CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 17 luglio 2019
224.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 17 luglio 2019. — Presidenza della presidente della II Commissione Francesca BUSINAROLO, indi del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. — Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Nicola Molteni e Carlo Sibilia, il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta Simone Valente.

  La seduta comincia alle 9.40.

DL 53/2019: Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.
C. 1913 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 luglio scorso.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri le Commissioni hanno concluso i loro lavori con la deliberazione sull'emendamento Magi 1.34.
  Avverte che il deputato Cirielli ha sottoscritto gli emendamenti Gregorio Fontana 12.10 e 12.11.
  Avvisa quindi che l'esame riprenderà dall'emendamento Orfini 1.35.
  Avverte altresì che, in assenza di obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

  Gennaro MIGLIORE (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, segnala che alle ore 10 è previsto un incontro tra il Presidente della Camera, Fico, il capogruppo del Partito Democratico, Delrio, e il segretario del Partito Democratico, Zingaretti. Avanza, pertanto, la richiesta, al fine di un ordinato e corretto svolgimento Pag. 11dei lavori, di sospendere la seduta in corso in attesa di conoscere l'esito di tale incontro.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, giudica positivamente l'incontro al quale ha fatto riferimento l'onorevole Migliore, in quanto possibile occasione di una fruttuosa interlocuzione; ritiene tuttavia che, in linea con le decisioni assunte nella giornata di ieri, i lavori delle Commissioni – tenuto conto del fatto che l’iter sta procedendo molto a rilento – debbano proseguire con l'esame degli emendamenti all'articolo 1 fino alle 11, ora in cui è convocata l'Assemblea.

  Gennaro MIGLIORE (PD) ritiene che l'atteggiamento molto conflittuale tenuto dalla maggioranza stia portando a un rallentamento dei lavori delle Commissioni che non dipende, quindi, da una pratica ostruzionistica delle forze di opposizione «vere», precisando che vi sono anche forze di opposizione «collaborative». Dichiara che, a differenza di quanto intendono fare i presidenti delle Commissioni, il gruppo del Partito Democratico intende rispettare l'incontro del capogruppo Delrio e del segretario Zingaretti con il Presidente della Camera e attenderne l'esito prima di proseguire nei lavori delle Commissioni. Avverte quindi che i deputati del suo gruppo eserciteranno pertanto a tal fine tutte le facoltà loro attribuite dal Regolamento della Camera. Evidenzia, peraltro, come tale incontro potrebbe svolgersi in un tempo anche breve qualora il Ministro Salvini – che finora ha mostrato solo un'attitudine a sfuggire dalle sue responsabilità –, accettasse di rendere dichiarazioni al Parlamento.
  Pur non condividendo la decisione di non sospendere i lavori, dichiara che il suo gruppo continuerà a partecipare ai lavori, con l'auspicio che i tempi non vengano ulteriormente compressi, riservandosi una ulteriore decisione all'esito dell'incontro al quale ha fatto riferimento.

  Stefano CECCANTI (PD) chiede alla presidenza se sia stato attivato l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, conferma che è stato attivato l'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Laura BOLDRINI (LeU) intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza che nella seduta di ieri i lavori si sono interrotti dopo che le presidenze hanno assunto unilateralmente la decisione di comprimere i tempi di intervento, nonostante si fosse ancora in una fase iniziale di esame degli emendamenti e le opposizioni avessero manifestato interesse ad approfondire gli emendamenti riferiti ai primi due articoli del provvedimento.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, dopo aver osservato che su tale argomento si è già svolto un ampio dibattito nella seduta di ieri, invita la deputata Boldrini ad attenersi all'ordine dei lavori, preannunciando che, altrimenti, sarà costretta a toglierle la parola.
  (Commenti)

  Laura BOLDRINI (LeU) ritiene che la questione rientri nell'ordine dei lavori e reputa molto spiacevole l'interruzione della presidente Businarolo, che sta, a suo avviso, contravvenendo alle regole base della presidenza. Ribadisce che i lavori delle Commissioni non possono proseguire mentre un Ministro della Repubblica rifiuta di riferire al Parlamento, compiendo un atto molto grave in spregio ai princìpi fondamentali della democrazia parlamentare. Giudica quindi che, fino a quando non sarà ripristinata una normale dialettica parlamentare, sia giusto che le Commissioni sospendano i lavori, altrimenti i parlamentari rimarranno supini di fronte a chi mina la democrazia parlamentare.

  Walter VERINI (PD) dichiara di intervenire sull'ordine del rispetto delle regole democratiche, più che sull'ordine dei lavori.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, invita l'onorevole Verini a intervenire sull'ordine Pag. 12dei lavori, come previsto dal Regolamento.

  Walter VERINI (PD) evidenzia che la richiesta avanzata dal rappresentante di gruppo del PD in I Commissione, Migliore, non sia volta a tutelare i diritti di una minoranza ma i diritti di tutti. Il fatto che il Presidente della Camera incontri – come è accaduto ieri con la Presidente del Senato – il capogruppo della principale forza di opposizione e il segretario del partito di cui quel gruppo è espressione per porre nella maniera più autorevole possibile una questione di fondamentale rilevanza non è questione che riguarda la sola opposizione, bensì il Parlamento tutto. Pertanto la sospensione dei lavori delle Commissioni non è una concessione, bensì un atto dovuto. Sottolinea, infatti, che nessun Ministro (nella fattispecie il Ministro dell'interno) può sottrarsi a un dovere costituzionalmente previsto – come osservano autorevoli commentatori sugli organi di stampa richiamando l'articolo 64 della Carta costituzionale – che è quello, se richiesto, di interloquire con il Parlamento, che è l'organo rappresentativo della sovranità popolare.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, dopo aver osservato che la questione è stata già affrontata dal deputato Migliore, invita il deputato Verini a cambiare argomento, annunciando che altrimenti si vedrà costretta a togliergli la parola.

  Walter VERINI (PD) invita la Presidente Businarolo a non sottovalutare la portata del tema da lui affrontato in quanto precede qualunque questione di merito. Rivolgendosi ai deputati della maggioranza, li invita a considerare come la richiesta avanzata dal gruppo Partito Democratico sia volta a difendere le prerogative dell'intero Parlamento, e quindi anche della maggioranza pro tempore che un domani potrebbe trovarsi nella stessa condizione in cui attualmente si trova l'opposizione, dinanzi al rifiuto di un Ministro a riferire in Parlamento su fatti che attengono alle sue responsabilità.
  Chiede pertanto ai presidenti di dare una prova di buon senso e di corretta applicazione delle regole sospendendo la seduta in attesa dell'esito dell'incontro anche in segno di rispetto nei confronti dell'intero Parlamento.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel dare la parola all'onorevole Giorgis sull'ordine dei lavori, lo invita a non trattare la medesima questione affrontata dai colleghi.

  Andrea GIORGIS (PD) si dichiara stupito del modo burocratico con il quale la Presidente Businarolo sta a suo avviso interpretando il suo ruolo.
  Intervenendo sull'ordine dei lavori e sul rispetto delle prerogative parlamentari, richiama la Presidente della Commissione Giustizia al rispetto della sua funzione istituzionale. Sottolinea, infatti, che la questione è il rispetto delle regole essenziali che sovraintendono alla democrazia e si dichiara molto stupito della mancanza di sensibilità politica mostrata dalla presidente che sta dando prova di non comprendere la necessità di sospendere i lavori delle Commissioni in attesa dell'esito di un incontro finalizzato a ricondurre nei binari della legalità costituzionale il rapporto tra Governo e Parlamento.

  Roberto SPERANZA (LeU) invitando la presidenza ad attenersi alla correttezza istituzionale propria di tale ruolo, esprime il rammarico che siano proprio i presidenti della I e II Commissione – non sa se in coscienza o meno – a mettere la propria firma su un passaggio istituzionale così negativo.
  Richiama, a tale proposito, le considerazioni svolte dai colleghi sulla violazione dell'articolo 64 della Costituzione commessa da un Ministro della Repubblica, che non rispetta un principio fondamentale per un corretto rapporto tra potere legislativo e potere esecutivo.
  Sottolinea inoltre che a ciò deve aggiungersi un forte elemento di prevaricazione dei diritti delle opposizioni che si sta verificando nello svolgimento dei lavori Pag. 13delle Commissioni. Reitera la richiesta di sospendere la seduta e chiede che sia immediatamente convocato l'Ufficio di presidenza al fine di poter riconsiderare le decisioni assunte nella giornata di ieri in ordine alle modalità di svolgimento dei lavori che non solo sono state controproducenti anche sul piano della quantità e della qualità del lavoro svolto, ma che hanno determinato una ingiustificata compressione delle prerogative dei parlamentari, non consentendo una discussione di merito essendo venuto meno il confronto con il Governo. Ritiene che ciò abbia prodotto un'ulteriore ferita al corretto funzionamento della dialettica parlamentare e ribadisce, pertanto, la richiesta di sospensione dei lavori delle Commissioni e di convocazione dell'Ufficio di presidenza.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ribadisce che la presidenza non intende accogliere la richiesta di sospendere la seduta e di convocare l'ufficio di presidenza, intendendo invece proseguire con i lavori.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) intervenendo sull'ordine dei lavori, invita la presidenza a valutare con attenzione la richiesta avanzata dal deputato Speranza.
  Ritiene che, nella pur non facile gestione dell'esame del provvedimento, la maggioranza debba prendere atto del fatto che alcune decisioni, assunte con maggioranza schiacciante, hanno rappresentato uno strappo regolamentare, come quella di contingentare gli interventi di ciascun gruppo su ogni emendamento, senza portare ad alcuna velocizzazione dei lavori. Evidenzia che tali decisioni hanno comportato, invece, una lesione dei diritti delle opposizioni e di ciascun parlamentare di decidere su quali parti del provvedimento concentrare l'attenzione, fermo restando che la maggioranza ha a disposizione strumenti che le garantiscono di concludere l'esame in tempi utili con la calendarizzazione in Assemblea del provvedimento per il 22 luglio.
  Invita poi i presidenti delle Commissioni a considerare la grave situazione in cui attualmente versano le istituzioni, che si sta catalizzando proprio sull'esame del provvedimento in oggetto, nel corso del quale sono state lese diverse garanzie parlamentari, come è dimostrato dalle pressioni che la maggioranza ha subito e subisce dal Governo in relazione alla richiesta di audizioni, in relazione alla riammissione delle proposte emendative e in relazione alle decisioni assunte ieri dall'Ufficio di presidenza.
  Avanza pertanto la richiesta di convocare l'Ufficio di presidenza, auspicando che lo stesso possa decidere modalità di lavoro più rispettose delle prerogative parlamentari, che a suo avviso sarebbero utili anche alla maggioranza.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel far presente che tutti i gruppi sono intervenuti sulla questione sollevata nell'ambito dell'ordine dei lavori, ritiene che si possa procedere con i lavori. Avverte che porrà in votazione l'emendamento Orfini 1.35 (Commenti).

  Le Commissioni respingono l'emendamento Orfini 1.35. (Applausi dei deputati della Lega – Commenti dei deputati del Partito democratico).

  Gennaro MIGLIORE (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza il comportamento burocratico della presidenza, che, peraltro, oltre a negare ostinatamente le richieste legittime delle opposizioni, sembra tollerare invece inaccettabili «atteggiamenti da stadio» provenienti dai gruppi di maggioranza.

  Fabio Massimo BONIARDI (Lega) rivolgendosi al deputato Migliore, ne definisce ridicolo il comportamento.

  Gennaro MIGLIORE (PD) stigmatizza il comportamento del deputato Boniardi.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, invita il deputato Migliore a rivolgersi alla presidenza.

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  Gennaro MIGLIORE (PD), invitata la presidenza a stigmatizzare certi interventi offensivi, auspica che siano garantite le prerogative dell'opposizione facendo notare che il suo gruppo ritiene inaccettabile proseguire con le votazioni in queste condizioni. Preannuncia che cercherà, con ogni strumento consentito, di impedire quella che sembra apparire una sistematica violazione dei diritti delle minoranze (Commenti dei deputati della Lega). Osserva che, a fronte di una richiesta civile formulata dalle opposizioni, l'atteggiamento indisponibile e liquidatorio della presidenza ha prodotto l'indesiderato effetto di rallentare ulteriormente l'esame del provvedimento. Fa presente come appaia necessaria una sospensione dei lavori, reputando essenziale fare primariamente chiarezza sulla posizione del Ministro dell'interno, per approfondire questioni che potrebbero incidere sulla valutazione della sussistenza o meno dei requisiti di dignità che il titolare di quel Dicastero dovrebbe possedere.
  Richiamando un'intervista resa agli organi di stampa dal capogruppo del M5S, che avrebbe rilevato il dovere del Ministro dell'interno di confrontarsi con il Parlamento, fa notare che il M5S non può continuare ad assumere un comportamento contraddittorio, manifestando pubblicamente una posizione critica poi smentita, nei fatti, da atteggiamenti indulgenti nelle sedi parlamentari. Ritiene inaccettabile, in conclusione, il modo sbrigativo con cui la presidenza sta conducendo i lavori.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, invita alla calma tutti i gruppi, auspicando un atteggiamento di reciproco rispetto, evitando toni offensivi. In risposta al deputato Migliore, precisa che la richiesta formulata dal gruppo del Partito democratico, seppure legittima, non può essere accolta, a fronte di una disponibilità degli altri gruppi – alcuni dei quali non facenti parte della maggioranza – a proseguire i lavori. Ricorda che le presidenze, pur essendo espressione di una maggioranza, devono garantire le prerogative di tutti i componenti della Commissione.

  Marco DI MAIO (PD) fa presente che l'emendamento Orfini 1.35 è stato posto in votazione senza che sia stata data possibilità ai deputati di intervenire. Nel far notare che egli stesso avrebbe voluto illustrare tale proposta emendativa, di cui è cofirmatario, chiede l'annullamento della votazione per consentire lo svolgimento di un adeguato dibattito sul merito dell'emendamento.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, dopo aver fatto presente che sull'emendamento Orfini 1.35 il gruppo del Partito Democratico era già intervenuto nella seduta di ieri, fa notare di aver agito nel pieno rispetto dell'organizzazione dei lavori definita, nella giornata di ieri, in sede di Ufficio di presidenza congiunto, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Invita i gruppi ad astenersi da interventi non attinenti all'oggetto degli emendamenti in esame, avvertendo che porrà ora in votazione l'emendamento Magi 1.36.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.36.

  (Vive proteste dei deputati del Partito democratico – il deputato Migliore si avvicina al banco della presidenza).

  Francesca BUSINAROLO, presidente, avverte che porrà ora in votazione l'emendamento Bordo 1.37.

  (Vive proteste di deputati del Partito democratico, che si avvicinano al banco della presidenza – Commenti del deputato Iezzi).

  Francesca BUSINAROLO, presidente, sollecita i colleghi a tornare ai rispettivi posti per consentire la prosecuzione dei lavori.

  (Deputati del Partito democratico stazionano dinanzi al banco della presidenza – Commenti del deputato Andrea Romano).

  Francesca BUSINAROLO, presidente, richiama all'ordine per due volte il deputato Pag. 15Andrea Romano e lo invita quindi a lasciare l'aula.
  Rileva quindi che non sussistono le condizioni per proseguire i lavori, e sospende quindi la seduta.

  La seduta, sospesa alle 10.10, è ripresa alle 10.15.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, esprime la propria disapprovazione per il comportamento tenuto da colleghi deputati, a prescindere dal fatto di essere stata chiamata in causa, in quanto donna che si trova in un particolare stato personale. Invita i gruppi a tenere comportamenti consoni alla sede parlamentare e a calmare gli animi, auspicando si possa ricondurre l'andamento dei lavori ad una condizione di normalità e serenità, nel reciproco rispetto dei ruoli.

  Gennaro MIGLIORE (PD) condivide quanto affermato dalla presidente Businarolo, facendo notare che qualsiasi eventuale offesa rivolta nei suoi confronti, che abbia fatto riferimento al suo stato di gravidanza, qualora non fosse il frutto di un malinteso o di una interpretazione sbagliata, non potrebbe che ricevere la condanna da parte del suo gruppo. Fa notare che il suo gruppo, lungi dal compiere attacchi personali, intende contestare esclusivamente le modalità con cui le presidenze stanno conducendo i lavori, atteso che si pongono in votazione gli emendamenti senza consentire all'opposizione di intervenire nel merito. Giudica necessario, dunque, che la presidenza garantisca le prerogative delle minoranze. Auspica poi che il resoconto sommario dell'odierna seduta sia redatto in maniera tale da garantire una fedele trasposizione di quanto avvenuto, riportando dunque anche aggressioni verbali rivolte nei suoi confronti da parte del deputato Iezzi, nonché quelle fisiche messe in atto dalla deputata Saltamartini ai danni della deputata Bruno Bossio. Nell'auspicare che non si dia più luogo a votazioni senza consentire gli interventi nel merito da parte dei deputati, fa presente che tutti i componenti del suo gruppo, a partire da questo momento, intendono iscriversi a parlare su ciascun emendamento, augurandosi che un analogo comportamento sia seguito anche dagli altri gruppi di minoranza.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, intervenendo su una questione sulla quale comprende che la Presidente Businarolo non ha voluto entrare nel dettaglio, riguardandola personalmente, stigmatizza con forza il comportamento del deputato Andrea Romano, il quale è stato allontanato dall'Aula per aver rivolto frasi offensive nei confronti della presidente, facendo riferimento a una sua presunta incapacità di presiedere i lavori, posta in relazione al suo stato di gravidanza. Nell'accogliere positivamente le considerazioni svolte al riguardo dal deputato Migliore, auspica che tutti si associno nella condanna di un fatto che giudica inaccettabile.

