CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 20 giugno 2019
208.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (V e VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 20 giugno 2019. — Presidenza della Presidente della VI Commissione, Carla RUOCCO, indi del Presidente della V Commissione, Claudio BORGHI. — Intervengono la Viceministra dell'economia e delle finanze Laura Castelli, la Ministra per il Sud Barbara Lezzi e il sottosegretario per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.

  La seduta comincia alle 11.10.

DL 34/2019: Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi.
C. 1807-A Governo.

(Esame e conclusione).

  Le Commissioni iniziano l'esame del provvedimento.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione del provvedimento per un breve riesame del testo, al fine di modificare o sopprimere dal provvedimento medesimo alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista finanziario. Chiarisce che le norme oggetto di rinvio, la cui modifica è richiesta ai fini della successiva bollinatura da parte della Ragioneria generale dello Stato della relazione tecnica aggiornata, sono, in particolare, le seguenti: il comma 2 dell'articolo 16-quinquies; l'articolo 26-quater, comma 1, capoverso Art. 41, commi 11 e 12; i commi 14-ter, 14-quater e 14-quinquies dell'articolo 30; l'articolo 41-bis, capoverso 250-ter), lettere a), b) e c); l'articolo 44, comma 15-bis, con riferimento alla disciplina recata dal quale articolo si ritiene opportuno estendere l'ambito dell'esame anche alle ulteriori modifiche apportate a tale articolo nel corso dell'esame in sede referente. Il rinvio si è reso necessario altresì per limitate modifiche di carattere tecnico ai seguenti articoli: l'articolo 14; l'articolo 18-ter, comma 3; l'articolo 38, comma 1, lettera c), e comma 1-terdecies; l'articolo 38-ter e l'articolo 47, comma 1-quinquies. Il rinvio riguarda infine i commi 17-bis, 17-ter, 17-quater e 17-quinquies dell'articolo 32, che, per esigenze Pag. 4di congruità ordinamentale del testo, dovranno essere espunti. Comunica che i relatori hanno presentato emendamenti per apportare al testo le modifiche occorrenti (vedi allegato 1).

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI) interviene sull'ordine dei lavori, sottolineando il ritardo di trenta minuti con cui le Commissioni hanno iniziato i propri lavori rispetto all'orario stabilito e rinnovando la richiesta, già più volte avanzata, che la Ministra Lezzi venga in Commissione per fornire ai commissari i chiarimenti più volte chiesti in merito ai suoi ambiti di competenza. I chiarimenti si rendono ancor più necessari oggi, dato che la stampa parla delle modifiche apportate dalle Commissioni all'articolo 44 come di un «blitz» della Lega per appropriarsi dei fondi destinati al Sud. Ritiene pertanto necessario che la Ministra per il Sud venga in Commissione a spiegare quanto accaduto, costituendo questa vicenda, se confermata, un fatto politico molto importante e un grave segnale di frattura all'interno della maggioranza. Chiede quindi di sospendere i lavori delle Commissioni in attesa dell'arrivo della Ministra Lezzi. Dopo aver poi riepilogato i passaggi che hanno condotto, durante l'esame in sede referente, alla riformulazione dell'emendamento che ha introdotto le modifiche contestate nell'articolo 44 ed aver espresso l'opinione che si sia trattato di passaggi molto confusi, esprime l'avviso che sarebbe utile che i lavori delle Commissioni venissero registrati, così che non vi possano essere equivoci quando si tratta di ricostruire l'accaduto nei dettagli.

  Carla RUOCCO, presidente, informa che, insieme al Presidente Borghi, ha chiesto alla Ministra Lezzi di rendersi disponibile oggi stesso per un confronto con le Commissioni.

  Luigi MARATTIN (PD) si associa alla richiesta della deputata Prestigiacomo, sottolineando che la Ministra dovrebbe essere presente quando si esaminerà l'emendamento riguardante i fondi europei destinati al Mezzogiorno.

  Carla RUOCCO, presidente, sottolinea che, in ogni caso, la presenza del Governo è assicurata dalla Viceministra Castelli.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) rimarca anche lei il considerevole ritardo con cui sono iniziati i lavori delle Commissioni e chiede di tenerne conto al momento di fissarne la fine per tornare in Assemblea. Si associa inoltre ai colleghi già intervenuti per chiedere la presenza della Ministra per il Sud, osservando che le Commissioni hanno diritto di capire cosa è accaduto nell'ambito della maggioranza in relazione ai fondi per il Sud.

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, precisa che il rinvio del provvedimento nelle Commissioni è stato chiesto per correggere errori materiali e per apportare al testo modifiche connesse a rilievi del Ministero dell'economia e delle finanze, che è necessario recepire. Aggiunge che alcune correzioni riguardano anche coperture finanziarie.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede al relatore Centemero se la necessità di correggere le coperture finanziarie significhi che al termine dell'esame in sede referente vi erano nel provvedimento norme senza le necessarie coperture.

  La Viceministra Laura CASTELLI interviene per precisare che le modifiche non riguardano norme senza copertura, bensì meri errori materiali o esigenze di correzioni tecniche, come quelli relativi alle norme a tutela dei lavoratori dell'amianto, sui contratti di solidarietà espansiva e sull'INPGI.
  Per quanto attiene all'emendamento 14.1 dei relatori, esso riguarda gli enti associativi assistenziali. Si tratta di correggere un errore materiale e adeguare la normativa a quanto disposto dalla proposta di legge C. 1074 sulla semplificazione.

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  Silvia FREGOLENT (PD), a nome del gruppo del Partito Democratico, chiede alla presidenza di fissare per la presentazione dei subemendamenti un termine non anteriore alle 12.30. Chiede poi che si tenga conto, per la durata della seduta, alla luce di quanto concordato in Aula, del fatto che i lavori odierni delle Commissioni sono iniziati con forte ritardo.

  Carla RUOCCO, presidente, assicura che la presidenza chiederà uno slittamento della ripresa dei lavori dell'Aula, al momento fissata alle 13.30.

  Maria Elena BOSCHI (PD) si associa alla collega Fregolent nel richiedere almeno un'ora di tempo per presentare i subemendamenti, tenuto anche conto del tempo necessario per l'interlocuzione con la Ministra Lezzi.

  Carla RUOCCO, presidente, precisa che la Ministra non tarderà ad arrivare. Ribadisce che il Governo è al momento rappresentato dalla Viceministra Castelli e che i lavori delle Commissioni possono pertanto proseguire. Fissa, quindi, il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti dei relatori alle 12.30.

  Enrico BORGHI (PD) chiede alla Presidenza rassicurazione rispetto al fatto che i due emendamenti più controversi, vale a dire quello riguardante i fondi europei destinati al Mezzogiorno e quello relativo alla procedura di riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio delle regioni, possono essere, per materia, discussi dalle Commissioni riunite V e VI, e non rientrino invece nell'ambito di competenza della Commissione Affari costituzionali.

  Carla RUOCCO, presidente, assicura che non ci sono impedimenti a che le Commissioni discutano gli emendamenti dei relatori cui si riferisce il deputato Borghi.

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, passando ad illustrare gli emendamenti presentati, anche a nome del relatore per la V Commissione, specifica che sull'emendamento 14.1 dei relatori già si è espressa la Viceministra Castelli. Per quanto attiene all'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori, esso riguarda l'INPGI e riformula le coperture previste per adeguarle ai rilievi del Ministero dell'economia e delle finanze; fissa inoltre al 31 ottobre, anziché a fine anno, la sospensione della possibilità di commissariamento dell'ente di previdenza dei giornalisti.
  Per quanto concerne l'emendamento 18-ter.1 dei relatori, esso riguarda la piattaforma telematica denominata «Incentivi.gov.it». Con riferimento all'emendamento 26-quater.1 dei relatori, esso è volto ad adeguare la norma sul contratto di espansione ai rilievi formulati dalla Ragioneria generale dello Stato.

