lo straniero possa attendere l'esito dell'esame della domanda reiterata, potendo, quindi, fuggire o rendersi comunque irreperibile nei tre giorni previsti dalla norma, che, come ammesso anche dal rappresentante del Governo, non costituiscono un termine perentorio.

  Gianni TONELLI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Fogliani 2.8, accusa di ipocrisia la maggioranza, che nasconde dietro Pag. 17 il decreto-legge la propria ideologia di accoglimento indiscriminato e la reale intenzione di ripristinare il sistema di accoglienza, smantellato dal precedente Governo, che gli assicura un tornaconto elettorale. Grazie alla sua esperienza nel volontariato, maturata sin dagli anni della gioventù, può, infatti, affermare che non è questo il modo di affrontare il problema dell'accoglienza di coloro che fuggono dalle guerre o che sono perseguitati nei loro Paesi di origine.

  La Commissione respinge l'emendamento Fogliani 2.8.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) illustra l'emendamento Ziello 2.9, che, al pari dei precedenti e dei seguenti emendamenti, è volto a precisare le caratteristiche dello straniero a cui applicare la disciplina del respingimento. Ritiene, inoltre, che la volontà di introdurre un meccanismo di riconsiderazione della domanda di accoglienza già respinta celi la sfiducia della maggioranza nei confronti della magistratura e del suo operato. Infine, condivide i timori dei colleghi sulla possibilità che, nei tre giorni che la norma prevede per il riesame della domanda, posto che non siano di più, lo straniero possa rendersi irreperibile, a meno che la maggioranza non pensi di rimettere in piedi il sistema di accoglienza smantellato dal precedente Governo, ponendo a carico dei contribuenti italiani i relativi costi.

  Il Viceministro Matteo MAURI sottolinea che il decreto-legge, introducendo la possibilità, non prevista dalla normativa previgente, di presentare la richiesta di riesame della domanda di protezione, in primo luogo, non ha previsto la sospensione dell'esecutività del provvedimento di respingimento e, in secondo luogo, ha imposto per la decisione un tempo di massimo tre giorni, nel corso dei quali lo straniero interessato dovrà rimanere in un Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR). Tiene quindi a precisare che, con tali previsioni, il Governo ha cercato di contemperare l'esigenza dello Stato di mantenere il rigore e il rispetto delle regole con quella dei cittadini stranieri di avere il riconoscimento di garanzie e tutele.

  Nicola MOLTENI (LEGA) non condivide le affermazioni del rappresentante del Governo, in quanto il trattenimento nei CPR è previsto solo per alcune categorie di stranieri. Pertanto, se l'intendimento del Governo è quello di trattenere tutti gli stranieri irregolari nei CPR in attesa della decisione sul riesame della domanda di protezione, è necessario modificare la norma. Si appella, pertanto, ai deputati del Movimento 5 Stelle, che, facendo parte della maggioranza che sosteneva il precedente Governo, furono d'accordo ad introdurre la previsione dell'inammissibilità della richiesta di riesame. Infine, nega che l'ordinamento italiano non fornisca adeguate garanzie e tutele a coloro che si trovano nel Paese in forza di titoli regolari e non ritiene sbagliato negarle a chi di tali titoli è privo, rimanendo in Italia e mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), condividendo le osservazioni del deputato Molteni, ribadisce l'assurdità di prevedere tre giorni di tempo per un'ulteriore verifica delle condizioni del richiedente o di quelle del Paese verso il quale questo deve essere accompagnato. In tale breve lasso di tempo, infatti, niente può cambiare e allora tale previsione, che, tra l'altro, appare mettere in dubbio il corretto operato della magistratura, è solo un escamotage per permettere allo straniero irregolare di fermarsi in Italia.
  Non condivide, inoltre, l'osservazione del Viceministro in merito all'assenza di un effetto sospensivo della richiesta di riesame sul provvedimento esecutivo di respingimento, in quanto tale eventualità è esplicitamente esclusa solo con riferimento alla seconda reiterazione della richiesta, come previsto dall'articolo 35-bis, comma 5, del decreto legislativo n. 25 del 2008, come modificato dall'articolo 2 del decreto-legge in esame.
  Infine, intende rimarcare l'ipocrisia della sinistra, che rifiuta di riconoscere che coloro Pag. 18 che si trovano nel Paese senza averne titolo sono immigrati irregolari e che, come tali, vanno respinti.

  La Commissione respinge l'emendamento Ziello 2.9.

  Francesco Paolo SISTO (FI) rileva come l'emendamento Stefani 2.49 sia volto a sostituire la parola «straniero» con la parola «immigrato». Sottolinea come l'utilizzazione della parola «straniero» sia un'ulteriore testimonianza di un approccio ideologico in virtù del quale si pretende di arrivare addirittura alla neutralizzazione della decisione giurisdizionale e come, anche dal punto di vista terminologico, si voglia restituire all'immigrato irregolare lo status di straniero, vanificando la decisione assunta dal giudice. Evidenzia come sia sempre molto preoccupante dal punto di vista democratico la prevalenza dell'ideologia sul diritto e osserva come all'immigrato irregolare viene attribuito un potere che il cittadino italiano non ha, vale a dire quello di vanificare in qualsiasi momento gli effetti di un provvedimento del giudice.
  Dichiara pertanto il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta emendativa in esame.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) sottolinea come la norma sulla quale incide la proposta emendativa 2.49 finirà per favorire di fatto le organizzazioni criminali, le quali disporranno di un'ulteriore possibilità per far rimanere nel nostro Paese uomini e donne ridotti in condizioni di schiavitù. Rileva, inoltre, come la norma medesima presenti a suo avviso evidenti profili di illegittimità costituzionale, in quanto attribuisce a un organo amministrativo il potere di sindacare decisioni giurisdizionali.
  Osserva, infine, come circa un terzo dei richiedenti la protezione speciale provenga dalla Tunisia e come, pertanto, qualora si ritenga che le loro domande possano essere fondate – circostanza alla quale non crede – occorrerebbe coerentemente intraprendere un'azione diplomatica ed economica nei confronti di quel Paese per violazione dei diritti umani.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefani 2.49.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'emendamento Molteni 2.48, rileva come esso preveda la sostituzione della parola «straniero» con la parola «immigrato» in quanto i destinatari della norma non sono genericamente gli stranieri, bensì gli immigrati nei confronti dei quali sia stato adottato un provvedimento di allontanamento divenuto esecutivo.
  Rileva, inoltre, come nell'emendamento Boldrini 2.141, testé approvato, vi siano «cacofonie» nella formulazione e come l'obiettivo delle norme sostenute dalla maggioranza sia evidentemente quello di allargare a dismisura la permanenza degli immigrati nel territorio nazionale. Evidenzia come tale permanenza comporti costi a carico della collettività. Al riguardo sottolinea come la maggioranza degli immigrati irregolari ottenga l'ammissione al gratuito patrocinio sulla base di una mera autocertificazione e chiede ai relatori chiarimenti circa la copertura finanziaria della lettera d) del comma 1 dell'articolo 1.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Molteni 2.48 e Tonelli 2.50.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'emendamento Iezzi 2.52, rileva come esso non sia meramente lessicale ma sia volto a correggere la formulazione del testo, sostituendo la parola «domanda» con la parola «istanza», in quanto si tratta di un procedimento amministrativo e non giurisdizionale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Iezzi 2.52 e Invernizzi 2.51.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Tonelli 2.46, rileva come esso preveda che non si proceda all'esame della domanda presentata esclusivamente Pag. 19 con intenti dilatori. Ricorda come, nel caso dei cittadini italiani, chi presenta un ricorso a scopo meramente dilatorio sia chiamato a pagare le spese del giudizio, mentre lo straniero non subisce alcuna conseguenza. Ritiene che la politica della maggioranza non sia volta a tutelare la giustizia ma ben altri interessi e ricorda come prima dell'adozione dei cosiddetti «decreti Salvini» il giro d'affari legato all'immigrazione ammontasse a circa 5 miliardi di euro annui. Raccomanda pertanto l'approvazione dell'emendamento in esame.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Tonelli 2.46, Ziello 2.53, Vinci 2.47, Molteni 2.32 e 2.45, Invernizzi 2.43 e Iezzi 2.56, gli identici emendamenti Molteni 2.16 e Lucaselli 2.142 e l'emendamento Lucaselli 2.144.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Colletti 2.145, rileva come esso sia volto a sopprimere le norme che aumentano da uno a due anni la durata dei permessi di soggiorno per motivi di protezione speciale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Colletti 2.145, gli identici emendamenti Stefani 2.17 e Ravetto 2.146, gli identici emendamenti Ravetto 2.147 e Molteni 2.148, gli identici emendamenti Lucaselli 2.149 e Bordonali 2.150 e gli emendamenti Lucaselli 2.151, Tonelli 2.58, Bordonali 2.57, Molteni 2.152 e 2.87, Invernizzi 2.91, Vinci 2.93, Fogliani 2.94 e Lucaselli 2.153.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Berti 2.154, sottolinea come esso sia volto a prevedere che non sia ammesso il ricorso per chi è stato condannato, anche in via non definitiva, a una pena superiore a due anni di reclusione. Osserva come le politiche perseguite dalla maggioranza faranno sì che si tratterranno nel nostro Paese anche numerosi delinquenti, come accaduto purtroppo nel caso dell'autore dell'attentato terroristico di Nizza dello scorso ottobre.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) osserva come non sia un caso che l'emendamento 2.154 sia stato sottoscritto anche dalla rappresentante di gruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia. Rileva come l'80 per cento della popolazione carceraria sia composto da stranieri e chiede al Governo che sia resa disponibile una relazione contenente i dati sui detenuti stranieri presenti nelle carceri italiane e su quanti di essi hanno riportato condanne a pene non superiori a due anni. Rileva, infatti, che consentire a tali detenuti, una volta usciti dal carcere, di trattenersi di fatto liberamente nel territorio nazionale equivalga a un indulto mascherato.

  Simona BORDONALI (LEGA) si associa alla richiesta rivolta al Governo dalla deputata Bartolozzi.

  La Commissione respinge l'emendamento Berti 2.154.

  Nicola MOLTENI (LEGA), prevenendo eventuali obiezioni in chiave garantista all'emendamento testé respinto, osserva come il provvedimento in esame preveda addirittura il carcere per chi violi il cosiddetto «Daspo», disposto anche sulla base di una semplice denuncia.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Ravetto 2.155 e Iezzi 2.95.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, prende atto che l'emendamento Boldrini 2.156 è ritirato dalla presentatrice.

  La Commissione respinge l'emendamento Zanettin 2.157.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'emendamento Iezzi 2.160, ne raccomanda l'approvazione, rilevando come esso sia volto a ripristinare un percorso corretto dal punto di vista procedurale nel caso di manifesta infondatezza della domanda.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 2.160, limitatamente alla parte ammissibile.

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  Giuseppe BRESCIA, presidente, prende atto che l'emendamento Boldrini 2.161 è ritirato dalla presentatrice.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) osserva come si tratti del secondo emendamento presentato da deputati della maggioranza e ritirato a seguito del parere contrario dei relatori e del Governo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Stefani 2.61 e Ziello 2.60 e gli articoli aggiunti Meloni 2.04, Del Mastro Delle Vedove 2.05, Bignami 2.07, Iezzi 2.03, Tonelli 2.01 e Vinci 2.02.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita i relatori e il rappresentante del Governo a esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 3.

  Carmelo MICELI (PD), relatore, esprime parere contrario sugli emendamenti Molteni 3.98 e 3.26, Ravetto 3.100, Bordonali 3.27. Esprime parere favorevole sull'emendamento Palazzotto 3.101, a condizione che sia riformulato in identico testo assieme agli identici emendamenti Ceccanti 3.136 e Boldrini 3.137.
  Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Invernizzi 3.5 e 3.29, Stefani 3.30, Fogliani 3.28, Tonelli 3.31, Vinci 3.32, Bordonali 3.35, Invernizzi 3.37, Donzelli 3.103, Tonelli 3.104, Molteni 3.38, Tonelli 3.40, Stefani 3.39, nonché sugli identici Magi 3.1 e Fratoianni 3.105, Molteni 3.106, Fogliani 3.6, Ziello 3.7, Invernizzi 3.8, Iezzi 3.45, Tonelli 3.41, Molteni 3.42, Iezzi 3.43, sugli identici Iezzi 3.107 e Ravetto 3.108, Frusone 3.110, Iezzi 3.44, Prisco 3.109, Vinci 3.111, Invernizzi 3.48, Fogliani 3.12, Invernizzi 3.11, Ziello 3.13, Molteni 3.47 e 3.49, Ziello 3.112, Tonelli 3.50, Fogliani 3.15, Invernizzi 3.14, Ziello 3.16, Montaruli 3.114, Molteni 3.116, gli identici Ravetto 3.117 e Molteni 3.118, Gregorio Fontana 3.119, Molteni 3.95 e 3.52, sugli identici Vinci 3.51 e Montaruli 3.120, Iezzi 3.121.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Marco Di Maio 3.122. Esprime parere contrario sugli emendamenti Iezzi 3.53 e 3.94, Ziello 3.93, Berti 3.123, Iezzi 3.56, Vinci 3.57, Molteni 3.59, Iezzi 3.60, Ziello 3.61, Stefani 3.97, Molteni 3.54, Iezzi 3.63 e 3.62, Bordonali 3.55, Lucaselli 3.124, 3.125 e 3.126. Propone l'accantonamento degli identici emendamenti Magi 3.2 e Perantoni 3.102 in attesa di una eventuale proposta di riformulazione degli stessi. Propone altresì l'accantonamento dell'emendamento De Carlo 3.127.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Ravetto 3.128, Magi 3.3, sugli identici emendamenti Pastorino 3.129, Migliore 3.130 e Galizia 3.131; esprime altresì parere contrario sugli identici emendamenti Iezzi 3.134 e Ravetto 3.132, nonché sugli identici Magi 3.4, Boldrini 3.133 e Fornaro 3.134. Esprime parere contrario sugli emendamenti Iezzi 3.65, Molteni 3.66, Invernizzi 3.17, Fogliani 3.18, Ziello 3.19, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Boldrini 3.135. Esprime altresì parere favorevole sugli identici emendamenti Ceccanti 3.136 e Boldrini 3.137, come già anticipato.
  Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Donzelli 3.138, nonché sugli identici emendamenti Molteni 3.67 e Ravetto 3.139, sugli emendamenti Iezzi 3.68 e 3.69, Invernizzi 3.20, Fogliani 3.21, Ziello 3.22, Ravetto 3.140, Tonelli 3.70, Molteni 3.71, Stefani 3.72, sugli identici Stefani 3.141 e Ravetto 3.142, Molteni 3.73, Invernizzi 3.23, Fogliani 3.24, Ziello 3.25 e 3.75, Vinci 3.77, Tonelli 3.76, Fogliani 3.78, Bordonali 3.79, Iezzi 3.80, Invernizzi 3.81, Iezzi 3.82, Tonelli 3.74 e 3.83, Molteni 3.146, Bordonali 3.143, Iezzi 3.144, Molteni 3.145. Esprime altresì parere contrario sugli identici emendamenti Ravetto 3.147 e Iezzi 3.84, nonché sugli emendamenti Tonelli 3.85, Bordonali 3.90, Fogliani 3.91, Bordonali 3.86, Iezzi 3.87, Molteni 3.88, Iezzi 3.89, Meloni 3.148 e 3.149, Berti 3.150. Esprime infine parere contrario sugli articoli aggiuntivi Varchi 3.02 e 3.03, Meloni 3.04 e 3.05, Bignami 3.06.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, precisa che sull'emendamento Tonelli 3.70 i relatori intendono in realtà avanzare la richiesta di invito al ritiro e non un mero parere contrario.

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  Il Viceministro Matteo MAURI esprime parere conforme a quello espresso dai relatori.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 3.98.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) interviene a sostegno degli emendamenti presentati dal gruppo della Lega volti a modificare le disposizioni dell'articolo 3. In particolare sottolinea come numerose disposizioni contenute nell'articolo 3, contrariamente a quanto indicato nella relazione tecnica, abbiano in realtà oneri finanziari. Non comprende quindi il parere negativo espresso dai relatori su tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni, ritenendo che anche i profili di copertura finanziaria debbano essere oggetto di discussione durante l'esame in sede referente, al fine di non ridurre il ruolo della Commissione a quello di mero passacarte. Ribadisce quindi di giudicare assai discutibili le modifiche proposte dal Governo rispetto alla normativa vigente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che, al di là delle competenze della Commissione referente, la Commissione chiamata a valutare gli effetti finanziari delle norme contenute nel provvedimento è la Commissione Bilancio così come previsto dalle norme del Regolamento della Camera.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) insiste perché la Commissione referente svolga appieno il suo ruolo, valutando altresì gli effetti finanziari delle norme in discussione e quanto contenuto nella relazione tecnica di accompagnamento.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel ritenere necessario una riflessione approfondita sui contenuti dell'articolo in esame, riconosce il ruolo diverso attribuito alla Commissione Bilancio, ma evidenzia come il tema dell'invarianza finanziaria delle disposizioni debba essere valutato, al fine di assicurare la stessa cogenza delle disposizioni introdotte dal provvedimento. Nel sottolineare la differenza concettuale tra invarianza finanziaria e neutralità finanziaria, ritiene opportuno verificare l'effettiva portata delle norme in esame, ivi compresi gli effetti finanziari. Ritiene, infine, assai opportune le richieste di chiarimento formulate dalla deputata Bartolozzi anche sugli aspetti di natura finanziaria.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Molteni 3.26, Ravetto 3.100 e Bordonali 3.27.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Palazzotto 3.101, su cui è stato espresso parere favorevole, rivela l'eccessiva indeterminatezza della formulazione, che contiene concetti non chiari e di non facile e univoca interpretazione. Stigmatizza quindi l'intenzione del Governo di procedere ad una sorta di liberalizzazione indiscriminata del fenomeno dell'immigrazione.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) chiede ulteriori chiarimenti circa l'effettiva portata dell'emendamento Palazzotto 3.101 che, in quanto riformulato in identico testo con gli emendamenti Ceccanti 3.136 e Boldrini 3.137, prevede l'emanazione di un provvedimento attuativo da parte del Ministero dell'interno. Ritiene, al riguardo, assai contraddittorio prevedere un atto attuativo di disposizioni contenute in un decreto-legge che per sua natura già esplica i suoi effetti giuridici nell'ordinamento.

