CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 12 novembre 2020
470.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 279

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 12 novembre 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.30 alle 12.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 12 novembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 12.

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Ratifica ed esecuzione degli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, adottati a Kampala il 10 e l'11 giugno 2010.
C. 2332 senatori Airola ed altri, approvata dal Senato.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 settembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Difesa e Bilancio.

  Vito COMENCINI (LEGA) ribadisce le criticità già evidenziate dal suo Gruppo durante l'esame presso il Senato, in questa Commissione e presso le Commissioni Giustizia e Difesa, competenti in sede consultiva. In particolare, esprime riserve sugli effetti che la ratifica in titolo potrebbe avere sull'ordinamento interno: pur confermando il pieno sostegno all'azione della Corte penale internazionale, fondamentale giurisdizione sovranazionale che persegue i crimini contro l'umanità, rileva che diversi Paesi – nello specifico, USA, Israele e Federazione Russa – pur avendo sottoscritto le modifiche in esame, non le hanno ancora ratificate avendo sollevato più di qualche riserva su taluni aspetti della nuova disciplina: in primo luogo, la definizione di «crimine di aggressione», che rischia di attribuire all'organo giurisdizionale una eccessiva discrezionalità politica; in secondo luogo, suscita dubbi e incertezze anche la definizione di «crimini internazionali», soprattutto in contesti segnati da guerre civili. Stigmatizza, altresì, l'assenza dell'analisi tecnico-normativa, e della relazione tecnica, indispensabili per valutare anche gli effetti finanziari della nuova disciplina.
  Segnala, inoltre, che non è stato dato seguito alla richiesta, avanzata sia in sede referente sia in sede consultiva presso la II Commissione giustizia, di approfondire la materia attraverso un apposito ciclo di audizioni; tale supplemento di riflessione appare tanto più necessario in quanto, durante l'esame in sede consultiva presso la Commissione Difesa, il Procuratore generale militare, Marco De Paolis, ha sollevato diverse perplessità sull'articolo 8-bis, che introduce una sorta di responsabilità oggettiva nei confronti di chi esercita il controllo o dirige l'azione politica e militare di uno Stato, attribuendo così un potere discrezionale assai ampio alla Corte penale, ben oltre le proprie competenze di organo giurisdizionale.
  Analogamente, segnala le criticità dell'articolo 15-bis, che introduce una sorta di clausola di opt-out, prevedendo che uno Stato Parte possa opporsi all'esercizio del potere giurisdizionale della Corte qualora abbia comunicato in precedenza, con un'apposita dichiarazione, di non accettarlo.
  Sulla base di queste riflessioni e delle valutazioni critiche espresse da autorevoli studiosi, ribadisce la richiesta di procedere ad un ulteriore approfondimento della materia attraverso un ciclo di audizioni.

  Alberto RIBOLLA (LEGA), associandosi alle considerazioni del collega Comencini e ribadendo che numerosi esponenti del mondo accademico hanno espresso pareri assai critici sul provvedimento in esame, si unisce alla richiesta di dare seguito ad un ciclo di audizioni per meglio comprendere la portata della normativa che si vuole ratificare e non rischiare pericolosi fraintendimenti.

  Piero FASSINO, presidente, precisa che i membri della Commissione sono perfettamente in grado di comprendere tutti i profili della materia in esame.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), chiede chiarimenti sull'ambito di intervento della Corte penale internazionale. A titolo di esempio, rileva che il citato articolo 8-bis annovera nella categoria degli atti di aggressione anche il blocco navale, venendo così in evidenza che il sindacato della Corte potrebbe arrivare ad esplicarsi su atti legittimamente rientranti nell'esercizio della sovranità uno Stato. In generale, esprime un orientamento di cauta Pag. 281diffidenza nei confronti di uno strumento giuridico internazionale che appare assai invasivo e che potrebbe porsi in contrasto con la sovranità del nostro Paese.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) si dichiara non contraria ad un approfondimento di merito sul provvedimento in titolo ricordando, tuttavia, ai colleghi di opposizione che la Costituzione italiana riconosce la supremazia del diritto internazionale sul diritto interno e che questo principio non può trovare attenuazioni rispetto a fattispecie penali rientranti nei crimini contro l'umanità. Ritiene, in generale, che in particolare l'atteggiamento dei colleghi della Lega sia il sintomo di un approccio ostile e rigido sui temi del multilateralismo e che dovrebbe essere invece adeguatamente onorato il fatto che lo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale sia stato firmato nel nostro paese.

