CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 ottobre 2020
447.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 6 ottobre 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.55 alle 15.

SEDE REFERENTE

  Martedì 6 ottobre 2020. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Simona Flavia Malpezzi e il sottosegretario di Stato per la giustizia Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 15.

Sull'ordine dei lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che, come convenuto nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, si procederà a un'inversione nell'ordine dei lavori della seduta odierna, nel senso di svolgere prima l'esame del provvedimento dopo l'esame della proposta di legge costituzionale C. 1511-C. 1647-C. 1826-C. 1873-B, recante Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica, per passare poi all'esame delle proposte di legge C. 702 Fiano, C. 1461 Macina e C. 1843 Boccia, recanti disposizioni in materia di conflitti di interessi e, quindi, all'esame della proposta di legge costituzionale C. 2238 Fornaro, recante Modifiche agli articoli 57 e 83 della Pag. 25Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica.

Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica.
C. 1511-1647-1826-1873-B cost., approvata, in prima deliberazione, in un testo unificato, dalla Camera e dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 settembre scorso.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, dopo aver ricordato che nella precedente seduta di esame i relatori hanno illustrato il contenuto della proposta di legge, fa presente che essa, avendo natura di legge di revisione costituzionale, ai sensi dell'articolo 138, primo comma, della Costituzione, deve essere adottata da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
  In tale contesto il provvedimento, che è stato approvato, in prima deliberazione, dalla Camera il 31 luglio 2019 e dal Senato della Repubblica il 9 settembre 2020 in identico testo, sarà ora esaminato dalla Commissione ai sensi dell'articolo 99, comma 1, del Regolamento, il quale prevede che, ai fini della seconda deliberazione, i progetti di legge costituzionale sono riesaminati in Commissione senza procedere all'esame di emendamenti.
  Segnala inoltre che la Conferenza dei Presidenti di gruppo ha previsto l'avvio della discussione in Assemblea sul provvedimento per la seduta di martedì 13 ottobre prossimo.
  Avverte quindi, che, come convenuto nell'odierna riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, nella seduta odierna si procederà alla votazione sulla proposta di conferire il mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento.

  Stefano CECCANTI (PD), relatore, considerato il consenso sostanzialmente registrato tra i gruppi in sede di prima deliberazione della proposta di legge – fatta eccezione per taluni obiezioni sollevate da singoli parlamentari – ritiene sia opportuno concludere positivamente l’iter di esame, approvando una riforma costituzionale che ritiene importante.
  Nel merito considera giusto rimuovere certi elementi di diversità tra Camera e Senato, laddove essi siano irragionevoli, come nel caso di specie, ricordando che anche in passato, in presenza di tale irragionevolezza, si è intervenuti a rendere omogenee le due Camere, ad esempio, per quanto riguarda la durata della legislatura o il contenuto di talune norme regolamentari riguardanti il voto di astensione. Ritiene infatti che l'esclusione dal voto di ben sette classi di età sia un caso unico nel panorama dei Paesi democratici, essendo in gioco il rispetto di un principio fondamentale legato al suffragio universale. Fa notare che, su tale aspetto, una diversità di impostazione poteva avere una sua ragione in altre epoche – ovvero quando il limite di età era più elevato e minori le classi di età escluse, considerata peraltro la maggiore omogeneità nell'espressione del voto tra padri e figli nel contesto familiare – ma non nel periodo storico attuale, tenuto conto che si rischierebbe di escludere dalla partecipazione al voto, senza alcuna valida ragione, un gran numero di giovani dalla diversa impostazione mentale.

