CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 luglio 2020
400.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 1o luglio 2020. — Presidenza della presidente Francesca BUSINAROLO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 10.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante codice della crisi di impresa e dell'insolvenza.
Atto n. 175.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato nella seduta del 23 giugno 2020.

  Alfredo BAZOLI (PD), nel rammentare che nella precedente seduta aveva manifestato la propria intenzione di presentare nella seduta odierna una proposta di parere da sottoporre all'esame dei commissari al fine di consentire alla Commissione di esprimere il proprio parere nella prossima settimana, fa presente che la contrazione dei tempi di lavoro di questa settimana non gli hanno consentito di terminare la predisposizione di tale proposta che sarà verosimilmente trasmessa per le vie brevi a tutti i commissari entro la giornata di domani per consentire loro di predisporre eventuali osservazioni.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.15.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 1o luglio 2020. — Presidenza della presidente Francesca BUSINAROLO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 10.15.

Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 30 giugno 2020.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore ha presentato una proposta di testo unificato.

  Alessandro PAGANO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, rammenta di essere intervenuto nella seduta di ieri e di aver ricevuto dalla presidenza rassicurazioni in ordine alla possibilità di poter proseguire il proprio intervento. Ricorda, altresì, che, sempre nella seduta di ieri il relatore ha deposito una proposta di testo unificato. A suo avviso il deposito di tale testo è da considerare un fatto positivo, ma rileva la necessità dei commissari di disporre di tempo adeguato per poterlo valutare. Sottolinea, infatti, che, a causa di altri impegni parlamentari, non ha ancora potuto esaminare con la dovuta attenzione tale proposta. Chiede, pertanto, che la Commissione possa disporre di un tempo congruo per valutare la proposta di testo unificato del relatore, al fine di consentire ai commissari di predisporre degli interventi qualificati sullo stesso.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, rammenta che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltosi nella giornata di ieri, si è convenuto di dedicare alla discussione sulla proposta di testo unificato, oltre alla seduta odierna, anche una seduta nella giornata di martedì prossimo.

  Roberto TURRI (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, propone di rinviare la seduta odierna alle ore 13 per consentire a tutti i commissari di esaminare attentamente la proposta di testo unificato presentato dal relatore.

  Ciro MASCHIO (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, condivide la proposta del collega Turri ritenendo utile poter disporre di tempo ulteriore per riflettere meglio sulla proposta di testo unificato del relatore, al fine di predisporre osservazioni il più puntuali possibile. Evidenzia in particolare che tale richiesta non preclude il calendario dei lavori che la Commissione si è dato e chiede che anche per la seduta di martedì prossimo sia previsto un congruo tempo per poter discutere sulla proposta di testo unificato e poter svolgere un confronto all'altezza della delicatezza del tema in esame. Rileva poi la necessità che la Commissione si riunisca in un'aula diversa da quella nella quale si sta svolgendo la seduta, ritenendo che tale aula non sia adeguata alle esigenze dei parlamentari.

  Alfredo BAZOLI (PD) ritiene che il suo gruppo parlamentare abbia dato un ampio segnale di disponibilità a garantire la discussione sia sulle proposte di legge in esame sia sulla proposta di testo unificato del relatore. Nel sottolineare quindi che il Partito Democratico sarebbe pronto ad esaminare tale proposta di testo unificato già nella presente seduta, prende atto del fatto che le opposizioni non lo sono ed evidenzia di non aver preclusioni né al rinvio di alcune ore della seduta odierna né a che la settimana prossima la Commissione dedichi un'ampia seduta all'esame della proposta del relatore.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel prendere atto che i colleghi Paolini e Pag. 18Boldrini hanno chiesto di intervenire sul merito della proposta di testo unificato del relatore, fa presente che potranno farlo nella seduta che sarà convocata alle ore 13 di oggi. Rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata per le ore 13.

  La seduta termina alle 10.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 1o luglio 2020. — Presidenza della presidente Francesca BUSINAROLO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi.

  La seduta comincia alle 13.10.

Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.
C. 107 Boldrini, C. 569 Zan, C. 868 Scalfarotto, C. 2171 Perantoni e C. 2255 Bartolozzi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Alessandro PAGANO (LEGA) esprime preliminarmente le proprie personali perplessità circa le modalità di conduzione del dibattito, considerando limitativo dei diritti dei parlamentari il fatto che non sia stato concesso un tempo adeguato per l'attenta valutazione della proposta di testo unificato, presentata dal relatore nel tardo pomeriggio della giornata di ieri. Rammenta a tale proposito che, con grande senso di responsabilità, il collega Turri, nel corso della seduta antimeridiana, ha avanzato la richiesta di disporre almeno di un paio di ore prima di avviare il dibattito sulla proposta di testo unificato, pur consapevole della complessità del suo contenuto e della necessità di coglierne tutte le implicazioni. Fa presente che, qualora non venga data una risposta adeguata all'esigenza di acquisire con i tempi dovuti tutte gli elementi essenziali al dibattito, ciò avrà una ripercussione sulle fasi successive di esame, con la conseguente esacerbazione del confronto. Nel sottolineare che l'approfondimento del tema è assolutamente necessario per consentire in fase emendativa un miglioramento del testo, come è nell'interesse delle forze di opposizione, ritiene che dedicare qualche giornata di più all'esame del provvedimento non possa inficiare la conclusione dell’iter, anche in considerazione dei numeri della maggioranza. Sollecitando per il futuro ad evitare di comprimere in due ore le esigenze di approfondimento dei deputati, passando al merito, fa presente che tante sono le evidenti contraddizioni del testo, a partire dalla lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 che, intervenendo sull'articolo 604-bis del codice penale, ne estende l'applicazione agli atti di discriminazione «fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere». Ritiene infatti che, con l'esclusione del sesso, il riferimento agli altri termini, la cui connotazione è mutevole essendo basata su elementi di carattere non oggettivo, comporti una inevitabile difficoltà ad identificare il perimetro dell'intervento normativo. A tale proposito rammenta le considerazioni di Mauro Ronco, professore emerito di diritto penale presso l'Università degli studi di Padova, che nel contributo messo a disposizione della Commissione evidenzia, in modo dal tutto calzante con la citata disposizione della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 della proposta di testo unificato, che: «Non vi è alcuna base empirica per distinguere tra giudizi espressi sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere per ragioni d'odio, da un lato, ovvero, da un altro lato, per ragioni religiose, metafisiche, etiche e sociali. Qui emerge tutta l'assurdità della creazione di un reato basato su motivi d'odio. Chi esprime opinioni critiche sulla tendenza omosessuale per ragioni metafisiche o sugli atti omosessuali per ragioni etiche, psicologiche mediche o sociali, non per ciò è indotto a tali critiche per ragioni d'odio. Pag. 19Anzi il più delle volte il motivo per cui esprime tali opinioni risiede in ragioni del tutto contrarie allo stato interiore dell'odio». Sottolinea in particolare, come peraltro segnalato dallo stesso professor Ronco, che l'assurdità ancora maggiore risiede nella scelta di conferire ad un giudice il compito di decidere se una