CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 ottobre 2019
248.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 12

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 3 ottobre 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Vito Claudio Crimi.

  La seduta comincia alle 13.

Variazione della composizione della Commissione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che, per il gruppo del Partito democratico, entra a far parte della Commissione il deputato Fausto Raciti.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati. Ricorda altresì che, secondo l'articolo 135-ter, comma 4, primo periodo, del Regolamento, il presentatore di ciascuna interrogazione ha facoltà di illustrarla per non più di un minuto. Dopo la risposta del Governo, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di due minuti.

5-02802 Brescia: Sulle iniziative per ridurre il numero di minori stranieri non accompagnati irreperibili.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, illustrando la propria interrogazione, rileva Pag. 13come, secondo l'ultimo report a cura della direzione generale per l'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro a fine agosto erano 6.775 i minori stranieri non accompagnati censiti nel nostro Paese. Al riguardo ricorda che il Ministero del lavoro censisce anche i minori stranieri non accompagnati irreperibili, cioè quei minori per i quali è stato segnalato dalle autorità competenti un allontanamento, e rileva come a fine agosto il numero di tali minori irreperibili ammontasse a 4.788.
  In tale contesto l'interrogazione chiede pertanto, dal momento che l'allontanamento espone questi minori al rischio di sfruttamento, criminalità e marginalità, quali azioni di contrasto a questo fenomeno il Ministero dell'interno intenda assumere, anche di concerto con le associazioni del Tavolo minori migranti.
  Coglie, inoltre, l'occasione per sollecitare la rapida emanazione dei decreti attuativi della legge n. 47 del 2017 e sostenere l'apertura di corridoi umanitari specificamente dedicati ai minori stranieri non accompagnati.

  Il Sottosegretario Vito Claudio CRIMI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, invitando comunque il Ministero dell'interno a monitorare le strutture di accoglienza al fine di adottare misure che impediscano gli allontanamenti.
  Ricorda, inoltre, che i minori stranieri non accompagnati, fino a quando non venga loro nominato un tutore, sono affidati alla responsabilità dei sindaci, e come ciò determini situazioni problematiche, dal momento che in alcune realtà le amministrazioni comunali sono chiamate a farsi carico di un numero ingente di minori.
  Richiama altresì l'attenzione sulla necessità di investimenti per la cosiddetta «seconda accoglienza», al fine di favorire l'inserimento dei migranti in percorsi di legalità.
  Accoglie, infine, con favore le informazioni fornite dal Governo circa l’iter del procedimento per l'adozione del decreto attuativo di cui all'articolo 5 della legge n. 47 del 2017.

5-02803 Calabria: Sulle iniziative per porre fine allo stato di degrado dello Stadio Flaminio e del quartiere Flaminio di Roma e per assicurare la sicurezza nell'area.

  Annagrazia CALABRIA (FI) illustra la propria interrogazione, la quale segnala come lo Stadio Flaminio, analogamente a tutta la zona circostante, versi in uno stato avanzato di degrado e incuria.
  Rileva che, in riferimento allo Stadio non è stato portato a termine alcun progetto di riqualificazione e il Flaminio è in stato di abbandono da quasi otto anni.
  Osserva quindi come le strutture all'interno dello Stadio siano fatiscenti e gli interni siano stati devastati da infiltrazioni e altri danneggiamenti, mentre il prato e le aree verdi circostanti sono diventate boscaglia, evidenziando come lo Stadio stesso si sia trasformato in un vero e proprio dormitorio a cui possono accedere liberamente dei senza tetto e, addirittura, nel 2018 sia stato rinvenuto un cadavere proprio all'interno dello stadio.
  Osserva inoltre come il 20 marzo 2019, un servizio realizzato dalla trasmissione Striscia la Notizia abbia evidenziato la nascita di una vera e propria bisca clandestina a cielo aperto in piazzale Manila, proprio nei pressi dello Stadio Flaminio, al centro di Roma e luogo di ritrovo per molti turisti; si tratta di persone che si assembrano per giocare d'azzardo fino a tarda notte, scommettono ingenti somme di denaro, utilizzano vecchie rovine romane come tavoli.
  Fa notare in proposito come molto spesso piazzale Manila diventa teatro di spiacevoli episodi di violenza, rilevando che l'area sotto al Ponte della Musica, sul lato del Lungotevere Flaminio, è abbandonata Pag. 14al più totale degrado: cumuli di rifiuti, bottiglie di birra accatastate, cespugli senza manutenzione che crescono incontrollati dove i senzatetto dormono su giacigli improvvisati.
  In tale contesto l'interrogazione chiede se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per porre fine allo stato di degrado e incuria che imperversa nel quartiere Flaminio e ai conseguenti episodi di violenza che si sono verificati in tale area, e nello specifico nei pressi dell'omonimo Stadio, ripristinando la legalità e la sicurezza in uno dei quartieri centrali di Roma Capitale.

