CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 novembre 2019
282.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 27 novembre 2019. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Francesca Puglisi, e la sottosegretaria di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Marina Sereni.

  La seduta comincia alle 14.35.

Modifiche all'articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale.
C. 615 Gribaudo, C. 1345 Benedetti e C. 1925 CNEL.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame delle proposte di legge in titolo.

  Andrea GIACCONE, presidente, comunica che la Commissione avvia l'esame in sede referente delle abbinate proposte di legge in titolo, che modificano l'articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale.
  Invita quindi la relatrice, onorevole Gribaudo, a illustrare il contenuto delle proposte di legge.

  Chiara GRIBAUDO (PD), relatrice, con riferimento alla proposta di legge C. 615, a sua prima firma, rileva che si tratta di un'iniziativa ampiamente condivisa all'interno della maggioranza, che, con tale proposta di legge, intende intervenire su un fenomeno, ampiamente certificato dai dati censiti da EUROSTAT e ISTAT, oltre che da studi di diverse organizzazioni internazionali, che vede il lavoro delle donne sistematicamente retribuito meno di quello degli uomini, a parità di mansioni e di ore lavorate.
  La sostanziale parità che si registra in Italia (il gap salariale è, infatti, pari al 5,5 per cento) è, purtroppo, solo apparente, in quanto nel settore privato il nostro Paese risulta allineato alla maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea, con un divario pari a circa il 19 per cento.Pag. 97
  La proposta di legge in esame, pertanto, si affiancherebbe alle altre misure che nel tempo sono state adottate per valorizzare l'impegno lavorativo delle donne, senza che, per questo, sia sacrificato il tempo dedicato alla famiglia. Si riferisce, ad esempio, al divieto delle cosiddette «dimissioni in bianco», all'estensione del congedo parentale e all'istituzione del congedo obbligatorio di paternità.
  In particolare, la proposta di legge, che consta di due articoli, è volta a modificare l'articolo 46 del codice delle pari opportunità, di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006, che dispone l'obbligo per le aziende con più di cento dipendenti di redigere un rapporto biennale sui vari aspetti inerenti le pari opportunità sul luogo di lavoro, inclusa la retribuzione. Il rispetto di tale previsione, tuttavia, non è verificabile né sono verificabili i contenuti dei rapporti delle aziende. Pertanto, l'articolo 1, comma 1, dopo aver previsto, alla lettera a), la possibilità anche per le aziende con meno di cento dipendenti di redigere il rapporto, alla lettera b), dispone la pubblicazione, sul sito internet del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'elenco delle aziende che hanno trasmesso il rapporto e dell'elenco di quelle che non lo hanno trasmesso.
  La lettera c) rinvia a un successivo decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali per la definizione dei criteri per la redazione del rapporto, delle modalità di accesso al rapporto da parte dei dipendenti dell'azienda interessata, dei parametri minimi di rispetto delle pari opportunità, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Rileva che il decreto ministeriale prevede anche il rilascio di una «certificazione di pari opportunità di lavoro», da attribuire alle aziende che rispettano tali parametri minimi.
  Le successive lettere del comma 1, infine, modificano la disciplina sanzionatoria in caso di inosservanza degli obblighi e attribuiscono all'Ispettorato nazionale del lavoro, nell'ambito delle sue attività, il compito di verificare la veridicità dei rapporti.
  Segnala, quindi, che l'articolo 2 attribuisce alla consigliera o al consigliere nazionale di parità l'obbligo, ora in capo al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di presentazione al Parlamento, con cadenza biennale, di una relazione contenente i risultati del monitoraggio sull'applicazione della legislazione in materia di parità e pari opportunità nel lavoro e sulla valutazione degli effetti delle disposizioni del codice delle pari opportunità.
  Rileva, quindi, che anche la proposta di legge C. 1345 Benedetti intende incentivare le aziende a ridurre la differenza salariale tra uomini e donne estendendo, con l'unico articolo di cui si compone, alle aziende che occupano almeno venticinque dipendenti l'obbligo redigere un rapporto biennale sui vari aspetti inerenti le pari opportunità sul luogo di lavoro, inclusa la retribuzione, già previsto dall'articolo 46 del codice delle pari opportunità.
  Infine, la proposta di legge C. 1925, di iniziativa del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL), modificando il medesimo articolo 46 del codice delle pari opportunità, estende, alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 1, l'obbligo di redazione, con cadenza biennale, del rapporto alle aziende con più di cinquanta dipendenti. La lettera b), dopo aver introdotto la previsione di un modello standardizzato di rapporto, attribuisce alla consigliera o al consigliere regionale di parità il compito di elaborare i dati contenuti nei rapporti trasmessi dalle aziende e di trasmettere i risultati alle sedi territoriali dell'Ispettorato nazionale del lavoro, alla consigliera o al consigliere nazionale di parità, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Dipartimento delle pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL). Dopo aver segnalato che la lettera c) introduce sanzioni nei casi di inottemperanza dell'obbligo di redazione del rapporto, rileva che la lettera d) prevede la trasmissione, con cadenza biennale, da parte del CNEL, di una relazione al Parlamento nella quale sono contenute considerazioni e proposte, anche legislative, volte a garantire effettive condizioni di pari opportunità di genere nel mercato del lavoro.Pag. 98
  In termini generali, desidera richiamare l'attenzione dei colleghi sul fatto che il marcato peggioramento della differenza retributiva a scapito delle lavoratrici, certificato dal Gender Gap Report 2017 di JobPricing, rende ineludibile la necessità di un intervento del Parlamento su tale tema. Ringrazia, quindi, le colleghe che hanno voluto sottoscrivere la proposta di legge C. 615, a sua prima firma, dimostrando che la sensibilità su tale problematica è trasversale a quasi tutti i gruppi politici. Ringraziando altresì la Presidenza della Commissione per aver acconsentito a prevedere l'inizio dell'esame dei provvedimenti in una fase di lavoro parlamentare che non lascia molto spazio per ulteriori argomenti, invita anche le colleghe dei gruppi di opposizione a partecipare allo sforzo per una rapida approvazione degli stessi, eventualmente presentando proposte specifiche, che potrebbero confluire in un unico testo condiviso.

