CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 21 luglio 2020
413.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza della presidente Francesca BUSINAROLO.

  La seduta comincia alle 12.40.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019.
C. 2572 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020.
C. 2573 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 5: Stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2020.
Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 10: Stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2020 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazioni alla V Commissione).

(Esame congiunto e rinvio).

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  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, avverte che, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente il disegno di legge C. 2572 Governo, recante il «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019» ed il disegno di legge C. 2573 Governo, recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020», con particolare riferimento: allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2020 (Tabella 2) (limitatamente alle parti di competenza), allo stato di previsione del Ministero della giustizia per l'anno finanziario 2020 (Tabella n. 5), allo stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2020 (Tabella n. 8) (limitatamente alle parti di competenza) e allo stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'anno finanziario 2020 (Tabella 10) (limitatamente alle parti di competenza). Per quanto riguarda le modalità di esame, ricorda che dopo l'esame preliminare la Commissione procede all'esame delle proposte emendative presentate nonché a quello delle relazioni predisposte dal relatore con riferimento a ciascun disegno di legge, iniziando dal disegno di legge di approvazione del rendiconto e passando successivamente al disegno di legge di assestamento. Per quanto concerne il regime di ammissibilità delle proposte emendative, ricorda che il disegno di legge di approvazione del rendiconto è sostanzialmente inemendabile, nel senso che sono ammissibili soltanto le proposte emendative volte ad introdurre nel medesimo disegno di legge modifiche di carattere meramente tecnico o formale. Per quanto riguarda invece il disegno di legge di assestamento, ricorda innanzitutto che, ai fini dell'ammissibilità, le proposte emendative devono essere riferite alle unità di voto parlamentare (tipologia di entrata o programma di spesa) e possono avere ad oggetto tanto le previsioni di competenza quanto quelle di cassa. Non possono invece avere ad oggetto l'ammontare dei residui iscritti nelle predette unità di voto, in quanto essi derivano da meri accertamenti contabili. Rammenta che gli emendamenti riferiti alle previsioni di entrata sono ammissibili soltanto se fondati su valutazioni tecnico-finanziarie adeguatamente documentate, tali da comprovare la necessità di modificare le previsioni di entrata di competenza e/o di cassa. In ogni caso le proposte emendative non possono comportare un peggioramento dei saldi di finanza pubblica e pertanto, ove risultino onerose, devono essere compensate mediante l'utilizzo di risorse iscritte in altre unità di voto parlamentare, anche se facenti parte di altra missione o di altro stato di previsione. È considerata emendabile l'intera dotazione dei programmi di spesa, ivi compresa quindi l'eventuale quota potenzialmente riferibile agli oneri inderogabili in mancanza di puntuali indicazioni nel testo del disegno di legge di assestamento circa l'ammontare dei predetti oneri in relazione a ciascun programma di spesa. È comunque esclusa la possibilità di compensare l'incremento di stanziamenti di spesa di parte corrente mediante riduzione di stanziamenti di spesa di conto capitale. Per quanto riguarda gli stanziamenti di cassa rammenta che deve tenersi conto di un ulteriore criterio di ammissibilità. In particolare, essi sono emendabili a condizione che, nel caso di emendamenti volti ad incrementare l'autorizzazione di cassa, lo stanziamento derivante dall'emendamento non superi la cosiddetta «massa spendibile», costituita dalla somma dello stanziamento di competenza e dei relativi residui passivi. Per quanto concerne il regime di presentazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge di assestamento, ricorda che, in sede consultiva, possono essere presentati emendamenti riferiti alle rispettive parti di competenza di ciascuna Commissione con compensazioni a valere sulle medesime parti di competenza ovvero su parti di competenza di altre Commissioni, nonché emendamenti migliorativi dei saldi Pag. 215– e in quanto tali privi di compensazione finanziaria – riferiti alle predette parti di competenza. Tutte le citate tipologie di emendamenti possono essere altresì presentate anche direttamente in Commissione bilancio. Gli emendamenti approvati durante l'esame in sede consultiva sono trasmessi alla Commissione bilancio come emendamenti di iniziativa della Commissione che li ha approvati; quelli respinti devono essere presentati nuovamente in Commissione bilancio, anche al solo fine di permetterne la successiva ripresentazione in Assemblea. Sia gli emendamenti approvati, sia quelli respinti in sede consultiva e ripresentati in Commissione bilancio, sia quelli presentati per la prima volta presso la V Commissione sono da quest'ultima esaminati in sede referente. Solo gli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio entrano a far parte del testo elaborato in sede referente ai fini dell'esame in Assemblea. Rammenta che l'esame in sede consultiva si conclude con l'approvazione di una relazione per ciascun disegno di legge. Nel caso del disegno di legge di assestamento, l'esame può anche concludersi con l'approvazione di una relazione per ciascuno stato di previsione di competenza della Commissione. Possono essere presentate relazioni di minoranza. Le relazioni approvate, unitamente alle relazioni di minoranza e agli emendamenti approvati, sono trasmessi alla Commissione bilancio. Ricorda, infine, che il termine per la presentazione di emendamenti è stato fissato alle ore 16 della giornata odierna.
