CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 maggio 2020
376.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 45

RISOLUZIONI

  Mercoledì 27 maggio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 14.05.

7-00288 e 7-00455 Siragusa: Sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all'estero.
7-00461 Grande: Sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all'estero.
7-00481 Zoffili: Sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all'estero.
7-00484 Fitzgerald Nissoli: Sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all'estero.
7-00485 Schirò: Sugli strumenti informatici a supporto dei connazionali all'estero.
(Discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che le risoluzioni in titolo, vertendo tutte sulla medesima materia, in assenza di obiezioni saranno discusse congiuntamente.

  Elisa SIRAGUSA (M5S), illustrando gli atti di indirizzo di cui è prima firmataria, quanto alla risoluzione 7-00288, che risale Pag. 46al 2019, segnala che essa è finalizzata alla istituzione di un portale unico in cui centralizzare tutte le informazioni utili agli italiani che intendano trasferire la loro residenza all'estero, come pure per coloro che risultino già residenti all'estero, nonché per i connazionali che intendono rientrare in Italia, potendo fruire di incentivi fiscali ed economici. Con riferimento alla risoluzione 7-00455, ne evidenzia le finalità rispetto all'esigenza di colmare le lacune nella comunicazione istituzionale, emerse nel corso dell'emergenza da Covid19 e da cui è derivato un gran numero di richieste di informazioni anche agli stessi parlamentari di questa Commissione. In generale rileva che, considerata la piena funzionalità delle applicazioni connesse alla Unità di crisi della Farnesina, sarebbe utile per l'utente poter ricevere automaticamente tutti gli aggiornamenti legati all'emergenza, targettizzati in base allo specifico Paese – come, ad esempio, le date di nuovi voli speciali – direttamente sul proprio dispositivo – tramite email o sms –, anziché doversi destreggiare quotidianamente alla ricerca di informazioni su diversi siti di ambasciate e consolati, oltre che sui canali social facenti capo alla rete diplomatico-consolare. Facendo presente di avere presentato anche un atto di sindacato ispettivo su questa materia, propone, infine, un breve ciclo di audizioni per approfondire la materia, partendo dall'audizione del Direttore Generale del MAECI per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali, e del direttore dell'Unità di crisi della Farnesina, Stefano Verrecchia.

  Marta GRANDE, presidente, illustrando a sua volta la risoluzione a propria firma 7-00461, evidenzia che essa parte dalle stesse premesse delle risoluzioni presentate dalla collega Siragusa, ovvero dalla necessità di istituire una piattaforma virtuale unificata per i servizi consolari resi ai connazionali all'estero, in grado di superare l'attuale sistema caratterizzato da disomogeneità ed eccessiva frammentazione, come la crisi pandemica ha fatto emergere. Poiché le risoluzioni in titolo appaiono integrarsi l'una con l'altra, ritiene opportuno esperire in una prossima seduta un tentativo di proposta di un testo unificato di tutti gli atti in titolo. Si associa, infine, alle considerazioni della deputata Siragusa sull'opportunità di procedere ad un ciclo di audizioni.

  Paolo FORMENTINI (Lega), illustrando la risoluzione Zoffili n. 7-00481, di cui è cofirmatario, esprime apprezzamento per il lavoro svolto dallo stesso collega Zoffili, nel solco della mozione a sua prima firma n. 1-00239, sottoscritta da tutti i Gruppi e approvata dalla Camera il 5 febbraio scorso. Coglie l'opportunità di questa discussione per tornare ad evidenziare la necessità di maggiori risorse per incrementare il personale e le dotazioni dell'Unità di crisi della Farnesina, allo scopo di potenziarne i servizi di assistenza erogati e di rafforzare la sala operativa posta a sua disposizione. Al riguardo, ricordando che nell'ambito dell'esame dei decreti-legge sull'emergenza Covid19 sono stati respinti gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati dalla Lega e volti a rafforzare la struttura dell'Unità di crisi, si associa alla richiesta di audizione del Direttore Verrecchia, rinnovando l'apprezzamento per il lavoro svolto da tale struttura e dall'Ufficio del MAECI per le relazioni con Parlamento nell'attività di supporto e di rimpatrio dei nostri connazionali all'estero in difficoltà a causa della pandemia.