  Laura BOLDRINI (PD) ribadisce che gli emendamenti allo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale attendono da dieci anni la ratifica parlamentare e che andrebbe apprezzata la portata innovativa proprio del richiamato articolo 8-bis che, al paragrafo 1, definisce espressamente il crimine di aggressione quale «pianificazione, preparazione, avvio o esecuzione di un atto di aggressione che, per la sua natura, la sua gravità o la sua magnitudine, costituisce una violazione manifesta della Carta delle Nazioni Unite». Ribadisce che il testo chiarisce che di tale crimine possono rendersi responsabili «gli individui che si trovino in una posizione tale da controllare o dirigere effettivamente l'azione politica o militare di uno Stato» e che questo è un dato di realtà. Di conseguenza, possono ricadere sotto la definizione di aggressione fattispecie come l'occupazione militare, seppur temporanea, l'invio di bande armate, di gruppi, irregolari o mercenari, il blocco di porti di un altro Stato mediante l'uso di forze armate e altre circostanze che purtroppo non sono estranee a quanto accade di frequente nell'attuale scenario internazionale. Acconsente ad ogni modo alla richiesta del collega Comencini per un rinvio della deliberazione sul mandato al relatore volendo prendere visione di quanto espresso dalle Commissioni competenti in sede consultiva, in particolare dalla Commissione giustizia.

  Edmondo CIRIELLI (FDI) concorda a sua volta sull'opportunità di rinviare la deliberazione sul provvedimento in titolo alla luce delle criticità emerse nel corso della seduta.

  Piero FASSINO, presidente, accoglie la richiesta di rinvio della deliberazione relativa al conferimento del mandato alla relatrice, sottolineando la necessità di scongiurare il ricorso ad audizioni come strumento ostruzionistico al fine di dilatare i temi di ratifica del provvedimento. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui servizi di trasporto aereo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'Ecuador, con Allegati, fatto a Quito il 25 novembre 2015.
C. 2576 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 settembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio, Finanze, Trasporti, Attività produttive e Politiche dell'Unione europea.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato alla relatrice, onorevole Suriano, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

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Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana, fatto a Roma il 13 febbraio 2019; b) Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica dominicana di assistenza giudiziaria reciproca in materia penale fatto a Roma il 13 febbraio 2019.
C. 2577 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 settembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia e Bilancio.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato alla relatrice, onorevole Di Stasio, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione del Protocollo di emendamento alla Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, fatto a Strasburgo il 10 ottobre 2018.
C. 2579 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 settembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia, Bilancio e Trasporti.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Migliore, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 12.20.

RISOLUZIONI

  Giovedì 12 novembre 2020. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 12.20.

7-00556 Delmastro delle Vedove: Sulla crisi nella regione del Nagorno Karabakh.
7-00575 Fassino: Sulla crisi nella regione del Nagorno Karabakh.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo, rinviata nella seduta del 10 novembre scorso.

