CAMERA DEI DEPUTATI
Sabato 21 dicembre 2019
300.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Sabato 21 dicembre 2019. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI. – Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Antonio Misiani e Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 18.05.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 e relativa nota di variazioni.
C. 2305 Governo, approvato dal Senato e C. 2305/I Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 dicembre 2019.

  Claudio BORGHI, presidente, dà conto delle sostituzioni e ricorda che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sul complesso delle proposte emendative presentate. Invita quindi i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle citate proposte emendative.

  Ubaldo PAGANO (PD), relatore, anche a nome del collega Sodano, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  Il sottosegretario Antonio MISIANI esprime parere conforme a quello dei relatori nella consapevolezza della delicatezza e della rilevanza di tale scelta rispetto alle prerogative del Parlamento. Rileva come tale scelta sia dettata dalla necessità, assolutamente prioritaria per il Governo, di scongiurare il ricorso all'esercizio provvisorio il cui ultimo precedente risale a oltre trent'anni fa. Auspica pertanto che i parlamentari possano comprendere le ragioni di tale decisione.

  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA), prendendo atto del parere contrario dei relatori e del Governo su tutte le proposte emendative presentate, esprime rammarico e sdegno per la mancata volontà da parte del Governo di esaminare in modo approfondito il disegno di legge di bilancio anche alla Camera dei deputati. Al riguardo, fa presente che il suo gruppo si era reso disponibile anche a procedere all'esame di un esiguo numero di proposte emendative, al fine di migliorare il testo del provvedimento, e che, se il Governo avesse voluto, si sarebbe potuto concludere Pag. 4l'esame del disegno di legge di bilancio in tempi brevi, permettendo la terza lettura dello stesso presso il Senato. Ricorda, inoltre, che lo scorso anno i deputati del Partito Democratico, allora all'opposizione, avevano contestato in modo veemente la rapidità con cui il disegno di legge di bilancio era stato esaminato in terza lettura alla Camera, mentre ora la Camera si trova ad esaminare in tempi strettissimi il provvedimento addirittura in seconda lettura. Ritiene pertanto di rappresentare, in tal modo, uno stato d'animo che non è solo dell'opposizione ma anche della maggioranza rispetto alla situazione disdicevole in cui oggi si trova ad operare la Commissione bilancio della Camera. In merito ai contenuti del disegno di legge di bilancio evidenzia come questo includa diversi aspetti che restano problematici, come segnalato anche dal mondo imprenditoriale. Pertanto, ritiene che se il Governo davvero avesse avuto a cuore lo sviluppo e la crescita economica del Paese avrebbe dovuto agire in modo differente, rispettando anche le prerogative dei deputati che rappresentano gli interessi dei cittadini. Si scusa con i cittadini italiani per non aver potuto svolgere il proprio ruolo di parlamentare.