  La Viceministra Laura CASTELLI specifica che si tratta di correggere un mero errore materiale, perché il Fondo di cui all'articolo 26-quater, capoverso Art. 41, comma 12, lettera a), per l'anno 2019 è capiente per 10 milioni di euro e non per 30 milioni di euro.

  Massimo UNGARO (PD) chiede conferma alla Viceministra Castelli del fatto che il Governo stia riducendo le risorse destinate al contratto di espansione, introdotto dal provvedimento in esame.

  La Viceministra Laura CASTELLI riconosce che potrebbe sembrare una riduzione di risorse, ma afferma che in realtà si è trattato di un mero errore materiale, per cui con l'emendamento si attua una rimodulazione contabile ferme restando le risorse stanziate.

  Maria Elena BOSCHI (PD) sottolinea che il Governo preferisce chiamare «errore materiale» quello che in realtà è un errore nelle coperture finanziarie e far passare per correzioni tecniche quelle che in realtà sono riduzioni di stanziamenti. Ritiene che il Governo avrebbe dovuto Pag. 6reperire altre risorse per compensare quelle che ora vengono meno.

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, proseguendo l'illustrazione degli emendamenti presentati, con riferimento all'emendamento 30.1 dei relatori, specifica che esso riguarda i contributi destinati ai comuni per interventi di efficientamento energetico e che la sua presentazione si è resa necessaria per tenere conto di rilievi avanzati dalla Ragioneria generale dello Stato. Si tratta, tuttavia, di correzioni tecniche o di modifiche di coordinamento formale. L'emendamento 32.1 dei relatori riguarda invece l'utilizzo dell'emblema di Stato, il cosiddetto «stellone», come strumento per contrastare il falso made in Italy; esso si è reso necessario per assicurare la congruità ordinamentale del testo. Precisa che vi era una incertezza normativa sull'utilizzo dell'emblema di Stato, con particolare riferimento alla normativa dell'Unione europea.

  Maria Elena BOSCHI (PD) osserva che allora non si tratta di coordinamento formale, ma di una vera e propria scelta discrezionale.

  Debora SERRACCHIANI (PD) deduce dalle spiegazioni del relatore e dal tenore dell'emendamento che il Presidente della Repubblica non era stato consultato in merito a quest'utilizzo dell'emblema di Stato.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, con riferimento all'emendamento 38.1, specifica che la modifica proposta al comma 1, lettera c), è necessaria per un coordinamento interno del testo, mentre quella al comma 1-terdecies è stata richiesta dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede maggiori precisazioni in merito al cambiamento delle percentuali.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, specifica che, nella tabella dell'articolo 38, comma 1-terdecies, per un errore materiale non era stata presa in considerazione per alcuni comuni la fascia tra il 60 e il 65 per cento con riferimento al rapporto tra passività e impegni.

  Luigi MARATTIN (PD) osserva che, più che di un errore materiale, si tratta di una vera e propria lacuna normativa, che interessava una parte della platea di destinatari della norma.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, riferendosi all'emendamento all'articolo 38-ter, evidenzia che esso intende riparare ad un mero refuso dovuto ad un errore di battitura.

  Luigi MARATTIN (PD) osserva che, anche ammettendo che possa esserci stato un errore di battitura, la conseguenza è sostanziale, in quanto l'errore attiene al coinvolgimento o meno della Giunta regionale.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, con riferimento all'emendamento all'articolo 41-bis, chiarisce che, a seguito di un rilievo del Ministero dell'economia e delle finanze, è stato necessario effettuare una modifica della copertura finanziaria. Poi, illustrando l'emendamento 44.1, specifica che esso si riferisce alle risorse del Fondo per lo sviluppo e per la coesione.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede che la discussione relativa all'emendamento 44.1 avvenga alla presenza della Ministra Lezzi, affinché questa spieghi alle Commissioni cosa abbia determinato la novità della soppressione di alcune disposizioni contenute nell'emendamento già approvato dalle Commissioni.

  La Viceministra Laura CASTELLI precisa che si tratta di una differenza originatasi a seguito di due diverse riformulazioni del medesimo emendamento.

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  Maria Elena BOSCHI (PD) si domanda a questo punto quali testi siano stati posti in votazione nelle Commissioni nei giorni scorsi. Ricorda che la Presidenza ha la responsabilità di assicurare che un emendamento venga posto in votazione nell'ultima riformulazione proposta dal relatore. Chiede pertanto che venga chiarito se c’è stato un errore della Presidenza al momento di indicare quale testo dell'emendamento era posto in votazione ovvero se ci sia stato un ripensamento successivo della maggioranza in merito al contenuto della norma.

  Carla RUOCCO (M5S), dopo aver assicurato che non c’è stato alcun errore da parte della Presidenza, poiché l'emendamento approvato corrisponde a quello siglato dai relatori e posto da ultimo in distribuzione, rivolge il proprio saluto alla Ministra Barbara Lezzi, nel frattempo giunta in Commissione. Invita quindi il relatore a terminare l'illustrazione degli emendamenti presentati.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, conclude illustrando l'emendamento 47.1 che effettua un coordinamento testuale all'interno dell'articolo 47.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede che vengano chiarite le ragioni della presentazione dell'emendamento 44.1 dei relatori, il quale contiene modifiche sostanziali all'articolo 44, quali la soppressione del comma 15-bis, che ha una grande rilevanza in quanto modifica il senso della norma. Ravvisa, in tale emendamento, non la mera correzione di un errore di forma, ma piuttosto un cambiamento della politica economica del Governo, che riporta allo Stato la titolarità del Fondo sviluppo e coesione, la quale, con l'emendamento approvato lunedì sera dalle Commissioni, era stata attribuita alle regioni.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI), dopo aver dichiarato di condividere l'intervento del deputato Marattin, chiede l'avviso della Ministra Lezzi sulla disposizione recata dal comma 13 dell'articolo 44 che cancella il vincolo di destinazione territoriale nell'accesso ai progetti. Ricorda il parere contrario del Governo sul suo emendamento volto a ripristinare tale vincolo, motivato dalla Viceministra Castelli con la necessità del ricorso al Fondo in casi di gravi emergenze: un ragionamento che di fatto fa del Fondo sviluppo e coesione una sorta di bancomat. Conclude domandando alla Ministra Lezzi le ragioni della sua mancata opposizione all'introduzione di queste disposizioni nel testo.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) apprezza la presenza in Commissione della Ministra, invocata più volte affinché si esprimesse sulle materie di sua competenza, che, a suo avviso, ella avrebbe dovuto coordinare con maggiore attenzione. Domanda quindi se la norma approvata in Commissione sia dovuta ad una mancanza di conoscenza delle tante sollecitazioni avanzate, anche nel corso della precedente legislatura, rispetto ad un utilizzo più agevole dei fondi ovvero se sia mancata una supervisione della Ministra rispetto a quanto stava accadendo nel corso dell'esame in Commissione, quando venivano trattate questioni rientranti nelle materie di sua competenza.

  Ylenja LUCASELLI (FdI), dopo aver sottolineato che la presenza della Ministra Lezzi in Commissione è stata sollecitata per oltre dieci giorni, evidenzia che l'articolo in discussione investe un tema centrale, in quanto le sue disposizioni incidono su un Fondo strategico per i territori del Sud. Rileva che esso è stato modificato con un emendamento presentato e approvato dalla maggioranza e che adesso è la stessa maggioranza a chiedere sulla stessa materia un cambiamento di rotta che riflette un'impostazione politica completamente diversa. Chiede che vengano chiarite le ragioni che hanno spinto i relatori a presentare in Commissione un emendamento sul quale mancava l'accordo di alcuni ministri competenti. Osserva che voler modificare nuovamente l'articolo 44, intorno al quale si è già svolto un lungo Pag. 8dibattito, è, a suo avviso, una mancanza di rispetto per la funzione dei parlamentari e per la loro attività in Commissione.

