CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 maggio 2020
361.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 16

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 6 maggio 2020. — Presidenza del vicepresidente Piero FASSINO. — Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 14.10.

Pag. 17

DL 23/2020: Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali.
C. 2461 Governo.
(Parere alle Commissioni VI e X).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Simona SURIANO (M5S), relatrice, segnala che la seduta odierna si colloca al termine di un accurato percorso istruttorio svolto dalle Commissioni di merito e all'indomani dello scadere del termine per la presentazione degli emendamenti, a seguito del quale risultano depositate numerose proposte emendative vertenti su norme di interesse della III Commissione. Per queste ragioni propone fin da ora che la Commissione pervenga all'espressione del parere in una prossima seduta.
  In via generale, evidenzia che il decreto-legge – che consta di 44 articoli suddivisi in 4 Capi – interviene in sostegno alle imprese in difficoltà con misure specifiche in quattro principali ambiti: accesso al credito, sostegno alla liquidità, all'esportazione, all'internazionalizzazione e agli investimenti; misure per garantire la continuità delle aziende; rafforzamento dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica e degli obblighi di trasparenza in materia finanziaria; misure fiscali e contabili.
  Nell'ambito di un provvedimento fondamentale per la strategia del Governo nella soluzione della crisi da COVID-19 – e che va letto in modo integrato con il decreto-legge «cura Italia» – illustra gli aspetti di competenza, rilevanti ai fini del parere di questa Commissione.
  Rileva che tali aspetti concernono il ruolo nuovo e centrale che SACE S.p.A. riveste nella gestione dell'emergenza economica.
  Al riguardo, ricordo che SACE, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, svolge compiti di assicurazione, riassicurazione, coassicurazione e garanzia dei rischi di carattere politico, catastrofico, economico, commerciale e di cambio, nonché dei rischi a questi complementari, ai quali sono esposti, direttamente o indirettamente, gli operatori nazionali e le società a questi collegate o da questi controllate, anche estere, nella loro attività con l'estero o di internazionalizzazione dell'economia italiana. Segnala che accordi di riassicurazione e di coassicurazione possono essere conclusi da SACE con enti o imprese italiani, autorizzati all'esercizio dell'attività assicurativa, nonché con enti od imprese esteri ed organismi internazionali.
  Osserva, inoltre, che SACE rilascia garanzie e coperture assicurative per imprese estere, relativamente ad operazioni che siano di rilievo strategico per l'economia italiana sotto i profili dell'internazionalizzazione, della sicurezza economica e dell'attivazione di processi produttivi e occupazionali in Italia, a condizioni di mercato e nel rispetto della normativa europea.
  Ricorda che il decreto-legge n. 269 del 2003 (convertito dalla legge n. 326 del 2003) ha previsto che gli impegni assicurativi assunti da SACE a sostegno dell'internazionalizzazione siano garantiti dallo Stato nei limiti fissati dalla legge di bilancio e nel rispetto della disciplina europea sui rischi non di mercato. Entro tali limiti, il Ministero dell'Economia e delle finanze, di concerto con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministero dello Sviluppo economico, individua le tipologie di operazioni che per natura, caratteristiche, controparti, rischi o Paesi di destinazione non beneficiano della garanzia statale. Rileva che proprio su questi profili il provvedimento in esame interviene in modo capillare.
  Sottolinea che il decreto-legge qualifica, infatti, un nuovo quadro di attività per SACE secondo tre linee di intervento, disciplinate nel Capo I del provvedimento: «Garanzia Italia» durante la fase di emergenza con misure di aiuto di Stato a sostegno delle imprese, con concessione fino al 31 dicembre 2020, di garanzie Pag. 18controgarantite dallo Stato; misure rafforzate per il sostegno all’export attraverso un sistema di coassicurazione che va oltre i grandi rischi e giunge a coprire il 90 per cento dei rischi assunti dalle imprese impegnate in attività di export e di internazionalizzazione; nuova operatività a sostegno e rilancio dell'economia nazionale.
  Quanto alla prima linea di intervento, di cui all'articolo 1 del provvedimento, sottolinea che, al fine assicurare la necessaria liquidità alle imprese con sede in Italia, colpite dall'epidemia COVID-19, la norma dispone che SACE S.p.A. conceda – fino al 31 dicembre 2020 e in conformità con le regole europee sugli aiuti di Stato – garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia, per finanziamenti sotto qualsiasi forma alle suddette imprese. Precisa che si dispone un impegno finanziario di 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi destinati al supporto delle PMI, comprendendo tra queste i lavoratori autonomi ed i liberi professionisti titolari di partita IVA. Evidenzia che possono beneficiare delle garanzie della SACE le imprese di qualsiasi dimensione, ma le PMI devono aver esaurito il plafond massimo disponibile per ottenere coperture da parte del Fondo di garanzia per le PMI. Rileva che le garanzie sono concesse in conformità con la normativa europea in tema di aiuti di Stato. Segnala che, come anche chiarito dal presidente di SACE in occasione dell'audizione svolta presso le Commissioni Finanze e Attività produttive il 30 aprile scorso, rispetto a questa linea di intervento il provvedimento si applica solo per sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia. Rileva, altresì, che per la copertura degli oneri derivanti dalle garanzie viene istituito un Fondo nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, con una dotazione iniziale di 1.000 milioni di euro.
  Ricorda, peraltro, che il 14 aprile scorso la Commissione europea – a norma del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato da essa stessa adottato il 19 marzo 2020 e modificato il 3 aprile 2020 – ha autorizzato il regime di aiuti previsto dal decreto-legge in esame, evidenziando che le misure sono necessarie, opportune e proporzionate a quanto necessario per porre rimedio al grave turbamento dell'economia, in linea con l'articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del Trattato sul funzionamento dell'UE. In particolare, la Commissione europea ha rilevato che: 1) l'importo del prestito per impresa è limitato a quanto necessario per sopperire al fabbisogno di liquidità nel prossimo futuro; 2) le garanzie saranno concesse soltanto fino alla fine di quest'anno; 3) le garanzie hanno durata non superiore a sei anni; 4) i premi relativi alle commissioni delle garanzie sono in linea con i livelli stabiliti nel quadro temporaneo.
  Sottolinea che la seconda linea di intervento, di specifico interesse della III Commissione, trova la propria disciplina normativa nell'articolo 2 del provvedimento, che riforma il sistema della garanzia dello Stato sugli impegni assicurativi assunti da SACE S.p.A., intervenendo sui compiti della stessa Società al fine di estenderli e potenziarli. Evidenzia che la disposizione, modificando il decreto-legge n. 269 del 2003, prevede che SACE favorisca l'internazionalizzazione del settore produttivo italiano, privilegiando gli impegni nei settori strategici in termini di livelli occupazionali e ricadute per il Sistema Paese, nonché gli impegni per operazioni destinate a Paesi strategici per l'Italia.
  Rileva che la norma introduce, in particolare, a decorrere dal 1o gennaio 2021, un nuovo sistema di coassicurazione per i rischi non di mercato, al fine di consentire a SACE di assicurare operazioni ritenute di interesse strategico per l'economia nazionale, che altrimenti non avrebbe potuto coprire per mancanza di capacità finanziaria.
  Osserva che, più specificamente, la nuova disciplina prevede che gli impegni derivanti dall'attività assicurativa di SACE siano assunti dallo Stato e da SACE in una proporzione pari, rispettivamente, al 90 e Pag. 19al 10 per cento. Nell'ambito di tale nuovo sistema di coassicurazione, la legge di bilancio definisce i limiti cumulati all'assunzione di impegni da parte di SACE e del MEF, per conto dello Stato, sulla base del piano di attività deliberato dal neo istituito dal Comitato per il sostegno finanziario pubblico all'esportazione.
  Segnala che tale Comitato, che opera presso il Ministero dell'Economia e finanze, è co-presieduto dal Direttore Generale del Tesoro e dal Direttore Generale competente del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ed è composto da sei membri, nominati con decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze, sulla base delle designazioni effettuate, rispettivamente, dal MEF, dal MAECI, dal Ministero dell'Interno, dal Ministero dello Sviluppo economico, dal Ministero della Difesa e dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