  Osvaldo NAPOLI (FI), illustrando la risoluzione Fitzgerald Nissoli n. 7-00484, che dichiara di sottoscrivere, evidenzia che essa punta ad implementare la dotazione di strumenti informatici di cui il MAECI dispone per assistere i connazionali, anche alla luce delle necessità emerse con la pandemia da coronavirus. In questo senso, l'atto muove nella stessa direzione delle altre risoluzioni in titolo, ma proprio perché la pandemia ha evidenziato l'esigenza usare di più gli strumenti informatici, esso è finalizzato ad impegnare il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale all'utilizzo della piattaforma Pag. 47informatica anche per alcuni servizi anagrafici ai connazionali all'estero, snellendo le procedure e riducendo la mole di lavoro dei consolati. Inoltre, ritiene importante che tale piattaforma preveda delle apposite stanze virtuali per le riunioni istituzionali dell'Amministrazione degli affari esteri. Sottolinea, infine, la necessità di realizzare una piattaforma in grado di garantire sicurezza nelle comunicazioni. Per questa ragione, auspica che siano inseriti in un eventuale testo unificato condiviso gli impegni specifici della risoluzione Fitzgerald Nissoli n. 7-00484.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), illustrando la risoluzione Schirò n- 7-00485, che dichiara di sottoscrivere, sottolinea la sostanziale convergenza di tutte le proposte in esame sulla necessità di migliorare l'efficacia dei servizi – in particolare quelli telematici – per i nostri connazionali all'estero. Auspica che, anche a seguito del preannunciato ciclo di audizioni, si possa addivenire alla presentazione di un testo unificato, capace di raccogliere il consenso di tutti i Gruppi, anche in considerazione del carattere trasversale che dovrebbero avere gli interventi a favore degli italiani all'estero.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 maggio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.

  La seduta comincia alle 14.25.

Istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale.
C. 2313 Di Stasio.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Pino CABRAS (M5S), relatore, ricorda che il diritto internazionale marittimo – ed in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982 e resa esecutiva dall'Italia con la legge n. 689 del 1994 – attribuisce agli Stati costieri il diritto di istituire una zona economica esclusiva.
  Per comprendere l'esatta portata della presente proposta di legge, richiama succintamente alcuni istituti del diritto internazionale marittimo codificati dalla Convenzione del 1982.
  Sottolinea, innanzitutto, che il mare territoriale è individuato nella zona di mare adiacente alle coste sulla quale si estende la sovranità degli Stati. L'acquisto di tale sovranità è automatico e l'estensione del mare territoriale è pari a un massimo di dodici miglia marine dalla costa. Lo Stato esercita sul mare territoriale gli stessi poteri esercitati nell'ambito del territorio, con due fondamentali limitazioni: il diritto di passaggio cosiddetto inoffensivo di navi straniere e il divieto di esercitare la giurisdizione penale in ordine a fatti puramente interni alla nave straniera.
  In secondo luogo, evidenzia che la piattaforma continentale è individuata nella parte del suolo marino contigua alle coste che costituisce un naturale prolungamento delle coste stesse e che si mantiene a una profondità costante di circa duecento metri, per poi precipitare negli abissi.
  Rileva che lo Stato costiero ha, anche al di fuori del mare territoriale, il diritto esclusivo di sfruttare tutte le risorse della piattaforma. Osserva che sussiste il problema – particolarmente spiccato in un bacino chiuso come il Mediterraneo – di delimitare l'ambito della piattaforma tra Pag. 48Stati frontalieri o contigui. Segnala che l'articolo 83 della citata Convenzione individua nell'accordo tra gli Stati interessati il criterio sulla base del quale procedere alla delimitazione.
  Sottolinea che la zona economica esclusiva (ZEE), un istituto che negli anni recenti si è andato affiancando a quello della piattaforma continentale, riconosce allo Stato costiero il controllo esclusivo su tutte le risorse economiche della zona, sia biologiche sia minerali, per un'estensione massima di duecento miglia marine, un limite calcolato a partire dalla linea di base del mare territoriale.
  Evidenzia che l'articolo 74 della Convenzione prevede, anche in questo caso, che alla delimitazione di tale zona tra Stati frontalieri o contigui si proceda sulla base di accordi tra gli Stati stessi.
  Rileva che nel bacino mediterraneo – dove la distanza tra le coste opposte è sempre inferiore a quattrocento miglia – a fronte dell'esigenza di tutelare le proprie risorse ittiche dal continuo depauperamento messo in atto da flotte pescherecce provenienti dall'Estremo Oriente o con la finalità di proteggere le loro coste dai rischi di inquinamento, molti Stati hanno già istituito da tempo delle ZEE o delle zone in cui esercitare parte dei diritti funzionali relativi alle ZEE, come la tutela dell'ambiente o delle risorse ittiche.
  Osserva che, non a caso, il nostro Paese, a seguito dell'istituzione di zone economiche di protezione della pesca da parte di Algeria, Spagna, Croazia e Libia e dopo la proclamazione di una zona di protezione ecologica da parte francese, con la legge n. 61 del 2006 ha autorizzato l'istituzione di zone di protezione ecologica oltre il limite esterno del mare territoriale e fino ai limiti previsti dal successivo comma 3 quali risultanti da appositi accordi con gli Stati il cui territorio fronteggia quello italiano o è ad esso adiacente.
  Segnala che l'Algeria ha proceduto ad istituire una propria ZEE con decreto presidenziale del 20 marzo 2018, senza un preliminare accordo con gli Stati frontisti e confinanti, creando un'area sovrapposta, ad ovest della Sardegna, alla zona di protezione ecologica (ZPE) istituita dal nostro Paese nel 2011 e con l'analoga ZEE istituita dalla Spagna nel 2013.
  Auspica che la trattativa abbia un esito favorevole, come fa sperare l'eccellente stato delle relazioni italo-algerine confermato dalle recenti missioni ad Algeri del Ministro degli Affari esteri Di Maio, del Presidente del Consiglio Conte e del Sottosegretario agli Affari esteri Di Stefano.
  Rileva che il contenzioso con Algeri ha creato le condizioni più propizie per creare finalmente una sensibilità comune per il grande patrimonio marittimo del nostro Paese, che non può essere lasciato in abbandono.
  In questa prospettiva, sottolinea che l'approvazione della proposta di legge in esame potrebbe consentire di chiarire definitivamente che qualsiasi accordo di delimitazione marittima comporta un do ut des reciproco, con cessioni e scambi di aree di estensione limitata in modo da raggiungere quel «risultato equitativo» auspicato dalla Convenzione sul diritto del mare.
  Più in generale, ritiene auspicabile che si strutturino, in seno al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, le competenze dedicate ad esaminare le pretese marittime ed a condurre le trattative con gli altri Stati, nonché a dirigere i necessari tavoli interministeriali, applicando in modo coerente i principi di riferimento ed avvalendosi della preziosa competenza tecnico-cartografica dell'Istituto idrografico della Marina.
  Ricorda che, come ha recentemente sottolineato l'autorevole rivista geopolitica Limes, per molto tempo il nostro Paese non si è pensato né si è voluto come Paese a vocazione marittima. Al riguardo, sottolinea che nell'ossessiva retorica europeista dell'ultimo sessantennio, che ci impone di restare «aggrappati alle Alpi per non precipitare in Africa», abbiamo finito per negare l'utilità stessa della nostra centralità mediterranea, percepita anzi come fattore di vulnerabilità.
  Evidenzia che l'istituzione della ZEE italiana potrà aiutarci a trasformare la Pag. 49nostra vocazione mercantile in un fattore di rafforzamento geopolitico, poiché senza proiezione anche la potenza commerciale soffre.
  Osserva che per restare connessi al cuore dell'Europa – oggi in via di incerta ristrutturazione post-pandemia- occorre rovesciare il dogma europeista che ci affida alle scelte altrui in nome del «vincolo esterno»: il rischio è infatti quello di finire nella terra di nessuno, fra Alpi e Africa, dove alcuni partner nordici amerebbero relegarci.
  Precisa che non si tratta di fuggire dal Mediterraneo, ma di assumerne, in quanto avanguardia geografica e a partire dai nostri interessi, la cogestione insieme ai principali soci europei, nordafricani e levantini.
  Sottolinea che l'assenza di una strategia marittima appare una carenza sorprendente in un Paese che è quasi del tutto circondato dal mare, con migliaia di chilometri di coste e quindi con una chiara vocazione marittima come semplice conseguenza della sua geografia. Inoltre, la vocazione marittima dell'Italia si desume dalla sua stessa storia.