  A nome del relatore, onorevole Bordo, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna, fa quindi, presente, per quanto concerne il Rendiconto relativo all'anno 2019 (A.C. 2572), lo stato di previsione del Ministero della giustizia (tabella n. 5) contenuto nella legge di bilancio 2019 (legge 30 dicembre 2018, 145) recava le seguenti previsioni iniziali: le spese correnti ammontavano, rispettivamente per i profili di competenza e di cassa, a 8.153,0 e 8.489,1 milioni di euro; le spese in conto capitale ammontavano a 429, 1 (competenza) e 464,9 (cassa) milioni di euro; le spese finali erano pari a 8.582,1 (competenza) e 8.954,0 (cassa) milioni di euro. Osserva che, a seguito della legge di assestamento (legge 1o ottobre 2019, n. 110) e delle variazioni intervenute per atto amministrativo in corso d'anno, il rendiconto del Ministero della giustizia per il 2019 reca stanziamenti definitivi di competenza per complessivi 9.117,6 milioni di euro, con un aumento di 240,3 milioni (+2,7 per cento) rispetto agli stanziamenti risultanti dal rendiconto 2018 (8.877,3 milioni di euro). Le previsioni di cassa risultano pari a 9.540,0 milioni di euro. L'incidenza percentuale delle risorse per la giustizia sul bilancio dello Stato è stata nel 2019 dell'1,4 per cento. Negli esercizi precedenti, dal 2014 al 2017 la percentuale era stata dell'1,3 per cento, salita all'1,4 per cento nell'esercizio 2018. Nel rendiconto 2019, a fronte dei citati stanziamenti definitivi di competenza per 9.117,6 milioni di euro e di residui pari a 1.281,2 milioni, l'importo della massa spendibile (risultante dalla somma dei due valori) è di 10.398,8 milioni di euro. Il coefficiente di realizzazione – ovvero il rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile – per il 2019 risulta essere del 91,7 per cento, in aumento rispetto all'esercizio precedente. Per quanto concerne la capacità di spesa del Ministero, rileva che i pagamenti eseguiti in totale nel 2019 sono stati pari a 8.379 milioni di euro; si tratta della somma dei pagamenti effettuati in base agli stanziamenti di competenza (7.830,0) e dei pagamenti effettuati per smaltimento dei residui (549,0 milioni). Tali pagamenti totali rappresentano l'87,8 per cento delle autorizzazioni di cassa; il rapporto pagamenti/massa spendibile – pari all'80,6 per cento – è indice della capacità di spesa del Ministero della giustizia (in calo negli ultimi esercizi: il rapporto era pari all'81,7 per cento nel 2018, all'81,3 per cento nel 2017, all'85,6 per cento nel 2016, all'86,4 per cento nel 2015, all'89,1 per cento nel 2014). Fa presente che si registra una diminuzione, rispetto al precedente esercizio finanziario relativamente ai residui finali totali: 1.051,5 milioni di euro al 31 dicembre Pag. 2162019 (erano 1.259,1 milioni al 31 dicembre 2018, 1.139,6 milioni al 31 dicembre 2017 e 1.047 al 31 dicembre 2016). Il totale dei residui a fine 2019 deriva da quelli di nuova formazione annuale (pari a 560,6 milioni) sommati ai residui del 2018 non smaltiti in corso d'anno (490,9 milioni). Per quanto concerne lo stato di previsione del Ministero della giustizia per il 2019 rammenta che lo stesso comprendeva due missioni, articolate in programmi: missione 6 «Giustizia» e missione 32 «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche». Con riguardo alle spese della missione 6 «Giustizia» (che da sola assorbe il 98 per cento delle risorse assegnate al Ministero), sottolinea che gli stanziamenti definitivi di competenza 2019 sono stati pari a 8.925,9 milioni (sui 9.117,6 milioni di euro totali), in aumento del 6,8 per cento rispetto al rendiconto 2018. In tale ambito, gli stanziamenti per i 4 programmi della missione risultanti dal rendiconto sono i seguenti: amministrazione penitenziaria: 3.053,6 milioni (+170,4 milioni rispetto alle previsioni iniziali); giustizia civile e penale: 4.329,1 milioni (+264,5 milioni rispetto alle previsioni iniziali); giustizia minorile e di comunità: 292,9 milioni (+20 milioni rispetto alle previsioni iniziali); servizi di gestione amministrativa per l'attività giudiziaria: 1.250,3 milioni (+111,3 milioni rispetto alle previsioni iniziali). Rileva che la missione 32 «Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche», cui fanno capo il programma «Indirizzo politico» e il programma «Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza» ha registrato stanziamenti definitivi di competenza per 191,7 milioni di euro (-31,2 milioni rispetto al bilancio di previsione). Per quanto concerne alcune spese di particolare interesse della Commissione, segnala che il programma Amministrazione penitenziaria assorbe il 34 per cento dello stanziamento della missione «giustizia» e reca stanziamenti definitivi pari a 3.053,6 milioni, in aumento (+240 milioni) rispetto alle previsioni iniziali (2.883,2) e rispetto all'esercizio 2018 (3.037,8 milioni). Il 74 per cento dello stanziamento per l'amministrazione penitenziaria è assorbito da redditi da lavoro dipendente, in significativo aumento rispetto alle previsioni iniziali (+104,9 milioni), anche a seguito del processo di reclutamento in corso presso la polizia penitenziaria. Ulteriori scostamenti rispetto alle previsioni iniziali riguardano inoltre la manutenzione ordinaria degli immobili (capitolo 1687: 20,9 milioni in aumento di 6,1 milioni rispetto al bilancio di previsione), la manutenzione straordinaria (capitolo 7301: 28,5 milioni in aumento di 4,6 milioni rispetto al bilancio di previsione) e l'ampliamento degli immobili per l'amministrazione penitenziaria (capitolo 7300: 45,3 milioni in aumento di 25,5 milioni rispetto alle previsioni iniziali). Mentre aumenta lo stanziamento per le mercedi ai detenuti lavoranti (capitolo 1764, che passa da 110 a 118 milioni), una significativa riduzione di 10 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali registra il capitolo 1766, relativo al mantenimento dei detenuti (rispetto ai 120,5 milioni iniziali, il rendiconto stanzia 110,5 milioni). Rileva che dell'aumento del numero dei detenuti è indice lo stanziamento di mezzo milione di euro sul capitolo 1769, non finanziato nel bilancio di previsione 2019. Si tratta del capitolo destinato a far fronte alle spese derivanti da ricorsi di detenuti che hanno subito un trattamento in violazione dell'articolo 3 CEDU, a causa del sovraffollamento delle nostre carceri. Sottolinea che, nell'ambito del programma Giustizia civile e penale, lo stanziamento definitivo 2019 è pari a 4.329,1 milioni di euro, in aumento di 238 milioni rispetto alle previsioni iniziali e di 189 milioni rispetto al rendiconto 2018. Il 73,7 per cento dello stanziamento è assorbito da redditi da lavoro dipendente, che risultano anch'essi in aumento (+160 milioni) in ragione delle politiche di assunzione del personale intraprese nel 2019, che hanno riguardato sia magistrati che personale amministrativo. Attiene al personale anche lo stanziamento di 11,9 milioni di euro, non previsto dal bilancio di previsione, relativo ai tirocini formativi presso gli uffici giudiziari. Rileva che le più significative variazioni negli stanziamenti Pag. 217di competenza evidenziate dal rendiconto riguardano inoltre le spese di funzionamento degli uffici giudiziari: per la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria degli immobili adibiti a uffici giudiziari il capitolo 7200 passa infatti da uno stanziamenti iniziale di 51,7 milioni a previsioni definitive di competenza per 77,4 milioni (+25,7 milioni); l'aumento è in