  Precisa che sarà compito del Comitato deliberare il piano annuale di attività che definisce l'ammontare progettato di operazioni da assicurare, suddivise per aree geografiche e macro-settori, evidenziando l'importo delle operazioni da sottoporre all'autorizzazione preventiva del MEF, nonché il sistema dei limiti di rischio (Risk Appetite Framework – «RAF»), il quale definisce la propensione al rischio e le soglie di tolleranza, con particolare riferimento alle operazioni che possono determinare elevati rischi di concentrazione.
  Sottolinea che il piano annuale di attività e il sistema dei limiti di rischio sono approvati, su proposta del Ministro dell'Economia e delle finanze di concerto con il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con delibera del CIPE.
  Evidenzia che, ai fini della copertura finanziaria, viene istituito – nello stato di previsione del MEF, a decorrere dall'anno 2020 – un Fondo a copertura degli impegni assunti dallo Stato. Il Fondo è alimentato con i premi riscossi da SACE per conto del MEF, al netto delle commissioni trattenute dalla società. Rileva che SACE gestisce tale Fondo secondo adeguati standard prudenziali di gestione del rischio e sulla base degli indirizzi forniti dal MEF. Nel Fondo confluiscono anche le risorse già presenti sul Fondo a copertura delle garanzie dello Stato nei confronti delle operazioni di SACE, istituito dal citato decreto-legge n. 269 del 2003, che, secondo la relazione tecnica al provvedimento, dispone – alla data del 3 aprile 2020 – di risorse pari a circa 1,6 miliardi di euro.
  Rileva che la nuova disciplina prevede, inoltre, che i rapporti tra il MEF e SACE siano regolati con convenzione, di durata decennale, approvata con delibera del CIPE su proposta del MEF, di concerto con il MAECI.
  Rispetto alla terza linea di intervento, segnala che il comma 1, lettera c), del medesimo articolo 2 introduce una nuova forma di operatività di SACE a finalità di sostegno e rilancio dell'economia, autorizzando la Società a rilasciare, a condizioni di mercato e in conformità alla normativa dell'Unione europea, garanzie sotto qualsiasi forma, ivi incluse controgaranzie verso i confidi, in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali e degli altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia, per finanziamenti sotto qualsiasi forma concessi alle imprese con sede in Italia, entro l'importo complessivo massimo di 200 miliardi di euro. Ricorda che, come evidenzia la relazione illustrativa del decreto-legge, la gestione della corrente grave crisi economica richiede, infatti, di ricorrere ampiamente al rilascio di garanzie statali a favore di imprese e intermediari, per contenere i danni al tessuto produttivo del Paese attraverso il sostegno alla liquidità e la copertura di rischi di mercato particolarmente significativi.
  Al riguardo, segnala che la disciplina attualmente vigente prevede che gli impegni assicurativi assunti da SACE a sostegno dell'internazionalizzazione siano garantiti dallo Stato nei limiti fissati dalla legge di bilancio e nel rispetto della disciplina europea sui rischi non di mercato. Entro tali limiti, il MEF, di concerto con il MAECI e con il MISE, individua le tipologie di operazioni che per natura, Pag. 20caratteristiche, controparti, rischi o Paesi di destinazione non beneficiano della garanzia statale.
  Evidenzia che si demanda ad un decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze – da adottarsi di concerto con il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministro dello Sviluppo economico – la definizione di criteri, modalità e condizioni del rilascio, da parte di SACE, delle garanzie e dell'operatività della garanzia dello Stato, in conformità con la normativa dell'Unione europea.
  Sottolinea che vengono ammesse ex lege alla garanzia di SACE talune operazioni nel settore crocieristico già autorizzate o ammissibili, e ulteriori operazioni già ammissibili alla garanzia dello Stato ai sensi dell'articolo 53 del decreto-legge n. 18 del 2020 («cura Italia»), che viene contestualmente e conseguentemente abrogato (commi 4 e 11), come già richiamato in questa sede in occasione dell'esame di quel provvedimento. Rileva che il MEF viene autorizzato per l'anno 2020 a rilasciare la garanzia statale per altre operazioni di SACE nei settori crocieristico e di difesa, per cui si prevede ex lege, a date condizioni, la concessione dei cd. limiti speciali, in termini di importo massimo (flusso) riassicurabile dallo Stato (comma 5).
  Passando all'articolo 3, segnala che esso prevede, al comma 1, che SACE concordi con Cassa depositi e prestiti le strategie industriali e commerciali al fine di massimizzare le sinergie di gruppo e aumentare l'efficacia del sistema di sostegno all'esportazione e all'internazionalizzazione delle imprese e di rilancio dell'economia.
  Evidenzia che, a tale fine, il comma 2, dispone che: CDP concordi preventivamente con il MEF, sentito il MAECI, l'esercizio dei diritti di voto derivanti dalla partecipazione in SACE (per le deliberazioni di nomina degli organi sociali, il MEF agisce di concerto con il MAECI); SACE consulti preventivamente il MEF e il MAECI in ordine alle decisioni aziendali rilevanti ai fini dell'efficace attuazione delle misure di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese; SACE, nella predisposizione del piano annuale di attività, tenga conto delle linee guida e di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese assunte dalla cabina di regia copresieduta dal Ministro degli Affari esteri e dal Ministro dello Sviluppo economico, istituita dall'articolo 14, comma 18-bis del decreto-legge n. 98 del 2011 (convertito dalla legge n. 111 del 2011), di cui fanno parte, tra gli altri, anche rappresentanti del Ministero dell'Economia e delle finanze; del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali; della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; dell'Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura; della Confederazione generale dell'industria italiana; di R.E.TE. Imprese Italia; di Alleanza delle cooperative italiane; e dell'Associazione bancaria italiana.
  Sottolinea che il comma 3 del medesimo articolo 3 prevede che restano fermi i poteri del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale nei confronti di SIMEST S.p.A., la società del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti incaricata di sostenere il processo di internazionalizzazione delle imprese e di assistere gli imprenditori italiani nelle loro attività nei mercati stranieri.
  Al riguardo, ricorda che l'articolo 2, comma 10, del decreto-legge n. 104 del 2019 (convertito dalla legge n. 132 del 2019) ha trasferito al MAECI le funzioni – già spettanti al MISE – concernenti i rapporti con la SIMEST e l'esercizio delle relative funzioni di vigilanza ed indirizzo.
  Segnalare, altresì, gli articoli 15 e 16, che apportano modifiche alla disciplina dei poteri speciali del Governo (cd. golden power), di cui al decreto-legge n. 21 del 2012 e successive modifiche.
  In particolare, rileva che l'articolo 15 estende temporaneamente – fino al 31 dicembre 2020 – l'ambito di applicazione degli obblighi di notifica e dei relativi poteri esercitabili dal Governo – imposizione di impegni e condizioni e opposizione all'acquisto – relativi all'acquisto, da parte di un soggetto esterno all'Unione Pag. 21europea, di partecipazioni di rilevanza tale da determinare il controllo di imprese ritenute di importanza strategica ai sensi della disciplina europea sullo screening degli investimenti esteri (di cui al Regolamento (UE) 2019/452): in altre parole, in base alla norma del provvedimento in esame, potranno essere bloccate eventuali operazioni di acquisizione di aziende e scalate eventualmente ostili, non solo nei settori tradizionali delle infrastrutture critiche e della difesa, ma anche in quello finanziario, creditizio, assicurativo, nonché nei settori di energia, acqua, trasporti, informazione, salute, sicurezza alimentare, intelligenza artificiale, robotica, materie prime, cybersecurity e protezione dei dati personali.
  Precisa che viene inclusa, fino al 31 dicembre 2020, fra i criteri per determinare se un investimento estero possa incidere sulla sicurezza o sull'ordine pubblico, la circostanza che l'acquirente della partecipazione sia direttamente o indirettamente controllato dall'amministrazione pubblica, compresi organismi statali o forze armate, di un Paese appartenente all'Unione europea.
