CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 giugno 2020
389.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 96

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 17 giugno 2020. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI, indi del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. – Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli e Antonio Misiani.

  La seduta comincia alle 14.25.

DL 34/2020: Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19.
C. 2500 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 giugno 2020.

  Claudio BORGHI, presidente, comunica che la deputata Grippa sottoscrive la proposta emendativa Gribaudo 78.01; il deputato Sensi sottoscrive la proposta emendativa Fusacchia 11.03; la deputata Barbuto sottoscrive la proposta emendativa Gribaudo 78.01; il deputato Minardo sottoscrive gli emendamenti Loss 25.20, Garavaglia 25.27, Potenti 25.29, Covolo 25.59, Comaroli 25.134; l'onorevole Varrica sottoscrive la proposta emendativa Trizzino 111.012; l'onorevole Magi sottoscrive l'articolo aggiuntivo Gribaudo 78.01; il deputato Fusacchia sottoscrive l'articolo aggiuntivo Gribaudo 78.01; il deputato Ferri Pag. 97sottoscrive l'emendamento Buratti 182.40; il deputato Ungaro sottoscrive l'emendamento Mura 181.6; il deputato Zennaro sottoscrive le proposte emendative Pezzopane 243.01, 249.01, 249.02 e 119.371, Morgoni 160.04 e 160.05; i deputati Dori, Giuliano, Martinciglio, Cancelleri e Iorio sottoscrivono l'articolo aggiuntivo Grimaldi 252.05; i deputati Ubaldo Pagano e Ungaro sottoscrivono l'emendamento Mura 181.6; il deputato Perego di Cremnago sottoscrive l'emendamento Della Frera 28.150; la deputata Del Sesto sottoscrive l'articolo aggiuntivo Grimaldi 252.05; il deputato Cannizzaro sottoscrive le proposte emendative Barbuto 255.1 e D'Attis 230.05.
  Dopo aver dato conto delle sostituzioni, ricorda che in merito alla pubblicità delle sedute concernenti l'esame del decreto-legge n. 34 del 2020, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppi, ha convenuto all'unanimità di consentire la trasmissione via web delle sedute in sede referente – in formato accessibile tramite la rete intranet della Camera o tramite apposite credenziali –, in conformità con quanto previsto dalla lettera del Presidente della Camera ai presidenti delle Commissioni del 1o aprile 2020, relativa alle modalità di svolgimento dei lavori delle Commissioni nel periodo dell'emergenza derivante dalla diffusione del COVID-19. Ciò al fine di consentire di seguire i lavori anche da remoto, a beneficio in particolare dei deputati che non fanno parte della Commissione bilancio.

  Luigi MARATTIN (IV), relatore, anche a nome dei relatori Melilli e Misiti, segnala che, in ossequio agli accordi intercorsi, nella seduta odierna verranno esaminate le proposte emendative riferite agli articoli del Titolo VI, Misure fiscali, e del Titolo VII, Disposizioni per la tutela del risparmio nel settore creditizio.
  Propone quindi l'accantonamento di tutte le proposte emendative riferite agli articoli 119, 120 e 121, relativi alla materia dei crediti di imposta, in particolare ecobonus e sisma bonus, che necessita di un supplemento di indagine, per apportare modifiche organiche che tengano conto delle proposte avanzate da tutti i gruppi.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 122, propone di accantonare gli emendamenti Raduzzi 122.7, Ficara 122.8, in vista di un parere favorevole, Lovecchio 122.6, Garavaglia 122.14, 122.15 e 122.1, nonché l'articolo aggiuntivo Fassina 122.02, di contenuto analogo all'articolo aggiuntivo Garavaglia 65.013, che deve quindi considerarsi ugualmente accantonato. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012, sull'articolo aggiuntivo Cabras 122.027 e sull'articolo aggiuntivo Madia 122.07.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 123, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Maglione 123.08.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 124, propone di accantonare gli identici emendamenti Benamati 124.12, Mollicone 124.8 e Pastorino 124.11, mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario sugli articoli aggiuntivi Meloni 124.010, Magi 124.04, Garavaglia 124.018, 124.019 e 124.020.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 125, propone di accantonare gli identici emendamenti Gelmini 125.24, Lupi 125.35, Gava 125.2 e Moretto 125.11, nonché l'emendamento Faro 125.17, in vista di un parere favorevole su quest'ultimo. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli identici emendamenti Migliore 125.3, Faro 125.19, Miceli 125.23 e Mandelli 125.25, sugli articoli aggiuntivi Squeri 125.03 e Cavandoli 125.021.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 126, propone di accantonare l'emendamento Lupi 126.28, gli identici emendamenti Lollobrigida 126.6, Rizzetto 126.13 e Mandelli 126.20, nonché gli emendamenti Gelmini 126.18 e Verini 126.12 che reca un contenuto analogo all'emendamento Aiello 157.4, che deve pertanto ritenersi ugualmente Pag. 98accantonato. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell'emendamento Bitonci 126.1, mentre propone di accantonare l'emendamento Manzo 126.4. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, dell'articolo aggiuntivo Meloni 126.013, mentre propone di accantonare gli identici articoli aggiuntivi Gelmini 126.016, Trancassini 126.017 e Alessandro Pagano 126.028, in attesa di una quantificazione degli oneri. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli articoli aggiuntivi Vanessa Cattoi 126.027 e 126.032.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 127, esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Ruggiero 127.025.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 128, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Acquaroli 128.01 ed invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli articoli aggiuntivi Gebhard 128.02 e 128.04 e Benigni 128.07.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 129, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Plangger 129.02 ed invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Plangger 129.03. Propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Butti 129.05.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 130, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti Piastra 130.3 e Di Stasio 130.4.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 132, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Sangregorio 132.06.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 133, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti Prestigiacomo 133.14 e Gava 133.4. Propone di accantonare gli identici articoli aggiuntivi Cattaneo 133.07, Incerti 133.01 e Saltamartini 133.08, al fine di quantificare i relativi oneri. Propone inoltre di accantonare gli articoli aggiuntivi Garavaglia 133.010 e 133.011.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 136, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Marco Di Maio 136.09.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 137, propone di accantonare l'emendamento Barelli 137.3, al fine di una sua riformulazione. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Acquaroli 137.9 e propone di accantonare l'emendamento Trancassini 137.4, mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Trancassini 137.03.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 143, propone di accantonare l'emendamento Sut 143.1 e gli identici articoli aggiuntivi Zennaro 143.02 e Del Barba 143.08.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 144, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Bitonci 144.1 e sull'articolo aggiuntivo Corneli 144.01.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 146, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Zucconi 146.01.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 147, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli emendamenti Cassinelli 147.7 e Cavandoli 147.1 e sugli identici emendamenti Lovecchio 147.4, Lacarra 147.14 e Epifani 147.10, nonché sugli identici articoli aggiuntivi Gelmini 147.01, Trancassini 147.02 e Cestari 147.013 e sugli articoli aggiuntivi Ruggiero 147.011 e 147.010.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 148, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Currò 148.014 e gli identici articoli aggiuntivi Lupi 148.03, Zucconi 148.08, Garavaglia 148.011 e Occhiuto 148.012, nonché l'articolo aggiuntivo Fratoianni 148.06.Pag. 99
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 149, propone di accantonare gli articoli aggiuntivi Bitonci 149.04 e 149.05.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 151, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Adelizzi 151.01.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 152, propone di accantonare l'emendamento Schullian 152.1, al fine di quantificare i relativi oneri, ed invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Currò 152.03.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 153, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Buratti 153.2 e propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Ruggiero 153.02, ai fini di una quantificazione degli oneri.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 154 invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Trancassini 154.5 e propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Ciaburro 154.011. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Paternoster 154.013 e Topo 154.014.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 155, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Trancassini 155.1.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 156, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Comaroli 156.013 e gli identici articoli aggiuntivi Lupi 156.02, Benigni 156.06, Gregorio Fontana 156.08, De Menech 156.010, Marin 156.012 e Toccafondi 156.015, nonché l'articolo aggiuntivo Garavaglia 156.014, tutte relativi alle scuole paritarie, settore per il quale la maggioranza auspica di trovare una proposta di modifica che raccolga il più ampio numero di consensi. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Vizzini 156.03.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 157, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Trancassini 157.5 e propone di accantonare gli emendamenti Fragomeli 157.1, Piera Aiello 157.4, Garavaglia 157.6, quest'ultimo in relazione ad una riformualzione già predisposta e su cui il parere sarà favorevole, e Lupi 157.7, nonché l'articolo aggiuntivo Garavaglia 157.04.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 160, propone l'accantonamento dell'emendamento Terzoni 160.1, nonché degli articoli aggiuntivi Rachele Silvestri 160.01, Gabriele Lorenzoni 160.023 e Occhionero 160.027.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 162, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Gagnarli 162.3 e propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Trancassini 162.01.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 163, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Mancini 163.06.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 164, propone di accantonare gli emendamenti Mancini 164.11, Baldino 164.2 e Fassina 164.8. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Martinciglio 164.046, Gelmini 164.037, Ficara 164.032, Baldelli 164.030, Porchietto 164.027, Garavaglia 164.026, Rosso 164.025 e Prestigiacomo 164.024. Propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Paolo Russo 164.021. Invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'articolo aggiuntivo Squeri 164.019.
  Passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 167, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli articoli aggiuntivi Berardini 167.02, Martinciglio 167.03 e Zanichelli 167.07. Propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Giarrizzo 167.01.
  Infine, passando all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 175, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Grimaldi 175.03.

