CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 ottobre 2019
256.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 17 ottobre 2019.

Audizione, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 687 Delrio, recante «Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi, di:
Corrado Bonifazi, dirigente di ricerca del Centro nazionale delle ricerche (CNR).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9 alle 9.35.

Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (INAPP).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 9.35 alle 10.45.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 ottobre 2019. — Presidenza della presidente Marialucia LOREFICE.

  La seduta comincia alle 10.45.

Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi.
C. 687 Delrio.
(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 2155 Gelmini).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 ottobre 2019.

  Marialucia LOREFICE, presidente, ricorda che sulla proposta di legge in oggetto si è svolto un ciclo di audizioni Pag. 71informali, che si è concluso nella mattina odierna.
  Comunica che, a seguito di quanto si è convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, svoltasi lo scorso giovedì 10 ottobre, ha rappresentato al Presidente della Camera l'esigenza di rinviare l'inizio della discussione in Assemblea del provvedimento in esame, già previsto per lunedì 28 ottobre, alla metà del mese di novembre.
  Avverte altresì che è stata assegnata alla XII Commissione, in data 16 ottobre 2019, in sede referente, la proposta di legge C. 2155, d'iniziativa dei deputati Gelmini e altri, recante «Disposizioni concernenti la concessione di un assegno mensile per ogni figlio a carico, per il sostegno della famiglia e della natalità». Poiché tale proposta di legge verte sulla stessa materia della proposta in esame, la presidenza ne dispone l'abbinamento ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.
  Chiede, quindi, se vi siano deputati che intendono intervenire nella discussione.

  Rossana BOLDI (LEGA) annuncia preliminarmente l'imminente presentazione da parte del suo gruppo di una proposta di legge sul medesimo argomento di quello della proposta in esame. Esprime soddisfazione per aver proposto un'integrazione del ciclo di audizioni previste nell'ambito del provvedimento in oggetto in quanto le ultime audizioni svolte hanno consentito di avere un'idea più precisa del contesto di riferimento.
  Rileva che, per procedere correttamente nell’iter della predetta proposta di legge, occorre avere piena consapevolezza di quali saranno le misure in favore della famiglia contenute nella manovra di bilancio, anche alla luce delle numerose dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da esponenti del Governo, che fanno supporre una sovrapposizione tra provvedimenti. Sottolinea, in proposito, che i tempi attualmente previsti per l'esame del provvedimento rischiano di essere inadeguati per poter svolgere il necessario approfondimento.
  Manifesta inoltre il dubbio che, viste le notevoli implicazioni di carattere economico della proposta di legge, la Commissione Affari sociali non possa procedere da sola nell'esame in sede referente.

  Fabiola BOLOGNA (M5S) rileva come dalle audizioni svolte emerga la necessità di un approfondimento sui costi delle misure che si vogliono adottare, sulle risorse a disposizione nonché sui criteri per la determinazione del reddito familiare. Nel segnalare che occorre effettuare anche una valutazione dell'interazione con il reddito di cittadinanza, ravvisa l'opportunità di prevedere una fase transitoria. Indica poi, quali ulteriori aspetti meritevoli di una riflessione, l'inclusione della presenza di nascituri tra le condizioni per il percepimento dell'assegno e i meccanismi di controllo al fine di evitare che le misure di sostegno vengano percepite in maniera indebita. In conclusione, osserva che la Commissione ha avviato un percorso in maniera corretta ma che occorre sviluppare ancora una discussione approfondita, in ragione della rilevanza dei temi trattati.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) ricorda che nella presente legislatura tutte le proposte di legge licenziate dalla Commissione Affari sociali sono state approvate all'unanimità e che un fenomeno analogo si è verificato anche nella passata legislatura. Si dichiara fiero di tale risultato, che dimostra la sensibilità peculiare dei componenti della Commissione, che porta a una convergenza tra i vari gruppi parlamentari, in particolare per quanto riguarda le misure a sostegno delle persone in condizioni di fragilità.
  In relazione al provvedimento in discussione, invita ad effettuare un esame approfondito, segnalando che non appare trascurabile il fatto che la proposta di legge era stata calendarizzata su richiesta di un gruppo allora all'opposizione, che ora sostiene l'attuale Governo, e che nel frattempo sono intervenute le dimissioni Pag. 72di uno dei due relatori, il deputato De Martini, in quanto il suo gruppo di appartenenza è passato all'opposizione. In questo quadro, ritiene necessario aprire un confronto all'interno delle forze di maggioranza per valutare la priorità della proposta in esame.
  In particolare, pone l'attenzione sul tema degli oneri finanziari, ricordando che nella passata legislatura le uniche proposte di legge presentate da forze di opposizione che hanno potuto completare il loro iter in Commissione erano caratterizzati dalla quasi totale assenza di oneri.
  Nel segnalare che, sulla base delle dichiarazioni effettuate e dei documenti finora elaborati, nella prossima manovra di bilancio potranno essere previste risorse per misure di sostegno alla natalità per un importo pari a 600 milioni di euro, rileva che la proposta a prima firma Delrio prevede, solo nel primo anno, la necessità di conseguire risparmi per 3,2 miliardi di euro. Ribadisce, quindi, l'esigenza di una discussione all'interno della maggioranza al fine di scongiurare il rischio di «fughe in avanti». Sottolinea, quindi, l'esigenza di non comprimere le prerogative del Parlamento, specialmente in relazione a un tema di tale importanza.