  Ricorda che, in base alla normativa vigente, i poteri speciali sono esercitati esclusivamente sulla base di criteri oggettivi e non discriminatori, tenendo conto, in particolare, di elementi quali: l'esistenza di motivi oggettivi che facciano ritenere possibile la sussistenza di legami fra l'acquirente e Paesi terzi che non riconoscono i principi di democrazia o dello Stato di diritto, che non rispettano le norme del diritto internazionale, o che hanno rapporti con organizzazioni criminali o terroristiche; l'idoneità dell'operazione di acquisizione a garantire la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti; l'eventuale minaccia per la sicurezza o per l'ordine pubblico.
  Segnala, altresì, l'articolo 17, che modifica la disciplina gli obblighi di comunicazione delle partecipazioni rilevanti in società italiane con azioni quotate in mercati regolamentati italiani o di altri Paesi dell'Unione europea. In particolare, osserva che le norme dispongono che la CONSOB possa prevedere, ai fini dell'insorgere di detto obbligo, soglie inferiori a quelle predeterminate ex lege, per un limitato periodo di tempo, per le società ad azionariato particolarmente diffuso, eliminando la circostanza che esse presentino altresì una elevata capitalizzazione di mercato. Ricorda che tali obblighi di comunicazione sono volti a migliorare il grado di trasparenza sulle operazioni in grado di incidere sugli assetti proprietari degli emittenti azioni quotate, imponendo a coloro che vi partecipano in misura superiore a specifiche soglie di darne comunicazione alla società partecipata, alla CONSOB e al pubblico.
  In conclusione, sottolinea che, come evidenziato anche dai rappresentanti di SACE auditi il 30 aprile scorso, il Paese sta vivendo una fase di estrema difficoltà, in un contesto di crisi non solo nazionale, ma globale. Evidenzia che, come emerso anche in occasione dell'esame del DEF, per l'anno in corso si prevede un trend negativo per il PIL e il commercio internazionale. Rileva che a livello nazionale siamo di fronte alla più grande crisi esogena dal secondo dopoguerra e che in questo quadro SACE è chiamata a svolgere un ruolo decisivo, fortemente anticiclico, non solo per affrontare l'attuale fase di emergenza, ma anche per la successiva ripresa, auspicabilmente nell'interesse del Paese.
  Considerato l'elevato numero di emendamenti presentati presso le Commissioni di merito sulle disposizioni di competenza della III Commissione e la disponibilità di tempi adeguati ad un esame approfondito del provvedimento da parte della stessa Commissione Affari esteri e comunitari, si riserva di presentare una proposta di parere in occasione di una prossima seduta.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE ricorda che il provvedimento in esame mobilita complessivamente ben 400 miliardi di garanzie pubbliche in favore delle imprese italiane per facilitare la ripresa del nostro Paese all'indomani dell'emergenza COVID-19, rafforzando il ruolo strategico di SACE sia sul piano dell'economia nazionale – con riferimento Pag. 22al cosiddetto Programma «Garanzia Italia» – sia sul piano del commercio con l'estero.
  In tale secondo ambito, segnala in particolare due misure, già evidenziate nell'intervento della relatrice: la concessione di garanzie, entro l'importo massimo di 200 miliardi di euro, per finanziamenti per l'internazionalizzazione; l'introduzione di un nuovo sistema di co-assicurazione per i rischi definiti non di mercato, al fine di potenziare ulteriormente il sostegno pubblico all'esportazione delle imprese.
  Evidenzia che questi strumenti, che saranno operativi a partire dal prossimo anno, insieme a quelli già previsti dal decreto-legge c.d. «Cura Italia», contribuiranno a rilanciare il nostro export, sostenendo la ripresa della nostra economia. Tiene a ricordare ancora una volta che l’export rappresenta circa un terzo del PIL nazionale e nel 2019 ha raggiunto la cifra record di 475 miliardi di euro.
  Rileva che, anche alla luce di queste nuove misure e delle competenze assunte dal MAECI in materia di commercio con l'estero e di internazionalizzazione delle imprese ai sensi del decreto-legge n. 104 del 2019, si è ritenuto opportuno prevedere forme di interazione rafforzata tra SACE e tutti i ministeri di riferimento, con un'estensione del ruolo del MAECI.
  Osserva che per questo motivo il decreto-legge in esame prevede innanzitutto che SACE, pur restando formalmente all'interno del perimetro di Cassa Depositi e Prestiti, sia sottoposta ad attività di direzione e controllo da parte sia del MEF che del MAECI. Il MEF dovrà inoltre agire di concerto con il MAECI per la nomina dei suoi organi sociali.
  Segnala che sarà inoltre proprio il MAECI a co-presiedere, insieme al MEF il «Comitato per il sostegno finanziario pubblico all'esportazione» di nuova istituzione, composto da altri sei membri in rappresentanza delle rilevanti amministrazioni.
  Sottolinea che il principale compito di questo nuovo Comitato sarà quello di adottare, su proposta di SACE, il «Piano annuale di attività», che definisce l'ammontare delle operazioni da assicurare, suddivise per aree geografiche e macro-settori, evidenziando l'importo delle operazioni da sottoporre all'autorizzazione preventiva del MEF, nonché il sistema dei limiti di rischio. Il Piano annuale è successivamente approvato con delibera del CIPE. Segnala che, nella predisposizione del Piano annuale, SACE dovrà tenere conto delle linee-guida e di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese adottate dalla Cabina di regia per l'internazionalizzazione, che, come noto, è co-presieduta ogni anno dal MAECI e dal MISE.
  Rileva che le misure introdotte dal provvedimento in esame devono peraltro essere valutate in coordinamento con quanto già previsto a sostegno del Sistema Paese dal citato decreto n. 18 del 2020 «Cura Italia», il cui disegno di legge di conversione, con modifiche, è stato approvato in via definitiva dalla Camera il 24 aprile scorso.
  Ricorda brevemente come detto decreto, tra le varie misure, abbia istituito nello stato di previsione del MAECI il «Fondo per la promozione integrata» con una dotazione di 150 milioni di euro per il 2020. Precisa che una quota parte di tali risorse, pari a 70 milioni di euro, verrà destinata alla concessione, da parte di SIMEST, di cofinanziamenti a fondo perduto abbinati ai finanziamenti a tasso agevolato concessi ai sensi della legge 394/1981, dunque a favore delle imprese italiane che operano sui mercati esteri.
  Evidenzia che si tratta di una misura mai introdotta finora, volta a rafforzare l'efficacia di tali interventi, che conferma la massima attenzione del Governo al potenziamento degli strumenti di sostegno all'internazionalizzazione delle PMI, nella consapevolezza che un'efficace penetrazione nei mercati esteri possa contribuire a contrastare gli effetti recessivi provocati dall'emergenza sanitaria in corso.
  In tema di poteri speciali, segnala che le modifiche introdotte col provvedimento in esame appaiono coerenti con la necessità, rilevata anche dalla Commissione europea, di rafforzare gli strumenti a presidio Pag. 23delle imprese europee al fine di evitare, in particolare in questa fase di fragilità, che esse possano essere oggetto di acquisizioni da parte di imprese concorrenti sostenute o sussidiate da Paesi terzi.
  Osserva che tali nuove disposizioni sono peraltro in linea con le analoghe legislazioni dei principali partner europei, come Francia e Germania (quest'ultima ha modificato il proprio regime giuridico il 9 aprile).
  In particolare, sottolinea che le nuove misure in tema di poteri speciali introdotte dal decreto-legge in esame hanno l'obiettivo di ampliare le prerogative del Governo, estendendo l'ambito operativo ed applicativo del Golden Power: operativo perché il Governo assume la facoltà di avviare d'ufficio l'esercizio dei «poteri aurei» (e non più solo a seguito di notifica); applicativo perché il perimetro è esteso a tutti i settori ritenuti di rilevanza strategica dalla disciplina europea sullo screening degli investimenti esteri diretti – invero individuandone di ulteriori come quello creditizio ed assicurativo- nonché ad operazioni effettuate da soggetti appartenenti alla UE, ove di rilevanza tale da determinarne l'acquisizione del controllo societario.
  Precisa che la necessità di proteggere settori strategici dell'economia, tanto più nell'attuale, critica congiuntura, non va intesa in contraddizione con le politiche di attrazione degli investimenti esteri in Italia. Le misure adottate, che hanno carattere transitorio, non intendono infatti inficiare l'efficacia delle strategie di attrazione degli investimenti esteri sin qui attuate. Al contrario, alla luce sia della maggior competizione a livello globale per attrarre capitali, sia della probabile contrazione degli investimenti nazionali a seguito del rallentamento dell'economia dovuto all'emergenza sanitaria, l'attrazione degli investimenti diretti esteri si conferma in questa fase un'opportunità ma anche una necessità altrettanto strategica per l'economia italiana.

