CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 30 luglio 2020
419.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

  Giovedì 30 luglio 2020. – Presidenza del presidente Mario PERANTONI – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Andrea Giorgis.

  La seduta comincia alle 14.15.

Variazioni nella composizione della Commissione.

  Mario PERANTONI, presidente, comunica che è entrata a far parte della Commissione l'onorevole Lucia Annibali.

Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
Testo unificato C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del testo unificato delle proposte di legge in oggetto, rinviato nella seduta del 28 luglio 2020.

  Mario PERANTONI, presidente comunica che: la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso parere favorevole con condizioni e osservazioni; la VII Commissione (Cultura) ha espresso parere favorevole con una osservazione; la XI Commissione (Lavoro) ha espresso parere favorevole con una osservazione; la XII Commissione (Affari sociali) ha espresso parere favorevole; la Commissione parlamentare per le questioni regionali ha espresso parere favorevole con una condizione; il Comitato per la legislazione ha formulato condizioni e osservazioni. Comunica altresì che la V Commissione (Bilancio) esprimerà il parere ai fini dell'esame in Assemblea.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), intervenendo per un richiamo al Regolamento, rileva che i pareri che sono stati resi dalle Commissioni in sede consultiva contengono condizioni e osservazioni e rammenta che anche il Comitato per la legislazione ha evidenziato una serie di considerazioni in ordine alla formulazione del testo del provvedimento in esame. In particolare, sottolinea che tutte le perplessità che sono state avanzate dal suo gruppo nel Pag. 4corso dell'esame in sede referente sono poi emerse chiaramente anche dalla lettura del citato parere del Comitato per la legislazione. Rammenta poi che, ai sensi dell'articolo 75, comma 2, del Regolamento, il parere espresso dalla I Commissione soggiace ad una disciplina diversa rispetto a quella alla quale sono sottoposti i pareri delle altre Commissioni parlamentari. Ritiene pertanto inaccettabile il silenzio del relatore in merito ai pareri espressi. Richiamandosi quindi al comma 2 dell'articolo 75 del Regolamento che stabilisce che i pareri espressi dalla Commissione Affari costituzionali siano stampati e allegati alla relazione scritta per l'Assemblea, e che qualora la Commissione che procede in sede referente non abbia adeguato il testo del progetto di legge alle condizioni ivi formulate, deve indicarne le ragioni nella relazione per l'Assemblea, invita il relatore a pronunciarsi in merito.

  Roberto TURRI (LEGA), intervenendo per un richiamo al Regolamento, prende atto del parere espresso dalla I Commissione, che, come quello espresso dal Comitato per la legislazione, evidenzia le numerose criticità del testo. Nel dichiararsi sorpreso dal silenzio del relatore in merito ai citati pareri, sottolinea che avrebbe ritenuto più opportuno che fosse stata la Commissione a esaminare le condizioni contenute in tali pareri. Rammenta, inoltre, che il relatore ha già, in un'altra seduta, affermato di condividere alcuni dei rilievi contenuti nel parere del Comitato per la legislazione ma di non voler affrontarne il dibattito in sede referente. Sottolinea tuttavia, per quanto attiene al parere espresso dalla I Commissione, che il comma 2 dell'articolo 75 stabilisce che il relatore debba indicare le ragioni per le quali ritiene di non adeguarsi alle condizioni ivi espresse. Ritiene, inoltre, che la scelta del relatore di rinviare l'esame delle citate condizioni alla discussione in Assemblea discende esclusivamente dalla volontà della maggioranza di avviare la discussione generale sul provvedimento in Assemblea nella giornata di lunedì prossimo, al fine di poter poi contingentare il tempo di esame degli emendamenti nel mese di settembre.