  Marialucia LOREFICE, presidente, in relazione ad alcuni rilievi svolti dalla collega Boldi, riferiti soprattutto all'esigenza di avere chiarimenti dal Governo, fa presente che nel corso della prossima settimana avrà luogo un'altra seduta della Commissione in sede referente alla quale prenderà parte un rappresentante del Governo.
  Per quanto concerne, poi, le conseguenze di carattere finanziario, ricorda che la Commissione Bilancio avrà modo di esaminare in maniera approfondita il provvedimento nel corso dell'esame in sede consultiva.

  Andrea CECCONI (MISTO-MAIE) segnala che le audizioni svolte hanno determinato un mutamento del proprio giudizio su alcuni aspetti della normativa che si vuole introdurre, osservando come un articolato all'apparenza semplice sia volto a produrre effetti rilevanti e sicuramente complessi. Al riguardo, invita ad evitare errori causati dalla scelta di voler concludere in tempi rapidi l'esame del provvedimento. Anche sulla base di esperienze recenti, mette in guardia dalla tentazione di indicare obiettivi di facile comunicazione, quale, ad esempio, un contributo di 240 euro per ogni figlio, finendo poi per dover ricorrere a complicati meccanismi di selezione, con controlli spesso inattuabili. Invita pertanto il relatore a proporre, con le modalità che ritiene più opportune, un percorso che consenta di comprendere meglio il contesto economico di riferimento, prima che si apra la fase della presentazione delle proposte emendative. Sottolinea che la Commissione ha bisogno di effettuare ulteriori verifiche tecniche in relazione alle diverse ipotesi di intervento, che potrebbero tenere conto sia degli scaglioni di reddito sia di una diversificazione a seconda del numero di figli.
  Segnala, poi, che appare opportuno un coordinamento anche rispetto ad altri interventi di cui si profila l'adozione, quali il riordino delle detrazioni fiscali o i contributi per il pagamento degli asili nido.
  Nel ribadire la necessità di una valutazione globale dei vari temi oggetto di interventi normativi collegati tra di loro, osserva che per legiferare in maniera corretta bisogna avere a disposizione tempi adeguati e che l'obiettivo dovrebbe essere quello di offrire un sostegno alla natalità e non quello di creare una nuova misura di contrasto alla povertà. Nel rilevare che un contributo per ogni figlio, a prescindere dal reddito, potrebbe essere impiegato in maniera differenziata dalle famiglie, esprime l'auspicio per cui, volendo prevedere una modulazione per scaglioni di reddito, questi ultimi siano previsti in un numero assai limitato.

  Maria Teresa BELLUCCI (FdI) ricorda che l'integrazione del ciclo di audizioni è stata determinata soprattutto dall'esigenza di acquisire ulteriori elementi rispetto ad aspetti non sufficientemente chiari. Al riguardo, Pag. 73osserva come le audizioni abbiano evidenziato i possibili rischi connessi all'esercizio di una delega così ampia in materia di sostegno alla natalità, specialmente in assenza di dati certi. Ma, soprattutto, lamenta l'assenza di un chiarimento circa le misure concrete che potranno essere introdotte con la legge di bilancio, osservando che non appare praticabile procedere in maniera «scollegata» nell'esame del testo in discussione. Nel segnalare l'esigenza di acquisire ulteriori elementi di valutazione, invita le forze di maggioranza a fornire indicazioni sulle modalità di prosecuzione dell'esame, che prevedano anche la comunicazione da parte del Governo degli indirizzi che intende seguire in questa materia.
  Nel dichiarare la sua volontà di credere alla buona fede delle forze di maggioranza rispetto all'impegno a intervenire a sostegno della natalità, ribadisce l'esigenza di acquisire i chiarimenti richiesti, anche al fine di fugare ogni timore rispetto alla reale portata della predetta dichiarazione di intenti.