  Laura BOLDRINI (PD), ringraziando la relatrice per l'esaustiva esposizione, esprime apprezzamento al Governo per le misure di sostegno alle imprese che operano nell’export, valorizzando il dato che vede destinare le risorse alle aziende con sede in Italia e che, anche nelle fasi più critiche della precedente crisi economico-finanziaria, non hanno delocalizzato le proprie attività produttive.
  Coglie l'opportunità del dibattito odierno per porre il tema dei paradisi fiscali e per ricordare che a livello europeo è in atto un dibattito sull'opportunità di penalizzare le imprese che hanno spostato la propria sede nei cosiddetti tax heavens. Al riguardo, segnala che, mentre il presidente francese Macron ha evocato la possibilità di includere in questa categoria anche alcuni partner europei – si pensi ad esempio all'Olanda – la Commissione europea ha categoricamente escluso tale ipotesi, dal momento che il diritto unionale garantisce la libera circolazione dei capitali e dunque consente di spostare la sede sociale in Paesi membri che eventualmente godono di una fiscalità di vantaggio. Pertanto, in tale contesto ritiene che debba rappresentare una priorità per l'attuale Governo lo scongiurare sussidi economici quanto meno ad aziende con sedi in rinomati paradisi fiscali extraeuropei. Si riserva di intervenire nel prosieguo sui lavori della Commissione.