  Francesco Paolo SISTO (FI) sollecita tutti i capigruppo ad agire all'interno dei rispettivi schieramenti al fine di ripristinare un clima di serenità e dialogo, che consenta di proseguire i lavori nei limiti di una legittima dialettica tra maggioranza e opposizione. Ritiene che non si possa accettare che alcune forze politiche impediscano lo svolgimento dei lavori, ricordando che nella scorsa legislatura ciò non fu permesso.

  Andrea GIORGIS (PD) auspica che le presidenze dimostrino buon senso e prendano atto che appare necessario ricondurre i lavori a una condizione di normalità istituzionale, nel rispetto di una corretta dialettica tra maggioranza e opposizione. Fa presente che il suo gruppo, già nella giornata di ieri, aveva segnalato la necessità di sospendere i lavori al fine di consentire di ricondurre la situazione politica entro i binari di una dialettica democratica più rispondente a princìpi di normalità costituzionale, consentendo di approfondire la questione che vede coinvolta la figura del Ministro dell'interno. Fa altresì presente che nella giornata odierna Pag. 16è emerso un fatto ulteriore, di cui le presidenze dovrebbero tenere conto, rappresentato dall'incontro, che si terrà a breve, tra il Presidente della Camera, il segretario del Partito democratico e il capogruppo del medesimo schieramento, di cui sarebbe necessario attendere gli esiti, anche in vista di una più proficua e collaborativa prosecuzione dei lavori. Ricordato come la maggioranza abbia tutti gli strumenti regolamentari per rispettare la tempistica prevista per l'esame del provvedimento in Assemblea, evidenzia dunque come ragioni di opportunità istituzionale suggeriscano alle presidenze di accogliere la richiesta formulata dal deputato Migliore, evitando in tal modo di esasperare il clima politico. Nel ricordare che il suo gruppo in passato non è mai giunto a porre in essere comportamenti volti a impedire i lavori parlamentari, fa notare che, in assenza di una disponibilità delle presidenze e della maggioranza a considerare legittime tali richieste, il suo gruppo utilizzerà qualsiasi strumento regolamentare per manifestare il proprio dissenso, al fine di assicurare il rispetto di princìpi che ritiene più che fondamentali.

  Laura BOLDRINI (LeU) manifesta, anzitutto, vicinanza e solidarietà alla presidente Businarolo, laddove siano state realmente rivolte nei suoi confronti frasi ingiuriose riferite al suo stato di donna in gravidanza. Giudica inaccettabile, peraltro, che tale condizione della donna possa essere valutata in simili termini negativi, alla stregua di una patologia. Tornando alle questioni attinenti all'ordine dei lavori, giudica grave che il Ministro dell'interno si rifiuti di riferire in Parlamento, senza addurre alcun motivo, con ciò rafforzando l'idea che vi sia una volontà di nascondere la verità, ovvero che il partito della Lega ha percepito finanziamenti da una potenza straniera, in cambio di qualcosa. Ritiene che tale comportamento, che definisce «un tradimento», mini alle base il sistema democratico.

  Maria Carolina VARCHI (FdI), intervenendo sull'ordine dei lavori in riferimento alle considerazioni del presidente Brescia, esprime la propria sorpresa per i toni con cui le anime belle della sinistra italiana si sono rivolte alla presidente Businarolo, insultandola con riguardo non allo svolgimento del suo ruolo istituzionale ma alla sua condizione di donna, e per di più di donna in stato di gravidanza. Nel ritenere che tali offese richiedano un intervento di scuse ben più consistente di quello del collega Migliore, stigmatizza il fatto che da ieri sera non abbia ascoltato da parte del Partito democratico alcun intervento nel merito del provvedimento in esame (vive proteste da parte dei deputati del Partito Democratico e di LEU). Nel sottolineare come tali deputati pretendano di insegnare il concetto di democrazia anche con la forza (applausi – vive proteste da parte dei deputati del Partito democratico e di LEU), ritiene necessario procedere senza indugio con i lavori dando la parola a chi intende intervenire sulle diverse proposte emendative, secondo le regole che le Commissioni I e II si sono date. Nel ribadire la propria vicinanza alla presidente Businarolo, la invita a proseguire con i lavori e rassicura i colleghi del Partito democratico che la frequentazione di diverse assemblee giovanili l'ha abituata a situazioni come quella in corso, che non le impediranno certo di continuare a parlare.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, rinnova l'invito ai commissari ad abbassare i toni evitando interventi polemici.

  Igor Giancarlo IEZZI (Lega), dichiarando che non è sua intenzione entrare in polemica con i colleghi, ricorda che i parlamentari sono pagati, e anche in maniera consistente, per lavorare e non certo per fare gite in barca (vive proteste dei deputati del Partito democratico). Dichiara poi di non condividere la ricostruzione del deputato Migliore su chi sia stato l'aggressore e chi l'aggredito nello scambio di battute svolto poc'anzi.

  Alfredo BAZOLI (PD), nel rammaricarsi per l'atteggiamento assunto nei confronti della presidente Businarolo, che Pag. 17stima sia come persona sia per come interpreta il ruolo di presidente di Commissione, precisa tuttavia che non intende accettare lezioni di democrazia da chi difende un Ministro che non ritiene di rispondere a una richiesta del Parlamento (applausi dei deputati del Partito democratico). Tiene inoltre a sottolineare con forza che i deputati del Partito democratico sono qui a difendere la democrazia parlamentare e che da ciò dipende l'atteggiamento assunto nella giornata di oggi (vivi applausi dei deputati del Partito democratico).

  Gennaro MIGLIORE (PD) ricorda di aver chiesto nel suo precedente intervento che venisse verbalizzato e stigmatizzato dalla presidenza quanto accaduto prima della sospensione dei lavori delle Commissioni riunite. Lamenta pertanto il fatto che non si sia ritenuto di stigmatizzare le aggressioni da parte dei colleghi Iezzi e Saltamartini, precisando inoltre di non essere stato in grado di identificare gli altri aggressori, essendo in quel momento di spalle, impegnato in una tranquilla conversazione con la presidente Businarolo. Prega pertanto il presidente Brescia e la presidente Businarolo di voler ricostruire l'accaduto, stigmatizzarlo e segnalarlo alla Presidenza della Camera, evitando di rivolgere gli sguardi soltanto dalla parte dell'opposizione.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ricorda di aver precisato, all'inizio della ripresa dei lavori dopo la sospensione, che tutti i fatti accaduti sarebbero stati ricostruiti e opportunamente segnalati.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD), ai fini di una corretta ricostruzione della vicenda, nel precisare che l'atteggiamento dei deputati del Partito democratico deriva da una specifica esigenza politica, ritiene sia necessario distinguere con chiarezza quali atteggiamenti siano da definire aggressivi e quali no. Con riferimento a quanto descritto poc'anzi alla presidenza dal deputato Migliore, ribadisce di essere intervenuta proprio per stigmatizzare gli atteggiamenti e le parole di chi avesse inteso sottolineare una condizione della donna tale da impedirle di svolgere il proprio lavoro e che mentre stava invitando i colleghi a evitare ogni strumentalizzazione, la collega Saltamartini ha reagito in maniera estremamente aggressiva, arrivando addirittura a divellere il microfono dal banco.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, con riguardo alle parole della collega Bruno Bossio, sottolinea che se si fosse voluta strumentalizzare la vicenda, lei stessa non sarebbe qui in questo momento a presiedere i lavori delle Commissioni riunite.

  Devis DORI (M5S) dichiara che gradirebbe da parte del Partito Democratico una posizione netta in ordine alle parole del deputato Andrea Romano, invece di una dissociazione in maniera evasiva dal suo comportamento, ribadendo che una donna deve essere rispettata indipendentemente dalle sue condizioni. Ribadisce la disponibilità, già manifestata nella seduta di ieri, del Movimento 5 Stelle a proseguire l'esame del provvedimento.

  Franco VAZIO (PD) interviene per svolgere tre osservazioni. In primo luogo, dichiara di non essere stato presente nel momento in cui l'onorevole Romano avrebbe pronunciato le parole che gli sono state attribuite e che non appartengono certamente al suo stile. Precisa comunque che, se le avesse pronunciate, esse sarebbero senza dubbio da stigmatizzare. In secondo luogo, dissociandosi dalle considerazioni di altri colleghi del suo gruppo, esprime la convinzione che la presidente Businarolo non abbia gestito bene la seduta odierna, avendo indetto le votazioni sugli emendamenti Orfini 1.35 e Magi 1.36 inopinatamente, senza concedere la parola ai colleghi che avevano chiesto di intervenire. Ritiene pertanto che tale comportamento abbia determinato la successiva, non piacevole, situazione venuta a crearsi. Quanto alla terza osservazione, sottolinea come non possa passare l'idea che ci sia Pag. 18solo una parte dei parlamentari che lavora. Precisa a tale proposito che i deputati del Partito democratico sono qui per porre un problema politico e di rispetto delle regole istituzionali e costituzionali, dal momento che, a fronte dell'esame di un decreto-legge che porta la sua firma, il Ministro Salvini, non solo non risponde alla richiesta del Parlamento, ma offende l'istituzione, sostenendo pubblicamente che si recherà a visitare dei gattini. Nel sottolineare che si tratta di un triste momento della storia della Repubblica, ribadisce che qui non ci sono parlamentari che non lavorano, ci sono invece parlamentari che difendono le istituzioni, a fronte di altri che le rispettano in misura molto minore e del Ministro Salvini non le rispetta affatto.

  Gennaro MIGLIORE (PD), nel comunicare che nel frattempo si è concluso l'incontro tra il Presidente della Camera e i rappresentanti del Partito democratico, rileva come sarebbe stato più utile sospendere i lavori che, nel frattempo, non sono affatto proseguiti. Rileva come si sia ottenuto, in altro modo, lo scopo e come l'ostruzionismo possa essere condotto anche da chi tenta di forzare la mano. Evidenzia che tale incontro ha consentito di ottenere un importante risultato, vale a dire l'impegno del Presidente della Camera a garantire che il Ministro Salvini verrà in Parlamento, riferendo contestualmente che la Presidente del Senato si è assicurata la presenza del Presidente del Consiglio in aula il 24 luglio prossimo. Su tali basi evidenzia che i deputati del Partito democratico, che si sono posti a difesa delle figure apicali delle istituzioni e di tutti i parlamentari, avevano ragione circa la necessità per il buon andamento dei lavori della obbligatoria presenza del Ministro dell'interno. A tale proposito, stigmatizzando il fatto che il Ministro Salvini avrebbe addirittura inventato una minaccia a suo carico, sottolinea l'esigenza di un decreto-legge sicurezza-ter con riguardo alle numerose armi rinvenute in possesso dei gruppi di estrema destra. Nell'esprimere pertanto la propria soddisfazione per l'impegno assunto dal Presidente Fico, ricorda alla presidente che i deputati del Partito democratico sono iscritti d'ufficio in dichiarazione di voto su ogni proposta emendativa ancora da esaminare e che saranno gli stessi deputato del Partito Democratico, di volta in volta, a decidere chi debba intervenire. Da ultimo ribadisce che, mentre il Partito democratico rispetta le istituzioni, lo stesso non può dirsi del Ministro Salvini.

  Stefano CECCANTI (PD) chiede quale sia l'orientamento della presidenza con riguardo all'emendamento Magi 1.36. Evidenziando come sia stata già effettuata una forzatura ponendo in votazione l'emendamento Orfini 1.35 senza consentire interventi, suggerisce di non effettuarne una seconda con riguardo all'emendamento 1.36, situazione che sarebbe da ritenere molto grave.

  Alessia MORANI (PD), intervenendo per un richiamo al regolamento, ricorda che l'articolo 61 prevede che «quando sorga tumulto nell'Aula e riescano vani i richiami del Presidente, questi abbandona il seggio e ogni discussione s'intende sospesa. Se il tumulto continua, il Presidente sospende la seduta per un dato tempo o, secondo l'opportunità, la toglie. In quest'ultimo caso l'Assemblea o la Commissione s'intende convocata senz'altro, con lo stesso ordine del giorno, per il seguente giorno non festivo alla stessa ora di convocazione della seduta che è stata tolta, oppure anche per il giorno festivo quando l'Assemblea o la Commissione abbia già deliberato di tenere seduta in quella data». Considerato che la seduta versa da diverse ore nella condizione descritta dal citato articolo, che non si riesce lavorare in maniera proficua e che la protesta del Partito democratico proseguirà finché il Ministro non accoglierà la richiesta del Parlamento, chiede formalmente alla presidente di sospendere i lavori delle Commissioni riunite aggiornandoli a domani.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel sottolineare che non è in corso alcun Pag. 19tumulto, ricorda che l'emendamento 1.36 è stato posto in votazione ed è stato respinto. Passa dunque all'esame del successivo emendamento Bordo 1.37.

  Stefano CECCANTI (PD) chiede alla presidente di sapere quando sia stato respinto l'emendamento Magi 1.36, considerando che non è avvenuta la proclamazione dei risultati della votazione.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, nel precisare che il collega Migliore è già intervenuto diverse volte sull'ordine dei lavori, segnala che vi sono colleghi che vorrebbero intervenire nel merito sull'emendamento Bordo 1.37.

  Gennaro MIGLIORE (PD), nell'evidenziare che la proclamazione del risultato della votazione sull'emendamenti Magi 1.36 è avvenuta nel corso di una protesta, chiede pertanto formalmente alla presidente di annullare la votazione.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ricorda che, a rigore, ai sensi del Regolamento, sull'ordine dei lavori sarebbe previsto un intervento a favore ed uno contro. Chiede pertanto ai colleghi di non indurre la presidenza ad applicare la suddetta regola.

  Michele BORDO (PD) chiede di intervenire per un richiamo al regolamento.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, chiede di sapere su quale articolo del Regolamento intenda intervenire.

  Michele BORDO (PD), nel precisare che se gli sarà consentito di intervenire potrà esplicitare l'articolo del regolamento cui si riferisce, ricorda che nella giornata di ieri, in sede di Ufficio di presidenza, è stato convenuto di limitare a 5 minuti gli interventi in sede di esame degli emendamenti.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ribadisce la richiesta di conoscere l'articolo del Regolamento cui ci si riferisce.

  Michele BORDO (PD), precisa che, ai sensi del comma 7 dell'articolo 85 del Regolamento, «su ciascun articolo, emendamento, subemendamento e articolo aggiuntivo è consentita una dichiarazione di voto per non più di cinque minuti ad un deputato per gruppo». A tale proposito evidenzia che la presidente, con due successive forzature, ha posto in votazione gli emendamenti 1.35 e 1.36 senza consentire ai deputati di intervenire, nonostante vi fossero state molte richieste. Invita pertanto la presidente ad evitare di proseguire i lavori facendo ulteriori forzature, chiedendo di consentire interventi sull'emendamento Magi 1.36.

  Alessia MORANI (PD) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  Carmelo MICELI (PD) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ritenendo che gli interventi sull'ordine dei lavori si possano considerare conclusi, dà la parola al collega Prisco sull'emendamento Bordo 1.37.

  Emanuele PRISCO (FdI) esprime la propria soddisfazione per il fatto di poter finalmente intervenire nel merito dell'emendamento Bordo 1.37, ringraziando il Partito democratico che glielo consente.

  Alessia MORANI (PD) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori, ricordando che esiste un Regolamento da rispettare e che gli interventi sull'ordine dei lavori sono preliminari a quelli sul merito.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ritiene che si debba consentire di parlare anche a esponenti di una diversa parte politica.

  Alessia MORANI (PD) ritiene che la presidente stia violando il Regolamento.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, assicura alla deputata Morani che le darà la parola dopo l'intervento del collega Pag. 20Prisco, rilevando che per 40 minuti si sono svolti interventi sull'ordine dei lavori da parte di esponenti del Partito democratico.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) chiede alla presidente di far allontanare la collega.

  Carmelo MICELI (PD) chiede di sapere a chi si stia riferendo la collega Bartolozzi.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, richiama all'ordine il deputato Miceli.

  Emanuele PRISCO (FdI) chiede al Partito Democratico, che tale dovrebbe essere, se possa parlare o meno.

  Alessia MORANI (PD) ricorda che, a termini di Regolamento, gli interventi sull'ordine dei lavori precedono quelli sul merito.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, invita l'onorevole Morani a sedersi. Precisa che, dopo 40 minuti di interventi sull'ordine dei lavori da parte del Partito Democratico, l'onorevole Prisco ha chiesto di intervenire e che contestualmente ha chiesto di intervenire anche la collega Morani. Invita pertanto il deputato Prisco a svolgere il proprio intervento, al termine del quale darà la parola alla collega Morani.

