CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 novembre 2019
272.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 175

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 12 novembre 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Intervengono la viceministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca Anna Ascani e la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali Anna Laura Orrico.

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante la trasmissione sul circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

DL 124/2019: Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.
C. 2220 Governo.
(Parere alla VI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 7 novembre 2019.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Daniele BELOTTI (LEGA), dopo aver ricordato che l'attuale ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha pubblicamente promesso di dimettersi se non otterrà almeno tre miliardi di risorse aggiuntive per la scuola, esprime l'opinione Pag. 176che difficilmente sarà in carica ancora nel 2020. Infatti non solo non c’è traccia all'orizzonte di stanziamenti aggiuntivi per la scuola, ma il decreto-legge in esame addirittura sottrae risorse al Ministero dell'istruzione. È vero che, come correttamente evidenziato dalla relatrice, quella prevista dal decreto in esame è una riduzione di importo contenuto, soprattutto se paragonata a quelle poste a carico di altri Ministeri, tuttavia è il segno chiaro di quel che ci si può aspettare. Ritiene infatti improbabile che, se il decreto in esame dispone un taglio per il Ministero dell'istruzione, la legge di bilancio, di qui a poche settimane, assegni allo stesso Ministero tre miliardi in più; tanto più che lo stesso ministro Fioramonti ha pubblicamente dichiarato di non essere stato nemmeno consultato nella fase di predisposizione del disegno di legge di bilancio e di averne appreso il contenuto, per la parte che riguarda il suo settore, solo attraverso la rete internet. Sono, questi, segnali che, a suo avviso, evidenziano lo scarso peso politico del ministro Fioramonti, e di conseguenza anche della VII Commissione, che ha in lui il suo ministro di riferimento: un ministro che, con la sua poca autorevolezza, trascina verso il basso tutto il mondo della scuola. Riterrebbe più opportuno, di fronte a questo progressivo impoverimento della capacità di direzione politica centrale della scuola, un radicale decentramento regionale in chiave autonomista delle competenze in materia, così da invertire la rotta e rendere la scuola più efficiente; un discorso analogo ritiene che possa farsi per il mondo della cultura, al quale gioverebbe abbandonare l'attuale sistema amministrativo, ingessato e «borbonicamente» burocratizzato, che fa perno su soprintendenze che invece di valorizzare il patrimonio storico culturale italiano lo deprimono. Preannuncia in conclusione il voto contrario della Lega.

  Paola FRASSINETTI (FDI) esprime anch'ella perplessità rispetto al futuro in considerazione della plastica situazione di difficoltà in cui si trova il ministro Fioramonti a fronte di finanziamenti aggiuntivi che non sono arrivati e che probabilmente non arriveranno. I tagli di bilancio recati dal decreto in esame accompagnano, a suo avviso, il progressivo indebolimento della VII Commissione, che è ormai spesso chiamata soltanto ad esprimere pareri su provvedimenti che, in considerazione della rilevanza che hanno per il suo ambito di interesse, dovrebbe esaminare in sede primaria e in via esclusiva. Ritiene che le preoccupazioni espresse dagli insegnanti ascoltati questa mattina, in sede di Commissioni riunite VII e XI, nelle audizioni informali sul decreto-legge n. 126 del 2019 costituiscano un segnale negativo. Preannuncia in conclusione il voto contrario di Fratelli d'Italia sulla proposta di parere della relatrice.

  Marco BELLA (M5S) ribadisce che il decreto in esame è un documento dal contenuto prevalentemente tecnico, che dispone tagli di bilancio esigui, specialmente per i Ministeri di riferimento della Commissione, a fronte di maggiori entrate per lo Stato attese per effetto delle misure di contrasto dell'evasione fiscale recate dal provvedimento. Sottolinea, inoltre, che le riduzioni di bilancio disposte dal decreto in esame non intervengono sul comparto scuola, ma sulle spese di funzionamento del Ministero.