determinata opinione sia stata espressa per convinzione religiosa, per scelta culturale, per tradizione familiare ovvero, tutto al contrario, per odio. A tale proposito evidenzia che, in un contesto in cui tutto è sfumato e mobile come avviene con il testo in esame, attribuire una siffatta competenza all'interprete della norma significa far venire meno il principio di tassatività della legge penale, dal momento che non è il giudice che può discriminare tra le intenzioni buone e quelle cattive, ravvisando inoltre l'elevato rischio che l'eccesso di arbitrarietà comporti come ulteriore conseguenza l'estrema variabilità delle decisioni assunte. Nell'evidenziare gli ulteriori aspetti discutibili della proposta di testo unificato, richiamando il contributo del professor Longo, fa presente che «sotto il pretesto di arrecare una maggiore determinatezza alla norme si intende porre sotto lo scudo della protezione penale tanto i vari orientamenti sessuali, ancora ancora oggi valutati come disturbi della personalità, come la tendenza voyeuristica, la tendenza sessuale masochista, la tendenza sessuale sadistica, la tendenza sessuale feticistica, quanto le ancora oggi controverse teorie del gender, alla cui stregua l'identità della persona non è determinata dalla biologia, bensì dalla libera scelta dell'individuo». Nel ritenere che la definizione di una norma con un grado così elevato di opinabilità e soggettività non sia tecnicamente ammissibile, si chiede se l'intento dei proponenti delle proposte di legge in esame non sia invece strettamente ideologico, puntando alla costruzione di nuova società fondata su parametri totalmente diversi da quella attuale. A tale proposito, rileva in particolare il rischio di un effetto paralizzante della stessa discussione scientifica in ordine alle problematiche del gender che sarebbe devastante sul piano culturale, creando una sorta di riserva protetta per coloro che sostengono determinate teorie e propongono forme educative corrispondenti alle teorie relative alla fluidità dell'identità sessuale. Passando alla lettera b) del comma 1 dell'articolo del testo unificato proposto dal relatore, ritiene che con la modifica della rubrica dell'articolo 604-bis del codice penale si operi una alterazione delle pietre miliari del nostro sistema penale, aprendo la strada alla possibilità di perseguire, eventualmente su segnalazione di qualche lobby fortemente ideologizzata, le opinioni espresse in conversazioni private o in manifestazioni pubbliche con riguardo alla difesa della famiglia naturale o alla contrarietà all'adozione da parte di coppie di persona del medesimo sesso. Pertanto nell'esprimere la convinzione che il testo in esame introduca norme liberticide di enorme gravità, estende tale giudizio anche ai contenuti degli articoli 2 e 4 che, con analoga impostazione, intervengono a modificare rispettivamente la cosiddetta legge Mancino e il codice di procedura penale, rinviando agli interventi dei colleghi del suo gruppo per ulteriori riflessioni.
  Ritiene che, qualora il testo unificato in esame venisse approvato, si determinerebbero all'interno della società due categorie di cittadini, una con maggiori diritti rispetto all'altra. Per tali motivi non può consentire che la Commissione svolga una discussione banale e limitata su una tematica fortemente divisiva e preannuncia che l'opposizione del suo gruppo sarà proporzionale alla disponibilità al dialogo da parte della maggioranza.