  Piero FASSINO, presidente, presenta un ulteriore nuovo testo della risoluzione a sua prima firma n. 7-00575, già trasmesso a tutta la Commissione con anticipo sulla seduta odierna, con cui ha inteso recepire gli spunti emersi dal dibattito svolto nella seduta del 10 novembre (vedi allegato 1).
  Coglie l'occasione per ricordare che, nella prospettiva della definizione di un testo unitario che recepisse i tratti caratterizzanti il suo atto di indirizzo, nella precedente seduta il collega Delmastro Delle Vedove aveva manifestato la disponibilità al Pag. 283ritiro della sua risoluzione n. 7-00556. Alla luce dell'ulteriore nuovo testo presentato, ritiene opportuno che il collega voglia nuovamente manifestare il suo orientamento a tal riguardo, precisando che, in caso di ritiro della risoluzione n. 7-00556, la stessa non sarebbe posta in votazione.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), ringraziando il Presidente per il tentativo di convergere su un testo condiviso, ritiene che non vi siano ancora i presupposti per il ritiro del suo atto di indirizzo. Ribadisce, infatti, che il testo della risoluzione a sua firma si caratterizza per un forte accento sul ruolo perturbatore della Turchia nella crisi in corso. In particolare, come evidenziato nelle premesse dell'atto, Erdoğan sta esportando jihadisti dalla Siria e dalla Libia in Azerbaigian; fonti armene denunciano bombardamenti indiscriminati sui civili e l'utilizzo, da parte azera, delle cosiddette bombe a grappolo, in evidente sfregio del diritto internazionale; l'intervento militare di Erdoğan per il tramite di consiglieri militari e, soprattutto, di jihadisti, rischia di aggravare la situazione sotto il profilo umanitario e far tramortire definitivamente ogni ipotesi di risoluzione diplomatica del conflitto. In altri termini, il regime turco sta portando avanti una politica di indebita interferenza, analogamente a quanto fatto in Libia e nel Mediterraneo orientale, con le trivellazioni nella Zona economica esclusiva di Cipro, che ledono gli interessi economici dell'intera Unione europea. A suo avviso, Erdoğan sembra intenzionato a «completare l'opera dei Padri», facendo un neanche troppo velato riferimento al genocidio del popolo armeno; quest'ultimo agghiacciante riferimento storico alimenta ferite mai sopite e l'idea di uno scontro di civiltà per ingaggiare con l'Occidente e l'Europa la guerra per l'approvvigionamento energetico. Sulla base di queste premesse, ritiene che ogni tentativo di pacificazione nella regione del Nagorno Karabakh non può prescindere dalla ferma condanna dell'intromissione della Turchia, cui andrebbe revocato lo status di Paese candidato all'adesione all'Unione europea, alla luce delle reiterate operazioni di guerra su più fronti avanzate da Erdoğan contro gli interessi strategici dell'Italia e dell'Europa.
  Pertanto, pur ribadendo apprezzamento per il carattere equilibrato dell'ultima proposta di risoluzione avanzata dal presidente Fassino, che tuttavia denota un leggero sbilanciamento a favore delle rivendicazioni azere, ritiene indispensabile esplicitare con più forza la censura delle interferenze messe in atto da Erdoğan che, tra l'altro, persegue le sue mire egemoniche, contro gli interessi dell'UE, continuando a beneficiare dei fondi di pre-adesione pagati dai contribuenti europei.

