CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 13 maggio 2019
187.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 30

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 13 maggio 2019. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Raffaele Volpi.

  La seduta comincia alle 13.50.

Variazione sulla composizione della Commissione.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che il deputato Giorgio SILLI entra a far parte della Commissione, quale componente del gruppo Misto.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Pag. 31

DL 34/2019: Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi.
C. 1807 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Davide GALANTINO (M5S), relatore, introduce l'esame del provvedimento osservando che il decreto-legge n. 34 del 2019 si compone di 51 articoli distribuiti in IV Capi, che recano molte e importanti novità economiche, fiscali e di sviluppo volte a dare un forte impulso alla ripresa economica del Paese, attraverso misure concrete a sostegno delle imprese e degli investimenti.
  Evidenzia, quindi, che le principali misure del provvedimento prevedono sgravi e incentivi fiscali, disposizioni per il rilancio degli investimenti privati, norme per la tutela del made in Italy e ulteriori misure per la crescita.
  In particolare, segnala: la reintroduzione dell'agevolazione che consente di maggiorare del 30 per cento il costo di acquisizione a fini fiscali degli investimenti in beni materiali strumentali nuovi per i titolari di reddito d'impresa, arti e professioni, cosiddetto super-ammortamento (articolo 1); la sostituzione dell'agevolazione IRES al 15 per cento (cosiddetta mini-IRES) disposta dalla legge di bilancio 2019 in favore di imprese che reinvestono i propri utili o effettuano nuove assunzioni con un diverso incentivo che prevede una progressiva riduzione dell'aliquota IRES sul reddito di impresa correlata al solo reimpiego degli utili (articolo 2); l'incremento progressivo della percentuale deducibile dal reddito d'impresa e dal reddito professionale dell'IMU dovuta sui beni strumentali (articolo 3); la semplificazione delle procedure di fruizione della tassazione agevolata sui redditi derivanti dall'utilizzo di taluni beni immateriali, cosiddetta patent box, consentendo ai contribuenti di determinare e dichiarare direttamente il proprio reddito agevolabile in alternativa alla procedura di accordo preventivo e in contraddittorio con l'Agenzia delle entrate (articolo 4); alcune modifiche alle vigenti agevolazioni in favore dei lavoratori rimpatriati e dei docenti e ricercatori che rientrano in Italia (articolo 5); alcune modifiche al regime dei forfetari che dovranno effettuare le ritenute sui redditi da lavoro dipendenti corrisposti diventando di nuovo sostituti di imposta (articolo 6); alcune modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico, nonché per la valorizzazione edilizia; (articoli 7, 8 e 10); gli incentivi alle aggregazioni d'imprese e per chi investe nella ricerca sulle tecnologie energetiche pulite (articolo 11); l'estensione della fattura elettronica obbligatoria per le operazioni con lo Stato di San Marino (articolo 12); la riapertura della rottamazione delle multe e del tributi degli enti locali (articolo 15); il credito d'imposta per le commissioni riferite a pagamenti