  Emanuele PRISCO (FdI), nel ringraziare la presidente e il Partito Democratico per avergli consentito di prendere la parola, annuncia il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia sull'emendamento Bordo 1.37 ritenendo che la sua formulazione sia volta ad affievolire l'efficacia del provvedimento. Chiarisce a tale proposito la posizione di Fratelli d'Italia, che ritiene una soluzione il blocco navale in acque libiche.

  Carmelo MICELI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia che nel resoconto sommario della seduta di lunedì 15 luglio scorso delle Commissioni riunite I e II è riportato che il deputato Trancassini «ritiene, infatti, che Carola Rackete non fosse lì per caso, ma avesse un «appuntamento» con gli scafisti, non mirando di certo all'adempimento di alcun dovere di soccorso». Rammentando che le presidenze, rivestendo il ruolo di pubblico ufficiale, hanno l'obbligo, ai sensi dell'articolo 361 del codice di procedura penale, di trasmettere le notizie di reato delle quali sono venute a conoscenza, chiede se abbiano trasmesso il resoconto della seduta alla procura della Repubblica.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, sottolinea come il resoconto sia un atto pubblico.

  (Vive proteste da parte dei parlamentari del Partito democratico)

  Michele BORDO (PD), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.37, desidera evidenziare preliminarmente che è imminente l'avvio dei lavori presso l'Aula di Montecitorio. Per tale ragione ritiene necessario che le Commissioni sospendano l'esame del provvedimento per consentire ai deputati di partecipare ai lavori dell'Assemblea, in assenza di una decisione della Presidenza della Camera di rinviarli.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, avverte che le Commissioni sospenderanno i propri lavori al termine dell'esame dell'emendamento Bordo 1.37.

  Carmelo MICELI (PD) chiede di intervenire in dissenso rispetto al suo gruppo.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, avverte che il deputato Miceli potrà intervenire a titolo personale soltanto dopo che il deputato Bordo avrà svolto l'intervento del gruppo stesso.

  Michele BORDO (PD), nell'accingersi a svolgere il proprio intervento di merito sull'emendamento a sua firma 1. 37, preannuncia la sua intenzione di intervenire in Assemblea sull'ordine dei lavori per rappresentare la forzatura che le presidenze stanno effettuando non consentendo ai parlamentari di esercitare il proprio diritto a partecipare ai lavori dell'Aula di Pag. 21Montecitorio costringendoli ad intervenire sul merito di un provvedimento congiuntamente ai lavori dell'Assemblea.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, assicura l'onorevole Bordo che attualmente in Assemblea si sta svolgendo la lettura del verbale della seduta precedente e che nel momento in cui inizieranno le votazioni le Commissioni sospenderanno i propri lavori.

  Marzia FERRAIOLI (FI) rappresenta il proprio desiderio di proseguire i lavori e dichiara di sentirsi ostaggio dei deputati del Partito Democratico.

  Michele BORDO (PD) sottolineando come la presidenza si stia assumendo la responsabilità di affermare che le Commissioni possono proseguire i propri lavori durante i lavori dell'Assemblea, ribadisce la propria volontà di segnalare tale condotta presso l'Aula di Montecitorio dove preannuncia che chiederà di annullare l'eventuale votazione dell'emendamento a sua firma 1.37 che le Commissioni si stanno accingendo a svolgere.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, ribadisce che le Commissioni possono tranquillamente proseguire nei propri lavori in quanto la seduta dell'Aula è sospesa fino alle 11.26.

  Michele BORDO (PD) fa presente che l'emendamento a sua firma 1. 37 tende a mitigare un importante aspetto del decreto-legge che prevede che il Ministro dell'interno possa limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica. Ritenendo che la previsione del decreto-legge sia troppo generica e lasci un margine di discrezionalità troppo ampio al Ministro dell'interno, evidenzia come la sua proposta emendativa sia volta a sostituire la previsione di «motivi di ordine e sicurezza pubblica» con quella di «motivi di comprovate e palesi minacce all'ordine e alla sicurezza pubblica», proprio al fine di circoscrivere l'ambito di tale discrezionalità.

  Laura BOLDRINI (LeU) ritiene che l'emendamento Bordo 1. 37 stabilisca criteri più stringenti relativamente al concetto di ordine e sicurezza pubblica. Osserva che le imbarcazioni che trasportano persone soccorse in mare dovrebbero avere la precedenza per sbarcare e completare le operazioni di salvataggio e recupero in mare. A suo avviso, il collega Bordo, con la proposta emendativa in esame, sta tentando di attribuire dignità a un articolo che ne è evidentemente privo e che pone il nostro Paese al di fuori del consesso internazionale. Sottolinea come tuttavia, a suo avviso, l'articolo 1 del decreto-legge in esame dovrebbe essere soppresso, reputando ogni tentativo di dare dignità a questa norma del tutto vano. Fa notare, inoltre, come appaia ridicolo che un Paese composto da circa 60 milioni di abitanti possa ritenere che la propria sicurezza e il proprio ordine pubblico siano minacciati dallo sbarco di poche decine di naufraghi. A suo avviso, quindi, il metodo per gestire i flussi migratori contenuto nel provvedimento in discussione non è corretto ed è soltanto un sistema cinico con finalità propagandistica.

  Carmelo MICELI (PD), intervenendo a titolo personale, ritiene che l'emendamento Bordo 1. 37, che, pur con gesto nobile, tenta di dare dignità giuridica a un provvedimento che ne è del tutto privo, non riesca nel proprio intento, data l'irrimediabilità del provvedimento stesso.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) dichiara di sentirsi costretto a intervenire sull'emendamento Bordo 1. 37, di contenuto analogo al precedente emendamento a sua firma 1. 36, in quanto le presidenze non gli hanno consentito di illustrarlo, ponendolo in votazione senza una preliminare discussione. A suo avviso l'articolo 1 del decreto-legge in esame è delirante oltre che sbagliato e pericoloso in quanto l'espressione «per motivi di ordine e sicurezza pubblica» include anche le operazioni Pag. 22di salvataggio. Si domanda come sia allora possibile impedire l'ingresso alle navi che compiono proprio operazioni di salvataggio per motivi di ordine e di sicurezza pubblica apparentemente per le stesse ragioni. Rileva una profonda contraddizione nella ratio dell'articolo 1. A suo avviso con il decreto-legge in discussione si impartiscono ordini contraddittori alle Forze dell'ordine, ponendole nella condizione di agire in maniera contraria a quella che sarebbe l'attività cui sono destinate nonché al loro dovere, quale l'agevolazione del trasbordo delle persone dalle navi fin dentro al porto. Chiede pertanto che il Governo dia un chiarimento su questo specifico punto.

  Alessia MORANI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, precisa che i lavori dell'Assemblea riprenderanno alle ore 11.26. In considerazione del fatto che sono già le 11.20 chiede che la sospensione dei lavori delle Commissioni per consentire ai parlamentari di raggiungere l'Aula e partecipare ai lavori dell'Assemblea. Invita quindi, la presidenza che ha già ripetutamente violato le norme regolamentari impedendo ai commissari di intervenire sull'ordine dei lavori, a non commettere ulteriori violazioni del Regolamento.

  Alfredo BAZOLI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia che il tempo concesso al deputato Miceli, intervenuto a titolo personale, è stato di un minuto. Chiede quale sia la disposizione del regolamento che prevede tale limite temporale.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, precisa che il limite di un minuto per gli interventi a titolo personale è previsto dalla prassi parlamentare. Invita i componenti delle Commissioni a non esagerare con le provocazioni e a non strumentalizzare le decisioni della presidenza.

  Alessia MORANI (PD) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

  (Vive proteste da parte dei parlamentari del partito democratico).

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bordo 1.37.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, in considerazione dell'imminente avvio dei lavori dell'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata alle ore 15.

  La seduta termina alle 11.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 17 luglio 2019. — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA, indi della presidente della II Commissione Francesca BUSINAROLO, indi del vicepresidente della II Commissione, Riccardo Augusto MARCHETTI. — Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Nicola Molteni e Carlo Sibilia, il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta Simone Valente.

  La seduta comincia alle 15.05.

DL 53/2019: Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.
C. 1913 Governo.
(Seguito esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che nella seduta antimeridiana le Commissioni hanno concluso i loro lavori con la deliberazione sull'emendamento Bordo 1.37.
  Avverte quindi che la deputata Comaroli ha sottoscritto gli emendamenti Gregorio Fontana 12.10 e 12.11
  Avverte altresì che, in assenza di obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante Pag. 23trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

  Stefano CECCANTI (PD) interviene sull'emendamento Migliore 1.38, di cui è cofirmatario, per sottolineare come esso rappresenti «il male minore», dato che tenta di ridurre parte del danno arrecato dalle disposizioni contenute nell'articolo 1 del provvedimento in esame.
  Ribadisce che al Ministro Salvini non affiderebbe i poteri illimitati previsti nell'articolo 1, ma non li affiderebbe neanche ad altri ministri, anche in considerazione del fatto che si violerebbero le convenzioni internazionali. Come per altri emendamenti, il parere maggioritario, anche se non unanime, del Partito Democratico è di voler bloccare gli effetti più sgraditi di una normativa che attribuirebbe poteri esorbitanti per qualsiasi Ministro dell'interno e non soltanto per l'attuale.

  Laura BOLDRINI (LeU) ritiene che l'emendamento Migliore 1.38 rappresenti una sorta di «toppa» da apporre all'articolo 1 del decreto-legge, che comunque a suo avviso andrebbe del tutto soppresso, perché contrario alla Costituzione e alle convenzioni internazionali. Sottolinea che l'emendamento Migliore 1.38 dovrebbe essere votato con la consapevolezza che l'articolo 1 rimarrebbe comunque un obbrobrio normativo.

  Alfredo BAZOLI (PD) chiede che la pubblicità dei lavori delle Commissioni sia assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente che l'impianto audiovisivo a circuito chiuso è già stato attivato.

  Alfredo BAZOLI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di conoscere la programmazione dei lavori della giornata odierna.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente che le Commissioni potranno lavorare fino alle 22.30, ferma restando la possibilità di convocare in ogni momento una riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite per stabilire una diversa articolazione dei lavori.

  Franco VAZIO (PD) osserva che il collega Ceccanti, nel suo intervento precedente, non ha esaurito i 5 minuti a disposizione del gruppo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica al collega Vazio che potrà intervenire per i due minuti non utilizzati dal collega Ceccanti.

  Franco VAZIO (PD) ritiene che il decreto-legge in esame violi manifestamente le convenzioni internazionali nonché la Costituzione. Invita inoltre il Governo a chiarire il significato della congiunzione «ovvero», per eliminare incertezze interpretative sulla norma.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) si associa ai colleghi che hanno definito «inemendabile» l'articolo 1 del provvedimento in esame, la cui formulazione rimane confusa, contraddittoria e di difficile applicazione. Sottolinea come il Governo si esponga al ridicolo considerando non inoffensive le imbarcazioni impegnate in operazioni di salvataggio in mare, mentre per il diritto internazionale le imbarcazioni non inoffensive sono quelle impegnate in teatri di guerra o che trasportano materiali pericolosi.
  Ribadisce che l'approvazione dell'emendamento Migliore 1.38 eliminerebbe il rischio di interpretazioni ambigue dell'articolo 1, che nella sua attuale formulazione mette a rischio l'onore del Parlamento, ma anche le azioni della Marina militare e della Guardia di Finanza.

  Alessia MORANI (PD) interviene sull'ordine dei lavori, per riferire di un episodio sconcertante avvenuto in Aula e cioè l'attacco del Ministro Toninelli nei confronti del collega Andrea Romano in ordine ai fatti verificatisi questa mattina.

Pag. 24

  Le Commissioni respingono l'emendamento Migliore 1.38.

  Silvia BENEDETTI (Misto-SI-10VM) chiede di intervenire sul suo emendamento 1.39.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che potranno intervenire in dichiarazione di voto soltanto i colleghi componenti delle Commissioni I e II o che siano presenti in sostituzione di questi ultimi.

  Alfredo BAZOLI (PD), intervenendo sull'emendamento Benedetti 1.39, evidenzia che deve essere fatta chiarezza da parte del Governo sulla formulazione dell'articolo 1, specificando che la congiunzione «ovvero» equivale a «vale a dire». In altre parole, il Ministro dell'interno può vietare l'ingresso di navi nel mare territoriale non in ogni condizione ma soltanto in quella che mette a rischio ordine e sicurezza pubblica in quanto rientra nelle fattispecie dell'articolo 19, comma 2, lettera g) della Convenzione di Montego Bay. Se invece il Governo intende diversamente, allora sarebbe opportuno lo dicesse.

  Federico CONTE (LeU) rileva che, se l'articolo 1 venisse interpretato nel senso del collega Bazoli, si tratterebbe di una endiadi giuridica. I motivi di ordine e sicurezza pubblica, come è emerso anche dalle audizioni svolte, sono quelli individuati dalla Convenzione di Montego Bay. L'emendamento Benedetti 1.39 è il modo migliore per permettere una futura interpretazione che respinga la spirale autoritaria che attribuisce al Ministro dell'interno poteri sovraordinati anche alla Costituzione.

  Laura BOLDRINI (LeU) si sofferma sulla seconda parte dell'emendamento Benedetti 1.39, nella quale si prevede che il provvedimento ministeriale sia assoggettato a un controllo giurisdizionale da esercitarsi nel termine perentorio di quarantotto ore, rilevando come tale previsione sia quanto mai opportuna, anche al fine di arginare atteggiamenti autoritari e arbitrari da parte del Ministro dell'interno. Osserva peraltro come il decorso del termine di quarantotto ore possa consentire di procedere all'identificazione delle persone a bordo dell'imbarcazione, in assenza della quale non comprende come si possa valutare se sussista o meno pericolo per l'ordine o la sicurezza pubblica. Raccomanda, pertanto, l'approvazione della proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Benedetti 1.39.

  Alfredo BAZOLI (PD), intervenendo sull'emendamento Sarli 1.40, che è identico alla prima parte dell'emendamento Benedetti 1.39, richiama le considerazioni svolte su quest'ultimo, rilevando come in virtù della modifica che si propone, sia necessario, ai fini dell'adozione dei provvedimenti previsti dall'articolo 1, che sussistano congiuntamente sia i motivi di ordine e sicurezza pubblica sia le condizioni di cui all'articolo 19, comma 2, lettera g, della Convenzione di Montego Bay. Ritiene come la proposta emendativa in esame vada peraltro nella direzione di quanto affermato dal sottosegretario Molteni, il quale ha assicurato che le competenze attribuite dall'articolo 1 al Ministro dell'interno devono essere esercitate nel rispetto degli obblighi internazionali.
  Si duole del fatto che, a causa di una conduzione dei lavori a suo avviso inadeguata da parte della Presidenza, non sia stato possibile discutere in maniera approfondita le proposte emendative Magi 1.36 Bordo 1.37, volte, al pari di quella in esame, a circoscrivere l'eccessiva discrezionalità attribuita dall'articolo 1 al Ministro dell'interno.
  Dichiara pertanto di sottoscrivere l'emendamento Sarli 1.40, di cui raccomanda l'approvazione.

  Federico CONTE (LeU) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Sarli 1.40, rilevando come esso si limiti a prevedere una modifica già contenuta nell'emendamento Benedetti 1.39, nel senso di ritenere necessaria, quale presupposto per l'adozione Pag. 25dei provvedimenti di cui all'articolo 1, la sussistenza contestuale dei motivi di ordine e sicurezza pubblica e delle condizioni di cui all'articolo 19, comma 2, lettera g, della Convenzione di Montego Bay. Rileva inoltre come l'introduzione delle modifiche proposte dall'emendamento in esame attenuerebbe il carattere sproporzionato e meramente ritorsivo che presentano le sanzioni previste dall'articolo 2 e garantirebbe maggiore equilibrio a una norma che comunque a suo giudizio resta non condivisibile.

  Alessia MORANI (PD), intervenendo a titolo personale, dichiara di non condividere la posizione espressa dal proprio gruppo sull'emendamento Sarli 1.40, in quanto ritiene che, a fronte dell'atteggiamento di chiusura del Governo e della maggioranza nei confronti delle posizioni e dei suggerimenti della propria parte politica, il provvedimento in esame debba considerarsi inemendabile, non essendovi evidentemente le condizioni neppure per limitati interventi migliorativi.

  Carmelo MICELI (PD), intervenendo a titolo personale, dichiara di non condividere la posizione espressa dal proprio gruppo sull'emendamento Sarli 1.40, in quanto esso rischia paradossalmente di estendere la portata della norma sulla quale interviene.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Sarli 1.40, in quanto ritiene che esso, richiedendo per l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 1 la sussistenza contestuale di entrambi i presupposti ivi richiamati, impedisca che i predetti provvedimenti possano essere adottati esclusivamente sulla base di generiche motivazioni di ordine e sicurezza pubblica e limiti l'ampia discrezionalità politica attribuita al Ministro dell'interno. A conferma di tale discrezionalità richiama l'attenzione sul fatto che l'articolo 1 attribuisce al Ministro non l'obbligo, bensì la mera facoltà di adottare i provvedimenti previsti.