  Nicola FRATOIANNI (LEU), premesso di non voler parlare delle risorse stanziate in favore della scuola, atteso che queste a suo giudizio non saranno mai abbastanza, invita i colleghi della Lega a focalizzare la propria attenzione sulle voci di spesa interessate dai tagli e ad essere più cauti nello stigmatizzare l'intervento del decreto in esame.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, dopo aver sottolineato che i tagli, seppur minimi, non possono certamente suscitare soddisfazione, conferma la propria proposta di parere favorevole, anche per coerenza con il parere favorevole votato dalla Commissione il 23 luglio scorso sul decreto-legge n. 61, che ha disposto l'accantonamento, a valere sui Pag. 177bilanci dei due principali Ministeri di riferimento della VII Commissione, delle stesse somme di cui si parla nel decreto-legge in esame oggi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

DL 104/2019: Disposizioni urgenti per il trasferimento di funzioni e la riorganizzazione di Ministeri, nonché per altre finalità.
C. 2242 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, riferisce che la Commissione è chiamata a esprimere alla Commissione Affari costituzionali il parere sulle parti di propria competenza del decreto-legge n. 104 del 2019. Dopo aver ricordato che il disegno di legge di conversione del decreto è stato già esaminato dal Senato, che ha apportato diverse modifiche e aggiunte al testo, precisa che le disposizioni di interesse della Commissione sono agli articoli 1, 1-bis, 1-ter e 6.
  L'articolo 1 trasferisce nuovamente al Ministero per i beni e le attività culturali le funzioni in materia di turismo già trasferite dal Governo Conte I al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Assieme alle funzioni, il decreto trasferisce le connesse risorse umane, strumentali e finanziarie, fatta eccezione per quelle relative alla Direzione generale per la valorizzazione dei territori e delle foreste non riferite ad attività di sviluppo, promozione e valorizzazione del turismo. Di conseguenza viene soppresso, con decorrenza dal 1o gennaio 2020, il Dipartimento del turismo del Ministero delle politiche agricole. Vengono inoltre trasferiti al Ministero per i beni culturali i posti funzione di un dirigente di livello generale e di due dirigenti di livello non generale. L'articolo regola tutte le questioni connesse con il trasferimento delle funzioni, compreso il trattamento economico del personale e i rapporti giuridici in materia di turismo. Evidenzia che, con una modifica apportata all'articolo 1 dal Senato, sono stati inoltre istituiti presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ulteriori 25 posti funzione di dirigenti di livello non generale, in aggiunta ai 167 già previsti dal decreto-legge. I nuovi posti funzione sono destinati al personale di soprintendenze, biblioteche e archivi. Gli oneri correlati – quantificati nel limite massimo di 3.592.500 euro annui a decorrere dal 2020 – sono coperti mediante corrispondente riduzione delle proiezioni del fondo speciale di parte corrente per l'anno 2019, utilizzando l'accantonamento per il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Riferisce che, nel corso dell'esame al Senato, sono stati inoltre introdotti nell'articolo 1 i commi 3-bis e 3-ter. Il primo incrementa di 500.000 euro annui a decorrere dal 2020 la dotazione finanziaria destinata all'erogazione del trattamento economico del personale con contratto a tempo determinato e di quello con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa addetto agli Uffici di diretta collaborazione del Ministro per i beni e le attività culturali, mentre il comma 3-ter prevede la copertura finanziaria della disposizione. All'onere finanziario, pari a 692.000 euro annui a decorrere dal 2020, si provvede anche in questo caso mediante riduzione del fondo speciale di parte corrente, utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali. Il comma 4 dell'articolo 1 prevede che i nuovi regolamenti di organizzazione dei due Ministeri, ivi inclusi quelli degli uffici di diretta collaborazione, siano adottati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. A decorrere dalla data di efficacia di ciascuno dei predetti decreti cessa di avere vigore, per il Ministero interessato, il regolamento di organizzazione vigente.