  Giuditta PINI (PD) dichiara di voler approfittare di questo momento di discussione per offrire degli elementi di chiarimento rispetto ai dubbi espressi da alcuni colleghi intervenuti in precedenza. Sottolinea che il testo in esame non può rappresentare, in termini assoluti, una soluzione al problema della denatalità in Italia, che è condizionato da una serie di fattori, a partire dal minore numero di donne in età fertile rispetto al passato. A ciò si aggiunge una grande difficoltà a fare figli per le condizioni di vita e di lavoro determinate da politiche risalenti nel tempo. In particolare, le persone che sono nella fascia di età della quale lei stessa fa parte, di età compresa indicativamente tra i 27 e i 40 anni, hanno un'esperienza caratterizzata da un percorso formativo e lavorativo discontinuo, spesso causato da interventi normativi che hanno modificato i corsi di laurea o le tipologie contrattuali, senza avere alcuna garanzia rispetto al sistema pensionistico. Nel complesso, molte scelte politiche recenti sono state dettate da una visione concentrata sull'immediato e priva di una prospettiva di lungo periodo, in un quadro condizionato dalla preponderanza di personale politico di sesso maschile. Invita, quindi, ad essere consci della realtà di un Paese dove molte donne lavorano in nero, spesso a domicilio con contratti a cottimo, dove il part-time in molti casi non è una scelta volontaria, dove la scelta delle donne di avere dei figli è spesso un ostacolo per poter essere assunte, dove esiste un forte divario salariale tra uomini e donne, dove le donne subiscono in molti casi un demansionamento dopo una gravidanza. Rileva che l'assenza di prospettive è ancora più grave per le famiglie di stranieri i cui figli non hanno la certezza di poter ottenere la cittadinanza nemmeno al compimento del diciottesimo anno di età.
  Fatte queste premesse, segnala che la proposta presentata dal Partito democratico rappresenta un primo passo per scardinare la situazione attuale, con la finalità di aiutare a superare le difficoltà di accedere ai servizi, senza trascurare il fatto che in molte aree del Paese tali servizi, come ad esempio gli asili, presentano molte lacune. Al fine di evidenziare le difficoltà di tipo culturale rispetto a un'evoluzione della situazione attuale, ricorda che opportunamente per il conseguimento del reddito di cittadinanza è stato previsto l'avvio di un percorso per la ricerca di un lavoro, ma che in molte famiglie ciò ha provocato una situazione di conflitto che ha portato alla rinuncia alla misura di sostegno, pur di evitare lo svolgimento di un'attività lavorativa da parte delle donne.
  In conclusione, richiamando anche l'esperienza spagnola in materia di congedo genitoriale che, attraverso un'equiparazione tra uomo e donna, ha consentito una maggiore consapevolezza da parte dei padri rispetto a cosa significhi avere dei figli, ribadisce che la proposta in discussione non può essere la panacea di tutti i mali ma può rappresentare un passaggio verso un diverso modo di concepire la fruizione di alcuni servizi.