  Alessandro ZAN, relatore, nel sottolineare di non volersi sottrarre ai chiarimenti, precisa di aver letto con molta attenzione i pareri espressi dalle varie Commissioni in sede consultiva nonché quello formulato dal Comitato per la legislazione. Ritiene che negli stessi siano indicati diversi temi da approfondire ed evidenzia che sarà possibile predisporre ai fini dell'esame in Assemblea alcune proposte emendative da parte della Commissione, volte proprio a recepire le condizioni contenute in tali pareri. Precisa tuttavia che per formulare al meglio tali proposte emendative sarà necessario svolgere un'approfondita valutazione dei rilievi avanzati e ritiene che tale attività potrà essere certamente svolta, con il contributo delle opposizioni, da parte del Comitato dei nove. Sottolinea, quindi, che il tempo riservato al Parlamento per la discussione è ancora ampio e ritiene pertanto valido l'approccio da lui utilizzato.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) chiede al presidente come intenda pronunciarsi in merito al suo richiamo al Regolamento.

  Mario PERANTONI, presidente, nel replicare alla collega Varchi, sottolinea che l'articolo 75, comma 2, del Regolamento prevede che il relatore debba indicare, nella relazione per l'Assemblea, le ragioni per le quali la Commissione non abbia adeguato il testo del provvedimento alle condizioni formulate nei pareri espressi dalla I Commissione. Precisa inoltre che una volta che il provvedimento sarà in Aula tutti i parlamentari avranno la facoltà di presentare proposte emendative in linea con i princìpi espressi nei pareri stessi.

  Roberto TURRI (LEGA) ritiene che il relatore, alla luce di quanto disposto dal comma 2 dell'articolo 75 del Regolamento, possa percorrere soltanto due strade: la prima è quella di adeguare, attraverso la presentazione di nuovi emendamenti, il Pag. 5testo del provvedimento alle condizioni contenute nel parere della I Commissione e dal Comitato per la legislazione; in alternativa, qualora non ne condivida il contenuto, ne deve motivare le ragioni. Osserva invece che il relatore, percorrendo una terza via, afferma di condividere le condizioni contenute nei pareri ritenendo tuttavia che sia più opportuno recepirle nel corso dell'esame in Assemblea.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) evidenzia preliminarmente che la possibilità di presentare proposte emendative in Assemblea è una normale prerogativa dei parlamentari e non certo una graziosa concessione del relatore. Richiamandosi nuovamente all'articolo 75 del Regolamento, sottolinea che lo stesso non si riferisce a tutti i pareri espressi in sede consultiva ma soltanto a quelli formulati dalla I Commissione, i quali pertanto soggiacciono ad una disciplina speciale. Rileva quindi che il parere che la I Commissione ha formulato sul provvedimento in discussione contiene condizioni alle quali la Commissione può o meno adeguare. Evidenzia poi che il relatore, qualora non intenda adeguarvisi, deve argomentare, non in maniera generica bensì dettagliatamente, le ragioni per le quali il parere sia stato disatteso o, viceversa, qualora convenga sulla validità delle condizioni in esso poste, deve presentare delle nuove proposte emendative al fine di recepire tali rilievi all'interno del testo del provvedimento. Sottolinea quindi che il citato articolo 75 non consente al relatore di rinviare ad una fase successiva la valutazione di quanto formulato all'interno del parere. Pur comprendendo quindi la necessità della maggioranza, reduce da una «notte di tormenti», di far approdare il provvedimento in Aula nella giornata di lunedì prossimo al fine di dare un segnale alla comunità LGBT, sottolinea come tuttavia non si possa prescindere dalle norme del Regolamento ed invita pertanto il presidente a fare in modo che il relatore adempia alle funzioni che il suo ruolo gli impone.

  Alessandro PAGANO (LEGA) si associa alla richiesta della collega Varchi.

  Enrico COSTA (FI) condivide l'invito della collega Varchi.

  Veronica GIANNONE (M-NI-USEI-C !-AC) si associa alla richiesta della collega Varchi.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), nel condividere le osservazioni della collega Varchi, ritiene che il relatore dovrebbe chiarire, prima che il provvedimento sia esaminato dall'Assemblea, come intenda adeguarsi alle indicazioni contenute nei pareri formulati dalla I Commissione e dal Comitato per la legislazione, fugando tutti i dubbi in ordine a questioni che altrimenti, se non risolte, ricadranno sui tribunali proprio perché attinenti a definizioni non chiare.