  Alberto RIBOLLA (Lega), ringraziando la relatrice e la viceministra, si associa alle considerazioni della collega Boldrini, evidenziando, tuttavia, che fenomeni di dumping fiscale, che danneggiano gravemente il nostro Paese, si verificano oltre che nei Paesi Bassi, anche in Lussemburgo e Irlanda. Evidenziando il ruolo centrale di SACE nel sostegno all'internazionalizzazione delle imprese italiane, ribadisce la necessità di tutelarle a fronte del crescente rischio di sostituzione dei prodotti Made in Italy con l’Italian sounding.
  Tuttavia, a suo avviso, i meccanismi di garanzia previsti dal decreto-legge in esame risultano piuttosto farraginosi, al punto che, ad un mese dall'entrata in vigore del decreto, le pratiche istruite ed i finanziamenti concessi risultano assai esigui. Pag. 24Esprime, infine, apprezzamento per le norme relative ai poteri speciali (golden power), utili ad evitare scalate ostili nei confronti delle aziende nazionali nei settori strategici: al riguardo, ricorda che il precedente Governo, su impulso dell'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti, aveva promosso una normativa molto rigorosa ed efficace in materia di tutela delle reti 5G.

  Simone BILLI (Lega), ringraziando a sua volta la rappresentante del Governo per i chiarimenti forniti, segnala la necessità di assicurare, attraverso il citato Fondo per la promozione integrata, un adeguato sostegno economico alle Camere di commercio italiane all'estero che, presenti in cinquantasei Paesi, con 20 mila associati e circa 42 milioni di fatturato, potrebbero rappresentare un volano importante per l’export italiano nella fase di rilancio dell'economia post-pandemia. Esprimendo vivo apprezzamento per il prezioso lavoro svolto dall'Unità di crisi della Farnesina nel rimpatrio dei nostri connazionali, ribadisce, inoltre, l'esigenza di uno sforzo ulteriore, anche attraverso lo stanziamento di risorse aggiuntive, tenuto conto che la Germania, ad esempio, ha utilizzato a questo scopo fondi dell'Unione europea. Al riguardo, stigmatizza l'inerzia del Governo a fronte di numerose sollecitazioni giunte da parte del Gruppo Lega anche attraverso atti di sindacato ispettivo.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

  Laura BOLDRINI (PD), anche in vista della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, auspica che la Commissione torni ad occuparsi di tematiche ulteriori rispetto all'emergenza COVID-19, quali la crisi libica, gli sviluppi della questione palestinese – con la necessità di esprimere una posizione sulla decisione dell'Amministrazione USA di riconoscere l'occupazione di territori della Cisgiordania da parte di Israele –, nonché la vicenda del giovane ricercatore Patrick Zaki, arbitrariamente detenuto nelle carceri egiziane.

  Piero FASSINO, presidente, associandosi alle considerazioni della collega Boldrini, si impegna a rappresentare la questione alla presidente Grande ritenendo che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, costituisca la sede ideale per una valutazione delle priorità di lavoro della Commissione.

  La seduta termina alle 14.40.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 6 maggio 2020 — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 14.40.