  Andrea MANDELLI (FI), nell'esprimere un forte rammarico per la volontà del Governo di non prendere in considerazione alcuna delle proposte emendative presentate, ritiene si stia scrivendo una brutta pagina della vita parlamentare. In proposito ricorda che in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio per l'anno 2019 un deputato del Partito Democratico intervenuto in Assemblea per dichiarazioni di voto aveva evidenziato che quando a un deputato è impedito intervenire per modificare un provvedimento all'esame del Parlamento si viene a creare un grave vulnus che incide sulla rappresentanza dei cittadini. Segnala che negli ultimi tempi si è instaurato un meccanismo per cui viene esautorato, a rotazione, un ramo del Parlamento dall'esame dei provvedimenti. In proposito, porta l'esempio del cosiddetto «decreto-legge fiscale», rispetto al quale il Senato non ha potuto svolgere un esame approfondito, limitandosi ad approvare il testo trasmesso dalla Camera dei deputati. Al riguardo, esprime preoccupazione per la compressione del diritto dei parlamentari a partecipare al procedimento legislativo. Ricorda che almeno lo scorso anno, in occasione dell'esame del disegno di legge di bilancio, i deputati erano riusciti comunque a dare il proprio contributo alla scrittura della legge di bilancio tramite l'approvazione di alcune proposte emendative. Fa presente che anche quest'anno il suo gruppo avrebbe voluto contribuire a migliorare il testo del disegno di legge di bilancio seppur limitandosi ad esaminare argomenti circoscritti. Stigmatizza, quindi, il fatto che la descritta limitazione delle prerogative parlamentari sia stata determinata dai continui litigi all'interno della maggioranza. In merito ai contenuti del disegno di legge di bilancio evidenzia che si tratta di una manovra non coraggiosa ma di retroguardia, che non sarà d'aiuto alla crescita economica del Paese. Facendo presente che il gruppo di Forza Italia farà sentire forte la propria voce critica rispetto al provvedimento in esame, preannuncia che il suo gruppo non parteciperà ulteriormente ai lavori della Commissione. Concludendo, esprime rammarico per quella che definisce un triste pagina della democrazia parlamentare.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), nel rammaricarsi dell'impossibilità di dare il proprio contributo al disegno di legge di bilancio, ricorda che il gruppo di Fratelli d'Italia non ha mai inteso mettere in atto atteggiamenti ostruzionistici ma soltanto espresso la volontà di migliorare la scrittura del disegno di legge di bilancio che rappresenta il momento più alto dell'attività legislativa di una nazione. A tale proposito ritiene che il ruolo dei parlamentari sia proprio quello di rappresentare gli interessi dei propri elettori nel momento in cui il Parlamento definisce come spendere le risorse pubbliche e, dunque, in quale direzione intende portare il Paese. Da un lato, condivide le parole Pag. 5dell'onorevole Mandelli, ritenendo che si stia scrivendo una brutta pagina della democrazia parlamentare, dall'altro, crede che l'atteggiamento del Governo e della maggioranza riveli un'ipocrisia di fondo, poiché il reale motivo per cui non è stato possibile modificare il testo del provvedimento alla Camera sia da ricercare nella difficile convivenza all'interno della maggioranza. Esprime, quindi, delusione, sconforto e preoccupazione per la situazione in cui si trova ad operare la Commissione bilancio. In proposito ritiene che il monocameralismo che, di fatto, si sta delineando preannuncia un periodo buio in cui la negazione della possibilità di ascolto e di confronto con le opposizioni sancirà la fine della democrazia parlamentare. Concludendo fa presente che ci sono alcuni princìpi costituzionali contro cui nessuna forza politica dovrebbe poter andare.

  Claudio BORGHI, presidente, nel ricordare come buona parte dell'attività della Commissione bilancio nel corso dell'intero anno sia finalizzata all'esame del disegno di legge di bilancio, esprime il proprio personale rammarico per la situazione nella quale la Commissione stessa si è trovata a lavorare.

  Bruno TABACCI (MISTO-CD-RI-+E) desidera rilevare come molte delle espressioni utilizzate dai colleghi di minoranza testé intervenuti siano condivisibili, ma al tempo stesso ritiene opportuno sottolineare che la situazione non è nuova. Rileva come non si possa riscrivere la storia parlamentare partendo dal presente o da un passato molto recente e rileva l'opportunità di prendere atto del crescente squilibrio nel rapporto tra Governo e Parlamento che prosegue da lungo tempo. Rammenta che in un passato recente si è avuta addirittura la tentazione di prevedere un voto selettivo che avrebbe visto coinvolti soltanto i capigruppo, che si è parlato di eliminare il divieto di mandato imperativo e che è stata approvata una riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari, in un contesto nel quale emerge sempre più il concetto di inutilità del Parlamento. Sottolinea come lo squilibrio dei poteri dipenda da una forte campagna antipolitica nella quale tutti hanno fatto la loro parte. Quanto alla qualità della legislazione rammenta come da lunghissimo tempo il Comitato per la legislazione segnali problemi che non vengono affrontati. Ritiene che ciò che più preoccupa sia proprio la lenta decretazione della inutilità della funzione parlamentare. Ciò premesso, nella convinzione che la forma sia sostanza, ritiene che si sarebbe dovuto trovare in ogni caso un modo per rendere anche la Camera protagonista dell'esame del disegno di legge di bilancio. Per tale motivo, e non per la qualità della manovra stessa, il suo giudizio è negativo. Rileva come negli anni il rapporto tra maggioranza e opposizione e tra Governo e Parlamento si sia «sfilacciato» e come questo sia il disastroso risultato che cogliamo andando, per il secondo anno consecutivo, verso un assetto monocamerale e non solo sul disegno di legge di bilancio. Oltre a ciò stigmatizza come negli ultimi anni i vari Governi che si sono di volta in volta succeduti abbiamo assunto atteggiamenti di irrisione nei confronti delle minoranze facendo decadere il dibattito e il confronto. Ritiene che ciò costituisca un grave campanello di allarme al quale tutti insieme si dovrebbe cercare di porre rimedio. Per tali ragioni non può ritenersi soddisfatto. Così come ha ritenuto di non votare favorevolmente i provvedimenti relativi alla riduzione del numero dei parlamentari e alla istituzione della Commissione d'inchiesta sulle banche, poiché, a suo avviso, tali provvedimenti non fanno parte di una sana strategia istituzionale, dichiara con rammarico di partecipare ai lavori della Commissione solo in quanto rispettoso del vincolo di maggioranza che è un vincolo politico e non di mandato. Sottolinea tuttavia come ciò non gli impedisca di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