  Segnala che moltissime parole chiave del dibattito internazionale attuale, sono legate ai mari e agli oceani: i mari sono la chiave per il successo nel prossimo futuro, per l'Europa e per l'Italia. Ricorda che termini come blue economy e blue growth sono le note di fondo dell'agenda mondiale, e parte di un processo che si svolge da un paio di decenni alle Nazioni Unite e che ha avuto una forte accelerazione a partire con l'adozione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
  Sottolinea che la stessa Europa ha infatti riscoperto una sua vocazione marittima e che proprio grazie all'Unione europea e alla sua politica marittima integrata (Pmi), adottata ormai da circa dieci anni, molti Stati membri dell'Ue sono in grado di dedicare maggiore attenzione alla necessità di una geopolitica e di una strategia marittime integrate.
  Evidenzia però che il quadro europeo ha fini diversi, alcuni sostenuti da certi Stati membri più avveduti e già in possesso di una geopolitica marittima, altri più propri delle singole istituzioni europee, come ad esempio la stessa Commissione. Rileva che, senza entrare in dettaglio, è comunque chiaro che la Pmi non può esaurire gli obiettivi e gli interessi italiani, che devono trovare una propria articolazione innanzitutto a livello nazionale.
  Osserva che la «crescita blu», così come la sicurezza alimentare garantita dal mare, si basa su molte componenti e la chiave del successo è la sinergia tra tutte. In termini più concreti, questo significa integrare necessariamente tutti gli attori del mare in un'unica visione strategica. L'obiettivo deve essere quello di raccogliere in un unico centro tutti gli attori del mare e le loro istanze nelle varie componenti dell'economia, nelle sue declinazioni di blue growth e di blue economy.
  Venendo ai contenuti della proposta di legge, segnala che l'articolo 1, al comma 1, autorizza l'istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale italiano; al comma 2, prevede che tale zona sia istituita con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, da notificare agli Stati il cui territorio è adiacente al territorio dell'Italia o lo fronteggia.
  Evidenzia che sulla scorta del comma 3, i limiti esterni della ZEE verranno determinati sulla base di accordi con gli Stati il cui territorio è adiacente a quello italiano o lo fronteggia. Nelle more della stipula di detti accordi, i limiti esterni della zona economica esclusiva sono definiti provvisoriamente in modo da non ostacolare o compromettere la conclusione dei summenzionati accordi.
  L'articolo 2, al comma 1, prevede che all'interno della ZEE l'Italia eserciti i propri diritti sovrani in materia di esplorazione, sfruttamento, conservazione e gestione delle risorse naturali, biologiche o non biologiche, che si trovano nelle acque soprastanti il fondo del mare, sul fondo del mare e nel relativo sottosuolo, anche ai fini di altre attività connesse con l'esplorazione Pag. 50e con lo sfruttamento economico della zona, quali la produzione di energia derivata dall'acqua, dalle correnti e dai venti; giurisdizione, in conformità alla citata Convenzione, relativamente all'installazione e all'utilizzazione di isole artificiali, di impianti e di strutture, alla ricerca scientifica marina, nonché alla protezione e alla preservazione dell'ambiente marino.
  Segnala che il comma 2 del medesimo articolo 2 stabilisce che all'interno della ZEE si applichino, anche nei confronti delle navi battenti bandiera straniera e delle persone di nazionalità straniera, le norme del diritto italiano, del diritto dell'Unione europea e dei trattati internazionali in vigore per l'Italia: si tratta di una disposizione che, sulla scorta di un'informata discussione in questa Commissione, dovrà essere oggetto di attenta considerazione poiché appare ripetitiva di un principio generale in ordine al rispetto delle fonti normative e che peraltro configura il rischio di qualificare la ZEE come area di sovranità dello Stato costiero, ponendosi in contrasto con quanto disposto dall'UNCLOS stessa.
  Infine, osserva che l'articolo 3, comma 1, è dedicato ai diritti degli altri Stati all'interno della ZEE proclamata dall'Italia: in particolare, sono salvaguardati, in applicazione dell'UNCLOS, l'esercizio della libertà di navigazione e di sorvolo, nonché di messa in opera di condotte e cavi sottomarini.
  In questo caso, segnala l'opportunità d'inserire, al posto del mero riferimento ai diritti degli Stati terzi nella ZEE previsti dall'UNCLOS, un riferimento più ampio ai diritti riconosciuti dal diritto internazionale generale o pattizio ai medesimi soggetti.
  Sottolinea che l'attuazione della proposta di legge, secondo quanto riportato della relazione introduttiva che la correda, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
  Evidenzia che l'istituzione della ZEE potrà garantire al nostro Paese, nel pieno rispetto del diritto internazionale, il controllo esclusivo di una fetta di mare – con un conseguente vantaggio economico importante, ad esempio per una parte dell'economia blu come la pesca –, e potrà essere un importante strumento per mettere in campo iniziative più mirate per la tutela dell'ambiente marino e per la sicurezza delle nostre coste, che per la loro notevole estensione – oltre ottomila chilometri – rappresentano un punto di forza considerevole.
  Conclusivamente, rileva che il dibattito sulla proposta di legge in esame, frutto dell'ottimo lavoro della collega Di Stasio e di altri autorevoli colleghi, contribuirà a rafforzare la consapevolezza della centralità che la strategia marittima assume per una nuova proiezione internazionale del nostro Paese ed auspica che tale riflessione possa essere arricchita attraverso lo svolgimento di alcune audizioni mirate di esperti del settore.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, associandosi alle considerazioni del relatore, esprime apprezzamento per la proposta di legge in esame, che mira a promuovere l'applicazione anche al bacino del Mediterraneo delle disposizioni della citata Convenzione UNCLOS relative alla istituzione di una zona economica esclusiva. Al riguardo, segnala che mentre altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno avviato fin dal 2000 negoziati per l'istituzione di apposite ZEE, l'Italia si è limitata a creare una «zona di protezione biologica» nelle acque antistanti la costa sarda occidentale. Al riguardo, segnala che il MAECI, in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, intende procedere ad un'estensione di tale zona protetta, al fine di salvaguardare i fondali della costa sarda dai rischi di uno sfruttamento eccessivo e come tale pernicioso.
  Rileva, inoltre, che la proposta in esame potrebbe fornire al Governo un supporto nelle trattative in corso, in particolare quelle con l'Algeria che, giunte ad uno stadio piuttosto avanzato, sono state sospese a seguito dell'emergenza da Covid19. Segnalando che la deputata Di Stasio ha già avviato interlocuzioni con la Pag. 51Farnesina per introdurre talune modifiche tecniche al testo della proposta, ne auspica una rapida approvazione.