  Walter VERINI (PD), nel premettere di condividere il contenuto del testo unificato proposto dal relatore, evidenzia come sia importante, per la serietà dei lavori della Commissione, che tutte le opinioni espresse nel corso della discussione generale siano valutate. Sottolinea come nel corso degli anni più volte si sia trovato a dover affrontare dibattiti su temi divisivi, come durante la campagna elettorale per il referendum sul divorzio o sull'abolizione Pag. 20della legge n. 194 del 1978, o come, nel corso della passata legislatura, per l'approvazione della legge sulle unioni civili. A suo avviso, il fatto che oggi si cerchi di colmare un vuoto legislativo e di intervenire a favore di determinati cittadini, è senza dubbio giusto, ma tuttavia comprende anche che ciò possa provocare in alcuni delle preoccupazioni che meritano di essere ascoltate. Ritiene che il relatore, nella predisposizione del testo unificato, abbia valutato tali preoccupazioni, facendo un lavoro di mediazione con i proponenti delle varie proposte di legge in titolo. Osserva infatti che la proposta di legge del collega Zan si limitava soltanto ad intervenire sulle aggravanti nell'ambito della legge Mancino e che invece il testo unificato è stato reso più organico, arricchendolo di ulteriori temi, come quello dell'educazione, dell'assistenza e delle risorse economiche. Sottolinea che alcune delle preoccupazioni riferite dall'opposizione erano condivise anche dal suo gruppo, precisando che, qualora la legge avesse colpito le opinioni, il suo partito non avrebbe potuto accettare tale impostazione. Evidenzia tuttavia che il testo proposto dal relatore è rassicurante da questo punto di vista. Nel fare presente che il testo unificato non introduce un reato di propaganda e che già dal titolo stesso del testo si può comprenderne lo scopo di arricchire il tema della tutela delle persone, ritiene che si stiano facendo dei passi in avanti per superare le perplessità iniziali. Osserva come la Commissione si stia muovendo su un terreno delicatissimo, ma ritiene che questo lavoro porterà la legislazione italiana ad essere maggiormente simile all'evoluzione sociale e più rispettosa della Costituzione, che non prevede disuguaglianze tra gli individui. Nel domandarsi, allora, perché ancora vi sia diffidenza da parte di alcuni gruppi sul provvedimento, che parlano in proposito di interessi di alcune lobby, sottolinea come il branco che la scorsa settimana ha picchiato a Pescara un giovane omosessuale non appartenga a nessuna lobby e ritiene che le percosse inflitte a quel giovane siano state di fatto rivolte a tutta la comunità che ha il dovere di rispettare le diversità. Osserva come nel corso dell'esame potranno emergere divergenze di valutazione sul testo in esame e in proposito si dichiara disponibile a valutare eventuali proposte migliorative dello stesso, ma invita i colleghi a non perdere un'occasione utile per il Parlamento per dare una risposta ad una esigenza fortemente sentita dalla popolazione. Invita quindi tutti a non esasperare i toni del dibattito, ricordando che in altre occasioni, come ad esempio quando alla vigilia del referendum sul divorzio Fanfani mise in guardia i mariti dalle fughe delle mogli «che scapperanno con la cameriera», l'esacerbazione dei toni non ha prodotto i frutti sperati. Nel rammentare ancora che, durante la campagna elettorale per abrogare la legge n. 194 del 1978 in materia di interruzione della gravidanza, aveva evidenziato come l'aborto non costituisse un diritto bensì rappresentasse il frutto di un fallimento, di una impossibilità drammatica sociale, sottolinea che Nilde Iotti spiegò che bisogna difendere la procreazione responsabile ma al contempo, se vi è la necessità di interrompere la gravidanza, la scelta deve essere effettuata dalla donna e non da uno Stato etico. Fa notare come si possa anche «provare a raccogliere il mare con un secchiello», ma evidenzia che la società chiede risposte contemporanee e ritiene che non vi sia nulla più contemporaneo della tutela di chi è discriminato. Osserva, inoltre, che è di oggi la notizia che Matteo Salvini, nel commentare con la stampa il provvedimento in discussione, abbia chiesto l'introduzione di una legge «contro l'eterofobia». Precisa di non aver mai dovuto constatare condotte discriminatorie nei confronti degli eterosessuali e ritiene che tra i compiti di un Paese civile vi sia anche quello di individuare chi è discriminato e di intervenire per prevenire tali discriminazioni. Ribadisce che l'esame del provvedimento, che non vuole colpire l'opinione delle persone, costituisce un'occasione per il Parlamento di confrontarsi su un tema importante e invita i colleghi a svolgere un confronto costruttivo, consapevoli Pag. 21che si sta operando per rendere il Paese un luogo dove sia garantita la cittadinanza per tutti. Osserva come nella società attuale non si possa più parlare di «famiglia» ma di «famiglie» e rileva come anche all'interno del suo gruppo su tali argomenti vi siano sensibilità diverse. Fa notare che tuttavia è importante fare una sintesi di tali sensibilità e si augura che i lavori della Commissione possano offrire all'Aula un dibattito vero e non pretestuoso utile a tranquillizzare chi deve essere tranquillizzato e soprattutto a fornire tutela a chi ne ha bisogno.