  Marzia FERRAIOLI (FI), con riferimento alle osservazioni dei deputati che l'hanno preceduta relative alla discrezionalità dei poteri attribuiti al Ministro dell'interno, rileva come in virtù di tali poteri quest'ultimo, che è autorità nazionale di pubblica sicurezza, si limiti a trasmettere una notizia di reato all'autorità giudiziaria, alla quale spetta il compito di svolgere i conseguenti approfondimenti.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) ritiene che le osservazioni della deputata Ferraioli non siano riferibili a quanto da lui affermato nel precedente intervento.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sarli 1.40.

  Laura BOLDRINI (LeU), intervenendo sull'emendamento Magi 1.41, rileva come esso introduca opportunamente nel testo il riferimento all'articolo 18 della Convenzione di Montego Bay, in virtù del quale devono essere consentiti il passaggio nonché, ove necessario, la fermata e l'ancoraggio nel mare territoriale nel caso di forza maggiore o di condizioni di difficoltà ovvero al fine di prestare soccorso a navi o persone in difficoltà. Osserva come in il tal modo si chiarirebbe in modo inequivoco che non può essere interdetto il passaggio nelle acque territoriali alle imbarcazioni che hanno condotto operazioni di soccorso e si attenuerebbe il carattere incostituzionale dell'articolo 1.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) ritiene che la collega Boldrini abbia descritto esattamente la condotta dell'Esecutivo, che «ritagliando» le convenzioni internazionali in maniera tale da utilizzare solo le parti che più condivide, ha predisposto l'articolo 1 del decreto-legge in discussione. Fa presente che, invece, l'emendamento a sua firma 1.41 richiama le disposizioni di cui all'articolo 18 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare fatta a Montego Bay. Sottolinea che anche qualora la proposta emendativa in discussione non fosse approvata, il citato Pag. 26articolo 18 riveste carattere di norma sovraordinata e pertanto andrebbe comunque rispettata. Nel sottolineare come l'intento del decreto-legge sia quello di fornire uno strumento punitivo nei confronti di coloro che svolgono attività di salvataggio in mare, sottolinea come proprio tale scopo costituisca uno dei motivi per i quali il provvedimento inevitabilmente verrà, a suo avviso molto presto, giudicato incostituzionale.

  Michele BORDO (PD) evidenzia come molti ritengano il decreto – legge in discussione inemendabile in quanto non accettabile e che sarebbe stato pertanto opportuno presentare esclusivamente emendamenti soppressivi. A suo avviso, pur non condividendo l'intero impianto del provvedimento, appare giusto tentare di svolgere una seria discussione sui suoi contenuti anche attraverso l'esame di emendamenti modificativi volti a limitarne i danni. In proposito, sottolinea come l'emendamento Magi 1.41 ponga un tema molto serio, limitando le responsabilità e la discrezionalità eccessiva concesse al Ministro dell'interno dall'articolo 1 del decreto. Ricorda che tra i motivi addotti dalla giudice per le indagini preliminari di Agrigento ai fini della scarcerazione di Carola Rackete c'era proprio il fatto che il decreto-legge in discussione non rispetta l'articolo 18 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare fatta a Montego Bay.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1. 41.

  Barbara POLLASTRINI (PD) illustra l'emendamento Fiano 1. 42, del quale è cofirmataria. Evidenzia come tale proposta emendativa si presenti in termini meno radicali delle precedenti proposte già respinte e si domanda se a qualche emendamento possa essere riservata attenzione da parte della maggioranza. Ciò premesso, evidenzia come l'articolo 1 del decretolegge, che avrebbe auspicato fosse stato abrogato per la sua portata di disumanità, si limiti a prevedere che il Presidente del Consiglio dei ministri debba essere informato del provvedimento adottato dal Ministro dell'interno. La proposta emendativa in discussione, invece, è volta a prevedere che il Presidente del Consiglio dei Ministri sia coinvolto nell'adozione del provvedimento stesso. In proposito rammenta che nei recenti fatti legati alle navi Diciotti e Sea Watch 3 già il Presidente del Consiglio ha svolto un ruolo politico anche in relazione ai rapporti tenuti con gli altri Stati europei. Rammenta poi come l'Italia chieda proprio di non essere lasciata sola dinnanzi ad un dramma etico oltre che politico così grande.

  Federico CONTE (LeU) rammenta che il primo comma dell'articolo 95 della Costituzione dispone che il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri. Ritiene che l'emendamento Fiano 1. 42 sia semplicemente un corollario a tale disposizione costituzionale e sottolinea come tale proposta emendativa sia volta a ripristinare l'ordine istituzionale non rispettato dall'articolo 1 del decreto-legge, che invece attribuisce al presidente del Consiglio dei Ministri un ruolo residuale e mortificante. A suo avviso, in fine, il predetto articolo 1 tradisce l'aspirazione del Ministro degli interni di rappresentare la guida del Governo.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) sottolinea come l'emendamento Fiano 1.42, unitamente alla successiva proposta emendativa sua firma 1. 43, abbiano il pregio di mettere in risalto un ulteriore intento scorretto del decreto-legge. Evidenzia, infatti, come con l'articolo 1 del decretolegge si trasferiscano in capo al Ministro dell'Interno competenze che l'articolo 83 del codice della navigazione attribuisce al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Tale trasferimento viene giustificato da ragioni di emergenza in corso e quindi viene attuato con decreto-legge, ma sottolinea come i numeri smentiscano tale Pag. 27emergenza. Ciò premesso evidenzia che non è ammissibile che il Presidente del Consiglio dei Ministri sia soltanto informato delle decisioni assunte dal Ministro dell'interno in merito all'adozione di provvedimenti che limitano o vietano l'ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, dovendo, come già avvenuto anche ad esempio per il caso della nave «Diciotti», essere coinvolto nell'assunzione della decisione.

  Alessia MORANI (PD), intervenendo a titolo personale, in dissenso del suo gruppo, sull'emendamento Fiano 1. 42, osserva che lo stesso, sebbene abbia il pregio di ripristinare il principio di collegialità, non appare sufficiente a limitare i gravi danni prodotti dall'approvazione dell'articolo 1 del decreto-legge.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Fiano 1.42.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) rammenta che l'Esecutivo si è più volte lamentato della circostanza che l'Italia è stata lasciata sola nel governo del fenomeno migratorio e dell'accoglienza. In proposito, rammenta che le iniziative governative legate all'interlocuzione internazionale su tale tematica vengano condotte dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro degli affari esteri, come nel caso delle navi Diciotti e Sea Watch 3, in cui gli stessi avevano raggiunto un accordo con altri Paesi per la redistribuzione dei naufraghi. Evidenziando, quindi, che il Presidente del Consiglio dei ministri non possa essere soltanto informato dell'adozione del provvedimento di cui all'articolo 1 del decreto-legge bensì debba essere parte attiva nella collegialità del Governo, auspica che l'emendamento a sua firma 1.43, che va in tale direzione, sia approvato.

  Laura BOLDRINI (LeU) ritiene che l'emendamento Magi 1.43 sia una proposta di buon senso che tuttavia non riesce a mitigare il tenore inconcepibile del provvedimento in discussione. Tuttavia, sottolinea che è dovere proprio del Parlamento tentare di mitigare anche un testo inemendabile, quale quello in esame. Evidenzia che la proposta emendativa Magi 1.43 stabilisce che il Presidente del consiglio dei ministri debba essere il punto di riferimento della decisione. Sottolinea, quindi, la necessità di arginare le decisioni unilaterali di un componente del Governo che, con il decreto-legge in discussione, tocca anche il codice navigazione nel tentativo di attribuirsi competenze che sono in capo ad un altro ministro che fa parte di un'altra forza politica alla quale in tutti gli ambiti ha cercato di erodere le competenze. A suo avviso, pertanto, tale decisione non andrebbe affidata solo al Ministro dell'interno. Sottolinea come il ministro Salvini voglia creare su ogni salvataggio in mare un caso internazionale per sviare l'attenzione dalla sua gestione dei flussi migratori.

  Doriana SARLI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla presidenza di consentire ai deputati che non fanno parte delle Commissioni riunite I e II di intervenire per illustrare gli emendamenti in esame, eventualmente definendo, per tali interventi, uno specifico e limitato contingentamento dei tempi, in relazione a ciascun articolo in discussione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in risposta alla deputata Sarli, fa presente che la presidenza si riserva di valutare la questione.

  Stefano CECCANTI (PD) fa notare che l'emendamento Magi 1.43 risponde alla finalità di rendere il provvedimento coerente sia con il vigente assetto costituzionale sia con l'impianto istituzionale europeo, per quanto attiene alle competenze spettanti al Presidente del Consiglio dei ministri ai sensi dell'articolo 95 della Costituzione. Si tratta, a suo avviso, di prevedere norme di carattere generale e astratto, a prescindere dalla specifica persona titolare dell'incarico, e di evitare che il Presidente del Consiglio, secondo quanto prevede ad oggi il decreto-legge, abbia solo Pag. 28diritto ad un'attività di carattere informativo senza alcun ruolo quanto meno di codecisore e con attribuzioni, pertanto, inferiore a quelle di altri ministri come quello delle infrastrutture e dei trasporti e della difesa.

  Veronica GIANNONE (M5S) sottoscrive l'emendamento Magi 1.43.

  Sara CUNIAL (Misto) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Magi 1.43.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.43.

  Sara CUNIAL (Misto), precisando di intervenire in sostituzione del deputato Vitiello, illustra il suo emendamento 1.44, di cui auspica l'approvazione, facendo notare che il provvedimento in esame, che finge di occuparsi dei problemi reali delle persone, agli articoli 1 e 2 attribuisce troppi poteri al Ministro dell'interno e rivela un impianto repressivo nei successivi articoli. Osserva che il Ministro dell'interno dovrebbe piuttosto affrontare questioni ben più importanti, tra le quali richiama anche le tante problematiche presenti nella regione Veneto.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita la deputata Cunial ad attenersi al merito dell'emendamento in esame.

  Federico CONTE (LeU) osserva che l'emendamento Cunial 1.44, che il suo gruppo condivide, restituisce valore collegiale alle determinazioni assunte dall'Esecutivo, rafforzando, in particolare, il ruolo del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Carmelo MICELI (PD) ritiene paradossale che sia proprio l'opposizione a dovere intervenire a salvaguardia della carica del Presidente del Consiglio, il cui ruolo viene rafforzato dall'emendamento in esame, in coerenza con quanto previsto dall'articolo 95 della Costituzione. Ritiene che i gruppi di maggioranza non debbano meravigliarsi se poi, in ambito europeo, il ruolo del Presidente Conte viene sovente mortificato e svilito.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Cunial 1.44.

  Laura BOLDRINI (LeU), intervenendo a sostegno dell'emendamento Sarli 1.45, che rafforza il ruolo del Presidente del Consiglio nell'ambito delle operazioni previste dal provvedimento in esame, osserva che il Ministro dell'interno distoglie l'opinione pubblica dai problemi reali, proponendo interventi propagandistici ai danni dei migranti in violazione delle convenzioni internazionali e dell'articolo 10 della Costituzione. Nel meravigliarsi che la maggioranza non sia interessata a presidiare le prerogative del vertice del potere esecutivo, fa notare, peraltro, che le misure assunte sinora dall'Esecutivo non hanno fatto altro che alimentare l'insicurezza e l'immigrazione irregolare, su cui il Ministro dell'interno ha costruito la sua fortuna politica.

  Sara CUNIAL (Misto) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Sarli 1.45.

  Carmelo MICELI (PD) sottoscrive l'emendamento Sarli 1.45, ritenendo che esso, recuperando il coinvolgimento il Presidente del Consiglio, nel rispetto del quadro costituzionale, restituisca collegialità agli atti dell'Esecutivo, prevenendo in tal modo eventuali conflitti tra poteri dello Stato, come avvenuto di recente, ad esempio, nel caso della nave Diciotti.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) sottoscrive l'emendamento Sarli 1.45 che, rispetto alle altre proposte emendative che intervengono sul medesimo tema, propone la formulazione migliore. Al fine di sottolineare ai colleghi della maggioranza la delicatezza del passaggio, ricorda che il decreto-legge in esame, derogando alle disposizioni del codice della navigazione, concede al Ministro Salvini prerogative che spetterebbero al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con riguardo Pag. 29all'accesso alle acque territoriali e ai porti italiani. Evidenziando peraltro il fatto che per attribuire tali poteri al Ministro dell'interno sia stato utilizzato lo strumento del decreto-legge, a dimostrazione dell'attenzione politica sulla materia, ritiene necessario introdurre nella disposizione vigente garanzie e argini, al fine di prevedere che la decisione venga assunta in accordo con il Presidente del Consiglio dei ministri.

  Veronica GIANNONE (M5S) sottoscrive l'emendamento Sarli 1.45 che contiene una importante differenza rispetto alla formulazione attuale della disposizione, dal momento che «informare» il Presidente del Consiglio significa esclusivamente metterlo al corrente della decisione assunta, senza che egli possa o meno concordare. Fa presente che al contrario la formulazione proposta dall'emendamento impone l'accordo del Presidente del Consiglio sul contenuto dell'atto adottato dal Ministro dell'interno.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sarli 1.45.

  Stefano CECCANTI (PD) chiede chiarimenti al deputato Magi in merito all'emendamento a sua firma 1.46, non ravvisando una differenza sostanziale tra la formula da lui adottata, vale a dire «sentito il Presidente del Consiglio» e quella contenuta nel testo di legge, vale a dire «informandone il Presidente del Consiglio». Chiede pertanto al collega Magi di chiarire quale sia la portata innovativa del suo emendamento.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), nel comprendere la richiesta avanzata dal collega, chiarisce che l'intento del suo emendamento 1.46 è quello di modificare il testo di legge in conseguenza di episodi realmente verificatisi. Ricorda infatti come in determinate occasioni sia stato chiaro che il Ministro dell'interno ha informato il Presidente del Consiglio soltanto successivamente all'adozione della decisione. Ritiene che, al contrario, il ricorso al participio passato «sentito» sottintenda necessariamente che la comunicazione al Presidente del Consiglio deve avvenire prima dell'adozione dell'atto.

  Roberto SPERANZA (LeU) ritiene che l'emendamento Magi 1.46 consenta di cogliere un importante nodo politico del provvedimento, che attribuisce un «superpotere» al Ministro dell'interno, annullando completamente il ruolo del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il cui concerto non è previsto al momento dell'adozione dell'atto, ed esautorando il Presidente del Consiglio. Nel sottolineare che si tratta di una ferita profonda al nostro ordinamento costituzionale, sollecita ancora una volta maggioranza e Governo affinché motivino la loro resistenza rispetto alle due modifiche specifiche. Chiede pertanto in primo luogo perché siano contrari a prevedere anche il concerto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, considerando che si sta parlando di atti che incidono potenzialmente sui rapporti internazionali dell'Italia. In secondo luogo, domanda perché si voglia ridurre a tal punto il ruolo del Presidente del Consiglio in un ambito così delicato, evitando di attribuire a tale scelta una motivazione di carattere esclusivamente politico, volta a rendere l'attuale Presidente del Consiglio subalterno al Ministro dell'interno. Sollecitando un supplemento di riflessione sul tema, auspica che Governo e maggioranza vogliano finalmente rispondere alle sue reiterate richieste, anche al fine di evitare che sia costretto a riproporre le medesime considerazioni anche in occasione dell'esame dei successivi emendamenti.

  Carmelo MICELI (PD) preliminarmente ricorda ai colleghi le parole del Presidente del Consiglio Conte che, compulsato sulla gestione dei flussi migratori, avrebbe dichiarato che si tratta di questioni complesse che nessuno può pensare di risolvere da solo, richiedendosi l'azione coordinata di tutto il Governo e il ricorso a tutte le competenze disponibili. Nel sottolineare il paradosso per cui mentre il Pag. 30Presidente del Consiglio rivendica la propria funzione e sottolinea la necessità di un'azione coordinata, la maggioranza che lo ha espresso approva un testo di legge che attribuisce superpoteri al Ministro dell'interno. Non lo sorprende il fatto che la Lega abbia intenzione di rivendicare a sé il diritto di prendere provvedimenti in un settore che consente di guadagnare consensi, anche attraverso la riduzione del ruolo del Presidente del Consiglio. Trova invece mortificante che la stessa cosa facciano i deputati del Movimento 5 Stelle che hanno indicato la persona di Conte e ai quali chiede un sussulto di dignità. Con riguardo al continuo rumore di sottofondo, lamenta il fatto che da giorni solo i deputati del Partito democratico parlano nell'Aula del Mappamondo, evidenziando che almeno piacerebbe poter parlare senza essere disturbati dai colleghi disinteressati.

  Francesca BUSINAROLO, presidente, convenendo con il collega Miceli, chiede a tutti i commissari di assicurare le condizioni necessarie allo svolgimento degli interventi.