  Paolo FORMENTINI (Lega) esprime il pieno apprezzamento del Gruppo Lega per le finalità della proposta di legge in titolo, in particolare per i profili tesi ad affermare la sovranità e l'interesse nazionale.

  Valentino VALENTINI (FI), intervenendo a nome del Gruppo, concorda sull'importanza della materia oggetto del provvedimento in esame, ricordando che lo sfruttamento dei fondali marini può accendere pericolose conflittualità, come nel caso del Mar Caspio e dell'Artico o come in occasione della recente interazione tra Turchia e Libia. Ricordando che l'attuale crisi della globalizzazione e del multipolarismo farà emergere, in prospettiva, l'esigenza di tutelare più efficacemente gli interessi nazionali, auspica una proficua cooperazione tra la Commissione ed il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per addivenire ad un testo condiviso, sostenuto da un'ampia maggioranza.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di una Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero.
C. 2270 Siragusa e abb. C. 802 Longo, C. 925 Carè ed altri, C. 1129 Fitzgerald Nissoli ed altri, C. 2159 Ungaro e C. 2239 Schirò ed altri.
(Esame e rinvio – Nomina di un comitato ristretto).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti

  Simona SURIANO (M5S), relatrice, prima di procedere nell'illustrazione dei provvedimenti, esprime gratitudine alla Presidenza della Commissione per l'attenzione dedicata ai colleghi eletti all'estero, la cui partecipazione ai lavori parlamentari è tuttora inibita dalla sospensione dei collegamenti aerei, determinata delle misure di prevenzione della pandemia da Covid19. Esprime pertanto solidarietà ai colleghi eletti all'estero, alcuni dei quali non sono componenti della III Commissione, che non possono loro malgrado prendere parte a questa seduta e che vivono in questa fase una condizione di particolare disagio, che comporta una grave penalizzazione delle loro prerogative parlamentari.
  Sottolinea che, come ben riporta la relazione illustrativa alla proposta di legge C. 2270 Siragusa, secondo i dati censiti dalla Fondazione Migrantes e riferiti al 2019, gli italiani iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) sarebbero tra i 5,3 e i 6 milioni (pari alla seconda regione d'Italia per numero di italiani, dopo la Lombardia e prima del Lazio), ai quali si aggiungono i numerosi connazionali non iscritti AIRE che vivono stabilmente all'estero per motivi di studio o di lavoro, nonché i circa 60 milioni di oriundi. Evidenzia che si tratta di un evidente unicum nel panorama mondiale ed una straordinaria leva di proiezione ed internazionalizzazione del sistema Paese di cui l'Italia dispone e che in questa fase va valorizzata a pieno.
  Rileva che vanno certamente in questa direzione i provvedimenti che hanno trasferito al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale importanti competenze ex Ministero dello Sviluppo economico in tema di commercio con l'estero, nonché le recenti misure adottate dal Governo per il rafforzamento dei presidi istituzionali a sostegno dell'export italiano, assai provato dall'impatto della pandemia.
  Osserva che, ad oggi, sono tre i livelli di rappresentanza dei nostri connazionali nel mondo. Il primo è costituito dai Comitati degli italiani all'estero (COMITES), istituiti dalla legge 23 ottobre 2003, n. 286, che rappresentano i nostri connazionali nei confronti delle autorità consolari. Segnala che, successivamente, con legge 6 novembre 1989, n. 368, modificata nel 1998 e nel 2014, è stato istituito il Consiglio generale Pag. 52degli italiani all'estero (CGIE), organo consultivo del Governo presieduto dal Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Ricorda che con la legge costituzionale 17 gennaio 2000, n. 1, è stato infine modificato l'articolo 48 della Costituzione, per riconoscere l'esercizio effettivo del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero, disciplinato poi dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459, e al fine di istituire una circoscrizione Estero (suddivisa in quattro macro aree geografiche: a) Europa, compresi i territori asiatici della Federazione russa e della Turchia; b) America meridionale; c) America settentrionale e centrale; d) Africa, Asia, Oceania e Antartide), alla quale assegnare i seggi (dodici alla Camera e sei al Senato) di cui agli articoli 56 e 57 della Costituzione.
  Sottolinea che sul piano della ripartizione delle competenze parlamentari, le Commissioni Affari esteri dei due rami del Parlamento nascono fortemente connotate sul piano dell'attenzione ai temi della emigrazione italiana, parola che permane ancora oggi nella intitolazione dell'organo permanente presso il Senato e che è invece stata soppressa alla Camera in favore di una declinazione in chiave europea delle competenze. Evidenzia che, pur mantenendo la competenza per materia presso la 3o Commissione, fin dalla XIV legislatura e con l'eccezione di questa legislatura, il Senato ha istituito un autonomo «Comitato per le questioni degli italiani all'estero», con il compito di approfondire il tema, i problemi e le aspettative delle nostre comunità all'estero. Rileva che alla Camera è, invece, prassi consolidata quella che vede istituire ad avvio di ogni legislatura un comitato permanente ad hoc nell'ambito della III Commissione, conformemente al dettato dell'articolo 22 del Regolamento. Osserva che questo assetto sbilanciato tra le due Camere rappresenta un evidente elemento di distorsione in un sistema tuttora imperniato sul bicameralismo perfetto ed un primo spunto di riflessione ai fini dei provvedimenti in esame.