  Ciro MASCHIO (FDI), prima di entrare nel merito, anche alla luce dello spazio dedicato al tema nell'ambito dell'agenda parlamentare, fa presente come, in linea generale, si intervenga a modificare il codice penale quando vi sia la necessità di punire altre fattispecie e condotte di particolare disvalore sociale, prive di copertura normativa, e a fronte di una emergenza condivisa dai cittadini. Pertanto, pur nel rispetto della delicatezza della questione in oggetto, ritiene che nel momento attuale le emergenze del Paese, con particolare riguardo al settore della giustizia, siano ben diverse, citando in particolare la paralisi dei tribunali, le rivolte nelle carceri, le dimissioni dei vertici del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il cosiddetto «caso Palamaropoli» e le modalità di elezione dei membri del Consiglio superiore della magistratura. Ritiene pertanto che si dovrebbe dedicare tutto il tempo a disposizione ad affrontare questioni tanto rilevanti, che richiederebbero una significativa azione riformatrice, invece di disquisire su un tema certamente delicato e importante, che attiene ai diritti individuali delle persone, ma che non richiede una risposta immediata e che rischia di scollegare il Parlamento dalla vita reale di tutti i cittadini indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Fatta tale premessa, nel rilevare l'utilità di un intervento preliminare del relatore che avrebbe potuto chiarire i profili presi in considerazione per la predisposizione della proposta di testo unificato al fine di consentire una discussione maggiormente pertinente, si associa alle considerazioni dei colleghi circa l'opportunità di avere disposizione un tempo maggiore per valutarne i contenuti. Con riguardo alla necessità di rafforzare il contesto normativo nazionale, che non tutelerebbe a sufficienza le persone oggetto di discriminazione per motivi fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, ritiene opinabile tale affermazione dal momento che nel nostro ordinamento sono già presenti norme chiare che puniscono le offese alla persona, quali i delitti contro la vita, l'incolumità personale, l'onore o la libertà personale, senza contare le aggravanti dei motivi futili o abietti o delle particolari circostanze del fatto commesso. Nel sottolineare che la vera discriminazione risiederebbe, al contrario, nella mancata applicazione delle suddette norme alle persone omosessuali, rileva inoltre che non sussiste allo stato un'emergenza tale da giustificare un intervento sulle norme penali, che dovrebbe rappresentare l’extrema ratio nel caso in cui le disposizioni di altra natura non si dovessero rivelare sufficienti. A tale proposito cita i dati raccolti dall'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori istituito presso il Ministero dell'Interno, che, da oltre dieci anni, raccoglie oltre alle denunce penali anche le segnalazioni provenienti da enti, associazioni e cittadini, rammentando come, su un totale di 1.513 eventi discriminatori, rilevati tra il 2010 e il 2018, soltanto il 13 per cento sia da addebitare a motivi di orientamento sessuale. Esprime pertanto la convinzione che, sulla base di tali dati, non si possa parlare di un fenomeno massivo, quanto piuttosto di un'evoluzione culturale della società che, pur richiedendo la massima attenzione, non giustifica un imprescindibile intervento sul codice penale, rilevando nel contempo come resti tuttora aperto il dibattito sul corretto bilanciamento tra le esigenze di tutela e la libera espressione del pensiero. Pertanto ritiene che sussista il rischio di una deriva liberticida, tanto più che il testo unificato proposto, oltre a modificare gli articoli 604-bis e 604-ter del Pag. 22codice penale, estende l'intervento anche al delicato contesto della cosiddetta legge Mancino, la cui applicazione alle discriminazioni per motivi etnici e razziali non si è rivelata sempre adeguata ed omogenea, nonostante i ripetuti contributi della giurisprudenza ad una migliore codificazione delle relative disposizioni. A tale proposito, oltre a segnalare che i casi di applicazione della suddetta legge ad atti discriminatori determinati dall'integralismo islamico o dalle ideologie di stampo comunista sono di gran lunga inferiori rispetto agli episodi di negazionismo della shoah o ai reati di stampo razziale o nazionalista, rileva che tali norme, intervenendo sul terreno della relazione tra commissione del reato ed espressione del pensiero, si prestano ad una lettura soggettiva dell'interprete. Ritiene pertanto che tale già ampia discrezionalità del giudice non possa che essere ulteriormente incrementata in conseguenza dell'estensione delle disposizioni della legge Mancino anche agli atti discriminatori fondati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. Invita pertanto ad un'attenta riflessione per evitare il rischio di introdurre norme che invece di tutelare le persone limitino la libertà di espressione, sancita dall'articolo 21 della Costituzione, segnalando nel contempo la necessità di rispettare il principio costituzionale di legalità e di determinatezza e tassatività della legge penale. Nel sottolineare che non arriva dall'Unione europea alcuna sollecitazione specifica ad intervenire in materia con norme penali, rilevato peraltro il fatto che l'Italia ha già introdotto disposizioni di altra natura volte a tutelare i cittadini da discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale, contrariamente a quanto affermato dal collega Verini, ritiene che in Italia si manifestino, pur con caratteristiche diverse e in modo sotterraneo, fenomeni di eterofobia che non vengono rilevati in considerazione della minore sensibilità sociale sull'argomento. Ricorda a tale proposito il manifesto esposto dalla senatrice Cirinnà, presentatrice della proposta di legge sulle unioni civili, recante la dicitura «Dio, patria e famiglia, che vita di merda !», rilevando le proteste che si sarebbero levate nel caso in cui i valori richiamati fossero stati di segno opposto.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, invita il deputato Maschio ad adottare un linguaggio consono alla sede istituzionale.