  Alfredo BAZOLI (PD) osserva come in Commissione si stia svolgendo, con riferimento al parere formulato dalla I Commissione, un dibattito già avvenuto la scorsa settimana in occasione della trasmissione del parere del Comitato per la legislazione sul provvedimento, al cui interno sono contenute delle condizioni alle quali il relatore ha ritenuto di non doversi conformare, pur riservandosi la possibilità di valutarle per l'esame in Assemblea. Ritiene pertanto che la discussione sul richiamo al Regolamento possa ritenersi conclusa e invita la Commissione ad andare avanti nei lavori al fine di conferire il mandato al relatore a riferire in Assemblea sul provvedimento.

  Mario PERANTONI, presidente, pur ritenendo che l'argomento possa considerarsi esaurito, precisa che darà la parola ai colleghi Pagano, Turri e Varchi, che si sono iscritti a parlare soltanto per consentire loro di replicare all'intervento del collega Bazoli.

  Alessandro PAGANO (LEGA) evidenzia come il relatore abbia, nel corso del proprio intervento, ammesso che nel parere formulato dalla I Commissione sono presenti aspetti meritevoli di attenzione. Ritenendo che, in base al Regolamento, il Pag. 6provvedimento non possa essere ancora esaminato dall'Assemblea, invita il presidente a considerare le proprie responsabilità e quindi a intervenire affinché il relatore si attenga a quanto stabilito dal Regolamento.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), nel replicare al collega Bazoli, osserva che è prerogativa del presidente della Commissione, e non sua, quella di decidere l'andamento dei lavori della Commissione. Ribadisce quindi di aver sollevato una questione regolamentare in merito al parere espresso dalla I Commissione, che è stato formulato successivamente a quello del Comitato per la legislazione. Sottolinea come il suo richiamo al Regolamento sia preciso e come attenga esclusivamente al parere reso dalla I Commissione. Evidenzia infatti che sul provvedimento, oltre al parere del Comitato per la legislazione, è pervenuto anche il parere della I Commissione che ricorda soggiacere ad una disciplina diversa rispetto a quello dei pareri espressi dalle altre Commissioni. Ribadisce ancora una volta che il relatore non può sottrarsi ai compiti che gli vengono attribuiti dal Regolamento e ritiene che, qualora il presidente, che svolge la funzione di garante della corretta applicazione del Regolamento, non dovesse sospendere l'esame del provvedimento per chiarire la questione, consacrerà il principio in base al quale il relatore è legibus solutus e che quindi può non soggiacere al Regolamento della Camera. Evidenzia che in tal caso il suo gruppo parlamentare sarà costretto a ricorrere al Presidente della Camera affinché chiarisca la questione. Stigmatizza inoltre il fatto di non avere ancora sentito un solo intervento da parte del relatore o dei colleghi della maggioranza sul merito del contenuto dei pareri.

  Roberto TURRI (LEGA) ribadisce che il relatore deve motivare le ragioni per le quali non intende adeguarsi al parere espresso nella giornata di ieri dalla I Commissione e sottolinea che tali motivazioni devono essere legate al merito del contenuto del parere e non dettate dalla necessità di avviare l'esame in Assemblea la prossima settimana. Manifesta la contrarietà del suo gruppo a che l'esame del provvedimento sia avviato in Assemblea prima che la Commissione termini di valutare tutti i profili che lo riguardano. Sottolinea inoltre la scorrettezza della maggioranza che, pur già sapendo che il Comitato per la legislazione aveva espresso delle condizioni a seguito delle quali l'esame del provvedimento in Commissione si sarebbe complicato, ha deciso ugualmente di calendarizzarne l'esame per l'Assemblea per la giornata di lunedì prossimo.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che concederà ancora sull'argomento la parola ad un rappresentante per gruppo.