  Il Sottosegretario Vito Claudio CRIMI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Annagrazia CALABRIA (FI), replicando, ritiene completamente insufficiente la risposta fornita dal rappresentante del Governo, ricordando, peraltro, di aver già presentato in precedenza atti di sindacato ispettivo riguardanti altre situazioni di degrado di alcune zone periferiche della capitale, sulle quali l'Esecutivo non ha fornito risposte esaurienti.
  Ricorda, in particolare, che la presentazione del suo precedente atto di sindacato ispettivo, relativo all'area della via Castelleone, nel nord della capitale, contribuì a richiamare l'attenzione su quella specifica situazione di degrado, tanto che successivamente si svolse un intervento risolutivo delle forze dell'ordine in quella zona. Invita dunque il Governo non sottovalutare queste situazioni di incuria dei quartieri di Roma, facendo notare che tale stato di abbandono è aggravato dalla situazione di emergenza riguardante la gestione dei rifiuti che ha raggiunto, a suo avviso, livelli insostenibili, tanto da far temere per la diffusione di una vera e propria epidemia sanitaria.
  Ritiene che la città di Roma viva una situazione di grande incertezza sociale, testimoniata anche dalle ricorrenti forme di proteste della cittadinanza, dalle quali richiama quelle dei residenti nel XV municipio. Auspica dunque che le istituzioni forniscano una risposta seria a tali problematiche, disinnescando quella che appare, a suo avviso, una vera e propria bomba sociale pronta ad esplodere.

5-02804 Fornaro: Sulle procedure necessarie per ottenere l'iscrizione all'anagrafe dei figli di genitori stranieri.

  Federico FORNARO (LEU) illustrando la propria interrogazione, ricorda che, secondo la legge n. 94 del 2009, in caso di nascita di un bambino da genitori stranieri, essi devono fare la dichiarazione di nascita davanti all'ufficiale dell'anagrafe del comune e il neonato sarà così aggiunto al loro permesso di soggiorno.
  Osserva che, come evidenziato nel Terzo rapporto supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, del novembre 2017, l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, avvenuta con la citata legge n. 94 del 2009, obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza dell'irregolarità di un migrante, e che tale prescrizione condiziona i genitori stranieri i quali, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per il timore di essere eventualmente espulsi.
  Ricorda in merito che il Ministero dell'interno ha emanato la circolare n. 19 del 7 agosto 2009, la quale prevede che per lo svolgimento delle attività riguardanti le dichiarazioni di nascita e di riconoscimento di filiazione non devono essere esibiti documenti inerenti al soggiorno, ma osserva che, trattandosi di una circolare, essa non ha la valenza di legge e non sempre viene presa in considerazione nell'applicazione della norma.
  In tale contesto l'interrogazione chiede se il Ministero interrogato, per quanto di competenza, intenda adottare tutte le iniziative necessarie affinché venga garantita ai figli degli stranieri la dichiarazione di nascita all'anagrafe, nel rispetto della Costituzione Pag. 15e della Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, eliminando la presentazione del documento di soggiorno dei genitori ed evitando in questo modo che i bambini possano non venire iscritti all'anagrafe e divenire sostanzialmente «bambini fantasma».
  Il Sottosegretario Vito Claudio CRIMI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Federico FORNARO (LEU) replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta. In particolare, accoglie con favore la conferma dell'interpretazione per cui non è necessaria, da parte dei genitori stranieri che rendano la dichiarazione di nascita davanti all'ufficiale di anagrafe, l'esibizione del titolo di soggiorno. Rileva, tuttavia, come tale interpretazione non sia seguita da parte di alcuni uffici dello stato civile e ritiene pertanto necessaria l'adozione di un'ulteriore circolare che attribuisca ai prefetti compiti di monitoraggio circa la corretta applicazione della norma.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, acquisito il consenso del rappresentante del Governo, avverte che lo svolgimento dell'interrogazione Tonelli 5-02805 avrà luogo in altra seduta.
  Dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.20.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 3 ottobre 2019. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Vito Claudio Crimi.