  Gli articoli 1-bis e 1-ter, introdotti dal Senato, recano misure finalizzate ad assicurare Pag. 178i servizi pubblici essenziali di vigilanza, protezione e conservazione dei beni culturali, nonché di valorizzazione e fruizione degli istituti e dei luoghi della cultura. A questo proposito, ricorda che il decreto-legge n. 146 del 2015 ha disposto che, in relazione alla «tutela del patrimonio storico-artistico», rientrano tra i servizi pubblici essenziali non solo i servizi di vigilanza sui beni culturali, ma anche l'apertura al pubblico regolamentata di musei e altri istituti e luoghi della cultura che appartengono a soggetti pubblici e sono destinati alla pubblica fruizione, nonché espletano un servizio pubblico. L'articolo 1-bis introdotto dal Senato autorizza il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ad assumere a tempo indeterminato 150 unità di personale non dirigenziale appartenente all'area II, di cui 100 unità appartenenti alla posizione economica F2 e 50 unità appartenenti alla posizione economica F1, da individuare mediante apposita procedura selettiva. Le assunzioni sono finalizzate ad assicurare i servizi essenziali di accoglienza e di assistenza al pubblico, nonché di vigilanza, protezione e conservazione dei beni culturali in gestione, e sono autorizzate nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali autorizzate ai sensi del DPCM 20 giugno 2019. Ricorda che il decreto ha autorizzato il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo a indire nel triennio 2019-2021 procedure di reclutamento per 400 unità di personale nel profilo professionale di assistente – Area funzionale II, posizione economica F2, nonché ad assumere – sul budget assunzionale del 2019 derivante dalle cessazioni del personale non dirigenziale dell'anno 2018 – ulteriori 500 unità di personale non dirigenziale, afferente al medesimo profilo professionale di assistente. La disciplina della procedura selettiva dovrà essere definita con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge. Per questo è autorizzata la spesa di euro 2.623.798 per il 2020 e di euro 5.247.596 annui a decorrere dal 2021, nonché – per lo svolgimento della procedura selettiva – la spesa di euro 145.000 per il 2020. A sua volta, l'articolo 1-ter, introdotto dal Senato, dispone una misura temporanea cui il Ministero può ricorrere per reperire personale per accoglienza e vigilanza nei musei, nei parchi archeologici statali e negli altri istituti e luoghi della cultura nelle more dell'espletamento delle procedure concorsuali autorizzate. In particolare, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo può avvalersi per lo svolgimento di tali attività della società Ales (Arte, lavoro e servizi) s.p.a. A tali fini, alla società Ales è assegnato un contributo di euro 5 milioni nel 2019, euro 330.000 nel 2020 ed euro 245.000 nel 2021.
  Ricorda che A.L.E.S. s.p.a Arte Lavoro e Servizi è una società di diritto privato sottoposta alla vigilanza esclusiva del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, che esercita i diritti dell'azionista, secondo gli indirizzi impartiti dal Ministro in conformità al modello dello «in house providing». Svolge attività volte alla gestione, valorizzazione e tutela dei beni culturali, occupandosi, fra l'altro, della gestione di musei, aree archeologiche e monumentali, biblioteche, archivi, compresa la conduzione dei servizi al pubblico e la guardiania.
  I commi 3 e 4 dell'articolo 1-ter dispongono in merito all'utilizzo dei proventi derivanti dalla vendita dei biglietti di ingresso agli istituti e ai luoghi della cultura. Nello specifico, il comma 3 prevede che i proventi della vendita dei biglietti d'ingresso negli istituti e nei luoghi della cultura appartenenti o in consegna allo Stato sono destinati anche alla fruizione dei medesimi. Il comma 4 dispone che i proventi derivanti dai biglietti d'ingresso negli Istituti e nei musei dotati di autonomia speciale sono destinati entro un certo limite alla remunerazione del personale coinvolto in specifici progetti locali presso gli stessi istituti o musei: questo nel limite massimo del 15 per cento del trattamento Pag. 179tabellare annuo lordo, secondo criteri definiti in sede di contrattazione collettiva integrativa.
  L'articolo 1-quater, introdotto dal Senato, modifica le norme che disciplinano le attribuzioni e i compiti del Commissario straordinario per le finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino, prevedendo, in particolare, che al Commissario spetta un compenso – determinato con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e gravante sulla contabilità speciale intestata al Commissario medesimo – e introducendo l'obbligo, in capo al Commissario, di riferire con cadenza almeno bimestrale sullo stato di avanzamento degli interventi programmati.
  L'articolo 6 riguarda il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, disponendo il decremento di un posto di livello dirigenziale generale nell'ambito della dotazione organica del Ministero. Si ricorda che la legge di bilancio 2019 aveva incrementato la dotazione organica del MIUR di due posti di livello dirigenziale generale, con la finalità di consentire una maggiore efficacia dell'azione amministrativa svolta a livello centrale dal Ministero, nonché di potenziare la tutela delle minoranze linguistiche presenti in Friuli Venezia Giulia. Ora si elimina il riferimento all'esigenza di consentire una maggiore efficacia dell'azione amministrativa e, conseguentemente, si riduce a una unità l'incremento della dotazione organica di livello dirigenziale generale. Di conseguenza è anche prevista l'adozione di nuovi regolamenti di organizzazione del Ministero ed è regolata, nelle more, l'efficacia degli incarichi dirigenziali in essere.
  Conclude formulando una proposta di parere favorevole.