  Francesco Paolo SISTO (FI) prende atto del fatto che il relatore Ceccanti, modificando talune posizioni espresse nel passato, convenga sulla necessità di mantenere elementi di differenziazione tra le due Camere. Rileva come, qualora non venissero mantenute specifiche peculiarità di ciascuna Camera, il bicameralismo diverrebbe privo di senso. Osserva, tuttavia, come le valutazioni Pag. 26circa la ragionevolezza di determinate previsioni non possano essere univoche, rilevando, al riguardo, come la documentazione predisposta dagli uffici sul provvedimento, per il cui lavoro esprime il proprio apprezzamento, evidenzi che gli elettori della Camera sono circa 46 milioni e quelli del Senato circa 42 milioni e ritenendo che tale assetto sia equilibrato, anche in considerazione del fatto che si elegge un numero di senatori pari alla metà dei deputati. Non comprende, pertanto, per quale motivo si voglia intervenire su questo equilibrio uniformando l'elettorato attivo per le due Camere. Ritiene che la previsione di corpi elettorali diversi risponda a una logica ben precisa, nell'ottica del bicameralismo differenziato, e che la valorizzazione delle differenze costituisca una caratteristica della democrazia. Giudica non pertinente il richiamo alla diversa durata del mandato delle due Camere, originariamente prevista dalla Costituzione, in quanto la decisione di uniformare la predetta durata rispondeva allo scopo di favorire il raggiungimento di equilibri politici stabili.
  Ritiene che il provvedimento in esame vada letto in modo sistematico, prendendo in considerazione anche la proposta di legge costituzionale C. 2238 Fornaro, anch'essa destinata, a suo avviso, a generare confusione e anch'essa parte di un disegno che si traduce in un vero e proprio attacco alla Costituzione. Denuncia infatti come sia in atto il tentativo di «decostituzionalizzare» il bicameralismo differenziato, che si accompagna alla previsione di un meccanismo di elezione dei senatori rimesso all'arbitrio del legislatore. Ritiene che tale disegno celi la volontà del Partito democratico di rendere la Camera e il Senato identici, recuperando così lo spirito della proposta di revisione costituzionale del Governo Renzi, respinta dal corpo elettorale, volta a introdurre un monocameralismo di fatto. Si stupisce del fatto che il Movimento 5 Stelle si presti al tentativo di riproporre i contenuti di una proposta di revisione costituzionale bocciata dagli italiani e ritiene che tale atteggiamento risponda a logiche politiche interne alla maggioranza.
  Stigmatizza, inoltre, il fatto che si spacci come una proposta rispondente a una sorta di diritto naturale quella che è in realtà la volontà di gabbare il voto popolare per motivi politici contingenti, nell'ambito di un disegno complessivo nel quale si iscrivono anche la proposta C. 2238 Fornaro e la proposta di introduzione di un confuso sistema elettorale proporzionale. Ritiene dunque che la ratio della proposta in esame sia quella di aprire il Senato a un elettorato ritenuto più vicino alla parte politica che la propone, alterando gli originari equilibri costituzionali che prevedevano una sorta di «Camera dei saggi», che svolgesse anche funzioni di controllo nei confronti della Camera dei deputati, il che giustificava la previsione di un minor numero di componenti.
  Stigmatizza con forza, a nome del gruppo di Forza Italia, un provvedimento che, a suo avviso, persegue quale unico obiettivo un livellamento delle previsioni costituzionali che elimini ogni differenza e ritiene inaccettabile che tale provvedimento venga esaminato e discusso in modo frettoloso.

  Marco DI MAIO (IV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di conferire il mandato ai relatori a riferire positivamente sul provvedimento in esame, ritenendo che sia giusto dare seguito a tale riforma, essendo giunti ad una fase conclusiva che non ammette più modifiche.
  Ricorda che il suo gruppo, nel corso dell’iter di esame al Senato ha lamentato il fatto che dal testo è stato espunta la parte che equiparava Camera e Senato anche sotto il profilo dell'elettorato passivo, ritenendo che tale fattore di omogeneità fosse invece importante ai fini di una maggiore rappresentatività dei cittadini.
  Nel giudicare con favore la scelta di estendere ai diciottenni la possibilità di votare per l'elezione del Senato della Repubblica, e nel ribadire la necessità di intervenire anche sotto il profilo dell'elettorato passivo, ritiene giusto operare una differenziazione di Camera e Senato, ma solo per quanto riguarda le loro funzioni, non certo in relazione alla loro rappresentatività. In tal senso, reputa opportuno riprendere il lavoro di riforma costituzionale, già avviato nella precedente Legislatura, che era appunto rivolto al superamento del bicameralismo Pag. 27perfetto e che proponeva anche una diversa ripartizione delle competenze tra Regioni e Stato centrale. Al riguardo, ricollegandosi ad alcune considerazioni svolte nel dibattito, ricorda che il gruppo di Forza Italia – il deputato Sisto, in particolare nella sua qualità di Presidente pro tempore della Commissione – collaborarono inizialmente, nella scorsa Legislatura, all'elaborazione di quella riforma, pur distanziandosene successivamente per successive mutazioni dell'orientamento politico legate all'elezione del Presidente della Repubblica.