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla fornitura di assistenza macrofinanziaria ai Paesi partner dell'allargamento e del vicinato nel contesto della crisi della pandemia di COVID-19.
COM(2020) 163 final.
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Piero FASSINO, presidente e relatore, sottolinea che con la proposta di decisione in esame, presentata il 22 aprile scorso, la Commissione europea propone il ricorso a un'assistenza macrofinanziaria (AMF) per sostenere, nel contesto della crisi pandemica da COVID-19, dieci partner dell'allargamento e del vicinato (Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Giordania, Kosovo, Pag. 25Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Tunisia e Ucraina).
  Poiché la III Commissione ha già approfondito, in varie occasioni, la materia dell'allargamento, con particolare riferimento ai Balcani occidentali, ritiene utile in questa sede fornire qualche elemento conoscitivo sulla Politica europea di vicinato (PEV): essa si basa sull'articolo 8 del Trattato sull'Unione europea, che prevede che l'Unione sviluppi con i Paesi limitrofi «relazioni privilegiate al fine di creare uno spazio di prosperità e buon vicinato fondato sui valori dell'Unione e caratterizzato da relazioni strette e pacifiche basate sulla cooperazione». In altre parole, l'UE offre ai Paesi limitrofi una partnership basata sull'adesione a valori quali la democrazia e i diritti umani, lo Stato di diritto, il buon governo, i principi di economia di mercato e lo sviluppo sostenibile. La PEV comprende, pertanto un coordinamento delle politiche e un'integrazione economica rafforzata e, pur rimanendo distinta dal processo di allargamento, non pregiudica il modo in cui le relazioni tra i Paesi limitrofi e l'UE potranno svilupparsi in futuro.
  A titolo informativo ricorda che, oltre ai Paesi beneficiari dell'assistenza macrofinanziaria prevista dall'atto in esame, la Politica di vicinato riguarda anche Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Israele, Libano, Libia, Marocco, Palestina e Siria.
  Evidenzia che, inaugurata dalla Commissione con una comunicazione presentata nel marzo 2003, la PEV è stata in più occasioni rafforzata: in particolare, in risposta agli sviluppi intervenuti nei Paesi arabi, nel 2011 l'UE ha incentrato maggiormente la Politica di vicinato sulla promozione di una democrazia consolidata e sostenibile e sullo sviluppo economico inclusivo, focalizzando l'attenzione su elementi quali elezioni libere ed eque, l'impegno a lottare contro la corruzione, l'indipendenza della magistratura, il controllo democratico sulle forze armate e la libertà di espressione, riunione e associazione. Rileva che l'UE ha altresì sottolineato il ruolo svolto dalla società civile in questo processo, introducendo il principio del «more for more», in base al quale l'Unione rafforza il partenariato con i Paesi limitrofi che compiono maggiori progressi in materia di riforme democratiche.
  Ricorda che, nell'ambito del prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDCI) dotato di 89,5 miliardi di euro, di cui 22 miliardi destinati ai Paesi del vicinato. Segnala che la proposta è attualmente all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio dell'UE e – ovviamente – dovrà essere valutata nel contesto della discussione in corso sul prossimo bilancio pluriennale dell'Unione, pesantemente condizionata dall'emergenza economica connessa alla pandemia.
  Osserva che, in via ordinaria, la PEV si fonda sugli accordi di partenariato e di cooperazione e, più di recente, sugli accordi di associazione. Precisa che, nel caso del provvedimento in esame, la Commissione propone di adottare uno strumento ad hoc per fornire un sostegno economico a quei Paesi dell'allargamento e del vicinato che risultano maggiormente colpiti dalla pandemia. In particolare, per quanto riguarda i Paesi dell'allargamento: l'Albania potrebbe registrare un calo del reddito nazionale lordo del 5 per cento, ed un contestuale incremento del disavanzo e del debito pubblico, che salirebbero, rispettivamente al 4 e al 69 per cento; in Bosnia-Erzegovina lo scoppio della pandemia ha gravemente esacerbato il rallentamento dell'economia già in corso: le ultime proiezioni per il 2020 prevedono un calo dell'attività economica del 10 per cento circa e un forte aumento della disoccupazione; nel Kosovo si prevede una contrazione del PIL reale del 5 per cento circa, che si innesta in un contesto economico già poco florido, con un disavanzo commerciale particolarmente critico nel settore delle merci (oltre il 40 per cento del PIL); in Montenegro le istituzioni internazionali prevedono una contrazione dell'economia reale del 9 per cento, determinata, in larga misura, dal crollo del settore turistico, che rappresenta oltre il 20 per Pag. 26cento del PIL: secondo le stime preliminari del Ministero delle Finanze, nel 2020 il disavanzo pubblico supererà il 7 per cento del PIL e il debito pubblico raggiungerà l'82 per cento del PIL, diventando il più elevato della regione; nella Macedonia del Nord le proiezioni attuali indicano una diminuzione del PIL reale pari a circa il 4 per cento nel 2020 ed un aumento del deficit pubblico all'8 per cento.
  Sottolinea che, relativamente ai Paesi del vicinato orientale, la Commissione europea segnala che: la Georgia dovrebbe registrare nel 2020 una contrazione economica del 4 per cento circa, mentre il disavanzo pubblico, a causa del costo delle misure per attenuare l'impatto della crisi, dell'aumento della spesa sanitaria e del calo delle entrate, dovrebbe salire a circa l'8 per cento del PIL: in Moldavia i principali canali di trasmissione della crisi sono le rimesse – che rappresentano il 15 per cento del PIL nazionale – e il commercio con i Paesi colpiti dalla crisi, in particolare gli Stati membri dell'UE: di conseguenza, nel 2020 l'economia della Moldavia subirà una significativa recessione, le cui dimensioni sono al momento difficili da quantificare; l'Ucraina registrerà una contrazione del PIL compresa tra il 4 e il 9 per cento, mentre il disavanzo del 2020, alla luce delle spese supplementari legate alla crisi, è stato riveduto al 7,5 per cento del PIL.
  Evidenzia che, con riferimento ai Paesi del vicinato meridionale, la Commissione evidenzia quanto segue: in Giordania la pandemia avrà un impatto significativo sui flussi commerciali, le catene del valore globali e il turismo, determinando gravi conseguenze per il tasso di disoccupazione già elevato (circa il 19 per cento alla fine del 2019), nonché sul disavanzo – che supererà il 5 per cento del PIL – e sul debito pubblico, destinato a superare la soglia del 100 per cento del PIL; in Tunisia il brusco calo delle rimesse e del turismo – che rappresentano oltre il 7 per cento del PIL – malgrado la diminuzione del prezzo del petrolio, determinerà una riduzione degli afflussi di valuta estera, con la conseguenza che nel 2020 il governo non sarà in grado di coprire il proprio fabbisogno di finanziamenti dai mercati nazionali e internazionali.
  Rileva che, a fronte di questi dati drammatici, l'assistenza macrofinanziaria proposta dalla Commissione viene attivata sulla base dell'articolo 212 del Trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE), in base al quale «l'Unione conduce azioni di cooperazione economica, finanziaria e tecnica, comprese azioni di assistenza specialmente in campo finanziario, con Paesi terzi diversi dai Paesi in via di sviluppo». In combinazione con finanziamenti del Fondo monetario internazionale soggetti a un programma concordato di riforme economiche, essa consente di intervenire rapidamente ed efficacemente, riducendo la pressione finanziaria esterna dei beneficiari nell'immediato e contribuendo a creare un quadro macroeconomico stabile: ciò consentirà ai Pesi beneficiari di attenuare l'impatto della crisi sulle finanze pubbliche e di avere più margini di manovra per introdurre misure atte a mitigare le conseguenze socio-economiche della pandemia.
  Osserva che nell'attuale situazione eccezionale la Commissione propone programmi di «AMF di crisi», che avranno una durata più breve – 12 mesi anziché 2 anni e mezzo – e prevedranno solo due esborsi, entrambi erogati alla Banca centrale del Paese partner: il primo – previsto per la metà del 2020 – sarà erogato non appena possibile dopo l'adozione della decisione in esame e la stipulazione di un protocollo di intesa con ciascun beneficiario; il secondo dovrebbe essere erogato nel quarto trimestre del 2020 o nel primo trimestre del 2021, una volta che saranno soddisfatte le condizioni precisate nei protocolli di intesa. Come per qualsiasi assistenza macrofinanziaria, tale condizionalità è specifica per ciascun partner allo scopo di assicurare che sia pienamente adeguata a stimolare la stabilità macroeconomica, promuovendo le condizioni per una rinnovata crescita sostenibile. Inoltre, com’è consuetudine per l'AMF, gli esborsi saranno subordinati a progressi soddisfacenti Pag. 27nell'attuazione del contestuale programma concordato con il Fondo monetario internazionale.
  Precisa che l'importo dell'AMF proposto dalla Commissione per ciascun Paese si basa su una stima preliminare del fabbisogno di finanziamento esterno residuo dei partner e tiene conto della loro capacità di autofinanziarsi con le proprie risorse – in particolare con le riserve internazionali a loro disposizione –, nonché delle risorse fornite dall'FMI e dalla Banca mondiale. La determinazione dell'importo dell'assistenza tiene conto anche della necessità di garantire un'equa ripartizione degli oneri tra l'Unione e gli altri donatori, nonché della preesistente mobilitazione degli altri strumenti finanziari esterni dell'UE. In particolare, la Commissione assicurerà la coerenza con le operazioni di AMF già in atto a beneficio di Georgia, Giordania, Moldavia, Tunisia e Ucraina.
  Segnala che, pertanto, a seguito di una valutazione preliminare delle esigenze di finanziamento, la proposta prevede che i fondi AMF siano distribuiti come segue: Albania, 180 milioni di euro; Bosnia-Erzegovina, 250 milioni; Georgia, 150 milioni; Giordania, 200 milioni; Kosovo, 100 milioni; Macedonia del Nord, 160 milioni; Moldavia, 100 milioni; Montenegro, 60 milioni; Tunisia, 600 milioni; Ucraina, 1,2 miliardi di euro. Precisa che questo importo, particolarmente elevato, si giustifica con la grave situazione di finanza pubblica dell'Ucraina: al riguardo, segnala che il Fondo monetario internazionale, che stima per il 2020 un deficit complessivo di finanziamento esterno di circa 12 miliardi di dollari, ha deciso di aumentare la portata del programma triennale recentemente negoziato con Kiev, portandolo da 5,5 a 10 miliardi di dollari, 3,5 dei quali disponibili già da quest'anno.
  Inoltre, sottolinea che l'intero importo dell'assistenza macrofinanziaria dell'Unione è erogato a ciascun Paese sotto forma di prestiti, della durata massima di quindici anni, e che la Commissione è autorizzata a finanziarsi prendendo in prestito per conto dell'Unione i fondi necessari sui mercati dei capitali o presso istituzioni finanziarie.
  Evidenzia che la concessione dell'assistenza macrofinanziaria – in piena coerenza con la cornice giuridica che disciplina il processo di allargamento e la politica di vicinato – è subordinata alla condizione preliminare del rispetto, da parte dei Paesi partner, di meccanismi democratici effettivi, compresi un sistema parlamentare multipartitico e lo Stato di diritto, e dei diritti umani; la Commissione e il Servizio Europeo per l'Azione Esterna sono incaricati di monitorare il rispetto di tale condizione preliminare durante l'intero ciclo dell'assistenza macrofinanziaria dell'Unione.
  Come già accennato, ribadisce che questa iniziativa di assistenza macrofinanziaria è ispirata da una logica di «pronto intervento», volta ad assicurare un sostegno concreto ed immediato ai Paesi più in difficoltà, ma si inquadra in una strategia più complessiva dell'Unione.
  Ricorda che l'8 aprile scorso, infatti, la Commissione europea e l'Alto rappresentante per la politica estera, Borrell, hanno presentato un piano di aiuti su scala globale per un importo complessivo di 15,6 miliardi di euro, di cui 3 miliardi destinati alla regione del vicinato nel suo complesso: 2,1 miliardi per i Paesi del vicinato meridionale e 962 milioni per i Paesi del partenariato orientale; a questi importi vanno aggiunti 800 milioni di euro diretti verso i Balcani occidentali e la Turchia.
  Segnala che, più recentemente, il 29 aprile scorso, la Commissione europea ha proposto – anche in vista del Vertice UE-Balcani Occidentali in corso di svolgimento proprio oggi – lo stanziamento di ulteriori 3,3 miliardi di euro mobilitati congiuntamente alla Banca europea per gli investimenti, al fine di supportare i Paesi della regione balcanica ad affrontare le necessità immediate in ambito sanitario e le conseguenti esigenze umanitarie connesse alla pandemia di COVID-19, nonché a contribuire alla ripresa economica e sociale.Pag. 28
  In conclusione, ricorda che la proposta di decisione in titolo dovrebbe esaminata e approvata in tempi brevi dal Parlamento europeo e dal Consiglio, in modo da rendere rapida l'erogazione dell'assistenza macrofinanziaria. Auspica, dunque, che la III Commissione possa altrettanto rapidamente, e con ampia maggioranza, approvare il documento finale da trasmettere alle Istituzioni dell'UE e al Governo, nella consapevolezza che una efficace politica di partnership con i Paesi dell'allargamento e del vicinato contribuisce in maniera determinante ad affermare la presenza e la credibilità dell'Unione sulla scena internazionale, in un approccio d'insieme che combini sicurezza, diplomazia e sviluppo.
  Nel segno di questa rafforzata attenzione alle dinamiche regionali che ci coinvolgono come Italia, coglie l'occasione dell'esame di provvedimento per incoraggiare la Commissione ad inaugurare una nuova stagione di cooperazione interparlamentare con i Paesi interessati dalle politiche di allargamento e di vicinato, anche mediante incontri informali per videoconferenza.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE, esprimendo apprezzamento per l'ampia e approfondita relazione, ricorda che l'Amministrazione competente a seguire i negoziati in sede UE sulla proposta decisione in esame è il Ministero dell'Economia e delle finanze. In generale, sottolinea che la proposta si inquadra in una logica di solidarietà che la Commissione europea non intende circoscrivere ai confini dell'Unione: tale impianto è del tutto condiviso dal Governo, anche in considerazione degli aiuti che l'Italia ha ricevuto da alcuni dei sopra citati Paesi nella fase di emergenza sanitaria e che si sono sostanziati nell'invio di operatori sanitari e attrezzature mediche.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 6 maggio 2020.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 6 maggio 2020. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 15.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