  Alessia MORANI (PD) interviene a titolo personale, dissentendo dal collega Miceli. Sottolinea infatti di non comprendere le argomentazioni in favore dell'emendamento Magi 1.46 che consentirebbe di migliorare il testo di legge. Preannuncia pertanto il suo voto contrario sull'emendamento Magi 1.46 perché ritiene che l'espressione «sentito» non sia sufficiente a modificare la sostanza degli assetti e che serva invece una decisione collegiale, assunta di concerto tra i Ministri della Difesa, dell'Interno, delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.46.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) evidenzia come l'emendamento a sua firma 1.47, unitamente ai successivi, metta in luce alcune conseguenze dell'applicazione del decreto-legge e dei relativi atti amministrativi. Fa presente in primo luogo che l'attribuzione ad un Ministro del potere di adottare un atto amministrativo, normalmente di competenza del prefetto, nel concreto può determinare una grave lesione di diritti costituzionali, come avvenuto già in molti casi. Sottolinea che l'intento dell'emendamento è quello di evitare ciò, stabilendo che in ogni caso è necessario un atto motivato dall'autorità giudiziaria, qualora dal provvedimento derivi, anche indirettamente, la privazione della libertà personale per le persone a bordo. Ricorda, inoltre, ai colleghi che la necessità di tale atto motivato dell'autorità giudiziaria è stata sottolineata anche dal professor Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, nel corso della sua audizione davanti alle Commissioni.

  Roberto SPERANZA (LeU) sottoscrive l'emendamento Magi 1.47, che considera molto rilevante dal punto di vista costituzionale. Evidenzia infatti che, quando un «superministro» esercita le funzioni che gli vengono attribuite dall'articolo 1 del provvedimento in esame relativamente al divieto di transito, di sosta o di attracco nelle acque e nei porti italiani, può avvenire che alcuni dei soggetti coinvolti siano privati della libertà personale. A tale proposito ricorda che, ai sensi del secondo comma dell'articolo 13 della Costituzione, «non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge». Pertanto fa presente che l'emendamento Magi 1.47 consente di evitare che il provvedimento in questione abbia conseguenze incostituzionali, sequestrando le persone a bordo della nave, come peraltro già avvenuto in violazione della nostra Carta costituzionale, che sta sicuramente a cuore a tutti i gruppi parlamentari. Chiede pertanto a Governo e maggioranza una riflessione ulteriore sul tema, dal momento che la formulazione proposta mette in sicurezza Pag. 31il testo di legge rispetto a rilievi di incostituzionalità.

  Carmelo MICELI (PD) sottoscrive l'emendamento Magi 1.47, evidenziando a sua volta un rischio di incostituzionalità del provvedimento più che concreto. Rileva in particolare che il vizio di incostituzionalità si realizza sul duplice versante della riserva di legge e della riserva di giurisdizione. Quanto al primo aspetto, sottolinea che il decreto-legge in esame mette nelle mani del Ministro il potere di adottare provvedimenti amministrativi idonei ad incidere sulle libertà personali; quanto alla riserva di giurisdizione rileva che quando il decreto-legge sarà stato definitivamente convertito avremo sancito che il potere degli atti che incidono sulla libertà personale può essere attribuito ad un'autorità di pubblica sicurezza. Su tale aspetto ricorda che il terzo comma dell'articolo 13 della Costituzione stabilisce che «in casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto». Fa presente quindi che viene in tal modo stabilito il principio inviolabile secondo il quale l'autorità di pubblica sicurezza è obbligata ad avvisare entro quarantott'ore l'autorità giudiziaria, che ha il potere autonomo di valutare la bontà del provvedimento. Nell'evidenziare che ci si è posti il problema di evitare un conflitto tra poteri dello Stato, suggerisce alla maggioranza di modificare il testo allo scopo di evitare rischi di incostituzionalità.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.47.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.48, volto, insieme ai successivi, a correggere il testo del decreto-legge in modo da evitare un sicuro giudizio di incostituzionalità. Esso prevede infatti che il provvedimento non si applichi qualora vi siano minori a bordo, nel rispetto degli articoli 30 e 31 della Costituzione e della Convenzione universale sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989.
  Precisa che tale proposta emendativa non significa che i diritti delle persone adulte non debbano essere rispettati, ma soltanto che in determinati casi la Costituzione e le convenzioni internazionali ratificate dall'Italia impongono le tutele rafforzate.
  Ricorda di aver assistito personalmente a situazioni in cui minori sono stati trattenuti per un tempo estremamente lungo sulle imbarcazioni che li avevano tratti in salvo, come nel caso della nave Diciotti, e a situazioni in cui donne, che avevano subìto ripetuti stupri nei centri di detenzione libici, venivano trattenute sulla nave per oltre due settimane. Ritiene che tutto questo non sia degno di un Paese democratico.

  Laura BOLDRINI (LeU) ringrazia il deputato Magi per aver presentato l'emendamento 1.48, che richiama gli articoli 30 e 31 della Costituzione e la Convenzione universale sui diritti del fanciullo del 1989 e rammenta che tale Convenzione, composta di 54 articoli e 3 protocolli, è stata ratificata da quasi tutti i Paesi del mondo.
  Tra i principi fondamentali, all'articolo 2 vi è quello della non discriminazione, secondo il quale gli Stati si impegnano a rispettare i diritti enunciati e a garantirli a ogni fanciullo, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica del fanciullo o dei suoi genitori.
  L'articolo 3 prevede invece che in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l'interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente. Ora, qual è l'interesse preminente del minore tratto in salvo da un naufragio, se non quello di ricevere le cure adeguate nel più breve tempo possibile ? Pag. 32
  Segnala che all'articolo 6 si dice che ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita e che gli Stati assicurano in tutta la misura possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo. Se ciò è vero, che cosa fa una imbarcazione che salva un fanciullo, se non assicurargli la sopravvivenza ?
  Ricorda di aver fatto appello al Ministro Salvini anche dopo aver incontrato le donne, trattenute sulla nave Diciotti, senza essere neanche sottoposte a visita medica, che avevano vissuto l'inferno nei centri di detenzione libici, dove avevano subìto ripetute violenze. Ritiene che il decreto-legge in esame non debba essere convertito, dal momento che viola un numero impressionante di diritti fondamentali.

  Carmelo MICELI (PD) interviene sull'ordine dei lavori per far presente una notizia di agenzia appena giunta, secondo la quale è stata intercettata una busta con polvere da sparo indirizzata al Procuratore Capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, e un'altra busta con una ogiva di proiettile da fucile indirizzata invece al gip Alessandra Vella.
  Evidenzia come dal presente dibattito i cittadini potrebbero percepire l'esistenza di un conflitto tra poteri dello Stato, tra alcuni magistrati da un lato e l'autorità politica dall'altro, percezione che si può tradurre in atti intimidatori. È doveroso quindi tentare di mitigare tale eventuale conflitto, sia da parte della maggioranza che da parte dell'opposizione.
  Auspica pertanto che i responsabili vengano prontamente assicurati alla giustizia ed esprime solidarietà al procuratore Patronaggio e alla dottoressa Vella. Auspica, altresì, che da parte dei colleghi non ci siano esitazioni all'esprimere piena solidarietà e sostegno ai due magistrati.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, si unisce alla manifestazione di solidarietà del collega Miceli per i magistrati colpiti da tale vile atto.

  Sara CUNIAL (Misto) interviene a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento Magi 1.48 ed auspica che i colleghi abbiano un moto di sensibilità verso questa proposta emendativa.

  Veronica GIANNONE (M5S) sottoscrive a sua volta l'emendamento Magi 1.48 e, in qualità di membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, rammenta che, ai sensi dell'articolo 1 della Convenzione universale sui diritti del fanciullo, si intende per fanciullo ogni essere umano avente un'età inferiore a diciott'anni. Rileva come tale articolo sia stato ripetutamente ignorato, perché troppe volte si sono visti minori di diciott'anni trattenuti sulle imbarcazioni. Invita, quindi, il Governo e la maggioranza a compiere una ulteriore riflessione, accantonando l'emendamento.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, prende atto che i relatori non accedono alla richiesta di accantonamento della collega Giannone.

  Roberto SPERANZA (LeU) osserva che la notizia riportata dal collega Miceli non può lasciare indifferenti, anche perché la materia oggetto del decreto-legge in esame ha uno stretto legame con quanto avvenuto. Tra le audizioni svolte vi è stata infatti anche quella del Procuratore Capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che si è espresso con serietà, nettezza e coraggio, mentre la dottoressa Vella è il gip che non ha convalidato l'arresto del comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete. Chiede pertanto, a nome del Partito democratico, che vi sia una esplicita manifestazione di solidarietà, attraverso un messaggio unitario, da parte di tutti i gruppi parlamentari presenti nelle Commissioni.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda, per quanto lo riguarda, di aver già espresso la sua solidarietà al dottor Patronaggio e alla dottoressa Vella e fa presente che tutti i capigruppo si sono già iscritti a parlare, presumibilmente per associarsi a tale manifestazione di solidarietà.

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  Cristian INVERNIZZI (Lega) evidenzia di aver chiesto di intervenire prima che il collega Speranza invitasse i colleghi a manifestare la propria solidarietà, anche perché ritiene completamente inutili appelli di tale natura. Non ha nessuna difficoltà a condannare il gesto, anche considerato che l'ultimo esponente politico ad aver ricevuto minacce di morte è stato proprio il Ministro Salvini.
  Osserva che la collega Boldrini veicola messaggi infondati quando accusa la Lega di far parte di un Governo che compie atti inumani nei confronti di minori, donne e persone malate, perché gli stupri perpetrati nei centri libici avvenivano ben prima che Salvini diventasse ministro.

  Laura BOLDRINI (LeU) chiede di intervenire giacché è stata chiamata in causa.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda alla collega Boldrini che ha già svolto il suo intervento.

  Vittoria BALDINO (M5S) esprime solidarietà nei confronti dei magistrati oggetto di tali minacce.

  Francesco Paolo SISTO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, svolge preliminarmente alcune considerazioni sull'atteggiamento, a suo avviso inaccettabile, tenuto da alcuni gruppi di opposizione. Rileva come rientri nella normale dialettica parlamentare l'utilizzo degli strumenti regolamentari disponibili per rallentare lo svolgimento dei lavori, ma ritiene che non possa in alcun caso essere consentito il blocco dei lavori, come accaduto sia nel corso della seduta odierna sia in quella precedente, e come condotte del genere siano gravissime e debbano essere stigmatizzate. Ritiene parimenti che non possa trovare giustificazione alcuna e che debba essere severamente censurato il ricorso alle offese personali, cui pure si è assistito.
  Quanto alla discussione in corso, introdotta dall'intervento del deputato Miceli, ritiene del tutto inappropriato pretendere una presa di posizione delle Commissioni in quanto tali, ferma restando la facoltà dei singoli gruppi di esprimere le proprie valutazioni sulla vicenda richiamata nel predetto intervento e ritiene che la richiesta di un pronunciamento delle Commissioni sia pretestuosa. Si appella quindi alla presidenza affinché le Commissioni procedano nell'esame di merito del provvedimento.

  Carmelo MICELI (PD) chiede se l'intervento del deputato Sisto debba intendersi nel senso che il gruppo di Forza Italia non esprime solidarietà alle persone coinvolte negli episodi richiamati.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, richiama il deputato Miceli, che è intervenuto, interrompendo l'oratore, senza che gli fosse stata concessa la parola.

  Francesco Paolo SISTO (FI), dopo aver stigmatizzato il comportamento del deputato Miceli, che ha preso la parola senza esservi autorizzato, non ritenendo che lo stesso sia meritevole di un confronto verbale da cui uscirebbe soccombente, rileva come sarebbe opportuno riprendere la discussione sull'emendamento Magi 1.48.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa di aver ritenuto opportuno consentire un intervento per gruppo sul tema introdotto dal deputato Miceli, attesa la sua rilevanza.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime in primo luogo, a nome della propria componente politica, solidarietà alla magistratura di Agrigento e alle persone coinvolte e dichiara di non comprendere le affermazioni del deputato Sisto, in quanto ci si trova di fronte ad un grave atto di intimidazione nei confronti dei due magistrati, uno dei quali è stato peraltro audito dalle Commissioni proprio con riferimento al provvedimento in esame.
  Rileva inoltre, con riferimento all'intervento deputato Invernizzi, come in esso sia stata fatta una ricostruzione caricaturale delle posizioni di coloro che non condividono Pag. 34il provvedimento in esame, i quali evidentemente non hanno mai accusato l'attuale Governo italiano di essere responsabile delle violenze perpetrate in Libia, ma hanno evidenziato, citando episodi specifici, le conseguenze concrete dell'azione del Governo. Ricorda, ad esempio, come in occasione del cosiddetto «caso Diciotti» numerosi minori siano stati trattenuti a bordo della nave per numerosi giorni e ne sia stato consentito lo sbarco soltanto a seguito dell'intervento del Tribunale per i minori, e come sulla stessa nave siano state trattenute in condizioni più che inadeguate e per lo stesso tempo donne vittime di violenze e stupri nei centri di detenzione in Libia.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda di aver consentito lo svolgimento degli interventi sull'ordine dei lavori soltanto con riferimento alla vicenda riferita dal deputato Miceli.

  Laura BOLDRINI (LeU) chiede di intervenire per fatto personale.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa che gli interventi per fatto personale possono svolgersi a fine seduta.

  Roberto SPERANZA (LeU) chiede chiarimenti alla Presidenza circa l'esito della discussione sugli atti intimidatori nei confronti dei magistrati di Agrigento, in particolare se vi sarà una presa di posizione ufficiale delle Commissioni.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, rileva come ciascun gruppo abbia avuto modo di esprimersi sulla vicenda e come dunque non sia necessaria alcuna presa di posizione ufficiale delle Commissioni.

  Barbara POLLASTRINI (PD) giudica del tutto inaccettabili le affermazioni del deputato Sisto sulla condotta parlamentare di alcuni gruppi di opposizione e rileva peraltro come tali affermazioni abbiano deviato l'attenzione dalla grave vicenda denunciata dal deputato Miceli.
  Venendo al contenuto dell'emendamento Magi 1.48, rileva come esso, in un'ottica di limitazione del danno, sia ispirato a princìpi di saggezza e umanità, prevedendo che i provvedimenti previsti dall'articolo 1 non si applichino nel caso di minori a bordo, nel rispetto dei princìpi costituzionali e della Convenzione universale sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989. Ricorda come sulle imbarcazioni che trasportano i migranti siano spesso presenti numerosi minori e come essi non possano non essere salvaguardati dagli effetti dei provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1. Si richiama alla sensibilità del presidente, rilevando come sia sufficiente visitare le comunità che accolgono tali minori per rendersi conto della drammaticità della loro situazione e della terribile morte alla quale vanno incontro in mare coloro che non vengono soccorsi. Ricorda con commozione la drammatica vicenda del bambino ritrovato morto con la pagella cucita all'interno del suo povero indumento e richiama l'attenzione sul fatto che i temi in questione riguardano la vita di persone umane e che il suo gruppo ha a cuore i diritti umani.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.48.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) rileva come l'emendamento sua firma 1.49 sia volto, al pari di numerosi altri, a porre rimedio a effetti gravemente lesivi di alcuni diritti costituzionali. In particolare, osserva come l'emendamento in esame preveda che i provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 1 non si applichino qualora vi siano famiglie a bordo, nel rispetto dell'articolo 29 della Costituzione. Ricorda come, a dispetto delle misure adottate dal Governo, i migranti siano stati fatti sbarcare e come ciò sia avvenuto in forza del diritto internazionale nonché di elementari princìpi di buon senso. Cita il caso dei numerosi nuclei familiari che dopo essere stati divisi nel corso della detenzione in Libia si sono fortunosamente ricongiunti e che sarebbe evidentemente del tutto inaccettabile separare di nuovo. Ribadisce, Pag. 35conclusivamente, come la proposta emendativa in esame faccia riferimento a situazioni meritevoli di tutela sotto il profilo costituzionale.

  Laura BOLDRINI (LeU) richiama il contenuto dell'articolo 29 della Costituzione, il quale tra l'altro fa riferimento alla garanzia dell'unità familiare, e ricorda come sulle imbarcazioni che giungono in Italia spesso si trovano minori che hanno subìto stupri e violenze e che necessitano di assistenza psicologica, a meno che non si voglia ritenere che non siano meritevoli di tali tutele per il colore della loro pelle. Stigmatizza il linguaggio sprezzante e irrispettoso nei confronti delle persone umane spesso utilizzato dagli esponenti politici della maggioranza e il disprezzo dell'umanità che emerge dal modo in cui vengono affrontate tali questioni.
  Sottolinea come l'unità familiare vada tutelata anche a bordo delle navi e come sia pertanto inammissibile far sbarcare soltanto i bambini, in quanto ciò si pone in evidente contrasto con la Costituzione e con la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, e come l'atteggiamento di talune forze politiche si ponga in evidente contraddizione con l'impegno a tutela della famiglia delle quali le predette forze politiche dichiarano di farsi carico. Stigmatizza, infine, i toni sprezzanti utilizzati a suo avviso dal deputato Invernizzi nel corso del suo intervento.

  Sara CUNIAL (Misto) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Magi 1.49 e richiama la definizione di famiglia riportata sul sito internet della Lega, rilevando come vi sia un'evidente contraddizione tra tale definizione e la contrarietà della Lega alla proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.49.

  Carmelo MICELI (PD) rileva come non sia stata concessa la parola alla deputata Pollastrini, che aveva chiesto di intervenire e chiede pertanto alla Presidenza l'annullamento della votazione dell'emendamento Magi 1.49.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa di non essersi avveduto della richiesta di intervento da parte della deputata Pollastrini e ritiene, pertanto, che non vi siano le condizioni per l'annullamento della votazione, invitando i deputati che intendono chiedere la parola a segnalarlo tempestivamente.