  La seduta comincia alle 13.20.

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
C. 105 Boldrini.

(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 31 ottobre 2018.

  Emanuele PRISCO (FDI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede anzitutto che la pubblicità dei lavori della Commissione sia assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso. Ritiene importante, infatti, che si accendano i riflettori su ciò che sta avvenendo, giudicando grave che, sulla base di un sottaciuto accordo di scambio politico volto alla sopravvivenza del Governo, tra forze politiche non legittimate dal voto dei cittadini – come dimostrato anche dagli ultimi risultati per l'elezione del Parlamento europeo – si inserisca, tra le priorità della Commissione, l'esame di un provvedimento come quello in oggetto, che, a suo avviso, si pone contro la volontà dei cittadini italiani. Ritiene dunque opportuno che i gruppi di maggioranza escano allo scoperto e rendano trasparente la loro volontà, giudicando scorretto perseguire obiettivi che non siano stati preventivamente inclusi nei propri programmi elettorali. Si dichiara infatti convinto che oggi i cittadini, in sede di voto, esprimerebbero un chiaro orientamento contrario alla direzione che si vuole seguire in tale fase.

  Giuseppe BRESCIA, presidente e relatore, non essendovi obiezioni, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ricorda quindi che l'ordine del giorno reca il seguito dell'esame, in sede referente, della proposta di legge C. 105 Boldrini, recante modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.Pag. 16
  Comunica innanzitutto di aver assunto le funzioni di relatore, in sostituzione del collega Speranza, che è entrato a far parte del Governo.
  Ricorda inoltre che l'esame della proposta di legge, iniziato il 24 ottobre 2018 con la relazione illustrativa dell'allora relatore Speranza, era proseguito nella seduta del 31 ottobre 2018 e che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi aveva deliberato di procedere a un ciclo di audizioni informali, successivamente autorizzate dal Presidente della Camera. In particolare si era convenuto di ascoltare rappresentanti dell'ANCI, di UNICEF Italia, delle ACLI, dell'ARCI, di organizzazioni sindacali, del Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane, di Save the Children, di altre organizzazioni e associazioni operanti nel settore dell'accoglienza ai migranti e ai rifugiati, nonché esperti e studiosi della materia.
  In considerazione del tempo intercorso, chiede ai gruppi se intendano segnalare ulteriori soggetti da audire.
  Informa, quindi, che su materia analoga a quella oggetto della proposta di legge già in esame, è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge C. 717 Polverini e che è stata altresì annunciata la proposta di legge C. 920 Orfini, tuttavia non ancora assegnata alla Commissione. Pertanto la proposta di legge C. 717 potrà essere abbinata alla proposta di legge C. 105, mentre la proposta di legge C. 920 potrà essere abbinata non appena assegnata alla Commissione.
  Segnala quindi che, come è noto ai commissari, il calendario dei lavori prevede l'esame di due decreti-legge, nonché la discussione di alcuni provvedimenti, già inseriti nel programma dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre, la proposta di legge sul conflitto di interessi (C. 702 e abbinate) e il disegno di legge di delega in materia di semplificazione (C. 1812) e che nelle settimane successive i lavori si concentreranno dunque principalmente su questi provvedimenti.
  Rileva tuttavia come la sola comunicazione della sostituzione del relatore, con la conseguente ripresa dei lavori sul tema, abbia suscitato nell'opinione pubblica un dibattito sociale, ancor prima che politico, molto forte, un dibattito fatto anche di storie di speranza, come quelle che riferisce di aver appreso da diverse lettere che gli sono pervenute in questi giorni.
  Da queste lettere scritte da giovani che vivono in Italia e chiedono di diventare italiani emergono un forte senso di appartenenza alla nostra comunità e una domanda di concretezza e di giustizia che chiama in causa la Commissione e questo Parlamento.
  Si augura che a queste legittime istanze si saprà dare con convinzione risposte di buonsenso.