5-03916 Lupi: Sulle responsabilità della Repubblica popolare cinese in relazione alla diffusione della pandemia da COVID-19.
5-03914 Zoffili: Sulle responsabilità della Repubblica popolare cinese in relazione alla diffusione della pandemia da COVID-19.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI) illustra l'interrogazione in titolo.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), in qualità di cofirmatario, illustra a sua volta l'interrogazione in titolo, sottolineando la necessità che il Governo chiarisca la posizione internazionale e il quadro di alleanze del nostro Paese, anche alla luce delle recenti e poco rassicuranti dichiarazioni Pag. 29del Presidente del Consiglio Conte e del Ministro Di Maio riguardo alle relazioni con la Cina: al riguardo, ricorda che i presunti aiuti pervenuti dal Paese asiatico si sono sostanziati nell'esborso, da parte del nostro Governo, di 209 milioni di euro per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI), replicando, si dichiara del tutto insoddisfatto della risposta del Governo, che ha eluso i quesiti principali: in primo luogo, la possibilità o meno che l'Italia aderisca all'iniziativa di vari Paesi – tra cui Francia, Germania e Stati Uniti – per l'istituzione di una commissione internazionale d'inchiesta che accerti le responsabilità delle autorità cinesi in merito all'origine e alla diffusione della pandemia; in secondo luogo, l'opinione del Governo circa le posizioni espresse dal Segretario alla difesa americano, Esper, secondo il quale Cina e Russia starebbero approfittando della pandemia per far avanzare i loro interessi e seminare divisioni nell'Alleanza atlantica e nell'Unione europea. In conclusione, sottolinea che la politica estera del Governo appare opaca ed ondivaga, il che mette a serio rischio il nostro sistema di alleanze tradizionali.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), intervenendo in sede di replica, si dichiara totalmente insoddisfatto della risposta del Governo. Ribadendo che Cina e OMS hanno forti responsabilità nella diffusione della pandemia, sottolinea che gli aiuti provenienti dalla Repubblica popolare cinese rappresentano un bieco tentativo di acquisire credibilità da parte di un regime autoritario, rispetto al quale il nostro Paese deve prendere le distanze in maniera chiara ed inequivocabile. Sottolinea che questa vicenda pone dei quesiti di fondo sul radicamento democratico delle scelte operate da questo Esecutivo, sulle quali il Gruppo Lega intende vigilare in modo assiduo.

