CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 luglio 2020
409.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VII e IX)
COMUNICATO
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  Mercoledì 15 luglio 2020. — Presidenza del presidente della IX Commissione, Alessandro MORELLI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per la Presidenza del Consiglio dei ministri Simona Flavia Malpezzi.

  La seduta comincia alle 14.10.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione massiva di informazioni false.
Testo unificato C. 1056 Fiano, C. 2103 Boschi, C. 2187 Mollicone e C. 2213 Lattanzio.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 luglio 2020.

  Alessandro MORELLI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri sono stati esaminati tutti gli emendamenti presentati, con l'eccezione degli emendamenti Mollicone 2.18, Mollicone 2.23 e Capitanio 2.24, che sono stati accantonati in vista di una eventuale revisione del parere delle relatrici.

  Lucia CIAMPI (PD), relatrice per la VII Commissione, anche a nome della relatrice per la IX Commissione, rivedendo i pareri già resi, esprime parere favorevole sull'emendamento Mollicone 2.18, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato); conferma quindi il parere contrario sull'emendamento Mollicone 2.23 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Capitanio 2.24, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

  Vittorio SGARBI (M-NI-USEI-C !-AC) premette di trovare grottesca una Commissione d'inchiesta che svolge una valutazione sulla veridicità delle notizie, non potendosi distinguere tra notizie false e opinioni legittimamente espresse, né potendosi attribuire a un organo composto da politici il potere di stabilire chi sia nel giusto e chi in errore. Fa presente che la diversità di vedute è normale e che la stessa comunità scientifica non è in grado di separare con certezza il vero dal falso. Al riguardo, porta ad esempio le diverse opinioni espresse dagli scienziati e dai virologi durante la pandemia in merito agli effetti sul numero dei contagi e dei decessi attribuibili al lockdown e alla reale utilità di quest'ultimo. Esprime l'avviso Pag. 15che il Governo sia stato ostaggio di un comitato tecnico-scientifico che ogni giorno riferiva dati poi contestati da autorità scientifiche diverse, ma altrettanto autorevoli. Segnala, tra l'altro, che il deputato Bella ha riferito che in Svezia – paese paragonabile all'Italia in termini di rapporto tra numero di abitanti e territorio – in assenza di misure di confinamento il numero di decessi è stato addirittura inferiore a quello dell'Italia dove, invece, è stato imposto il lockdown. Citando anche le recenti pubblicazioni dei filosofi Bernard-Henri Lévy e Giorgio Agamben, che hanno aspramente criticato come follia il modo in cui i diversi Governi hanno affrontato la pandemia, ribadisce di ritenere irrazionale l'idea che una Commissione possa distinguere tra vero e falso. A suo avviso, le opinioni possono legittimamente essere diverse e contrastanti nel rappresentare la realtà e a alle diverse opinioni ognuno deve potersi sentire libero di aderire o meno. Conclude esprimendo l'avviso che una Commissione d'inchiesta come quella di cui si parla sarebbe una follia, un atto contro il buon senso, la ragione e la libertà di opinione.

  Nicola FRATOIANNI (LEU), premesso di comprendere gli argomenti del deputato Sgarbi, reputa che, nel fervore appassionato del suo intervento, egli non abbia colto il punto in discussione. Premesso che il problema di questa fase di crisi sanitaria non sta, a suo avviso, nell'atteggiamento del Governo, quanto piuttosto nell'oggettivamente elevato numero di vittime della pandemia, che, vista su scala mondiale, non può certamente considerarsi un pericolo sopravvalutato o terminata. Ciò detto, nessuno pensa che la Commissione d'inchiesta abbia il compito di distinguere il vero dal falso o di sindacare le opinioni degli scienziati: descrivere i compiti della Commissione d'inchiesta in questi termini è, a suo parere, «macchiettistico». La Commissione d'inchiesta non è chiamata a stabilire i confini tra notizia falsa e opinione legittima – questione ardua che rischia di sfociare in atti di censura – ma ad indagare su un fenomeno del tutto diverso: quello della diffusione deliberata e strumentale di informazioni false. Evidenzia, poi, come la maggioranza abbia dimostrato grande sensibilità accogliendo molti emendamenti presentati dalle opposizioni. Ribadisce l'importanza che un organismo parlamentare d'inchiesta vigili e indaghi su un fenomeno pericoloso e di innegabile rilievo come quello della diffusione di notizie false, che, attraverso lo strapotere delle piattaforme tecnologiche, sta assumendo dimensioni preoccupanti.