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  La sottosegretaria Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Claudio BORGHI, presidente, dispone quindi l'accantonamento di tutte le proposte emendative oggetto della proposta del relatore.

  Mauro D'ATTIS (FI), in relazione agli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012, illustra la profonda crisi del settore relativo alle spese per i matrimoni, che ha visto completamente azzerato il proprio fatturato a causa dell'epidemia, come è stato evidenziato anche nel corso dell'audizione dei rappresentanti della filiera, i quali hanno chiesto un indennizzo per far fronte alle perdite subite. Ritiene indispensabile che lo Stato sostenga questo settore e a tal fine propone di accantonare i citati articoli aggiuntivi, assieme alle molte altre proposte emendative che si propongono le medesime finalità, per inserirli in una proposta complessiva da sottoporre alla Commissione.

  Andrea MANDELLI (FI) sottolinea anch'egli la gravissima crisi del settore e auspica che gli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012 possano essere accantonati, assieme ad altri aventi la medesima finalità, al fine di valutare complessivamente la questione e giungere a una soluzione della stessa.

  Massimo GARAVAGLIA (LEGA) osserva come, al di là dell'esito delle proposte emendative in esame, la filiera connessa alle celebrazioni dei matrimoni abbia subito una crisi gravissima e come sia assolutamente necessario risolvere il problema. Evidenzia come questa filiera abbia un fatturato di circa 23 miliardi di euro l'anno, dei quali circa 10 milioni di euro provengono dalla clientela estera, fatturato che si è completamente azzerato per l'anno in corso.
  Ritiene che gli interventi più opportuni da assumere per sostenere questo settore siano prestiti a lunga scadenza, con durata superiore a 20 anni, e contributi a fondo perduto, anche allo scopo di evitare che la malavita si impadronisca delle imprese che non riescono più a far fronte ai propri impegni.

  Manuela GAGLIARDI (M-NI-USEI-C !-AC) si associa alle considerazioni svolte dai colleghi precedentemente intervenuti in relazione all'azzeramento del fatturato del settore matrimoniale, costituito in gran parte da piccoli artigiani, come fotografi, estetisti e parrucchieri. Chiede quindi che la maggioranza si faccia carico dei problemi di questa filiera e proponga soluzioni che possano essere condivise da tutti i gruppi.
  Infine, ricordando di aver presentato emendamenti per il sostegno del settore, ma di non averli potuti segnalare a causa del ristretto numero di segnalazioni concesso al proprio gruppo, sottoscrive gli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) condivide quanto precedentemente segnalato e aggiunge che, oltre alle grandi difficoltà attuali, ci sono poche prospettive per il prossimo futuro per il settore dei matrimoni, così come per il settore del turismo. A fronte di tali difficoltà rileva l'incapacità del provvedimento di fornire risposte, se non generiche e intempestive.
  Chiede quindi l'accantonamento degli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012 e di tutte le altre proposte che prevedono il sostegno al settore delle celebrazioni matrimoniali, al fine di giungere a una soluzione condivisa, e si augura che il gruppo del MoVimento 5 Stelle appoggi questa battaglia, invece di condividere sprechi di spesa legati a trasferte in prima classe a Dubai, che un tempo avrebbe denunciato con forza.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) ritiene opportuno segnalare due ulteriori aspetti della questione. Innanzitutto osserva che, a causa della rilevante diffusione del COVID-19 nel nostro Paese, dovrà passare molto tempo prima che gli Pag. 101stranieri superino le loro paure e tornino a celebrare i loro matrimoni in Italia e questo è molto grave, perché per questi matrimoni si raggiunge frequentemente un elevato livello di spesa.
  Inoltre evidenzia che non tutti i matrimoni che avrebbero dovuto essere celebrati quest'anno sono stati rinviati; alcuni sono stati infatti celebrati ugualmente ma senza alcun festeggiamento, determinando una perdita irrecuperabile di fatturato per le imprese del settore.
  Si associa quindi alla richiesta di accantonamento degli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012, auspicando in particolare che siano concessi finanziamenti a fondo perduto alle imprese del settore.

  Luigi MARATTIN (IV), relatore, riconoscendo pienamente – anche per esperienza diretta – la situazione critica in cui versa questa settore, interviene per confermare il parere contrario espresso sugli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012, giustificato dalla palese inadeguatezza dello strumento proposto. Osserva infatti come una detrazione delle spese che verranno sostenute a decorrere dal 1o gennaio 2021 sia del tutto insufficiente per sostenere l'attuale azzeramento del fatturato della filiera dei matrimoni. Al riguardo ricorda che la domanda del servizio in oggetto non presenta elasticità rispetto al prezzo, a differenza di quanto accade, ad esempio, per le ristrutturazioni edilizie. Difficilmente infatti qualcuno deciderà di sposarsi perché è stata introdotta una parziale detrazione delle spese connesse al matrimonio.
  Conclude riconoscendo la necessità di un intervento di sostegno al settore, costituito da un supporto alla liquidità o da un ristoro per l'azzeramento del fatturato, da effettuare in tempi brevi e non a decorrere dal prossimo anno. Ritiene che sarà opportuno esaminare la questione nella sezione del decreto dove si affronterà l'uso dei suddetti strumenti.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) chiede al relatore di precisare le soluzioni che ha inteso prospettare, non essendole del tutto chiare.

  Claudio BORGHI, presidente, specifica che il relatore Marattin si è evidentemente soffermato principalmente sulla inidoneità dello strumento proposto dagli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012, in particolare per quanto riguarda la possibilità di effetti per l'anno in corso. Ritiene comunque che nel prossimo anno non verrà celebrato un numero di matrimoni doppio dell'usuale.

  Massimo GARAVAGLIA (LEGA) auspica che i relatori presentino una proposta emendativa per sostenere la filiera della celebrazione dei matrimoni.

  La Commissione respinge gli identici articoli aggiuntivi Sandra Savino 122.033 e Mazzetti 122.012.

  Claudio BORGHI, presidente, prende atto che gli articoli aggiuntivi Cabras 122.027, Madia 122.07 e Maglione 123.08 sono stati ritirati dai presentatori.

  Marialuisa FARO (M5S) ritira il suo emendamento 125.19.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) esprime sorpresa per il parere contrario espresso dai relatori sull'articolo aggiuntivo Meloni 124.010, che prevede una riduzione al 5 per cento dell'aliquota IVA per le prestazioni alberghiere e di trasporto dei passeggeri. Sottolinea, qualora ce ne fosse bisogno, che il settore turistico è stato uno dei più colpiti dalla crisi conseguente all'epidemia e sarà probabilmente l'ultimo che raggiungerà i precedenti livelli di attività, anche perché sarà necessario che anche nel resto del mondo l'economia si riattivi.
  Per quanto riguarda la scelta dello strumento proposto, osserva che, a differenza di quanto previsto per gli interventi volti ad erogare liquidità alle imprese, la riduzione dell'IVA, sulla quale si sono espresse favorevolmente le associazioni di categoria, avrebbe un effetto immediato e Pag. 102talvolta l'utilizzo di uno strumento meno efficace ma più tempestivo può dare ottimi risultati.
  Chiede che l'articolo aggiuntivo Meloni 124.010, che rientra a pieno titolo tra gli interventi che dovrebbero essere inseriti nel provvedimento in esame, sia accantonato.

