CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 dicembre 2019
289.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e IV)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 5 dicembre 2019. — Presidenza del presidente della IV Commissione Gianluca RIZZO. — Interviene il sottosegretario per l'interno Vito Claudio Crimi.

  La seduta comincia alle 14.10.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive, a norma dell'articolo 1, commi 2, lettera b), 3 e 4, della legge 1o dicembre 2018, n. 132, al decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, recante «Disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche».
Atto n. 119.
(Seguito esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 dicembre scorso.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Passando a sintetizzare l'andamento dei lavori sul provvedimento, ricorda che, dopo la relazione illustrativa, svolta dai relatori nella seduta del 17 ottobre scorso, le Commissioni hanno poi proceduto a un ampio ciclo di audizioni, al termine del quale è stato richiesto di procedere anche all'audizione del Ministro della Giustizia, che si è svolta ieri sera.
  Domanda quindi ai relatori se siano in grado di presentare nella seduta odierna o, comunque, di far pervenire nella giornata odierna ai componenti delle Commissioni una proposta di parere e se confermino l'intenzione di domandare al Governo la disponibilità ad attendere l'inizio della settimana prossima per l'espressione del parere, disponibilità che risulta già essere stata manifestata presso le omologhe Commissioni del Senato.

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  Emanuele FIANO (PD), relatore per la I Commissione, formula, anche a nome del relatore per la IV Commissione Del Monaco, una proposta di parere (vedi allegato), che illustra, facendo notare come essa rappresenti il frutto di un lungo confronto con i soggetti interessati e il risultato di un articolato lavoro che ha coinvolto anche i gruppi, il quale ha condotto, peraltro, anche al recepimento di talune proposte di osservazione provenienti dal gruppo della Lega, del quale non sono state invece accolte le due proposte di condizione formulate.
  Dopo aver espresso condivisione per la finalità del provvedimento di promuovere una equiparazione nella progressione di carriera del personale tra i diversi Corpi, si sofferma, in particolare, sulla condizione di cui al n. 40 della proposta di parere, con la quale si chiede al Governo di sopprimere l'articolo 29, comma 1, lettera c), numero 2), l'articolo 31, comma 1, lettera a) e l'articolo 32, dello schema in esame.
  Fa notare, infatti, che appare opportuno espungere dal testo dello schema quelle disposizioni che intervengono sul rapporto gerarchico tra direttore del carcere e appartenenti al Corpo della Polizia penitenziaria nonché sulle relative conseguenze sui poteri disciplinari e sull'impiego dell'armamento. Si tratta, a suo avviso, di questioni che, incidendo sull'ordinamento penitenziario nel suo complesso, meritano di essere affrontate in un'altra sede – su iniziativa del Governo o del Parlamento – con una logica di sistema, come peraltro affermato dallo stesso Ministro della giustizia nell'audizione svolta dalle Commissioni riunite nella giornata di ieri. Ferma restando l'esigenza di salvaguardare la progressione di carriera verso i ruoli apicali del personale della polizia penitenziaria, che ritiene assolutamente condivisibile, rileva, peraltro, che le norme dello schema richiamate in premessa si pongono ai limiti dell'ambito della delega conferita al Governo e non appaiono sufficientemente coordinate con i principi regolatori dell'organizzazione e della gestione degli istituti penitenziari.
  Chiede quindi al rappresentante del Governo di esprimere la disponibilità ad attendere il parere delle Commissioni riunite fino alla seduta di martedì 10 dicembre.

  Antonio DEL MONACO (M5S), relatore per la IV Commissione, manifesta, a sua volta, la disponibilità a fornire tutte le necessarie delucidazioni sulla proposta di parere, concordando con il relatore per la I Commissione in merito alla richiesta di rinviare l'espressione del parere all'inizio della prossima settimana.
  Apprezza quindi l'attenzione che lo schema di decreto ha posto sul personale della Polizia penitenziaria, sottolineando la delicatezza dei compiti che questa assolve, anche sotto il profilo della rieducazione dei rinchiusi nelle carceri. Esprime, altresì, soddisfazione per l'intesa raggiunta sulla proposta di parere che, espungendo dal provvedimento esclusivamente la disposizione relativa al rapporto gerarchico tra direttore del carcere e dirigente della Polizia penitenziaria, a suo avviso eccedente la delega, mantiene una serie di importanti migliorie per il citato personale.