  Marco BELLA (M5S) ritiene di dover intervenire, essendo stato chiamato in causa, per precisare il suo pensiero: al di là della questione dei dati sul numero di contagi e di decessi in Svezia e in Italia – questione che deve essere esaminata ma per la quale non c’è al momento una risposta accettata dalla comunità scientifica – è convinto che la decisione di imporre il lockdown in Italia, nel difficile momento in cui è stata presa, sia stata inevitabile e adeguata alla situazione, anche se forse oggi la necessità di un lockdown sono venute meno. Sottolinea inoltre che la nostra conoscenza riguardo al virus è in continuo divenire e così pure, di conseguenza, la valutazione delle misure di contrasto da adottare.

  Federico MOLLICONE (FDI) dichiara di condividere in linea generale l'intervento svolto dal deputato Sgarbi, che però, a suo parere, sarebbe più giustificato in un'altra fase di discussione che non in quella attuale, che è di esame degli emendamenti. Ribadisce forti perplessità circa l'istituzione di una Commissione che opererebbe come una sorta di ministero della verità, posto che il concetto di disinformazione è ancora tutto da stabilire. Ringrazia le relatrici per il lavoro di sintesi effettuato sugli emendamenti e per aver consentito ai gruppi di opposizione di contribuire a definire meglio e circostanziare più dettagliatamente l'ambito di intervento della Commissione.

  Luigi CASCIELLO (FI) sottolinea preliminarmente di non giudicare opportuno Pag. 16un dibattito di natura filosofica, né un riferimento ai soli fatti dell'epidemia, dal momento che la Commissione d'inchiesta non si occuperà esclusivamente del fenomeno della disinformazione durante la pandemia. Con riferimento alle riformulazioni proposte oggi dalle relatrici sugli emendamenti accantonati, stigmatizza l'assenza di un esplicito richiamo, da lui auspicato, all'attendibilità delle fonti di informazione come criterio per impostare l'inchiesta e per distinguere il fenomeno della diffusione di notizie deliberatamente falsificate dal fenomeno delle notizie riportate con onestà anche se poi smentite e scoperte false. Nel ribadire che in Italia i giornalisti sono soggetti a già troppi condizionamenti, paventa come concreto il pericolo che la Commissione operi come una sorta di tribunale del popolo. Ricorda, inoltre, di aver proposto l'esclusione dei media tradizionali dall'ambito di inchiesta della Commissione, in quanto già soggetti a controlli in base alla normativa vigente sulla stampa. Sarebbe bastato questo, a suo dire, per ricondurre l'attività della Commissione nei limiti della ragionevolezza. Giudica in particolare insoddisfacente e deludente la riformulazione proposta per l'emendamento Capitanio 2.24, nella quale riformulazione non c’è traccia dell'attenzione promessa dalle relatrici rispetto alla questione pregiudiziale della definizione del concetto di fake news.

  Elena MACCANTI (LEGA) giudica assai deludenti e sorprendenti le proposte di riformulazione degli emendamenti accantonati, ritenendo incomprensibile il fatto che non è stata recepita la finalità di cui alla lettera m) dell'emendamento Capitanio 2.24, volta a individuare il concetto di disinformazione e a tracciare un chiaro confine tra quest'ultima e le legittime opinioni liberamente espresse. Al riguardo, ritiene che le relatrici abbiano disatteso l'impegno assunto nella seduta di ieri.