  Sottolinea che, considerata la complessità di un quadro geopolitico internazionale di tipo multipolare, che impegna le Commissioni Affari esteri su più fronti, e la crescita di ruolo della comunità di connazionali all'estero, appare ragionevole dunque avviare una riflessione su una risistemazione dell'architettura parlamentare, che provveda a centralizzare in una Commissione bicamerale il confronto politico e il ruolo di stimolo sui temi di interesse degli italiani all'estero.
  Evidenzia che dalla prospettiva delle Commissioni permanenti competenti l'istituzione di una Commissione bicamerale potrebbe portare ad un vantaggioso snellimento dell'agenda di attività di tipo istruttorio-conoscitivo sui temi dell'italianità nel mondo, senza penalizzazioni di sorta sul terreno della piena ed esclusiva titolarità nel procedimento legislativo ordinario.
  Rileva che dal punto di vista dei parlamentari eletti all'estero la Commissione bicamerale offrirebbe lo spazio naturale per il confronto tra le forze politiche e per una doverosa sensibilizzazione dell'opinione pubblica italiana sui temi inerenti agli italiani nel mondo.
  Osserva che certamente i maggiori vantaggi deriverebbero ai nostri connazionali all'estero i quali, considerati anche i consistenti numeri citati, troverebbero nella Commissione uno spazio di rappresentanza ideale, capace di dialogare con gli organi di rappresentanza presenti a livello locale, con le regioni e con tutti i numerosi interlocutori coinvolti, nell'interesse di una considerazione sistemica di tutti i temi connessi all'italianità nel mondo.
  Fatta questa premessa, passa ad illustrare per sommi capi le proposte di legge abbinate, che presentano tra loro molte analogie ma anche significative differenziazioni e che ricalcano provvedimenti già presentati in precedenti legislature.
  Quanto alla proposta di legge a prima firma Siragusa (C. 2270), segnala che l'istituenda Commissione avrebbe compiti di promozione delle politiche di sostegno agli italiani all'estero, nonché di indirizzo e di controllo sull'attuazione di tali politiche, con compiti di studio, approfondimento, indirizzo ed iniziativa anche attraverso Pag. 53incontri con le comunità degli italiani all'estero, il Governo, le regioni e le altre amministrazioni pubbliche. Le modalità di designazione dei suoi trenta componenti, quindici deputati e quindici senatori, contemplerebbero da parte dei gruppi il rispetto del criterio prioritario per i parlamentari eletti all'estero.
  Evidenzia che sul piano delle funzioni, la Commissione avrebbe un ruolo di dialogo con il Governo, di segnalazione di possibili iniziative normative e di ascolto delle istanze delle comunità degli italiani all'estero. Sul terreno dei compiti, la Commissione esaminerebbe le materie attinenti alla situazione degli italiani residenti all'estero, di quelli rimpatriati e di coloro che intendano trasferirsi all'estero; formulerebbe indirizzi al Governo in merito agli interventi di ordine economico e sociale da adottare, ma anche per la promozione e diffusione della lingua e della cultura italiane all'estero, anche attraverso il potenziamento delle scuole italiane e degli istituti italiani di cultura; elaborerebbe criteri per promuovere il coordinamento delle iniziative delle regioni; valorizzerebbe, infine, il nesso virtuoso tra le comunità italiane all'estero e il sostegno all'internazionalizzazione delle imprese italiane.
  Segnala che la «Commissione di indirizzo e controllo sull'emigrazione italiana nel mondo», di cui alla proposta di legge a prima firma del collega Longo (C. 802), la «Commissione sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo», disciplinata dalla proposta di legge del collega Carè (C. 925) e la «Commissione parlamentare sull'emigrazione e sulla mobilità degli italiani nel mondo», di cui alla proposta a prima firma Ungaro (C. 2159), assolverebbero anche a compiti di ricognizione e di proposta nelle materie «attinenti ai fenomeni di mobilità degli emigranti italiani in ambito nazionale e internazionale, con particolare riferimento ai giovani diplomati e laureati che lasciano il territorio nazionale per ragioni di lavoro, di studio e di ricerca».
  Rileva che nelle tre proposte di legge ora citate, emerge una attenzione specifica all'integrazione dei connazionali nei luoghi di insediamento, alla prevenzione di fenomeni di emarginazione e discriminazione anche rispetto al godimento di diritti fondamentali, nonché al monitoraggio dei nuovi fenomeni di mobilità e di espatrio che affliggono in particolare il Mezzogiorno. Osserva, altresì, che le tre proposte appaiono animate dallo specifico intento di: fare rete con tutti gli italiani, circa un milione, che negli ultimi vent'anni hanno lasciato l'Italia in processi di mobilità sempre più dettati da necessità di tipo occupazionale; di considerare i processi di integrazione a livello locale, il perfezionamento degli strumenti partecipativi e la valutazione quantitativa e qualitativa dei flussi in uscita dall'Italia. Precisa che, in questo contesto, la proposta di legge del collega Longo menziona in particolare un'attenzione della Commissione anche sul tema dell'esercizio del diritto di voto e della partecipazione civile e politica dei connazionali nei Paesi di insediamento.
  Quanto alla proposta di legge C. 1129, a prima firma della collega Fitzgerald Nissoli, sottolinea che l'istituenda «Commissione parlamentare per le questioni degli italiani all'estero» avrebbe compiti di studio, approfondimento, indirizzo e iniziativa sulle questioni degli italiani residenti all'estero, sulla base di un programma dalla stessa definito, anche attraverso incontri e confronti con le comunità italiane all'estero, con il Governo, con le regioni, con le amministrazioni pubbliche, con il Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) e con le principali associazioni e istituzioni degli italiani all'estero.