  Emanuele FIANO (PD), relatore per la I Commissione, ad integrazione del suo precedente intervento, si sofferma sull'osservazione recata dalla lettera h) della proposta di parere, con la quale si chiede al Governo di valutare l'opportunità di adottare, in via del tutto eccezionale, misure, anche di carattere normativo, al fine di superare le criticità evidenziate in premessa e di considerare le aspettative dei partecipanti al concorso pubblico per l'assunzione di 893 allievi agenti della Polizia di Stato bandito con decreto del Capo della Polizia – Direttore generale della pubblica sicurezza del 18 maggio 2017, risultati idonei alla relativa prova scritta d'esame e in possesso dei requisiti di cui all'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982, nel testo Pag. 5vigente alla data del 31 dicembre 2018, nonché al fine di accelerare l'immissione in ruolo del personale, ferme restando le riserve e le preferenze applicabili secondo la normativa vigente alla predetta procedura concorsuale.
  Fa notare che si tratta di una questione già nota, anche al precedente Governo, certamente di non facile risoluzione, in relazione alla quale confida in un intervento dell'Esecutivo in carica, affinché si possa rispondere alle aspettative dei tanti soggetti interessati. Ricorda, infatti, che molti dei soggetti coinvolti sono risultati esclusi da tale procedura in conseguenza di una modifica legislativa relativa ai requisiti di ammissione – anagrafici e relativi ai titoli – sulla quale andrebbe fatta chiarezza, considerato, altresì, che lo scorrimento della graduatoria della prova scritta di esame del concorso pubblico in questione ha dato luogo ad un consistente contenzioso da parte dei candidati rimasti esclusi, che peraltro hanno ottenendo una riammissione all'espletamento delle prove in via cautelare.

  Il sottosegretario Vito Claudio CRIMI evidenzia come il lavoro dei relatori sia stato particolarmente impegnativo, anche in considerazione della complessità della materia.
  Osserva quindi come ogni Forza dell'ordine abbia proprie caratteristiche e, pertanto, nell'introdurre misure a favore di un Corpo occorre prestare grande attenzione a non sconvolgere gli equilibri esistenti.
  Dichiara, quindi, che l'Esecutivo è disposto ad attendere il parere fino alla giornata di martedì 10 dicembre, anche al fine di consentire alle Commissioni una adeguata valutazione della proposta di parere, dichiarando fin d'ora l'impegno del Governo a prendere in attenta considerazione le condizioni contenute nel parere.

  Gianni TONELLI (LEGA) rileva come, in occasione dell'esame della precedente legge di bilancio, si ritenne che i tempi tecnici necessari per l'espletamento di un concorso per le assunzioni nelle forze dell'ordine sarebbero stati tali da non poter fare fronte con la necessaria tempestività alle carenze di organico, anche in considerazione dell'ingente numero di pensionamenti che sarebbero di lì a poco intervenuti, e come pertanto si ritenne di utilizzare le graduatorie del concorso precedente. Osserva come, successivamente, tale situazione non sia più risultata praticabile a seguito delle modifiche di alcuni requisiti, previste nell'ambito del riordino delle carriere, e della posizione perentoria assunta dal Dipartimento di pubblica sicurezza, della quale il Governo di allora non ha potuto far altro che prendere atto. Rileva quindi come sarebbe singolare se il predetto Dipartimento mutasse la propria posizione in merito a distanza di pochi mesi.
  Venendo a considerazioni di carattere generale sullo schema di decreto in esame, rileva come sia necessario pervenire a un riordino delle carriere che assicuri un assetto normativo stabile e ricorda come si tratti di un tema che sta particolarmente a cuore alla Lega e per il quale sono stati stanziati i relativi fondi. Osserva, tuttavia, come una parte molto rilevante di tali fondi sia stata di fatto distolta da tali obiettivi per altre finalità, tra le quali richiama in particolare la decisione di riconoscere al personale l'assegno di funzione, che tuttavia non è in grado di eliminare i disallineamenti giuridici e stipendiali di cui soffrono numerose categorie delle forze di polizia.
  Reputa quindi, da cittadino prima ancora che da parlamentare, particolarmente grave l'atteggiamento dell'Amministrazione, che ha opposto una forte resistenza, vanificando il raggiungimento dell'obiettivo di consentire un adeguato riconoscimento in termini di progressione di carriera agli operatori che hanno maturato i titoli per accedere a posizioni di maggior rilevo, ai quali non può essere pregiudizialmente preclusa qualsiasi possibilità di avanzamento.