  Riccardo MAGI (MISTO-CD-RI-+E) esprime apprezzamento per l'attenzione, manifestata dal relatore Ceccanti, all'esigenza di assicurare il pieno godimento dei diritti politici da parte dei cittadini di tutte le età, ritenendo tuttavia non ragionevole prevedere che l'elettorato attivo del Senato coincida con quello della Camera, atteso il fatto che il Senato medesimo è composto della metà dei componenti della Camera e che l'elettorato passivo è comunque differenziato.
  Osserva come sia stata preannunciata, da parte del Partito democratico, una proposta di legge costituzionale volta a rivedere il bicameralismo nel suo complesso e ritiene che tale proposta possa costituire un buon punto di partenza per una riforma costituzionale effettiva, anziché false rivoluzioni epocali. Ritiene, pertanto, opportuno che il confronto si sviluppi a partire da tale proposta complessiva, nell'ambito della quale potrà essere affrontato anche il tema oggetto della proposta di legge costituzionale in esame.

  Alessandro COLUCCI (M-NI-USEI-C !-AC), condividendo le considerazioni svolte dal deputato Sisto, fa notare che la maggioranza continua ad apportare, in modo farraginoso e disorganico, correttivi alla riforma costituzionale relativa alla riduzione numero dei parlamentari, che appare inadeguata e dannosa.
  Giudica dunque opportuno avviare un lavoro più organico e razionale di riforme che, recuperando lo spirito dei padri costituenti, persegua realmente la finalità di ammodernare il sistema legislativo delineato dalla Costituzione in modo più corretto ed efficace.

  Federico FORNARO (LEU) dichiara con convinzione il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di legge in esame, ritenendo che l'equiparazione dell'elettorato attivo delle due Camere costituisca una scelta di modernizzazione non più rinviabile.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) sottolinea con forza la necessità di avviare una seria riflessione sulle riforme costituzionali, proponendo una visione d'insieme organica e ampia, recuperando le riflessioni importanti svolte – anche sui temi dell'elettorato attivo e passivo – in sede di lavori preparatori dai padri costituenti.
  Ritiene, invece, che ora si stia svolgendo una discussione frettolosa e settoriale, che non tiene conto di alcuna valutazione al riguardo e che rischia di condurre ad una modifica della Costituzione superficiale e avulsa dal contesto sociale.

  Vittoria BALDINO (M5S) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di legge in esame, sottolineando come il contenuto del provvedimento sia pienamente coerente con le posizioni sostenute dal Movimento 5 Stelle in materia di riforme costituzionali e come la sua approvazione contribuirà al rafforzamento del ruolo del Parlamento. Evidenzia, infatti, come il Movimento 5 Stelle sostenga la necessità di accompagnare la riduzione del numero dei parlamentari con strumenti volti a favorire la partecipazione alla vita pubblica, e cita al riguardo anche l'opportunità di introdurre il voto di preferenza in sede di revisione della legge elettorale.

  Francesco Paolo SISTO (FI), ricollegandosi ad alcune considerazioni svolte dal deputato Marco Di Maio, fa notare che il fatto stesso di rievocare una riforma costituzionale promossa nella passata Legislatura e bocciata sonoramente dai cittadini, al fine di giustificare l'adesione all'intervento in oggetto, dimostra la povertà Pag. 28di contenuto del provvedimento in esame e il tentativo di risuscitare quel progetto politico rivelatosi assolutamente perdente; ricorda, peraltro, che nella scorsa Legislatura il gruppo di Forza Italia votò con convinzione contro la riforma costituzione promossa dal Governo Renzi, in quanto ne venne mutata sostanzialmente l'impostazione iniziale.
  Riferendosi agli interventi di riforma elaborati nella corrente Legislatura, ritiene si sia di fronte a un tentativo forzato, da parte della maggioranza, di mettere insieme i diversi pezzi di un mosaico, per mere convenienze politiche, con il rischio di attentare all'integrità della Costituzione.
  Rivolgendosi poi alla deputata Baldino, fa notare che le sue affermazioni di apertura rispetto all'introduzione del sistema delle preferenze nell'ambito della legge elettorale dimostrano che vi è una grande contraddizione in seno alla maggioranza anche su temi rilevanti.
  Preannuncia, quindi, il voto di astensione del suo gruppo, valutando negativamente il disegno complessivo di riforma elaborato dalla maggioranza, che appare volto ad intaccare i principi fondamentali della Costituzione, riservandosi comunque di valutare in concreto se vi sarà un effettivo apertura della maggioranza – ad esempio sul tema della legge elettorale e delle preferenze – in direzione di una linea maggiormente rispettosa dei principi costituzionali, eventualità su cui nutre molti dubbi, considerate le diversità di vedute del Partito democratico su certi argomenti.