  Federico FORNARO (LEU), intervenendo sull'ordine dei lavori, contesta le affermazioni del deputato Prisco, ricordando come la proposta di legge C. 105 Boldrini, sottoscritta da tutti i deputati del gruppo, sia stata presentata all'inizio della legislatura, insieme con altre proposte di legge, riprendendo il contenuto di analoghe proposte della XVII legislatura, e come dunque non sia in alcun modo riconducibile agli accordi di Governo e al mutamento del quadro politico recentemente intervenuti.
  Precisa inoltre di aver appreso dalla stampa della decisione del Presidente Brescia di assumere il ruolo di relatore riprendendo l'esame del provvedimento e come dunque alla base di tale decisione non vi sia alcuno scambio politico.
  Ritiene quindi necessario, proprio in quanto rappresentanti del popolo, intraprendere la discussione di una nuova legge sulla cittadinanza, nell'ambito della quale affrontare anche la questione dello ius culturae, sgombrando tuttavia il campo da considerazioni affatto estranee.

  Francesco Paolo SISTO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, a fronte della delicatezza dell'argomento trattato, ritiene opportuno che le proposte di legge assegnate alla Commissione riguardanti tale materia siano attentamente valutate prima di essere abbinate alla proposta di legge in Pag. 17titolo, tenuto conto della potenziale diversità degli interventi da mettere in campo e della estrema ampiezza dei profili che possono assumere rilievo.
  Facendo poi riferimento alle considerazioni svolte dal Presidente, in ordine alla forte attenzione suscitata dal tema nell'opinione pubblica, ritiene importante che la Commissione presti attenzione e manifesti la medesima sensibilità in relazione a tutti i provvedimenti presentati dai gruppi e posti all'ordine del giorno, ritenendo opportuno evitare che, nel caso di specie, l'emotività prevalga a discapito dell'esigenza di una istruttoria legislativa compiuta e approfondita.
  Ricorda quindi che, nella corrente legislatura, già in altre occasioni, sulla base di meri accordi politici di maggioranza, sono stati giustificati interventi legislativi sbagliati e lesivi dei principi costituzionali, imposti con la forza dei numeri. Dopo aver fatto presente che, come in altre occasioni, il suo gruppo si schiererà a difesa dei principi fondamentali, ricorda come sullo specifico tema della cittadinanza il suo gruppo, anche in passato, abbia assunto posizioni chiare di contrarietà, in presenza di certi interventi legislativi volti a riconoscere alla cittadinanza un carattere assoluto, alla stregua di un diritto di opinione.
  Fa altresì presente, in conclusione, che il suo gruppo si riserva di indicare ulteriori soggetti da audire, al fine di svolgere un'attività conoscitiva il più possibile esauriente.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, assicura che le questioni poste dal deputato Sisto saranno oggetto di approfondimento in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione.