  Maria Elena BOSCHI (PD) contesta in primo luogo il metodo approssimativo con cui il Governo ha lavorato sugli emendamenti. Sottolinea, in proposito, che sull'emendamento approvato il parere era favorevole e che quello approvato dalla maggioranza è il testo voluto dal Governo. La modifica oggi proposta riflette evidentemente tutte le contraddizioni che percorrono l'attuale maggioranza, oltre a rendere evidente l'incapacità del Governo di gestire l'attività legislativa e l'incompetenza dei singoli ministri, che, non essendo evidentemente in grado di seguire ciò che avviene nelle aule delle Commissioni, pregiudicano l'attività parlamentare imponendole continui rinvii. L'effetto sarà quello di inviare al Senato un testo blindato, immodificabile a causa della mancanza di tempo a disposizione dell'altro ramo del Parlamento, che potrà svolgere quindi solo un esame sommario, non a causa dell'ostruzionismo delle opposizioni, ma per l'incapacità della maggioranza. Domanda quindi alla Ministra Lezzi se sia soddisfatta del risultato conseguito, paragonabile ad una «vittoria di Pirro», in cambio della quale teme sia stato offerto alla Lega come contropartita un impegno a dare il via libera alle autonomie regionali differenziate.

  Francesco BOCCIA (PD) esprime il dubbio che l'emendamento votato contenesse già le premesse per uno scambio all'interno della maggioranza. Ricorda, infatti, che il parere favorevole sull'emendamento è stato reso dal relatore del MoVimento 5 Stelle e che l'emendamento è stato posto in votazione con una diversa formulazione volta a limitare l'impatto dell'emendamento originario. Tuttavia, pur nella riformulazione, era scritto in modo tale da non poter non provocare la reazione della Ministra Lezzi, la quale ha infatti preteso una «marcia indietro» della maggioranza: un ripensamento reso però possibile, secondo le ricostruzioni dei fatti fornite dai mezzi di comunicazione, grazie a un cedimento del MoVimento 5 Stelle sul tema delicatissimo dell'autonomia differenziata delle regioni. A suo avviso, è lecito ora domandarsi se si tratta semplicemente di un goffo pasticcio o se l'obiettivo non fosse, sin dall'inizio, esattamente questo. In ogni caso, ritiene che sarebbe doveroso informare le Commissioni parlamentari delle ragioni che hanno indotto a questo ripensamento. Conclude ricordando che, essendo quello in esame un decreto-legge recante diverse disposizioni per il Mezzogiorno, sarebbe opportuno, a margine dell'esame, che il Governo aggiornasse le Commissioni anche sullo stato della trattativa con l'ILVA.

  La Ministra Barbara LEZZI ringrazia i membri delle Commissioni per aver ritenuto di richiedere la sua presenza ai lavori, scusandosi con loro per non essere potuta intervenire prima di oggi. Osserva che l'articolo 44 del decreto-legge cosiddetto «crescita» è volto a sopperire alla lentezza della spesa – e intende in questo modo anche rispondere a quanto evidenziato dal deputato D'Ettore che ricordava l'interpellanza presentata lo scorso anno di cui è cofirmatario – dei fondi in oggetto e altresì a renderli maggiormente efficaci anche a favore delle regioni. Ricorda che la programmazione del Fondo di sviluppo e coesione è settennale e quella attuale è del 2014; segnala che nel momento dal quale se ne è occupata in qualità di Ministro, e cioè il 2018, la percentuale di utilizzazione era pari al 2 per cento di esso, rimarcando che contemporaneamente si palesava altresì l'emergenza riguardante i livelli di utilizzo dei Fondi strutturali europei, la cui sottoutilizzazione comportava un forte rischio che fossero disimpegnati e quindi andassero persi. Per tale motivo ha chiesto alle regioni del Sud una maggiore collaborazione e un maggiore attivismo. Consuntivamente, è in grado di riferire che ad oggi chi ha perso i citati fondi è la regione Valle d'Aosta.
  Ha quindi successivamente inteso lavorare all'obiettivo di efficientare il Fondo di Pag. 9sviluppo e coesione, al cui interno, rimarca, sono contenuti moltissimi obiettivi peraltro contrassegnati da molti acronimi che hanno perso la necessaria omogeneità nel corso del tempo e che sono risultati poco efficaci. Rileva che la finalità della norma in questione è quindi quella di ottenere un unico piano nazionale degli interventi tenendo conto che alcuni di essi non possono che essere di livello nazionale – ad esempio quelli sul dissesto idrogeologico – o afferenti a situazioni che riguardano regioni e territori contigui ma diversi. È quindi convinta che sia meglio procedere attraverso un piano unico affinché le procedure di spesa possano essere snellite il più possibile. Sottolinea inoltre che sull'emendamento in questione, volto a dare piena titolarità del fondo alle regioni, personalmente era di diverso avviso, peraltro coincidente con quello non favorevole della Ragioneria generale di Stato. Osserva, invece, che nella seduta del 17 giugno scorso le Commissioni riunite hanno approvato un emendamento riformulato in modo erroneo, e se ciò è stato causa di perdita di tempo per le medesime Commissioni intende presentare le sue scuse alle Commissioni, ai loro membri e a tutti coloro che con la loro attività ne consentono il lavoro, e prende l'impegno affinché errori simili non avvengano più. Tuttavia rimarca che in questo momento le interessa solamente raggiungere un preciso risultato, e cioè che l'articolo 44 venga approvato così come oggi proposto, per consentire che le procedure di spesa del Fondo di sviluppo e coesione, soprattutto a beneficio delle regioni del Sud e delle Zone economiche speciali (nel senso di renderle maggiormente attrattive per gli investimenti), siano più veloci ed efficienti.
  Replicando alla deputata Prestigiacomo ribadisce che il Fondo di sviluppo e coesione è stato, purtroppo, nel passato spesso utilizzato come fosse un bancomat, con l'intento di coprire spese al di là del merito e della ragione di esse, cosa che ha criticato fortemente e che non intende ripetere. Esprime quindi l'intenzione di voler fermamente mantenere il vincolo di destinazione 80-20 per cento, consentendo deroghe solamente via emergenziale e dopo che siano stati sentiti il suo ministero e il Presidente del Consiglio dei Ministri. Aggiunge, in relazione ai citati 140 milioni destinati alla Sicilia, che essi sono stati concordati perché diretti ad assicurare i servizi essenziali ad una vasta platea di cittadini siciliani in considerazione dello stato di dissesto di molti comuni di quella regione.
  Replicando al deputato Boccia osserva che non si tratta di dichiarare se vi sia stato un via libera diretto o indiretto in quanto il punto essenziale è se esso ci sia o no. Rileva pertanto che sulla questione dell'autonomia regionale differenziata non c’è l'intenzione di farla a scapito del Sud, e questa è anche la linea seguita che sottende la rivisitazione di tale materia che sta avvenendo all'interno della maggioranza e del Governo. Ritiene tuttavia che essa debba essere rivista ma che la responsabilità primaria è, casomai, del precedente Governo e comunque ribadisce che al momento non c’è nessun via libera per il semplice motivo che in Consiglio dei Ministri non è ancora giunto un testo da esaminare e approvare, anche se ricorda che nel contratto di Governo la questione delle autonomie regionali è presente e coglie, anzi, l'occasione per segnalare che anche la regione Campania ha iniziato le interlocuzioni di prammatica. Sottolinea, quindi, che questa non è materia di scambio e che in questo momento c’è solamente da correggere un errore materiale nel testo e nient'altro.
  Replicando alla deputata Boschi osserva che il suo emendamento in materia di immunità penale per l'Ilva di Taranto non poteva essere accettato perché, oltre che rappresentare un'inciviltà giacché in Italia le imprese agiscono tutte in regime di eguaglianza, l'immunità penale potrebbe avere disastrose conseguenze anche in termini di indebolimento dei livelli di sicurezza sul lavoro. Comprende che la situazione occupazionale abbia la sua importanza, ma ritiene anche che la salute dei cittadini tarantini sia parimenti importante, se non più importante e ricorda che a Taranto ogni mese si registra la Pag. 10morte di un minorenne per ragioni connesse alla nota situazione. Infine ricorda che nel decreto-legge l'unico articolo che riguarda l'Ilva è proprio quello relativo all'abolizione dell'immunità penale, ribadendo che il modo ordinario di lavorare delle imprese italiane non prevede immunità.