  Michele BORDO (PD) ritiene opportuno mettere ordine alla discussione e ricondurre il dibattito nel corretto solco. Sottolinea in particolare che il Regolamento della Camera non stabilisce affatto che il relatore debba chiarire in Commissione nel dettaglio le motivazioni per le quali non ritenga di doversi conformare ai pareri espressi dal Comitato per la legislazione o dalla I Commissione. In particolare, per quanto attiene ai pareri espressi dalla Commissione Affari costituzionali, sottolinea che il comma 2 dell'articolo 75 del Regolamento stabilisce che tali pareri debbano essere stampati ed allegati alla relazione per l'Assemblea. Sottolinea quindi che il relatore dovrà chiarire nel corso della discussione generale sul provvedimento in Assemblea le ragioni per le quali ha ritenuto di non adeguarsi al parere formulato dalla I Commissione mentre non ha alcun obbligo di farlo in questa fase dell'esame in Commissione, nel quale i commissari sono chiamati a conferire il mandato al relatore a riferire in Assemblea. Sottolinea poi che il relatore ha già dato seguito ad una delle condizioni contenute nel parere del Comitato della legislazione, proponendo la riformulazione di un emendamento, che poi è stato approvato. Prendendo atto quindi che la Pag. 7discussione è stata già svolta, ritiene che non vi siano ragioni, se non ostruzionistiche, per non conferire il mandato al relatore nella seduta in corso.

  Federico CONTE (LEU) dichiara preliminarmente di non ritenere necessarie integrazioni all'intervento del collega Bordo che, con la sua caratteristica cadenza didascalica, oltre a illustrare sul piano letterale il contenuto delle disposizioni del Regolamento, ha fornito anche risposte di merito. Si limita pertanto ad aggiungere, con riguardo ai suggestivi rilievi della collega Varchi, che l'intento regolamentare delle disposizioni sopraccitate è proprio quello di evitare la discussione in atto, al fine di non consentire che, al termine dell'attività istruttoria ed emendativa della Commissione di merito, venga sostanzialmente riaperto l'esame del provvedimento. Fa presente pertanto che, con l'intento sopraindicato, il Regolamento della Camera prevede che le condizioni poste dai pareri non rinforzati delle Commissioni in sede consultive non vincolino il relatore il quale, senza alcuna contraddizione, può dichiarare che darà conto delle proprie determinazioni in merito nella sua relazione per l'Assemblea. Ritiene pertanto che in tal modo si intenda salvaguardare il principio dell'economicità dei lavori, a dispetto della volontà dell'opposizione di recuperare un ulteriore spazio politico rispetto a quello già espresso nelle sedute precedenti. Rileva come, a suo avviso, il percorso di esame del provvedimento sia stato appesantito già a sufficienza dal legittimo atteggiamento ostruzionistico dell'opposizione, che potrà intervenire ulteriormente nella fase dell'esame da parte dell'Assemblea.

  Cosimo Maria FERRI (IV) ringrazia preliminarmente tutti i colleghi sin qui intervenuti su una questione che, oltre che regolamentare, è anche politica e sulla quale intende proporre una soluzione. Nel ritenere in primo luogo che il comma 2 dell'articolo 75 del Regolamento, per come è formulato, lasci ampi spazi interpretativi, dichiarando di comprendere la volontà dell'opposizione di riaprire il dibattito, apprezza nel contempo la capacità di ascolto dimostrata dal relatore. Fa presente inoltre che il tema oggetto del provvedimento è delicato e meritevole di paziente attenzione, rilevando come la sua natura divisiva sia in Parlamento sia nella società civile imponga un dovere di maggior ascolto. Pertanto, invita il relatore a fare un ulteriore passo in avanti, assumendo in questa sede l'impegno politico ad affrontare dettagliatamente nella sua relazione per l'Assemblea i rilievi critici evidenziati nei pareri della Commissione Affari costituzionali e del Comitato per la legislazione. Nel precisare di aver partecipato in maniera limitata ai lavori della Commissione, ritenendo indispensabile una ulteriore riflessione sul tema, al fine di individuare il giusto e condiviso obiettivo dell'intervento normativo, concorda sul fatto che a tutti i colleghi è comunque garantita l'opportunità di recepire i citati rilievi critici nella fase emendativa dell'esame da parte dell'Assemblea. In conclusione, non condividendo eventuali forzature nell'esame del provvedimento, che dovrebbe comunque avere luogo in Assemblea nel corso del mese di settembre, ribadisce che i temi divisivi come quello in oggetto sono anche quelli su cui è possibile raggiungere un'intesa equilibrata.