  Laura BOLDRINI (PD) chiarisce che gli emendamenti in esame sono volti a prevedere la formulazione di apposite linee guida al fine di elaborare una disciplina a tutela dei soggetti vulnerabili. Si tratta, a suo giudizio, di una modifica volta ad apportare concreti miglioramenti alla disciplina vigente.

  La Commissione approva gli emendamenti Palazzotto 3.101, Ceccanti 3.136 e Boldrini 3.137, riformulati in identico testo (vedi allegato).

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  Giusi BARTOLOZZI (FI) interviene a sostegno dell'emendamento Invernizzi 3.5, di cui raccomanda l'approvazione, evidenziando come il Governo e la maggioranza millantino di apportare migliorie alla disciplina vigente, modificando attraverso interventi ideologici meccanismi che in realtà stanno funzionando correttamente.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Invernizzi 3.5 e 3.29, Stefani 3.30, Fogliani 3.28, Tonelli 3.31, Vinci 3.32, Bordonali 3.35 e Invernizzi 3.37.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo in qualità di cofirmatario sull'emendamento Donzelli 3.103, evidenzia come esso, allo scopo di attenuare gli effetti devastanti del decreto-legge in esame, preveda l'aumento fino a 10 anni del periodo di interdizione di interdizione dell'ingresso in territorio nazionale.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Donzelli 3.103, Tonelli 3.104, Molteni 3.38, Tonelli 3.40, Stefani 3.39, gli identici emendamenti Magi 3.1 e Fratoianni 3.105, nonché gli emendamenti Molteni 3.106, Fogliani 3.6 e Ziello 3.7.

  Simona BORDONALI (LEGA) interviene in qualità di cofirmataria sull'emendamento Invernizzi 3.8, sottolineando come esso sia volto ad introdurre una terminologia formalmente corretta in luogo del semplice termine «straniero».

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Invernizzi 3.8, Iezzi 3.45, Tonelli 3.41, Molteni 3.42, Iezzi 3.43, nonché gli identici Iezzi 3.107 e Ravetto 3.108; respinge altresì gli emendamenti Frusone 3.110 e Iezzi 3.44.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 3.109, sottolinea l'importanza di aumentare almeno a 180 giorni il tempo di trattenimento nei centri di accoglienza, al fine di evitare che soggetti che non hanno titolo a soggiornare in Italia possano oltretutto circolare liberamente entro breve tempo.

  Nicola MOLTENI (LEGA) riferisce di una recente intervista del Ministro degli esteri sui temi dell'immigrazione clandestina, evidenziando come il Ministro Di Maio si debba preoccupare anche della conclusione di accordi bilaterali efficaci. Al riguardo segnala come nel provvedimento in esame non si preveda alcun nuovo accordo bilaterale oltre a quello della Tunisia, che rischia dunque di rimanere l'unico. Più in generale, segnala il rischio che, con le modifiche apportate dal decreto – legge, gli immigrati irregolari potranno circolare liberamente e la politica dei rimpatri sarà del tutto azzerata.

  La Commissione respinge l'emendamento Prisco 3.109.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) interviene a sostegno dell'emendamento Vinci 3.111, richiamando l'importanza di misure serie al fine di procedere all'identificazione dei soggetti richiedenti asilo. Al riguardo segnala come l'emendamento in esame preveda il potere del questore di chiedere al giudice la proroga del provvedimento di trattenimento. Invita quindi il Governo e i relatori a rivalutare il parere negativo espresso su tale emendamento ovvero ad acconsentire all'accantonamento in vista di una successiva valutazione.

  La Commissione respinge l'emendamento Vinci 3.111.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, rinvia il seguito dell'esame all'ulteriore seduta convocata per la giornata odierna.

  La seduta termina alle 13.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 24 novembre 2020. — Presidenza del presidente Alberto STEFANI.

  La seduta comincia alle 14.05.

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DL 125/2020: Misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020.
Emendamenti C. 2779-A Governo, approvato dal Senato.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Alberto STEFANI, presidente, avverte che il Comitato permanente per i pareri è chiamato a esaminare, ai fini del parere all'Assemblea, il fascicolo n. 1 degli emendamenti al disegno di legge C. 2779-A, approvato dal Senato, di conversione in legge, con modificazione, del decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125, misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID, nonché per l'attuazione della direttiva (UE) 2020/739 del 3 giugno 2020.

  Anna MACINA (M5S), relatrice, rileva come gli emendamenti trasmessi non presentano profili problematici per quanto riguarda il riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione: pertanto appare possibile esprimere su di essi nulla osta.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta della relatrice.

  La seduta termine alle 14.10.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 24 novembre 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA.

  La seduta comincia alle 14.10.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023.
C. 2790-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, rileva come la Commissione avvii oggi ad avviare l'esame, in sede consultiva, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, del disegno di legge C. 2790-bis, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, per le parti di propria competenza.
  Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto da due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
  Per quanto riguarda la I Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, saranno esaminate anche le Tabelle relative allo Stato di previsione del Ministero dell'interno (di cui alla Tabella 2) contenute nella seconda sezione.
  L'esame in questa sede del disegno di legge si concluderà con l'approvazione di una relazione sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore. Potranno essere presentate relazioni di minoranza. La relazione approvata dalla Commissione e le eventuali relazioni di minoranza saranno trasmesse alla Commissione Bilancio. I relatori (per la maggioranza e di minoranza) potranno partecipare ai lavori della Commissione Pag. 24Bilancio per riferire circa i lavori svolti presso la Commissione di settore.
  La Commissione potrà inoltre esaminare gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Riguardo al regime di presentazione degli emendamenti nelle Commissioni di settore ricordo che gli emendamenti che riguardano parti di competenza di questa Commissione potranno essere presentati sia presso quest'ultima sia direttamente presso la Commissione Bilancio. La stessa regola è peraltro applicabile anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione.
  Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione e trasmessi con essa alla Commissione Bilancio, dove saranno nuovamente esaminati assieme agli emendamenti presentati direttamente in quella sede, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati presso la Commissione Bilancio, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
  La valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso questa Commissione sarà effettuata dalla Presidenza prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che saranno ripresentati in Commissione Bilancio, nonché quelli approvati dalle Commissioni di settore e trasmessi alla V Commissione, saranno comunque sottoposti in quella sede, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità, ai fini dell'esame in sede referente, da parte della Presidenza della medesima V Commissione.
  In particolare, sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione, nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione del disegno di legge di bilancio, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvio integralmente alle linee guida di carattere procedurale – contenute nella lettera della Presidenza della Camera, inviata ai Presidenti delle Commissioni permanenti in data 25 ottobre 2016 – adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
  In tale contesto avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti afferenti alle parti del provvedimento rientranti negli ambiti di competenza della I Commissione è fissato alle ore 10 di domani.
  In merito alla tempistica dell'esame in sede consultiva del provvedimento fa presente che essa non è nella disponibilità della Presidenza di questa Commissione, ma è dettata dalle decisioni che assunte dalla Conferenza dei Presidenti dei gruppi, Pertanto le Commissioni dovranno concludere l'esame sul provvedimento entro la settimana in corso.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, ricorda preliminarmente che con la riforma operata dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232, sulla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009, i contenuti delle previgenti leggi di bilancio e di stabilità sono stati riuniti in un unico provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, riferita a un periodo triennale e articolata in due sezioni.
  La Sezione I svolge essenzialmente le funzioni dell'ex disegno di legge di stabilità; la Sezione II assolve, nella sostanza, quelle dell'ex disegno di legge di bilancio.
  Con riferimento agli ambiti di pertinenza della I Commissione della Sezione I del disegno di legge di bilancio, segnala innanzitutto l'articolo 69, il quale, ai commi 2 e 3, modifica la legge n. 96 del 1955 circa le provvidenze a favore dei perseguitati politici antifascisti e dei perseguitati per motivi razziali.
  In particolare, il comma 2 incide sull'articolo 1 della legge n. 96 del 1955, il quale ha previsto l'attribuzione di un assegno vitalizio di benemerenza a carico del Pag. 25bilancio dello Stato, ai cittadini italiani perseguitati a seguito dell'attività politica contro il fascismo da loro svolta anteriormente all'8 settembre 1943, i quali abbiano subito una perdita di capacità lavorativa almeno del 30 per cento, e ha disposto l'attribuzione di un assegno di pari misura, per le medesime cause, se la persecuzione sia stata dettata da motivi di ordine razziale, dopo il 7 luglio 1938.
  In tale contesto il comma 2 agisce sul termine (riferito alla persecuzione politica fascista) dell'8 settembre 1943, sostituendolo con quello del 25 aprile 1945 (anniversario della liberazione).
  Inoltre, si modificano – in senso estensivo del beneficio – alcune previsioni relative alle cause della perdita di capacità lavorativa.
  In dettaglio, laddove la legge del 1955 fa riferimento (all'articolo 1, comma 2, lettera b) l'assegnazione al confino di polizia o a casa di lavoro, inflitta in dipendenza dell'attività politica antifascista, ovvero la carcerazione preventiva congiunta a fermi di polizia, causati dalla stessa attività politica, «quando per il loro reiterarsi abbiano assunto carattere persecutorio continuato», la novella sopprime il riferimento alla reiterazione ed alla connotazione quale persecuzione continuata (ossia le parole riportate in corsivo).
  Ancora, laddove la citata legge n. 96 annovera (all'articolo 1, comma 2, lettera d) condanne inflitte da tribunali ordinari per fatti connessi a scontri avvenuti in occasione di manifestazioni dichiaratamente antifasciste, che abbiano comportato un periodo di reclusione non inferiore ad un anno, la novella sopprime la condizione della condanna al periodo di reclusione di almeno un anno.
  Inoltre, laddove la legge n. 96 riconosce la provvidenza ai cittadini italiani i quali abbiano subìto persecuzioni per motivi d'ordine razziale, qualora la persecuzione si sia configurata con le medesime modalità sopra ricordate per la persecuzione politica (dunque una determinata perdita di capacità lavorativa conseguente a determinata tipologia di fatti persecutori), la novella fa venir meno questo «parallelismo» fra le due diverse fattispecie persecutorie, politica e razziale, mantenendo le condizioni sopra ricordate (nonché le altre cause di perdita della capacità lavorativa, enumerate dalla legge e qui non modificate) per la persecuzione politica, mentre vengono meno per la persecuzione razziale.
  Connessa a tale modificazione, è un'ulteriore novella, con cui si introduce un terzo comma nell'articolo 1 della legge n. 96 del 1955, il quale prevede che, nel caso di persecuzioni per motivi di ordine razziale, gli atti di violenza o sevizie subiti in Italia o all'estero, si presumono, salvo prova contraria.
  Il comma 3 dell'articolo 69 del disegno di legge fa decorrere l'insieme delle modifiche relative al comma 2 dell'articolo 1 della legge n. 96 del 1955, dall'entrata in vigore della legge di bilancio, escludendo la corresponsione di arretrati riferiti ad annualità precedenti.
  Le novelle appena illustrate mirano a porre fine alle diversità di orientamenti applicativi e alle incertezze che si sono registrate con riferimento alla legge n. 96 del 1955 (tanto che si sono succedute apposite Commissioni di studio, istituite nel 2002 e nel 2019 presso la Presidenza del Consiglio, per approfondire la materia). Segnatamente, sono emerse diversità di orientamenti interpretativi tra il vaglio amministrativo delle richieste di beneficio ed il successivo giudizio contabile (nonché all'interno della stessa giurisprudenza contabile) riguardo agli atti di persecuzione razziale, che il mero dettato della legge del 1955 pare configurare in modo più circoscritto rispetto alla persecutorietà ed efferata violenza morale pur insita in alcuni provvedimenti (si pensi, ad esempio, all'esclusione dalla scuola frequentata). Altro profilo dibattuto è se l'istante debba provare o meno l'atto di violenza subìto con l'applicazione ai suoi danni delle normative razziali.
  La relazione tecnica allegata al disegno di legge stima la possibile estensione della platea dei beneficiari diretti della provvidenza in duecento persone – cui si aggiungono orfani e vedove a particolari condizioni. Pag. 26
  L'articolo 105, comma 1, prevede che possano essere trasferite alle amministrazioni pubbliche (elencate dall'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001, il quale è richiamato dall'articolo 2, comma 2, lettera a), del decreto legislativo n. 82 del 2005 recante il Codice dell'amministrazione digitale), in tutto o in parte, le risorse del Fondo per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, al fine di realizzare progetti di trasformazione digitale, coerenti con le finalità del Fondo.
  In merito ricorda tale Fondo, istituito – con uno stanziamento di 50 milioni per il 2020 – dall'articolo 239 del decreto-legge n. 34 del 2020, è destinato alla copertura delle spese per interventi, acquisti e misure di sostegno a favore di:

   una «strategia di condivisione e utilizzo del patrimonio informativo pubblico» a fini istituzionali;

   la diffusione dell'identità digitale, del domicilio digitale e delle firme elettroniche;

   la realizzazione ed erogazione di servizi in rete, dell'accesso ai servizi in rete tramite le piattaforme abilitanti previste da disposizioni del Codice dell'amministrazione digitale (decreto legislativo n. 82 del 2005), recate dagli articoli: 5 (sistema di pagamento elettronico, attraverso un sistema pubblico di connettività che assicuri una piattaforma tecnologica per l'interconnessione e l'interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni e i prestatori di servizi di pagamento abilitati), 62 (Anagrafe nazionale della popolazione residente), 64 (sistema pubblico per la gestione delle identità digitali e modalità di accesso ai servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni), e 64-bis (accesso telematico ai servizi della pubblica amministrazione), nonché per i servizi e le attività di assistenza tecnico-amministrativa necessarie.

  Il comma 2 attribuisce – per l'anno 2021 – alla competente struttura per l'innovazione tecnologica della Presidenza del Consiglio, lo svolgimento delle attività tese ad assicurare lo sviluppo, l'implementazione ed il funzionamento della piattaforma per il tracciamento dei contatti ai fini del sistema di allerta innanzi all'emergenza epidemiologica da Covid-19.
  L'articolo 159, comma 15, autorizza l'assunzione straordinaria di un contingente massimo di 750 unità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel ruolo iniziale di vigile del fuoco, in aggiunta rispetto alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, fermo restando il limite della dotazione organica.
  Le nuove assunzioni sono «scaglionate», per un numero massimo di 250 unità, non prima del 1° ottobre 2021; per 250 unità, non prima del 1° ottobre 2022; per le rimanenti 250 unità, non prima del 1° ottobre 2023.
  La finalità di tale assunzione straordinaria è l'incremento dei servizi di soccorso pubblico, di prevenzione incendi e di lotta attiva agli incendi boschivi (funzione, quest'ultima, traslata al Corpo nazionale dei vigili del fuoco per effetto del decreto legislativo n. 177 del 2016, attuativo della delega di cui all'articolo 8 della legge n. 124 del 2015, che ha disposto in ordine all'assorbimento, entro altre forze, del Corpo forestale dello Stato).
  Il comma 17 autorizza la copertura della spesa correlativa alle attività di reclutamento (inclusiva della copertura delle spese per mense e buoni pasto), attingendo allo specifico Fondo per le assunzioni di personale. Si tratta di: 75.000 euro per l'anno 2021; 300.000 per l'anno 2022; 525.000 per l'anno 2023; 675.000 a decorrere dall'anno 2024.
  Il comma 16 fornisce invece la quantificazione degli oneri di spesa delle predette assunzioni straordinarie, autorizzando una spesa che a regime ammonta a circa 32-33 milioni di euro.
  Più in dettaglio, l'andamento della spesa per queste nuove assunzioni è: 2,558 milioni di euro per l'anno 2021; 13,104 milioni per il 2022; 23,755 milioni per il 2023; 31,848 milioni per il 2024; 32,038 milioni per il 2025; 32,382 milioni per il 2026; 32,726 milioni per il 2027; 32,984 milioni per il 2028; 33,064 milioni per il 2029; 33,386 milioni per il 2030; 33,707 milioni Pag. 27per il 2031; 33,948 milioni per il 2032; 34,087 milioni a decorrere dall'anno 2033.
  I commi 18 e 19 autorizzano per il 2021 il Ministero dell'interno ad assumere con contratto a tempo indeterminato un contingente di 250 unità di personale di livello non dirigenziale, nel limite della dotazione organica, per far fronte alle accresciute attività nei diversi settori istituzionali di competenza, con particolare riguardo a quelle relative al settore della depenalizzazione.
  In particolare il comma 18 specifica che il personale da assumere è inquadrato nel ruolo dell'amministrazione civile dell'Interno, area funzionale seconda e fascia retributiva seconda e che le assunzioni sono autorizzate in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, anche in deroga alle procedure di mobilità collettiva, di cui agli articoli 34 e 34-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, che si applicano nelle ipotesi di soprannumero o eccedenze di personale.
  Al riguardo, sotto il profilo della formulazione del testo, segnala l'opportunità di richiamare anche l'articolo 33 del decreto legislativo n. 165 del 2001, in quanto la procedura di mobilità collettiva è regolata anche da tale articolo 33 e non solo dagli articoli 34 e 34-bis.
  Si dispone, inoltre, che le procedure pubbliche possono essere bandite nel corso del 2021 e che il Ministero può procedere alle assunzioni non prima del 1° dicembre 2021.
  Ai sensi del comma 19, gli oneri derivanti dalle assunzioni del Ministero dell'interno sono quantificati in 778.073 euro per l'anno 2021, in considerazione dei necessari tempi tecnici di espletamento delle procedure concorsuali; – 9.336.880 euro a decorrere dall'anno 2022.
  La relativa copertura finanziaria è interamente a valere sulle risorse del Fondo istituito ai sensi dell'articolo 158 del disegno di legge.
  L'articolo 160, al comma 7, al fine di perseguire gli obiettivi nazionali ed europei in materia di tutela ambientale e forestale, di presidio del territorio e di salvaguardia delle riserve naturali statali, ivi compresa la conservazione della biodiversità, autorizza l'Arma dei carabinieri all'assunzione di personale operaio a tempo indeterminato, ai sensi della legge 5 aprile 1985, n. 124, ed in deroga al contingente ivi previsto, nel numero di 19 unità per l'anno 2021 e 38 per l'anno 2022.
  Il comma 8 contiene la relativa autorizzazione di spesa, pari a euro 585.000 per l'anno 2021 e euro 1.770.000 a decorrere dall'anno 2022.
  Ricorda che, ai sensi decreto legislativo n. 177 del 2016, di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato, quest'ultimo è stato assorbito dall'Arma dei Carabinieri e il personale è transitato nei ruoli dell'Arma, mentre il personale del Corpo forestale dello Stato assunto ai sensi della legge n. 124 del 1985 con un contratto di diritto privato ha mantenuto il contratto collettivo nazionale di diritto privato.
  L'articolo 163, comma 1, prevede che il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio provveda ad istituire i Poli territoriali avanzati, presso ogni regione e nelle province autonome di Trento e Bolzano con le finalità di:

   svolgere in modalità decentrata e digitale i concorsi disciplinati dall'articolo 4, comma 3-quinquies, del decreto-legge n. 101 del 2013 e dall'articolo 35, comma 5, del decreto legislativo n. 165 del 2001 che dispongono, rispettivamente, per le amministrazioni dello Stato, le agenzie e gli enti pubblici non economici, l'espletamento di concorsi pubblici unici per il reclutamento di dirigenti e figure professionali comuni ai predetti soggetti, e, per le restanti amministrazioni, la possibilità di ricorrere, per le proprie procedure selettive, all'ausilio della Commissione RIPAM per lo svolgimento di taluni compiti (fatte salve le competenze proprie delle commissioni esaminatrici);

   sostenere l'organizzazione flessibile del lavoro pubblico;

   sostenere la formazione del personale pubblico.