  Claudio BORGHI, presidente, ritiene che a questo punto la Commissione possa procedere alle votazioni.

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  Silvana Andreina COMAROLI (LEGA) dichiara che i parlamentari del gruppo Lega non intendono partecipare ad alcuna votazione e che abbandoneranno i lavori della Commissione non volendo partecipare a quella che definisce «una farsa».

  Fabio RAMPELLI (FDI) esprime il proprio rammarico nel constatare che oltre all'onorevole Tabacci nessun componente della maggioranza abbia ritenuto opportuno intervenire sulla questione. Preannuncia che i parlamentari del suo gruppo abbandoneranno i lavori della Commissione non per un atteggiamento arrendevole ma per l'assoluta indignazione nei confronti di chi sta uccidendo la democrazia. Ritiene, infatti, che con la nascita del secondo Governo Conte – che, a suo avviso, si è formato contro la volontà del popolo italiano ma che avrebbe potuto avere una giustificazione attraverso il ricorso alla democrazia parlamentare – si stiano svolgendo le esequie della democrazia parlamentare stessa. Rileva come i tempi per svolgere un esame del provvedimento si sarebbero potuti concordare e come sia un dovere parlamentare svolgere tale lavoro. Ritiene invece che impedire l'esame del disegno di legge di bilancio ad un ramo del Parlamento costituisca un atto di insubordinazione rispetto all'istituzione repubblicana e che il concetto di democrazia al quale si riferisce l'attuale maggioranza rappresenti la tomba della democrazia stessa.

  Andrea MANDELLI (FI) ribadisce che anche i parlamentari del suo gruppo abbandoneranno i lavori della Commissione, in quanto non hanno intenzione di partecipare allo «scempio» posto in essere dalla maggioranza e sottolinea come la democrazia debba essere difesa anche quando si è al Governo.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) nel rammentare come lo scorso anno i parlamentari del Partito Democratico abbiano fatto ricorso alla Corte costituzionale per lamentare che non era stato possibile svolgere in modo adeguato l'esame della legge di bilancio da un ramo del Parlamento chiede alla presidenza della Commissione di formalizzare al Presidente della Camera che la Commissione bilancio non è stata posta nelle condizioni di svolgere i compiti previsti per il libero mandato dei parlamentari. Ritiene inoltre che i parlamentari dell'attuale maggioranza, che fino a ieri gridavano alla deriva autoritaria, dovrebbero vergognarsi molto in quanto, a suo avviso, sono divenuti i peggiori violatori di una Costituzione che difendono solo a parole.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che sono in distribuzione lo stampato del disegno di legge di bilancio comprensivo delle correzioni di messaggio trasmesse dal Senato e le relazioni trasmesse dalle Commissioni di settore.
  Pone in votazione il conferimento del mandato ai relatori a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul disegno di legge di bilancio nel testo trasmesso dal Senato, precisando che, in caso di approvazione, si intenderanno conseguentemente respinti tutti gli emendamenti presentati.

  La Commissione delibera di conferire ai relatori, onorevoli Ubaldo Pagano e Sodano, il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame, intendendosi conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Luigi MARATTIN (IV) desidera ringraziare la presidenza della Commissione per l'equilibrio e la terzietà con i quali ha condotto i lavori della Commissione e, in particolare, per aver deciso di porre in votazione il mandato ai relatori dichiarando la conseguente reiezione di tutte le proposte emendative presentate, in modo da consentirne la ripresentazione in Assemblea, anziché dichiararne la decadenza per effetto dell'assenza dei presentatori, anche in seguito all'abbandono dei lavori.

  Claudio BORGHI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei Pag. 7nove sulla base delle indicazioni dei gruppi. Avverte, infine, che i gruppi Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno designato quali relatori di minoranza rispettivamente i deputati Frassini, Mandelli e Lucaselli.

  La seduta termina alle 18.45.

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