  Carla RUOCCO, presidente, allo scopo di permettere una buona organizzazione dei lavori invita i commissari a partecipare alla discussione con interventi brevi, tenuto conto dei tempi contenuti a disposizione delle Commissioni.

  Maria Elena BOSCHI (PD) osserva che se l'invito alla Ministra Lezzi fosse stato fatto prima, da parte delle Presidenze, forse ora le Commissioni avrebbero più tempo per fare bene il loro lavoro; invita quindi le medesime Presidenze a voler riconoscere una certa flessibilità nello svolgimento dei lavori e nella tempistica, flessibilità che si augura venga applicata anche in Assemblea visto che il ritardo nei lavori è imputabile al Governo e alla maggioranza e che le opposizioni si sono dimostrate sempre disponibili, ciò che renderebbe assai grave voler cavillare sulla concessione di trenta minuti in più per la discussione.
  Osserva che in virtù di quanto dichiarato dalla Ministra Lezzi non sembra esistere il via libera governativo sui decreti concernenti la cosiddetta autonomia differenziata alle regioni a statuto ordinario, nonostante le notizie di stampa lascino intendere diversamente: auspica quindi che anche la Lega abbia inteso bene. Segnala peraltro che resta ancora nelle facoltà del Governo cambiare quanto in discussione, anche se è già passato un anno e non ha ancora fatto nulla. Per quanto riguarda le scuse che la Ministra ha presentato alle Commissioni, ammette un certo stupore giacché ai giornali ricorda che la medesima Ministra aveva dichiarato che pretendeva le scuse per ciò che era stato fatto mentre ora è lei che le porge.
  Per quanto riguarda l'immunità penale nella vicenda Ilva, ricorda che è stato chiesto più volte al Governo che si indicasse chiaramente come la norma dovesse essere interpretata. Ritiene comunque che la cosa essenziale è che ci sia chiarezza al riguardo su come venga rispettata la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che si attui il piano ambiente (per il quale, ricorda, il Governo a guida del Partito Democratico aveva stanziato 1,3 miliardi) e che sia assicurata la continuità dell'attività dell'Ilva con i conseguenti livelli occupazionali. Sul punto crede che il polverone sia stato alzato dal Ministro dello sviluppo economico e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Di Maio, allo scopo di creare confusione anche in seguito alle difficoltà che oggettivamente avrebbe nell'affrontare a viso aperto i cittadini di Taranto.

  La Ministra Barbara LEZZI ricorda alla deputata Boschi che il MoVimento 5 Stelle è il primo partito di Taranto.

  Maria Elena BOSCHI (PD), in replica alla Ministra Lezzi sottolinea che il suo partito non è nemmeno rappresentato nel Consiglio comunale di Taranto, avendone via via perso i rappresentanti che si sono dimessi o iscritti ad altri gruppi.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI) valuta positivamente che la Ministra presenti le sue scuse alle Commissioni ma non che, oggettivamente, si prenda gioco di loro. Perché considera una presa in giro dichiarare che si è trattato di un mero errore occorso nel corso della riformulazione dell'ormai famigerato emendamento Comaroli quando è chiaro che ciò che è accaduto è che la Lega, coerentemente alla sua storia e alle sue convinzioni politiche, ha operato un'incursione politica volta a regionalizzare il Fondo per lo sviluppo e la coesione e ad enfatizzare il ruolo dei territori. Per quanto riguarda la stigmatizzazione che la Ministra Lezzi fa sull'uso del Fondo medesimo come fosse un bancomat, ritiene che il fatto che altri Governi siano stati colpevoli di tale modalità d'uso non sia una ragione sufficiente per, fintamente, vietarla e contemporaneamente Pag. 11consentirla per le spese di progettazione e quindi, in pratica, ordinariamente.
  Replicando alle affermazioni della Ministra Lezzi sui 140 milioni a favore della Sicilia, precisa che essi riguardano non i comuni ma le ex province sottolineando altresì che essi vanno a finanziare spesa corrente e non investimenti.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda ai deputati che le Commissioni sono state convocate su determinati e precisi aspetti del provvedimento in titolo e che i tempi per l'esame sono assai ristretti. Invita quindi i commissari a considerare che la Ministra Lezzi non è in questa sede in qualità di soggetto audito, pregandoli quindi di comportarsi conseguentemente, non trasformando la seduta in un'audizione.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI) rimarca che la Ministra ha dichiarato che si è trattato di un errore. Ritiene che ciò sia una presa in giro delle Commissioni oppure, più semplicemente, voglia significare che non ha capito politicamente quanto è accaduto e qual è stato il ruolo giocato dalla Lega.

  Carla RUOCCO, presidente, richiama i membri delle Commissioni all'ordine al fine di una corretta continuazione dei lavori.

  La Ministra Barbara LEZZI comunica che, poiché a breve dovrà presenziare ad un incontro dell'Osservatorio permanente sulla salute nel territorio di Taranto, non potrà trattenersi a lungo.

  Carla RUOCCO, presidente, preso atto delle vivaci proteste dei deputati delle opposizioni, li richiama all'ordine, invitandoli a prendere la parola ordinatamente e a moderare i toni, al fine di consentire il corretto e ordinato prosieguo dei lavori. Chiede, altresì, ai deputati che intendono intervenire di essere sintetici anche per permettere a tutti i colleghi che lo desiderano di esprimere la propria posizione.

  Debora SERRACCHIANI (PD), nell'evidenziare che le risposte della Ministra non fanno che creare maggiore perplessità, ritiene contraddittorio affermare, da una parte, che le regioni non sono in grado di gestire i fondi e, dall'altra, che il Governo si assume la competenza di tali risorse per poi attribuirla alle regioni. Su questo punto chiede un'ulteriore riflessione da parte della Ministra Lezzi. Inoltre, ricordando le passate affermazioni dei rappresentanti del Governo, secondo cui il contenuto del decreto-legge in esame, così come quello del decreto-legge cosiddetto «Sblocca cantieri», avrebbero dovuto consentire una concreta risposta ai dubbi segnalati dalla Commissione europea, si chiede il motivo per il quale nella lettera inviata oggi dal Governo italiano alla stessa Commissione non si fa cenno alle misure del decreto-legge cosiddetto «Crescita». Infine, sull'ILVA di Taranto ricorda alla Ministra che il Governo aveva in passato garantito la chiusura della struttura, che, invece, è ancora in attività.

  Francesco BOCCIA (PD), richiamando notizie di stampa che davano per certo il raggiungimento di un accordo tra le due anime del Governo sull'autonomia regionale differenziata, chiede alla Ministra di confermare la sua affermazione secondo cui non ci sarà un via libera fino a che non saranno definiti i livelli essenziali delle prestazioni. Rispetto all'emendamento Comaroli 44.3, ricorda che durante la discussione del provvedimento né i relatori né i rappresentanti del Governo hanno espresso parere contrario. Evidenzia, invece, che tale emendamento è stato accantonato per poi essere riformulato e che su di esso il gruppo del Partito Democratico ha votato in modo contrario, mentre la maggioranza ha dimostrato una totale confusione. Rispetto all'ILVA fa presente che l'accordo firmato dal Ministro Di Maio è stato rinnegato dalle norme adottate successivamente dalla maggioranza e dal Governo nonché dal ricorso alla cassa integrazione a scapito di numerosi lavoratori della società. Chiede, pertanto, alla Ministra di chiarire quali siano i rapporti Pag. 12tra il Governo e la ArcelorMittal e se il Governo ha intenzione di riaprire il dossier sull'ILVA in Parlamento.