  Carmelo MICELI (PD) rileva come la Presidenza contraddica in tal modo le decisioni assunte dalla Presidenza stessa sull'organizzazione dei lavori, in virtù delle quali è consentito su ciascun emendamento un intervento per gruppo. Preannunzia pertanto l'assunzione di iniziative volte a far dichiarare l'illegittimità della votazione.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa come si stia svolgendo un intervento per gruppo su ciascun emendamento e ribadisce di non aver concesso la parola alla deputata Pollastrini non avendo la medesima richiesto la parola tempestivamente.

  Marco DI MAIO (PD) ricorda come il deputato Migliore abbia preannunciato alla Presidenza l'intervento di un deputato del gruppo del Partito democratico su ciascun emendamento e come pertanto tale richiesta debba essere in ogni caso considerata come già formalmente avanzata.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.50, rileva come esso sia volto a precisare che i provvedimenti previsti dall'articolo 1 non si applicano qualora vi siano a bordo potenziali richiedenti asilo ai sensi dell'articolo 10, terzo comma, della Costituzione. Rileva come il testo della Costituzione non faccia riferimento ai cittadini italiani, bensì a tutti gli esseri umani, proprio perché numerosi padri costituenti erano stati costretti negli anni precedenti a lasciare l'Italia e a condurre una vita in esilio in quanto nel nostro Paese non Pag. 36venivano garantite le libertà personali e i diritti fondamentali.
  Rileva come la normativa di attuazione delle norme costituzionali sul diritto d'asilo preveda in primo luogo che i potenziali richiedenti devono essere informati della possibilità di presentare la richiesta, nonché degli obblighi che assumono con la presentazione della richiesta, e preveda altresì, a tutela della sicurezza, la sottoposizione dei medesimi alle procedure di identificazione. La proposta emendativa in esame è volta ad evitare che tali procedure siano omesse, dando luogo di fatto a respingimenti che costituirebbero una grave violazioni dei princìpi costituzionali.

  Emanuele FIANO (PD), con riferimento all'articolo 10 della Costituzione, rammenta come nella relazione al progetto di Costituzione proposto all'Assemblea costituente dal presidente della Commissione per la Costituzione, onorevole Meuccio Ruini, si evidenziasse che il diritto d'asilo non poteva non essere ricompreso tra i diritti e doveri dei cittadini, sottolineando che tutte le costituzioni civili lo offrono ai perseguitati politici di altri paesi. Ciò premesso, desidera sottoscrivere l'emendamento Magi 1. 50 che richiama le disposizioni di cui al terzo comma dell'articolo 10 della Costituzione. Evidenzia come l'articolo 1 del decreto – legge in discussione imponga la prevalenza dell'ordinamento nazionale in spregio del dettato costituzionale. Si domanda, infatti, come sia possibile, effettuare l'identificazione dei potenziali richiedenti asilo se si impedisce alle imbarcazioni che hanno effettuato operazioni dei soccorsi in mare di effettuare lo sbarco dei naufraghi. Ritenendo che il decreto-legge in esame non rispetti il contenuto della Costituzione, sottolinea come la proposta emendativa in discussione sia corretta e conforme al dettato costituzionale oltre che rispettosa dei diritti umani.

  Laura BOLDRINI (LeU) evidenzia come il tema del diritto di asilo abbia origini antiche, sottolineando che di esso si trattava, già nel 430 avanti Cristo, nella tragedia di Euripide «I figli di Eracle» così come anche nel Vangelo secondo Matteo. Osserva, quindi, che l'articolo 10 della Carta costituzionale del 1948 anticipa la Convenzione di Ginevra del 1951 che ha disciplinato l'istituto del diritto di asilo stabilendo che gli Stati non devono sanzionare il richiedente asilo che entra illegalmente nei propri territori. Rammenta, quindi, che l'Italia ha sottoscritto tale Convenzione e sottolinea come l'articolo 10 della Costituzione nasca da una cultura giuridica di civiltà che fa parte dell'Europa e che oggi viene minata dall'articolo 1 del decreto-legge in discussione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.50.

  Giusi BARTOLOZZI (FI) illustra l'emendamento Carfagna 1.51 volto a prevedere che alle organizzazioni umanitarie che svolgono attività di ricerca e salvataggio in mare che intendono entrare, transitare o sostare nel mare territoriale italiano è fatto obbligo di procedere alla identificazione e registrazione dei richiedenti asilo. A suo avviso tale proposta normativa colma un vuoto di tutela prevedendo l'obbligo di procedere all'identificazione dei richiedenti asilo direttamente a bordo delle navi. Precisa che Forza Italia non ignora che la Corte europea dei diritti dell'uomo, in due sentenze con le quali ha condannato l'Italia, ha sancito il principio che l'identificazione dei richiedenti asilo dovrebbe essere effettuata all'interno dei centri di primo soccorso o di accoglienza. Proprio per tale ragione, nella proposta emendativa in discussione si prevede anche di demandare ad un successivo atto l'individuazione delle caratteristiche, delle dotazioni minime e delle qualifiche obbligatorie del personale di bordo delle navi di nazionalità italiana impiegate per le attività di ricerca e salvataggio in mare da parte di organizzazioni umanitarie. Ciò premesso, chiede al sottosegretario Molteni, del quale riconosce la sensibilità su questo tema, di effettuare una ulteriore riflessione sull'emendamento Carfagna 1.51, che rafforza il contenuto del decreto- Pag. 37legge in discussione, al fine di un suo accoglimento, eventualmente anche nel corso dell'esame in Assemblea.

  Emanuele FIANO (PD) precisa di non comprendere in quale maniera sia possibile nell'ordinamento italiano che un soggetto che non riveste la carica di pubblico ufficiale possa procedere all'identificazione di richiedenti asilo. Sottolinea di non essere aprioristicamente contrario alla possibilità di svolgere le operazioni di identificazione dei richiedenti asilo anche non sulla terra ferma, ma ritiene che l'emendamento Carfagna 1.51 implichi un capovolgimento dell'impostazione della maggioranza in quanto il decreto-legge in discussione non prevede l'identificazione dello straniero. Osserva, inoltre, che la proposta emendativa in discussione fa prevalere il senso del terzo comma dell'articolo 10 della Costituzione e che pertanto la sua approvazione determinerebbe una correzione sostanziale dell'articolo 1 del decreto-legge che invece non tiene conto del dettato costituzionale.

  Laura BOLDRINI (LeU) ritiene che l'emendamento Carfagna 1.51 non tiene conto di come si svolgono le procedure di identificazione dei richiedenti asilo attualmente in atto. Precisa che tali procedure devono avvenire attraverso il ricorso ad una sofisticata banca dati e all'utilizzo di attrezzature che non possono essere contenute a bordo di una nave e sottolinea che la Polizia per l'immigrazione è l'unica titolata all'identificazione dei richiedenti asilo. Rammenta, inoltre, che la procedura di asilo prevede anche lo svolgimento di un colloquio con una commissione alla quale deve partecipare un interprete che non potrebbe dunque essere a bordo della nave. A suo avviso, quindi, l'emendamento in discussione è stato predisposto senza gli opportuni approfondimenti in merito alla materia del diritto di asilo.

  Federico CONTE (LeU) ritiene che l'emendamento Carfagna 1.51 si sovrapponga alle normative vigenti in materia di search and rescue, creando complicazioni al sistema di identificazione delle persone richiedenti asilo. Osserva, inoltre, che potrebbero sorgere problemi in merito all'individuazione del Paese di prima accoglienza, domandandosi se questo debba essere quello della nave dove si svolgono le operazioni di identificazione o quello di appartenenza della ONG che esercita la funzione di armatore di quella nave.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), pur comprendendo le finalità dell'emendamento Carfagna 1.51, ritiene che esso sia sostanzialmente inapplicabile, a fronte della complessità del fenomeno migratorio, che richiede un'azione coordinata di più soggetti competenti. Ritiene necessario, piuttosto che scaricare le responsabilità sulle ONG; avviare politiche serie, come quelle proposte dal Ministro agli affari esteri, che prevedono una valorizzazione del ruolo dei Paesi vicini rispetto a quelli di origine nell'istruzione delle domande di protezione internazionale, nel quadro di un complessivo rafforzamento della rappresentanza diplomatica europea nei Paesi costieri e nei Paesi più esposti al fenomeno migratorio.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Carfagna 1.51.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI interviene al fine di fare chiarezza su talune questioni poste nell'odierno dibattito, chiarendo i motivi della contrarietà del Governo sull'emendamento Carfagna 1.51 testé votato. Pur comprendendo le finalità dell'emendamento, che ritiene si proponga di rispondere ad esigenze reali, ricorda che alcuni procedure di identificazione in mare, prima dello sbarco, sono già state sperimentate negli anni precedenti, nel corso dell'operazione cosiddetta Mare nostrum, ad opera delle autorità di pubblica sicurezza competenti, facendo notare che in quell'occasione si riscontrarono alcune problematiche organizzative ad attuative. Rileva, pertanto, che si potrebbero determinare problematiche ancora maggiori qualora tali misure fossero messe in atto da ONG o da altre imbarcazioni che non Pag. 38prevedano l'intervento di pubblici ufficiali in possesso di specifiche competenze. Nell'auspicare la presentazione di un ordine del giorno su tale materia, fa altresì presente che tali importanti questioni dovranno essere affrontate dall'Italia, con una visione d'insieme, nelle competenti sedi europee, nell'ambito di una riforma complessiva del diritto d'asilo, questione che, a suo avviso, richiede un approfondimento di diversi filoni di riforma, riguardanti non solo il Regolamento di Dublino, ma anche altre importanti direttive europee.

  Emanuele FIANO (PD) ritiene che l'intervento del sottosegretario Molteni riveli una contraddizione in seno al Governo, dal momento che il provvedimento in esame, agli articoli 1 e 2, prevede una prevalenza del diritto interno sulle convenzioni internazionali, precludendo a priori qualsiasi possibilità di identificazione in mare.

  Laura BOLDRINI (LeU) ritiene che l'apertura, che sembra sia stata manifestata dal rappresentante del Governo, rispetto a forme di identificazione in mare delle imbarcazioni, appare sorprendente. Osserva, infatti, che tali procedure, richiedendo personale specializzato nonché specifiche attrezzature, non possono essere messe in atto dalle ONG o da qualsiasi altra imbarcazione ordinaria. Auspica che il Governo possa chiarire la sua posizione al riguardo.

  Nicola MOLTENI (Lega) precisa di aver manifestato un orientamento contrario sull'emendamento Carfagna 1.51 e non comprende dunque come si possa parlare di un'apertura del Governo a tale riguardo. Fa notare di essersi limitato a suggerire la presentazione di un ordine del giorno su tale questione.

  Gregorio FONTANA (FI) ai fini di una più chiara organizzazione dei lavori, auspica che gli interventi del Governo, volti a rendere chiaro il suo orientamento sugli emendamenti, siamo svolti prima della votazione sugli stessi.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricordato che il Governo può richiedere la parola quando lo ritiene opportuno, ritiene comprensibili le osservazioni svolte dal deputato Fontana, facendo notare che, nell'ambito dello svolgimento di un esame degli emendamenti complesso come quello attuale, può capitare che le questioni si sovrappongano, dando luogo anche a fasi non sempre ordinate.

  Emanuele FIANO (PD) auspica che l'intervento del Governo sull'emendamento 1.51 non abbia precluso la possibilità di dibattito sull'emendamento Montaruli 1.53.

  Augusta MONTARULI (FdI) illustra il suo emendamento 1.53, facendo notare che esso mira a prevedere un obbligo assoluto di comunicazione da parte delle navi appartenenti a organizzazioni non governative, tenuto conto che non sussiste nel testo alcun obbligo assoluto di blocco delle imbarcazioni, per le quali occorre un provvedimento discrezionale del Ministro dell'interno. Ritiene pertanto che tale proposta emendativa risponda a fondamentali esigenze di trasparenza.

  Gennaro MIGLIORE (PD) ritiene che l'emendamento Montaruli 1.53 riveli una volontà vessatoria nei confronti delle ONG, facendo notare ironicamente che tali obblighi di trasparenza dovrebbero essere previsti a carico di quegli schieramenti politici che prendono finanziamenti da potenze straniere; ricorda, peraltro, che il Ministro dell'interno su tale scottante questione si rifiuta di confrontarsi con il Parlamento. Sottolinea, invece, come le organizzazioni umanitarie, che possono vantare bilanci pubblici trasparenti, vanno difese in quanto svolgono un'attività meritoria a protezione delle vite umane.

  Laura BOLDRINI (LeU), rilevato che gli obblighi di trasparenza dovrebbero valere per tutti, non solo per le ONG, ricorda che Pag. 39queste ultime predispongono bilanci pubblici e che la loro attività si fonda su contributi liberamente versati da privati cittadini che intendono finanziare le attività di soccorso di vite umane e continuano a farlo tuttora, nonostante lo sforzo del Governo nel denigrarle. Ritiene che contro le ONG sia in corso una campagna di discredito senza precedenti – richiamando, ad esempio, le dichiarazioni rese pubblicamente dal Ministro Di Maio – nonostante qualsiasi ipotesi di collegamento tra esse e la criminalità organizzata sia stata riconosciuta come priva di fondamento.

  Jole SANTELLI (FI) dichiara di non aver compreso le critiche dei colleghi all'emendamento Montaruli 1.53, considerando che è stato definito ininfluente, punitivo o addirittura vessatorio. Ritenendo al contrario che si tratti di una norma di buon senso, preannuncia il voto favorevole dei componenti del gruppo di Forza Italia.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo a titolo personale sull'emendamento Montaruli 1.53, ammette di non averne capito l'utilità, considerato che le navi delle organizzazioni non governative sono regolarmente iscritte in appositi registri che conservano tutti i dati ad esse relativi. Tuttavia, nel rilevare che in particolare il gruppo di Fratelli d'Italia si occupa con grande attenzione della questione e dimostra una particolare antipatia verso il signor George Soros, al quale lo lega personalmente un unico aspetto, vale a dire la comune appartenenza al popolo ebraico, si chiede la ragione di un simile accanimento.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) ritiene che il testo dell'emendamento Montaruli 1.53 non sia comprensibile, anche considerato che attribuisce l'obbligo di comunicare al Ministero le proprie fonti di finanziamento alle navi e non, più correttamente, alle organizzazioni non governative che le posseggono. Nel ribadire l'inutilità di tale obbligo, dal momento che tutte le informazioni relative alle organizzazioni non governative e alle loro fonti di finanziamento sono già nella piena disponibilità di tutti trattandosi di dati pubblici, condivide le considerazioni dei colleghi che lo hanno preceduto. Aggiunge che purtroppo tali organizzazioni sono relativamente poche, come poche sono le navi che operano azioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, ed hanno salvato una percentuale minima di vite umane rispetto alle tante che si sono perse in mare. Sottolinea come, nonostante ciò, la retorica sviluppatasi soprattutto negli ultimi due o tre anni, con una grande potenza di fuoco grazie all'uso dei social media, abbia attribuito alle ONG intenti perversi, che nel migliore dei casi sono di sostituzione etnica dell'Europa o di sovvertimento dell'ordine naturale biologico del nostro Paese. Rileva, pertanto, che al fondo di questo emendamento, al quale è fortemente contrario, c’è una sorta di ossessione mossa solo dall'obiettivo di guadagnare consensi. Invita, dunque, i colleghi ad analizzare i bilanci delle organizzazioni non governative, i rapporti che su di esse sono stati scritti da soggetti terzi nonché gli atti delle procure che hanno escluso collegamenti tra dette organizzazioni e gli scafisti.

  Emanuele PRISCO (FdI) interviene a titolo personale in relazione all'intervento dell'onorevole Fiano che, con una strisciante allusione, ha attribuito ad un motivo razziale le ragioni del presunto accanimento di Fratelli d'Italia. Nel respingere ogni addebito rispetto all'appartenenza al popolo ebraico del signor Soros, precisa che il suo gruppo critica il personaggio in questione perché con i suoi soldi finanzia un progetto di sostituzione etnica dell'Europa, attraverso il nostro Paese.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Montaruli 1.53.

  Gennaro MIGLIORE (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al Presidente Brescia la convocazione urgente di una riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei Pag. 40gruppi, in considerazione del fatto che è appena apparso su un'agenzia di stampa il testo della lettera che il Presidente della Camera ha inviato al Ministro dei rapporti con il Parlamento, in cui ha reiterato le richieste di informativa al Ministro dell'interno. Sottolinea che nella lettera si fa espresso riferimento alle richieste avanzate dai rappresentanti dei gruppi del Partito democratico e di Liberi e Uguali e della componente politica Più Europa del Gruppo Misto nelle sedute del 15 e 16 luglio scorso nonché, precedentemente, dall'onorevole Fiano nella seduta del 10 luglio. Rileva inoltre che la lettera, dal contenuto molto chiaro, ha una valenza importante per il Partito democratico, anche con riguardo all'atteggiamento da tenere nel prosieguo dei lavori delle Commissioni. Ritiene pertanto necessario affrontare il tema in Ufficio di presidenza, anche al fine di definire la futura organizzazione dei lavori e di effettuare in quella sede le opportune valutazioni sulla novità appena intervenuta.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, chiede al deputato Migliore di precisare l'oggetto della dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Gennaro MIGLIORE (PD), nel rinviare ulteriori chiarimenti in sede di Ufficio di presidenza, ritiene doveroso sospendere i lavori delle Commissioni, in attesa della risposta del Ministro Salvini, rilevando tra l'altro che il Partito democratico intende decidere l'atteggiamento da tenere nel prosieguo dell'esame del provvedimento anche in ragione del contenuto di tale risposta. Sottolinea da ultimo che si sarebbe aspettato analoga richiesta anche da parte dei colleghi del Movimento 5 Stelle.