  Ciro MASCHIO (FDI) fa presente di essersi limitato a citare le espressioni utilizzate da una senatrice della Repubblica, che tiene a sottolineare la propria sensibilità sociale e l'azione a tutela dei diritti altrui, evidenziando il potenziale istigatorio e propagandistico delle sue parole che sono risultate offensive in relazione ai valori di molti cittadini italiani, senza che qualcuno rilevasse il disvalore sociale di simili comportamenti. Nel fare presente che le modalità di estrinsecazione di omofobia e eterofobia sono in continua evoluzione, condividendo la necessità di una riflessione, fa notare che l'introduzione di ulteriori misure di tutela, oltre a quelle già presenti nella Costituzione e nel codice penale, dovrebbe avvenire senza tuttavia forzare il sistema, evitando di incidere sulla libertà personale e di affidarsi all'interpretazione ideologica del giudice. Nel dichiarare che non vi è alcuna volontà ostruzionistica da parte dell'opposizione, rileva l'esigenza che, in ragione della delicatezza del tema e degli aspetti problematici evidenziati, sia consentito un confronto sereno ed equilibrato, sottolineando come a tale scopo non appaiano sufficienti una o due settimane di lavoro da parte della Commissione.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) rammenta di aver ribadito, nella precedente seduta, il proprio convincimento che non vi fosse la necessità di procedere velocemente nell'esame del provvedimento. In proposito dichiara di aver rivisto il proprio intendimento essendosi resa conto che è invece necessario affrontare urgentemente il dibattito su temi sensibili e divisivi. Interviene, pertanto, a titolo personale, pur certa che anche all'interno del suo gruppo vi siano altri colleghi che hanno la sua stessa opinione. Sottolinea come ogni Pag. 23gruppo stia evidenziando problemi importanti che vanno attentamente valutati e invita tutti a non affrontare la questione in maniera ideologica. Osserva che i dati a disposizione della Commissione non possono essere considerati esaustivi, in quanto molto spesso chi è vittima di tali generi di discriminazione non denuncia l'accaduto alle autorità. Chiede quindi, ai sensi dell'articolo 79, comma 5, del Regolamento, che la Commissione chieda al Governo di fornire, prima della conclusione del dibattito, i dati relativi alle segnalazioni fatte alle associazioni e non alle procure. A suo avviso da tali dati emergerà che il fenomeno non è circoscritto, come invece apparirebbe dall'esame dei soli dati relativi alle denunce sporte presso le procure. Nel replicare al collega Pagano, che lamenta il fatto che con il provvedimento in discussione si voglia proporre un nuovo modello di società con parametri diversi da quella tradizionale, auspica che possa realmente essere offerto un panorama diverso alla società. Ribadisce quindi la necessità e l'urgenza del provvedimento e, nell'evidenziare che non è un testo ideologico, sottolinea come lo stesso sia volto a venire incontro alle sensibilità di taluni cittadini. Per quanto attiene al merito della proposta di testo unificato in esame, rileva che le osservazioni avanzate dai colleghi delle altre forze di opposizione avevano forse ragione di essere se riferite ai testi delle proposte di legge originarie, ma il relatore, con la predisposizione della proposta di testo unificato, ha superato quello che era il limite anche della proposta di legge a sua firma che lasciava una interpretazione libera. Fa notare, infatti, che la rubrica dell'articolo 1 del testo unificato restringe l'ambito del provvedimento rispetto alla proposta iniziale del relatore, e sottolinea come l'intento del provvedimento sia quello di chiarire che ognuno possa esprimere liberamente il proprio pensiero, ma che la libertà di pensiero è limitata solo se da tale libertà discende un atto discriminatorio. Rammenta che la libertà si ferma se incide su quella altrui e chiarisce, a titolo di esempio, che ognuno è libero di affermare che nelle Sacre Scritture la condotta omosessuale non è ritenuta valida, ma al contempo, se tale pensiero si trasforma nella capacità concreta di determinare una discriminazione, si deve poter intervenire. Nell'osservare che la distinzione tra uomo e donna sia riduttiva, essendovi un arcobaleno infinito di sfumature di sessualità, ribadisce che chiunque è libero di affermare di non condividere le condotte omosessuali, ma ritiene che non si possa non tutelare, ad esempio, un ragazzo che subisce delle discriminazioni in quanto omosessuale. Propone, quindi, al relatore, di valutare alcune modifiche al testo unificato presentato. In primo luogo, suggerisce di sopprimere il richiamo al «genere» previsto dall'articolo 1 che rischierebbe di escludere alcune ipotesi. Suggerisce, inoltre, di soprassedere alla istituzione della giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, di cui all'articolo 5 della proposta di testo unificato in discussione. Sottolinea infatti che proprio poiché il provvedimento non rappresenta una battaglia ideologica, non ritiene opportuno offrire il fianco alla strumentalizzazione dello stesso sotto un profilo ideologico. A suo avviso ci sarà tempo per tale previsione, ma evidenzia come tutti i grandi processi di evoluzione culturale abbiano richiesto tempi lunghi. Per quanto attiene, in fine, al Fondo di cui all'articolo 7 del testo unificato, precisa di non essere contraria all'incremento dello stesso per finanziare politiche per la prevenzione e il contrasto della violenza per motivi legati all'orientamento sessuale e all'identità di genere, tuttavia ribadisce la necessità di muoversi per gradi, confrontandosi inizialmente sui principi generali. Ritiene che, se si procederà in tale maniera, il provvedimento potrebbe trovare il consenso della quasi totalità della Commissione, riscontrando forse soltanto l'astensione di alcuni commissari e si dimostrerà che il Parlamento vuole proteggere la libertà di ognuno di fare ciò che vuole con il proprio corpo.