  Enrico BORGHI (PD) innanzitutto evidenzia che non risulta agli atti delle Commissioni il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato sull'emendamento Comaroli 44.3 in precedenza richiamato dalla Ministra Lezzi. Pertanto, chiede formalmente alla rappresentante del Governo di depositare tale parere e di prenderne visione. Sottolinea che il fatto che un rappresentante del Governo smentisca l'operato di un altro rappresentante del Governo, che nel corso della seduta delle Commissioni aveva espresso parere favorevole sull'emendamento Comaroli 44.3, rappresenti un grave precedente. Oltretutto, osserva che, se ci fosse stato il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato sull'emendamento in questione, il rinvio in Commissione del provvedimento sarebbe stato chiesto al fine del rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, ma non è stato questo il caso. Inoltre evidenzia, dal punto di vista politico, che le due anime del Governo si sarebbero accordate su tale questione in cambio della conclusione di un accordo sull'autonomia regionale differenziata, ciò che, invece, la Ministra ha appena smentito.

  La Ministra Barbara LEZZI, nel richiamare anche le ultime dichiarazioni del Ministro Salvini, secondo cui non vi è stato alcuno scambio sull'autonomia regionale differenziata, ricorda che è prerogativa del Parlamento richiedere la sua presenza quando si discuterà dell'ILVA. Ribadisce di non potersi trattenere ulteriormente per poter presenziare ad un incontro dell'Osservatorio permanente sulla salute nel territorio di Taranto.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che la situazione dell'ILVA non fa parte degli argomenti per cui il provvedimento è stato rinviato in Commissione.

  Luigi MARATTIN (PD), ritenendo inaccettabile che la Ministra dichiari di non avere tempo durante una discussione in Parlamento, ribadisce, a nome del proprio gruppo, la richiesta avanzata dal collega Enrico Borghi di poter visionare il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato sull'emendamento Comaroli 44.3.

  La Ministra Barbara LEZZI, ribadendo l'importanza dell'incontro dell'Osservatorio permanente sulla salute nel territorio di Taranto a cui è tenuta a partecipare, chiede alla Presidenza delle Commissioni di distribuire ai deputati il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato sull'emendamento Comaroli 44.3.

  Carla RUOCCO, presidente, fa presente che l'unica documentazione a disposizione delle Commissioni è una nota dell'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze trasmessa nella giornata di ieri.

  Emanuele FIANO (PD) chiede alla Presidenza delle Commissioni di chiarire se, come affermato dalla Ministra Lezzi, la votazione dell'emendamento Comaroli 44.3 si è svolta in presenza di un parere contrario della Ragioneria generale dello Stato su di esso.

  Salvatore CAIATA (FdI) chiede alla Presidenza delle Commissioni di chiarire quando è arrivata la nota dell'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze, evidenziando che sarebbe da considerare particolarmente grave che un rappresentante del Governo abbia espresso parere favorevole rispetto a un emendamento sul quale la Ragioneria generale dello Stato si era espressa in modo contrario.

  Claudio BORGHI, presidente, rispondendo ai deputati Fiano e Caiata, chiarisce che si tratta di una nota dell'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze trasmessa alle Commissioni nella serata di ieri.

  Emanuele FIANO (PD) chiede alla presidenza delle Commissioni riunite di chiarire Pag. 13se, quando è stato votato l'emendamento Comaroli 44.3, la nota era agli atti delle Commissioni, come dichiarato dalla Ministra.

  Carla RUOCCO, presidente, fa presente che sulla base della nota dell'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze – come già chiarito trasmessa nella giornata di ieri – è stata avanzata la richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento. Rinnova, altresì, l'invito a tutti i colleghi a mantenere la calma e a consentire un ordinato svolgimento dei lavori.

  Maria Elena BOSCHI (PD) fa presente che l'illustrazione della Ministra Lezzi è stata impostata sul parere contrario all'emendamento Comaroli 44.3 da parte della Ragioneria generale dello Stato. Tuttavia, ritiene che tale presupposto si sia dimostrato non veritiero. Pertanto, chiede che la Ministra chiarisca ulteriormente tale aspetto.

  La Ministra Barbara LEZZI, nel ribadire che sull'emendamento Comaroli 44.3 vi è stato un errore da parte del Governo, per il quale si assume la responsabilità, fa presente che la contrarietà del Governo su tale emendamento è dovuta principalmente a ragioni di merito e non di copertura finanziaria.

  Luigi MARATTIN (PD), evidenziando che la confusione sul provvedimento in esame è stata provocata dall'atteggiamento del Governo e della maggioranza, fa presente che anche l'ultima dichiarazione della Ministra crea ulteriore confusione. Sottolinea, infatti, che dalla nota dell'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze – e non della Ragioneria generale dello Stato – emerge la necessità di riformulare il comma 15-bis dell'articolo 44 del provvedimento e non di sopprimerlo come proposto dall'emendamento 44.1 testé presentato dai relatori. Quindi, ritiene si tratti di una decisione meramente politica.

  Silvia FREGOLENT (PD), sottolineando che il presupposto dell'intervento della Ministra, ossia il parere contrario della Ragioneria generale dello Stato sull'emendamento Comaroli 44.3, è stato completamente smentito, evidenzia che è il Governo a far perdere tempo al Parlamento, avendo costretto le Commissioni riunite a svolgere una discussione che si basa su presupposti inesistenti.

  La Ministra Barbara LEZZI ribadisce che l'approvazione dell'emendamento Comaroli 44.3, nel testo riformulato, è stata un errore, poiché il suo contenuto disattendeva la finalità dello stesso articolo 44.

  Carla RUOCCO, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13.10, è ripresa alle 13.15.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che sono stati presentati subemendamenti alle proposte emendative 14.1, 16-quinquies.1, 32.1, 38.1, 38-ter.1, 41-bis.1, 44.1 e 47.1 dei relatori (vedi allegato 1), che risultano ammissibili.

  Maria Elena BOSCHI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, si limita ad osservare che la mancata presenza della Ministra Lezzi alla ripresa dei lavori rappresenta, a suo avviso, un fatto che denota scarso garbo istituzionale da parte dell'interessata.

  Claudio BORGHI, presidente, osserva come in realtà l'intervento della Ministra Lezzi dovesse sostanzialmente considerarsi esaurito e fa presente che la sospensione dei lavori è dipesa esclusivamente dalla necessità tecnica di poter effettuare il vaglio di ammissibilità dei subemendamenti presentati.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, esprime parere contrario sui subemendamenti Lucaselli 0.14.1.2 e 0.14.1.1 e raccomanda Pag. 14l'approvazione dell'emendamento 14.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Lucaselli 0.14.1.2 e 0.14.1.1 ed approvano l'emendamento 14.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Maria Elena BOSCHI (PD) chiede di poter accantonare l'esame dell'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori e dei subemendamenti ad esso riferiti, allo scopo di consentire un ulteriore approfondimento circa l'opportunità di differire la data del 31 ottobre 2019 ivi indicata ai fini della sospensione dell'efficacia delle disposizioni in materia previdenziale relative all'INPGI, di cui all'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo n. 509 del 1994.

  La Viceministra Laura CASTELLI, pur comprendendo le ragioni sottese alle osservazioni testé svolte dalla deputata Boschi, fa presente che l'eventuale slittamento della citata data del 31 ottobre 2019 appare tuttavia suscettibile di determinare effetti pregiudizievoli a carico della finanza pubblica.

  Francesco BOCCIA (PD) invita anch'egli ad un supplemento di valutazione sulla questione richiamata dalla collega Boschi, giacché, da un lato, il termine del 31 ottobre 2019 non consentirebbe a suo avviso di disporre di tempo adeguato ai fini dell'attuazione della nuova disciplina, dall'altro, da un eventuale differimento al 31 dicembre 2019 del predetto termine non sarebbe lecito attendersi un ampliamento della platea contributiva dell'INPGI di entità apprezzabile, con la conseguenza che i potenziali effetti negativi a carico del bilancio dell'INPS risulterebbero di fatto irrilevanti.