parte bilanciato dalla riduzione di 18,3 milioni del capitolo 1550, relativo al funzionamento degli uffici giudiziari (il capitolo recava stanziamenti iniziali per 257,6 milioni, ridotti in sede di rendiconto a 239,2). Segnala, inoltre, per l'entità degli scostamenti rispetto al bilancio di previsione, i seguenti capitoli: capitolo 7203, Spese per lo sviluppo del sistema informativo, che passa da uno stanziamento iniziale di 207,1 milioni a uno finale di 239,1 (+32 milioni); capitolo 7211, Spese per impianti di comunicazione, che passa da uno stanziamento iniziale di 23,4 milioni a uno finale di 53,8 milioni (+30,4); capitolo 1536, Fondo per interventi strategici finalizzati al recupero di efficienza del sistema giudiziario e al completamento del processo telematico, che viene svuotato, con soppressione del previsto finanziamento per 12,9 milioni di euro. Fa presente che, per il programma Giustizia minorile e di comunità sono stati stanziati, nel 2019, 292,9 milioni di euro, con un aumento di oltre 20 milioni rispetto alle previsioni iniziali e di 15 milioni rispetto agli stanziamenti 2018. Rammenta che, a partire dal 2017, il programma vede ascritte tutte le aree funzionali inerenti l'esecuzione penale esterna e la messa alla prova, con l'intento di realizzare l'aggregazione di due sistemi, quello minorile e quello della esecuzione penale esterna e della messa alla prova. La ratio della riforma organizzativa, con i connessi riflessi contabili, mira alla unificazione del complessivo sistema della esecuzione penale esterna. I redditi da lavoro dipendente assorbono quasi il 70 per cento degli stanziamenti e sono in costante aumento per le politiche di reclutamento del personale che investono anche la polizia penitenziaria che opera all'interno di questo programma a seguito dello spostamento di risorse umane dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria. Sottolinea che, nel programma Servizi di gestione amministrativa per l'attività giudiziaria, sono appostate, dal 2017, le cosiddette spese di giustizia. Il programma reca, nel rendiconto 2019, uno stanziamento di 1.250,3 milioni di euro, in aumento sia rispetto alle previsioni di bilancio 2019 (+111,3 milioni) che rispetto all'esercizio 2018 (+18 milioni). I principali capitoli in cui si articola questo programma sono: il capitolo 1360 (Spese di giustizia nei procedimenti penali e civili, gratuito patrocinio, giudici popolari, periti, testimoni, custodi, traduzioni, notificazioni di atti ecc.), che con uno stanziamento di 691,2 milioni copre più della metà delle spese di giustizia; si tratta di uno stanziamento nuovamente in aumento non solo rispetto alle previsioni iniziali (+174,6 milioni), ma anche rispetto agli esercizi precedenti (623,8 milioni nel 2018); il capitolo 1362 (Indennità da corrispondere ai giudici di pace), che registra nel rendiconto uno stanziamento di 142,8 milioni di euro, in calo di 61,6 milioni rispetto al bilancio di previsione (ma in aumento rispetto ai 135,4 milioni del rendiconto 2018); il capitolo 1363 (Spese per intercettazioni), che reca uno stanziamento di 215,3 milioni, in calo tanto rispetto al bilancio di previsione (-3,4 milioni) quanto rispetto all'esercizio 2018 (230,7 milioni); il capitolo 1264 (Spese per equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo), che nel rendiconto 2019 conferma le previsioni iniziali e dunque lo stanziamento in competenza di 172,4 milioni (erano stati 212,4 milioni di euro nel 2018). Per quanto riguarda il Fondo Unico Giustizia, rammenta che le risorse versate affluiscono all'Entrata del bilancio dello Stato (capitolo 2414); dal rendiconto risultano essere stati versati allo Stato dal Fondo nel 2019 151,3 milioni di euro (erano stati 157,9 nel 2018, 141,1 nel 2017 e 218,4 nel 2016). Di questi, 85,6 milioni derivano da confische.
  Esaminando il rendiconto del Ministero dell'economia, rammenta che fanno capo a Pag. 218tale dicastero 3 programmi della complessiva missione «Giustizia», che presentano i seguenti stanziamenti definitivi di competenza: programma Giustizia tributaria: 242,1 milioni di euro (+44 milioni rispetto alle previsioni di bilancio), in diminuzione rispetto allo stanziamento 2018 (246,9 milioni). Lo scostamento rispetto alle previsioni è imputato essenzialmente a spese di personale (+36,2 milioni); programma Giustizia amministrativa: 181,8 milioni di euro (+6,7 milioni rispetto alle previsioni di bilancio), in aumento rispetto al rendiconto 2018 (178,1 milioni); programma Autogoverno della magistratura: 34,4 milioni di euro, invariati rispetto alle previsioni di bilancio. Il programma è integralmente assorbito dalle spese di funzionamento del Consiglio superiore della magistratura (capitolo 2195). Per quanto riguarda le somme da corrispondere a titolo di equa riparazione, evidenzia che la riparazione per ingiusta detenzione (capitolo 1312) nel 2019 è costata allo Stato 48,8 milioni di euro (+8,8 milioni rispetto alle previsioni), in leggero aumento rispetto agli stanziamenti del 2018 (48 milioni) e del 2017 (40 milioni); la riparazione per violazione del termine di ragionevole durata del processo (capitolo 1313) registra stanziati nel 2019 per 70 milioni di euro, invariati rispetto alle previsioni (erano stati 80 milioni nel 2018 e 65 milioni nel 2017; 51,5 milioni nel 2016). Con riferimento al rendiconto del Ministero dell'interno, segnala che il programma di protezione dei collaboratori di giustizia (capitolo 2840) è stato finanziato nel 2019 per 79,7 milioni di euro (+8,2 milioni rispetto alle previsioni), in diminuzione rispetto ai 97,7 milioni di euro del 2018 (2017=80,7 milioni; 2016=77 milioni). Tra gli ulteriori capitoli di interesse della Commissione segnala il capitolo 2341, Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura, dei reati intenzionali violenti nonché per gli orfani di crimini domestici: 127,8 milioni di euro, a fronte di una previsione di 32,8 milioni. Nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture segnala, ai fini della competenza della Commissione giustizia, il capitolo 7471, Somme destinate alle infrastrutture carcerarie, che reca uno stanziamento definitivo di 72,6 milioni, in aumento rispetto alle previsioni (+2,6 milioni).