  La Commissione delibera di conferire il mandato ai relatori, Ceccanti e Corneli, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16.10.

Disposizioni in materia di conflitti di interessi.
C. 702 Fiano, C. 1461 Macina e C. 1843 Boccia.
(Seguito esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 luglio 2020.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, ricorda che, in qualità di relatore, nella seduta del 16 luglio scorso ha formulato una proposta di testo unificato, provvedendo quindi a riformulare tale proposta nella seduta del 30 settembre scorso; avverte quindi che, come stabilito in seno all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, nella seduta odierna si procederà alla votazione sulla proposta di adozione come testo base della proposta di testo unificato, come da lui riformulata nella precedente seduta di esame.

  Igor Giancarlo IEZZI (LEGA) ritiene che la proposta di testo unificato possa essere considerata frutto di una vera e propria follia, in quanto, anziché regolare il conflitto di interessi, introduce di fatto il divieto assoluto di fare politica nei confronti di chiunque abbia svolto qualunque attività o abbia maturato un'esperienza professionale.
  Ritiene che tale provvedimento non sarà mai approvato, giudicando incomprensibile che esso sia sostenuto dal Partito democratico, una forza politica che ha alle spalle una storia e una cultura politica, se non nell'ottica di uno scambio politico tra le forze di governo, quale contropartita per l'approvazione, da parte del Movimento 5 Stelle, delle modifiche ai «decreti sicurezza». Reputa, in particolare, improponibile il contenuto dell'articolo 14, che, nel disciplinare l'ineleggibilità dei membri del Parlamento, sembra delineare quale unico profilo eleggibile quello del deputato del Movimento 5 Stelle, escludendo tutti coloro che abbiano ricoperto incarichi di responsabilità o svolto attività professionali. Pag. 29
  Osserva quindi come, qualora il testo proposto venisse approvato, il Parlamento sarebbe composto da persone senza alcuna esperienza o da professionisti della politica. Segnala, inoltre, come talune previsioni, quale ad esempio quella relativa all'ineleggibilità dei direttori e dei vicedirettori di testate giornalistiche, siano palesemente incostituzionali, e ribadisce con forza la netta contrarietà del proprio gruppo alla proposta in esame.

  Francesco Paolo SISTO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede che sia consentito di intervenire per dichiarazione di voto a tutti i deputati che ne facciano richiesta

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, assicura che sarà consentito a tutti i deputati che ne facciano richiesta di intervenire per dichiarazione voto, per un tempo massimo di dieci minuti per ciascun intervento.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) ritiene che la proposta di testo unificato in esame, come riformulata, rechi norme irragionevoli e inique, che dovrebbero essere modificate sostanzialmente. Si riferisce anzitutto all'articolo 3, recante la definizione di conflitto di interessi, che giudica eccessivamente ampia e vaga, senza tener conto, a suo avviso, dell'ampia e consolidata giurisprudenza sviluppatasi in tema di libera concorrenza e che si presta a enormi difficoltà applicative, soprattutto rispetto a certe discipline vigenti nei territori regionali. Esprime poi forti perplessità sull'articolo 4, in tema di autorità di vigilanza, nonché sull'articolo 5, in tema di incompatibilità generali, che ritiene rechi norme assurde e contraddittorie, soprattutto nella parte in cui prevedono l'incompatibilità di attività professionale o di lavoro autonomo, di qualsiasi natura, in forma associata o societaria, di consulenza o arbitrale, svolte in favore di soggetti pubblici, non comprendendo, peraltro, la ragione per cui la norma fa salva comunque la possibilità per i titolari di carica di percepire compensi e indennità per attività prestate in precedenza.
  Esprime forti perplessità anche sull'articolo 6, in tema di incompatibilità derivanti da attività patrimoniali, giudicando paradossale la precisazione, contenuta nella disposizione, che esclude i soggetti conviventi a titolo di lavoro domestico dal novero dei soggetti considerati ai fini dell'applicazione delle incompatibilità derivanti da attività patrimoniali, esprimendo poi la sua contrarietà sulla disciplina relativa al mandato fiduciario che, a suo avviso, può dar luogo ad un vero e proprio esproprio nei confronti del titolare della carica.
  Auspica, in conclusione, che il testo in esame sia stravolto in sede di esame degli emendamenti, facendo notare che, altrimenti, esso rischierà di essere demolito dalla stessa Corte costituzionale.