  Massimo GARAVAGLIA (LEGA) auspica che si arrivi a un momento di sintesi per l'approvazione di soluzioni comuni.
  Passa quindi a illustrare l'importanza per l'economia italiana del settore turistico, oltre a quello automobilistico, anch'esso in crisi. Il turismo assicura infatti circa 45 miliardi di euro di gettito annuo, una cifra tale da garantire un quarto della spesa annua per il personale della pubblica amministrazione, e con le presenze di stranieri contribuisce al miglioramento della bilancia dei pagamenti. Ricorda poi come il nostro Paese rappresentasse già prima dell'epidemia una destinazione matura, che deve tornare ad essere appetibile per evitare il declino, il quale comporterebbe una perdita di circa 35.000 posti di lavoro.
  Ribadisce infine la gravità dell'attuale crisi del turismo in Italia, che ha colpito anche il settore del turismo congressuale, il quale corre anche il rischio di essere sostituito dagli incontri in videoconferenza.
  Ritiene che la riduzione dell'IVA proposta dall'articolo aggiuntivo Meloni 124.010 possa essere una soluzione interessante, che potrebbe anche dare attuazione a quanto auspicato in sede europea in merito al trasferimento dall'imposizione indiretta a quella diretta. Invita a considerare con attenzione questa proposta come alternativa a un ulteriore aumento del deficit, il quale non può essere uno strumento per risolvere problemi strutturali, ma solo per affrontare spese impreviste.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Meloni 124.010, intende soffermare la propria attenzione sul settore del trasporto passeggeri, pesantemente penalizzato dalla crisi recente economico-sanitaria e che riveste una rilevanza tutt'altro che marginale nell'ambito del nostro sistema produttivo, se si pone mente al fatto che nella sola Lombardia esso impiega circa 8.000 addetti, coinvolgendo centinaia di operatori. Evidenzia in particolare come la ripresa del settore medesimo, in assenza di specifiche ed efficaci misure di sostegno, difficilmente potrà avvenire prima del prossimo anno, anche tenuto conto delle ripercussioni sulla mobilità derivanti dalle prescrizioni in materia di distanziamento sociale. In tale quadro, osserva come l'emendamento in questione si pone nell'ottica di ridurre al 5 per cento l'aliquota IVA sulle relative prestazioni, anche al fine di compensare i costi sostenuti dai soggetti operanti nel settore per le operazioni di sanificazione dei mezzi e, più in generale, di favorire la graduale ripresa dell'intero comparto.

  Mauro ROTELLI (FDI) chiede a relatori e Governo di accantonare l'articolo aggiuntivo Meloni 124.010, volto a ridurre l'aliquota IVA attualmente applicata al settore delle prestazioni alberghiere e di trasporto passeggeri, analogamente a quanto peraltro già deciso dal Governo in relazione a talune categorie di beni ritenuti essenziali nell'ambito della presente crisi epidemiologica, quali ad esempio i dispositivi di protezione individuale. Osserva in proposito che le suddette prestazioni integrano un settore assolutamente fondamentale all'interno del nostro sistema economico e produttivo, che pertanto necessità dell'adozione di tempestive misure incentivanti, tanto più in considerazione del fatto che prima della stagione 2021 difficilmente si potrà determinare una ripresa dei tradizionali flussi turistici, con conseguenti ricadute negative anche sull'intero indotto. Rammenta al riguardo che la bilancia tra movimenti turistici in ingresso e in uscita ha fatto mediamente registrare, prima dell'emergenza da COVID-19, un surplus per il nostro Paese di circa 10 miliardi di euro ogni anno, ora completamente azzerato. Nell'evidenziare Pag. 103la necessità di ripristinare quanto prima in favore delle imprese operanti nel settore i normali canali di liquidità, richiama le misure di ben diverso impatto adottate in materia da altri Paesi europei, quali ad esempio il piano di interventi a sostegno del comparto varato dalla Germania per un valore di circa 20 miliardi di euro, nella forma di una riduzione di 3 punti percentuali delle imposte indirette.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Meloni 124.010 e Magi 124.04.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) interviene sull'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018, volto a sostenere uno dei settori più rilevanti del nostro apparato economico, quello automobilistico, con particolare riferimento al versante delle attività economiche che a vario titolo utilizzano le autovetture quali beni strumentali, proponendo la deducibilità pressoché integrale dei costi sostenuti. Invita pertanto i relatori e il Governo a valutare con debita attenzione l'opportunità di procedere a un accantonamento della citata proposta emendativa, anche tenendo conto del trattamento di maggior favore già riservato dal Governo in rapporto ad altri mezzi di locomozione, soprattutto elettrici, come ad esempio i monopattini. Ricorda altresì che la deducibilità riconosciuta agli agenti di commercio per l'utilizzo delle auto aziendali è stabilita dalla legislazione vigente all'80 per cento delle spese sostenute, mentre per altri operatori economici la soglia risulta ancora inferiore. Rileva che peraltro gli oneri finanziari derivanti dall'articolo aggiuntivo in esame risulterebbero ampiamente compensati dai positivi effetti sull'intero tessuto economico derivanti dall'incremento della produzione automobilistica e dal conseguente gettito erariale, sul fronte sia delle imposte dirette sia di quelle indirette. Richiama altresì l'attenzione sulle criticità scaturenti dall'assai elevato stock di autovetture, soprattutto a gasolio, rimaste invendute a causa dell'emergenza sanitaria e che presto diventeranno obsolete, fermo restando che le aziende produttrici e le concessionarie potranno dedurre le perdite dai propri bilanci, con conseguente minor gettito per lo Stato anche per gli anni a venire. Nel ribadire pertanto l'opportunità di procedere a un accantonamento della proposta emendativa in esame, invita a riflettere in particolare sui benefici effetti prospettici della stessa, in termini di indotto, derivanti dalla sua auspicabile approvazione.

  Vanessa CATTOI (LEGA) invita i relatori e il rappresentante del Governo a riconsiderare il parere contrario in precedenza espresso sull'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018, tenuto conto che il settore dell’automotive incide sul PIL nazionale per una quota pari a circa il 10 per cento, impiegando nel complesso della filiera oltre 1,2 milioni di addetti. In tale quadro, appare a suo giudizio non più eludibile l'adozione di misure di sostegno e di incentivo all'intero comparto, ciò al fine di compensare e prevenire le drammatiche conseguente di natura economica e occupazionali causate dalla crisi epidemiologica in atto per effetto del blocco della produzione e del crollo degli acquisiti, che hanno fatto rispettivamente registrare nei confronti del corrispondente periodo del 2019 un calo di circa 5 milioni di unità e di circa 360.000 nuove immatricolazioni. Rileva come, nonostante i segnali allarmanti provenuti dalle principali associazioni di categoria in merito alle eccezionali difficoltà indotte dalla crisi sanitaria tuttora in corso, il decreto-legge in esame risulta sprovvisto di misure adeguate, tali da consentire di anche solo prospettare una prossima ripresa del settore, tanto più che anche le risorse stanziate nel fondo per l'acquisto delle autovetture a basse emissioni appaiono del tutto insufficienti.