  L'istituzione dei Poli territoriali avanzati (PTA), come indicato dalla Ministra per la Pag. 28pubblica amministrazione nell'audizione informale sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, svolta presso la Commissione Lavoro della Camera il 22 settembre 2020, è una delle tre macro-attività previste nell'ambito della riforma dei processi di reclutamento avviata dalla Funzione pubblica e volta alla semplificazione e innovazione delle procedure di reclutamento per le PA (le altre attività riguardano le procedure di reclutamento pubblico su modello europeo e il piano straordinario di reclutamento). I PTA svolgono anche le funzioni di spazi condivisi di lavoro per le amministrazioni pubbliche e di Hub per l'innovazione e la modernizzazione della P.A.
  Atteso che per il reperimento degli spazi per l'allestimento dei Poli territoriali, si prevede anche il recupero, riuso e cambio di utilizzo degli immobili pubblici e dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, il comma 2 prevede che il Dipartimento della funzione pubblica possa stipulare accordi con l'Agenzia del Demanio, l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e con le altre amministrazioni titolari di beni immobili idonei a ospitate i PTA.
  Per tali finalità il comma 3 attribuisce, per il 2021, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – previa ricognizione dei fabbisogni – le risorse disponibili in conto residui attualmente destinate (ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della legge n. 56 del 2019) all'attuazione di alcune delle misure finalizzate alla prevenzione dell'assenteismo dei dipendenti pubblici (di cui ai commi da 1 a 4 dell'articolo 2 della legge n. 59 del 2016), che sono conseguentemente abrogate dal comma 4 dell'articolo 160.
  Ricorda che i richiamati commi da 1 a 4 dell'articolo 2 della legge n. 56 del 2019 (cosiddetta «legge concretezza») hanno previsto l'introduzione di sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza degli accessi per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, ai fini della verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro. Dall'ambito di applicazione dei suddetti sistemi sono esclusi il personale in regime di diritto pubblico, i dipendenti titolari di un rapporto agile, nonché il personale degli istituti scolastici ed educativi e i dirigenti scolastici, mentre sono inclusi i dirigenti, fatta salva la summenzionata esclusione per le categorie in regime di diritto pubblico.
  Ai fini dell'attuazione dei predetti sistemi, il comma 5 del medesimo articolo 2 della legge n. 56 ha istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito fondo, con una dotazione di 35 milioni di euro per il 2019, il cui utilizzo è stabilito con appositi DPCM che destinano fino al 20 per cento di tali risorse alla realizzazione di strutture tecnologicamente avanzate per lo svolgimento dei concorsi pubblici (ai sensi dell'articolo 18, comma 1-sexies, del decreto-legge n. 162 del 2019).
  Per quanto riguarda la formulazione del testo, si segnala l'opportunità, per una maggiore chiarezza normativa, di esplicitare, nella rubrica dell'articolo, l'abrogazione, disposta dal comma 4 dell'articolo, delle disposizioni della legge n. 59 del 2016.
  L'articolo 166, comma 1, autorizza l'assunzione straordinaria di un contingente massimo di 4.535 unità delle Forze di polizia, nel limite della dotazione organica, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, al fine di incrementare i servizi di prevenzione e di controllo del territorio, nonché di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica ed economico-finanziaria, connessi anche all'emergenza sanitaria da COVID-19, nonché l'efficienza degli istituti penitenziari.
  Alle assunzioni nei rispettivi ruoli iniziali si procede non prima del 1° ottobre di ciascun anno entro il limite di spesa determinato per ciascuna annualità dal comma 2 e secondo i seguenti contingenti massimi:

   a) 800 unità per l'anno 2021, di cui 600 unità nel Corpo della guardia di finanza e 200 per la Polizia Penitenziaria;

   b) 500 unità, per l'anno 2022, di cui 300 unità nel Corpo della guardia di finanza e 200 per la Polizia Penitenziaria;

   c) 1.160 unità per l'anno 2023, di cui 300 della Polizia di Stato, 200 nell'Arma dei Pag. 29carabinieri, 150 nel Corpo della guardia di finanza e 510 per la Polizia Penitenziaria;

   d) 1.160 unità per l'anno 2024, di cui 200 della Polizia di Stato, 250 nell'Arma dei carabinieri, 200 nel Corpo della guardia di finanza e 510 per la Polizia Penitenziaria;

   e) 915 unità per l'anno 2025, di cui 100 della Polizia di Stato, 250 nell'Arma dei carabinieri, 50 nel Corpo della guardia di finanza e 515 per la Polizia Penitenziaria.

  L'assunzione è autorizzata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o con le modalità di cui all'articolo 66, comma 9-bis, del decreto-legge n. 112 del 2008, che – rinviando all'articolo 35, comma 4, del testo unico sul pubblico impiego (d.lgs. n. 165 del 2001) – prevede che le determinazioni relative all'avvio di procedure di reclutamento sono adottate da ciascuna amministrazione o ente sulla base del piano triennale dei fabbisogni e che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono autorizzati l'avvio delle procedure concorsuali e le relative assunzioni del personale delle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, delle agenzie e degli enti pubblici non economici.
  Resta fermo quanto previsto relativamente alle riserve di posti nei concorsi per l'accesso nelle carriere iniziali e alle riserve di posti per i volontari in ferma prefissata dagli articoli 703 e 2199 del codice dell'ordinamento militare (di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010).
  Per le predette assunzioni il comma 2 istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito Fondo da ripartire, con il medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che autorizza l'assunzione in base al comma 1. La dotazione del Fondo è: euro 3.855.298 per l'anno 2021; euro 32.318.063 per l'anno 2022; euro 58.358.288 per l'anno 2023; euro 103.346.347 per l'anno 2024; euro 151.510.382 per l'anno 2025; euro 187.987.418 per l'anno 2026; euro 195.007.907 per l'anno 2027; euro 196.566.668 per l'anno 2028; euro 199.622.337 per l'anno 2029; euro 202.387.875 per l'anno 2030; euro 204.480.113 per l'anno 2031; euro 205.659.245 per l'anno 2032; euro 206.733.517 per l'anno 2033; euro 208.639.130 per l'anno 2034; euro 210.838.415 per l'anno 2035; euro 213.454.024 a decorrere dall'anno 2036.
  L'articolo autorizza inoltre – per le spese organizzative connesse alle assunzioni straordinarie, ivi comprese le spese per mense e buoni pasto – un onere finanziario da iscrivere in apposito Fondo da istituire nello stato di previsione del Ministero dell'interno pari a: euro 4.116.000 per l'anno 2021; euro 2.590.800 per l'anno 2022; euro 7.510.280 per l'anno 2023; euro 7.422.830 per l'anno 2024; euro 5.915.870 per l'anno 2025.
  L'articolo 167 istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un Fondo per la retribuzione dei servizi esterni ovvero delle attività operative al di fuori dell'ordinaria sede di servizio svolte dal personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per i peculiari compiti connessi anche all'emergenza sanitaria COVID.
  Le risorse del Fondo – che ha una dotazione annua di 50 milioni di euro – sono ripartite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri della pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze, sentiti i Ministri dell'interno, della difesa e della giustizia.
  L'articolo 181 incrementa di 6 milioni di euro a decorrere dal 2021 il Fondo da ripartire nel corso della gestione per provvedere ad eventuali sopravvenute maggiori esigenze di spese per acquisto di beni e servizi iscritto nello stato del Ministero dell'interno, al fine di assicurare il funzionamento delle strutture centrali e periferiche del Ministero e la continuità nell'erogazione dei servizi.
  Ricorda che tale fondo, per la parte iscritta nello stato di previsione del Ministero dell'interno, è stato incrementato, da ultimo, dall'articolo 12-bis, comma 5, del Pag. 30decreto-legge n. 53 del 2019, per una somma di 4,5 milioni di euro per ciascuna delle annualità del biennio 2019-2020, di 2,5 milioni euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2026 e di 7 milioni di euro a decorrere dall'anno 2027.
  Il capitolo di spesa, con una dotazione fissata dalla legge di bilancio, relativo al predetto fondo, nel quale è confluito anche il fondo da ripartire per le esigenze correnti di funzionamento dei servizi dell'Amministrazione di cui all'articolo 3, comma 151, della legge n. 350 del 2003, ha una dotazione finanziaria a legislazione vigente nello stato di previsione del Ministero dell'interno pari a 34,98 milioni di euro per il 2021 e 35,2 milioni di euro per il 2022 e il 2023 (capitolo 3000, nell'ambito del Programma 6.2 – Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza).
  Passando a esaminare la Sezione II del disegno di legge, le principali previsioni di spesa di competenza della Commissione Affari costituzionali si rinvengono, in via prevalente, nello stato di previsione del Ministero dell'interno (di cui alla Tabella n. 8).
  Inoltre assumono rilevanza anche altri programmi e ulteriori stanziamenti ricompresi nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (di cui alla Tabella n. 2).
  In particolare, per quanto lo stato di previsione del Ministero dell'interno (di cui alla Tabella 8), esso si articola in 6 missioni e 12 programmi di spesa, i quali rappresentano le unità di voto parlamentare.
  Nel disegno di legge di bilancio 2021-2023, il numero e la denominazione dei programmi di spesa iscritti nello stato di previsione del Ministero non varia rispetto allo scorso anno.
  Ciascun programma è gestito da un unico centro di responsabilità amministrativa. Con riferimento all'organizzazione del Ministero dell'interno, i 5 Dipartimenti risultano articolati in 6 Centri di responsabilità amministrativa (CRA), ai quali sono complessivamente riconducibili 43 obiettivi da conseguire nell'ambito delle missioni del Ministero.
  Il disegno di legge di bilancio 2021-2023 autorizza, per il predetto stato di previsione, spese finali, in termini di competenza, al netto del rimborso per le passività finanziarie, pari a 29.825,6 milioni di euro nel 2021, a 29.023,2 milioni di euro per il 2022 e 27.341,4 milioni di euro per il 2023.
  In termini di cassa, le spese finali del Ministero sono pari a 29.932,3 milioni di euro nel 2021, a 29.008,2 milioni di euro nel 2022 e a 27.328,8 milioni di euro nel 2023.
  Rispetto alla legge di bilancio 2020, il disegno di legge di bilancio 2021-2023 espone dunque per il Ministero dell'interno, nel triennio di riferimento, un andamento della spesa lievemente e progressivamente decrescente.
  Su tale andamento, peraltro, incide la previsione dell'articolo 157, comma 1, del disegno di legge di bilancio, che impone alle amministrazioni centrali, a decorrere dal 2023, a porre in essere processi di riorganizzazione amministrativa volti a conseguire risparmi di spesa nella misura corrispondente alle riduzioni delle dotazioni relative ai programmi e alle missioni di spesa degli stati di previsione dei Ministeri, nella misura stabilita in apposito allegato per ciascun Ministero (allegato D). Per il Ministero dell'interno siffatta riduzione è pari a 40 milioni di euro, distribuita tra le Missioni 1-Amministrazione generale (-3 milioni), 3-Ordine pubblico e sicurezza (-19,8 milioni), – Soccorso civile (-5,2 milioni) e 6 – Servizi istituzionali e generale (-12 milioni).
  Con riferimento specifico alle previsioni di spesa per il 2021, il disegno di legge di bilancio espone spese finali in aumento rispetto al 2020, in termini assoluti, in misura pari a 3.936,3 milioni di euro (pari al 15,2 per cento).
  Tale differenza positiva deriva, in particolare, dagli effetti congiunti di un aumento sia delle spese di parte corrente pari a 1.410 milioni di euro, sia delle spese di parte capitale, pari a circa 2.526 milioni di euro.
  Gli stanziamenti di spesa del Ministero dell'interno autorizzati dal disegno di legge di bilancio si attestano, in termini di competenza, Pag. 31 nell'anno 2021 in misura pari al 3,9 per cento della spesa finale del bilancio statale, diminuendo leggermente in termini percentuali negli altri anni del triennio di programmazione.
  Per quanto concerne le previsioni di spesa del Ministero dell'interno per il 2021, l'articolo 218 del disegno di legge autorizza, al comma 1, l'impegno e il pagamento delle spese del Ministero dell'interno, per l'anno finanziario 2021, in conformità all'annesso stato di previsione.
  Il comma 2 prevede che le somme versate dal CONI e dalla società Sport e salute Spa nell'ambito dello stato di previsione dell'entrata (voce «Entrate derivanti da servizi resi dalle amministrazioni statali») sono riassegnate con decreti del Ragioniere generale dello Stato al programma Prevenzione del rischio e soccorso pubblico (8.3) nell'ambito della missione Soccorso civile (8) dello stato di previsione del Ministero dell'interno per il 2021. Tali somme sono destinate alle spese per l'educazione fisica, l'attività sportiva e le infrastrutture sportive del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  Ai sensi del comma 3, l'elenco n. 1 allegato allo stato di previsione del Ministero dell'interno individua le spese dell'amministrazione della pubblica sicurezza per le quali si possono fare prelevamenti nel 2019 dal Fondo di cui all'articolo 1 della legge n. 1001 del 1969 (cap. 2676, che reca nel disegno di legge di bilancio integrato 16,5 milioni di euro nel 2021).
  Il comma 4 autorizza per il 2021 il Ministro dell'economia a trasferire agli stati di previsione dei Ministeri interessati, con propri decreti, su proposta del Ministro dell'interno, le risorse iscritte nel capitolo 2313 (Missione 5, Programma 5.1.), relativo al pagamento delle speciali elargizioni in favore delle vittime del terrorismo e le risorse iscritte nel capitolo 2872 (Missione 3, Programma 3.3), relativo al pagamento alle elargizioni in favore delle vittime del dovere, in attuazione delle norme vigenti (di cui all'articolo 1, comma 562, della legge n. 266 del 2005; di cui all'articolo 34 del decreto – legge n. 159 del 2007 e di cui all'articolo 2, comma 106, della legge n. 244 del 2007).
  Per quanto concerne il predetto capitolo 2313, nel quale sono iscritte risorse pari a 61,6 milioni di euro per il 2021, è stata confermata la previsione di competenza e cassa a legislazione vigente. Nel capitolo 2872 sono iscritte risorse pari a 53,4 milioni di euro per il 2021.
  Il comma 5 autorizza il Ragioniere generale dello Stato a riassegnare, con propri decreti, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, per il 2021, i contributi relativi al rilascio e al rinnovo dei permessi di soggiorno, versati all'entrata del bilancio dello Stato e destinati al Fondo rimpatri, finalizzato a finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i Paesi di origine ovvero di provenienza (ai sensi dell'articolo 14-bis del testo unico dell'immigrazione di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998).
  Il comma 6 autorizza, per il 2021, il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare – nello stato di previsione del Ministero dell'interno – le variazioni compensative di bilancio, anche tra missioni e programmi diversi, al fine di reperire le risorse occorrenti per il finanziamento dei programmi di rimpatrio volontario ed assistito di cittadini di Paesi terzi verso il Paese di origine o di provenienza (ai sensi dell'articolo 14-ter del richiamato testo unico dell'immigrazione).
  Il comma 7 autorizza per il 2021 il Ministro dell'economia ad apportare nello stato di previsione del Ministero dell'interno le variazioni compensative di bilancio tra i programmi di spesa dello stato di previsione del Ministero dell'interno «Elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali» e «Gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali», in relazione alle minori o maggiori occorrenze connesse alla gestione dell'albo dei segretari provinciali e comunali.
  Il comma 8 autorizza il Ministro dell'interno ad apportare le occorrenti variazioni compensative di bilancio sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'interno delle risorse iscritte nel capitolo 2502, istituito nella Missione 3, Programma 3.1 (che reca previsioni integrate di competenza per il 2021 pari a 13,5 Pag. 32milioni di euro) al fine di consentire la corresponsione delle competenze accessorie dovute al personale della Polizia di Stato per i servizi resi nell'ambito delle convenzioni stipulate con Poste italiane S.p.A. ANAS spa e Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori.
  Il comma 9 dispone che, nelle more del perfezionamento del decreto annuale del Ministro dell'interno, di concerto con il MEF, sul numero complessivo massimo di prestazioni orarie aggiuntive da retribuire come lavoro straordinario (ai sensi dell'articolo 43, comma 13, della legge n. 181 del 1981), trova applicazione, ai fini del pagamento dei compensi per lavoro straordinario del personale dell'Amministrazione civile dell'Interno il decreto adottato per il 2020.
  Per quanto riguarda le previsioni di competenza, lo stato di previsione del Ministero dell'interno espone, a legislazione vigente (BLV), una dotazione complessiva di competenza per l'anno 2021 di 28.310,9 milioni di euro.
  Rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2021 attuata con le Sezioni I e II del disegno di legge di bilancio determina complessivamente un aumento delle spese finali di circa 1.534 milioni di euro, determinata da un aumento di 938,9 milioni spesa in conto corrente e di 595 milioni di spesa in conto capitale.
  In particolare, gli effetti finanziari complessivi ascrivibili alla Sezione II determinano un aumento della spesa pari a circa 705 milioni di euro, dal lato sia della spesa corrente (110 milioni) che in conto capitale (595 milioni di euro): si tratta di rimodulazioni (- 105 milioni di euro per il 2021) e rifinanziamenti (810 milioni di euro per il 2021) operati dal disegno di legge sulle dotazioni a legislazione vigente.
  Il Ministero dell'interno si è avvalso della flessibilità concessa dalla legge di contabilità (ai sensi dell'articolo 23, comma 3, lettera a) per rimodulare le dotazioni finanziarie in senso «orizzontale» (ossia tra esercizi finanziari a parità di risorse complessive dell'autorizzazione di spesa), per adeguare gli stanziamenti a quanto previsto nel piano dei pagamenti.
  Le misure legislative introdotte dall'articolato della Sezione I determinano nel complesso un effetto positivo di circa 829 milioni di euro, tutte di parte corrente.
  Il disegno di legge di bilancio integrato degli effetti della Sezione I e delle modifiche della Sezione II propone, dunque, stanziamenti finali per il Ministero pari a 29.825,6 milioni per il 2021.
  Il disegno di legge di bilancio integrato conferma per il 2021 la netta prevalenza delle spese correnti, che assorbono l'81,7% (nel 2020 erano l'88,6%) delle spese finali del Ministero.
  La maggior entità delle risorse stanziate nello stato di previsione del Ministero è assorbita, come di consueto, dalla Missione 2. Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali, che rappresenta circa il 52 per cento del valore della spesa finale complessiva del ministero medesimo.
  La missione è articolata in 3 programmi di spesa, come modificati a seguito della ristrutturazione del bilancio nel 2017:

   2.1. Gestione dell'albo dei segretari comunali e provinciali (3.8);

   2.2. Interventi e cooperazione istituzionale nei confronti delle autonomie locali (3.9);

   2.3. Elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali (3.10), in cui confluisce la quasi totalità delle risorse della missione, in quanto comprende gli stanziamenti per le somme relative ai trasferimenti dello Stato per il funzionamento degli enti locali.

  Rispetto alla dotazione a legislazione vigente (14.016,4 milioni) tale missione registra un incremento complessivo di circa 1.417 milioni di euro (+6,9 per cento), che riguarda esclusivamente il programma Elaborazione, quantificazione e assegnazione delle risorse finanziarie da attribuire agli enti locali (3.10) ed è dovuto innanzitutto ad interventi recati della Sezione I del disegno Pag. 33di legge, i quali determinano un aumento complessivo pari a circa 817 milioni di euro.
  Tra tali interventi previsti dalla sezione I del disegno di legge segnala:

   un incremento, disposto dall'articolo 147, della dotazione annuale del Fondo di solidarietà comunale di complessivi 215,9 milioni di euro per l'anno 2021, 354,9 milioni per l'anno 2022, 499,9 milioni per l'anno 2023, 545,9 milioni per l'anno 2024, 640,9 milioni per l'anno 2025, 742,9 milioni per l'anno 2026, 501,9 milioni per l'anno 2027, 559,9 milioni per l'anno 2028, 618,9 milioni per l'anno 2029 e di 650,9 milioni a decorrere dall'anno 2030 rispetto alla dotazione di 6.213,7 milioni prevista a legislazione vigente (cap. 1365): le risorse aggiuntive sono destinate a finanziare lo sviluppo dei servizi sociali comunali svolti in forma singola o associata dai comuni delle regioni a statuto ordinario e a incrementare il numero di posti disponibili negli asili nido dei comuni delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Sicilia e Sardegna;

   un incremento, disposto dall'articolo 154, comma 1, di 500 milioni di euro della dotazione del fondo per l'esercizio delle funzioni degli enti locali, istituito dal decreto-legge n. 34 del 2020 per assicurare a comuni, province e città metropolitane le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni fondamentali, in relazione alla perdita di entrate locali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 (cap. 1407), di cui 450 milioni in favore dei comuni e 50 milioni in favore delle città metropolitane e delle province;

   un incremento, disposto dall'articolo 143, del fondo per il sostegno ai comuni in deficit strutturale di 100 milioni di euro per il 2021 e 50 milioni per il 2022 (cap. 1313).

  A fronte di tali disposizioni, si registra un aumento, pari a circa 600 milioni di euro delle risorse complessive del medesimo Programma, direttamente operate in Sezione II, determinato dal rifinanziamento per la sola annualità del 2021 dei contributi statali ai comuni per investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio (cap. 7235/2).
  La Missione 3 dello stato di previsione del Ministero dell'interno, che reca i programmi relativi alle politiche di ordine pubblico e sicurezza, reca previsioni a legislazione vigente pari a 8.761,3 milioni di euro per il 2021.
  Lo stanziamento finale della missione (integrato con gli effetti delle sezioni I e II del disegno di legge) risulta pari a 8.741,4 milioni per il 2021, con una lieve riduzione di circa 20 milioni di euro (0,2%). Tali risorse assorbono il 29,3 per cento della spesa complessiva del dicastero.
  La missione è articolata in 3 programmi di spesa:

   3.1. Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica (7.8), programma che assorbe la maggior parte delle risorse dell'intera missione, per il finanziamento delle seguenti attività: contrasto alla criminalità interna, internazionale e organizzata e concorso all'applicazione di misure di prevenzione; servizi di contrasto all'immigrazione clandestina, sicurezza delle frontiere e delle principali stazioni ferroviarie; espulsioni e allontanamento dal territorio nazionale. Prevenzione generale, tutela e monitoraggio dell'ordine e della sicurezza pubblica e organizzazione dei servizi di ordine pubblico. Dislocazione dei presidi delle forze di polizia, attività informativa e di pronto intervento e cooperazione internazionale.

   3.2. Servizio permanente dell'Arma dei Carabinieri per la tutela dell'ordine e la sicurezza pubblica (7.9).

   3.3. Pianificazione e coordinamento delle forze di polizia (7.10).

  Rispetto alle dotazioni a legislazione vigente, segnala rimodulazioni compensative orizzontali (tra vari esercizi, su uno stesso capitolo di spesa) che comportano per il 2021 una riduzione per complessivi 105 Pag. 34milioni di euro relativi a somme destinate ad interventi di manutenzione straordinaria e ammodernamento di strutture e impianti (cap. 7411), riferite al Programma 3.1 Contrasto al crimine, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica (7.8).
  Al contempo, la missione registra rifinanziamenti di autorizzazioni legislative per complessivi 79,2 milioni di euro nel 2021, che riguardano tutti e tre i programmi della Missione, di cui, in particolare:

   16,5 milioni di euro per il finanziamento progetto COIPS (centrale operativa integrata della polizia di stato) – (cap. 7456/13);

   29 milioni di euro ad integrazione del Fondo per il potenziamento dei mezzi dei corpi di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (cap. 7456/9);

   24,8 milioni di euro destinati alle spese per il servizio di telecomunicazione Tetra (cap. 7506/1).

  Sulla medesima missione sono infine previsti interventi recati dalla sezione I del disegno di legge, che determinano un incremento della dotazione complessiva pari a 5,9 milioni di euro per il 2021.
  Tali interventi sono riconducibili:

   all'articolo 166, relativo al piano quinquennale di assunzioni straordinarie delle forze di polizia, che al comma 3, per le spese di funzionamento connesse alle assunzioni, ivi comprese le spese per mense e buoni pasto – un onere finanziario da iscrivere in apposito Fondo da istituire nello stato di previsione del Ministero dell'interno pari a: – euro 4.116.000 per l'anno 2021, – euro 2.590.800 per l'anno 2022, – euro 7.510.280 per l'anno 2023, – euro 7.422.830 per l'anno 2024, – euro 5.915.870 per l'anno 2025; le risorse sono stanziate sul capitolo 2824 dello stato di previsione del Ministero, nell'ambito del programma 3.3. Pianificazione e coordinamento delle forze di polizia; ricorda che per l'assunzione straordinaria di un contingente massimo di 4.535 unità delle Forze di polizia, è innanzitutto istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito Fondo da ripartire, con il medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che autorizza l'assunzione;

   all'articolo 180, che, disponendo l'ulteriore proroga, fino al 31 gennaio del 2021, del contingente di 753 di unità di personale militare facente parte del dispositivo «Strade sicure», autorizza (al comma 2) per ciascuno degli anni 2021 e 2022 la spesa di 2,47 milioni per il personale delle Forze di Polizia che concorre, unitamente alle Forze armate, nel controllo del territorio (ai sensi del comma 75 dell'articolo 24 del decreto-legge n. 78 del 2009).

  Le risorse previste risultano ripartite tra i seguenti capitoli:

   capitolo 2538, per le indennità dovute al personale della Guardia di finanza;

   capitolo 2534, per le indennità dovute al personale dell'Arma dei Carabinieri;

   capitolo 2501, per le indennità dovute al personale della Polizia di Stato.

  La Missione 4. Soccorso civile rappresenta il 9 per cento del valore della spesa finale complessiva del Ministero. Essa è articolata nei 2 programmi di spesa:

   4.1. Gestione del sistema nazionale di difesa civile (8.2)

   4.2. Prevenzione dal rischio e soccorso pubblico (8.3)

  Rispetto alla dotazione a legislazione vigente (2.661,9 milioni di euro), tale missione registra nel complesso un aumento di 20,8 milioni di euro nel 2021 (+0,8 per cento), che riguarda il Programma 4.2. «Prevenzione del rischio e soccorso pubblico» (8.3).
  In tale programma segnala, nella sezione II del disegno di legge, rifinanziamenti Pag. 35 che comportano per il 2021 un incremento di 20,8 milioni di euro relativi a:

   spese per le sedi di servizio del Corpo dei vigili del fuoco (cap. 7302);

   spese per investimenti per strumentazioni per attività dei Vigili del Fuoco, tra cui acquisto di veicoli antincendio per il soccorso tecnico urgente (cap. 7325/23); potenziamento della flotta aerea (cap. 7325/26); potenziamento e rinnovo dei mezzi e delle strumentazioni del servizio antincendio portuale e del soccorso acquatico (cap. 7325/27); potenziamento dei mezzi del servizio antincendio aeroportuale (cap. 7325/28).

  All'esito di tali interventi, lo stanziamento finale della missione risulta pertanto pari a circa 2.682,7 milioni di euro nel 2021.
  Contestualmente, ricorda che l'articolo 159, commi da 15 a 17, del disegno di legge di bilancio autorizza l'assunzione straordinaria di un contingente massimo di 750 unità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nel limite della dotazione organica, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, nel ruolo iniziale di vigile del fuoco. La pesa per queste nuove assunzioni è quantificata in 2,558 milioni di euro per l'anno 2021; 13,104 milioni per il 2022; 23,755 milioni per il 2023; 31,848 milioni per il 2024; 32,038 milioni per il 2025; 32,382 milioni per il 2026; 32,726 milioni per il 2027; 32,984 milioni per il 2028; 33,064 milioni per il 2029; 33,386 milioni per il 2030; 33,707 milioni per il 2031; 33,948 milioni per il 2032; 34,087 milioni a decorrere dall'anno 2033. Le relative risorse sono iscritte nello specifico Fondo per le assunzioni di personale istituito nello stato di previsione del MEF ai sensi dell'articolo 158 del medesimo disegno di legge.
  Nel bilancio di previsione a legislazione vigente, alla Missione 5. Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti – consistente nell'unico programma 5.1 Flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose (27.2) – è assegnata una dotazione pari a 1.802,5 milioni di euro per il 2021.
  Le disposizioni recate dalla sezione I del disegno di legge di bilancio non hanno effetti finanziari sulla Missione, mentre la sezione II opera sull'unico programma della missione un rifinanziamento pari a 110 milioni di euro nel 2021, che riguarda:

   il contributo da corrispondere al Fondo edifici di culto, che viene rifinanziato per 10 milioni di euro per il 2021;

   il Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo ed interventi connessi (cap. 2352-1), il quale viene rifinanziato a decorrere dal 2021 di 100 milioni di euro annui: la dotazione a legislazione vigente è pari a 404,3 milioni per ciascuno anno del triennio 2021-2023, pertanto la dotazione nel bilancio integrato risulta di 504,3 milioni di euro.

  Nell'ambito della missione segnala, inoltre, i seguenti stanziamenti:

   capitolo 2353 – Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che, come da legislazione vigente, reca un'autorizzazione di spesa pari a 166 milioni di euro per il 2021, 186 milioni per il 2022 e 166 milioni per il 2023;

   il capitolo 2351 – Spese per i servizi di accoglienza in favore degli stranieri, che reca previsioni per 1.068,6 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio.

  All'esito di tali interventi, lo stanziamento finale della missione risulta pertanto pari a 1.912,5 milioni di euro nel 2021. Il peso della missione sul bilancio complessivo del Ministero risulta pari al 6,4.
  Per quanto concerne le due missioni strumentali del Ministero, rileva che:

   la Missione 1 dello stato di previsione del Ministero, che reca il programma relativo all'attuazione da parte delle Prefetture – UTG delle missioni del Ministero sul Pag. 36territorio, non presenta alcuna variazione rispetto alle previsioni a legislazione vigente, che risultano pari a 857,2 milioni di euro per il 2021; tali risorse assorbono il 2,9 per cento della spesa complessiva del dicastero;

   la Missione 6 evidenzia un aumento di 6 milioni di euro (+2,8 per cento), rispetto alla dotazione a legislazione vigente per il 2021 (211,7 milioni di euro); la variazione è determinata da un intervento recato nella sezione I (all'articolo 181), che incrementa a decorrere dal 2021 il Fondo da ripartire nel corso della gestione per provvedere ad eventuali sopravvenute maggiori esigenze di spese per acquisto di beni e servizi iscritto nello stato del Ministero dell'interno. Lo stanziamento finale della missione risulta pertanto pari a 217,7 milioni di euro (pari allo 0,6 per cento della spesa del Ministero).