elettronici da parte di distributori di carburante (articolo 16); alcune modifiche alla misura di sostegno che consente alle micro, piccole e medie imprese di accedere a finanziamenti agevolati per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature (articolo 20); la proroga e il rafforzamento del credito d'imposta per ricerca e sviluppo (articolo 26); la previsione di un nuovo tipo di impresa, la Società di investimento semplice (SIS), che potrà investire solo in start-up non quotate, in cambio di esenzione dalle imposte sui redditi da capitale (articolo 29); l'introduzione del cosiddetto «marchio storico di interesse nazionale» per i marchi di almeno 50 anni (articolo 31); misure per l'assunzione di personale nelle regioni a statuto ordinario e nei comuni (articolo 33); un piano grandi investimenti nelle zone economiche speciali e nelle aree di crisi complessa, con particolare riferimento a Veneto e Campania (articolo 34).
  Sottolinea, inoltre, che l'articolo 38 dispone il trasferimento a Roma capitale della titolarità dei crediti e del piano di estinzione dei debiti della Gestione commissariale del Comune di Roma, prevedendo Pag. 32l'iscrizione in bilancio, a fronte dei crediti, di un adeguato fondo crediti di dubbia esigibilità, nonché l'attribuzione a Roma Capitale delle risorse necessarie a far fronte al piano di estinzione dei debiti.
  L'articolo 39 prevede invece, limitatamente al triennio 2019-2021, la possibilità per l'ANPAL (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) di avvalersi di società in house già esistenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'implementazione degli strumenti necessari all'attuazione del Reddito di cittadinanza.
  L'articolo 41 amplia la platea di lavoratori, già occupati in imprese operanti in aree di crisi industriale complessa, ai quali può essere concesso, in presenza di determinate condizioni, il trattamento di mobilità in deroga, mentre l'articolo 46 interviene sulla disposizione (comma 6 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 1 del 2015) che esclude la responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente dell'ILVA di Taranto.
  Infine, l'articolo 47 autorizza il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad assumere, a partire dal 1o dicembre 2019, 100 unità di personale, con contratto a tempo indeterminato, di alta specializzazione ed elevata professionalità, allo scopo di rendere più efficiente e celere lo svolgimento dei compiti dei Provveditorati interregionali alle opere pubbliche.
  Ciò premesso, osserva che la disposizione che riguarda gli ambiti di competenza della Commissione difesa (articolo 32, comma 4) si riferisce alla previsione di alcune modifiche al codice della proprietà industriale, volte a specificare, nell'ambito della lotta alla contraffazione, che nel divieto già vigente di registrazione come marchi di simboli emblemi e stemmi che rivestono interesse pubblico, siano inclusi i segni riconducibili alle Forze dell'ordine e alle Forze armate e i nomi di Stati e di enti pubblici territoriali italiani. Si introduce altresì la previsione che non possono formare oggetto di registrazione come marchi parole, figure o segni lesivi dell'immagine o della reputazione dell'Italia.
  Alla luce di quanto evidenziato, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