  Laura BOLDRINI (LeU) si associa alla richiesta del deputato Migliore.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, in considerazione della richiesta avanzata dai deputati Migliore e Boldrini, sospende brevemente la seduta e convoca immediatamente gli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta, sospesa alle 19.45, è ripresa alle 20.30.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che, per un mero errore materiale, gli articoli aggiuntivi Santelli 16.02, Prisco 16.04 e Marco Di Maio 16.08 non risultano indicati come identici. Avverte quindi che saranno posti in votazione congiuntamente in virtù dell'identità di testo. Avverte inoltre che, per un mero errore materiale, l'emendamento Sarli 7.5 risulta sottoscritto anche dal deputato Donzelli. Avverte altresì che i deputati Sisto, Calabria, Milanato, Sarro e Tartaglione sottoscrivono gli emendamenti Santelli 1.21, 1.22, 2.19, 2.06, 5.7, 7.7 e 13.01.

  Emanuele PRISCO (FdI) illustra l'emendamento Deidda 1.52, di cui è cofirmatario, volto a potenziare i controlli di frontiera mediante l'istituzione nell'area metropolitana di Cagliari, nell'isola di Lampedusa e nel territorio della provincia di Trapani appositi nuclei interforze al fine di istituire una sorta di blocco navale interno per contrastare l'immigrazione clandestina.

  Gennaro MIGLIORE (PD) esprime il proprio sconcerto per il tentativo da parte del gruppo di Fratelli d'Italia di scavalcare a destra il Ministro Salvini, manifestando peraltro perplessità sulla decisione della Presidenza di ritenere ammissibile la proposta emendativa in esame.
  Si dichiara stupito dalla riproposizione dell'ipotesi del blocco navale, che in questi casi verrebbe ad essere attuato addirittura nelle acque interne, allo scopo di impedire lo sbarco di chi è giunto in tali acque al termine di un viaggio lungo e pericoloso. Rileva come il blocco navale costituisca un atto grave che viola le convenzioni internazionali e il principio di non refoulement e come in questo caso se ne proponga addirittura l'istituzione nelle acque interne. Rileva, altresì, come non si comprenda quale debba essere la sorte di Pag. 41persone, delle quali si ignora la situazione, giunte in prossimità del nostro Paese a bordo di imbarcazioni di fortuna, ovvero di navi che abbiano provveduto al loro salvataggio, nel momento in cui venga loro impedito lo sbarco, e dunque l'esercizio del diritto di richiedere la protezione internazionale. Osserva, infine, come oramai il livello della discussione sia tale che non viene più presa in alcuna considerazione la distinzione tra migranti economici e richiedenti asilo.

  Laura BOLDRINI (LeU) si stupisce del livello di ferocia delle proposte che vengono formulate, rilevando inoltre come non si comprenda quali effetti pratici possa avere l'emendamento in esame. Ricorda come il blocco navale, laddove attuato nei confronti di un altro Stato, si configuri come un atto di guerra, e rileva come in questo caso il blocco navale venga previsto addirittura nelle acque territoriali, in violazione delle convenzioni internazionali e dell'articolo 10 della Costituzione, dal momento che viene resa impossibile l'identificazione delle persone.
  Richiama, inoltre, l'attenzione sul fatto che tale misura sarebbe del tutto inefficace, non potendo avere alcun effetto di deterrenza nei confronti di persone che hanno alle spalle vicende drammatiche, e che sono state liberate, a seguito del pagamento di un riscatto da parte dei familiari, dai centri di detenzione libici gestiti da trafficanti di esseri umani, i quali peraltro sono i medesimi che, in qualità di appartenenti alla guardia costiera libica, utilizzano le motovedette fornite dal nostro Paese.
  Osserva conclusivamente come non si comprendano le motivazioni della proposta emendativa in esame, a meno di non ritenere che l'obiettivo sia quello di lasciar morire le persone in mare.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa come sull'emendamento Deidda 1.52 vi sia il parere contrario dei relatori e del Governo.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo a titolo personale, segnala come la proposta emendativa in esame faccia riferimento alle sole acque territoriali, senza tener conto della zona contigua.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) rileva come l'andamento della discussione si stia facendo addirittura mostruoso, e come sulla base della proposta emendativa in esame sembrerebbe che il problema del nostro Paese sia quello di disporre di mezzi per il pattugliamento in mare. Dal momento che in realtà già si dispone di tali mezzi, ritiene che l'intento di tale proposta emendativa sia meramente propagandistico e vada inserito nell'ambito di una competizione tra le forze politiche di destra. Ricorda come la Ministra della difesa, Trenta, rispondendo a un atto di sindacato ispettivo del gruppo di Fratelli d'Italia, abbia esplicitamente dichiarato che un eventuale blocco navale sarebbe illegittimo e come proposte quale quella in esame allontanino dall'unica soluzione ragionevole del problema, costituita dalla promozione di una condivisione internazionale dell'accoglienza.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Deidda 1.52.

  Matilde SIRACUSANO (FI), intervenendo sull'emendamento Santelli 1.21, di cui è cofirmataria, rileva come esso affronti la questione dei cosiddetti «sbarchi fantasma», che sono tali non perché, come affermato dal deputato Fratoianni, si finga che non esistano, ma perché avvengono in modo clandestino. Ritiene che le esigenze poste dall'emendamento in esame possano essere condivise anche dalle forze politiche di sinistra.

  Jole SANTELLI (FI) richiama l'attenzione delle Commissioni e del Governo sulle risultanze giudiziarie, e in particolare su quanto dichiarato dal procuratore della Repubblica di Palermo in sede di Commissione antimafia, da cui emerge come alla diminuzione delle partenze dalla Libia faccia riscontro l'apertura di una nuova rotta dalla Tunisia, che peraltro è maggiormente rischiosa per i migranti, e come Pag. 42coloro che si avventurano su tale rotta spesso non sbarcano nei porti e conseguentemente si sottraggono a qualunque identificazione. Rileva come la proposta emendativa in esame sia volta ad affrontare tale questione, senza peraltro avere la pretesa di costituire l'unica soluzione possibile.
  Data la rilevanza del tema, chiede l'accantonamento del suo emendamento 1.21 ai fini di un ulteriore approfondimento.

  Simona BORDONALI (Lega), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la II Commissione, esprime parere contrario sulla richiesta di accantonamento.

  Laura BOLDRINI (LeU) rileva come le piccole imbarcazioni alle quali fa riferimento la proposta emendativa in esame si dirigano verso la Sicilia, la Calabria e la Sardegna e provengano dall'Algeria e dalla Tunisia. Osserva come non vi siano strumenti per avere contezza di queste imbarcazioni, dal momento che, per le loro dimensioni, sfuggono anche ai radar, e rileva come le funzioni che dovrebbero essere attribuite alla missione di pattugliamento prevista dall'emendamento in questione in realtà vengano già svolte dalle forze di polizia e dalle Forze armate italiane. Esprime perplessità circa l'efficacia delle misure proposte, in quanto molto difficilmente tali imbarcazioni potrebbero essere intercettate in tempo utile, e in ogni caso, laddove intercettate, il compito delle unità italiane, che peraltro già viene svolto, sarebbe quello di scortare tali imbarcazioni a terra e di procedere quindi all'identificazione delle persone a bordo. Rileva come anche l'attività prevista dal capoverso 3-ter dell'emendamento, vale a dire la comunicazione alle competenti prefetture del numero delle persone intercettate, venga già svolta.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) dichiara di faticare a comprendere gli effetti che si potrebbero determinare a seguito dell'approvazione dell'emendamento Santelli 1. 21. Osserva, infatti, che se l'ambito di azione della missione permanente di pattugliamento istituita da tale emendamento fosse al di fuori delle acque terrestri, allora essa ricadrebbe nell'ambito delle attività del Centro di nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, che avviene nel rispetto delle convenzioni internazionali; se invece le imbarcazioni fossero già entrate nelle acque territoriali, l'ambito rientrerebbe nelle operazioni che le forze di polizia, la Guardia costiera e la Guardia di Finanza già svolgono in attuazione delle leggi sull'immigrazione in vigore. Non comprendendo, quindi, per quale finalità tali imbarcazioni dovrebbero essere intercettate, preannuncia il proprio voto contrario.

  Gennaro MIGLIORE (PD), condividendo le osservazioni del collega Magi, ritiene che l'emendamento Santelli 1.21 sia ambiguo nella sua finalità. A suo avviso, è chiaro che ciò che tale emendamento propone non ha la sola finalità di identificare le piccole imbarcazioni che entrano o transitano nelle acque territoriali. In proposito, rammenta che il Ministro dell'interno ha affermato che tutti gli sbarchi che avvengono in maniera autonoma sul nostro territorio sono monitorati e che non esiste la possibilità di sbarcare senza controllo. Ritiene, pertanto, che l'emendamento in discussione da un lato sia ultroneo e dall'altro ambiguo perché non chiarisce le finalità dell'intercettamento. A suo avviso il termine «intercettare» abbinato al termine «pattugliamento» richiama una terminologia militare che allude anche alla possibilità di affondare queste imbarcazioni. Ritiene, pertanto, che l'emendamento andrebbe ritirato e non accantonato, come è stato richiesto dalla proponente. Ricorda peraltro che spesso si è affermato che tale tipo di imbarcazioni costituiva un veicolo d'ingresso per terroristi e per l'invasione di massa ma evidenzia come in realtà ciò sia stato smentito. Reputando illogico pensare che si possa utilizzare una imbarcazione di fortuna per sfuggire ai controlli di polizia, evidenzia come compito del Parlamento sia quello di occuparsi della necessità di Pag. 43salvare vite umane e di riconoscerne i diritti.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Santelli 1.21.

  Jole SANTELLI (FI) prima di illustrare l'emendamento a sua firma 1.22, chiede ai colleghi del partito democratico testé intervenuti di leggere con maggiore attenzione l'emendamento che è appena stato respinto. Sottolinea come nello stesso non vi sia alcuna allusione alla possibilità di sparare contro tale tipo di imbarcazioni e ribadisce la serietà del tema trattato dalla proposta emendativa. Sottolinea come nel nostro paese sbarchino continuamente persone che non vengono identificate e ritiene necessario evitare che questo tipo di sbarchi possa divenire una nuova forma di sfruttamento e di immigrazione clandestina. Evidenzia quindi che compito della politica è quello di prevenire ancora prima che di intervenire. Ciò premesso, illustra l'emendamento 1. 22, volto a prevedere che le prefetture trimestralmente procedano ad effettuare un censimento del fenomeno della immigrazione clandestina attraverso un monitoraggio sui flussi migratori verso l'Italia. Ritiene infatti che la verifica di coloro che risiedono sul territorio sia necessaria.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) ricorda ai colleghi del partito democratico che il principio in claris non fit interpretatio vale anche per gli emendamenti. Evidenzia, infatti, che il termine «pattugliamento» non significa certo «intervento armato». Per quanto concerne, quindi, l'emendamento Santelli 1. 22, fa notare come lo stesso non faccia altro che specificare un'attività. Ne chiede pertanto l'accantonamento ai fini di una ulteriore valutazione da parte dei relatori.

  Simona BORDONALI (Lega), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la II Commissione, Turri, non accoglie la richiesta di accantonamento dell'emendamento Santelli 1.22.

  Laura BOLDRINI (LeU), pur comprendendo le buone intenzioni poste alla base dell'emendamento Santelli 1.22, evidenzia come non sia possibile controllare i flussi immigratori clandestini. Rammenta che il decreto-legge n. 113 del 2018 ha ridotto notevolmente gli strumenti che garantivano la possibilità di sapere chi risiede nel territorio, ad esempio modificando le modalità di iscrizione anagrafica da parte dei soggetti stranieri. Rileva, quindi, che mentre i prefetti sono in grado di verificare il numero delle persone che entrano nel territorio, è molto più difficoltoso conoscere il numero di chi di permane. A suo avviso, l'emendamento Santelli 1.22 dovrebbe essere riformulato.

  Sara CUNIAL (Misto) ricorda che il deputato Cirielli, paragonando l'immigrazione italiana dello scorso secolo al fenomeno attuale, ha evidenziato che mentre gli immigrati italiani lavoravano con umiltà, contribuendo a costruire le comunità nelle quali si trasferirono, gli immigrati illegali attirati dalle false promesse del Partito Democratico nella migliore delle ipotesi vivono in maniera parassitaria e nella peggiore delinquono.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) evidenzia che tutti gli ingressi nel territorio sono monitorati e ritiene che altra questione sia invece quella degli irregolari presenti sul territorio che poco hanno a che vedere con gli sbarchi e con gli ingressi. Fa notare, infatti, che si può diventare irregolari per molte ragioni, quali ad esempio la scadenza del permesso di soggiorno in assenza di un lavoro. Osserva, inoltre, che l'attuale Esecutivo ha reso più facile diventare irregolari e più difficile rimanere regolari. Precisa, quindi, che l'emendamento Santelli 1.22 gli fornisce l'occasione di ricordare alla presidenza di sollecitare il prefetto Di Bari nuovo, titolare del dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione, che in audizione si era riservato di fornire i dati relativi alla stima delle presenze irregolari nel nostro paese, a trasmetterli alle Commissioni.

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  Gennaro MIGLIORE (PD) ritiene che l'emendamento Santelli 1. 22 non sia coerente con gli strumenti già in dotazione nel nostro Paese. Sottolinea, inoltre, che sarebbe opportuno individuare meglio i fenomeni da monitorare. In primo luogo ritiene che l'utilizzo del termine «clandestino» sia improprio se riferito al monitoraggio dell'immigrazione. Osserva, infatti, che essendo tali soggetti individuati, non sono definibili come clandestini. In proposito ritiene che bisognerebbe avere la prudenza di non introdurre in un testo normativo dei termini non corretti. Ritiene, inoltre, che prevedere una procedura da adottare entro 30 giorni per monitorare le presenze, così come fa il capoverso 5-bis.02 dell'emendamento Santelli 1.22 sia privo di ragionevolezza. Rammenta inoltre che nel corso delle audizioni svolte dalle Commissioni ha rappresentato al prefetto Di Bari l'esigenza di ripristinare il cruscotto statistico giornaliero così come era stato ottenuto nel corso della legislatura precedente. A suo avviso, tale strumento è stato modificato per non rendere chiari i dati. Si domanda per quale motivo la maggioranza non pretenda di avere la certezza di elementi che potrebbero avvalorare le loro dichiarazioni e sottolinea come il Ministro dell'interno dovrebbe essere interessato a fornire gli strumenti ai cittadini in grado di renderli consapevoli dell'entità del fenomeno dell'immigrazione. A suo avviso, invece, il Ministro Salvini, che tra l'altro si rifiuta di venire a riferire in Parlamento di fatti che lo riguardano personalmente, non è adatto al ruolo che ricopre e isola l'Italia dagli altri Paesi. Per tale ragione ritiene che il decreto-legge in discussione sia un provvedimento pericoloso per la sicurezza del Paese.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Santelli 1.22.

  Carmelo MICELI (PD) intervenendo sull'ordine dei lavori, comunica che da notizie di stampa si apprende di una accelerazione del Ministro Salvini verso la crisi di governo attraverso, proprio sul decreto-legge all'esame delle Commissioni, una serie di condizioni da imporre al Movimento Cinque Stelle per continuare l'esperienza governativa. Sottolineando come i componenti del Movimento 5 Stelle non stiano assolutamente svolgendo attività ostruzionistica sul provvedimento, rileva l'opportunità di sospendere i lavori delle Commissioni per consentire alla maggioranza di chiarirsi.

  Barbara POLLASTRINI (PD) illustra l'emendamento a sua firma 1.57, volto a prevedere che il Ministro dell'interno garantisca la piena applicazione della legge n. 47 del 2017 in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati, assicurando che venga rispettato il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei minori stranieri. Ritiene che non sia possibile non accogliere una proposta emendativa di tale portata e a suo avviso il rifiuto della maggioranza assume un valore molto simbolico, oltre che di merito. Rammenta che la citata legge n. 47 del 2017 costituisce un modello di civiltà e di umanità in tutta Europa. Chiede, pertanto, di conoscere le motivazioni politiche e culturali che hanno indotto i relatori ad esprimere il parere contrario sull'emendamento in discussione.

  Sara CUNIAL (Misto) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Pollastrini 1.57.

  Laura BOLDRINI (LeU), nel condividere l'emendamento Pollastrini 1.57, non comprende le ragioni dell'orientamento contrario da parte della maggioranza, facendo notare che la questione dei minori non accompagnati è seria, come testimoniato dai dati statistici relativi agli ingressi minori nel nostro Paese. Auspica, quindi, un ripensamento su tale proposta emendativa, che intende sottoscrivere.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), nel sottoscrivere l'emendamento Pollastrini 1.57, si dichiara sorpreso che il Governo e la maggioranza giudichino superflua tale proposta emendativa. Richiamando il caso Pag. 45della nave Diciotti, ritiene che la tutela dei minori rappresenti una priorità. Ritiene che l'approvazione dell'emendamento Pollastrini 1.57 sia necessaria.