5-03912 Delmastro delle Vedove: Sulla ridestinazione degli stanziamenti di cooperazione allo sviluppo a favore delle imprese italiane in crisi a causa della pandemia da COVID-19.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) illustra l'interrogazione in titolo.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), intervenendo in sede di replica, si dichiara clamorosamente insoddisfatto della risposta del Governo, evidenziando che, a fronte di 500 milioni da destinare alla cooperazione allo sviluppo, il Governo ha stanziato, con il decreto-legge «Cura Italia», solo 250 milioni per il sistema sanitario e 60 milioni per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale. Sottolinea che la legge n. 125 del 2014 non impone al Governo alcun obbligo sugli stanziamenti per la cooperazione che, in questa fase critica, non sono giustificati neanche dall'esigenza di preservare future quote di mercato per l’export, dato che al momento l'emergenza vera è quella di evitare la desertificazione industriale dell'Italia.

5-03913 Palazzotto: Sulle difficoltà riscontrate nel rimpatrio di connazionali a seguito della pandemia da COVID-19.
5-03915 Suriano: Sulle difficoltà riscontrate nel rimpatrio di connazionali a seguito della pandemia da COVID-19.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

Pag. 30

  Erasmo PALAZZOTTO (LEU) e Simona SURIANO (M5S) illustrano le interrogazioni in titolo, di cui sono primi firmatari.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Simona SURIANO (M5S), intervenendo in sede di replica, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, che dimostra l'enorme sforzo messo in campo dall'Esecutivo per agevolare il rimpatrio dei connazionali. Tuttavia, auspica che tale impegno possa essere ulteriormente rafforzato, anche nella prospettiva di una riapertura delle rotte aeree con taluni Paesi, mirando, in particolare, a promuovere un contenimento dei costi praticati dalle compagnie aeree.

  Erasmo PALAZZOTTO (LEU), intervenendo in sede di replica, associandosi ai ringraziamenti per il lavoro svolto dal Governo, si dichiara soddisfatto. Auspica, altresì, che vengano investite maggiori risorse per i connazionali che non sono riusciti a usufruire di voli messi a disposizione da altri Paesi europei e che sono tuttora bloccati in zone di guerra o comunque pericolose, dove il contagio da COVID-19 può davvero costare la vita.

5-03911 Quartapelle Procopio: Sull'impatto sui lavoratori italiani transfrontalieri delle misure adottate dalla Confederazione Svizzera nel contrasto alla pandemia da COVID-19.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), illustra l'interrogazione di cui è prima firmataria, segnalando che al Senato è stato approvato un ordine del giorno che mira ad estendere ai lavoratori italiani transfrontalieri la garanzia di taluni ammortizzatori sociali, quali la NASPI, il congedo parentale o l'indennità di malattia.

  La Viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), intervenendo in sede di replica, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo. Tuttavia, ricordando che le procedure di accesso al territorio della Confederazione svizzera restano tuttora molto complesse, invita il Governo a verificare l'efficacia degli ammortizzatori sociali già disposti a favore dei lavoratori transfrontalieri e a valutare l'opportunità di introdurre nuove misure con il decreto-legge che si accinge ad approvare.

  Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 16.10.

Pag. 31