  Laura BOLDRINI (PD) ricorda innanzitutto la genesi della proposta di legge a sua prima firma in esame, sottolineando come essa sia stata presentata all'inizio della legislatura e riprenda l'iniziativa legislativa promossa nella precedente legislatura da circa 30 associazioni, laiche e cattoliche (fra cui la Comunità di Sant'Egidio, la Caritas, le ACLI, l'ARCI), le quali, insieme con i sindacati CGIL, CISL e UIL, raccolsero 200 mila firme nell'ambito della campagna «L'Italia sono anch'io», e che tuttavia non si riuscì in quell'occasione ad approvare.
  Osserva quindi come la proposta di legge a sua prima firma in esame riguardi la riforma complessiva della materia della cittadinanza, attualmente disciplinata dalla legge n. 91 del 1992, che necessita evidentemente di un aggiornamento, in considerazione del lasso di tempo trascorso e dei mutamenti nel frattempo intervenuti nella società.
  Auspica pertanto che la questione non sia affrontata sulla base di posizioni ideologiche e rileva come si tratti di porre rimedio, anche al fine di favorire la convivenza civile e sociale, a una situazione legislativa per cui un bambino non viene riconosciuto come cittadino del Paese nel quale è nato e vissuto.
  Ritiene incomprensibile, e dettato da una posizione ideologica di pregiudiziale ostilità, l'atteggiamento del gruppo di Fratelli d'Italia, che prima ancora dell'inizio dell’iter del provvedimento ha organizzato una manifestazione e una raccolta di firme nei pressi della sede della Camera, e auspica che l'esame segua il corso ordinario, con le necessarie attività conoscitive e con un confronto costruttivo, e si appella al tal fine al senso di responsabilità di tutte le forze politiche.
  Ritiene, infine, che utilizzare la discussione allo scopo di condurre battaglie identitarie costituirebbe un grave errore, rilevando peraltro come alcune proposte di legge presentate in merito risultino più restrittivi rispetto a quello a sua firma.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in risposta a talune considerazioni svolte nell'odierno dibattito, fa notare che per tutti i provvedimenti viene garantito lo svolgimento di un iter di esame il più possibile approfondito e articolato

  Stefano CECCANTI (PD), in risposta al deputato Prisco, fa innanzitutto notare Pag. 18come nessuno possa farsi interprete in termini univoci della volontà popolare, rilevando come quest'ultima, di per sé, sia necessariamente connotata da elementi di pluralismo e di diversità, che si riflettono anche nell'ambito dell'attività parlamentare e della rappresentanza politica.
  Non comprende inoltre come si possa, fin dall'inizio dell’iter di esame di un provvedimento, assumere una posizione di pregiudiziale contrarietà, quando ancora non è neanche stato adottato un testo base e la discussione è appena cominciata. A prescindere dalle diverse posizioni che possono essere assunte nel merito, ritiene quindi che la Commissione sia libera di definire il proprio ordine del giorno, affrontando quei temi ritenuti meritevoli di approfondimento, non ritenendo ammissibile che qualcuno possa invocare, a priori, l'impossibilità di svolgere un qualsivoglia iter. Ritiene dunque che i gruppi di maggioranza non abbiano nulla da nascondere e che l'esame del provvedimento possa svolgersi nel rispetto delle reciproche posizioni e con la massima trasparenza.