  Per quanto riguarda il disegno di legge di assestamento 2020 (A.C. 2573) rammenta che con lo stesso si correggono, a metà esercizio, le previsioni già contenute nella legge di bilancio 2020. Lo stato di previsione del Ministero della giustizia (tabella n. 5) per l'anno finanziario 2020, approvato con la legge n. 160 del 2019, recava previsioni di competenza per un totale di 8.901,5 milioni di euro, di cui 8.347,8 di parte corrente e 553,7 in conto capitale. L'assestamento corregge queste previsioni iniziali: quanto ai residui, a seguito della loro quantificazione operata in via definitiva con il Rendiconto 2019. Il bilancio di previsione approvato nel dicembre scorso, infatti, non poteva che riportare un dato presunto; quanto alla competenza, tenendo conto delle effettive esigenze di gestione maturate nel primo semestre dell'anno, dell'incidenza di atti amministrativi intervenuti nel periodo gennaio-maggio 2020, che hanno già prodotto i loro effetti sulle poste di bilancio, e della situazione della finanza pubblica. Le variazioni già introdotte in bilancio per atto amministrativo, pertanto non soggette ad approvazione parlamentare, hanno determinato complessivamente un aumento di 267,5 milioni di euro delle previsioni tanto di competenza quanto di cassa. Tale aumento deriva per la gran parte dall'incremento di 179,7 milioni di euro per riassegnazione ai capitoli di cedolino unico. Rileva che il disegno di legge di assestamento propone, per lo stato di previsione del Ministero della giustizia, una riduzione di 49,3 milioni di euro delle previsioni di competenza ed un aumento di 29,1 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa. Per quanto riguarda i residui, vengono iscritti in bilancio 1.051,5 milioni di euro, ripartiti tra parte corrente e conto capitale in ragione, rispettivamente, di 504,0 e 547,5 milioni di euro. Per quanto riguarda la competenza – per effetto sia Pag. 219dell'aumento degli stanziamenti intervenuto per atti amministrativi, sia della diminuzione proposta con il disegno di legge di assestamento in esame – le previsioni assestate 2020 per il Ministero della giustizia risultano pari a 9.119,7 milioni di euro, comunque in aumento (+218,1 milioni) rispetto alle previsioni iniziali. Le autorizzazioni di cassa assestate ammontano a 9.224,4 milioni di euro, in aumento (+296,6 milioni) rispetto alle previsioni iniziali. La massa spendibile (ovvero la somma degli stanziamenti di competenza e dei residui finali) risulta, dopo l'assestamento, pari a 10.171,2 milioni di euro. L'incidenza percentuale del bilancio assestato del Ministero della giustizia in relazione al bilancio dello Stato nel 2020 risulta pari all'1,1 per cento; tale percentuale è in netto calo rispetto all'1,4 per cento dell'esercizio 2019 ed a quella degli esercizi precedenti (1,3 per cento dal 2014 al 2017; 1,4 per cento nel 2018). In particolare, il disegno di legge di assestamento prevede una diminuzione delle dotazioni di competenza tanto per la Missione 6 (Giustizia) – che registra una diminuzione di 35,2 milioni – quanto per la Missione 32 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche) – per la quale è prevista una diminuzione di 14,1 milioni. Osserva che, se il disegno di legge di assestamento non prevede particolari modifiche per il programma amministrazione penitenziaria, lo stesso non può dirsi per il programma Giustizia civile e penale che è oggetto di una riduzione delle previsioni di spesa per 73 milioni di euro. In particolare, le riduzioni riguardano le spese di personale imputabili: per 37 milioni al personale civile; per 36 milioni di euro al personale di magistratura. Rammenta che, per il programma Servizi di gestione amministrativa per l'attività giudiziaria il disegno di legge di assestamento prevede invece un aumento dello stanziamento in competenza pari a 35 milioni di euro, imputabili alle spese di giustizia nei procedimenti penali e civili con ammissione al gratuito patrocinio (capitolo 1360). La tabella n. 5 specifica che le nuove risorse sono volte a «ripianare parzialmente la situazione debitoria», imputabile prevalentemente alla lievitazione dei costi per il gratuito patrocinio. Gli stanziamenti del programma Servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza sono ridotti di oltre 14 milioni di euro e riguardano la gestione delle spese del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria. In particolare, la tabella n. 5 specifica che la variazione sul capitolo 1511 è effetto «delle progressioni economiche orizzontali, il cui importo è stato contrattato nel 2019». Infine, evidenzia alcuni capitoli di spesa, contenuti negli stati di previsione di altri ministeri, di interesse della Commissione giustizia. In primo luogo, per quanto riguarda lo stato di previsione dell'Entrata, anche a seguito dell'assestamento, il capitolo 2414 – dove dovrebbero affluire i versamenti del Fondo Unico Giustizia – risulta privo di risorse. Solo in sede di rendiconto 2020, il prossimo anno, sarà infatti possibile avere i dati dell'entrata. Per quanto riguarda, invece, lo stato di previsione del Ministero dell'economia (tabella n. 2): il programma «giustizia tributaria» registra in sede di assestamento un leggero incremento (+1,7 milioni) che porta lo stanziamento in competenza per il 2020 a 199 milioni di euro (242,1 nel rendiconto 2019). L'incremento è imputato a spese relative al personale; anche per il programma «giustizia amministrativa» è previsto un incremento (+14 milioni), che porta le previsioni assestate a 197 milioni di euro (a fronte dei 181,8 del rendiconto 2019); il programma «autogoverno della magistratura» ha uno stanziamento invariato pari a 32,5 milioni di euro (erano 34,4 nel rendiconto 2019); sono invariati tanto il capitolo relativo alle somme da corrispondere per violazione del termine di ragionevole durata del processo amministrativo (capitolo 1313) – con uno stanziamento di 70 milioni di euro – quanto il capitolo relativo alle somme da corrispondere per l'equa riparazione per ingiusta detenzione (capitolo 1312) con uno stanziamento di 50 milioni di euro. Ricorda che, nello stato di previsione del Ministero dell'interno (tabella n. 8), sono sostanzialmente invariati i seguenti stanziamenti: Pag. 220capitolo 2635, Spese di funzionamento della Banca nazionale del DNA: 1,9 milioni di euro; capitolo 2840, Spese per i programmi di protezione dei collaboratori di giustizia: 71,6 milioni di euro; capitolo 2632, Fondo per il contrasto della pedopornografia su internet: 0,8 milioni di euro. Il capitolo 2982, Fondo di rotazione per le vittime, prevedeva nella legge di bilancio stanziamenti per 38,9 milioni di euro; con atti amministrativi lo stanziamento è stato aumentato di 21,9 milioni e resta sostanzialmente invariato con l'assestamento. Il totale attuale di 60,8 milioni di euro rappresenta però uno stanziamento provvisorio per le già evidenziate particolari modalità di alimentazione di questo fondo, il cui stanziamento effettivo risulterà solo in sede di rendiconto 2020. Fa presente che, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture (tabella n. 10), l'unico capitolo di interesse per la Commissione giustizia è il 7471, Somme destinate alle infrastrutture carcerarie. L'assestamento conferma le previsioni iniziali della legge di bilancio 2020, con l'aumento di 5,5 milioni disposto per atti amministrativi: lo stanziamento assestato è di 42 milioni di euro (72,6 milioni nel rendiconto 2019).