  Piero FASSINO, presidente, sottolinea che l'ultimo testo della sua proposta di risoluzione recepisce numerosi suggerimenti dei gruppi sia di maggioranza sia di opposizione, nonché della Farnesina. In particolare, evidenzia che la risoluzione sostiene ogni iniziativa politica per risolvere il conflitto, a partire dal rispetto del cessate il fuoco, dalla tutela della popolazione armena del Nagorno Karabakh e dalla necessità di sollecitare i Paesi della regione a garantire la regolarità dei flussi energetici. Inoltre, la risoluzione intende impegnare il Governo a richiedere alla Turchia e a ogni Paese terzo di astenersi da ogni forma di interferenza e a sostenere l'accordo del 9 novembre e le iniziative messe in campo dalla Comunità internazionale. È anche sottolineata l'esigenza che le autorità azere, armene e del Nagorno Karabakh garantiscano, nei territori da loro controllati, la tutela dei diritti umani, il rispetto dell'identità di ogni comunità e del pluralismo culturale e religioso. In questo scenario l'Italia deve garantire il massimo impegno, d'intesa con le istituzioni europee, per assicurare i necessari aiuti umanitari alle popolazioni civili colpite dal conflitto e per contribuire alla stabilizzazione e ricostruzione della regione.
  Coglie l'occasione per rilevare le evidenti e pur comprensibili pressioni esercitate dalle rappresentanze diplomatiche in Italia delle parti coinvolte. Tuttavia, il Parlamento italiano e la Commissione, in base al convincimento di ciascuno, ha il dovere di assumere una posizione autonoma, che dia concretezza agli orientamenti condivisi Pag. 284fin qui espressi e senza sottostare al volere di altri.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE esprime parere contrario sulla risoluzione n. 7-00556 a prima firma Delmastro delle Vedove per le parti che non sarebbero assorbite dall'ulteriore nuovo testo della risoluzione, presentato dal Presidente Fassino.
  Esprime parere favorevole sulla risoluzione n. 7-00575 Fassino, nell'ulteriore nuovo testo oggi presentato a condizione che, quanto alle premesse, sia riformulata nei seguenti termini: nella seconda premessa, sostituire la parola «indipendente» con le parole «del Nagorno Karabakh»; nella terza premessa, sostituire le parole «tra Azerbaijan, Armenia e Nagorno Karabakh» con le parole «tra Azerbaijan e Armenia per il Nagorno Karabakh», nonché inserire dopo la parola «sfollati» la parola «azeri»; nella quarta premessa, sostituire la parola «esercita» con le parole «ha esercitato», nonché cancellare le parole «da cui sono sfollati migliaia di persone»; nell'ultima premessa, prima delle parole «detto accordo» aggiungere le parole «nell'accogliere con soddisfazione il cessate-il-fuoco, si osserva che», sostituire la parola «richiedendosi» con le parole «e potrebbe porre le basi per» e dopo la parola «status» aggiungere la parola «definitivo».
  Per quanto concerne la parte dispositiva, propone: nel terzo impegno, di sopprimere le parole «di astenersi da ogni forma di interferenza» e di aggiungere, alla fine del periodo, «evitando di alimentare nuove tensioni»; nel quarto impegno, di sostituire le parole «le autorità azere, armene e del Nagorno Karabakh» con le parole «tutte le parti interessate», nonché le parole «nei territori da loro controllati» con le parole «in tutta la regione».
  In via generale, osserva che la richiesta alla Turchia e ad ogni Paese terzo ad astenersi da ogni forma di interferenza potrebbe risultare incongrua, alla luce del fatto che l'accordo sul cessate il fuoco prevede il dispiegamento di una forza di interposizione russa e l'avvio di un meccanismo di monitoraggio che coinvolgerà anche la Turchia.

  Gennaro MIGLIORE (IV) sottolinea che le risoluzioni in discussione vertono sul Nagorno Karabakh, non sulle azioni aggressive messe in atto dalla Turchia, benché l'attivismo di Erdoğan sia ben visibile anche nella regione contesa tra Armenia e Azerbaijan. Concordando sia sull'ulteriore nuovo testo presentato dal Presidente Fassino sia sulle proposte di riformulazione avanzate dalla viceministra Del Re, suggerisce, altresì, di espungere dal testo il riferimento alla Libia e alla Siria come Paesi di provenienza dei miliziani jihadisti che, secondo numerosi fonti, combatterebbero al fianco delle truppe azere; a suo avviso, infatti, allo stato attuale non è possibile stabilire con certezza la provenienza di tali miliziani e l'inserimento di riferimenti ad altri complessi scenari geopolitici produrrebbe effetti indesiderati rispetto al messaggio che si intende trasmettere con l'atto di indirizzo in discussione.

  Simona SURIANO (M5S), concordando a sua volta con l'ulteriore nuovo testo del Presidente Fassino e accogliendo con favore le proposte di riformulazione avanzate dal rappresentante del Governo, propone di rinviare il voto sulle risoluzioni per procedere ad ulteriori approfondimenti, ad esempio sul ruolo del Gruppo di Minsk, che nella proposta di risoluzione viene prima indicato come non in grado di operare a causa dell'opposizione armena e della partecipazione turca e, al paragrafo successivo, indicato come principale attore dei negoziati in corso.