  Giorgia MELONI (FDI) pone preliminarmente una questione di metodo, con particolare riferimento alle osservazioni del deputato Ceccanti, rilevando come, nel rispetto dell'articolo 1 della Costituzione, andrebbe attribuito un rilievo determinante alla volontà espressa dai cittadini. Ricorda in proposito come nelle elezioni politiche del 2018 il PD e LEU, vale a dire le sole due forze politiche che già in fase di campagna elettorale dichiararono la propria posizione favorevole alla modifica della legge sulla cittadinanza, ottennero rispettivamente il 24 e il 3 per cento, e come dunque circa l'80 per cento del corpo elettorale debba essere considerato non favorevole alle predette proposte, anche in considerazione del fatto che il Movimento 5 Stelle non ebbe allora il coraggio di assumere una posizione chiara.
  Ritiene, dunque, che non vi siano le condizioni per intraprendere la discussione della proposta di legge in esame, in quanto si tratterebbe di una scelta, destinata peraltro a incidere in modo rilevante sul futuro del Paese, non rispettosa dell'articolo 1 della Costituzione e della volontà dei cittadini, e che dunque non può, a suo avviso, essere assunta un virtù di un accordo di palazzo, in assenza di un esplicito mandato da parte del corpo elettorale ed anzi in presenza di una evidente contrarietà della maggioranza del Paese.
  Passando, quindi, al contenuto del provvedimento, contesta che esso riguardi soltanto lo ius culturae, in quanto reca anche disposizioni, a suo avviso inaccettabili, volte ad ampliare lo ius soli e a ridurre in modo considerevole il tempo di permanenza necessario per la naturalizzazione. Stigmatizza, pertanto, con forza la mistificazione consistente nel sostenere che la proposta di legge in esame sia volta essenzialmente alla tutela dei minori, mistificazione nella quale peraltro sono incorsi numerosi sostenitori della proposta ma non la deputata Boldrini, alla quale va dato atto di aver sostenuto con coraggio e chiarezza le proprie posizioni.
  Ritiene, comunque, che la vigente legge sulla cittadinanza sia equilibrata e non necessiti pertanto di modifiche, come peraltro dimostrato dal fatto che l'Italia è il Paese dell'Unione europea che concede il maggior numero di cittadinanze per naturalizzazione. Contesta l'affermazione secondo la quale i minori stranieri non possono ottenere la cittadinanza prima del compimento dei diciotto anni, in quanto, sulla base della legge vigente, la cittadinanza può essere richiesta e ottenuta dai genitori, e da questi trasmessa ai figli, dopo dieci anni di residenza, e rileva come il fatto che in molti casi ciò non avvenga risponda a una scelta ben precisa degli interessati.
  Ritiene che la concessione della cittadinanza non possa avvenire in virtù di un automatismo, ma come essa debba conseguire a un impegno in tal senso e debba essere preceduta dalla dimostrazione da parte dell'interessato di voler appartenere alla comunità nazionale, assumendo anche i conseguenti doveri.Pag. 19
  Ribadisce conclusivamente la richiesta del proprio gruppo di non procedere alla discussione della proposta di legge in esame.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nel far presente che risultano ancora iscritti a parlare numerosi deputati, ricorda che la Commissione, alle ore 14, è convocata, in congiunta con la IX Commissione, per l'avvio delle audizioni nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2100, di conversione del decreto –legge n. 105 del 2019; avverte quindi che i deputati i quali non potranno intervenire nella seduta odierna potranno farlo in una successiva seduta di esame del provvedimento.

  Laura RAVETTO (FI), concordando con il deputato Sisto, ritiene opportuno affrontare tale delicata con serietà e senza emotività, evitando di strumentalizzare per scopi politici l'importante tematica della tutela dei minori. Si dichiara fiera di vivere in un Paese nel quale a qualsiasi bambino, a prescindere dalla nazionalità e dall'etnia, vengono assicurati servizi essenziali, a partire dallo studio e dalla sanità, facendo notare, peraltro, che, anche laddove ci fossero delle inefficienze o delle mancanze, nell'ambito di servizi non essenziali, si potrebbe comunque intervenire anche per via regolamentare, senza necessità di incidere sulla legge relativa alla cittadinanza, che giudica equilibrata. Constata con sorpresa che la maggioranza, al proprio interno, mostri già alcuni primi elementi di cedimento, evidenziando una certa contraddittorietà tra la posizione convintamente a favore della deputata Boldrini e quella molto più prudente e riflessiva del deputato Ceccanti.
  A fronte della particolare ampiezza dell'argomento trattato, auspica, in conclusione, che il contenuto delle proposte di legge assegnate alla Commissione e vertenti su tale materia sia esaminato con attenzione, in vista di una decisione sull'abbinamento che sia il più possibile ponderata e consapevole.

  Barbara POLLASTRINI (PD) ritiene che l'approvazione della proposta di legge in esame costituisca un traguardo di civiltà e dichiara come essa costituisca una delle priorità politiche e culturali del Partito democratico che, dunque, perseguirà con determinazione tale obiettivo, anche attraverso la presentazione di una proposta di legge in materia.
  Ricorda come la proposta in esame riprenda il contenuto di analoghe proposte presentate nel corso della precedente legislatura e assicura pieno sostegno al Presidente Brescia nella conduzione dei lavori, nonché nell'esercizio delle sue funzioni di relatore, al fine di pervenire a una sintesi positiva, sottolineando come il Parlamento sia un luogo plurale, diversamente da quanto ritenuto dalla deputata Meloni.
  (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita tutti a non interrompere la deputata Pollastrini.