  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia, quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.05 alle 13.50 e dalle 14.55 alle 15.05.

SEDE REFERENTE

  Martedì 21 luglio 2020. — Presidenza della presidente Francesca BUSINAROLO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Andrea Giorgis.

  La seduta comincia alle 20.20.

Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
Testo unificato C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del testo unificato delle proposte di legge in oggetto, rinviato nella seduta del 14 luglio 2020.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, comunica che sono state presentate poco più di 1.000 proposte emendative (vedi allegato 1). Ricorda che, come convenuto nella riunione odierna dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentati dei Gruppi, ciascun Gruppo ha provveduto, ai sensi dell'articolo 79, comma 10, del Regolamento, a segnalare 90 proposte emendative (vedi allegato 2). Avverte che il relatore ha testé presentato l'emendamento 7.100 (vedi allegato 3): il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 10 di domani mattina. Fa presente che, come stabilito in Ufficio di Presidenza, la Commissione procederà, nella seduta in corso, alla discussione sul complesso degli emendamenti segnalati, per passare successivamente alle espressioni dei pareri da parte del relatore e del Governo.

  Roberto TURRI (LEGA), intervenendo per un richiamo al Regolamento, rammenta che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi nella giornata odierna era stata sollevata dal collega Costa la questione relativa all'articolo 7 del testo unificato in esame il cui contenuto è stato già inserito all'interno del decreto rilancio già convertito in legge dal Parlamento. Rammenta che in tale sede era stata avanzata la richiesta che della questione fosse investito, ai sensi del comma 4 Pag. 221dell'articolo 16-bis del Regolamento, il Comitato per la legislazione.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, fa presente di aver già inoltrato la richiesta avanzata nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, al Comitato per la legislazione affinché si esprima sul provvedimento.

  Maria Carolina VARCHI (FdI) ritiene che la questione sollevata dal collega Turri non sia superata dalla semplice richiesta al Comitato per la legislazione di esprimersi sul provvedimento in discussione.