  Piero FASSINO, presidente, rivolgendosi alla collega Suriano, precisa che quanto al Gruppo di Minsk il secondo passaggio si riferisce ai co-presidenti – USA, Russia e Francia – e non all'intero Gruppo, formato da Russia, Stati Uniti e Francia e da altri dieci Paesi tra cui Italia e Turchia. Ritiene che sia un fatto accertato che, mentre il Gruppo in sé non si è neanche mai riunito, i co-presidenti abbiano svolto attività negoziale.

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  Simona SURIANO (M5S) ribadisce l'esigenza di modificare ulteriormente la proposta di risoluzione del presidente Fassino, inserendo un esplicito riferimento al divieto dell'uso della forza.

  Edmondo CIRIELLI (FDI) rileva che le proposte di riformulazione del Governo stravolgono, di fatto il testo del collega Fassino sul quale, negli ultimi giorni, i Gruppi avevano trovato una sostanziale convergenza. A suo avviso, è innegabile che senza l'appoggio del regime di Erdoğan l'Azerbaijan, che ha il diritto internazionale a suo favore, non sarebbe intervenuto militarmente: pertanto, l'Italia avrebbe senz'altro titolo a censurare l'uso della forza come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e dunque anche l'operato di Ankara, che agisce da tempo come fattore di destabilizzazione in tutta l'area del Mediterraneo allargato. Ribadendo l'opportunità che si converga su un testo condiviso, si associa alla richiesta di un supplemento di riflessione, e dunque di un rinvio del voto, con l'obiettivo di pervenire ad una formulazione che tenga conto dei legami diplomatici ed economici che certamente uniscono il nostro Paese all'Azerbaijan, ma anche dell'amicizia e delle profonde radici culturali e storiche che condividiamo con l'Armenia. Sarebbe davvero auspicabile pervenire ad una sintesi di tutte queste istanze.

  Laura BOLDRINI (PD), ringraziando nuovamente il presidente Fassino per l'iniziativa assunta con la presentazione della sua risoluzione, rileva che, in ossequio ad un principio di neutralità ed oggettività, oltre a condannare le intromissioni turche a favore degli azeri occorre stigmatizzare anche quelle della Federazione Russa a favore dell'Armenia. Inoltre, associandosi alle osservazioni del collega Migliore, sottolinea l'esigenza di eliminare i riferimenti alla provenienza dei militanti jihadisti schierati nel conflitto, che non arrivano solo da Siria e Libia, ma anche da Cecenia, Russia, Ucraina e dai Paesi del Maghreb. Rispetto al terzo punto del dispositivo del testo presentato dal presidente Fassino, sempre in ossequio ad un principio di neutralità, propone di inserire un esplicito riferimento alla Federazione Russa, accanto alla Turchia, come destinatario del monito ad astenersi da ogni forma di interferenza. Infine, alla luce degli ultimi disordini verificatisi in Armenia a seguito dell'accordo sul cessate il fuoco, propone di introdurre un passaggio sugli effetti che la tregua sta producendo negli assetti interni dei due Paesi in conflitto, in particolare sull'Armenia dove il Presidente del Parlamento ha subito un'aggressione e dove edifici pubblici sono stati vandalizzati. È nostro dovere registrare le tensioni che l'accordo sta producendo e supportare il Governo nello scongiurare ripercussioni di altra natura.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), parzialmente dissentendo dalla collega Boldrini, ritiene più opportuno mantenere il focus della risoluzione sui profili internazionali della crisi, evitando ogni riferimento alle questioni di politica interna all'Armenia e all'Azerbaijan. Suggerisce, altresì, di espungere dalla prima premessa la definizione di Nagorno Karabakh come «regione appartenente all'attuale Repubblica dell'Azerbaijan»: la regione, infatti è da decenni contesa, e una siffatta formulazione rischia di far propendere eccessivamente l'Italia dalla parte delle rivendicazioni azere. Evidenzia, altresì, l'esigenza di inserire un passaggio sulla necessità che i negoziati siano condotti senza pre-condizioni.