  Nicola MOLTENI (Lega) dichiara di non condividere quanto testé affermato dal deputato Magi.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) fa notare che il caso della nave Diciotti fu emblematico di una certa violazione dei diritti umani, considerato che decine di minori furono costretti a rimanere in una situazione di difficoltà per diversi giorni. Ritiene che la confusione di ruoli di responsabilità determinata dal provvedimento in esame non farà altro che peggiorare la situazione e alimentare contenzioso. Chiede, quantomeno, l'accantonamento dell'emendamento Pollastrini 1.57, dichiarando di sottoscriverlo.

  Roberto TURRI (Lega), relatore per la II Commissione, anche a nome della relatrice per la I Commissione, ritiene non opportuno accantonare l'emendamento Pollastrini 1.57.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo a titolo personale, fa notare che l'emendamento Pollastrini 1.57 reca principi elementari di salvaguardia dei diritti umani, sulla scia della normativa approvata nella scorsa legislatura al termine di un articolato dibattito, nel quale, al di là di ogni logica di partito, si presero seriamente in considerazione le esigenze dei minori. Ritiene invece che, allo stato, non siano assicurate condizioni per un'effettiva salvaguardia dei diritti dei minori stranieri non accompagnati.

  Andrea GIORGIS (PD), nel sottoscrivere l'emendamento Pollastrini 1.57, auspica che i relatori possono quantomeno spiegare le ragioni del loro parere contrario, che li spinge addirittura a rifiutarne l'accantonamento. Si chiede se l'Esecutivo non abbia in realtà la volontà di derogare alla normativa vigente.

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI fa presente che il decreto-legge è chiaro al riguardo.

  Marco DI MAIO (PD) sottoscrive l'emendamento Pollastrini 1.57, auspicando che i relatori rivedano il loro parere o svolgano un supplemento di riflessione.

  Veronica GIANNONE (M5S) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Pollastrini 1.57.

  Simona BORDONALI (Lega), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la II Commissione, fa presente che il parere contrario sull'emendamento Pollastrini 1.57 e l'indisponibilità ad accantonarlo deriva dal fatto che lo si ritiene superfluo, dal momento che il provvedimento in esame non mette in discussione la normativa vigente, non necessitando pertanto di alcuna modifica. Osserva, dunque, che il provvedimento non determinerà alcuna espulsione di minori.

  Cosimo Maria FERRI (PD), nel sottoscrivere l'emendamento Pollastrini 1.57, dichiara di non condividere quanto sostenuto dalla relatrice Bordonali, ritenendo, invece, che il problema dei minori sussista realmente, risultando, peraltro, collegato a gravi fenomeni di criminalità.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Pollastrini 1.57.

  Michele BORDO (PD) non comprende l'indisponibilità della maggioranza ad accogliere il suo emendamento 1.54, facendo notare che si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso da parte del M5S, a fronte di una diversa sensibilità mostrata su tali temi. Ritiene che il provvedimento in esame sia inapplicabile e violi gli articoli 117 e 10 della Costituzione, nonché fondamentali regole di diritto internazionale.

  Andrea GIORGIS (PD), intervenendo a titolo personale, dichiara di sottoscrivere l'emendamento Bordo 1.54. Rivolgendosi Pag. 46alla relatrice, fa presente che le sue considerazioni sembrano tenere conto che, in base al principio di successione delle leggi nel tempo, il decreto-legge in esame, inasprendo i divieti in materia di navigazione, incide fortemente sulla normativa precedente, con il rischio di innovarla anche per quanto attiene alla tutela dei minori.

  Laura BOLDRINI (LeU) fa notare che l'emendamento Bordo 1.54 reca principi basilari, non comprendendo i motivi del parere contrario dei relatori. Ritiene che il provvedimento in esame sia incostituzionale e si ponga in contrasto con le convenzioni internazionali, violando il principio dell'obbligo di salvataggio.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bordo 1.54.

  Michele BORDO (PD) considera decisamente inconcepibile che si possa esprimere parere contrario sull'emendamento a sua firma 1.55. Chiede in particolare ai colleghi del Movimento 5 Stelle come facciano a non votare in senso favorevole, ritenendo che sulle ragioni di realpolitik dovrebbe prevalere un sussulto di dignità, considerato il contenuto dell'emendamento. Ricorda pertanto a tutti i colleghi che l'emendamento in questione è volto a sottrarre le navi che abbiano effettuato il salvataggio in mare di esseri umani in concreto pericolo di vita all'applicazione delle disposizioni del decreto-legge. Richiama a tale proposito il contenuto della memoria depositata dalla Guardia costiera in sede di audizione, nella quale si legge che la Convenzione internazionale per la sicurezza della vita in mare del 1974 (Convenzione SOLAS) obbliga il comandante di una nave che si trovi nella posizione di essere in grado di prestare assistenza, avendo ricevuto informazione da qualsiasi fonte circa la presenza di persone in pericolo in mare, a procedere con tutta rapidità alla loro assistenza, se possibile informando gli interessati o il servizio di ricerca e soccorso del fatto che la nave sta effettuando tale operazione. Rileva pertanto che come richiamato dalla Guardia costiera chi effettui il soccorso non è tenuto necessariamente ad informare il centro che coordina le attività, evidenziando che respingendo una proposta emendativa che dovrebbe essere considerata ovvia ci si assume una grave responsabilità. Segnala in particolare che, sulla base dei dati citati nel corso della seduta di ieri, a partire dalla conclusione della missione europea coordinata dall'Italia, le morti sono aumentate in maniera significativa in proporzione al numero degli sbarchi.

  Laura BOLDRINI (LeU) rileva come la maratona della seduta odierna si concluda con un emendamento che stabilisce il principio scontato dell'obbligo del salvataggio in mare. Ritiene pertanto che esprimere parere contrario sull'emendamento Bordo 1.55 vuol dire in sostanza abolire il salvataggio in mare e contrastare la gestione dei flussi, facendo annegare le persone.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ritiene che la considerazione della collega Boldrini sia esagerata.

  Laura BOLDRINI (LeU), a differenza del presidente Brescia, ritiene che la sua ricostruzione non sia esagerata, dal momento che ostacolando o non consentendo l'accesso alle acque territoriali e ai porti italiani, si finirà per scoraggiare le attività di soccorso. Ricorda in proposito che la Convenzione internazionale sul diritto del mare obbliga ciascuno Stato ad esigere che le navi che battono la sua bandiera prestino soccorso. Ricorda altresì che la Convenzione SAR del 1979 obbliga gli Stati parte a garantire assistenza ad ogni persona che sia in pericolo di vita in mare, indipendentemente dalle sue caratteristiche e delle circostanze in cui avvenga tale soccorso. Ritiene pertanto che il presidente Brescia non possa redarguirla per la sua osservazione, dal momento che si tratta una conclusione logica e non di una personale interpretazione, dal momento che, se non si consente alle navi soccorritrici di entrare nelle nostre acque, nessuno Pag. 47farà più salvataggi e se le organizzazioni non governative smetteranno di vigilare in mare, non avremo più alcuna notizia sulle persone annegate.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) ritiene che questa sia l'ultima occasione per modificare lo scellerato articolo 1 del decreto-legge in esame. Rivolgendosi al presidente Brescia, che ha considerato esagerate le conclusioni dell'onorevole Boldrini, ritiene che egli invece dovrebbe rispondere nel merito invece di censurare la collega, perché l'impressione di molti è che vi sia la precisa volontà politica di non dire esplicitamente che le navi che operano soccorso sono escluse dall'applicazione del decreto-legge. Segnala poi come la stessa preoccupazione della collega Boldrini sia contenuta anche nel parere del Comitato per la legislazione, dichiarando di non poter non chiamare in causa la deputata Dadone, relatrice di quel parere, che non è mai intervenuta nel corso del dibattito probabilmente per motivi superiori. Ribadisce pertanto quello che il Comitato per la legislazione della Camera ha sollecitato a ad approfondire «l'effettiva portata normativa dell'articolo 1, che appare suscettibile di determinare contenziosi, l'articolo 1 consente infatti con provvedimenti del Ministro dell'interno di limitare o vietare l'ingresso, il transito o la sosta di determinate tipologie di navi nel mare territoriale, nel rispetto però degli obblighi internazionali; anche se non esplicitamente richiamato nella relazione illustrativa, tra tali obblighi rientra evidentemente anche il principio di non respingimento come ricavabile dalla Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati; conseguentemente un eventuale provvedimento del Ministro dell'interno che vietasse l'ingresso nel mare territoriale a una nave che avesse rifiutato l'attribuzione, in base alla Convenzione di Amburgo sulla sicurezza e sul salvataggio in mare, di un porto sicuro non italiano, invocando il principio di non respingimento, potrebbe essere comunque ritenuto in sede giurisdizionale in violazione del disposto dell'articolo 1, qualora il giudice ritenesse legittima l'invocazione di tale principio, vanificando così parzialmente la finalità della norma indicata nella relazione illustrativa». Conclude pertanto che il parere del Comitato ha il medesimo obiettivo dell'emendamento Bordo 1.55, vale a dire quello di evitare l'impatto normativo devastante dell'articolo 1 del decreto-legge in esame. Si appella pertanto ai colleghi di tutti i gruppi affinché approvino l'emendamento,

  Giuseppe BRESCIA, presidente, prende atto che i deputati Giannone, Fiano, Giorgis, Boldrini, Migliore e Occhionero sottoscrivono l'emendamento Bordo 1.55.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bordo 1.55.

  Gennaro MIGLIORE (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva che, sulla base della organizzazione dei lavori delle Commissioni, definita in sede di Ufficio di presidenza, la seduta dovrebbe concludersi tra quindici minuti. In considerazione del fatto che è stato completato l'esame dell'articolo 1, ritiene ragionevole che si concludano i lavori della giornata odierna. Manifesta sin d'ora il proprio stupore nel caso in cui anche questa ragionevole proposta dovesse essere respinta.

  Giuseppe BRESCIA (M5S) dichiara di non comprendere il motivo per cui non si possano sfruttare i residui minuti di lavoro per esprimere i pareri all'articolo 2, rinviando quindi il seguito dell'esame alla seduta di domani.
  Ricorda che sono stati ritirati gli emendamenti Dadone 2.21, Iezzi 2.16, e Grippa 2.20.

  Simona BORDONALI (Lega), relatrice per la I Commissione, con riferimento alle proposte emendative all'articolo 2, anche a nome del relatore per la II Commissione, onorevole Turri, esprime parere favorevole sugli emendamenti Iezzi 2.17 e Macina 2.58, purché riformulati nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Esprime altresì parere favorevole sugli emendamenti Pag. 48Dadone 2.22 nonché sugli identici emendamenti Meloni 2.9 e Legnaioli 2.18, purché riformulati, in identico testo, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1). Esprime parere favorevole sull'emendamento Saitta 2.23; formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Pollastrini 2.01, esprimendo altrimenti parere contrario, invitando a presentare sulla questione oggetto di tale proposta emendativa un ordine del giorno in vista dell'esame in Assemblea.
  Chiede che vengano accantonati l'emendamento Ficara 2.59 e l'emendamento Saitta 2.24. Esprime parere contrario su tutte le restanti proposte emendative riferite all'articolo 2.
  Fa presente infine di aver presentato insieme al collega Turri l'emendamento dei relatori 2.60 (vedi allegato 2).

  Il Sottosegretario Nicola MOLTENI esprime parere conforme a quello della relatrice ed esprime parere favorevole sull'emendamento 2.60 dei relatori.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente di non aver mai visto nella sua lunga esperienza parlamentare una riformulazione di 60 righe di un emendamento, che introduce peraltro novelle. Chiede pertanto che anche siffatte riformulazioni possano essere subemendate. Nel ribadire che le proposte della relatrice non configurano delle semplici riformulazioni di emendamenti presentati ma sono delle vere e proprie innovazioni legislative, avanza la formale richiesta che la presidenza fissi un termine per i subemendamenti.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa al deputato Fiano che si tratta di riformulazioni, dal momento che intervengono sulla stessa materia del relativo emendamento.

  Stefano CECCANTI (PD) fa presente al presidente che perché, si tratti di una riformulazione, non è sufficiente che riguardi la stessa materia dell'emendamento cui è riferita.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ad integrazione del chiarimento precedentemente fornito, precisa che le riformulazioni sono tali perché insistono sulle stesse parti del testo dell'emendamento cui si riferiscono e su analoga questione.

  Emanuele FIANO (PD) ribadisce con veemenza che si tratta non di riformulazioni, ma di nuovi emendamenti pertanto deve essere consentito di subemendare tali proposte.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita il deputato Fiano a non alzare il tono della voce.

  Emanuele FIANO (PD) fa presente con veemenza al Presidente che il suo comportamento nasce dal fatto che vengono calpestati i suoi diritti e che si sta inserendo un uovo emendamento configurandolo però come una riformulazione. Pretende, pertanto, che sia accordata la possibilità di subemendare i testi proposti dalla relatrice.

  Riccardo MAGI (Misto-+E-CD) concorda con le valutazioni da ultimo svolte dal deputato Fiano in ordine alla palese impossibilità di considerare come tale la riformulazione dell'emendamento Macina 2.58, dal momento che essa, lungi dal limitarsi a redigere in maniera più chiara ed intellegibile il contenuto della sottostante proposta emendativa, introduce in realtà disposizioni affatto nuove rispetto al testo originale della stessa, configurandosi dunque come un intervento normativo del tutto innovativo.

  Gennaro MIGLIORE (PD) si associa alle valutazioni critiche espresse dai deputati Fiano e Magi, giacché la riformulazione dell'emendamento Macina 2.58 costituisce evidentemente un intervento normativo di segno affatto nuovo rispetto al testo iniziale. Nel ritenere tale modo di procedere del tutto inaccettabile e in violazione della costante prassi regolamentare, osserva altresì che, così agendo, si eludono nella sostanza anche i vincoli che presiedono Pag. 49alla presentazione di nuovi emendamenti da parte dei relatori, nonché le conseguenze procedurali derivanti dalla predetta presentazione, inibendo di fatto la facoltà subemendativa riconosciuta ai singoli parlamentari. Non esitando a definire un simile comportamento alla stregua di una inaccettabile forzatura delle consuete prassi parlamentari, avverte il sospetto che il vero ed unico movente della maggioranza parlamentare sia in realtà quello di compiacere supinamente la volontà dell'attuale Ministro dell'interno.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, sollecita il deputato Migliore a concludere il proprio intervento, invitandolo ad attenersi ad un linguaggio più consono al decoro dovuto alle aule parlamentari.

  Gennaro MIGLIORE (PD) prende atto che, evidentemente, le Presidenze reagiscono con fastidio ed irritazione alla verità sottesa alle parole da ultimo pronunciate.

  Emanuele FIANO (PD) esorta il Presidente ad applicare il Regolamento della Camera in maniera imparziale e rispettosa delle prerogative dei singoli parlamentari, consentendo pertanto al deputato Migliore di concludere liberamente il proprio intervento.

  (Vive proteste dei deputati Fiano e Migliore)

  Giuseppe BRESCIA, presidente, richiama all'ordine il deputato Fiano, invitandolo a mantenere un tono più pacato. Nel constatare l'inosservanza a tale richiamo lo richiama per una seconda volta e invita quindi gli assistenti parlamentari ad accompagnare fuori dell'aula il deputato Fiano.
  Si dichiara comunque disponibile a considerare la proposta di riformulazione dell'emendamento 2.58 come nuova proposta emendativa dei relatori.
  Propone quindi di fissare alle ore 10 della giornata di domani il termine per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 2.60 dei relatori.

  Emanuele PRISCO (FdI) invita a voler riconsiderare il parere contrario dianzi espresso dai relatori e dal rappresentante del Governo sugli emendamenti Meloni 2.10 e 2.6, in considerazione del fatto che gli stessi recano un contenuto parzialmente coincidente rispetto a quello risultante dalla riformulazione, in un identico testo, degli emendamenti Dadone 2.22, Meloni 2.9 e Legnaioli 2.18.

  Stefano CECCANTI (PD), in riferimento a quanto da ultimo comunicato dal presidente Brescia, ritiene più ragionevole posticipare il termine per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 2.60 dei relatori per lo meno alle ore 12 della giornata di domani.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che comunque le Presidenze si riservano di svolgere un approfondimento al fine di verificare se la proposta di riformulazione dell'emendamento Macina 2.58 possa essere intesa come tale ovvero se debba piuttosto qualificarsi alla stregua di una nuova proposta emendativa dei relatori, precisando altresì che all'inizio della seduta antimeridiana già programmata per la giornata di domani sarà cura delle Presidenze medesime comunicare l'esito di tale approfondimento e fissare, in quella sede, il termine per la presentazione dei subemendamenti. Conseguentemente avverte che, diversamente da quanto indicato in precedenza, anche il termine per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 2.60 dei relatori sarà stabilito domani mattina.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta di domani, alle ore 10.

  La seduta termina alle 22.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 19.45 alle 20.

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