  Francesca BUSINAROLO, chiede ai colleghi di meglio specificare i termini della loro richiesta.

  Roberto TURRI (LEGA), nel chiedere di poter conoscere il contenuto della lettera indirizzata dalla Presidenza al Comitato per la legislazione, fa notare come oggetto della richiesta non dovrebbe essere il parere sul testo unificato nel suo complesso, ma la specifica questione inerente l'articolo 7 dello stesso. Occorrerebbe infatti evitare che il Comitato si esprima in generale sul testo base tralasciando la specifica problematica relativa all'articolo 7, che vorrebbe fosse posta ai voti.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, precisa che il Comitato è chiamato ad esprimere un parere sulla qualità dei testi sottoposti al suo esame, con riguardo alla loro omogeneità, alla semplicità, alla chiarezza e alla proprietà della loro formulazione, nonché all'efficacia di essi per la semplificazione e il riordinamento della legislazione vigente. Fa quindi notare come non sia possibile avanzare una richiesta di parere su uno specifico aspetto del testo base, precisando di aver comunque provveduto a far pervenire per le vie brevi al Comitato la segnalazione della questione relativa all'articolo 7, Per quanto attiene alla richiesta di conoscere il contenuto della lettera indirizzata al Comitato per la legislazione, che contiene una richiesta di valutazione del provvedimento, precisa che la stessa può essere visionata.

  Ciro MASCHIO (FdI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede se sia stato dato seguito a quanto evidenziato dall'onorevole Costa nella seduta dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, in merito alla regolarità della composizione della Commissione, che costituisce, a suo parere, condizione necessaria per il proseguimento dei lavori.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, segnala che nell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, che si è tenuto nella giornata odierna, si è convenuto di effettuare comunque la discussione sul complesso degli emendamenti, anche in mancanza della regolarizzazione della composizione della Commissione.

  Roberto TURRI (LEGA) dichiara di non ricordare che l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi abbia espressamente deliberato in tal senso, ritenendo che ci si sia limitati a prevedere che nella giornata odierna si sarebbe svolta la discussione sul complesso degli emendamenti senza procedere ad alcuna votazione.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ribadisce che nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza è stato espressamente consentito di riunire la Commissione pur in assenza della regolarizzazione della composizione della stessa, in considerazione del fatto che non si sarebbe proceduto ad alcuna votazione e che qualsiasi componente della Camera avrebbe potuto prendere parte alla discussione sul complesso degli emendamenti.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) chiede se nella seduta odierna il relatore e il rappresentante del Governo esprimeranno il parere sulle proposte emendative segnalate.

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  Francesca BUSINAROLO, presidente, non esclude che ciò possa avvenire, in relazione ai tempi di svolgimento della discussione sul complesso degli emendamenti.

  Alessandro PAGANO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime apprezzamento per la decisione della Commissione di richiedere il parere del Comitato della legislazione sul provvedimento in esame, ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 4, del Regolamento. Osservando come tale previsione regolamentare sia stata introdotta a tutela dell'opposizione, chiede di poter conoscere il testo della richiesta di parere.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ribadisce che il parere è stato richiesto, come previsto dal Regolamento, sul provvedimento nel suo complesso, anche se per le vie brevi è stata segnalata la questione relativa all'articolo 7 del testo base.

  Alessandro PAGANO (LEGA) reitera la richiesta di conoscere il testo della lettera inviata al Comitato per la legislazione.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, dà quindi lettura della richiesta inviata al Presidente del Comitato per la legislazione.