  Rebecca FRASSINI (LEGA) ritiene che l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018, intervenendo in un settore profondamente penalizzato dalla crisi sanitaria da COVID-19, appare idoneo a delineare un percorso preciso per la ripresa della produzione e degli acquisti nel comparto dell’automotive, Pag. 104tramite, tra l'altro, l'eliminazione dei limiti di deducibilità attualmente previsti per le spese sostenute in relazione alle auto aziendali. Nel lamentare la colpevole assenza nel presente provvedimento di misure adeguate anche sotto il profilo finanziario, stigmatizza altresì la persistenza nel Governo di taluni pregiudizi di natura meramente ideologica che, come del resto più volte accaduto in merito al regime giuridico o economico da riconoscere alle scuole paritarie, hanno indotto l'Esecutivo a ritenere l'utilizzo delle auto aziendali come una sorta di indice di appartenenza a classi di operatori particolarmente privilegiate. Nel sottolineare la necessità di inviare ai soggetti attivi nel settore un messaggio circa la chiara volontà politica di intervenire con misure realmente efficaci, osserva che la proposta emendativa in esame tende altresì a recepire talune delle preoccupazioni manifestate dalle principali associazioni rappresentative del comparto audite in Commissione, tra cui in particolare Federauto, evidenziando inoltre come, a differenza che nel nostro Paese, la Francia ha varato un piano di interventi a sostegno dell’automotive del valore di circa 8 miliardi di euro.
  Nel ribadire la necessità di predisporre, allo scopo di uscire dalla crisi del settore, misure incentivanti, come già previsto in riferimento ai mezzi di locomozione elettrici, anche individuali, chiede quindi ai relatori e al Governo di accantonare l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018, al fine di compiere un ulteriore approfondimento delle questioni da esso affrontate.

  Vannia GAVA (LEGA) chiede un ripensamento dei relatori e del Governo sull'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018, che è volto a sostenere un comparto, come quello dell'industria automobilistica, fondamentale per il Paese sia in termini di fatturato che in termini di occupazione. In proposito evidenzia il rischio delle inevitabili ricadute sul PIL del blocco della produzione in tale comparto, conseguente all'alto numero di veicoli invenduti che rimarranno in magazzino. Sottolinea, inoltre, che l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018 ha lo scopo di incentivare l'acquisto di veicoli anche allineando la normativa fiscale italiana a quella di altri Paesi europei, come la Germania. Concludendo, ritiene necessario predisporre misure a sostegno del comparto automobilistico, come, tra l'altro, richiesto dai rappresentanti di tale comparto durante le audizioni riferite al provvedimento svolte presso la Commissione, anche al fine di promuovere la modernizzazione dell'ormai vetusto parco auto circolante in Italia.

  Roberto PELLA (FI), nel condividere le considerazioni dei colleghi della Lega intervenuti nel dibattito, ricorda che durante i cosiddetti Stati generali dell'economia, tuttora in corso, il Presidente del Consiglio ha indicato il rilancio dell'industria automobilistica come un punto cardine per la ripresa del Paese. Si domanda, pertanto, quale sia la ragione che impedisce alla maggioranza di dare seguito alle indicazioni dello stesso Presidente del Consiglio approvando l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018 e se non sia necessario un chiarimento politico interno.

  Manuela GAGLIARDI (M-NI-USEI-C !-AC), evidenziando che le difficoltà in cui versa il comparto automobilistico sono riconosciute anche dal Presidente del Consiglio, aggiunge che l'approvazione dell'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018 consentirebbe anche di sostenere una categoria finora dimenticata, quella dei lavoratori autonomi, prevedendo in loro favore la deduzione al cento per cento per l'acquisto di autovetture. Si associa, quindi, alla richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.018 per consentire ai relatori e al Governo di svolgere un ulteriore approfondimento.

  La Commissione respinge l'emendamento Garavaglia 124.018.

  Claudio BORGHI presidente, prende atto che è stata avanzata dai gruppi di opposizione la richiesta di una verifica del voto sull'emendamento Garavaglia Pag. 105124.018, non ritenendosi chiaro l'esito della votazione. Procede quindi alla verifica nominale della votazione, confermando che risulta respinto l'emendamento Garavaglia 124.018.

  Massimo GARAVAGLIA (LEGA), illustrando l'articolo aggiuntivo 124.019 a sua prima firma, dichiara di aver maturato il convincimento di essere caduto in errore quando, in veste di Viceministro dell'economia e delle finanze del Governo precedente, non si è opposto con sufficiente energia all'introduzione dell’ecobonus. Invero, adesso si è addirittura ritenuto di favorire la diffusione di monopattini, la cui circolazione si rivelerà ad alto tasso di incidentalità, peraltro a detrimento delle biciclette, ormai scomparse dal suolo romano. Con riguardo alla proposta emendativa, sottolinea che il comparto automobilistico ha necessità di un sostegno incisivo, anche alla luce della quantità di autoveicoli rimasti invenduti. L'introduzione di detrazioni per l'acquisto di autovetture, oltre a rilanciare il settore, consentirebbe anche il rinnovo del parco auto. Evidenzia come la proposta emendativa 124.018 a sua prima firma testé respinta avrebbe consentito anche di sostenere una delle categorie più colpite dalla crisi, quella dei lavoratori autonomi, nei cui confronti denuncia l'ingiustificato pregiudizio della maggioranza di Governo, ristorandoli così del maggior rischio a cui sono sottoposti rispetto ai lavoratori dipendenti. Concludendo, evidenzia che il sostegno al settore automobilistico permetterebbe anche di sostenere i livelli di occupazione. Al riguardo sostiene che i sussidi non sono lo strumento più idoneo per contrastare la disoccupazione, potendo avere effetti positivi solo in momenti di crisi e per brevi periodi.

  Ylenja LUCASELLI (FDI) dichiara di condividere la logica sottesa all'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019, che richiama l'attenzione sulle difficoltà del comparto automobilistico, che si trova ad affrontare, dopo il rallentamento della produzione nel 2019, anche un momento di transizione nelle abitudini industriali, dovuto al passaggio alla produzione di mezzi meno inquinanti. In proposito, ritiene più vantaggioso investire sulle imprese, mettendole in condizione di creare posti di lavoro, piuttosto che sui sussidi. Ritiene, quindi, opportuna la copertura finanziaria recata dall'articolo aggiuntivo in esame, che attinge alle risorse destinate al reddito di cittadinanza. Auspica, infine, che l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019 sia accantonato per consentire al Governo e ai relatori di svolgere ulteriori approfondimenti.

  Vanessa CATTOI (LEGA), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019, di cui è cofirmataria, segnala la nota inviata da alcune delle principali associazioni italiane dell’automotive, nella quale si esprime «sorpresa, delusione e, soprattutto, grande preoccupazione per la scelta del Governo di limitarsi al rifinanziamento del fondo per l'acquisto di autoveicoli a basse emissioni». Evidenzia che l'assenza di strumenti di sostegno al settore automobilistico – traino per la ripresa dell'intero settore manifatturiero – pone seriamente l'Italia di fronte al rischio di un processo di deindustrializzazione.
  Rileva che, mentre da un lato il Governo predispone consistenti misure di sussidio, dall'altro non si occupa di tutelare i livelli occupazionali dei settori produttivi nevralgici. Osserva che le misure di agevolazione fiscale previste dall'articolo aggiuntivo in esame concorrerebbero a rinnovare il parco-auto italiano, tra i più vetusti al mondo. Associandosi alle considerazioni del collega Garavaglia, sottolinea l'opportunità di elaborare una strategia a medio e lungo termine sullo sviluppo del Paese: infatti, promuovere l'acquisto di mezzi elettrici è una misura che, da un lato, non tiene delle capacità di approvvigionamento energetico del nostro Paese – da sempre dipendente dai fornitori esteri – e, dall'altro, pone un serio problema di smaltimento delle batterie esauste. Chiede, quindi, al Governo e ai relatori Pag. 106un supplemento di riflessione, accantonando l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019.

  Rebecca FRASSINI (LEGA), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019, di cui è cofirmataria, sottolinea che il provvedimento in esame, come gli altri adottati dal Governo, è privo di una visione di insieme, esempio plastico delle divisioni interne alla maggioranza. Osserva che gli interventi a sostegno del settore automobilistico non vanno nella direzione auspicata dalle associazioni di categoria nel corso delle audizioni svolte ma, al contrario, pongono il nostro Paese su un percorso di deindustrializzazione, come dimostra anche la vicenda dell'ILVA.
  Evidenzia che, ad avviso del proprio gruppo, il percorso di ripresa economica deve passare da un rilancio dell’automotive, che rappresenta l'11 per cento del PIL. Auspica che le forze meno ideologiche della maggioranza – segnatamente il Partito Democratico e Italia Viva – possano rivedere la propria posizione sull'articolo aggiuntivo in esame. Infine rileva la contraddizione di un provvedimento denominato «rilancio» di cui l'80 per cento è rappresentato da interventi di sussidio.