  Antonio PALMIERI (FI), dopo aver ricordato che la posizione di Forza Italia rispetto al trasferimento delle funzioni in materia di turismo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali era contraria, preannuncia che il gruppo non voterà contro la proposta di parere sul decreto in esame, ma si asterrà.

  Alessandra CARBONARO (M5S) ricorda che, tra i primi atti del precedente Governo, la decisione sicuramente più controversa e discutibile sul piano culturale ed economico, oltre che strategico, è stata quella di trasferire al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali le funzioni in materia di turismo, che erano esercitate dal Ministero per i beni e le attività culturali. Ritiene che si sia trattato di una scelta che non vedeva nella valorizzazione dei beni artistici e culturali un elemento di crescita del Paese. Infatti, la ratio sottesa alla norma risultava poco motivabile, considerato che con quella scelta veniva reciso il legame, fondamentale per il nostro Paese, tra turismo e cultura. Sottolinea che la cultura rappresenta la nostra identità, il valore aggiunto decisivo da mettere nella competizione globale in ogni tipo di turismo, perché nessuno nel mondo ha la possibilità di legare ad altre forme di turismo un patrimonio architettonico, museale e pittorico come l'italiano, che rende enormemente più competitivo, sotto questo aspetto, il Paese rispetto alla concorrenza internazionale.
  Ricorda che il ritorno di alcune funzioni del turismo in capo al Ministero per i beni e le attività culturali è ulteriormente motivato dalla necessità di implementare la sua funzione di monitoraggio e controllo delle dinamiche legate al turismo e dell'impatto che esse possono avere sul nostro patrimonio culturale. Riferendo alcuni dati ISTAT relativi all'anno 2018, evidenzia che ci sono stati 429 milioni di turisti in Italia, con un aumento del 2 per cento rispetto al 2017, e che tre turisti culturali su quattro si concentrano nelle prime dieci città d'arte d'Italia, con 84 milioni di presenze su 113, mentre il turismo nei piccoli borghi si attesta sui 95 milioni di presenze nel 2018.
  In proposito, fa presente che alcune città d'arte vivono situazioni di congestione per eccessiva presenza di turisti: situazioni che devono essere affrontate per migliorare la qualità dell'esperienza turistica e la fruizione del patrimonio artistico e culturale. In particolare, nella nuova fase Pag. 180di green new deal, è importante operare scelte che limitino l'impatto sulla qualità della vita nelle città d'arte e garantiscano la tutela e la conservazione del patrimonio artistico e paesaggistico.

  Nicola FRATOIANNI (LEU) preannuncia il voto favorevole di Liberi e uguali.

  Cristina PATELLI (LEGA) esprime la netta contrarietà del suo gruppo rispetto alla scelta operata dal Governo di trasferire nuovamente al Ministero per i beni e le attività culturali le funzioni in materia di turismo. La contrarietà del suo gruppo è legata ad un'idea di turismo completamente diversa, molto lontana da quella che vuole perseguire il Governo, o meglio, il Partito democratico, ovvero l'azionista di minoranza dell'Esecutivo. Ricorda che il Movimento 5 Stelle, non più di un anno fa, aveva condiviso e votato tutt'altra impostazione. Pertanto, nel domandarsi se era sbagliato allora o se si sta sbagliando oggi, ritiene che l'errore è quello che si stia compiendo oggi. È dell'avviso che con questo intervento si penalizzerà il turismo nella maggior parte del Paese, quello che non è costruito attorno ai grandi monumenti, di cui pur l'Italia è piena, ma che è famoso nel mondo per l'enogastronomia, il territorio e le sue tradizioni. Ritiene che si stia penalizzando il turismo, che avrebbe bisogno di essere aiutato a crescere, a farsi conoscere e ad attrezzarsi per ricevere i viaggiatori italiani e stranieri. Non è il Colosseo che va fatto conoscere all'estero, ma, piuttosto, le grandi potenzialità del paesaggio e dell'agricoltura, in cui rientrano ampi settori quali – ad esempio – gli agriturismi o l'enogastronomia. La gestione organica di questi ambiti poteva essere garantita proprio dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo che, in un anno di lavoro, aveva avviato progetti in cui la valorizzazione della produzione agroalimentare, attraverso il legame con il territorio e la connessa attività turistica, avrebbe potuto rappresentare anche per zone più marginali dell'Italia un importante volano di sviluppo, competitività e innovazione. È infatti in quei luoghi che si crea il made in Italy, è lì che nascono i prodotti delle attività primarie e le eccellenze legate al paesaggio e al cibo italiani, che costituiscono un patrimonio unico e conosciuto in tutto il mondo, al pari delle destinazioni turistiche e monumentali.
  Conclude affermando di non comprendere i motivi per tornare al passato, inseguendo un'urgenza non meglio specificata, anche dal punto di vista formale, e rimarcando di considerare il decreto un errore grave, di cui le zone più in difficoltà del Paese pagheranno il prezzo più alto.