DL 35/2019: Misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria.
C. 1816 Governo.
(Parere alla Commissione XII).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Domenico FURGIUELE (Lega), relatore, riferisce, in premessa, che le recenti vicende di cronaca riguardanti il settore sanitario nella sua regione, la Calabria, hanno portato all'attenzione del Paese una realtà che non si può certo ascrivere tra quelle più prestigiose.
  Rileva, quindi, che proprio per tale ragione l'Esecutivo ha deciso di tenere nella stessa regione Calabria una riunione del Consiglio dei ministri in cui è stato approvato il provvedimento in esame, dando così testimonianza dell'attenzione del Governo su una problematica di assoluta importanza quale quella del diritto della popolazione locale a ricevere gli stessi livelli essenziali di assistenza assicurati nelle altre regioni.
  Osserva, quindi, che il decreto-legge n. 35 del 2019, composto da III Capi e da 16 articoli, reca diverse disposizioni relative alla previsione di misure urgenti per il servizio sanitario della Regione Calabria, nonché altre misure urgenti in materia sanitaria.
  In particolare, il Capo I del decreto, composto da 10 articoli, è interamente dedicato a disposizioni speciali per la Regione Calabria volte a ripristinare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in ambito sanitario di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, Pag. 33nonché ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi del Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale secondo i relativi programmi operativi. Tutti gli interventi proposti, pertanto, si configurano come provvedimenti normativi straordinari, assunti per un periodo temporale limitato a 18 mesi (ai sensi dell'articolo 15, comma 1 del presente decreto), con i quali si intende traghettare la sanità calabrese verso situazioni amministrative «normali».
  Il Capo II (articoli da 11 a 13) reca invece misure urgenti su specifiche tematiche del settore sanitario su cui è necessario intervenire al fine di assicurare la continuità nell'erogazione delle prestazioni sanitarie afferenti ai livelli essenziali di assistenza, tra le quali viene in evidenza un tema di particolare rilevanza connesso ai limiti di spesa per le assunzioni di personale nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, limite che, nel corso degli anni, ha determinato il blocco del turn over e, quindi, la carenza di personale sanitario.
  Il Capo III (articoli da 14 a 16) reca le disposizioni finanziarie, transitorie e finali. In particolare, l'articolo 15 reca le disposizioni transitorie e finali riferite alle norme di cui al capo I, stabilendo che le misure introdotte dal decreto-legge in esame abbiano una vigenza di 18 mesi.
  Con specifico riguardo ai profili di competenza della Commissione difesa, segnala l'articolo 9 che prevede lo svolgimento di un'attività di collaborazione da parte del Corpo della Guardia di finanza in favore del Commissario ad acta della regione Calabria, nonché degli eventuali Commissari straordinari e Commissari straordinari di liquidazione nominati, ai sensi degli articoli 3 e 5 del decreto, rispettivamente, per i singoli enti o aziende del Servizio sanitario della Regione Calabria e per l'eventuale gestione straordinaria del medesimo ente o azienda.
  In particolare, il comma 1 prevede che, nell'esercizio delle proprie funzioni, i citati Commissari possano avvalersi del Corpo della Guardia di finanza per lo svolgimento di attività dirette al contrasto delle violazioni in danno degli interessi economici e finanziari connessi all'attuazione, nella regione, del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario. Resta comunque fermo che il Corpo della Guardia di finanza opera nell'ambito delle autonome competenze istituzionali e dei propri poteri.
  Il comma 2, invece, demanda ad un'apposita convenzione tra il Ministero della salute ed il Corpo della Guardia di finanza la definizione delle modalità operative della collaborazione e delle procedure di ristoro degli oneri sostenuti dal medesimo Corpo. Al riguardo, è autorizzata una spesa nel limite massimo, pari a 160.000 euro per il 2019 ed a 320.000 euro per il 2020 (comma 3).
  Infine, la norma in esame richiama la possibilità, disciplinata dall'articolo 2133 del codice dell'ordinamento militare, di stipulazione, tra il Corpo in esame e soggetti pubblici e privati, di permute di materiali o prestazioni ai fini del contenimento delle spese di potenziamento, ammodernamento, manutenzione e supporto per mezzi, materiali e strutture in dotazione al Corpo.
  Tutto ciò considerato, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