  Emilio CARELLI (M5S), condividendo le osservazioni del Presidente Fassino sulla necessità che la Commissione esprima una posizione autonoma, scevra dai condizionamenti e dalle pressioni che ciascun commissario può aver ricevuto negli ultimi giorni, piuttosto che da portatori di interessi economici si dichiara sorpreso del fatto che la risoluzione Delmastro Delle Vedove 7-00556 non sia stata ritirata e ritiene che non si dovrebbe rinunciare all'obiettivo di un'unica risoluzione. Ribadisce l'auspicio che, attraverso un ulteriore sforzo redazionale anche nella sede di un gruppo di lavoro ristretto, si possa addivenire ad un testo condiviso, che recepisca Pag. 286talune proposte del collega Delmastro delle Vedove. Si associa, inoltre alle osservazioni della rappresentante del Governo, nonché a quella della collega Quartapelle Procopio circa la prima premessa. Infine, auspica che nel testo finale della risoluzione trovi spazio anche un riferimento all'obiettivo di tutelare il patrimonio storico, artistico e culturale dell'Armenia.

  Yana Chiara EHM (M5S), associandosi alle considerazioni dei colleghi di maggioranza, rileva che la situazione sul campo rimane assai complessa: secondo fonti autorevoli, circa 100 mila armeni sono stati costretti a lasciare le proprie case, senza ricevere alcuna indicazione sui tempi e le modalità di rientro. Associandosi alla richiesta di un supplemento di riflessione, si unisce all'auspicio di pervenire ad un testo unitario, che metta in luce il tema della tutela dei diritti umani.

  Piero FASSINO, presidente, ribadendo al collega Carelli di aver sempre perseguito l'obiettivo di un testo condiviso, ricorda di aver già recepito talune richieste del collega Delmastro delle Vedove e segnala che l'auspicio un voto unanime richiede la disponibilità ad accettare taluni compromessi sul testo, come è avvenuto sul piano metodologico quando la Commissione ha adottato atti di indirizzo unitari su altri temi, come sull'integrazione europea dei Balcani occidentali o sulla situazione in Bielorussia.

  Vito COMENCINI (LEGA) sottolinea che la mediazione russa per il cessate il fuoco non può in nessun caso essere assimilata alle interferenze messe in atto dalla Turchia e che tale concetto deve essere comunque presente nel testo. Si associa, inoltre alla collega Quartapelle Procopio circa l'opportunità di espungere il riferimento al Nagorno Karabakh come «regione appartenente all'attuale Repubblica dell'Azerbaijan», che rischia di sbilanciare troppo il testo a favore delle rivendicazioni azere.

  Paolo FORMENTINI (LEGA) ribadisce che per il proprio Gruppo è dirimente l'eliminazione del passaggio indicato dalla collega Quartapelle Procopio e appena richiamato dal collega Comencini, dal momento che il Nagorno Karabakh è stato assegnato all'Azerbaijan per una scelta dispotica di Stalin e, subito dopo la dissoluzione dell'URSS, ha rivendicato la propria autonomia. Esprime, inoltre, disappunto, per l'eliminazione, nell'ultimo testo della risoluzione, di ogni riferimento al principio di autodeterminazione dei popoli, essenziale nella valutazione degli sviluppi storici che hanno interessato il Nagorno Karabakh. Sottolineando l'opportunità di eliminare i riferimenti alle risoluzioni dell'ONU – che non sono mai state oggetto dei negoziati tra le Parti – e di tralasciare le dispute sulle differenza tra Gruppo di Minsk e co-presidenti del medesimo Gruppo, si associa alla richiesta di rinviare il voto per addivenire a un testo unitario, che, come proposto dalla collega Quartapelle Procopio, non dovrebbe contenere riferimenti alle questioni interne dei due contendenti, al fine di mantenere il livello massimo di oggettività e imparzialità. È essenziale d'altra parte che la Commissione pervenga presto ad una deliberazione considerata l'estrema fragilità e volatilità della situazione e l'urgenza di uno sforzo internazionale per la pace e la distensione. È quindi essenziale che dall'Italia giunga un segnale positivo a favore degli accordi per il cessate il fuoco raggiunti il 9 novembre scorso, anche a sostegno del governo armeno che è attualmente sottoposto ad enorme pressione. Acconsente comunque ad un rinvio della deliberazione per potere pervenire con serenità e spirito di collaborazione tra i Gruppi ad un testo condiviso.