  Enrico COSTA (FI) sulla base della sua esperienza parlamentare, interviene al fine di chiarire quale sarà, in considerazione delle attuali circostanze, il destino del provvedimento in esame. Fa tuttavia presente che, a sua memoria, sono quasi nulli i casi in cui si è ritenuto di non adeguarsi alle condizioni poste nei pareri in sede consultiva, a maggior ragione se si tratta di un organo rilevante come la I Commissione. Nel sottolineare a tale proposito che la Commissione Affari costituzionali ha espresso un parere favorevole subordinato ad una determinata condizione, fa presente come da ciò discenda un parere contrario o comunque non favorevole, nel caso in cui la condizione posta non venga accolta. Pertanto, ritiene che, sulla base di tali premesse, nel corso dell'esame in Assemblea, Pag. 8potrà essere facilmente predisposta, partendo dai rilievi della I Commissione, una questione pregiudiziale di costituzionalità che, essendo sottoposta a votazione con scrutinio segreto, finirà per essere approvata, segnando la fine dell'iter del provvedimento. Nel ricordare che tale situazione si è già verificata in una legislatura precedente con riferimento ad un provvedimento di analogo contenuto, consiglia alla maggioranza di svolgere un supplemento di riflessione, sottolineando che, a suo avviso, sulla base delle considerazioni precedenti, non si approderà mai in Assemblea alla fase emendativa.

  Carla GIULIANO (M5S), evitando di riproporre considerazioni già svolte dai colleghi di maggioranza e in particolare dal deputato Bordo, ritiene indispensabile porre due questioni, una di metodo ed una di merito. Precisa in primo luogo che, ai sensi del comma 2 dell'articolo 75 del Regolamento, le ragioni per le quali sia stato deciso di non adeguare il testo del progetto di legge alle condizioni formulate dai pareri in sede consultiva debbano essere esplicitate nella relazione dell'Assemblea. Aggiunge inoltre che il relatore è già intervenuto sul punto, rassicurando la Commissione circa la sua intenzione di motivare adeguatamente tali ragioni all'avvio dell'esame in Assemblea. In secondo luogo, nel rilevare che già nel corso dell'esame in Commissione, la maggioranza ha ampiamente interloquito con l'opposizione sui contenuti del provvedimento, ritiene che si possa concludere la fase referente.

  Mario PERANTONI, presidente, nel sottolineare che gli interventi svolti hanno affrontato questioni procedurali e di merito, tiene a rassicurare i colleghi sul fatto che la Commissione sta procedendo nel pieno rispetto delle norme regolamentari. Ritenendo esaurito il dibattito precedente, chiede se vi siano interventi in sede di dichiarazione di voto sul mandato al relatore.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) interviene in maniera telegrafica, dal momento che la discussione sul provvedimento in esame è stata ampia e che Fratelli D'Italia ha più volte espresso le proprie perplessità, condivise anche dai pareri espressi dalle Commissioni in sede consultiva. Tiene in particolare a registrare la incapacità della maggioranza di intervenire sulla norma penale, incidendo peraltro sui diritti delle libertà personali, con un atteggiamento scevro di contaminazioni ideologiche. Preannuncia quindi che il provvedimento in esame cadrà a causa della sua incostituzionalità, se si deciderà di non adeguare il testo ai rilievi della I Commissione. Pertanto, preso atto della volontà del relatore di non intervenire in sede referente al fine di recepire le condizioni poste dalle Commissioni in sede consultiva e dal Comitato per la legislazione, preannuncia il voto contrario di Fratelli d'Italia. Tiene a sottolineare la netta opposizione del suo gruppo ad una norma liberticida che, nascondendosi dietro nobili intenzioni, impone il bavaglio a chi voglia discostarsi dal pensiero unico, evidenziando come a parere di Fratelli d'Italia la tutela della libertà di espressione costituisca un principio non negoziabile.