  Maria TRIPODI (FI), anche a nome del gruppo di Forza Italia, preannuncia un voto contrario in considerazione del fatto che il provvedimento presenta molte criticità e non risulta adeguato a soddisfare le esigenze della popolazione di una regione dalla quale, a sua volta, proviene.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Lunedì 13 maggio 2019. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Raffaele Volpi.

  La seduta comincia alle 14.05.

Pag. 34

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ripartizione delle risorse del Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese.
Atto n. 81.
(Rilievi alla V Commissione).
(Esame rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto in oggetto.

  Luca FRUSONE (M5S), relatore, osserva che la Commissione avvia oggi l'esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante la ripartizione delle risorse del fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese, al fine di formulare dei rilievi alla Commissione bilancio ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento.
  Ricorda, quindi, che tale fondo – la cui dotazione complessiva è di circa 43,6 miliardi di euro per gli anni dal 2019 al 2033 – è stato istituito dai commi 95 e 96 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018) e che le relative risorse sono finalizzate al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese.
  Osserva, inoltre, che tale dotazione è stata ridotta, ai sensi dello stesso comma 96, di un importo complessivo pari a 900 milioni di euro, al fine di finanziare il prolungamento della linea metropolitana 5 (M5) da Milano fino al comune di Monza e, pertanto, le risorse residue del Fondo ammontano a complessivi 42,7 miliardi di euro, con il seguente profilo finanziario: 725 milioni di euro per l'anno 2019, 1.250 milioni di euro per l'anno 2020, 1.575 milioni di euro per l'anno 2021, 3.155 milioni di euro per l'anno 2022, 3.070 milioni di euro per l'anno 2023, 3.055 milioni di euro per l'anno 2024, 3.100 milioni di euro per l'anno 2025, 3.180 milioni di euro per l'anno 2026, 3.290 milioni di euro per l'anno 2027, 3.300 milioni di euro per l'anno 2028, 3.400 milioni per ciascuno degli anni dal 2029 al 2033.
  Ricorda, infine, che al riparto del fondo si provvede con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 31 gennaio 2019, sulla base di programmi settoriali presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato per le materie di propria competenza.
  Passando al contenuto di merito del provvedimento, composto da 1 solo articolo, sottolinea che le risorse – ripartite ai sensi del comma 1 tra le amministrazioni centrali dello Stato, come da elenco riportato nell'Allegato 1 allo schema di decreto – sono state assegnate per oltre due terzi (37,7 per cento) al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per il 16,8 per cento al Ministero dello sviluppo economico, per il 13,6 per cento al Ministero della difesa e per il 9,4 per cento al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. A tutti gli altri Ministeri sono state assegnate quote inferiori al cinque per cento.
  Segnala, quindi, che il comma 2 puntualizza che gli interventi da finanziare, nell'ambito dei settori di spesa individuati, sono realizzati secondo le procedure previste dalla vigente legislazione anche, ove necessario, attraverso l'intesa con i livelli di governo decentrati e il sistema delle autonomie.
  I commi 3 e 4 riguardano, invece, il monitoraggio e il controllo dei programmi finanziati, previsto nel comma 105 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2019.
  Infine, i commi 5 e 6 riguardano le somme assegnate ma non impegnate, in Pag. 35relazione alle quali viene richiamato il comma 98 dell'articolo 1 della legge n. 145 del 2018, che prevede l'individuazione, nei decreti di riparto, dei criteri e delle modalità per l'eventuale revoca degli stanziamenti, anche pluriennali, non utilizzati entro diciotto mesi dalla loro assegnazione, e la loro diversa destinazione nell'ambito delle finalità del fondo.
  Quanto alle risorse destinate al Ministero della difesa, evidenzia che al dicastero sono stati assegnati nel complesso 5.800 milioni di euro per il periodo dal 2019 al 2033, di cui 69 milioni nel 2019, 100 milioni nel 2020, 138 milioni nel 2021 e quote superiori ai 400 milioni a partire dal 2022. Rispetto al totale complessivo delle risorse ripartite, le risorse assegnate al dicastero della difesa rappresentano circa il 9,5 per cento nel 2019, l'8 per cento nel 2020 e circa l'8,8 per cento nel 2021, per poi assestarsi su percentuali superiori al 13 per cento.
  Infine, fa presente che l'allegato 1 non reca alcuna indicazione dei settori in cui le risorse verranno impiegate.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega) condivide l'obiettivo dello schema di decreto in esame, che è quello di rilanciare gli investimenti pubblici nell'intento di promuovere la crescita del Paese.
  Evidenzia, quindi, che con riguardo al comparto della Difesa, gli investimenti programmati hanno una duplice valenza perché servono, da un lato, a sostenere un settore di industrie particolarmente trainanti promuovendo anche la ricerca di nuove tecnologie e, dall'altro, a dotare le nostre Forze armate dei beni strumentali necessari affinché possano assolvere al meglio il loro compito istituzionale di garantire la difesa e la sicurezza dell'intero Paese.
  Rileva, tuttavia, che l'allegato che correda lo schema di decreto riporta esclusivamente le somme assegnate al dicastero nel loro complesso e, pertanto, ritiene che senza ulteriori dettagli in merito ai singoli progetti in cui il dicastero impiegherà i fondi assegnati non sia possibile esprimere alcun rilievo alla Commissione competente per il merito.