  Andrea MANDELLI (FI), associandosi alle preoccupazioni dei colleghi, esprime le preoccupazioni del suo gruppo per la crisi del comparto automobilistico, che potrebbe avere drammatici risvolti sul piano occupazionale. Al netto delle considerazioni sull'articolo aggiuntivo in esame, stigmatizza l'assenza di una strategia complessiva da parte del Governo, non in grado di assumere posizioni propositive.

  Vannia GAVA (LEGA), intervenendo sul medesimo articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019, di cui è cofirmataria, ribadisce che il gruppo Lega condivide in pieno i timori di tutto il mondo imprenditoriale circa le carenze e la scarsa attenzione del Governo. Osserva che il comparto automobilistico sarà uno dei settori che registrerà la ripresa più lenta: si stima infatti che entro la fine dell'anno il fatturato potrebbe calare fino al 50 per cento. Di fronte a questa catastrofe incombente, a suo avviso, occorrerebbe introdurre incentivi alle vendite per rinnovare il parco-auto, senza circoscrivere tali incentivi alla mobilità elettrica, anche in considerazione del fatto che l'Italia non dispone dell'infrastruttura di rete per sostenere tale mobilità.
  Stigmatizzando l'atteggiamento dell'Esecutivo, che nelle dichiarazioni pubbliche lancia appelli per coinvolgere l'opposizione, ma nelle sedi istituzionali è incapace di un dialogo costruttivo e proficuo, reitera l'invito al Governo e ai relatori a rivedere il parere sull'articolo aggiuntivo in esame, di cui chiede l'accantonamento.

  Paolo TRANCASSINI (FDI), associandosi alle considerazioni della collega Lucaselli, stigmatizza la totale mancanza di concretezza del Governo, che pensa di poter impostare la ripresa economica sugli incentivi all'acquisto dei monopattini. A suo avviso si tratta di una visione che prescinde del tutto dall'analisi concreta degli effetti devastanti che la pandemia ha prodotto nel sistema economico. Ritiene quindi che se tali indicazioni fossero state formulate in dichiarazioni pubbliche rese dal Presidente del Consiglio nella fase più critica dell'emergenza sanitaria, con tutta probabilità l'opinione pubblica e il sistema dei media si sarebbero mobilitati per chiedere un deciso cambio nella guida dell'Esecutivo.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) sottolinea che la logica di questo e dei successivi emendamenti presentati dal proprio gruppo aventi ad oggetto la deducibilità dei costi per l'acquisto di veicoli da parte dei cittadini è quella di sostenere i comparti produttivi, attraverso il pagamento di minori imposte e, di conseguenza, di tutelare l'occupazione, agevolando concretamente la ripresa economica del Paese. Evidenzia la mancanza di visione del Governo sui bisogni reali dell'economia italiana in questo particolare momento e a tale riguardo richiama il contenuto dell'emendamento con il quale si Pag. 107propone la proroga del pagamento dell'acconto e del saldo dell'Ires e dell'Irpef, che lascerebbe liquidità nel sistema economico ed eviterebbe ai cittadini e alle imprese che non sono in grado in questo momento di affrontare il pagamento di tali imposte di evitare il pagamento di sanzioni anche molto pesanti. Ricorda che la proroga è stata disposta frequentemente, da ultimo l'anno scorso, e che in passato avveniva attraverso un semplice decreto del Presidente del consiglio dei ministri.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) richiama le motivazioni alla base della proposta emendativa in esame, essendo l’automotive un settore fondamentale per la ripresa economica del Paese, come ben sottolineato dalle associazioni di categoria intervenute in audizione. Osserva che l'apporto economico di tale settore è necessario anche al fine di conseguire le entrate necessarie per disporre le misure di sostegno ai lavoratori, come ad esempio la cassa integrazione guadagni. Esprime stupore per la priorità accordata dalla maggioranza e dal Governo alla mobilità sostenibile, attraverso incentivi per l'acquisto ad esempio di monopattini, piuttosto che al sostegno alle imprese in difficoltà. Invita pertanto il Governo e la maggioranza ad accantonare la proposta emendativa, ai fini di un successivo approfondimento, auspicando che il tema in essa contenuto venga adeguatamente affrontato.

  Maura TOMASI (LEGA), facendo proprie le considerazioni espresse dai colleghi del proprio gruppo, sottolinea l'enorme portata del crollo del settore dell'automobile, rispetto al quale non comprende l'ostilità del Governo e della maggioranza. Nel paventare il rischio che la visione del Governo sia volta al solo assistenzialismo, giudica l'intervento a sostegno del settore automotive necessario non solo per il rilancio delle imprese del settore, ma anche per la conseguente creazione di ricchezza e quindi per avere maggiori entrate nelle casse dello Stato.
  Quanto agli ecobonus previsti nel decreto per l'acquisto di veicoli elettrici, paventa il rischio di eventuali conseguenze negative sia per l'ambiente, in ordine allo smaltimento delle batterie al litio, sia nel caso in cui si provochi un incendio, rispetto al quale non si può intervenire nei modi consueti e con tempestività. Invita pertanto il Governo e la maggioranza ad accantonare la proposta emendativa, anche ai fini di una eventuale riformulazione del testo e della copertura finanziaria, sottolineando l'importanza della sopravvivenza delle imprese anche ai fini della tutela occupazionale.

  Emanuele CESTARI (LEGA) esprime delusione sia a titolo personale sia a nome dei soggetti appartenenti al mondo delle quattro ruote, per il quale il provvedimento in esame non prevede misure significative, limitandosi al solo rifinanziamento del fondo per l'acquisto di veicoli a basse emissioni. Nel sottolineare il rischio di una deindustrializzazione nel settore, suggerisce di intervenire con una importante campagna di incentivi per la rottamazione, al pari di quanto fatto da altri Paesi europei, ricordando come questa misura in passato abbia portato ad un aumento delle immatricolazioni tale da assorbirne la spesa con il maggior gettito dell'IVA sui nuovi veicoli immatricolati. Invita pertanto il Governo e i relatori a rivedere il parere contrario, a suo giudizio incomprensibile, sulla proposta emendativa in esame.

  Leonardo DONNO (M5S) sottolinea l'incoerenza delle considerazioni dei colleghi della Lega che, da un lato si preoccupano dell'inquinamento provocato dall'eventuale incendio di un'auto elettrica ma non esitano a promuovere la costruzione di inceneritori e, dall'altro, criticano la misura dell’ecobonus quando ad averla introdotta è la stessa giunta regionale lombarda, a guida leghista. Ritenendo pertanto improbabile che il collega Garavaglia volesse smentire la linea politica della giunta lombarda, considera le sue osservazioni frutto di una momentanea confusione.

Pag. 108

  Massimo GARAVAGLIA (LEGA), intervenendo per fatto personale, precisa che, in relazione al rischio provocato dall'eventuale incendio di un'auto elettrica, quello sollevato più che un tema ambientale è un tema di sicurezza, non potendosi spegnere l'incendio con l'acqua e non giudicando sempre del tutto efficaci i sistemi di sicurezza che permettono il distacco delle batterie.
  In ordine alla provocazione del collega Donno relativamente all’ecobonus, fa presente che la misura, adottata dal provvedimento a livello nazionale e non locale, incentiva solo una tecnologia, prevedendo peraltro in modo inopportuno un malus, a suo giudizio da abrogare, come proposto infatti da un emendamento del proprio gruppo. Ritiene che gli incentivi all'auto elettrica costituiscano un aiuto solo per il Paese che detiene il monopolio delle batterie, ovvero la Cina, il cui vantaggio competitivo non potrà essere recuperato anche nel caso di diffusione di stabilimenti in Italia. Invita invece il Governo e la maggioranza a prendere in considerazione il metano, il cui inquinamento è assai basso in caso di utilizzo per autotrazione. Osserva, al riguardo, che nel caso di mezzi pesanti, non essendo efficace la mobilità elettrica, si possono prendere in considerazione due sole tecnologie, ovvero l'idrogeno, che implica in ogni caso una dipendenza dai paesi produttori di energia elettrica, o il metano liquido, a suo giudizio del tutto preferibile essendo la filiera tutta italiana.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Garavaglia 124.019.