  Michele ANZALDI (IV) ritiene doveroso prendere la parola a seguito dell'intervento del deputato Sgarbi per sottolineare come il compito dell'istituenda Commissione d'inchiesta sarà quello di indagare il fenomeno delle fake news: un fenomeno non inventato, ma noto a tutti e dibattuto in molte sedi, che non consiste nella circolazione di notizie, opinioni o informazioni false, ma nella costruzione intenzionale e nella messa in circolazione di informazioni inventate e costruite artificiosamente per un interesse, per esempio politico o economico. Lo scopo è comprendere le dinamiche del fenomeno soprattutto allo scopo di disincentivarne la propagazione attraverso le piattaforme tecnologiche, che sono strumenti che si prestano ad amplificarlo perché consentono una diffusione immediata a livello globale dei contenuti immessi in rete. Evidenzia come l'acceso dibattito svoltosi tra gli scienziati durante la pandemia non può essere rappresentato nel senso che qualcuno avrebbe messo in circolazione notizie false nel senso di fake news, essendo quello piuttosto l'espressione normale di opinioni diverse, che, in quanto tali, nulla hanno a che vedere con il fenomeno delle fake news. Ribadisce pertanto che lo scopo della Commissione è quello di provare a individuare strumenti per arginare la pericolosa diffusione di notizie false costruite ad hoc e non certo quello di mettere un bavaglio alla stampa.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD) desidera ricordare come le Commissioni sono partite da quattro proposte di legge assai diverse tra loro e tendenti a obiettivi differenti. Rivendica che il lavoro svolto è stato accurato e meritorio: un lavoro che attraverso un percorso attento a tutte le posizioni ha consentito di elaborare un testo unificato che dimostra l'attenzione delle relatrici anche verso le opposizioni: sono state infatti accolte molte proposte emendative presentate e parecchie di quelle presentate dai gruppi di opposizione, segnatamente allo scopo di tutelare le prerogative e le competenze dei giornalisti. Ritiene pertanto che di tale sensibilità occorra dare atto per riconoscere che il lavoro svolto è stato proficuo e approfondito.

  Alessandro MORELLI, presidente, prende atto che i deputati Mollicone e Pag. 17Capitanio hanno accettato le riformulazioni proposte per i loro emendamenti 2.18 e 2.24.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento Mollicone 2.18 (nuova formulazione) e respingono l'emendamento Mollicone 2.23.

  Vittorio SGARBI (M-NI-USEI-C !-AC) si dispiace che il deputato Fratoianni abbia definito macchiettistica la sua rappresentazione dei compiti della Commissione: il suo modo di esprimersi potrà forse essere teatrale ed enfatico, ma certamente è volto a mettere in evidenza una questione di fondo che riguarda il ruolo che la Commissione d'inchiesta sarà chiamata a svolgere: un ruolo che, a suo avviso, assomiglia troppo a quello di una commissione di censura in contrasto con libertà e democrazia. Più in generale, ribadisce come la pandemia abbia fornito un esempio concreto di come si possano interpretare in modo scorretto i dati scientifici sulla base di una visione della realtà viziata da pregiudizi. Si dichiara pronto anche ad essere messo al rogo, come Giordano Bruno, pur di difendere sempre come lui la verità. A tale proposito ritiene che il deputato Fratoianni, nonostante la sua buona fede, abbia fornito una rappresentazione sbagliata dei fatti in virtù di un'idea romantica secondo cui il Governo opera per salvare le anime. Ritiene altresì pericoloso il potere dato alla Commissione di decidere se un giornalista sia responsabile per aver diffuso notizie false – cioè da altri reputate false – ritenendo assai più gravi i film che incitano in modo subliminale alla camorra, come quelli di Roberto Saviano. Conclude ribadendo come l'istituzione della Commissione d'inchiesta, a suo giudizio, sia senza fondamento.

  Nicola FRATOIANNI (LEU), replicando al deputato Sgarbi, ricorda che Giordano Bruno non venne condannato a morte da una commissione dalla composizione eterogenea, come sarà la Commissione d'inchiesta, rappresentativa di tutte le parti politiche, ma da una congregazione assai omogenea nelle idee.

  Federica ZANELLA (FI), dopo aver sottolineato che l'istituzione della Commissione non ha nulla a che fare con l'emergenza Covid-19, nonostante le tante fake news diffuse nel corso della pandemia, richiama l'attenzione sul fatto che le relatrici – nonostante un'apparente apertura – non hanno accettato di inserire nel testo la tutela del segreto professionale per i giornalisti. Si rammarica che ciò non sia avvenuto, come anche per il mancato mantenimento della disposizione contenuta nell'emendamento Capitanio 2.24 in merito alla necessità di definire preliminarmente il concetto di fake news.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Capitanio 2.24 (nuova formulazione).

  Alessandro MORELLI, presidente, avverte che il testo unificato adottato come testo base, come modificato dagli emendamenti approvati, sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva per l'acquisizione dei pareri. Rinvia quindi l'esame alla seduta già convocata per domani, nella quale si procederà alla deliberazione sul conferimento del mandato alle relatrici a riferire in Assemblea.

  La seduta termina alle 14.50.

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