  Evidenzia che la proposta di legge presentata dalla collega Fitzgerald Nissoli si connota per una particolare attenzione al ruolo di impulso della Commissione per riforme sui temi della rappresentanza degli italiani all'estero, della legge elettorale per la circoscrizione Estero; dell'AIRE e della cittadinanza degli italiani residenti all'estero; dell'adeguamento della rete e dei servizi consolari; degli istituti di previdenza sociale; dei patronati; nonché del coordinamento delle iniziative delle regioni Pag. 54italiane realizzate all'estero in favore dei rispettivi cittadini emigrati. Osserva che la proposta di legge prospetta anche la partecipazione costante di una delegazione parlamentare della circoscrizione Estero alle riunioni delle commissioni continentali, dell'Assemblea plenaria e del Comitato di presidenza del CGIE.
  Sottolinea che tutte le proposte manifestano una forte sensibilità per l'impegno alla diffusione della lingua e della cultura italiane, anche attraverso azioni coordinate con i Paesi di insediamento, finalizzate ad una integrazione delle proposte formative italiane nei sistemi scolastici esteri e alla conoscenza e allo studio della storia e della realtà contemporanea dell'immigrazione italiana nelle scuole, anche in Italia (C. 1129).
  Precisa che in tale ottica muove anche l'impulso ai media di lingua italiana all'estero, anche prevedendo il sostegno ad agenzie e organi di stampa specializzati (C. 1129), il cui ruolo è centrale per consentire un più consapevole sviluppo della partecipazione dei cittadini all'estero alla vita democratica italiana.
  Rileva che un ulteriore tratto comune è rappresentato dalla priorità riconosciuta al coinvolgimento delle comunità italiane all'estero per agevolare l'internazionalizzazione delle imprese italiane, nonché ad una ricognizione dell'imprenditoria italiana all'estero, anche ai fini di una banca dati utile a favorire le associazioni di imprese (C. 802 Longo).
  Sottolinea che tutte le proposte contemplano il ruolo di proposta al Governo per la sigla di accordi e convenzioni internazionali di interesse per le comunità di connazionali all'estero, ad esempio per facilitare scambi tra università per studi, ricerche e attività di formazione professionale, ma anche per le comunità straniere in Italia (C. 802 Longo), in un impegno a sostenere in generale la politica italiana di cooperazione allo sviluppo per il contributo che può derivare dai nostri connazionali (C. 802 Longo).
  Evidenzia che, ai fini della composizione della Commissione, le proposte C. 802 Longo, C. 925 Carè, C. 2159 Ungaro e C. 2239 Schirò contemplano tutte una composizione di diciotto deputati e diciotto senatori, con partecipazione di diritto per tutti gli eletti nella Circoscrizione Estero, a cui spetterebbe ricoprire le cariche di uno dei due vicepresidenti e segretari. Le medesime proposte di legge contemplano tutte un presidente nominato dai Presidenti della Camera e del Senato al di fuori dei componenti della Commissione. Soltanto la proposta di legge C. 2239 Schirò contempla che il Comitato di presidenza del CGIE designi tre componenti del Consiglio medesimo quali propri rappresentanti permanenti presso la Commissione per partecipare alle sedute con diritto di parola, ma senza diritto di voto. Rileva che, quanto alla proposta di legge C. 1129 Fitzgerald Nissoli, i venti senatori e i venti deputati, da cui sarebbe composta, sarebbero nominati, rispettivamente, dai Presidenti di Camera e Senato, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento e garantendo l'equilibrata rappresentanza dei sessi. Non appare invece esplicitato un criterio prioritario a favore dei parlamentari eletti all'estero. La stessa proposta, inoltre, a differenza delle precedenti, prevede un presidente eletto dalla Commissione tra i suoi componenti.
  Osserva che sul funzionamento le proposte C. 802 Longo, C. 925 Carè, C. 2159 Ungaro e C. 2239 Schirò dispongono che per lo svolgimento delle proprie attività, il cui onere è calcolato da tutte le proposte abbinate in un limite annuo massimo ricompreso tra gli 80 e i 100 mila euro, la Commissione può effettuare audizioni e acquisire informazioni, dati e documenti dalle amministrazioni pubbliche e da qualunque altro soggetto che si occupa delle questioni attinenti all'emigrazione. Precisa che tramite il MAECI può chiedere la trasmissione di informazioni e documenti relativi alla condizione delle comunità italiane all'estero da parte di Stati esteri e organizzazioni internazionali. Sottolinea che, inoltre, il CGIE trasmette annualmente alla Commissione una relazione Pag. 55sullo stato delle comunità italiane all'estero e che la Commissione può chiedere informazioni e ricevere comunicazioni e segnalazioni da tutti gli organi di rappresentanza degli italiani all'estero istituiti dalla legge.
  Evidenzia che la Commissione, che per la sola proposta di legge C. 802 Longo durerebbe in carica tre anni, presenta per tutte le proposte di legge abbinate una relazione annuale alle Camere sul suo funzionamento e sulle risultanze della sua attività, unitamente ad eventuali segnalazioni sull'opportunità di specifiche esigenze di carattere legislativo.
  Conclusivamente, sottolinea l'approccio virtuoso che caratterizza tutte le proposte di legge in esame rispetto ai temi dell'italianità del mondo. Nella sua qualità di relatrice si riserva, pertanto, di avanzare la proposta di costituzione di un comitato ristretto, finalizzato alla stesura di un testo unificato delle proposte di legge in titolo.