  Piero FASSINO, presidente, prende atto dell'orientamento maggioritario a favore del rinvio del voto e dell'esigenza di un'ulteriore fase di ponderazione del testo.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), apprezzando l'approccio dialogante e la disponibilità del presidente Fassino a rinviare l'esame, in vista della elaborazione di un testo condiviso, segnala l'opportunità di inserire nelle premesse specifici riferimenti Pag. 287 al principio di autodeterminazione dei popoli, al divieto di uso della forza e alla decisione iniziale del Presidente azero di interrompere i negoziati e riprendere le ostilità, che rappresenta un dato di fatto. Quanto agli impegni, auspica un riferimento all'integrità territoriale dell'Armenia e alla tutela dei monasteri armeni in territorio azero, per evitare che si riproduca una situazione analoga a quella che si sta verificando in Kosovo con i monasteri serbi-ortodossi.
  Replicando alla collega Boldrini, ribadisce che per Fratelli d'Italia è dirimente la condanna delle interferenze turche.

  Laura BOLDRINI (PD) precisa di non aver chiesto di espungere questo elemento, ma di aggiungere, per analogia, la condanna delle intromissioni russe.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, rinnovando l'auspicio del Governo per un voto unanime su un testo condiviso, annuncia che il MAECI ha già stanziato 500 mila euro a beneficio del Comitato Internazionale della Croce Rossa per interventi di sostegno immediato alla popolazione civile, duramente provata dalla ripresa delle ostilità. Quanto alla risoluzione Delmastro delle Vedove n. 7-00556, precisa che, secondo quanto emerso nella precedente seduta, il presentatore dell'atto aveva esplicitamente manifestato l'assenso al ritiro, poi evidentemente riconsiderato.

  Piero FASSINO, presidente, assume l'impegno a presentare una nuova proposta di risoluzione, che sarà sottoposta ai gruppi in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di conseguire preventivamente un consenso quanto più ampio possibile. Rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

7-00256 Siragusa: Sull'apertura di un consolato alle Isole Canarie.
7-00336 Billi: Sull'apertura di un consolato alle Isole Canarie.
7-00349 Migliore: Sull'apertura di un consolato alle Isole Canarie.
(Discussione congiunta e conclusione – Approvazione delle risoluzioni nn. 7-00256, 8-00086, 8-00087 e 7-00579).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

  Piero FASSINO, presidente, avverte che è stata presentata la risoluzione n. 7-00579 a firma Schirò, che, vertendo su identica materia, sarà abbinata alle risoluzioni in titolo.

  La Commissione conviene.

  Elisa SIRAGUSA (M5S) illustra la risoluzione a sua firma, precisando che essa nasce a seguito di una missione effettuata nel giugno 2019, da cui è emersa la necessità dell'apertura di un ulteriore ufficio consolare di ruolo di carriera, da integrare con l'esperienza della figura onoraria, presso le isole Canarie. Tale esigenza è correlata all'impressionante aumento del numero dei nostri connazionali residenti nelle Canarie: secondo i dati dell'AIRE, i nostri connazionali ivi residenti ammontano a circa 32 mila. Segnala, peraltro, che l'esame della risoluzione in titolo appare un po' tardivo, alla luce del fatto che il Ministero degli Affari esteri ha già avviato le procedure di apertura di uno sportello consolare e, in un secondo tempo, di un ufficio di carriera. Preannuncia, infatti, che i tempi e le modalità di questa procedura sono oggetto di un suo atto di sindacato ispettivo. Auspica, quindi, che l'approvazione della risoluzione in titolo possa contribuire ad accelerare il processo già in atto.