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  Luca RIZZO NERVO (PD) si associa alle considerazioni della collega Pini, rilevando che il provvedimento in esame non può avere un'ambizione «salvifica» dopo quarant'anni di deficit di attenzione da parte della politica verso il tema in discussione. In proposito, giudica già rivoluzionario il passaggio dall'idea di un sostegno alla natalità a quello di un sostegno alla genitorialità. Rileva che la proposta di legge in esame si inserisce all'interno di un percorso che prevede interventi in materia di parità salariale, congedi parentali, equo compenso e riduzione del cuneo fiscale, al fine di restituire potere d'acquisto dei lavoratori. Dichiara che non deve stupire che vi sia un intreccio tra iniziative parlamentari e del Governo sul tema, segnalando la positività della priorità data alla previsione di misure di sostegno, al fine di colmare un divario con gli altri Paesi europei. Il provvedimento in oggetto, quindi, consente di fissare una cornice di interventi che potranno essere delineati in maniera più puntuale attraverso i decreti legislativi attuativi.
  Osserva che le audizioni hanno evidenziato alcune criticità peraltro inevitabili, posto che per la prima volta s'intende perseguire politiche di natura strutturale superando lo strumento dei bonus per specifici scopi. Auspica che in tal modo si avrà un impatto positivo, anche se non risolutivo, sulla possibilità di conciliare tempi di vita e di lavoro, associata all'opportunità di effettuare un investimento in termini di educazione che possa essere ampiamente ripagato in termini di competenze nell'età adulta. Nel rilevare che i tempi ipotizzati consentono di svolgere un esame approfondito, manifesta disponibilità a un confronto tra i gruppi parlamentari di maggioranza, come richiesto dal collega Baroni. Segnala, in proposito, che anche il Ministro Di Maio, in alcune recenti dichiarazioni, ha affermato la centralità del tema oggetto del provvedimento in discussione. Nel rilevare che la complessità del quadro attuale ha in qualche modo calmierato la richiesta di prestazioni, segnala che occorre perseguire un obiettivo universalistico, pur all'interno di un quadro realistico. In questo quadro rientra l'inclusione di un sostegno per i figli anche ai lavoratori autonomi, che oramai rappresentano una normalità nel mercato del lavoro. In proposito, lamenta la presenza, nella memoria prodotta dall'Ufficio parlamentare di bilancio, di un richiamo a un nesso fra lavoro autonomo e «sommerso», ricordando che il lavoro autonomo costituisce ormai una realtà diversificata e che per molti giovani rappresenta l'unica possibilità per svolgere un'attività lavorativa.
  Evidenzia, inoltre, che con la proposta di legge in discussione si supera la dicotomia tra welfare monetario e welfare di servizi, segnalando la necessità di sviluppare servizi attualmente carenti, accompagnando i comuni in tale percorso. In conclusione, confermando che a suo avviso il previsto calendario dei lavori della Commissione può essere rispettato, ribadisce che quello che viene compiuto è un primo passo che deve essere perfezionato attraverso l'esercizio della delega.

  Lisa NOJA (IV), nel condividere le considerazioni relative al fatto che il provvedimento in esame non può essere chiaramente risolutivo rispetto ai temi della denatalità e della scarsa presenza delle donne nel mondo del lavoro, evidenzia tuttavia l'importanza di adottare norme efficaci, partendo dal tema dirimente di quante risorse sono a disposizione. Osserva che le audizioni svolte hanno evidenziato che in molti casi è possibile effettuare delle scelte rispetto ai percorsi da seguire. In particolare, occorre considerare se al raggiungimento di una certa età sia preferibile erogare l'assegno ai giovani non più a carico in modo da favorirne l'autonomia e superare almeno in parte il divario con altri Paesi europei. Analogamente, anche in materia di disabilità è preferibile immaginare interventi che non costituiscano un limite a una possibile emancipazione. Segnala come anche rispetto a un tema affrontato recentemente dal Parlamento quale il reddito di cittadinanza, un esame più approfondito Pag. 75avrebbe potuto scongiurare le problematiche che si stanno verificando nella fase attuativa. La previsione di una delega non può costituire una giustificazione per il Parlamento per sottrarsi alle proprie responsabilità, dovendo esso indicare principi criteri e direttivi precisi e rigorosi.
  Ricorda come ci siano ancora alcuni punti che devono essere chiariti, avendo le audizioni sollevato alcune problematiche di carattere tecnico. Invita, pertanto, a non procedere in maniera troppo affrettata, ricordando che rispetto a certi errori è difficile tornare indietro, in quanto si è in presenza di un obiettivo condiviso rispetto al quale bisogna evitare qualunque spreco di risorse.

  Alessandra LOCATELLI (LEGA), con la premessa che l'assegno unico costituisce uno strumento valido e che il tema appare ampiamente condiviso, come testimoniato anche dalle mozioni approvate su questo tema in Assemblea nel mese di aprile, sulla base degli interventi e delle audizioni svolti evidenzia, a nome del suo gruppo, l'assoluta necessità di conoscere le risorse a disposizione per realizzare la «cornice» degli interventi che si vogliono perseguire. Nel rilevare che le numerose dichiarazioni effettuate in questi giorni da esponenti della maggioranza appaiono contraddittorie, ribadisce che il tema delle risorse finanziarie, considerato sia in relazione alla loro provenienza che alla loro destinazione, appare imprescindibile. Evidenzia che, più che un'operazione di riordino o di sostegno al reddito, per la Lega l'obiettivo è quello di realizzare politiche per la famiglia veramente efficaci, rispetto al quale un primo è già compiuto nei mesi scorsi con l'approvazione delle predette mozioni.
  Non è pensabile, a suo avviso, che Parlamento e Governo procedano separatamente su uno stesso argomento senza che ciò si risolva in una perdita di tempo.

  Marialucia LOREFICE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.55 alle 12.05.