  Andrea ORSINI (FI) esprime preliminarmente il proprio apprezzamento per il lavoro svolto in Commissione da parte dei componenti del gruppo di Forza Italia, che hanno ottenuto importanti risultati nel miglioramento del testo in esame. Testimonia tuttavia in questa sede la posizione del presidente Berlusconi che ha espresso la contrarietà di Forza Italia al provvedimento in esame, non ravvisando la necessità dell'intervento né l'esigenza di accelerarne i tempi. Precisa tuttavia che Forza Italia, essendo un grande partito liberale, considera legittime e rispetta le opinioni e le espressioni di voto su un tema di coscienza e divisivo come quello in esame che incide sui diritti personali, la cui tutela è un principio sacrosanto della nostra Costituzione. Fa presente inoltre che a giudizio di Forza Italia sarebbe più opportuno incidere su tali ambiti non con interventi specifici ma con leggi erga Pag. 9omnes che non entrino in conflitto con la tutela della libertà di giudizio dei singoli su stili di vita diversi dai propri, rilevando al contempo come non sia opportuno rimettersi all'azione interpretativa ed applicativa della magistratura. In conclusione rileva come sulla base di tali considerazioni Forza Italia non possa che avere una posizione contraria sul provvedimento in esame, confidando nel dibattito in Assemblea.

  Mario PERANTONI, presidente, auspica che il dibattito in Assemblea possa avere un confronto tra le forze politiche paragonabile a quello fin qui avuto.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) precisa preliminarmente che, pur essendo una componente del gruppo di Forza Italia, diversamente da quanto annunciato dal collega Orsini, si asterrà dalla votazione sul mandato al relatore. Rifacendosi ai contenuti del parere della Commissione Affari costituzionali, nel ritenere che il relatore abbia fatto degli sforzi, operando la distinzione tra propaganda ed istigazione, fa presente inoltre come, al fine di arginare ulteriormente eventuali rischi liberticida, egli abbia accolto una proposta emendativa del collega Costa, originariamente di contenuto identico a proposte emendative presentate dalla Lega e da Fratelli d'Italia. Nel precisare che nella sua versione originaria tale proposta era volta ad introdurre una scriminante in caso di espressione del pensiero individuale e associato, fa presente di avere ritenuto comunque di accogliere una meno adeguata formulazione fosse licenziato dalla Commissione un testo di contenuto chiaro ed inequivoco, si dichiara convinta che il relatore non potrà che manifestare apertura nei confronti di una proposta emendativa in Assemblea che circoscrive l'applicazione della norma penale ai comportamenti che configurino un rischio grave ed attuale. Precisa inoltre che, pur condividendo in linea generale l'intervento normativo in esame, si asterrà dalla votazione del mandato al relatore anche in ragione di una seconda questione, posta dalla I Commissione nel suo parere in sede consultiva, con riguardo all'opportunità di sopprimere il riferimento al concetto di «genere». Pertanto nel rammentare che si tratta di due temi prioritari per i componenti del gruppo di Forza Italia e che, se il relatore avesse accolto le sollecitazioni in tal senso, la I Commissione non avrebbe espresso i citati rilievi critici, fa presente una ulteriore perplessità. Rammenta infatti la sua contrarietà all'istituzione della giornata nazionale, evidenziando come a suo parere tali iniziative dovrebbe assumere un significato diverso, soprattutto se si innestano anche su un percorso educativo. Ribadisce da ultimo che si asterrà dalla votazione sul mandato al relatore, confidando che il collega vorrà accogliere in fase di esame da parte dell'Assemblea i suggerimenti della I Commissione.