  Salvatore DEIDDA (FDI) evidenzia come le intenzioni di coloro che hanno presentato ricorso relativamente alle vicende che hanno interessato il richiamato Pag. 6di concorso per agenti di polizia non fossero quelle di essere assunti senza passare attraverso lo svolgimento delle prove concorsuali, ma bensì di potere partecipare al concorso stesso con le regole previste dalle disposizioni in vigore al momento dell'adozione del bando.
  Ringrazia, quindi, i relatori per avere posto il tema e ritiene che sia una vittoria del Parlamento e della politica ridare a questi giovani le aspettative loro ingiustamente negate.

  Il sottosegretario Vito Claudio CRIMI espone alcuni dati relativi ai concorsi svolti, precisando di volere soltanto fornire un quadro della situazione, senza esprimere alcun giudizio.
  Riferisce, quindi, che sono stati convocati 7.792 candidati e che, dopo le procedure selettive, sono risultati idonei 2.017 candidati, dei quali 1.851 sono stati avviati al corso.
  I candidati che avevano superato la prova scritta, ma risultavano – al momento della nuova procedura – aver superato i 26 anni o privi del diploma di scuola superiore, hanno agito in giudizio avverso gli atti dell'Amministrazione sono stati 2.400. Di questi, in sede cautelare, 1.177 sono stati ammessi agli accertamenti e 455 sono stati giudicati idonei. I rimanenti 1.223 ricorrenti sono invece ancora in attesa di convocazione.
  In sintesi, ad oggi, la platea dei potenziali interessati a un eventuale recupero è di 455 ricorrenti idonei, 1.223 ricorrenti che ancora devono essere sottoposti a prove di idoneità e 4.089 non ricorrenti, ma che si trovano nelle stesse condizioni di coloro che hanno fatto ricorso.
  Alla luce di quanto appena esposto, sottolinea come un'eventuale norma che volesse recuperare i criteri del vecchio bando implicherebbe la necessità di sottoporre a prove attitudinali 5.312 concorrenti, al netto dei 455 già valutati idonei. Tenuto conto del trend medio di superamento di tali prove, è plausibile che circa 2.100 concorrenti risultino idonei e, quindi, da avviare ai corsi di formazione, esaurendo tutta la capacità di assunzione dei prossimi anni.

  Emanuele FIANO (PD), relatore per la I Commissione, richiama l'attenzione del Sottosegretario Crimi sulla necessità di affrontare, in termini generali e definitivi, la questione dell'alternativa tra lo scorrimento delle graduatorie e l'indizione di nuovi concorsi, trattandosi di una problematica di notevole delicatezza e complessità, in quanto ci si trova di fronte ad un conflitto tra aspettative che appaiono meritevoli di tutela e il fatto che lo scorrimento delle graduatorie costituisca una soluzione più rapida ed economica rispetto all'espletamento di un nuovo concorso.
  Chiede, inoltre, se non si possa fare ricorso a una previsione analoga a quella, relativa al reclutamento dei marescialli della Guardia di finanza, di cui all'articolo 37, comma 4, lettera b), del decreto legislativo n. 199 del 1995, come modificata dall'articolo 26, comma 1, lettera m), numero 1.3), dello schema di decreto in esame, che consente la possibilità di scorrere la graduatoria in essere per un periodo di trenta giorni.

  Il sottosegretario Vito Claudio CRIMI osserva come la norma citata dal deputato Fiano riguardi soltanto l'ipotesi di copertura di posti resisi disponibili, ad esempio per rinuncia, nei trenta giorni successivi all'inizio del corso di formazione per i marescialli della Guardia di finanza, e come la ratio di tale termine sia quella di consentire ai subentranti la possibilità di partecipare utilmente al medesimo corso, il che non sarebbe di fatto più possibile nel caso di vacanze che si verifichino successivamente a tale termine.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

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