  Barbara POLLASTRINI (PD) dichiara di ritenere stravagante l'idea secondo la quale il Parlamento non può legiferare su determinate materie.
  (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Fiano).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, richiama nuovamente tutti a non interrompere la deputata Pollastrini, onde consentire la prosecuzione della discussione, invitando la stessa deputata a proseguire e concludere il suo intervento.

  Barbara POLLASTRINI (PD) rivendica l'atteggiamento rispettoso del Partito democratico nei confronti delle posizioni delle altre forze politiche e dichiara di attendersi analogo rispetto.
  Ribadisce l'impegno della propria parte politica affinché il Parlamento riconosca ai ragazzi e alle ragazze che vivono in Italia la possibilità di esercitare i propri diritti e di adempiere ai propri doveri e ribadisce l'auspicio che si svolga un confronto nel merito, nell'ascolto reciproco delle diverse posizioni.

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  Renata POLVERINI (FI) fa notare come la proposta di legge C. 717, a sua prima firma, riproponendo il contenuto di una proposta da lei presentata nella scorsa legislatura, miri a valorizzare un certo percorso di vita e di studio dei giovani stranieri, a fronte delle forti difficoltà burocratiche da essi incontrate nell'ambito della procedura di riconoscimento della cittadinanza.
  Evidenzia come, sulla base della sua precedente esperienza, maturata sia da sindacalista sia da presidente della regione, ha potuto constatare direttamente l'esistenza di tali ostacoli burocratici, facendo notare che questi impedimenti, spesso, minavano la possibilità per tali giovani di completare gli studi o di accedere all'università, una volta raggiunta la maggiore età. Ricorda che nella passata legislatura la Camera approvò un testo – da lei condiviso, in dissenso dal suo gruppo – che riconosceva proprio lo ius culturae, al termine di un dibattito articolato che, tuttavia, a suo avviso, non fu aspro come quello che sembra profilarsi oggi. Ricordato come l'esame di quel provvedimento si arenò al Senato, auspica che il gruppo del partito democratico mostri maggiori convinzioni e superi oggi le titubanze del passato, senza le quali, a suo avviso, probabilmente si sarebbe già arrivati ad una buona soluzione.
  Dopo aver fatto presente che la sua posizione non appare peraltro completamente isolata all'interno di quello che è ancora il suo gruppo, si augura possa svolgersi un sereno confronto, nel rispetto delle reciproche posizioni e senza alimentare conflitti, dichiarandosi convinta della opportunità di un simile intervento.
  Fa quindi notare, come, al di là di ogni legittimo approfondimento sul contenuto delle proposte di legge, non si metta in discussione l'applicazione delle norme regolamentari, le quali, in presenza di proposte di legge identiche o vertenti sulla identica materia, prevedono un abbinamento d'ufficio, che, nel caso specifico, ritiene debba dunque essere disposto con riferimento alla sua proposta di legge C. 717.
  Rivendica quindi la sua libertà, come parlamentare, di presentare proposte di legge volte a migliorare la vita delle persone.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
  Avverte quindi che, essendo prevista alle ore 14 una seduta in congiunta con la Commissione Trasporti, per l'avvio delle audizioni informali nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 2100 di conversione del decreto –legge n. 105 del 2019, l'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 2001, n. 208, recante regolamento per il riordino della struttura organizzativa e delle articolazioni centrali e periferiche dell'Amministrazione della pubblica sicurezza (Atto n. 117), è rinviato alla prossima settimana.

  La seduta termina alle 14.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 3 ottobre 2019.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.05 alle 14.10.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 2001, n. 208, recante regolamento per il riordino della struttura organizzativa e delle articolazioni centrali e periferiche dell'Amministrazione della pubblica sicurezza.
Atto n. 117.

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