  Claudio BORGHI, presidente, acquisito al riguardo l'assenso dei relatori e della rappresentante del Governo, dispone l'accantonamento dell'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori e dei relativi subemendamenti.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 18-ter.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 18-ter.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 26-quater.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 26-quater.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 30.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello del relatore.

  Luigi MARATTIN (PD) evidenzia come le integrazioni al testo del provvedimento in esame disposte dall'emendamento 30.1 dei relatori non rivestano carattere meramente formale.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 30.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del Pag. 15relatore per la VI Commissione, esprime parere contrario sui subemendamenti Lucaselli 0.32.1.2, 0.32.1.1, 0.32.1.3, 0.32.1.4, 0.32.1.5, 0.32.1.6 e 0.32.1.7, mentre raccomanda l'approvazione dell'emendamento 32.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Lucaselli 0.32.1.2, 0.32.1.1, 0.32.1.3, 0.32.1.4, 0.32.1.5, 0.32.1.6 e 0.32.1.7.

  Debora SERRACCHIANI (PD) sottolinea che l'emendamento 32.1 dei relatori, volto a sopprimere i commi da 17-bis a 17-quinquies dell'articolo 32 del provvedimento in esame, in materia di utilizzo dell'emblema dello Stato, denota comunque lo scarso rispetto, da parte della attuale maggioranza di Governo, della correttezza nei rapporti interistituzionali, in considerazione del fatto che l'intervento soppressivo della citata proposta emendativa si pone nell'ottica di ottemperare alla necessità di acquisire la previa autorizzazione della Presidenza della Repubblica ai fini dell'utilizzo del predetto emblema.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 32.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, esprime parere contrario sui subemendamenti Lucaselli 0.38.1.3, 0.38.1.1, 0.38.1.2, 0.38.1.4 e 0.38.1.5, mentre raccomanda l'approvazione dell'emendamento 38.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Lucaselli 0.38.1.3, 0.38.1.1, 0.38.1.2, 0.38.1.4 e 0.38.1.5 ed approvano l'emendamento 38.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Claudio BORGHI, presidente, non essendovi obiezioni, dispone l'accantonamento dell'emendamento 38-ter.1 e del relativo subemendamento Marattin 0.38-ter.1.1.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore per la V Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, esprime parere contrario sul subemendamento Serracchiani 0.41-bis.1.1 e raccomanda l'approvazione dell'emendamento 41-bis.1 dei relatori.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Debora SERRACCHIANI (PD) illustra le finalità del subemendamento a sua prima firma 0.41-bis.1.1, che tenta di porre rimedio all'inerzia dimostrata sinora dal Governo attuale e dalla sua maggioranza parlamentare rispetto a tale delicata questione, prevedendo l'introduzione di efficaci misure di sostegno alle vittime delle malattie professionali per esposizione all'amianto ovvero ai familiari delle vittime stesse, in particolare elevando da 5.600 a 12.000 euro l'importo della prestazione ad essi spettante. Tiene al riguardo a precisare che, alla luce dei dati ufficiali disponibili, il Fondo all'uopo preposto recherebbe infatti le risorse necessarie a finanziare le predette misure.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono il subemendamento Serracchiani 0.41-bis.1.1 ed approvano l'emendamento 41-bis.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutti i subemendamenti presentati all'emendamento 44.1 dei relatori, di cui raccomanda l'approvazione.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

Pag. 16

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Lucaselli 0.44.1.1, 0.44.1.2 e 0.44.1.3 e approvano l'emendamento 44.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutti i subemendamenti presentati all'emendamento 47.1 dei relatori, di cui raccomanda l'approvazione.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Lucaselli 0.47.1.1 e 0.47.1.2 e approvano l'emendamento 47.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Claudio BORGHI, presidente, comunica che occorre passare all'esame dell'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori e dei relativi subemendamenti, in precedenza accantonati.

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutti i subemendamenti presentati all'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori, di cui raccomanda l'approvazione.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.
  Sottolinea in particolare che il tema della previdenza dei giornalisti, affrontato dall'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori, è all'attenzione del Governo e che la richiesta di un differimento del termine non può essere accolta non per mancanza di volontà politica ma in quanto sussiste un concreto rischio per la tenuta della cassa. Conclude assicurando l'impegno del Governo ad intervenire nuovamente sulla questione.

  Silvia FREGOLENT (PD) ringrazia la Viceministra Castelli, ma, dal momento che si sta attendendo l'arrivo del Viceministro Garavaglia, che si occupa da tempo della materia, propone al Governo di accantonare l'emendamento e i subemendamenti ad esso riferiti, per svolgere un ulteriore approfondimento.

  Claudio BORGHI, presidente, ritiene che la richiesta di accantonamento non possa essere accolta, in quanto l'approfondimento richiesto è stato già svolto.

  Luigi MARATTIN (PD) propone che i relatori riformulino l'emendamento 16-quinquies.1, sostituendo le parole «fino al 31 ottobre 2019» con le parole «fino al 30 novembre 2019», in modo da rinviare la fine del commissariamento dell'ente di previdenza dei giornalisti.

  La Viceministra Laura CASTELLI fa presente che l'eventuale slittamento della citata data del 31 ottobre 2019 appare suscettibile di determinare effetti pregiudizievoli a carico della finanza pubblica. Ribadisce il massimo impegno del Governo in un futuro intervento.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono i subemendamenti Lucaselli 0.16-quinquies.1.13, 0.16-quinquies.1.11, 0.16-quinquies.1.12, 0.16-quinquies.1.10, 0.16-quinquies.1.9, 0.16-quinquies.1.8, 0.16-quinquies.1.7, 0.16-quinquies.1.6, 6, 0.16-quinquies.1.5, 0.16-quinquies.1.4, 0.16-quinquies.1.3 e 0.16-quinquies.1.2 e Sensi 0.16-quinquies.1.1, mentre approvano l'emendamento 16-quinquies.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sul subemendamento Marattin 0.38-ter.1.1 presentato all'emendamento 38-ter.1 dei relatori, di cui raccomanda l'approvazione.

  La Viceministra Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Luigi MARATTIN (PD) osserva che a volte, come in questo caso, una semplice Pag. 17vocale può determinare sostanziali differenze di significato, come accade nel caso dell'emendamento 38-ter.1 dei relatori, volto a sostituire le parole «il Consiglio regionale e la Giunta» con le parole «il Consiglio regionale o la Giunta». Sarebbe difficile accettare la spiegazione da parte del rappresentante del Governo che sostenesse che l'emendamento sia teso a semplificare la procedura, perché l'alibi della semplificazione non può legittimare qualsivoglia modifica.
  Nell'attuale formulazione del testo, il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio delle regioni avviene da parte del Consiglio e della Giunta, mentre con questo emendamento si stabilisce che esso può avvenire anche solo da parte della Giunta, e ciò, a suo avviso, è un grande errore, essendo profondamente sbagliato escludere il Consiglio regionale, unico organo elettivo della regione, da una procedura così significativa.

  Emanuele FIANO (PD) sottolinea che, a causa delle disposizioni del Regolamento della Camera, che dispongono che il rinvio in Commissione possa riguardare solo ed esclusivamente le Commissioni di merito, sul punto non potrà esprimersi la I Commissione Affari costituzionali, mentre a suo avviso la questione riguarderebbe proprio le competenze di quest'ultimo organo parlamentare.
  L'emendamento 38-ter.1 dei relatori è infatti in assoluto contrasto con gli articoli 117 e 123 della Costituzione, risultando palesemente lesivo dell'autonomia statutaria delle regioni, in quanto interviene sull'attribuzione di competenze degli organi regionali.
  Evidenzia inoltre che estromettere il Consiglio regionale equivale ad estromettere tutte le forze politiche e si configura come un atto volto a comprimere ogni discussione democratica.