  Massimo GARAVAGLIA (LEGA) illustra le finalità dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 124.020, che reca disposizioni incentivanti sotto forma di deducibilità dei costi di acquisto delle autovetture. Esprime quindi profondo rammarico per la totale assenza nel decreto-legge in esame di misure di sostegno al settore automobilistico, nonostante il Governo abbia ottenuto l'autorizzazione all'indebitamento netto per circa 55 miliardi di euro per l'anno in corso. Ritiene che tale carenza risulta ancor più immotivata a fronte della necessità di provvedere al rinnovo del nostro parco auto, tra i più vecchi dell'intero continente europeo, e di sostenere contemporaneamente le produzioni italiane della componentistica, dei motori a gasolio e degli impianti frenanti che spesso si collocano ad un livello di prima eccellenza nel mondo intero. Evidenzia come la mancanza al riguardo di scelte efficaci da parte del Governo denoti il suo colpevole disinteresse rispetto al posizionamento strategico del nostro Paese e del suo sistema manifatturiero in un settore così rilevante, sempre più insidiato da una transizione verso un nuovo paradigma tecnologico e produttivo che, a suo avviso, deve essere necessariamente improntata a un criterio di ragionevole gradualità, pena la perdita di numerosi posti di lavoro e la penalizzazione di tante imprese italiane operanti nel comparto. Osserva altresì che l'articolo aggiuntivo in commento è volto a consentire, tramite appositi incentivi all'acquisto, lo smaltimento dell'elevato stock di autovetture rimaste invendute presso i concessionari a causa della crisi epidemiologica. Rileva, infine, che esso fa parte di un complesso di ulteriori proposte emendative presentate dalla Lega aventi l'analoga finalità di affrontare le diverse questioni attinenti al rilancio del settore automobilistico.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel premettere la posizione di assoluta rilevanza detenuta a livello globale dal settore automobilistico, capace da solo di rappresentare circa il 7 per cento del PIL europeo e fonte di ragguardevoli investimenti nel campo della ricerca e dello sviluppo, osserva come il rinnovo del nostro parco circolante debba necessariamente essere accompagnato, come dianzi evidenziato dal collega Garavaglia, da un processo di transizione graduale in grado di coniugare gli obiettivi dell'evoluzione tecnologica e della riduzione dell'inquinamento alla tutela dei livelli occupazionali e delle quote di mercato presidiate delle nostre aziende, sempre più chiamate a confrontarsi sul Pag. 109piano concorrenziale. Rammenta, altresì, come le principali associazioni di categoria abbiano già avuto modo di divulgare un piano integrato di interventi nel settore dell’automotive secondo una molteplicità di linee di azione, prevalentemente incentrate su meccanismi di incentivi all'acquisto delle autovetture e di garanzie di liquidità per le imprese operanti nel comparto.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, secondo le intese unanimemente intercorse tra i gruppi, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.

  La seduta termina alle 17.50.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 17 giugno 2020. — Presidenza del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 17.50.

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus.
Testo unificato C. 2451 e abb.
(Parere alla XII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 giugno 2020.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, ricorda che nella seduta dell'8 giugno 2020 la rappresentante del Governo si era riservata di fornire i chiarimenti richiesti dalla relatrice.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI deposita agli atti della Commissione una nota della Ragioneria generale dello Stato contenente elementi di chiarimento alle richieste della relatrice (vedi allegato).
  Ad integrazione di tale nota, fa inoltre presente che il Dipartimento dell'amministrazione generale, del personale e dei servizi, con riferimento all'articolo 2, in materia di sostegno alla ricerca scientifica, ha proposto di chiarire – nella norma primaria ovvero nel decreto attuativo – che l'importo da donare sia al lordo delle ritenute fiscali e previdenziali. La gestione sarebbe infatti tecnicamente molto complessa qualora la donazione corrispondesse all'importo netto, in quanto risulterebbe impossibile individuare l'effettiva aliquota IRPEF da applicare. Inoltre, raccomanda il rispetto del termine di trenta giorni per la definizione del decreto interministeriale di cui al comma 3 dell'articolo 2, in quanto le modalità applicative dovranno essere note tempestivamente per la realizzazione di alcuni sviluppi che inevitabilmente comporta la scelta di una donazione in ore di lavoro, rispetto alla donazione da effettuare tramite ritenuta di una somma da applicare sulla retribuzione netta. Tali modalità applicative dovranno inoltre stabilire se l'importo lordo da donare preveda che la contribuzione a carico del datore di lavoro sia anch'essa da devolvere alla ricerca o rimanga invece valida ai fini del montante contributivo del dipendente.
  Inoltre il Ministero dell'istruzione, nel comunicare, con riferimento all'articolo 4, in materia di celebrazione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Coronavirus negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, che le iniziative previste per la medesima Giornata nazionale rientrano nell'ambito dell'impianto curricolare per la promozione dell'educazione alla salute, al fine di scongiurare i nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica paventati dalla Ragioneria generale dello Stato – che all'uopo chiede appunto la predisposizione di apposita relazione tecnica – ha proposto di prevedere piuttosto che l'obbligo di promuovere e organizzare iniziative didattiche, percorsi di studio ed eventi dedicati alla comprensione e all'apprendimento dei temi relativi alla diffusione dell'epidemia da Coronavirus, la mera facoltà per le Pag. 110istituzioni scolastiche, nel rispetto del principio di autonomia richiamato dalla stessa disposizione, di celebrare la Giornata nazionale in questione, analogamente ad altre similari Giornate.

  Daniela TORTO (M5S), relatore, si riserva di approfondire i chiarimenti forniti dalla rappresentante del Governo ai fini della predisposizione di una proposta di parere.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.55.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 17 giugno 2020. — Presidenza del vicepresidente Giuseppe BUOMPANE. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 17.55.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante «Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza».
Atto n. 175.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