  Luca Rodolfo PAOLINI fa notare che le proposte emendative presentate dal suo gruppo presentano, anzitutto, una portata soppressiva rispetto a disposizioni giudicate inutili ed ideologiche, osservando che i dati statistici dimostrano che non si registra, al momento, alcuna emergenza nel Paese per quanto riguarda le discriminazioni connesse all'identità di genere. Fatto notare che il testo in esame rischia di pregiudicare il libero esercizio del pensiero dei cittadini, ritiene che il vero obiettivo di tale provvedimento – come confermato, a suo avviso, dal contenuto dell'emendamento 7.100 presentato dal relatore – sia in realtà quello di garantire finanziamenti alle numerose associazioni e organizzazioni che operano in tali settori. Rileva, inoltre, che le proposte emendative presentate dal suo gruppo, in subordine, mirano, per quanto possibile, a migliorare il provvedimento, prevedendo, ad esempio, un'estensione delle tutele anche ad altre categorie vulnerabili. Fa notare, infatti, che il testo in esame, come attualmente formulato, rischia di determinare evidenti discriminazioni, dal momento che identiche condotte sarebbero assoggettate a regimi giuridici diversi, con la paradossale conseguenza di perseguire penalmente solamente quelle fattispecie in cui fossero coinvolti certi soggetti passivi. Fatto presente che per talune condotte, che definisce vergognose, risultano già applicabili le norme attualmente vigenti del codice penale, che appaiono adeguate ad offrire tutela, osserva che il provvedimento in esame rischia di portare al processo cittadini onesti, colpevoli esclusivamente di aver espresso opinioni personali, magari dissentendo da certi orientamenti che mirano a valorizzare talune pratiche eticamente discutibili, come l'utero in affitto. Rileva che un altro gruppo di proposte emendative presentate dal suo gruppo è volto a porre rimedio all'attuale indeterminatezza delle fattispecie penali – così come definite dal testo in esame – che rischia di generare problematiche in sede giudiziale. Fa notare, infine, che, piuttosto che introdurre nuove norme penali, sarebbe sufficiente che i giudici attuassero le norme vigenti, eventualmente valutando l'applicazione di pene più severe.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) interviene sul complesso delle proposte emendative segnalate, che rappresentano una significativa riduzione del loro numero originario, al fine di lasciare traccia agli atti della Commissione della posizione di Fratelli d'Italia. Ritiene in primo luogo che l'intervento recato dal testo in esame, e dalle abbinate proposte di legge, non sia il frutto della necessità di colmare un vuoto normativo nella tutela delle persone per le offese a loro rivolte sulla base del loro orientamento sessuale, ma risponda piuttosto ad una posizione ideologica che si traduce nella violazione del principio di Pag. 223astrattezza della norma penale. Sottolinea, a tale proposito, che il nostro ordinamento non presenta alcuna lacuna per quanto riguarda le norme incriminatrici, dal momento che esso con diverse fattispecie, quali i delitti contro la vita, l'onore o la personalità individuale, interviene a tutelare tutte le offese alla persona a prescindere dall'orientamento sessuale, e che d'altro canto non siamo di fronte ad un'emergenza sociale tale da giustificare una risposta mirata. Nel rammentare infatti come i dati forniti nel corso delle audizioni, con particolare riguardo a quelli provenienti dall'OSCAD, che raccoglie oltre alle informazioni su condanne e denunce anche le segnalazioni delle vittime e delle associazioni, facciano riferimento ad un numero decisamente limitato di casi, evidenzia che le considerazioni fin qui esposte giustificano l'efficacia soppressiva di molti emendamenti presentati da Fratelli d'Italia. Evidenzia, inoltre il rischio che una norma vaga ed indeterminata come quella in esame sconfini nel reato d'opinione, manifestando la propria preoccupazione con particolare riguardo all'introduzione della locuzione «identità di genere», che, attenendo alla sfera soggettiva e psicologica dell'individuo, non è pertanto oggettivamente percepibile da terzi. Pertanto ribadisce la convinzione di Fratelli d'Italia che l'intervento normativo in questione, oltre a non essere necessario, sia anche inopportuno dal momento che, attribuendo una discrezionalità eccessiva al giudice, si traduce in una disparità di trattamento per la vaghezza e l'indeterminatezza delle sue disposizioni. Fa riferimento da ultimo all'emendamento 7.100 del relatore, ritenendo che sia la prova della mancanza di linearità della maggioranza, dal momento che, nel corso dell'esame del cosiddetto decreto-legge «rilancio»,è stato presentato e approvato un emendamento che destinava risorse alle politiche di prevenzione e di contrasto della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e che analoga disposizione è stata successivamente introdotta per mano del medesimo soggetto nella proposta di testo unificato. Sottolinea pertanto come l'emendamento 7.100 del relatore, che interviene a sostituire l'originario articolo 7 del testo unificato per modificare direttamente la disposizione del «decreto rilancio» al fine di restringerne l'ambito di applicazione, sia la prova della sfrenata ipocrisia della maggioranza, che ha approvato disposizioni evidentemente onerose con la clausola dell'invarianza finanziaria, come avvenuto per le misure del cosiddetto «codice rosso», mentre in questo caso riesce ad individuare risorse decisamente consistenti. Pertanto nel ribadire che l'ordinamento già prevede la punibilità dei comportamenti discriminatori, chiunque sia la persona offesa, evidenzia che la proposta di legge in esame interviene a limitare il libero pensiero proprio per mano di coloro che si propongono come paladini delle libertà personali.