  Simone BILLI (LEGA), ringraziando il presidente per la calendarizzazione dell'atto Pag. 288 a sua firma e i colleghi di maggioranza per aver presentato risoluzioni di contenuto analogo, illustra la risoluzione a sua firma, evidenziando che negli ultimi anni totale degli italiani iscritti all'AIRE nelle Isole Canarie è aumentato del 270 per cento in dieci anni, passando dai 10.379 del giugno 2009 ai 27.098 del giugno 2019, considerando anche i turisti di passaggio, suddivisi tra crociere organizzate e turisti individuali, il numero di connazionali che transitano nella Canarie sono circa 200 mila all'anno solo a Tenerife. A fronte di questi numeri in continua crescita, attualmente nelle Canarie operano solo due consoli onorari, la cui funzione presenta forti limiti legali rispetto a quella di un console di carriera: a titolo di esempio, il console onorario non può rilasciare carte di identità, passaporti, documenti sostitutivi di emergenza, procure, documenti di viaggio, dichiarazioni di valore ai fini di studio. Rimarcando che il precedente Esecutivo si stava già adoperando per aprire un consolato di carriera nell'arcipelago delle Isole Canarie, auspica che il MAECI acceleri le procedure in corso.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE precisa che entro la fine del mese di novembre dovrebbe essere aperto lo sportello consolare oggetto dei quattro atti di indirizzo.
  Esprime, quindi, parere favorevole sulla risoluzione Siragusa n. 7-00256 e parere favorevole sulla risoluzione Billi n. 7-00336 a condizione che sia riformulata nel senso di sostituire, con riferimento all'ultimo punto della premessa, la parola «consolato» con la seguente: «ufficio consolare» e, con riferimento al dispositivo, di sopprimere le parole: «oppure a Gran Canaria» e di sostituire le parole: «il consolato generale di» con le seguenti: «la Cancelleria Consolare presso l'Ambasciata».
  Esprime parere favorevole sulla risoluzione Migliore n. 7-00349 a condizione che sia riformulata nel senso di sostituire, al quarto punto della premessa, la cifra «46.000» con la seguente: «30.000» e, con riferimento all'ultimo punto della premessa, di sopprimere le parole: «nel progetto pilota del Ministero dell'interno» e di sostituire la parola: «consolati» con le seguenti «Uffici consolari»; analogamente, con riferimento al dispositivo, oltre a sostituire la parola: «consolati» con la seguente «Uffici consolari», di sostituire le parole: «il consolato Generale italiano di Madrid» con le seguenti: «la Cancelleria consolare presso l'Ambasciata di Madrid».
  Esprime, infine, parere favorevole sulla risoluzione Schirò n. 7-00579 precisando che il Consolato onorario operativo a Tenerife è sito nel capoluogo dell'isola, Santa Cruz de Tenerife, e non ad Arona.

  Simone BILLI (LEGA) accetta la proposta di riformulazione del Governo.

  Piero FASSINO, presidente, sottoscrive la risoluzione Migliore n. 7-00349 e ne accetta la proposta di riformulazione. Propone, quindi, di valutare l'opportunità di convergere su un testo condiviso, visto l'unità di intenti che caratterizza tutti gli atti in titolo.

  Simone BILLI (LEGA) si esprime a favore di un voto immediato dei quattro atti di indirizzo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) esprime riserve sulla richiesta del collega Billi, dato che la convergenza unanime su un testo unico ne rafforzerebbe l'efficacia.

  Simone BILLI (LEGA) ribadisce la richiesta di un voto immediato, senza ulteriori indugi.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva all'unanimità le risoluzioni n. 7-00256 Siragusa, n. 7-00336 Billi come riformulata, che assume il n. 8-00086 (vedi allegato 2), n. 7-00349 Migliore, come riformulata, che assume il numero n. 8-00087 (vedi allegato 3), e n. 7-00579 Schirò.

  La seduta termina alle 13.25.