  Come accennato in precedenza, assumono rilevanza per le competenze della I Commissione anche ulteriori stanziamenti previsti in specifici capitoli di spesa nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (di cui alla Tabella 2).
  Viene, in primo luogo, in evidenza la Missione Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei ministri, il cui obiettivo consiste nel trasferimento di risorse per il funzionamento degli organi costituzionali e a rilevanza costituzionale.
  La Missione reca uno stanziamento complessivo per il 2021 a legislazione vigente di 2.363,6 milioni di euro.
  A partire dal 2017 la missione n. 1 si articola in due programmi:

   il programma 1.1, relativo agli Organi costituzionali;

   il programma 1.3, relativo alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Rispetto alla dotazione a legislazione vigente, tale missione registra un incremento di circa 64,4 milioni di euro, che riguarda il programma 17.2 Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Le previsioni del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente riferite al programma 17.1 (Organi costituzionali), sono pari a 1.745 milioni di euro per il 2021 e si mantengono costanti per il 2022 e 2023. La I e la II sezione del disegno di legge bilancio non apportano alcuna modifica alle previsioni a legislazione vigente, determinate sulla base delle esigenze delle varie strutture interessate e del monitoraggio delle somme effettivamente erogate nel tempo.
  Per quanto riguarda gli stanziamenti destinati alle spese della Presidenza della Repubblica (cap. 2101), del Senato della Repubblica (cap. 2103), della Camera dei deputati (cap. 2104) e della Corte costituzionale (cap. 2105) e del CNEL (cap. 2178) nel 2021 non si registrano variazioni rispetto alle previsioni per l'esercizio 2020.
  All'interno del programma 17.2 (Presidenza del Consiglio dei ministri) sono ricompresi i trasferimenti per il funzionamento della Presidenza del Consigli dei Ministri, anche per le celebrazioni ed eventi a carattere nazionale e per l'attuazione del Piano nazionale per la riqualificazione e rigenerazione delle aree urbane degradate. Sono compresi altresì gli interventi in materia di salvaguardia dei territori montani e il trasferimento dell'8 per mille del gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), per la quota dello Stato, al fine di finanziare interventi di carattere straordinario.
  Le previsioni del disegno di legge di bilancio a legislazione vigente riferite al programma 17.2, sono pari a 618,6 milioni di euro per il 2021. Le previsioni a legislazione vigente sono inoltre pari a 609,7 milioni di euro nel 2022 e a 528,7 milioni di euro nel 2023.
  Rispetto alla dotazione a legislazione vigente, il programma registra nella sezione II rifinanziamenti per complessivi 24,4 milioni di euro, relativi agli stanziamenti per la valorizzazione e la promozione delle aree svantaggiate (+ 4 milioni), per il Fondo nazionale per la montagna (+10 milioni) e per il Fondo per gli investimenti per le isole minori (+10 milioni). Pag. 37
  A ciò si aggiunge un incremento di 36 milioni di euro, collegato ad un intervento di sezione I, relativo alla istituzione nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Fondo per l'attrazione di investimenti in aree dismesse e/o per beni dismessi, con una dotazione pari a 36 milioni di euro per il 2021, 72 milioni per il 2022, 147 milioni per il 2023 (articolo 24, comma 5).
  Gli stanziamenti destinati alla Presidenza del Consiglio dei ministri non si limitano alle risorse stanziate nell'ambito del programma 1.3, ma sono ripartiti nell'ambito dello stato di previsione del MEF in ulteriori programmi di spesa in ragione delle diverse missioni perseguite con gli stanziamenti.
  In particolare, tra gli interventi riconducibili agli ambiti di competenza di interesse della I Commissione, ricorda:

   gli stanziamenti dedicati al programma 16.1 Rapporti con le confessioni religiose (27.7), le cui previsioni di competenza a legislazione vigente ammontano a 1.237,4 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2021-2023, in lieve aumento rispetto all'esercizio 2020;

   alcuni stanziamenti dedicati nell'ambito della Missione 14, Diritti sociali, politiche sociali e famiglia (24) al programma: 14.1. Protezione sociale per particolari categorie (24.5), nel cui ambito si collocano due azioni di interesse:

    Promozione e garanzia delle pari opportunità, rappresentata dal cap. 2108 relativo alle somme da corrispondere alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche delle pari opportunità (Fondo pari opportunità), le cui previsioni di spesa nel BLV risultano pari a 59,9 milioni per il 2021, 59,2 milioni per il 2022 e 55,1 nel 2023: le sezioni del bilancio non apportano alcuna variazione a tali previsioni;

    Tutela delle minoranze linguistiche, nel cui ambito si collocano i capitoli 5210 e 5211 In particolare, le previsioni di competenza a legislazione vigente per il Fondo nazionale per la tutela delle minoranze linguistiche (cap. 5211) risultano nel 2019 pari a circa 1,4 milioni euro, mentre le spese connesse agli interventi (cap. 5210) sono previste pari a 2,6 milioni di euro: le sezioni del bilancio non apportano alcuna variazione a tali previsioni.

  Con riferimento alle competenze della Commissione Affari costituzionali assumono rilevanza anche ulteriori stanziamenti contenuti in specifici capitoli di spesa dello stato di previsione del MEF.
  In dettaglio, nell'ambito della Missione Ordine pubblico e sicurezza (7), programma Sicurezza democratica (7.4) segnala il capitolo 1670, relativo alle spese di organizzazione e funzionamento del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. Tale capitolo a BLV espone una previsione di competenza di circa 872 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2021-2023. Le sezioni del bilancio non apportano alcuna variazione a tali previsioni.
  Nell'ambito del programma 22.3 Servizi generali delle strutture pubbliche preposte ad attività formative e ad altre attività trasversali per le pubbliche amministrazioni (32.4), all'interno della Missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche, segnala le previsioni di competenza destinate a:

   l'Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche (A.N.A.C.); il capitolo 2116 espone previsioni di competenza nel bilancio a legislazione vigente, pari a 4,27 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2021-2023: le sezioni del disegno di legge non apportano alcuna variazione a tali previsioni;

   la Scuola nazionale della amministrazione – SNA (cap. 5217) che, nel bilancio a legislazione vigente, ammonta a 13,6 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio: le sezioni del disegno di legge non apportano alcuna variazione a tali previsioni;

Pag. 38

   l'Istituto nazionale di statistica (cap. 1680), pari nel bilancio a legislazione vigente a 236,9 milioni di euro per il 2021, 211,9 milioni per il 2022 e per il 2023: le sezioni del disegno di legge non apportano alcuna variazione a tali previsioni;

   l'Agenzia per l'Italia digitale (cap. 1707), che ammontano nel bilancio a legislazione vigente a 9,6 milioni di euro per ciascun anno del triennio: la sezione del disegno di legge prevede un rifinanziamento pari a 6 milioni per ciascun anno del triennio; pertanto, la dotazione nel bilancio integrato è pari a 15,6 milioni di euro per ciascun anno del triennio.

  Nel programma 1.10 Giurisdizione e controllo dei conti pubblici (29.11) segnala il capitolo 2160, relativo ai trasferimenti alla Corte dei conti (cap. 2160), che espone a BLV una previsione di competenza di 323,2 milioni di euro per il 2021, 323,7 mln nel 2022 e 325,1 mln nel 2023. Tali previsioni non subiscono modifiche per effetto del disegno di legge di bilancio.
  Si riserva quindi di formulare una proposta di relazione sul provvedimento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.

  La seduta termina alle 14.20.

SEDE REFERENTE

  Martedì 24 novembre 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il Viceministro dell'Interno Matteo Mauri.

  La seduta comincia alle 14.25.

DL 130/2020: Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.
C. 2727 Governo.
(Seguito esame e rinvio).
Sulla pubblicità dei lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, propone che la pubblicità della seduta odierna sia assicurata anche attraverso il circuito chiuso in modalità liberamente accessibile tramite la rete intranet della Camera e, tramite apposite credenziali nominative, anche dalla rete internet, ai sensi di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 31 marzo 2020. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che sono state ritirate dai rispettivi proponenti gli emendamenti Saitta 4.268 e 4.294, nonché gli emendamenti Perconti 4.269, 4.276 e 4.277.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla Presidenza se è possibile ottenere l'elenco degli emendamenti ritirati.
  Rilevando, inoltre, che la seduta è iniziata con sensibile ritardo rispetto all'orario di convocazione osserva come ciò potrebbe essere inteso come un'indicazione che la maggioranza non intende concludere l'esame del provvedimento in titolo, cosa che non auspica, confermando che il suo gruppo vuole invece portarne a termine l'esame.

  Il Viceministro Matteo MAURI rivolge le proprie scuse ai commissari, segnalando che, avendo frainteso l'orario di convocazione, il ritardo dell'inizio della seduta può essere a lui imputato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Invernizzi 3.48, Pag. 39Fogliani 3.12, Invernizzi 3.11, Ziello 3.13, Molteni 3.47 e 3.49 e Ziello 3.112.

  Gianni TONELLI (LEGA) illustra l'emendamento a sua prima firma 3.50, volto ad evitare che con ogni possibile artifizio si consenta a chiunque di entrare nel territorio italiano o ottenere un permesso di soggiorno senza rispettare le regole, o eludendole, che un Paese civile si è dato per accedervi correttamente. Ritiene che chi non ha titolo per restare nel nostro Paese deve tornarsene da dove è venuto. Conclude sottolineando che il suo emendamento è appunto volto a stigmatizzare comportamenti scorretti.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Tonelli 3.50, Fogliani 3.15, Invernizzi 3.14 e Ziello 3.16.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Montaruli 3.114, sottolinea che esso prevede l'istituzione di un nucleo di agenti di polizia specializzato per i rimpatri e con funzioni di protezione dei confini come previsto anche in altri Paesi, ad esempio la Francia.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'emendamento Montaruli 3.114, di cui è cofirmatario, ne raccomanda l'approvazione, sottolineando che un simile nucleo di polizia è presente anche in altri Paesi e che servirebbe per dare efficacia all'applicazione della normativa volta a contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina.

  La Commissione respinge l'emendamento Montaruli 3.114.

  Edoardo ZIELLO (LEGA) illustra l'emendamento Molteni 3.116, di cui è cofirmatario. Ritiene che il contrario parere espresso dai relatori e dal rappresentante del Governo a realizzare un nucleo di polizia specializzato per i rimpatri sia contraddittorio con le differenti dichiarazioni dei Ministri dell'interno e degli affari esteri. Teme, infine, che i predetti pareri contrari siano condizionati dal fatto che la proposta giunge dall'opposizione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Molteni 3.116 e gli identici emendamenti Ravetto 3.117 e Molteni 3.118.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'emendamento Gregorio Fontana 3.119, osserva come con esso si intenda responsabilizzare maggiormente lo Stato circa lo svolgimento delle attività relative all'anagrafe dei migranti e richiedenti asilo, con le connesse operazioni collegate, assegnandole alle prefetture laddove oggi tali gravose incombenze ricadono sui comuni. Si stupisce che i relatori e il Governo si ostinino a rifiutare la proposta e consentano che i comuni debbano farsi carico di tali attività senza le risorse umane necessarie e, peraltro, con oneri aggiuntivi certi. Considera inaccettabile professarsi dalla parte della gente e, allo stesso tempo, aggravare le realtà territoriali che effettivamente sono più vicine ai cittadini, e cioè i comuni, affidando loro funzioni che dovrebbero essere centralizzate. Chiede quindi che l'emendamento sia quantomeno accantonato.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Gregorio Fontana 3.119, auspica che i relatori vogliano prendersi un po' di tempo per ragionare meglio sulla questione ricordata nell'intervento precedente e valutino, altresì, le oggettive difficoltà che potrebbero avere i comuni ad accertare con sicurezza la permanenza sul loro territorio di migranti o richiedenti asilo che possono spostarsi con facilità. Conclude richiamando la giurisprudenza costituzionale in argomento, ricordando come questa difficilmente possa essere rispettata con la normativa attuale.

  Il Viceministro Matteo MAURI osserva di aver letto con attenzione l'emendamento Gregorio Fontana 3.119, nonché di aver ascoltato con non minore attenzione le considerazioni dei deputati intervenuti. Sottolinea, tuttavia, che la questione centrale è che non condivide, dal punto di vista organizzativo, quanto proposto dall'emendamento, la cui attuazione, ritiene, ingolferebbe i lavori delle prefetture senza recare Pag. 40vantaggio alcuno. Ricorda, peraltro, che nell'attuale assetto organizzativo la rete anagrafica e delle carte di identità è gestita dai comuni, che hanno tutta l'esperienza del caso: assegnare alle prefetture un compito che non hanno, passando da un sistema diffuso ad uno centralizzato, non procurerebbe dunque vantaggi. Infine, per quanto riguarda presunti oneri aggiuntivi, ritiene che non ve ne siano.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), replicando al rappresentante del Governo, esprime il proprio dissenso sull'argomentazione adotta dal Viceministro circa gli oneri aggiuntivi che sarebbero determinati dall'emendamento, rilevando al contrario come, a causa del decreto – legge siano comuni a dover affrontare le attività in più con le risorse date, che sono già notoriamente insufficienti per i soli fini di istituto. Crede, inoltre, che la normativa attirerà l'attenzione anche degli organi preposti a rilevare la mancanza di copertura finanziaria del provvedimento all'esame, almeno per questa parte.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Gregorio Fontana 3.119, Molteni 3.95 e 3.52, gli identici emendamenti Vinci 3.51 e Montaruli 3.120, nonché l'emendamento Iezzi 3.121.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'emendamento Marco Di Maio 3.122, si chiede come mai i relatori e il rappresentante del Governo hanno espresso parere favorevole su di esso, dal momento che la sua approvazione non sembra essere priva di oneri. Lamenta che ciò dipenda dal fatto che si utilizzino due pesi e due misure. Infatti, se il criterio dell'invarianza finanziaria fosse sempre applicato, questo emendamento dovrebbe essere respinto, ricordando come, a suo avviso, la documentazione predisposta dagli uffici della Camera lascerebbe intendere proprio questo. Qualora si trattasse di discriminazione politica sottolinea che sarebbe una cosa inaccettabile.

  La Commissione approva l'emendamento Marco Di Maio 3.122 (vedi allegato).

  La Commissione respinge quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Iezzi 3.53 e 3.94, Ziello 3.93, Berti 3.123, Iezzi 3.56, Vinci 3.57, Molteni 3.59, Iezzi 3.60, Ziello 3.61, Stefani 3.97, Molteni 3.54, Iezzi 3.63 e 3.62, Bordonali 3.55, Lucaselli 3.124, 3.125 e 3.126, nonché Ravetto 3.128.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che sono stati ritirati dai rispettivi presentatori gli emendamenti Magi 3.3, nonché gli identici emendamenti Pastorino 3.129, Migliore 3.130 e Galizia 3.131.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Iezzi 3.134 e Ravetto 3.132.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che sono stati ritirati dai presentatori gli identici emendamenti Magi 3.4, Boldrini 3.133 e Fornaro 3.134.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Iezzi 3.65, Molteni 3.66, Invernizzi 3.17, Fogliani 3.18 e Ziello 3.19.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), intervenendo sull'emendamento Boldrini 3.135, sul quale i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole, ribadisce quanto già espresso in sede di discussione sull'emendamento Marco Di Maio 3.122 evidenziando che la sua approvazione non sembra essere priva di oneri. Sottolinea, quindi, nuovamente che, a suo avviso, ciò dipende dal fatto che l'emendamento è proposto da esponenti della maggioranza e che si utilizzano due pesi e due misure, cosa che ritiene inaccettabile.

  La Commissione approva l'emendamento Boldrini 3.135 (vedi allegato).

  La Commissione respinge quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti Donzelli 3.138, gli identici emendamenti Molteni 3.67 e Ravetto 3.139, nonché Iezzi 3.68 e 3.69, Invernizzi 3.20, Fogliani 3.21, Ziello 3.22 e Ravetto 3.140.

Pag. 41

  Carmelo MICELI (PD), relatore, intervenendo sull'emendamento Tonelli 3.70, anche a nome della relatrice Baldino, invita il proponente al ritiro dell'emendamento, confermando altrimenti il parere contrario, in ragione del fatto che la tematica ivi recata potrà essere meglio affrontata e trovare spazio in sede di esame della proposta di legge C. 243 Fiano, recante «Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista», per la quale auspica una decisa accelerazione nei lavori in Commissione e una sua rapida conclusione.

  Simona BORDONALI (LEGA), replicando al relatore Miceli, sottolinea che l'intervento di quest'ultimo sembra quindi confermare la bontà dell'emendativo 3.70. Osserva che l'invito al ritiro di un emendamento comunque considerato degno di attenzione lascia intendere che sia addirittura impossibile, per la maggioranza, introdurre nella normativa una tematica che sta a cuore ad entrambi gli schieramenti. Al contrario, personalmente ritiene che questa rappresenti una buona opportunità per intervenire sul tema, considerato che la proposta di legge C. 243 non è ancora stata approvata e che non si sa ancora quando potrà esserlo e con quale contenuto. Conclude sottolineando che il rischio che la problematica dell'immigrazione si intrecci con quella dell'estremismo violento di matrice jihadista è, purtroppo, di stretta attualità.

  Gianni TONELLI (LEGA) richiama l'attenzione dei relatori, dei commissari e del Governo sulla questione affrontata nel suo emendamento 3.70, che è seria e indifferibile, invitando tutti ad un'assunzione di responsabilità e a tenersi fuori da ogni logica di schieramento.

  Carmelo MICELI (PD), relatore, anche a nome della relatrice Baldino, chiede che l'emendamento Tonelli 3.70 sia accantonato.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che l'emendamento Tonelli 3.70 è accantonato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Molteni 3.71, Stefani 3.72, gli identici emendamenti Stefani 3.141 e Ravetto 3.142, nonché gli emendamenti Molteni 3.73, Invernizzi 3.23, Fogliani 3.24, Ziello 3.25 e 3.75, Vinci 3.77, Tonelli 3.76, Fogliani 3.78, Bordonali 3.79 e Iezzi 3.80.

  Francesco Paolo SISTO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, invita la Presidenza ad adottare una conduzione più formale delle fasi di votazione, dando il tempo necessario ai commissari di verificarne l'esito effettivo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Invernizzi 3.81 e Iezzi 3.82.

  Francesco Paolo SISTO (FI) contesta l'esito negativo del voto proclamato sull'emendamento Invernizzi 3.81, rilevando come la maggioranza della Commissione lo abbia invece approvato.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, conferma di aver constatato che la maggioranza della Commissione ha votato contro l'emendamento Invernizzi 3.81, respingendolo.

  Francesco Paolo SISTO (FI) conferma quanto dichiarato in precedenza e ribadisce l'avvenuta approvazione da parte della Commissione dell'emendamento Invernizzi 3.81.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, conferma che l'emendamento Invernizzi 3.81 è stato respinto dalla Commissione.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, segnala che il deputato Sisto aveva già raccomandato alla Presidenza l'opportunità di procedere con ordine alle votazioni al fine di distinguere i voti favorevoli da quelli contrari. Ritiene quindi che occorra trovare una soluzione per superare l'incidente occorso alla maggioranza.

Pag. 42

  Francesco Paolo SISTO (FI) insiste affinché la Presidenza, come da lui già segnalato, dichiari approvato l'emendamento Invernizzi 3.81,

  Giuseppe BRESCIA, presidente, sottolinea come spetti alla Presidenza accertare e proclamare il risultato di ciascuna votazione. Nello specifico, rispetto a quanto sta sostenendo il deputato Sisto, ritiene che non vi sia alcuna questione da risolvere.

  Francesco Paolo SISTO (FI) ribadisce che, sulla base di quanto ha potuto constatare, l'emendamento Invernizzi 3.81 deve considerarsi approvato. Più in generale richiama l'importanza del rispetto delle regole anche nell'ipotesi in cui la maggioranza abbia sbagliato a votare, ed invita la Presidenza ad individuare gli opportuni rimedi procedurali.