  Laura BOLDRINI (PD) manifesta profonda soddisfazione per come si sta svolgendo Pag. 24il dibattito e ringrazia i colleghi che stanno facendo uno sforzo per l'interesse comune. In particolare esprime rispetto e considerazione per le osservazioni della collega Bartolozzi che saranno certamente oggetto di valutazione. Concorda che la questione più importante rimane quella relativa agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, ma sottolinea che la diretta conseguenza sarà quella di fornire ai soggetti esposti a discriminazione una rete di salvataggio. Evidenzia come molti giovani vengano allontanati dalle proprie famiglie in ragione del loro orientamento sessuale e, nel constatare come non vi sia nulla di più terribile, si domanda cosa si debba fare per tutelare questi giovani. Sottolinea inoltre che il testo unificato in esame rappresenta una sintesi delle parti essenziali di tutte le proposte di legge in discussione. Osserva, infatti, che, oltre a contenere le modifiche al codice penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o di identità di genere, lo stesso introduce anche il concetto di genere, recependo quanto previsto nelle proposte di legge della collega Bartolozzi e a sua firma. In proposito, manifestando il proprio apprezzamento a che il relatore abbia inserito nel testo unificato tale argomento, sottolinea come la misoginia e il sessismo pesino sulla vita delle donne. Evidenzia, inoltre, che il testo unificato reca anche disposizioni relative all'educazione al rispetto delle differenze. Augurandosi che la Commissione possa svolgere sulla materia un profondo lavoro di merito, consapevole che il testo non troverà necessariamente il consenso di tutti, invita i commissari a valutare comunque attentamente il contenuto dello stesso rammentando che non si sta introducendo una legge liberticida, che con il provvedimento in discussione non si vuole colpire la libertà di espressione e che lo stesso non costituirà una legge bavaglio, bensì una legge in grado di portare un vantaggio a soggetti vulnerabili e al Paese. Nel manifestare inoltre la propria soddisfazione nell'aver oggi ascoltato alla radio una intervista ad una madre di un ragazzo omosessuale che ha affermato che il provvedimento sarà una legge importante, sottolinea come con lo stesso si restituisce la libertà di amare e si offriranno protezione dall'odio, dalla discriminazione e dalla paura, e non diritti. Nel domandarsi per quali ragioni gli altri Stati dell'Unione europea abbiano già provveduto ad adeguare il proprio ordinamento sulla materia, ricorda che la sicurezza è tale se è per tutti e che il livello di democrazia di un Paese si riconosce da come tutela le diversità.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA), esprimendo la propria soddisfazione per il livello del dibattito, che contribuisce all'arricchimento dei contenuti del confronto, rileva tuttavia la necessità di acquisire dati attendibili sui fenomeni discriminatori basati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, rilevando come tanto i dati messi a disposizione dall'avvocato Cathy La Torre, rappresentante dell'Arcigay, che ha riferito di 138 episodi nella prima parte dell'anno 2019, quanto le segnalazioni dell'OSCAD non sembrino rivelare una situazione di emergenza. Nel precisare inoltre di ritenere che gli atti di discriminazione siano già tutelati dal nostro ordinamento, sottolinea come siano parimenti gravi anche altri tipologie di discriminazione diverse da quelle legate all'orientamento sessuale. Fa presente, infatti, che proprio pochi giorni fa, un esponente del Partito Democratico ha definito «cagna» la candidata della Lega alla presidenza della regione Toscana, Susanna Ceccardi, e rileva con dispiacere di non aver potuto constatare sulla stampa particolari difese da parte di esponenti politici nei confronti di una donna offesa profondamente. Nel ritenere quindi che il tema della discriminazione sia più ampio di quanto prevede il provvedimento, rammenta che Massimo D'Alema, del quale sottolinea il grande sarcasmo, aveva definito Renato Brunetta un «energumeno in miniatura», volutamente prendendone in giro la statura. A suo avviso, quindi, il provvedimento pecca di eccessiva limitazione, e ci si dovrebbe preoccupare del fatto che le persone vengono discriminate, Pag. 25a causa di molteplici ragioni. Sottolinea, in particolare, quante donne siano costrette a subire profonde offese a causa del loro aspetto fisico e rileva che le ferite che tali offese lasciano sono spesso molto profonde.