  Enrico BORGHI (PD) rileva che si sta intervenendo attraverso la decretazione d'urgenza su una materia di carattere ordinamentale, in quanto tale completamente estranea all'oggetto del decreto-legge, che quando è arrivato sulla scrivania del Presidente Mattarella per essere controfirmato di certo non conteneva disposizioni ordinamentali. Ricorda che vi sono numerose pronunce della Corte costituzionale circa l'impossibilità di intervenire in materie di carattere ordinamentale attraverso la decretazione d'urgenza, mancando in tal caso i requisiti costituzionali di necessità ed urgenza. In tal modo qualunque regione potrà adire la Corte costituzionale sul punto, dal momento che si sta intervenendo in una materia ordinamentale riservata all'autonomia statutaria. La norma inoltre non è stata neanche sottoposta al vaglio della Conferenza Stato-regioni.
  Ritiene che il bilancio regionale debba essere approvato dal Consiglio regionale, il quale non può essere espropriato di questa competenza, a meno che non lo si voglia far diventare un mero esecutore delle decisioni della Giunta. Segnala infine che lo squilibrio che si verrebbe a determinare tra i poteri costituirebbe un pericoloso precedente e auspica un ravvedimento da parte della maggioranza, in particolare da parte dei colleghi del MoVimento 5 stelle, che hanno sempre condotto una battaglia a favore della trasparenza ed efficienza della pubblica amministrazione.

  Claudio BORGHI, presidente, precisa che l'emendamento 38-ter.1 dei relatori è stato considerato ammissibile in quanto l'articolo 38 del decreto-legge interviene in materia di debiti degli enti locali.

  Debora SERRACCHIANI (PD) rileva due gravi aspetti: la mancata intesa con la Conferenza Stato-regioni e il fatto che il Consiglio regionale venga spogliato delle sue competenze. Fra l'altro vorrebbe sapere quale giunta si assumerebbe mai la responsabilità di farsi carico di questo tipo di attività, attraverso una delibera di giunta, senza avere la «copertura» legislativa del Consiglio regionale.

  Silvia FREGOLENT (PD), al contrario della Ministra Lezzi che ha gettato talune ombre sull'operato delle Presidenze per Pag. 18quanto riguarda la distribuzione dei documenti di seduta, non ha dubbi che le Presidenze abbiano dichiarato l'ammissibilità degli emendamenti in oggetto sulla base del titolo dell'articolo 38 del testo. Segnala tuttavia che il conseguente contenuto degli emendamenti non è neutro e che modificare una «e» in una «o» cambia decisamente il ruolo della Giunta e del Consiglio regionale. Ritiene peraltro che una procedura così semplificata in materia di bilancio regionale non costituisca un effettivo interesse per la Giunta, ciò non solo per esigenze di ragionevolezza ma soprattutto per il sistema dei controlli e della responsabilità. Sottolinea infatti che vi è un concreto rischio di paralizzare l'operato della Giunta di fronte all'inclinazione dei singoli assessori di assumere una così rilevante responsabilità contabile, cosa possibile con l'approvazione della norma nella versione emendata. Segnala infine che tale disposizione non era contenuta nel testo originario del decreto-legge cosiddetto «crescita», firmato dal Presidente della Repubblica, e quindi nella versione originaria non veniva di per sé stravolto il rapporto tra organi regionali. Conclude osservando, peraltro, che conferire tutto il potere alla Giunta o comunque al livello governativo risulta controproducente, in quanto sul bilancio verrebbe mancare il ruolo di controllo dell'organo eletto direttamente dai cittadini, stravolgendo uno dei principi fondamentali della democrazia.

  Mauro DEL BARBA (PD), riallacciandosi a quanto dichiarato dalla collega Serracchiani, la quale si chiedeva quale assessore al bilancio si potrebbe assumere la responsabilità contabile connessa al riconoscimento di debiti fuori bilancio in questo modo, ricorda, per le sue passate esperienze di amministratore, che la norma sulla quale si interviene differenzia cinque diverse categorie di debiti fuori bilancio e che la prima è quella relativa al pagamento di quanto previsto da sentenze esecutive. Sottolinea anche che la normativa vigente sembra rafforzare in particolar modo il ruolo dei Consigli regionali, prescrivendo loro di perfezionare la procedura e di riconoscere il debito entro un preciso termine. In tal senso è dell'avviso che l'emendamento come formulato in precedenza fosse rafforzativo del sistema e che il fatto che fosse stato approvato senza essere passati per la valutazione della Conferenza Stato-regioni trovava, appunto, come attenuante il fatto che rafforzava il sistema, mentre ora, con la nuova formulazione, si ottiene esattamente il risultato contrario. Invita quindi la maggioranza e il Governo a riflettere con attenzione sulla questione. Conclude chiedendo chiarimenti sulle motivazioni che hanno spinto i relatori a stravolgere la ratio normativa.

  Claudio BORGHI, presidente, con riferimento a quanto espresso dal deputato Del Barba, ritiene che la lettura dell'articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, sembrerebbe assegnare al Consiglio regionale non già un ruolo rafforzato, ma, in realtà, attenuato, giacché al decorso del termine di sessanta giorni senza che il Consiglio sia intervenuto, viene comunque riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio originati da sentenze esecutive.

  Mauro DEL BARBA (PD), in replica all'osservazione del presidente Borghi, segnala che la sua lettura della norma in questione era intesa ad enfatizzare il ruolo del buon amministratore che, in presenza della definizione di un termine per l'adempimento, si sente in dovere di agire con tempestività per non far scattare gli effetti al semplice scadere di esso.

  Emanuele FIANO (PD) segnala una questione tecnica riguardante l'emendamento in questione, giacché esso insiste sull'articolo 73, comma 4, del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118, mentre il medesimo articolo 73, al comma 1, prevede che il riconoscimento dei debiti fuori bilancio avvenga attraverso un provvedimento legislativo: in buona sostanza si interviene sui soggetti che possono agire ma non sulla tipologia dell'atto richiesto per raggiungere il fine. Rileva, in tal senso, Pag. 19che non sarebbe possibile alla Giunta, anche qualora fosse approvato l'emendamento in questione, di riconoscere quei debiti fuori bilancio, giacché essa non ha potere legislativo. Qualora con la disposizione in esame si dovesse oggi stabilire che per quel riconoscimento di debito non fosse necessaria una legge, ma fosse sufficiente uno strumento amministrativo di Giunta, si violerebbe sostanzialmente il testo del richiamato comma 1.

  Il sottosegretario Massimo BITONCI rileva che il tema afferente il riconoscimento dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive è ben noto a tutti coloro che svolgono o hanno svolto incarichi politico-amministrativi di Giunta. Il punto essenziale riguarda la caratteristica dell'obbligatorietà di determinati debiti e la loro valenza extra bilancio, nel senso che non è ancora chiaro, per quanto vi siano ormai rilevanti precedenti giurisprudenziali a favore, se una Giunta possa effettuare il riconoscimento di debiti fuori bilancio, soprattutto nell'eventualità che debba conseguentemente individuare le coperture. Ricorda che questa deve essere considerata una facoltà della Giunta, che può quindi riconoscere immediatamente i debiti fuori bilancio ma che le variazioni di bilancio, nel senso di spostare un appostamento, debbono comunque essere ratificate dal Consiglio. Ricorda inoltre che la cronaca riporta casi in cui i sindaci hanno effettuato diretto riconoscimento di debiti fuori bilancio a seguito di sentenze esecutive e che questa è una prassi che sembra essere sempre più utilizzata. Conclude preannunciando un parere favorevole sulla proposta di emendamento dei relatori in questione.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) evidenzia la necessità della disposizione proposta dai relatori, sottolineando che il riconoscimento del debito fuori bilancio è una obbligazione di tipo civilistico che si perfeziona a prescindere dalla conclusione del procedimento contabile. In proposito, preannunciando il voto favorevole del gruppo di Forza Italia all'emendamento 38-ter.1 dei relatori, ritiene che, a prescindere dalla responsabilità degli amministratori che hanno generato il debito fuori bilancio, sia necessario fare chiarezza sulla materia.