  Emanuele PRISCO (FDI) dichiara con convinzione il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di testo unificato, che reca, a suo avviso, norme liberticide. Non nega la necessità di disciplinare il tema dei conflitti di interesse, ma ritiene che la soluzione non possa essere costituita dalla preclusione della partecipazione alla vita politica democratica nei confronti di chiunque abbia maturato una qualsivoglia esperienza professionale.
  Si augura dunque che il testo in esame non esprima la reale volontà politica della maggioranza ma costituisca solo una provocazione e che sia stato redatto al solo fine di rispondere a esigenze politiche contingenti. Richiama, in particolare, l'attenzione sulle norme relative ai professionisti, le quali denotano un vero e proprio atteggiamento discriminatorio nei confronti di tale categoria, riscontrabile del resto anche in molti provvedimenti adottati dall'attuale maggioranza e sottolinea come debba essere riconosciuta a ciascuno la possibilità di portare il proprio contributo, anche di esperienza professionale, nella rappresentanza politica.

  Marco DI MAIO (IV) preannuncia che il suo gruppo non parteciperà alla votazione sull'adozione del testo base, sul presupposto che si possa migliorare in sede di esame degli emendamenti un provvedimento che attualmente giudica in modo Pag. 30negativo. Ritiene dunque importante che sul tema in discussione si svolga un dibattito scevro da condizionamenti ideologici, ponendo al centro della riflessione principi fondamentali della Costituzione, quali quelli di legalità, giusto processo, presunzione di non colpevolezza.
  Giudica sbagliato un intervento normativo che imponga ad un soggetto che intenda svolgere attività politica la rinuncia allo svolgimento della sua attività professionale, quasi a voler fondare una presunzione di conflitto di interessi nei suoi confronti, negando la sua libertà di giudizio e la sua autonomia personale, professionale ed economica. Ritiene che in tal modo si rischia di favorire l'affermazione di veri e propri professionisti della politica, negando la libertà di ciascun cittadino di dedicarsi al servizio del Paese.
  Giudica dunque opportuno rivalutare completamente l'impostazione del provvedimento, che ritiene eccessivamente punitiva e suscettibile di limitare l'accesso alle cariche pubbliche da parte dei cittadini.
  Fa notare, in conclusione, che la proposta di testo unificato in esame, così come riformulata, rischia di non raggiungere quello che è il condivisibile obiettivo perseguito dai suoi promotori.

  Stefano CECCANTI (PD) rileva l'eccessiva drammatizzazione, da parte delle opposizioni, del passaggio procedurale costituito dall'adozione del testo base, alla quale si è già assistito in occasione della discussione sulla legge elettorale. Rileva, infatti, come tale testo costituisca una bozza volta essenzialmente a delimitare il perimetro dell'intervento normativo. Ritiene che sia ineludibile affrontare il tema dei conflitti di interesse e osserva come il testo in esame si limiti ad individuare un punto di equilibrio provvisorio, sul quale vi sarà ampia possibilità di intervenire in sede di esame delle proposte emendative, le quali ben potranno indicare altri profili di intervento.
  Al riguardo, preannuncia in particolare l'intenzione del proprio gruppo di promuovere l'inserimento nel testo dei contenuti della proposta di legge C. 1843 Boccia in materia di limiti all'assunzione e al mantenimento di cariche politiche da parte degli editori operanti nel settore della comunicazione elettronica e dei gestori di piattaforme. Auspica, pertanto, che nel prosieguo dell'esame si possa individuare un punto di equilibrio ampiamente condiviso