  Laura BOLDRINI (PD), con riguardo all'episodio citato dal collega Paolini, affinché resti agli atti della Commissione, precisa di aver rilasciato due distinte interviste a quotidiani di tiratura nazionale in cui ha preso le distanze dalle dichiarazioni di un esponente del Partito democratico, sottolineando l'infelicità dell'espressione utilizzata con riguardo alla candidata leghista alle elezioni regionali della Toscana. Tiene in ogni caso a chiarire che il candidato del Partito democratico non ha utilizzato il citato epiteto di «cagna» ma ha invece affermato che l'esponente della Lega era «al guinzaglio di Salvini». Quanto all'esiguità dei dati relativi ai casi di discriminazione fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, fa presente che essa è dovuta al fatto che le vittime, in mancanza di uno specifico reato, non sono motivate a denunciare l'accaduto.

  Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) precisa che i dati dell'OSCAD sono divisi in quattro settori, il primo relativo alle denunce e gli altri tre derivanti da notizie di stampa. A suo avviso tali dati dovrebbero fornire un quadro completo.

  Giusi BARTOLOZZI (FI), nel replicare al collega Paolini, sottolinea che i dati relativi alle denunce non sono paragonabili alle segnalazioni che non vengono trasmesse in procura. Sottolinea come tale difficoltà di reperimento dei dati era emersa anche durante l'esame del provvedimento sul femminicidio.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel sottolineare come, trattandosi di dati elaborati da associazioni private, il loro reperimento potrebbe risultare complicato, precisa che sarà sua cura verificare se il Governo ne sia in possesso. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.