  Paola FRASSINETTI (FDI) preannuncia l'astensione del gruppo di Fratelli d'Italia dalla votazione, ritenendo più opportuna l'istituzione di un ministero a sé per il settore del turismo, trattandosi di gestire il tesoro italiano più prezioso in un quadro d'insieme armonico che contemperi il paesaggio, l'enogastronomia e i beni culturali.

  Gabriele TOCCAFONDI (IV), dopo aver preannunciato il voto favorevole di Italia viva, risponde alla domanda a suo avviso retorica sollevata dalla deputata Patelli. È dell'opinione che lo sbaglio sia quello fatto precedentemente, con il trasferimento del turismo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali: perché, se è vero che l'enogastronomia costituisce parte integrante della cultura italiana, è vero anche che ne è, appunto, solo una parte: in quanto tale certamente da valorizzare, ma non in una prospettiva che ne faccia il punto di riferimento, assorbendo o riducendo ad essa le altre parti del patrimonio culturale italiano.

  Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, dopo aver ricordato che la centralità dei beni culturali, oltre che del paesaggio, è affermata già dalla Costituzione italiana, e che nello stesso senso si orientano importanti fonti internazionali, tra cui la Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore dell'eredità culturale per la società, anche nota come Convenzione di Pag. 181Faro, conferma la sua proposta di parere favorevole.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Prevenzione e contrasto del bullismo e misure rieducative dei minori.
Nuovo testo C. 1524 Dori.