  Giorgio LOVECCHIO (M5S), relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame, recante «Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14», è predisposto in attuazione della delega ad hoc contenuta nella legge 8 marzo 2019, n. 20, recante «Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155», ivi prevedendosi per l'appunto ulteriori modifiche e correzioni al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 «Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza».
  Con riferimento all'articolo 3, che apporta modifiche alle disposizioni del Capo I e del Capo II del Titolo II del Codice, che disciplinano rispettivamente gli strumenti di allerta e gli organismi di composizione della crisi d'impresa, non ha osservazioni in merito ai commi da 1 a 3 e 5, ritenuto il contenuto ordinamentale delle modifiche ed integrazioni ivi apportate.
  D'altro canto, in merito poi al comma 4, posto che la norma ivi prevista reca la nuova disciplina dell'obbligo di segnalazione dell'Agenzia delle entrate, andrebbero attentamente valutati i riflessi sul piano procedimentale di tale rideterminazione.
  Si ricorda che l'adempimento dell'obbligo di segnalazione da parte dell'Agenzia delle entrate è prescritto a pena di inefficacia del titolo di prelazione spettante sui crediti, per cui andrebbe assicurato che dal passaggio al criterio del 30 per cento del fatturato con minimi di esposizione debitoria variabili da euro 25.000 a euro 100.000 a seconda del volume d'affari, agli importi fissi, senza più soglie percentuali, variabili da euro 100.000 a euro 1.000.000 non derivino eccessivi aggravi per l'Agenzia che possano poi determinare la perdita del diritto di prelazione per inosservanza dell'obbligo di segnalazione. Tali eventuali effetti indiretti andrebbero valutati anche in relazione all'esplicitazione del termine di sessanta giorni per l'avviso al debitore da parte dell'Agenzia delle entrate, posto che la versione vigente dell'articolo 15, comma 3, non prevede alcun termine.
  In merito all'articolo 4, recante modifiche alla Parte Prima (Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza), Titolo II (Procedure di allerta e di composizione assistita della crisi), Capo II (Organismo di Pag. 111composizione della crisi d'impresa), del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, sul comma 2 andrebbe comunque confermato che il trasferimento della competenza relativamente alla adozione delle misure protettive nell'ambito delle procedure di allerta, dal tribunale in composizione «collegiale» a quello in composizione «monocratica» – cosiddetto giudice designato – tenuto conto che la stessa norma sottolinea che tale trasferimento avverrebbe in favore di giudici ad elevata «specializzazione» – non si accompagni anche alla determinazione di nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con riferimento ad attività istruttorie o accertative da porre necessariamente in essere da parte di quest'ultimo ai fini della raccolta degli elementi istruttori finalizzati alla adozione delle «misure protettive». In relazione alle norme di cui ai commi 1 e 3-4, ritenendo di mero tenore ordinamentale il contenuto delle modificazioni ed integrazioni alle norme vigenti ivi previste, non ha osservazioni da formulare.
  Con riferimento all'articolo 7, recante modifiche alla Parte Prima (Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza), Titolo III (Procedure di regolazione della crisi e dell'insolvenza), Capo IV (Accesso alle procedure di regolazione della crisi e dell'insolvenza), del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, fa presente che, in merito al comma 1, andrebbe confermato che l'estensione della possibilità del pubblico ministero di intervenire in tutti i procedimenti diretti all'apertura di una procedura di regolazione della crisi e dell'insolvenza e non solo alla liquidazione giudiziale e di partecipare eventualmente al successivo appello, sia in concreto realizzabile potendo l'ufficio del pubblico ministero avvalersi a tal fine delle sole risorse umane e strumentali che sono già previste nella sua disponibilità ai sensi della legislazione vigente. Andrebbe quindi fornita una stima del numero di interventi su base annua, da rapportare con la presenza di pubblici ministeri che si occupano della materia nei vari distretti giudiziari. Con specifico riferimento al comma 6 del predetto articolo 7, segnala che andrebbe confermato che l'integrazione dei documenti di cui è stabilito l'obbligo di pubblicazione nel registro delle imprese (piano e l'attestazione di omologa del concordato preventivo) possa trovare attuazione senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Per i profili di quantificazione recati dal comma 7, premesso che le modifiche in esame consentono l'omologazione degli accordi di ristrutturazione anche senza l'adesione degli enti gestori di previdenza o assistenza e si applicano anche al concordato preventivo, finora non contemplato dalla norma, ritiene che ne andrebbero valutati i riflessi per i crediti previdenziali. Infatti, pur in presenza della prescrizione della convenienza rispetto all'alternativa liquidatoria, anche sulla base delle risultanze della relazione del professionista indipendente, ciò potrebbe aumentare i rischi di mancato recupero dei crediti considerata la difficoltà di effettuare valutazioni di convenienza e in presenza di una mancata adesione degli enti, presumibilmente motivata.
  Con riferimento all'articolo 9, recante modifiche alla Parte Prima (Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza), Titolo IV (Strumenti di regolazione della crisi), Capo I (Accordi) Sezione II (Strumenti negoziali stragiudiziali soggetti ad omologazione), del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, in particolare al comma 3 che riformula l'articolo 63, osserva che la disciplina attuale, riferendosi alla «transazione fiscale» esclude dal suo campo di applicazione i contributi previdenziali che ora vengono ad essere inclusi. Andrebbero quindi fornite, a suo avviso, maggiori informazioni sugli effetti per le casse degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie. Inoltre, andrebbe chiarito se la precisazione che il debitore può sia proporre un pagamento parziale sia un pagamento dilazionato sia estensiva o meno rispetto all'applicazione della attuale disciplina della transazione.
  In merito all'articolo 12, recante modifiche alla Parte Prima (Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza), Titolo IV (Strumenti di regolazione della crisi), Capo Pag. 112II (Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento), Sezione III (Concordato minore), del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, per i profili di quantificazione inerenti, in particolare, al comma 6, ovvero circa l'inserimento della previsione che consente l'omologazione del concordato minore da parte del giudice, oltre che in mancanza di adesione da parte dell'amministrazione finanziaria, anche in mancanza di adesione da parte degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatorie, occorre, a suo avviso, formulare alcune considerazioni in merito alla certificata neutralità della disposizione. In proposito, pur considerando che la proposta di soddisfacimento degli enti gestori di forme di previdenza o assistenza obbligatoria deve essere conveniente rispetto all'alternativa liquidatoria, per espressa previsione dell'articolo 80, comma 3, evidenzia che la mancata adesione degli enti dovrebbe far considerare con prudenza l'effettiva convenienza della proposta di concordato. Poiché tale disciplina è già prevista per l'Amministrazione finanziaria, segnala che sarebbero utili dati sugli effetti dell'applicazione della norma con riferimento ai crediti tributari. Sui commi da 1 a 5 e 7-8, ritenuto il tenore ordinamentale delle disposizioni ivi previste, non ha osservazioni da formulare.
  Con riferimento all'articolo 25, recante modifiche alla Parte Prima (Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza), Titolo V (Liquidazione giudiziale), Capo IV (Esercizio dell'impresa e liquidazione dell'attivo, Sezione II (Vendita dei beni), del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, per i profili di quantificazione recati dal comma 1, lettera a), laddove si sostituisce il comma 2 dell'articolo 216 CCI, premesso che la relazione tecnica assicura che gli oneri per gli ausiliari sono comunque posti ordinariamente a carico della procedura, senza ulteriori aggravi per la finanza pubblica, fa presente come occorra non di meno formulare alcune osservazioni. In particolare, come la stessa relazione tecnica specifica, non esistendo allo stato attuale una statistica delle casistiche in cui si potrebbero verificare situazioni di incapienza delle procedure – ipotesi che secondo la relazione tecnica sarebbero da considerare come del tutto residuali – è però concreto il rischio di riflessi ipotizzabili relativamente a nuovi oneri per spese di giustizia: nel caso in cui per l'appunto, la massa attiva della procedura si dovesse rivelare incapiente. A tale proposito, segnala che andrebbero pertanto richiesti tutti gli elementi e i dati che siano utili a comprovare comunque la sostenibilità di tali nuovi e maggiori oneri, all'occorrenza, a valere degli stanziamenti previsti ai sensi della legislazione vigente per le spese di giustizia. Eventualmente, anche attraverso una loro rimodulazione. Sul punto, rammenta comunque che gli stanziamenti in questione sono classificati in bilancio come di spesa «obbligatoria», ciò che a rigore come noto li renderebbe di per sé inidonei alla copertura di nuovi e maggiori oneri di spesa.
  In merito all'articolo 31, recante modifiche alla Parte Prima (Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza), Titolo V (Liquidazione giudiziale), Capo X (Esdebitazione), Sezione I (Esdebitazione del sovraindebitato), del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, fa presente che andrebbero fornite delucidazioni sulle modalità di attuazione del nuovo obbligo di pubblicazione su sito web del tribunale o del Ministero della giustizia dei decreti che dichiarano l'esdebitazione del consumatore o del professionista, di cui all'articolo 282, comma 1. Infatti, la relazione tecnica si limita a descrivere la norma mentre ritiene che andrebbe chiarito che da tale nuovo adempimento non discenderanno nuovi oneri per i tribunali o per il Ministero o che ad essi, opportunamente quantificati, si potrà far fronte con le risorse ordinariamente disponibili anche attraverso una loro riprogrammazione.
  Con riferimento, infine, all'articolo 42, recante disposizioni finanziarie, posto che la norma reca la clausola di neutralità, valida per tutte le disposizioni contenute nello schema di decreto, fa presente che occorre giocoforza richiamare i contenuti che l'articolo 17, comma 6-bis, della legge Pag. 113di contabilità, impone alla relazione tecnica affinché tale invarianza d'oneri risulti adeguatamente dimostrata. In tal senso, ribadisce infatti che, ogni qualvolta nuove norme si associano a siffatte clausole, la relazione tecnica dovrebbe completarsi con la dettagliata illustrazione dei dati e di tutte le informazioni indispensabili a comprovarne l'effettiva sostenibilità dei relativi adempimenti a valere delle risorse già previste ai sensi della legislazione vigente, nonché a suffragare l'ipotesi di invarianza degli effetti sui saldi di finanza pubblica, non solo fornendo l'indicazione dell'entità delle risorse già esistenti nel bilancio e delle relative unità gestionali, ma anche rappresentando indicazioni puntuali circa la loro utilizzabilità anche attraverso una «riprogrammazione». In ogni caso, restando precluso il ricorso a tali clausole, in presenza di spese di natura giuridicamente obbligatoria.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI, rispondendo alle richieste di chiarimento illustrate dal relatore, evidenzia che al comma 2 dell'articolo 15 del Codice – così come novellato dall'articolo 3, comma 4, del presente schema di decreto – il nuovo criterio di individuazione della soglia di esposizione debitoria oltre la quale l'Agenzia delle entrate è tenuta ad avvisare il debitore garantisce maggiormente la concreta funzionalità dell'istituto, in quanto consente di contenere entro limiti gestibili il numero di segnalazioni.
  Segnala che al comma 3 dell'articolo 15 del Codice – così come novellato dall'articolo 3, comma 4, del presente schema di decreto – il termine entro il quale l'Agenzia delle entrate deve inviare l'avviso al debitore è sufficientemente ampio da consentire all'Agenzia di individuare i soggetti che abbiano superato la soglia di esposizione debitoria e inviare il relativo avviso.
  Fa presente che all'articolo 4, comma 2, il trasferimento della competenza relativamente all'adozione delle misure protettive nell'ambito delle procedure di allerta di cui all'articolo 20, comma 2, del Codice deve inquadrarsi nel progetto generale di riforma del rito processuale in ogni settore (dal civile al penale) coinvolgendo, altresì, anche l'ambito preventivo delle situazioni di allerta della crisi d'impresa.
  Sottolinea che, in tale direzione, l'assegnazione delle istanze ad un giudice monocratico, di alta e comprovata specializzazione nella materia trattata, consente, rispetto alla composizione collegiale del tribunale, una più celere trattazione di procedimenti tendenzialmente tipizzati, con indubbi effetti di efficientamento anche in tema di acquisizione di ulteriori accertamenti od istruttorie che potranno rendersi necessari per l'adozione delle predette misure, adempimenti per lo più di natura amministrativa e che rientrano nell'ambito delle ordinarie attività istituzionali, fronteggiabili a valere delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
  Riguardo all'articolo 7, che al comma 1 sostituisce l'articolo 38 del Codice, rappresenta che l'intervento del pubblico ministero in tutti i procedimenti diretti all'apertura di una procedura di regolazione della crisi e dell'insolvenza, così come in fase di appello, è previsto come facoltà e, quindi, eventualità, non realizzando al contrario una forma di intervento necessario in ambito processuale.
  Fa presente, pertanto, che, in termini di economicità procedurale, la predetta partecipazione dell'organo inquirente sarà determinata dalla rilevanza o contraddittorietà della causa o di aspetti della stessa: la calendarizzazione degli interventi dei pubblici ministeri nei vari distretti giudiziari potrà avvenire sulla base della programmazione dei ruoli di udienza e alla luce di una distribuzione equa e ponderata dei carichi lavorativi e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica in quanto le attività connesse potranno essere fronteggiate attraverso le risorse umane e strumentali già previste nella disponibilità degli uffici del pubblico ministero a legislazione vigente.
  Per quanto concerne il comma 6 dell'articolo 7, che prevede la pubblicazione nel registro delle imprese del piano e dell'attestazione di omologa del concordato preventivo, costituendo adempimenti Pag. 114istituzionali ed amministrativi che vengono ordinariamente svolti per via telematica, conferma che dalla loro attuazione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  In merito all'articolo 25, comma 1, lettera a), laddove si prevede che per l'attuazione dell'ordine di liberazione di un immobile, il giudice delegato può avvalersi della forza pubblica e nominare ausiliari ai sensi dell'articolo 68 del codice di procedura civile, rappresenta che la liquidazione dei compensi di quest'ultimi si inquadra nell'ambito dei crediti prededucibili che, anche nel caso di incapienza dell'attivo trovano ugualmente soddisfazione con grado di priorità rispetto agli altri crediti che concorrono solo successivamente a questi ultimi, i quali o rimangono a carico della procedura o sono liquidati immediatamente prima della distribuzione della massa attiva o di ciò che residua della stessa, senza determinare nuovi o maggiori oneri per spese di giustizia a carico della finanza pubblica.
  Fa presente che la modifica all'articolo 282, comma 1, del Codice, disposta dall'articolo 31 dello schema di decreto, in merito all'obbligo di pubblicazione sul sito web del Tribunale o del Ministero della giustizia dei decreti che dichiarano l'esdebitazione del consumatore o del professionista, non è suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, giacché l'onere relativo al nuovo adempimento s'inserisce nell'ambito del programma di informatizzazione dei processi in atto che ha già sviluppato tutta una serie di applicativi funzionali alla gestione informatica delle diverse attività giudiziarie ivi comprese gli interventi innovativi sia in termini strutturali che gestionali dei siti dell'amministrazione giudiziaria.
  In conclusione conferma l'effettiva sostenibilità della clausola di invarianza finanziaria contenuta nel testo.