  Elena MURELLI (LEGA), accogliendo l'invito della relatrice, condivide il proposito che la Commissione giunga all'elaborazione di un testo unitario, condiviso da tutti i gruppi.

  Tiziana CIPRINI (M5S), sottolineando l'importanza del tema, propone che sia abbinata alle proposte di legge in discussione anche la proposta di legge C. 522, a sua prima firma, che, pur affrontando la più generale problematica delle differenze di genere nel mondo del lavoro con un ventaglio di proposte estremamente articolato, presenta, all'articolo 2, un contenuto omogeneo a quello delle proposte di legge in esame.

  Andrea GIACCONE, presidente, fa presente che la sottolineata maggiore articolazione della proposta di legge C. 522 Ciprini ne sconsiglia l'abbinamento d'ufficio alle proposte di legge in titolo, circoscritte alla modifica dell'articolo 46 del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, in materia di rapporto sulla situazione del personale. Rinvia, quindi, alla prossima riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ed eventualmente alla prossima seduta della Commissione, l'approfondimento della proposta di abbinamento avanzata dalla collega Ciprini.

  Renata POLVERINI (FI), in qualità di cofirmataria della proposta di legge C. 615 Gribaudo, ringrazia la relatrice per l'impegno profuso nel cercare un approccio il più possibile unitario alla problematica della differenza salariale, trovando una soluzione condivisa, che permetta una rapida approvazione da parte del Parlamento. Proprio per questo, teme che l'allargamento dell'esame a temi ulteriori, sia pure di grande importanza, possa portare a divisioni e a ritardi, laddove, al contrario, sarebbe importante che la Commissione dimostrasse la propria capacità di procedere in maniera costruttiva e spedita, al di là delle differenze di gruppo, così come spesso è accaduto nella scorsa legislatura.