  Maria Elena BOSCHI (PD) ritiene che l'interpretazione data alla disposizione proposta dai relatori da parte del presidente Borghi e del collega D'Ettore sia opinabile e che in una fase avanzata di esame del provvedimento come quella attuale non è opportuno votare una disposizione che meriterebbe una riflessione più approfondita e che, tuttavia, si vuole far passare come una mera correzione di forma. Nel sottolineare la diversa interpretazione che i vari gruppi parlamentari danno alla disposizione proposta dai relatori con l'emendamento 38-ter.1, evidenzia l'esigenza di evitare di creare incertezza tra gli amministratori locali che dovranno applicare la disposizione. In proposito, fa presente che l'intervento del deputato D'Ettore non aiuta a risolvere il dubbio sollevato dal collega Fiano nel suo intervento. Osserva, infine, che, se non si coinvolge il Consiglio regionale ai fini del riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio derivante da sentenze esecutive, si escludono le opposizioni dalla possibilità di conoscere in modo trasparente quale sia la situazione di tali debiti all'interno della regione.

  Claudio BORGHI, presidente, replicando all'onorevole Boschi, osserva che il dibattito in Consiglio regionale non verrebbe precluso poiché si darebbe conto della variazione in tale sede.

  Maria Elena BOSCHI (PD) ritiene sia necessario assicurare la maggior trasparenza possibile, a garanzia di tutte le opposizioni che, nelle varie regioni, appartengono a schieramenti politici diversi.

  Luigi MARATTIN (PD), replicando al presidente Borghi, ritiene che il suo ragionamento provi troppo, in quanto qualsiasi decisione di spesa prima o poi transita per il Consiglio, se non altro al Pag. 20momento dell'approvazione del rendiconto, e sottolinea che occorre invece assicurare la tempestività dell'intervento del Consiglio medesimo.

  Debora SERRACCHIANI (PD), sottolineando che vi è una differenza tra una sentenza esecutiva e una sentenza passata in giudicato, fa presente che con la disposizione proposta dall'emendamento 38-ter.1 dei relatori si permette alla Giunta regionale di dichiarare legittima una sentenza esecutiva.

  Luigi MARATTIN (PD) evidenzia che se non si modifica anche il riferimento al Consiglio regionale e alla legge contenuto nel comma 1 dell'articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2001, in coerenza con quanto stabilito al comma 4 dello stesso articolo 73 come novellato dalla proposta emendativa dei relatori, lo stesso articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011 risulterebbe contraddittorio. In proposito, chiede un parere degli uffici della Camera sull'efficacia della norma risultante dalla modifica recata dall'emendamento 38-ter.1 dei relatori. Chiede infine una riflessione su tale considerazione da parte dei relatori e del capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione bilancio.

  Claudio BORGHI, presidente, rinnovando l'apprezzamento per il lavoro svolto e la professionalità dimostrata dagli uffici della Camera, evidenzia che essi non possono essere chiamati ad esprimere pareri pro veritate nel corso dell'esame dei provvedimenti.

  Giulio CENTEMERO, relatore per la VI Commissione, replicando all'onorevole Marattin, anche a nome del collega Raduzzi, ribadisce il parere favorevole sull'emendamento 38-ter.1.

  Leonardo DONNO (M5S), replicando all'onorevole Marattin, in qualità di capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione bilancio, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento 38-ter.1 dei relatori.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Marattin 0.38-ter.1.1.

  Maria Elena BOSCHI (PD) chiede che sia interpellato il Comitato per la legislazione per valutare l'efficacia della norma di cui all'articolo 73 del decreto legislativo n. 118 del 2011 come novellata dall'emendamento 38-ter.1 dei relatori.

  Claudio BORGHI, presidente, replicando all'onorevole Boschi, fa presente che in una fase avanzata dell’iter del provvedimento, quale è quella dell'esame a seguito del rinvio in Commissione, non appare possibile interpellare il Comitato per la legislazione.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 38-ter.1 dei relatori (vedi allegato 2).

  Le Commissioni deliberano quindi di conferire il mandato ai relatori di riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Deliberano altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Claudio BORGHI, presidente, comunica che il Partito Democratico ha designato il deputato Marattin come relatore di minoranza sul provvedimento in esame.

  La seduta termina alle 15.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 202 dell'11 giugno 2019, apportare le seguenti modifiche:
   alla pagina 17, seconda colonna, sesta riga, dopo le parole: «e Faro 20.5» inserire le seguenti: «, nonché l'emendamento Faro 22.3»;
   alla pagina 17, seconda colonna, nona riga, sostituire le parole: «. Esprime, infine, parere favorevole sull'emendamento Faro 22.3, a condizione che sia riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1) mentre formula un Pag. 21invito al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario,» con la seguente: «e»;
   alla pagina 17, seconda colonna, ventitreesima riga, dopo le parole: «e Faro 20.5» inserire le seguenti: «e l'emendamento Faro 22.3»;
   alla pagina 18, seconda colonna, quarantacinquesima riga, le parole: «Marialuisa FARO (M5S) accetta la riformulazione dell'emendamento a sua prima firma 22.3.», sono soppresse;
   alla pagina 19, prima colonna, prima riga, le parole: «Le Commissioni approvano l'emendamento Faro 22.3, come riformulato (vedi allegato 1).», sono soppresse;
   alla pagina 31, seconda colonna, diciottesima riga, le parole da: «ART. 22» sino alle seguenti: «22. 3 (Nuova formulazione). Faro, Trano, Vallascas», sono soppresse.

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 205 del 17 giugno 2019, apportare le seguenti modifiche:
   alla pagina 27, seconda colonna, decima riga, sostituire la parola: «dodicesima» con la seguente: «ventunesima»;
   alla pagina 31, seconda colonna, quindicesima riga, sostituire le parole: «, a condizione che sia riformulato» con le seguenti: «e sull'emendamento Faro 22.3, già accantonato nella seduta dell'11 giugno scorso, a condizione che siano riformulati, in identico testo,»;
   alla pagina 32, seconda colonna, ventottesima riga, sostituire le parole: «, nel testo riformulato.» con le seguenti: «e l'emendamento Faro 22.3 identicamente riformulati.»;
   alla pagina 35, prima colonna, settima riga, le parole: «nel testo riportato in allegato (vedi allegato 2)», sono soppresse;
   alla pagina 78, prima colonna, quarta riga, dopo la parola: «Prestigiacomo» deve intendersi aggiunta la seguente: «Gelmini»;
   alla pagina 82, seconda colonna, terza riga, sostituire le parole: «I Relatori» con le seguenti: «Comaroli, Bellachioma, Gusmeroli, Cavandoli, Vanessa Cattoi, Covolo, Cestari, Ferrari, Gerardi, Frassini, Alessandro Pagano, Pretto, Paternoster, Ribolla, Tarantino, Tomasi»;
   alla pagina 82, prima colonna, ventisettesima riga, sostituire le parole: «38. 028. (Nuova formulazione) Comaroli, Bellachioma, Gusmeroli, Cavandoli, Vanessa Cattoi, Covolo, Cestari, Ferrari, Gerardi, Frassini, Alessandro Pagano, Pretto, Paternoster, Ribolla, Tarantino, Tomasi.» con le seguenti: «*38. 028. (Nuova formulazione) Comaroli, Bellachioma, Gusmeroli, Cavandoli, Vanessa Cattoi, Covolo, Cestari, Ferrari, Gerardi, Frassini, Alessandro Pagano, Pretto, Paternoster, Ribolla, Tarantino, Tomasi. *22. 3 (Nuova formulazione). Faro, Trano, Vallascas.».
   alla pagina 91, seconda colonna, trentunesima riga, dopo la parola: «Trano» deve intendersi aggiunta la seguente: «Gallinella».

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