(Parere alla II Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Luigi GALLO, presidente e relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere alla Commissione giustizia il parere sul nuovo testo della proposta di legge n. 1524 Dori, come risultante dall'esame degli emendamenti. Riferisce che la proposta prevede misure per prevenire e contrastare il bullismo in tutte le sue forme. Ricorda che le tematiche collegate al fenomeno del bullismo sono state oggetto, già nella XVII legislatura, di un esame approfondito, che ha condotto all'approvazione della legge n. 71 del 2017, la quale individua strumenti di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo. Sottolinea che tale legge ha privilegiato gli interventi di carattere socio-educativo – che coinvolgono le responsabilità dei genitori e, soprattutto, della scuola – rispetto agli interventi di natura penale, incentrandosi quindi su azioni di carattere preventivo e facendo leva sull'idea che occorre prestare attenzione, tutelare ed educare i minori coinvolti, a prescindere dal fatto che siano le vittime o i responsabili degli atti di bullismo. La proposta in esame, pur ponendosi in continuità con la sopra citata legge n. 71 del 2017 – alla quale tra l'altro apporta alcune limitate modifiche – e pur prevedendo anch'essa misure di carattere socio-educativo, accosta alle stesse anche l'impiego di strumenti di repressione penale per combattere le varie forme di bullismo in tutte le forme in cui esso si estrinseca, compreso il cyberbullismo.
  Rappresenta che il testo iniziale della proposta di legge è stato ampiamente modificato nel corso dell'esame presso la Commissione di merito. Tra le misure volte ad arginare il fenomeno del bullismo, diverse chiamano in causa il MIUR e gli operatori scolastici, o fanno comunque riferimento ad ambiti di competenza della VII Commissione. Tra queste, segnala che l'articolo 2 prevede, attraverso una modifica all'articolo 731 del codice penale, l'innalzamento delle pene previste a carico dei genitori per l'inosservanza dell'obbligo scolastico.
  L'articolo 3 introduce diverse modifiche alla citata legge n. 71 del 2017, che ha dettato disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Innanzitutto la proposta in esame estende l'ambito di applicazione della legge 71 anche al bullismo in generale. In particolare, è sostituito il comma 1 dell'articolo 1 della legge n. 71, così introducendo tra le sue finalità la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo in tutte le loro manifestazioni: finalità da perseguire, in particolare, con azioni di carattere preventivo e con una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia quando sono nella posizione di vittime sia quando sono in quella di responsabili di illeciti. È sancito il principio che occorre privilegiare le azioni di carattere formativo ed educativo ed assicurare l'attuazione degli interventi senza distinzione di età nell'ambito delle istituzioni scolastiche (comma 1, lettera a)). Si prevede inoltre che le linee di orientamento recanti anche le procedure per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo adottate dalle scuole ai sensi della legge n. 71 del 2017 debbano essere recepite da ogni istituto scolastico nel proprio Regolamento, con riferimento anche al contrasto del bullismo (comma 1, lettera b)).
  La riforma interviene anche sull'articolo 5 della legge n. 71, che attualmente impone al dirigente scolastico, in caso di episodi di cyberbullismo in ambito scolastico Pag. 182che non costituiscano reato, di informare tempestivamente i genitori (o i tutori) dei minori coinvolti e di attivare adeguate azioni educative. Modificando questa previsione, la proposta di legge in esame dispone che l'obbligo del dirigente scolastico di informare i genitori riguarda non solo le ipotesi di cyberbullismo, ma anche quelle di bullismo. È previsto, inoltre, che il dirigente scolastico promuova adeguate iniziative di carattere educativo nei riguardi dei minori direttamente interessati dagli episodi di bullismo, anche con l'eventuale coinvolgimento del gruppo classe. Nei casi più gravi ovvero se si tratti di condotte non occasionali o comunque quando non si riscontrino esiti positivi in relazione alle iniziative di carattere educativo adottate dall'istituzione scolastica, il dirigente scolastico è chiamato a valutare se coinvolgere i rappresentanti dei servizi sociali e sanitari al fine di predisporre percorsi personalizzati per l'assistenza delle vittime e per l'accompagnamento rieducativo degli autori degli atti medesimi ovvero a valutare se sussistano i presupposti per attivare le misure rieducative previste per legge (comma 1, lettera c)).
  L'articolo 5 prevede un adeguamento dello statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, adottato con il decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998 e modificato con il decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 2007. Lo statuto deve essere adeguato alla luce dei seguenti principi: che la scuola si impegni a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare l'emersione di episodi riconducibili ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza; che il Patto educativo di corresponsabilità educativa contenga l'impegno, da parte delle famiglie, a partecipare ad attività di formazione organizzate dalla scuola, con particolare riferimento all'uso della rete internet e delle comunità virtuali, e a collaborare con la scuola per consentire l'emersione degli episodi sopra indicati.
  L'articolo 6 (Monitoraggio dei fenomeni di bullismo e di cyberbullismo a scuola) prevede che, al fine di valutare e monitorare la percezione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo e di sondare il clima della classe, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, attraverso proprie piattaforme nazionali di formazione e monitoraggio, metta a disposizione delle scuole strumenti di valutazione e questionari da somministrare a docenti e studenti. Il fine è quello di permettere di valutare l'estensione dei fenomeni tra gli studenti, la percezione dei fenomeni da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici, nonché la qualità del clima della classe nei rispettivi istituti. Ogni istituzione scolastica deve elaborare, utilizzando i dati raccolti, un report personalizzato per ciascun Istituto, che potrà essere messo a disposizione dei Consigli di classe, per tutte le valutazioni di merito e per predisporre conseguenti azioni di miglioramento del clima della classe. A partire dall'anno scolastico 2020/2021, ed entro il 30 ottobre di ogni anno scolastico, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è tenuto ad informare le istituzioni scolastiche degli strumenti di monitoraggio e dei questionari presenti sulla piattaforma dedicata.
  L'articolo 7 (Educazione in materia di intelligenza emotiva) prevede che, al fine di prevenire e contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo, deve essere implementata la Piattaforma Elisa, che è una piattaforma di E-learning degli insegnanti sulle strategie antibullismo. Ricorda che – a seguito dell'entrata in vigore della citata legge n. 71 del 2017 e dell'emanazione, ad ottobre 2017, dell'aggiornamento delle Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo – il MIUR si è impegnato nell'attuazione di un piano nazionale di formazione dei docenti referenti per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo ed è stata conseguentemente realizzata, in collaborazione con il dipartimento di formazione, intercultura, lingue, letterature e psicologia dell'università di Firenze, la piattaforma ELISA, presentata nel corso della seconda edizione della Pag. 183Fiera Didacta Italia il 19 ottobre 2018. La Piattaforma si suddivide in due sezioni, dedicate, rispettivamente: la prima ai corsi in e-learning, sia teorici che pratici (questa sezione è rivolta ai docenti referenti per il bullismo e il cyberbullismo, individuati da ogni scuola, fino ad un massimo di due ed è finalizzata a consentire l'acquisizione delle competenze psicopedagogiche e sociali per la prevenzione del disagio giovanile); la seconda al monitoraggio (questa sezione è rivolta a tutte le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado del territorio nazionale. Ogni scuola può accedere periodicamente a survey nazionali on line, da far compilare a studenti, docenti e dirigenti scolastici per valutare l'estensione dei fenomeni fra gli studenti e la percezione degli stessi da parte di docenti e dirigenti scolastici, ricevendo un report personalizzato). In particolare, l'articolo 7 della proposta in esame prevede che devono essere predisposti moduli di formazione specifici relativi all'educazione emotiva che mirino a sviluppare nei ragazzi relazioni positive tra pari, a insegnare a gestire positivamente le relazioni in essere in modo da prevenire e gestire i conflitti e ad affiancare competenze a favore della comunicazione non violenta. Per le esigenze connesse allo svolgimento delle attività di formazione in ambito scolastico finalizzate alla promozione dell'educazione emotiva, della comunicazione non violenta dei conflitti tra pari e all'acquisizione di competenze sociali adeguate, attraverso un'implementazione della Piattaforma Elisa o progetti pilota, sono stanziate risorse pari a 200.000 euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, a valere sul fondo di cui all'articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107 (si tratta del Fondo «La Buona Scuola» per il miglioramento e la valorizzazione dell'istruzione scolastica).
  Cita, infine, per completezza, anche l'articolo 4, che disciplina l'adozione, da parte del tribunale per i minorenni, di misure rieducative nei confronti di minori che manifestano condotte aggressive; l'articolo 8 che prevede l'istituzione, Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia, di un servizio per l'assistenza delle vittime di atti di bullismo e cyberbullismo, accessibile mediante un numero telefonico gratuito nazionale attivo nell'intero arco delle ventiquattro ore.