  Andrea GIACCONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche al titolo VI del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, in materia di personale assunto a contratto dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura.
C. 1027-A.
(Esame e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di legge in titolo.

  Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che l'Assemblea, su proposta della relatrice, onorevole Ciprini, ha deliberato, nella seduta dello scorso 12 novembre, il rinvio in Commissione della proposta di legge in esame, allo scopo di permettere i necessari approfondimenti sulla condizione apposta al parere espresso dalla Commissione bilancio, che, ai fini del rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, Pag. 99propone la soppressione del comma 4 del capoverso Art. 157, di cui alla lettera e) del comma 1 dell'articolo 1 del nuovo testo della proposta di legge.
  Avverte che la relatrice ha presentato l'emendamento 1.1, volto unicamente a recepire la predetta condizione, testualmente formulata, della Commissione bilancio (vedi allegato). Tale emendamento sarà pertanto posto in votazione, non essendovi obiezioni, senza fissare il termine per la presentazione di subemendamenti.
  Invita, quindi, la relatrice a illustrare il suo emendamento.

  Tiziana CIPRINI (M5S), relatrice, prima di illustrare il suo emendamento 1.1, rileva che il nuovo testo del quarto comma dell'articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, approvato nel corso dell'esame in Commissione, risulta, a suo giudizio, pienamente coerente con la normativa vigente, che consente il pagamento delle retribuzioni del personale impiegato all'estero nel caso in cui tale procedura risulti più conveniente, escludendo il rischio di cambio. In particolare, la formulazione approvata dalla Commissione evita l'insorgenza di oneri a carico della finanza pubblica nel caso di deprezzamento dell'euro. In caso contrario, invece, gli eventuali effetti negativi troverebbero comunque copertura nell'aumento delle risorse dello specifico fondo dello stato di previsione del Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, previsto da un emendamento che il Governo intende presentare al disegno di legge di bilancio 2020, in discussione al Senato. Tuttavia, per evitare ritardi ulteriori che mettano a rischio la soluzione di un problema estremamente sentito dai lavoratori interessati, propone, con il suo emendamento 1.1, il recepimento della condizione apposta al parere espresso dalla Commissione bilancio, che ha inteso conformarsi al parere della Ragioneria generale dello Stato, volto a garantire l'invarianza di spesa. Ne raccomanda, pertanto, l'approvazione.

  La sottosegretaria Marina SERENI esprime parere favorevole sull'emendamento 1.1 della relatrice.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LEU), esprimendo il suo stupore per il parere espresso dalla Ragioneria generale dello Stato, che, a suo parere, non ha tenuto conto dei possibili effetti positivi per la finanza pubblica derivanti dal testo approvato dalla Commissione e messi in luce dalla relatrice, preannuncia il voto favorevole all'emendamento 1.1 della relatrice, proprio per non compromettere l'approvazione di un provvedimento atteso da tempo dai lavoratori.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva l'emendamento 1.1 della relatrice (vedi allegato).

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che, dal momento che, sul testo risultante dagli emendamenti approvati in sede referente, erano già stati acquisiti i pareri favorevoli delle Commissioni I (Affari Costituzionali), II (Giustizia), III (Affari esteri) e VII (Cultura), ed essendo l'emendamento 1.1 della relatrice, testé approvato, volto esclusivamente a recepire l'unica condizione apposta al parere reso dalla Commissione bilancio direttamente all'Assemblea, la Commissione procederà al conferimento alla relatrice del mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento, come risultante dall'approvazione del suo emendamento.

  La Commissione delibera di conferire alla deputata Ciprini il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in esame.
  Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Andrea GIACCONE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 15.

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