  Roberto TURRI (LEGA) ribadisce la contrarietà del suo gruppo, che non ha mai nascosto la mancata condivisione del testo del provvedimento, come dimostrato dai molti emendamenti soppressivi presentati, sottolineando come oggi la Lega sia ancora più radicata nelle proprie convinzioni in ragione dell'andamento dei lavori della Commissione. Evidenzia in particolare come l'aspetto più negativo del provvedimento in esame sia legato al fatto che esso incide sulle disposizioni delle leggi Reale e Mancino, che nel corso degli anni sono state oggetto di considerazioni critiche. Riferendosi in particolare al collega Bordo, secondo cui la maggioranza avrebbe contribuito a modificare il testo, intervenendo sugli aspetti critici evidenziati nel parere della I Commissione, fa presente che quest'ultima si è espressa direttamente sul testo già modificato, bocciando pertanto il tentativo di correggere il tiro operato nel corso della fase emendativa. Da ultimo, nel sottolineare che è proprio sull'intervento modificativo che si appunta la condizione posta dalla I Commissione, conferma il voto contrario della Lega.

  Enrico COSTA (FI) nel far presente di aver ascoltato gli interventi precedenti e di Pag. 10aver preso atto della posizione di Forza Italia, dichiara di intervenire a titolo personale con una posizione autonoma motivata dal percorso del provvedimento in Commissione. A tale proposito rammenta che, a seguito dello svolgimento di un ampio ciclo di audizioni, Forza Italia ha deciso di non partecipare alla votazione sull'adozione del testo base, manifestando una posizione di apertura verso i futuri atteggiamenti della maggioranza. Rammenta inoltre di aver presentato una proposta emendativa cosiddetta «salva idee» volta ad escludere l'applicazione della norma ai casi di libertà di espressione e di scelta, rilevando come tale aspetto sia l'oggetto della condizione posta dalla I Commissione. Pertanto, pur ritenendo che su tale aspetto si dovrà probabilmente intervenire con fini migliorativi, ritiene comunque che la sua proposta emendativa, come riformulata dal relatore, recepisca in buona parte i rilievi della Commissione Affari costituzionali. Su tale argomento, intende rassicurare i colleghi di Forza Italia, che si sono spaventati leggendo notizie di stampa relative a possibili intese con la maggioranza, precisando che così non è e che la sua proposta emendativa rappresenta un passo in avanti significativo nella migliore definizione della norma. Nel sottolineare a tale proposito come determinate realtà, che hanno sollecitato l'adozione del provvedimento in esame, si sono espresse criticamente sulla sua proposta emendativa, fa presente che la preoccupazione relativa alla possibile applicazione della norma penale anche alla propaganda di idee è del tutto infondata. Precisa inoltre che appare necessario comunque fornire una risposta agli episodi di violenza e di discriminazione fondati sul sesso e sull'orientamento sessuale, a meno che non si ritengano giusti simili atti. Nel sottolineare di non ritenere una priorità l'istituzione della giornata nazionale che, a suo avviso, rappresenta un appesantimento del testo, frutto della pressione di mondi esterni piuttosto che di reali esigenze giuridiche, ritiene che meglio sarebbe stato il testo snello presentato originariamente dal collega Zan. In conclusione, nel sottolineare di aver svolto un percorso coerente, esprimendo rispetto nei confronti del presidente Berlusconi e ritenendosi anch'egli un liberale, dichiara di astenersi dalla votazione sul mandato al relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire al relatore, onorevole Zan, il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi, adottato come testo base, come risultante dalle proposte emendative approvate, con il nuovo titolo «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere», nonché di richiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 30 luglio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.35.