  Antonio PALMIERI (FI) ricorda che, in occasione dell'esame della proposta di legge sul cyberbullismo, poi approvata nella scorsa legislatura, il suo gruppo aveva criticato l'assegnazione della proposta alle Commissioni giustizia e affari sociali, ritenendo che la materia toccasse in modo diretto l'ambito di interesse della VII Commissione, non dovendosi addivenire ad un provvedimento repressivo, ma, piuttosto, di recupero dei soggetti coinvolti, con un approccio culturale. Ribadisce che, anche in questo caso, il suo gruppo ritiene che la proposta di legge avrebbe dovuto essere assegnata alla Commissione cultura. Invita quindi il presidente ad interessare della questione degli ambiti di competenza delle Commissioni il Presidente della Camera. Riferendosi, quindi, alla lunga e dettagliata relazione introduttiva, evidenzia che i punti di interesse e i nodi da sciogliere sono numerosi. Segnala, in particolare, che l'istituto dell'ammonimento – del quale il presidente non ha fatto cenno nella sua relazione – deve essere mantenuto.

  Vittoria CASA (M5S) sottolinea che l'impianto del provvedimento privilegia l'approccio di carattere culturale ed educativo al fenomeno del bullismo, particolarmente evidente nei contenuti dell'articolo 7 sull'educazione all'intelligenza emotiva. Evidenzia anche l'importanza di prevedere un coinvolgimento dei genitori, mediante il patto di corresponsabilità, al fine di creare un'alleanza educativa scuola-famiglie come strategia efficace per arginare e contrastare il fenomeno del bullismo. Pag. 184Lavorare sul fronte della prevenzione costituisce, a suo avviso, il migliore degli interventi.

  Luigi GALLO, presidente, considerato che alle ore 14 sono convocate in seduta congiunta le Commissioni VII e XI, per il dibattito sul decreto-legge n. 126 del 2019, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

DL 123/2019: Disposizioni urgenti per l'accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici.
C. 2211 Governo.

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