  Il sottosegretario Manlio DI STEFANO si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.

  Elisa SIRAGUSA (M5S), ringraziando la relatrice per il lavoro svolto e la presidenza per aver calendarizzato l'esame delle proposte in titolo, ricorda che esse sono il frutto di un impegno costante e trasversale dei parlamentari eletti all'estero, che si sono spesi in una intensa attività preparatoria che ha informalmente coinvolto anche i Presidenti di Camera e Senato al fine di sensibilizzarli sulla opportunità di istituire un'apposita Commissione bicamerale. Concorda, inoltre, con la proposta della relatrice di costituire un comitato ristretto.

  Massimo UNGARO (PD), associandosi alle considerazioni della collega Siragusa, sottolinea che la Commissione bicamerale non deve limitarsi a rappresentare le istanze delle comunità italiane all'estero, ma deve diventare, nella logica del Sistema-Paese, uno strumento di promozione dei loro diritti e del loro ruolo. Concorda, inoltre, con la proposta di costituire un comitato ristretto.

  Piero FASSINO (PD) si associa alla proposta del comitato ristretto, ritenendolo lo strumento più agile per procedere alla stesura in tempi rapidi di un testo unificato delle proposte di legge in esame, sulle cui finalità il gruppo del Partito democratico concorda pienamente.

  Paolo FORMENTINI (Lega) esprime il pieno consenso del suo Gruppo sulle finalità dei provvedimenti in titolo, sottolineando che gli italiani all'estero rappresentano i migliori ambasciatori del made in Italy nel mondo e, in tal senso, costituiscono una risorsa significativa per l'economia del nostro Paese.

  Simone BILLI (Lega) si associa alle riflessioni del collega Formentini, ribadendo che i connazionali all'estero possono essere un volano per il rilancio dell'economia nazionale, fortemente provata dagli effetti della pandemia.

  Marta GRANDE, presidente, alla luce di quanto emerso dal dibattito odierno, propone la costituzione di un comitato ristretto per la predisposizione di un testo unificato delle proposte di legge in titolo, da adottare come testo base per il seguito dell'esame.

  La Commissione delibera di nominare un comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base della designazione dei gruppi.

  Marta GRANDE, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 27 maggio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 15.05.