  Erasmo PALAZZOTTO (LEU), nel confermare il suo voto contrario sull'emendamento Invernizzi 3.81, comprende le perplessità avanzate dal deputato Sisto circa l'eccessiva rapidità delle votazioni degli emendamenti. Cionondimeno ritiene che i deputati dell'opposizione stiano facendo un uso strumentale di una questione che di fatto non sussiste, per la quale non ritiene che la Presidenza debba individuare alcuna soluzione procedurale. Nel ritenere che i lavori della Commissione si siano fin qui svolti in un clima di legittimo scambio di opinioni, invita i deputati dell'opposizione a proseguire in questa direzione.

  Emanuele PRISCO (FDI) ritiene che la questione posta dal deputato Sisto abbia un suo fondamento, risultando evidente l'eccessiva velocità con cui la Commissione sta procedendo alle votazioni degli emendamenti. Al riguardo ritiene necessario individuare un'altra modalità per il prosieguo dei lavori a meno che la maggioranza non ritenga di mettere in votazione solo gli emendamenti che abbiano avuto il parere favorevole dei relatori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, rispetto alle questioni sollevate ritiene che la Commissione possa eventualmente procedere nuovamente alla votazione dell'emendamento Invernizzi 3.81, laddove persista il dubbio sollevato dai deputati dell'opposizione circa il risultato della votazione su di esso. Desidera ribadire, comunque, come la Presidenza non ritiene vi siano dubbi sul risultato della richiamata votazione.

  Francesco Paolo SISTO (FI), nel giudicare assai grave e discutibile la proposta testé avanzata dalla Presidenza, invita la maggioranza a non calpestare le regole poste a presidio di tutti e soprattutto della regolarità delle votazioni, ritenendo che dal momento che c'è stato un voto favorevole questo vada ritenuto tale.

  Carmelo MICELI (PD), relatore, desidera lasciare agli atti della Commissione il suo voto contrario sull'emendamento Invernizzi 3.81, anche in considerazione del fatto che non si tratta di un emendamento poco rilevante ma che incide in modo evidente sulla salvaguardia di diritti soggettivi.

  Stefano CECCANTI (PD), con riferimento all'ipotesi avanzata dalla Presidenza, ritiene che la Commissione debba ripetere la votazione sull'emendamento 3.81 solo se vi sia un'esplicita richiesta di verifica in tal senso.

  Francesco Paolo SISTO (FI) invita a non trattare con leggerezza quanto accaduto ignorando il voto espresso, probabilmente per errore, dalla maggioranza. Al riguardo non ritiene che tale votazione possa essere semplicemente annullata e ripetuta, in spregio alla vigente disciplina regolamentare.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, nel ricordare come i lavori della Commissione si siano fin qui svolti in un clima costruttivo e di collaborazione, giudica del tutto strumentale la polemica posta in essere dai deputati dell'opposizione. Al riguardo segnala che proprio grazie ad un precedente intervento del deputato Sisto tutti i deputati della maggioranza hanno posto maggiore attenzione nell'esprimere il proprio voto sui singoli emendamenti. Chiede quindi Pag. 43alla Presidenza che si proceda nuovamente al voto sull'emendamento Invernizzi 3.81.

  Marco DI MAIO (IV), nel ritenere certamente non corretto che il deputato Sisto si attribuisca il potere di certificare il risultato di un voto in luogo della Presidenza, desidera far rimanere agli atti di aver espresso un voto contrario sull'emendamento Invernizzi 3.81.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) giudica del tutto inappropriato che la relatrice Baldino possa definire di collaborazione costruttiva il clima in cui si sta svolgendo l'esame del provvedimento. Desidera pertanto ribadire che l'opposizione ha semplicemente tenuto un atteggiamento civile e rispettoso, ma non certo di collaborazione, dal momento che oltretutto nessun emendamento dell'opposizione ha avuto un parere favorevole da parte dei relatori.

  Francesco Paolo SISTO (FI), nello stigmatizzare la gestione dei lavori da parte della Presidenza, invita a utilizzare i previsti strumenti regolamentari al fine di risolvere l'incidente che si è verificato sul voto di un emendamento, che peraltro può essere probabilmente considerato marginale. Ribadisce quindi di giudicare assai grave che venga negato il voto favorevole espresso per errore dalla maggioranza su un emendamento dell'opposizione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, annulla la precedente votazione relativa all'emendamento Invernizzi 3.81 e lo pone nuovamente al voto.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Invernizzi 3.81, Tonelli 3.74 e 3.83, Molteni 3.146, Bordonali 3.143, Iezzi 3.144, Molteni 3.145, gli identici emendamenti Ravetto 3.147 e Iezzi 3.84, Tonelli 3.85, Bordonali 3.90, Fogliani 3.91, Bordonali 3.86, Iezzi 3.87, Molteni 3.88 e Iezzi 3.89.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI), intervenendo sull'emendamento Meloni 3.148, ne illustra le finalità, evidenziando come esso sia volto ad ampliare le fattispecie di reato che possono portare al diniego della autorizzazione dello status di rifugiato, quali ad esempio il reato di istigazione a delinquere.

  La Commissione respinge l'emendamento Meloni 3.148.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), intervenendo sull'emendamento Meloni 3.149, ne illustra le finalità, evidenziando l'importanza di ampliare le fattispecie di reato che comportino il diniego dell'autorizzazione dello status di rifugiato. Al riguardo sottolinea l'importanza di comprendere anche reati gravi come lo sfruttamento della prostituzione al fine di apprestare la migliore tutela proprio per i soggetti vulnerabili che si intende proteggere.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, desidera comunicare la disponibilità dei gruppi di opposizione a proseguire l'esame del provvedimento anche al termine della seduta pomeridiana dell'Aula, anche al fine di poter trattare con attenzione gli emendamenti presentati.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 3.149 e Berti 3.150.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI) illustra le finalità dell'articolo aggiuntivo Varchi 3.02, volto a prevedere l'obbligatorietà della documentazione ISEE ai fini dell'ammissione al gratuito patrocinio. Sottolinea come si tratti di un emendamento virtuoso, la cui approvazione potrebbe contribuire a contenere il fenomeno del mercato dei gratuiti patrocini anche liberando utili risorse finanziarie.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), nel condividere le considerazioni svolte dal deputato Bignami, segnala come in molti uffici giudiziari sia invalsa la prassi di ammettere numerosi gratuiti patrocini anche senza procedere alla verifica della sussistenza dei requisiti reddituali e patrimoniali. Ritiene pertanto che l'articolo aggiuntivo a prima firma della collega Varchi 3.02 sia di assoluto Pag. 44 buon senso e ne raccomanda l'approvazione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Varchi 3.02.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta che sarà convocata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea, presumibilmente intorno alle ore 19.

  La seduta termina alle 15.30.

SEDE REFERENTE

  Martedì 24 novembre 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA, indi del vicepresidente Fausto RACITI. – Interviene il Viceministro dell'Interno Matteo Mauri.

  La seduta comincia alle 18.40.

DL 130/2020: Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.
C. 2727 Governo.
(Seguito esame e rinvio).
Sulla pubblicità dei lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, propone che la pubblicità della seduta odierna sia assicurata anche attraverso il circuito chiuso in modalità liberamente accessibile tramite la rete intranet della Camera e, tramite apposite credenziali nominative, anche dalla rete internet, ai sensi di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 31 marzo 2020. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nell'odierna seduta pomeridiana.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la Commissione riprende l'esame del provvedimento dall'articolo aggiuntivo Varchi 3.03.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI) illustra l'articolo aggiuntivo Varchi 3.03, del quale è cofirmatario, volto a prevedere che, ai fini dell'ammissione al gratuito patrocinio, è obbligatoria, a pena di decadenza dal beneficio, la documentazione prevista dall'articolo 79 del testo unico in materie di spese di giustizia.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Varchi 3.03.

  Emanuele PRISCO (FDI), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo Meloni 3.04, del quale è cofirmatario, sottolinea come lo stesso sia volto a incrementare il fondo rimpatri. Sottolinea come, sebbene il provvedimento in esame allarghi le maglie dell'immigrazione, solo attraverso l'incremento di tale fondo sarà possibile assicurare il rimpatrio delle poche persone che sarà possibile espellere a seguito del provvedimento in esame.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) ritiene che l'articolo aggiuntivo Meloni 3.04 sia particolarmente importante e ne dichiara la condivisione da parte del suo gruppo. Osserva che il provvedimento in esame prevede costi maggiori finalizzati a consentire agli immigrati irregolari di permanere nel territorio italiano. L'articolo aggiuntivo in discussione invece è volto ad evitare che vengano tolti fondi da capitoli destinati ai rimpatri per indirizzarli verso capitoli aventi finalità opposte.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Meloni 3.04.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) illustra l'articolo aggiuntivo Meloni 3.05, con il quale si attribuisce al prefetto il compito di verificare che i cittadini degli altri Stati membri Pag. 45dell'Unione europea i quali abbiano residenza o dimora nel proprio territorio di competenza dispongano della effettiva disponibilità di risorse economiche sufficienti per sé e per i propri familiari. Chiarisce inoltre che tale previsione ha la finalità di rendere cogente quanto previsto dal decreto legislativo n. 30 del 2007.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), nel ritenere che se i cittadini comprendessero effettivamente ciò che la maggioranza e l'Esecutivo stanno compiendo con l'adozione del provvedimento in discussione si rivolterebbero, sottolinea come l'articolo aggiuntivo Meloni 3.05 sia interessante e chiede pertanto ai relatori di accantonarlo per valutarlo con maggiore attenzione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Meloni 3.05.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI) illustra l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 3.06, volto a prevedere che lo straniero gravato da provvedimento di espulsione sia sottoposto a misura detentiva fino all'effettuazione dell'allontanamento.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), ritenendo di buon senso la proposta emendativa Bignami 3.06, invita i relatori e il rappresentante del Governo a rivedere il parere già formulato sulla stessa, chiedendo loro di accantonarlo, anche ai fini di una sua eventuale riformulazione.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bignami 3.06.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che le restanti proposte emendative riferite all'articolo 3 non ancora esaminate rimangono accantonate.
  Invita quindi i relatori e il rappresentante del Governo a esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 4.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, anche a nome del relatore Miceli, esprime parere contrario sugli emendamenti Molteni 4.265, Ravetto 4.266, Molteni 4.6, Tonelli 4.7, Gregorio Fontana 4.267, Bordonali 4.259, Invernizzi 4.10, Bordonali 4.258, Stefani 4.8, Bordonali 4.260, Iezzi 4.243, Tonelli 4.244, Iezzi 4.245 e Tonelli 4.246, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Perconti 4.295, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato).
  Propone quindi di accantonare l'emendamento Bordonali 4.248, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Iezzi 4.249 e 4.247, Invernizzi 4.13 e Tonelli 4.250.
  Propone quindi di accantonare l'emendamento Iezzi 4.21 e fa presente che tale proposta emendativa è seguita da una lunga serie di emendamenti che attengono al medesimo principio emendativo: per tale ragione propone di accantonare tutte le successive proposte emendative fino all'emendamento Iezzi 4.20, a pagina 175 del fascicolo.
  Propone quindi di accantonare anche l'emendamento Iezzi 4.16 e l'emendamento Molteni 4.253.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Vinci 4.17, Fogliani 4.252, Varchi 4.271, Iezzi 4.18, Molteni 4.19, Iezzi 4.205, Stefani 4.15, Iezzi 4.207, 4.208, 4.204, 4.206 e 4.263, Bordonali 4.264 e Tonelli 4.262. Invita a ritiro dell'emendamento Migliore 4.273, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Varchi 4.274, Donzelli 4.275, Lucaselli 4.278 e 4.279, Iezzi 4.209, Vinci 4.211, Invernizzi 4.210, Iezzi 4.270 e Lucaselli 4.394.
  Esprime parere favorevole sull'emendamento Salafia 4.390 ed esprime parere contrario sugli emendamenti Iezzi 4.212, Molteni 4.213, Bordonali 4.214, Tonelli 4.215, Molteni 4.218 e 4.216, Iezzi 4.219, Ravetto 4.280, Molteni 4.281, Vinci 4.282, Iezzi 4.227, Bordonali 4.283, Iezzi 4.221, Stefani 4.257, Tonelli 4.256, Iezzi 4.228 e 4.284, Fogliani 4.222 e Tonelli 4.286. Esprime parere favorevole sulle identiche proposte emendative Rizzo Nervo 4.4 e Salafia 4.379, nonché sugli identici emendamenti Magi 4.1 e Palazzotto 4.287, purché riformulati nel medesimo testo degli emendamenti identici Rizzo Nervo 4.4 e Salafia 4.379, sui quali ha espresso parere favorevole. Pag. 46
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Stefani 4.288 e 4.223, mentre esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ungaro 4.289 e Pini 4.290.
  Esprime quindi parere contrario sull'emendamento Lucaselli 4.291, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Galizia 4.292, purché riformulato nel medesimo testo degli emendamenti identici Ungaro 4.289 e Pini 4.290.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Molteni 4.255 e 4.225, Tonelli 4.224, Invernizzi 4.226, sugli identici emendamenti Ungaro 4.299 e Fratoianni 4.303, nonché sugli emendamenti Meloni 4.307, Ravetto 4.366 e sugli identici emendamenti Lucaselli 4.367 e Molteni 4.368. Esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti Magi 4.2, Molteni 4.229 e Palazzotto 4.369, mentre esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Boldrini 4.370, La Marca 4.371, Galizia 4.373 e Migliore 4.374, sull'emendamento Siragusa 4.375 e Palazzotto 4.377, se riformulati nel medesimo testo dell'emendamento Ceccanti 4.376, sul quale esprime parere favorevole.
  Esprime quindi parere contrario sugli emendamenti Ziello 4.378, Molteni 4.380, Iezzi 4.231 e 4.230, Ziello 4.238, Fogliani 4.233, Molteni 4.232, Vinci 4.234, Invernizzi 4.235, Iezzi 4.236, Fogliani 4.237, Iezzi 4.239, mentre propone di accantonare l'emendamento Siragusa 4.381.
  Esprime parere contrario sugli emendamenti Siragusa 4.382, Iezzi 4.240, Bartolozzi 4.293, Iezzi 4.242, Stefani 4.241 e Fassina 4.298, limitatamente alla parte ammissibile. Esprime, da ultimo, parere contrario sugli emendamenti Molteni 4.11 e 4.12, nonché sugli articoli aggiuntivi Molteni 4.01, Bignami 4.09, Gregorio Fontana 4.012 e Berti 4.015.

  Il Viceministro Matteo MAURI parere conforme a quello dei relatori.

  Carmelo MICELI (PD), relatore, ritiene opportuno rendere preliminarmente talune precisazioni in ordine alla serie di emendamenti da Iezzi 4.21 a Iezzi 4.20, da pagina 106 a pagina 175 del fascicolo. Rileva come tali proposte emendative siano accomunate dal principio di prevedere, quale causa di risoluzione del contratto per la gestione dei centri di accoglienza, il fatto che al soggetto gestore sia stato anche soltanto contestato un determinato reato, fra quelli previsti dal regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398. Osserva come il codice degli appalti preveda come causa di risoluzione del contratto la condanna con sentenza in via definitiva per reati commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale, sottolineando come, al contrario, le proposte emendative in esame, da un lato, prevedono che il reato sia semplicemente contestato, e, dall'altro, fanno riferimento a una pluralità di reati, molti dei quali risultano difficilmente riferibili ai soggetti gestori dei centri.
  Manifesta la disponibilità a prendere in considerazione una riformulazione delle proposte emendative in esame che ribadiscano la previsione, già contenuta nel codice degli appalti, che fa riferimento a una sentenza definitiva di condanna per delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale. Rileva come, in assenza di una riformulazione in tal senso verrà espresso parere contrario, in quanto le proposte emendative in esame, così come formulate, recano previsioni abnormi.

  Simona BORDONALI (LEGA), illustrando l'emendamento Molteni 4.265, di cui è cofirmataria, rileva come esso sia volto a sopprimere l'articolo 4 del provvedimento in esame che costituisce, a suo avviso, il nocciolo delle politiche di revisione dei cosiddetti «decreti Salvini» perseguite dall'attuale maggioranza, in quanto tale articolo appare volto a ripristinare il business dell'immigrazione, favorendo le cooperative e le associazioni che hanno guadagnato sulla pelle dei migranti, come risulta peraltro da inchieste giudiziarie e giornalistiche.
  Rileva come gli emendamenti presentati dalla propria parte politica siano volti a tutelare i veri richiedenti asilo, sottolineando come, al contrario, l'intenzione della maggioranza sia quella di mettere i migranti tutti sullo stesso piano, in quanto l'obiettivo prioritario è quello di fare in Pag. 47modo che riparta il business dell'immigrazione. Ricorda come, prima dell'adozione dei cosiddetti «decreti Salvini», si fosse arrivati alla spesa annua di 5 miliardi per il finanziamento del sistema di accoglienza.
  Raccomanda conclusivamente l'approvazione dell'emendamento soppressivo in esame, per cancellare una brutta pagina della storia del nostro Paese.

  Galeazzo BIGNAMI (FDI) sottolinea come l'articolo 4, di cui l'emendamento in esame propone la soppressione, sia volto a consentire l'accesso al sistema di accoglienza non soltanto a coloro ai quali sia stata riconosciuta la protezione internazionale ma a tutti i richiedenti e come tale previsione sia suscettibile di generare pericolose tensioni sociali. Evidenzia, pur volendo evitare generalizzazioni, come sia indubbio che molte strutture di accoglienza abbiano perseguito fini ben diversi da quelli istituzionali.