  Ciro MASCHIO (FdI) esprime la propria perplessità per il fatto che sia stato dato inizio agli interventi sul complesso degli emendamenti prima che fosse chiarita la questione avanzata dal collega Costa in sede di Ufficio di presidenza con riguardo all'articolo 7 del testo unificato e prima di conoscere le valutazioni del Comitato per la legislazione. Ritiene, inoltre, che sarebbe stato necessario affrontare preliminarmente anche la questione della consistente riduzione del numero degli emendamenti attraverso lo strumento della segnalazione, che ha rappresentato una forte limitazione degli ambiti di discussione in assenza di ragioni di necessità ed urgenza. Sottolinea a tale proposito che, in assenza di un vuoto normativo nella tutela penale contro i comportamenti lesivi della persona e non configurandosi alcuna emergenza sociale, come emerge dai dati diffusi durante le audizioni, l'intervento in esame è dettato dalla sola esigenza puramente ideologica di alcune forze politiche, che tengono in scacco una Commissione, che dovrebbe dedicare la propria attenzione a ben altre questioni. Pertanto, nel ribadire che il codice penale già sanziona gli atti discriminatori anche nelle forme aggravate e che non sussiste Pag. 224un'emergenza sociale sul punto, sottolinea come, al contrario, sia molto diffusa una forte sensibilità dell'opinione pubblica sull'argomento. A tale proposito fa infatti presente che l'esposizione di cartelli offensivi verso coloro che credono in «Dio, patria e famiglia» provoca nell'opinione pubblica reazioni molto limitate se confrontate ai casi in cui le offese riguardino persone omosessuali o transessuali. Fa pertanto presente, pur non negando la buona fede dei presentatori delle proposte di legge in esame, che il testo unificato del relatore, che traduce in norme penali un orientamento fortemente ideologico, con un'eterogenesi dei fini, partendo dalla presunta esigenza di dare tutela rafforzata a specifiche fattispecie di fatto, finisce per limitare la libertà d'espressione del pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini. Nell'esprimere dubbi circa i profili di costituzionalità del testo in esame che contraddice il principio di determinatezza delle norme penali, evidenzia come la limitazione alla libertà di espressione sia una conseguenza non certamente automatica ma tuttavia possibile delle disposizioni in questione, che consegnano al giudice il potere ampiamente discrezionale di decidere se una condotta vada o meno collocata tra quelle penalmente sanzionabili. Sottolinea a tale proposito come le norme vigenti della legge Mancino abbiano già dimostrato i rischi dell'eccesso di discrezionalità, dal momento che sono state applicate in modo molto severo con riferimento ad alcune condotte discriminatorie, come quelle che fanno riferimento al nazismo, al fascismo e al razzismo, non potendosi dire altrettanto per quanto riguarda altre forme di discriminazione, quali quelle che fanno riferimento all'integralismo islamico. Pertanto nel ritenere che la discrezionalità già insita nelle disposizioni delle leggi Reale e Mancino sarebbe fortemente ampliata se venisse approvato il testo in esame, evidenzia che il gruppo Fratelli d'Italia, che non intende recedere di un passo dalla linea di confine della tutela dei diritti dei cittadini, ha presentato emendamenti soppressivi delle disposizioni in esame, e, in subordine, emendamenti modificativi, che tentano di limitare i danni restringendo la sfera di applicazione della norma e delimitando la punibilità soltanto alle condotte che abbiano una concreta ricaduta in termini di atti discriminatori e di violenza. Nell'auspicare che tali proposte emendative possano essere accolte, ritiene che molto vi sia ancora da discutere, facendo in particolar modo riferimento all'espressione «orientamento sessuale» contenuta nel testo unificato in esame e che ad oggi nel nostro ordinamento non è definita in modo univoco. Ribadisce quindi la necessità di prevenire il rischio che, a seguito dell'approvazione del provvedimento, si possano creare delle gravissime limitazioni ai principi fondamentali costituzionalmente garantiti dei cittadini. Precisa inoltre che il suo gruppo ha presentato anche numerose proposte emendative finalizzate a limitare i danni che l'entrata in vigore del provvedimento determinerà. In proposito sottolinea che, al pari delle associazioni a tutela dei diritti delle comunità Lgbt, vi è un'ampia gamma di associazioni e di movimenti, non solo di matrice cattolica, che difendono e tutelano la famiglia tradizionale e che ritengono che i bambini, oltre ad avere diritto a due genitori di sessi opposti, non debbano essere, sin dalla scuola materna, soggetti a forme di educazione forzata e pericolosa. Sottolinea che tali associazioni ritengono che ogni individuo sia libero di esprimere in età matura la propria identità sessuale ma che al contempo abbia il diritto a non essere sottoposto a un «lavaggio del cervello» nel corso dell'infanzia. Ritiene che queste forme di indottrinamento possano portare a delle aberrazioni e sottolinea che le proposte emendative del suo gruppo sono finalizzate a tutelare queste associazioni, affinché non siano penalizzate nella battaglia della «dittatura del politically correct». Sottolinea quindi l'esigenza che nel provvedimento in discussione – nel momento in cui lo stesso mira a colpire delle condotte che sono già penalmente sanzionate, a sensibilizzare l'opinione pubblica istituendo la giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la Pag. 225transfobia, e a promuovere iniziative per la prevenzione, il contrasto e la violenza per i motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere e per il sostegno delle vittime – non si escluda la tutela anche di realtà portatrici di una visione più tradizionale della famiglia rispetto a quella dei proponenti. A suo avviso, infatti, accanto alla istituzione della giornata nazionale di cui all'articolo 5 del testo unificato, si dovrebbe prendere coscienza anche della circostanza che nell'attuale società esiste l'eterofobia e che spesso chi rivendica il diritto alla famiglia tradizionale è discriminato ed aggredito con la medesima forza rivolta contro i soggetti che il provvedimento in discussione vuole tutelare. Sottolinea come in quest'ottica sia necessario l'equilibrio e paventa la possibilità concreta che in una frangia limitata della magistratura ci possa essere la volontà politica di applicare la legge nei confronti di alcuni cittadini in maniera ideologica. Ribadisce inoltre che l'ordinamento italiano prevede già una approfondita tutela penale nei confronti delle vittime di condotte che il provvedimento in esame vuole doppiamente punire. In proposito rileva che negli ultimi anni sono stati adottati numerosi provvedimenti definiti «svuota carceri» che, depenalizzando numerose condotte ritenute meno gravi, di fatto limitano la tutela dei cittadini. A suo avviso, in luogo dell'introduzione di pene ulteriori per condotte già sanzionate, sarebbe più efficace che il Parlamento si concentrasse per bloccare questa spirale di depenalizzazione che crea una sostanziale impunità diffusa. Ribadisce quindi, a nome del suo gruppo parlamentare, la totale insoddisfazione circa il metodo adottato per la organizzazione dei lavori della Commissione e la totale contrarietà sia alla limitazione del numero delle proposte emendative da esaminare sia alla forzatura imposta dalla maggioranza di procedere con i lavori della Commissione prima che sia sciolto il nodo relativo alla composizione della stessa e che il Comitato per la legislazione, investito di una specifica questione, abbia espresso il proprio parere. Precisa quindi che gli interventi che il suo gruppo sta svolgendo non devono essere intesi come una tacita accettazione di tali forzature e auspica che torni il buon senso e che la parte più illuminata della maggioranza torni alla consapevolezza della realtà storica che il Paese sta attraversando e dei bisogni economici e sociali dei cittadini. A suo avviso infatti i cittadini vorrebbero che il Parlamento si impegnasse per semplificare e regolare le numerose misure che a seguito dell'emergenza derivante dalla diffusione del coronavirus il Governo ha applicato. Invita quindi la maggioranza a non rinchiudersi nel Palazzo, impegnando la Commissione a dibattiti su una norma di natura ideologica senza prestare attenzione al mondo reale, e pertanto mancando di rispetto alle sofferenze degli italiani. A suo avviso se la maggioranza non rimanderà una discussione come questa ad un altro momento, aumenterà il divario tra la stessa e il popolo.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 21.55.

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