  Alessandro COLUCCI (M-NI-USEI-C !-AC) si dichiara incredulo di fronte al contenuto della proposta di testo unificato in esame, manifestando con forza la sua contrarietà a norme che definisce ideologiche, inaccettabili e antidemocratiche. Considera infatti paradossale sanzionare con misure punitive il patrimonio di esperienza maturata da un cittadino al di fuori del Parlamento, ignorando che tale bagaglio di conoscenze ha sempre rappresentato un valore aggiunto nello svolgimento dell'attività politica. Reputa che in tal modo si rischi di creare dei veri professionisti della politica, non considerando che l'impegno di dedicarsi alla politica potrebbe essere anche temporaneo e richiedere la possibilità di tornare al proprio lavoro. Ritenendo che norme del genere possano allontanare ulteriormente i cittadini della politica, esprime fortissime perplessità sugli articoli 5, 6 e 14, giudicando in particolare aberrante il ruolo dell'autorità di vigilanza nei confronti dei titolari delle cariche.
  Ricollegandosi ad alcune osservazioni svolte dal deputato Ceccanti, fa notare che, pur trattandosi solo dell'adozione del testo base, è poco probabile che una parte della maggioranza, la quale appare fortemente convinta di certi principi, sia disponibile a mutare una simile impostazione, con il rischio reale di introdurre nell'ordinamento norme che non possono che suscitare grande preoccupazione.
  Preannuncia, infine, il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di adottare come testo base il testo unificato in esame, come riformulato, auspicando, infine, caso un dibattito serio e ponderato che possa portare ad una radicale modifica di tale provvedimento.

  Francesco Paolo SISTO (FI) esprime il proprio stupore per il fatto che vi siano forze politiche della maggioranza le quali, da un Pag. 31lato, dichiarano di non condividere il testo proposto ma, dall'altro, annunciano il voto favorevole su di esso. Ritiene che tale atteggiamento non sia serio, in quanto il testo base è il testo condiviso dalla maggioranza e adottare il testo base significa approvare l'impostazione politica ad esso sottesa. Ritiene quindi che la decisione, assunta dal Partito democratico e da Italia viva, di votare un testo che non si condivide risponda essenzialmente all'esigenza di non scontentare l'alleato di Governo.
  Quanto al contenuto del provvedimento, esprime con forza la propria preoccupazione per talune previsioni di natura orwelliana, nelle quali si evoca addirittura un'autorità alla quale spetterebbero poteri di controllo nei confronti dei parlamentari, fra cui quello di imporre loro l'obbligo di astenersi dall'esercizio delle funzioni. Ritiene si tratti di previsioni gravissime e liberticide, che violano palesemente la libertà del mandato parlamentare garantita dall'articolo 67 della Costituzione.
  Ritiene che il tema del conflitto di interessi debba essere affrontato partendo dalla concretezza degli interessi coinvolti, non stabilendo preventivamente incompatibilità che penalizzano le competenze e le professionalità, e giudica ultroneo il richiamo ai principi generali di cui all'articolo 1 del testo.
  Esprime altresì con forza la propria indignazione a fronte di quanto previsto dall'articolo 4, che prevede l'istituzione dell'autorità di vigilanza. Richiama, inoltre, l'attenzione sulla previsione di cui all'articolo 5, comma 1, lettera d), volta a prevedere l'incompatibilità del mandato parlamentare con qualsiasi impiego pubblico e privato, che viola il diritto costituzionale a mantenere il proprio lavoro durante il mandato parlamentare.
  Giudica inoltre prive di qualsiasi senso le incompatibilità derivanti da attività patrimoniali previste dall'articolo 6 e sottolinea come le previsioni di cui all'articolo 8, in materia di obbligo di astensione, contrastino con la recente riforma, approvata dalla stessa maggioranza, dell'articolo 323 del codice penale.
  Giudica poi inaccettabile il procedimento sanzionatorio, con la previsione indiscriminata della sanzione della nullità.
  Considera altresì raccapricciante l'articolo 14, in materia di ineleggibilità dei membri del Parlamento, in quanto esso costituisce una vera e propria lista di proscrizione volta ad eliminare determinate categorie dall'accesso alla rappresentanza politica. In particolare, ritiene del tutto incomprensibile, e in palese contrasto con l'articolo 21 della Costituzione, la previsione dell'ineleggibilità dei direttori e dei vicedirettori di testate giornalistiche.
  Ritiene conclusivamente che il testo sia volto ad operare una vera e propria «purificazione etnica» della politica, eliminando intere categorie dalla possibilità di accedere all'attività politica, e chiede che la votazione sulla proposta di adozione del testo base avvenga per appello nominale, in modo che si possa prendere esplicitamente contezza dei deputati che esprimeranno un voto favorevole, che in futuro non potrà non essere loro addebitato.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, con riferimento alla richiesta avanzata dal deputato Sisto, ricorda che in sede referente non è possibile procedere a votazioni nominali.