  Emanuele FIANO (PD), con riferimento alle affermazioni della deputata Bordonali, rileva come esse siano in contraddizione rispetto agli applausi rivolti dal gruppo della Lega all'intervento svolto dal deputato Giachetti nell'odierna seduta dell'Assemblea, a difesa della presunzione di non colpevolezza.
  Ricorda che la responsabilità penale è personale e ritiene inaccettabile che la deputata Bordonali ascriva genericamente a una parte politica specifiche condotte illecite, invitandola a una maggior cautela al riguardo, anche al fine di evitare di essere chiamata a rispondere di affermazioni che giudica diffamatorie.

  Edoardo ZIELLO (LEGA), intervenendo per richiamo al Regolamento, osserva come la deputata Bordonali non abbia rivolto alcuna specifica accusa al deputato Fiano, ma abbia svolto un intervento volto ad evidenziare le criticità dell'articolo 4 del provvedimento in esame, facendo riferimento anche ad inchieste giudiziarie. Dichiara, quindi, di non comprendere per quale motivo il deputato Fiano si sia sentito chiamato in causa dalle affermazioni della deputata Bordonali, se non alla luce della vicinanza del Partito democratico ai soggetti ai quali la deputata medesima ha fatto riferimento.
  Quanto all'asserita contraddizione tra l'intervento della deputata Bordonali e gli applausi rivolti all'intervento del deputato Giachetti, osserva come il deputato Fiano sia alleato di una forza politica, il Movimento 5 Stelle, la quale ha rivolto in passato dure accuse, anche di collusione con la mafia, al Partito democratico.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, osserva come l'intervento del deputato Ziello non abbia in realtà ad oggetto un richiamo al Regolamento.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 4.265.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Ravetto 4.266, insiste sulle questioni poste dalla deputata Bordonali, rilevando come costituisca un dato di fatto la vicinanza alla sinistra delle associazioni e delle organizzazioni che si occupano della gestione dell'accoglienza. Ricorda, inoltre, come emerga da inchieste giudiziarie, tra cui cita quella relativa a «mafia capitale» che un esponente della del PD ha addirittura richiesto a una cooperativa di poter disporre di manovalanza per lo svolgimento della campagna elettorale. Ritiene quindi che il reale motivo per cui il sistema di accoglienza viene esteso, oltre che a coloro i quali sono titolari della protezione internazionale, anche a coloro che ne hanno semplicemente fatto richiesta, risieda nella tutela degli interessi economici di un mondo associativo vicino al Partito democratico.

  La Commissione respinge l'emendamento Ravetto 4.266.

  Nicola MOLTENI (LEGA), intervenendo sul suo emendamento 4.6, dichiara, per riassumere la propria posizione politica, di essere contrario all'accoglienza senza regole ma favorevole all'integrazione con le regole. Pag. 48
  In materia di politiche migratorie, imputa alla sinistra due enormi responsabilità, vale a dire, in primo luogo, quella di avere aperto le porte a un numero sconfinato di potenziali richiedenti asilo, che sono arrivati fino a 700.000, e, in secondo luogo, essendo impossibile integrare nel nostro Paese un numero così elevato di migranti, quella di essersi limitata alla mera assistenza, pagando servizi che in molti casi non sono stati neppure erogati, come acclarato da indagini giudiziarie.
  Ricorda come la propria parte politica, durante il Governo precedente a quello attuale, abbia, insieme con il Movimento 5 Stelle, ridotto i costi e razionalizzato i servizi, garantendoli, ma effettivamente e non fittiziamente, a coloro che ne hanno diritto.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 4.6.

  Gianni TONELLI (LEGA), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 4.7, e riprendendo le argomentazioni dei deputati Molteni, Iezzi e Bordonali, ribadisce la connivenza tra talune cooperative impegnate nei servizi di accoglienza e determinati ambienti della sinistra, anche parlamentare. Rileva, infatti, che esiste una sostanziale differenza tra la verità processuale, che sarà accertata solo a seguito di sentenze definitive, e la realtà storica, che dimostra un collegamento sinergico tra mondo cooperativo e partiti della sinistra. Evidenziando che le risorse stanziate dallo Stato erano di gran lunga superiori ai costi effettivi del sistema di accoglienza, ribadisce che tale attività si traduceva, dunque, in un business, con opachi risvolti anche di carattere clientelare. Evidenzia, altresì, che i deputati del Movimento 5 Stelle, da sempre convinti giustizialisti, in questo caso appaiono del tutto disinteressati ad approfondire le responsabilità penali dei soggetti coinvolti nel business dell'immigrazione.

  Riccardo MAGI (MISTO-CD-RI-+E) ribadisce il proprio personale apprezzamento per l'obiettivo del decreto-legge di ripristinare il sistema di accoglienza basato sugli SPRAR. Sottolineando di non aver mai avuto alcun rapporto di collaborazione con soggetti gestori dei servizi di accoglienza, evidenzia, tuttavia, la necessità di superare la normativa introdotta con i «decreti sicurezza» dell'allora Ministro Salvini che, smantellando il sistema SPRAR, ha contribuito ad aumentare in maniera esponenziale il numero dei clandestini e, dunque, i fenomeni di marginalità sociale, per un mero calcolo politico: spostare in grandi strutture i richiedenti asilo, con minori standard e controlli.
  Considera, altresì, assai scorretto menzionare le questioni giudiziarie connesse all'indagine «mafia capitale», un approccio che non si addice al presunto garantismo dei colleghi della Lega. Al riguardo, ricorda di essere stato indicato come uno degli artefici dello scoperchiamento di quel sistema gravemente corrotto, noto come «mafia capitale», i cui prodromi, peraltro, sono riconducibili a un'amministrazione di centro-destra, ovvero la Giunta Alemanno, a conferma che certe forme di malversazione sono tipiche del peggior consociativismo.

  La Commissione respinge l'emendamento Tonelli 4.7.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) ricorda che, prima dell'introduzione dei «decreti sicurezza» di Salvini, i costi del sistema di accoglienza erano superiori del 30, addirittura del 50 per cento rispetto la media europea. Segnala, altresì, che con la disciplina introdotta dall'allora Ministro dell'Interno Salvini, che ha significativamente ridotto le risorse per l'accoglienza, molte gare per l'attribuzione delle commesse sono andate financo deserte. Rileva, inoltre, che determinate forme di malversazione sono avvenute anche sotto amministrazioni di centro-destra proprio perché quell'intero sistema era inefficace e inutilmente oneroso. Ribadisce che le modifiche proposte con gli emendamenti in esame, di cui raccomanda l'approvazione, sono volte proprio a superare questi limiti del sistema, destinato a produrre danni irreparabili in termini di sicurezza e coesione sociale.

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  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), intervenendo sull'emendamento 4.267, di cui è cofirmatario, rileva che il sistema di accoglienza deve basarsi su una leale collaborazione tra i livelli di governo. A tal fine, l'emendamento in esame prevede di inserire il parere vincolante dei sindaci ai fini delle decisioni relative alla distribuzione dei migranti. Osserva, infatti, che attualmente il parere gli amministratori locali è subordinato a quello dei prefetti, trascurando il fatto che i sindaci sono eletti democraticamente e hanno anche funzioni di autorità sanitarie e di pubblica sicurezza. Evidenzia, che anche taluni colleghi del Movimento 5 Stelle, presentando l'emendamento Saitta 4.268, intendono perseguire le stesse finalità, prevedendo il concerto dell'amministrazioni interessate. Invita, dunque, il rappresentante del Governo a valutare con grande attenzione la portata dell'emendamento in esame, che non appesantisce la procedura, ma garantisce un adeguato coinvolgimento delle amministrazioni locali.

  La Commissione respinge l'emendamento Gregorio Fontana 4.267.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'emendamento sua prima firma 4.259, in primo luogo, ringrazia i deputati del proprio gruppo per averla difesa rispetto agli attacchi ricevuti dal deputato Fiano. Riferendosi all'intervento del deputato Magi, ribadisce di aver visitato numerose strutture di accoglienza e di aver verificato che gli immigrati vivevano in condizioni assai precarie, senza alcuna garanzia e assistenza, neanche di carattere sanitario. Sottolinea che, mentre la propria parte politica ha combattuto quel sistema squallido, altri soggetti ci hanno guadagnato: e non è in discussione il fatto che talune di quelle associazioni cooperative siano vicine ai partiti di sinistra. Cionondimeno, rileva che se sono stati commessi reati sotto amministrazioni di centro-destra, essi vanno in ogni caso perseguiti e sanzionati. Ma per farlo, a suo avviso, occorre tornare alla disciplina dei decreti Salvini, che avevano davvero posto uno stop effettivo al business dell'immigrazione, mentre con il sistema che si sta cercando di introdurre oggi i denari dei contribuenti andranno ad ingrassare associazioni che speculano sulla pelle di poveri esseri umani.

  Emanuele FIANO (PD), replicando all'osservazione della deputata Bordonali, ricorda di aver anch'egli visitato, poco dopo aver assunto l'incarico di governo numerosi centri di accoglienza, e nello specifico il CARA di Mineo. Rileva che un conto è affermare che ci siano stati – come risulta anche da sentenze definitive – comportamenti criminali nella gestione dell'accoglienza, e che ci siano stati taluni rapporti inquinati anche con esponenti del proprio partito politico; un altro conto è dichiarare che l'obiettivo del provvedimento in esame è quello di ripristinare un sistema corrotto, nel quale si lucra sulla disperazione degli immigrati. Ribadendo la necessità di mantenere un rigoroso approccio garantista, segnala di non aver mai sollevato accuse nei confronti dei colleghi della Lega, nonostante dalle carte processuali dell'indagine sui commercialisti che hanno collaborato con il partito di Salvini risultino numerosi incontri con esponenti di vertice di quel partito.

  Nicola MOLTENI (LEGA) sottolinea con forza che la vicenda richiamata dal deputato Fiano è del tutto estranea alla discussione in corso.

  Fausto RACITI (PD) invita il deputato Molteni a non interrompere il deputato Fiano.

  Emanuele FIANO (PD) ribadisce il proprio diritto a richiamare l'inchiesta giudiziaria poc'anzi citata, senza minimamente alludere alla colpevolezza degli indagati, dal momento che i colleghi della Lega lo hanno menzionato nell'ambito di inchieste sulle cooperative in cui non è assolutamente coinvolto.

  Commenti del deputato Molteni.

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  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 4.259.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), illustrando l'emendamento 4.10, di cui è cofirmatario, ribadisce che con il provvedimento in titolo si sta reintroducendo un sistema di accoglienza criminogeno, nel quale le risorse vanno a beneficio non solo dei richiedenti asilo, come accadeva con i decreti sicurezza di Salvini, ma anche a quella significativa quota di immigrati destinati ad essere espulsi. Rivolgendosi al rappresentante del Governo, chiede chiarimenti sulla necessità di investire fino a cinque miliardi di euro per insegnare la lingua italiana a persone che saranno poi allontanate dal nostro Paese. L'unica spiegazione razionale, suo avviso, può essere quella che con tali fondi si garantisce la sopravvivenza di cooperative che hanno una precisa connotazione politica e che possono poi garantire un tornaconto in termini di clientelismo. Invita, quindi, i colleghi a non evocare inchieste giudiziarie come quelle sui commercialisti della Lega, che non hanno nulla a che fare con la materia in esame, dal momento che, analogamente, si potrebbero richiamare vicende legali che hanno riguardato da vicino la sinistra, a partire dal fallimento del quotidiano l'Unità.

  La Commissione respinge l'emendamento Invernizzi 4.10.

  Laura RAVETTO (FI), intervenendo sull'emendamento 4.258, ribadisce che la disciplina previgente introdotta dal Ministro Salvini aveva il pregio di garantire la piena integrazione solo per i soggetti che avevano titolo a rimanere sul nostro territorio. Osserva che dal 2015 al 2018 si è registrata una significativa impennata dei costi per l'accoglienza, che hanno raggiunto la cifra record di cinque miliardi di euro, pari allo 0,30 per cento del PIL. Ora, con il provvedimento in esame, si vuole tornare a quei livelli di spesa, in un momento nel quale il Governo stenta a trovare le risorse per dare ristoro alle categorie produttive più colpite dalla pandemia, nonché per rafforzare la sanità pubblica. Il tutto aggravato dal fatto che l'articolo 4, in combinato disposto con l'articolo 1, che prevede un ampliamento delle forme di protezione umanitaria, contribuisce ad allargare la platea dei potenziali beneficiari dei fondi per l'accoglienza.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 4.258.

  Gianni TONELLI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Stefani 4.8, di cui è cofirmatario, ribadisce che l'approccio dei partiti di maggioranza a questa materia è del tutto ideologico, lucra sulle disgrazie degli immigrati e crea le condizioni per alimentare il clientelismo politico. Replicando alle considerazioni del deputato Fiano, precisa che il sistema nel suo complesso, per come è congegnato, è criminogeno e, benché non ci sia alcuna responsabilità di carattere penale, la responsabilità politica di questa scelta grave e nefasta ricade interamente sulla maggioranza.

  La Commissione respinge l'emendamento Stefani 4.8.

  Alberto STEFANI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Bordonali 4.260, di cui è cofirmatario, sottolinea che ancora una volta non si differenzia tra chi ha il diritto all'assistenza internazionale e chi no, come invece aveva previsto la normativa introdotta dall'allora Ministro Salvini, impedendo di fatto il pieno riconoscimento di tutte le prestazioni che la legge prevede a favore del titolare di quel diritto. Invita i deputati a fare i conti con la realtà e a riconoscere che le risorse sono limitate e che quindi non si può aiutare genericamente tutti coloro che pretendono di entrare nel nostro Paese, ma che bisogna destinare queste risorse a coloro che effettivamente fuggono da situazioni di guerra o altamente degradanti. Osserva, infine, che mentre il decreto sicurezza originale, che il provvedimento in esame modifica, era riuscito in prima applicazione ad inserire nel percorso di integrazione molte migliaia di migranti titolari del diritto di accoglienza, il successivo allargamento, ad opera del Governo in carica, ha fatto sì che migliaia Pag. 51e migliaia di immigrati siano nuovamente fuori dal percorso di integrazione, negando quindi effettivamente il diritto a chi ne è titolare. Conclude ribadendo che è necessario combattere il business dell'immigrazione clandestina.

  La Commissione respinge l'emendamento Bordonali 4.260.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Iezzi 4.243, evidenzia che con il provvedimento in esame nelle strutture di accoglienza vengono anche inserite persone migranti che non hanno diritto al riconoscimento di assistenza internazionale ma che sono semplicemente in attesa del completamento di una procedura che per loro non avrà esito positivo. Si domanda come ciò sia accettabile da quella parte della maggioranza, il Movimento 5 Stelle, che aveva pienamente contribuito a disciplinare la materia con il decreto sicurezza solo due anni fa, e che ora accetta di prendere una direzione completamente contraria.
  Si chiede anche cosa succederà quando arriveranno nel nostro Paese molte persone nelle condizioni di poter ottenere l'assistenza internazionale ma che non troveranno spazio nelle strutture esistenti perché occupate da chi tale diritto non ce l'ha. Crede che ciò rappresenti una vera discriminazione per chi è nelle condizioni di vedersi riconoscere l'assistenza internazionale. Osserva, infine, che la maggioranza non sembra avere ben chiare le idee circa le concrete condizioni di funzionamento dell'organizzazione di accoglienza, continuando ad adottare norme raffazzonati e inapplicabili da parte delle strutture amministrative.

  Francesco Paolo SISTO (FI) osserva che anche in questo caso si tratta di capire se si intende ripetere errori commessi nel passato o se si intenda rimediarvi. L'emendamento Iezzi 4.243, a suo avviso, è volto a puntualizzare fortemente il concetto di «posti disponibili», rendendo inderogabile l'obbligo di non superarlo. Infatti, evidenzia, in questo caso, che, superato quel numero, non si possono accogliere altri immigrati, se si vuole favorire la buona gestione del fenomeno e non squilibrare il rapporto numerico tra cittadini e immigrati.
  È peraltro dell'avviso che il fenomeno dell'immigrazione incontrollata debba essere fermato e che i numeri relativi all'accoglienza e agli arrivi debbano essere programmati. Esprime meraviglia che la maggioranza non dimostri, con maturità, di cogliere il buon senso dell'emendamento in discussione e ritiene che ciò potrebbe anche alimentare qualche sospetto circa il fatto che, almeno una parte la maggioranza, possa trovare conveniente strumentalizzare ideologicamente la problematica dell'immigrazione.
  Per tali motivi ritiene che l'emendamento debba essere almeno accantonato, per approfondire la tematica in questione e ragionare sui benefici della programmazione e della gestione del fenomeno.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.243.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'emendamento 4.244, ne raccomanda l'approvazione e ricorda che accogliere tutti è impossibile.
  Rammenta, altresì, che dal novembre 2011 ad oggi la sinistra ha avuto tutte le possibilità di chiudere il Cara di Mineo, che è stato impropriamente definito il «ghetto» creato dalla Lega, cosa che però, sottolinea, non ha fatto. Evidenzia che l'emendamento in discussione cerca di mettere dei precisi paletti, onde evitare altri casi come quelli del predetto Cara di Mineo, tenendo peraltro ben in conto che le risorse a disposizione sono limitate e che non è, di fatto, possibile che chiunque arrivi dal Mediterraneo possa entrare nel nostro Paese.