  Giorgio LOVECCHIO (M5S), relatore, si riserva di formulare una proposta di parere sulla base degli elementi di chiarimento forniti dal Governo.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alle modalità di erogazione, per le annualità 2018 – 2021, delle risorse del Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano.
Atto n. 176.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno.

  Pietro NAVARRA (PD), relatore, ricorda che il presente schema di decreto reca le modalità di erogazione, per le annualità 2018-2021, del Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale, istituito dall'articolo 6, comma 7, del decreto-legge n. 81 del 2007. Rammenta, in proposito, che detto Fondo risulta allocato sul capitolo 446 del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, con una dotazione – per il periodo considerato – pari a un milione di euro per il 2018, a 15 milioni di euro per il 2019, a 15.641.995 euro il 2020 e a 19.496.797 per il 2021. Per quanto di interesse della Commissione bilancio, rileva che l'articolo 2 dello schema individua nei comuni i cui territori confinano con le regioni autonome Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia – che a loro volta costituiscono due distinte macroaree – i destinatari del Fondo.
  Segnala che il successivo articolo 3 chiarisce che la ripartizione del Fondo è effettuata tenendo conto della popolazione e della superficie dei comuni appartenenti a ciascuna delle due macroaree, in una misura comunque rispettivamente pari al 42,5 e al 57,5 per cento, specificando che eventuali somme derivanti da residui, economie conseguite al termine della realizzazione Pag. 115degli interventi o revoche potranno integreranno la dotazione del Fondo medesimo per gli esercizi finanziari successivi.
  Fa presente che l'articolo 4 elenca puntualmente gli ambiti di intervento finanziabili a valere sulle risorse del Fondo in oggetto, mentre l'articolo 5 stabilisce che il limite massimo di finanziamento ammissibile per ciascun intervento è determinato dal rapporto tra le risorse disponibili e il numero complessivo dei comuni interessati. In relazione al citato articolo 5, segnala peraltro la necessità, sul mero piano formale, di correggere un refuso, inserendo la parola: «che» dopo le parole: «tenendo conto».
  Rileva che gli articoli 6, 7 e 8 concernono, rispettivamente, la progettazione e la realizzazione degli interventi, le modalità di presentazione delle domande di finanziamento e la verifica di rispondenza degli interventi presentati ai criteri di finanziamento.
  Fa presente che, a tale ultimo scopo, l'articolo 9 istituisce presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri la Commissione per la verifica di rispondenza dei progetti presentati ai criteri di finanziamento, presieduta dallo stesso Capo del Dipartimento e composta da altri quattro membri, di cui due dirigenti in servizio presso il Dipartimento medesimo e due esperti di comprovata esperienza nella valutazione dei progetti di sviluppo economico e sociale designati dalla Conferenza unificata. La disposizione in commento prevede altresì che ai componenti della suddetta Commissione, i cui lavori sono supportati da una segreteria tecnica composta da personale interno al citato Dipartimento, non spetti «alcun compenso né rimborso spese».
  Al riguardo, ritiene necessario acquisire una conferma dal Governo circa il fatto che al funzionamento della citata Commissione di verifica possa comunque provvedersi senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, nonché l'avviso dello stesso in merito all'opportunità di riformulare in maniera estensiva la clausola di invarianza, al fine di precisare che ai membri della Commissione non spetta «alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso spese o emolumento comunque denominato».
  Rileva che gli articoli 10, 11 e 12 dettano inoltre disposizioni relative, rispettivamente, alle modalità di pubblicazione degli elenchi dei comuni ammessi al finanziamento, alle procedure di finanziamento nonché al monitoraggio degli interventi e alla eventuale revoca dei finanziamenti erogati.
  Segnala, infine, che l'articolo 13 prevede l'iscrizione del Fondo in parola in apposito capitolo gestito dal centro di responsabilità n. 7 del Dipartimento per agli affari regionali e le autonomie presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI si riserva di fornire gli elementi di chiarimento richiesti dal relatore.

  Giuseppe BUOMPANE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 18.10.

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