  Vittoria BALDINO (M5S) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di adottare come testo base il testo unificato in esame, come riformulato, ritenendo che alcune delle considerazioni svolte nel dibattito odierno da alcuni esponenti del centrodestra siano prive di fondamento e mistificatorie.
  Non comprende infatti le critiche rivolte al testo unificato in esame, ritenendo che certi rilievi rischino di rafforzare un'idea della politica appannaggio di pochi eletti. Fa notare infatti che, tra i deputati dell'opposizione intervenuti in precedenza, nessuno ha menzionato il fondamentale obiettivo dell'interesse pubblico che tali norme dovrebbero perseguire prioritariamente, segnalando come Paesi quali la Francia e la Germania, sul tema del conflitto d'interessi, prevedono, addirittura Pag. 32nelle proprie Costituzioni, discipline anche più severe, essendo necessario garantire che il servizio pubblico sia svolto neutralmente, esclusivamente a favore della collettività.
  Ritiene che la scelta di dedicarsi alla politica, che significa porsi al servizio dei cittadini, può anche condurre a delle rinunce professionali, quale può essere quella di un direttore di una testata giornalistica che, per rispetto alla sua stessa professione, sottraendosi a qualsiasi rischio di condizionamento dell'opinione pubblica, decida di lasciare il suo ruolo direttivo per svolgere attività politica.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, esprime soddisfazione per il fatto che si sia finalmente affrontato nel merito il tema del conflitto di interessi. Sottolinea come il testo sia aperto a ogni possibile modifica, ivi comprese quelle prefigurate dal deputato Ceccanti volte a recepire nel testo stesso il contenuto della proposta di legge C. 1843 Boccia, e si dichiara convinto del fatto che esso sarà senz'altro migliorato, grazie alla competenza e al contributo dei commissari. Rileva, infine, come la Commissione si appresti a svolgere un lavoro delicato e importante, volto a rispondere alle aspettative dei cittadini e della società civile.

  La Commissione delibera di adottare come testo base la proposta di testo unificato, come riformulata nella precedente seduta di esame (vedi allegato).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, considera opportuno sospendere la seduta fino alla conclusione della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, nella quale sarà impegnato il relatore sulla proposta di legge costituzionale C. 2238 Fornaro, il cui esame è previsto al successivo punto dell'ordine del giorno.

  Francesco Paolo SISTO (FI) non ritiene produttivo prevedere un'ulteriore prosecuzione dei lavori odierni della Commissione, chiedendo formalmente di rinviare ad altra giornata l'esame della proposta di legge costituzionale C. 2238.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ritiene preferibile non rinunciare fin d'ora alla possibilità di utilizzare almeno parte del pomeriggio odierno per avviare l'esame degli emendamenti alla proposta di legge costituzionale C. 2238, la cui discussione in Assemblea è prevista a partire dal 23 ottobre prossimo.
  Sospende quindi la seduta fino alla conclusione della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

  La seduta, sospesa alle 17.15, è ripresa alle 18.

Sui lavori della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la seduta prevista per l'esame della proposta di legge costituzionale C. 2238 Fornaro, recante modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica, non avrà luogo e che l'esame del provvedimento riprenderà nella seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 18.05.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato svolto:

SEDE REFERENTE

Modifiche agli articoli 57 e 83 della Costituzione, in materia di base territoriale per l'elezione del Senato della Repubblica e di riduzione del numero dei delegati regionali per l'elezione del Presidente della Repubblica.
C. 2238 cost. Fornaro.

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