  La Commissione respinge l'emendamento Tonelli 4.244.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), raccomandando l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 4.245, ricorda che quanto esso propone non è altro che la riaffermazione di uno dei punti qualificanti del decreto Pag. 52 sicurezza, che fu fortemente condiviso dalle forze allora al Governo, cioè dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, e cioè la volontà di porre fine a quella specie di «mangiatoia», parte qualificante, peraltro, del sistema cosiddetto di «mafia capitale». Evidenzia che in tal modo si poteva, in ultima istanza, combattere e sconfiggere un sistema che lucrava sulla pelle degli ultimi. Si dice quindi esterrefatto che il Movimento 5 Stelle abbia cambiato completamente direzione, ricordando peraltro, come più volte ha avuto modo di rilevare, la soddisfazione del Presidente del Consiglio pro tempore, che esultava insieme all'allora Ministro dell'interno dagli schermi televisivi tenendo in mano un cartello che inneggiava al decreto sicurezza. Rammenta altresì i moltissimi messaggi postati sulle pagine di Facebook da molti esponenti del Movimento 5 Stelle.
  Teme invece che il provvedimento in esame possa ricreare un clima favorevole ai tanti «Buzzi» della situazione.
  Conclude osservando che lo stravolgimento del contenuto del decreto sicurezza del Governo Conte I è dovuto al fatto che il Partito Democratico ha l'intenzione e la forza per imporre il suo sistema, mentre l'altra parte della maggioranza resta acquiescente, al fine di assicurarsi di rimanere al Governo.

  Riccardo MAGI (MISTO-CD-RI-+E), annunciando il voto contrario sull'emendamento Iezzi 4.245, accenna, scherzosamente, a un moto di solidarietà nei confronti del deputato Iezzi, che torna con il pensiero a certe immagini che, personalmente, ritiene sarebbe meglio dimenticare.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.245.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Tonelli 4.246, di cui è cofirmataria, ne raccomanda l'approvazione. Ricorda che esso riguarda l'articolo 9 del decreto sicurezza, il quale stabilisce obblighi di leale collaborazione, in materia di accoglienza dei migranti, tra le regioni ed il Governo. Ricorda, tuttavia, che tale collaborazione è leale assai poco spesso. Cita, ad esempio, la rarità con la quale vengono convocati i tavoli di collaborazione, che, peraltro, si svolgono quasi sempre quando non serve.
  Personalmente ha il ricordo della sua esperienza di assessore alla regione Lombardia, quando, nell'arco di cinque anni, partecipò a due soli tavoli ove, peraltro, il Governo si limitava a informare gli enti locali che di lì a poco avrebbero dovuto accogliere un certo numero migranti. Esprime il timore che la situazione degli immigrati possa tornare a sfiorare i numeri che si sono visti durante il periodo in cui il Ministro dell'interno era Angelino Alfano, quando esplose drammaticamente il numero degli immigrati. Rileva che persino un esponente del Partito Democratico, il successivo Ministro dell'interno Marco Minniti, si rese conto che la situazione non poteva continuare in quei termini e che bisognava frenare il fenomeno migratorio. Peraltro, riguardo ai predetti tavoli, ha il ricordo ben chiaro che l'allora prefetto di Milano, e attuale Ministra dell'interno, Lamorgese, non solo non ne convocò nemmeno uno, ma impose semplicemente dei contingenti di migranti da accogliere da parte dei comuni lombardi. Conclude domandandosi se vi sia un'effettiva volontà di agire con leale collaborazione da parte del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Tonelli 4.246.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice, anche a nome del relatore Miceli esprime parere favorevole sull'emendamento Perconti 4.295, a condizione che venga riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato). Sottolinea che tale riformulazione mira a coinvolgere maggiormente gli enti locali.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che i presentatori dell'emendamento Perconti 4.295 hanno accettato la riformulazione proposta dai relatori.

  Emanuele PRISCO (FDI) osserva che normalmente accade che i prefetti, i quali Pag. 53comunque hanno il senso dello Stato, informano i sindaci che magari il giorno dopo dovranno accogliere un certo numero di migranti con tutte le difficoltà del caso, tra le quali, in questo momento, quelle sanitarie, con la necessità di effettuare tamponi per il Covid-19.
  Sottolinea come accada che tali migranti poi fuggano dai centri di accoglienza, dandosi alla clandestinità nonostante gli sforzi dei sindaci per assicurare loro un'accoglienza dignitosa. Auspica quindi, visto cosa accadono nella realtà, che l'ANCI sia in grado di rappresentare opportunamente la rabbia dei sindaci verso l'accoglimento di questo emendamento, che di fatto li prende in giro due volte.

  Cristian INVERNIZZI (LEGA) intende intervenire a difesa degli amministratori comunali e dei sindaci che sono stati già vittime di un sistema carente, per il quale venivano informati dal prefetto dell'arrivo dei clandestini nei territori da loro governati soltanto poche ore prima che ciò accadesse. A suo avviso, se la volontà dell'Esecutivo è quella di tutelare i sindaci, allora non deve scaricare il peso dell'accoglienza sugli enti locali. Per tale ragione ritiene che la riformulazione proposta dai relatori sia un'ulteriore presa in giro per gli amministratori locali.

  La Commissione approva l'emendamento Perconti 4.295 (Nuova formulazione) (vedi allegato).

  Nicola MOLTENI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Iezzi 4.249, del quale è cofirmatario, rammenta che Matteo Salvini è stato nominato Ministro dell'Interno il 1° giugno 2018 e che, pochi mesi prima, la Corte dei conti aveva presentato al Parlamento una relazione sul sistema dell'accoglienza in Italia nella quale si «demoliva» l'impostazione di tale sistema, elencandone dettagliatamente una serie di costi che ammontavano a 2,2 miliardi di euro. Rammenta che la Lega prese spunto da tale relazione e, anche attraverso il lavoro dell'ANAC, il dicastero guidato da Matteo Salvini arrivò a definire nuove procedure in materia, anche incrementando i controlli a livello locale.
  Evidenzia che il «sistema Salvini» è nato in questo contesto, razionalizzando il sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati. Rammenta inoltre che tale «sistema Salvini» prevedeva misure di accoglienza primaria per i richiedenti asilo, garantendo assistenza piena a tutti coloro che legittimamente avevano diritto a rimanere in Italia.
  Osserva che invece il meccanismo previsto dal decreto – legge in discussione va esattamente nella direzione opposta a quello che la Corte dei conti aveva indicato e si augura che nella prossima relazione la Corte stessa metta in evidenza le storture del nuovo sistema. Sottolinea, infine, che proprio nel momento in cui è stato tagliato il costo pro capite al giorno per l'accoglienza di ogni migrante, i famosi 35 euro, è emerso chiaramente come il vero interesse sotteso al sistema dell'accoglienza fosse esclusivamente di natura economica, in quanto le varie associazioni non hanno più ritenuto interessante partecipare alle gare.

  Laura BOLDRINI (PD) nel replicare al deputato Molteni, ritiene sia necessario fare chiarezza. Evidenzia che molti enti gestori non hanno partecipato ai bandi non perché non potevano più lucrare sul fenomeno migratorio come alcuni vorrebbero lasciare intendere, ma perché, a seguito del taglio dei 35 euro, non riuscivano più a rispondere alle voci del capitolato che prevedeva dei servizi specifici. Invita, quindi, i colleghi ad essere corretti quando si fanno delle affermazioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.249.

  Ketty FOGLIANI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Iezzi 4.247, del quale è cofirmataria, ricorda la propria esperienza di vice sindaco di Portogruaro. Rammenta che, pochi mesi dopo essere stata eletta, venne informata telefonicamente che di lì a poche ore sarebbero arrivati due pulman carichi di ragazzi immigrati clandestini nel suo territorio. Sottolinea la drammaticità Pag. 54di quel periodo e le condizioni indecorose in cui tali giovani furono costretti a permanere. A suo avviso con il decreto – legge in discussione, che consentirà l'arrivo massiccio di immigrati, queste situazioni torneranno ad essere sempre più frequenti.
  Evidenzia, da ultimo, che il Paese sta vivendo un'emergenza sanitaria molto grave e che questa situazione renderà ancora più difficile l'operato dei sindaci.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.247.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) ritiene che, alla luce di quanto affermato dalla deputata Boldrini, le associazioni che hanno partecipato ai bandi soddisfacendo i requisiti in essi richiesti devono aver mentito. Rilevando come invece diversi soggetti operanti in tale settore siano riusciti, con 15 euro in meno a persona, a fornire ugualmente i servizi richiesti, ritiene che spesso altre realtà fossero mosse da interessi economici.
  Per quanto attiene invece al sistema dei posti disponibili, oggetto dell'emendamento Invernizzi 4.13 in esame, ritiene che tali posti aumenteranno, aumentando il numero delle associazioni che speculerà sugli stessi.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel replicare alla deputata Boldrini, fa presente che in Italia molti cittadini vivono con un reddito inferiore a 35 euro al giorno. Evidenzia infatti che la pensione di invalidità civile per un invalido al 100 per cento non arriva a tale importo, così come la pensione sociale. Non ritiene quindi che vi sia una ragione valida per destinare alla gestione degli immigrati delle risorse superiori a quelle che lo Stato destina agli invalidi.

  Francesco Paolo SISTO (FI) ritiene che quando la irragionevolezza coglie il legislatore, questi dovrebbe essere fermato. A suo avviso il provvedimento non fissa un criterio valido in materia, non stabilendo il livello massimo dell'intervento economico. Chiede quindi al rappresentante del Governo di chiarire le ragioni per le quali non si ritiene necessario limitare questo fenomeno, sulla base delle risorse che effettivamente si possono destinare allo stesso.

  La Commissione respinge l'emendamento Invernizzi 4.13.

  Simona BORDONALI (LEGA) interviene sull'emendamento Tonelli 4.250, del quale è cofirmataria, relativo al tema delle cooperative che accolgono i richiedenti asilo. Sottolinea come alcune associazioni abbiano gestito meglio l'accoglienza dopo che il decreto Salvini ne aveva tagliato i costi. Osserva infatti, in primo luogo, che in quel periodo, essendo regolamentati i flussi, non vi era l'emergenza. In secondo luogo sottolinea che proprio in ragione della riduzione dei costi gli enti che facevano accoglienza erano spinti da uno spirito di servizio e non da ragioni di business. A suo avviso, pertanto, l'articolo 4 del decreto-legge in esame deve essere modificato per poter assicurare alle persone che vengono nel nostro Paese un reale percorso di integrazione. Sottolinea invece come il decreto-legge vanifichi il percorso che era stato costruito durante il periodo in cui la Lega ha governato.

  Francesco Paolo SISTO (FI) reitera la richiesta di chiarimenti al Governo per quanto concerne la stima del numero dei migranti che verranno accolti.
  Sottolinea come l'evidente impossibilità di accogliere tutti i migranti e il conseguente abbandono della maggior parte di essi avranno anche un effetto criminogeno.
  Afferma di essere, in linea di principio, indubbiamente favorevole all'accoglienza, ma osserva come tale accoglienza non possa che avvenire nei limiti delle oggettive possibilità del Paese.

  La Commissione respinge l'emendamento Tonelli 4.250.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che gli emendamenti da Iezzi 4.21 a pagina 106 a Molteni 4.253 a pagina 176 del fascicolo sono accantonati.

Pag. 55

  Carmelo MICELI (PD), relatore, modificando il parere precedentemente espresso, propone l'accantonamento dell'emendamento Vinci 4.17.

  Fausto RACITI, presidente, avverte che l'emendamento Vinci 4.17 si intende accantonato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Fogliani 4.252 e Varchi 4.271.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), intervenendo sul suo emendamento 4.18, rileva come esso faccia parte di una serie di proposte emendative volte a prevedere il rispetto, da parte dei centri di accoglienza, dei requisiti stabiliti dalle leggi in vigore in materia edilizio-urbanistica. Ritiene si tratti di una proposta di buon senso, il cui scopo è quello di garantire che l'accoglienza avvenga in condizioni dignitose.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.18.

  Alberto STEFANI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Molteni 4.19, di cui è cofirmatario, rileva come anch'esso vada nella direzione della garanzia che i centri di accoglienza rispettino alcuni requisiti minimi atti a garantire la dignità delle persone ospitate. Osserva, infatti, come tali strutture, e richiama al riguardo la propria esperienza di amministratore locale, fossero diventate negli anni scorsi luoghi nei quali lo Stato di diritto era sospeso, non veniva assicurato il rispetto delle dignità umana e venivano impunemente perpetrati atti di violenza, anche sessuale.
  Osserva come le condizioni di tali strutture abbiano testimoniato il fallimento delle politiche migratorie perseguite dalla sinistra, che non hanno tenuto nella giusta considerazione la situazione di coloro che hanno effettivamente diritto alla protezione internazionale.
  Ritiene come sia inaccettabile il tentativo di scaricare la responsabilità della gestione di tali centri sugli amministratori locali, i quali non sono nella condizione di fare fronte anche a tale compito, che andrebbe ad aggiungersi a quelli, già gravosi, che sono chiamati a svolgere.

  Francesco Paolo SISTO (FI) rileva come la proposta emendativa in esame preveda l'introduzione di un requisito certo, mediante il rinvio alle leggi in vigore in materia edilizio-urbanistica, e a prevedere altresì, per l'inosservanza di tale requisito, la sanzione dell'immediata revoca della convenzione.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 4.19.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Iezzi 4.205, richiama l'attenzione sulla necessità di contrastare la possibile formazione di cartelli tra le imprese che concorrono alla gestione delle strutture di accoglienza, diretti ad ottenere l'aggiudicazione del servizio alle condizioni più favorevoli per le imprese medesime.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.205.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Stefani 4.15, di cui è cofirmataria, rileva come esso sia volto a sopprimere la norma che prevede l'elencazione dei servizi di cui è prevista l'erogazione. Osserva, infatti, come le politiche della maggioranza, comportando l'aumento del numero dei migranti e dei servizi che devono essere erogati, determinano altresì l'incremento dei costi, e non comprende come la norma in esame sia compatibile con la clausola di invarianza finanziaria.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) rileva preliminarmente di essere stata impegnata nella giornata odierna nella predisposizione degli emendamenti alla legge di bilancio e stigmatizza una modalità di organizzazione dei lavori parlamentari tale da determinare la sovrapposizione di attività di diverse Commissioni. Pag. 56
  Si associa alle considerazioni della deputata Bordonali, rilevando come profili di criticità concernenti la copertura finanziaria siano stati evidenziati anche nella documentazione predisposta dagli uffici, e reitera la richiesta che il Governo fornisca una relazione al riguardo.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Stefani 4.15 e Iezzi 4.207.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) richiama nuovamente l'attenzione sulla necessità di contrastare pratiche elusive della concorrenza e ritiene che la previsione recata dalla proposta emendativa Iezzi 4.208, che propone la soppressione del riferimento alle modalità di organizzazione su base territoriale, vada nella direzione della trasparenza, essendo volta a facilitare il controllo dei cittadini sull'operato dei gestori e a rendere più difficile la conclusione di accordi occulti.

  La Commissione respinge l'emendamento Iezzi 4.208.

  Laura RAVETTO (FI), intervenendo sull'emendamento 4.204, sottolinea che esso mira a sopprimere la possibilità di erogare agli immigrati l'assistenza psicologica. A suo avviso, nell'attuale contesto di crisi sanitaria, economica e sociale, che condanna alla precarietà e alla disperazione molti nostri connazionali, è del tutto incomprensibile prevedere questa tutela nei riguardi degli immigrati, tanto più che la stessa Ragioneria Generale ha espresso serie riserve sulle coperture economiche di questa misura. Rileva, infatti, che mentre, da un lato, il Governo prevede di contenere i costi in ragione del periodo limitato di permanenza degli immigrati nei centri di accoglienza, dall'altro, l'eccessivo lassismo delle norme sulla protezione umanitaria farà lievitare in modo consistente gli arrivi nel nostro Paese.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Iezzi 4.204 e 4.206.

  Simona BORDONALI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, domanda quando si preveda di sospendere i lavori.

  Fausto RACITI, presidente, essendo ormai trascorse quasi tre ore dall'inizio della seduta ritiene possibile concludere i lavori, come previsto.

  Emanuele FIANO (PD), ritiene che, qualora ci fosse l'accordo di tutti i gruppi, si potrebbe decidere di prevedere un'ulteriore seduta a partire dalle 22.40, stabilendo, in quella sede, fino a che ora proseguire i lavori.

  Stefano CECCANTI (PD) dichiara la disponibilità in tal senso del suo gruppo.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA), nel dichiarare la disponibilità del suo gruppo nel proseguire ulteriormente i lavori, considera tuttavia imprescindibile stabilire, in tal caso, la tempistica di eventuali ulteriori sedute notturne.

  Fausto RACITI, presidente, rileva come l'organizzazione dei lavori già stabilita non prevedesse un'ulteriore seduta dopo quella in corso, rilevando come convocare un'altra seduta comporterebbe anche problemi organizzativi, legati anche al rispetto degli obblighi di sanificazione previsti le regole in materia di contrasto al contagio da SARS-CoV-2 stabilite all'interno delle sedi della Camera.

  Francesco Paolo SISTO (FI), considerato il rilevante numero di proposte emendative ancora da esaminare, considera grave che non sia stata prevista un'ulteriore prosecuzione dei lavori, alla quale i gruppi di opposizione sono disponibili, ritenendo che la Presidenza non possa addurre motivazioni organizzative per giustificare una decisione che ha un'evidente connotazione politica di cui la maggioranza deve assumersi la responsabilità.

  Fausto RACITI, presidente, premesso che le decisioni circa l'organizzazione dei lavori della Commissione non sono nella sua disponibilità, Pag. 57 fa presente che sarebbe stato necessario stabilire preventivamente l'ulteriore prosecuzione notturna dei lavori, oltre la seduta già convocata, al fine di consentire a tutti i componenti della Commissione di conoscere anticipatamente tale impegno, nonché al fine di assicurare la necessaria organizzazione della seduta stessa.

  Emanuele PRISCO (FDI), sottolinea come i gruppi di opposizione avevano dichiarato alla presidenza la loro disponibilità a proseguire i lavori al termine delle odierne votazioni dell'Assemblea.

  Fausto RACITI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta che già convocata domani al termine delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 21.45.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 478 del 23 novembre 2020, a pagina 35, seconda colonna, alla ventottesima riga, sostituire le parole: «permesso di soggiorno» con la seguente: «visto».