  Salvatore DEIDDA (FdI) condivide le considerazioni del collega Ferrari, aggiungendo che occorre prestare la dovuta attenzione anche al fatto che gli investimenti siano equamente distribuiti a livello geografico.
  Conclude evidenziando che, in considerazione degli effetti duali da essi prodotti, una considerevole parte degli investimenti della Difesa sono contabilizzati nel bilancio del Ministero dello sviluppo economico ed auspica che, in futuro, questi possano essere assegnati direttamente al dicastero della difesa, in modo da evitare la possibile sottrazione di risorse.

  Maria TRIPODI (FI) concorda con il ragionamento dei colleghi precedentemente intervenuti e sottolinea come occorra tutelare lo strumento militare e sforzarsi di assegnare alla Difesa fondi certi ed appositamente mirati, dal momento che la difesa del Paese è un obiettivo strategico inderogabile.

  Luca FRUSONE (M5S), relatore, sottolinea come effettivamente la tabella allegata non precisi l'allocazione dei fondi assegnati ai singoli dicasteri e condivide la richiesta di informazioni più dettagliate.
  Quanto, invece, agli investimenti che vengono sostenuti attraverso risorse allocate nel bilancio del Ministero dello sviluppo economico, precisa che un'eventuale riassegnazione al dicastero della Difesa comporterebbe che la quota di bilancio assegnata al settore degli investimenti potrebbe facilmente superare l'obiettivo, fissato dalla legge n. 244 del 2012, del raggiungimento della quota di bilancio della Difesa pari al 25 per cento.

  Gianluca RIZZO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

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SEDE REFERENTE

  Lunedì 13 maggio 2019. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Angelo Tofalo.

  La seduta comincia alle 18.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo.
Nuovo testo C. 875 Corda e abbinate C. 1060 Maria Tripodi e C. 1702 Pagani.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 maggio 2019.

  Gianluca RIZZO, presidente, ricorda che nell'ultima seduta la Commissione ha proseguito l'esame degli emendamenti ed ha concluso le votazioni relative agli articoli da 1 a 9, da 11 a 14 e 18, restando accantonate tutte le proposte emendative riferite all'articolo 10 e alcune proposte emendative riferite agli articoli 15, 16 e 17.
  Avverte, quindi, che nella giornata di giovedì 9 maggio la relatrice ha ritirato il proprio emendamento 10.4 ed ha presentato il nuovo emendamento 10.100 (vedi allegato 3); conseguentemente sono decaduti i sub-emendamenti Ferrari 0.10.4.1 e Maria Tripodi 0.10.4.2, riferiti all'emendamento della relatrice ritirato.
  Comunica, infine, che alla scadenza del termine per la presentazione di sub-emendamenti, fissato per venerdì 10 maggio alle ore 13, sono stati presentati due sub-emendamenti, Maria Tripodi 0.10.100.1 e Ferrari 0.10.100.2, entrambi ritenuti ammissibili (vedi allegato 3).

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) ritira il proprio emendamento 10.8.

  Emanuela CORDA (M5S), relatrice, propone di accantonare gli emendamenti riferiti agli articoli 10 e 16 e di procedere con l'esame delle restanti proposte accantonate.

  Salvatore DEIDDA (FdI) si dichiara contrario a rinviare ulteriormente l'esame delle proposte emendative riferite agli articoli 10 e 16, osservando che la maggioranza ha avuto moltissimo tempo a disposizione per approfondire tutte le questioni e cercare di risolvere le divergenze all'interno della stessa.
  Osserva, quindi, che la situazione attuale è il frutto di una campagna di cattiva informazione che è stata fatta cercando di addossare ad alcuni gruppi parlamentari la responsabilità di non volere riconoscere i diritti sindacali al personale militare quando, al contrario, la maggioranza ha deciso in maniera irremovibile di respingere gli emendamenti presentati dal gruppo di Fratelli d'Italia che avrebbero consentito di concedere maggiori tutele ai nostri soldati.

  Maria TRIPODI (FI) manifesta assoluta contrarietà alla proposta della relatrice ricordando che l'esame del provvedimento è stato già più volte dilazionato per consentire i necessari approfondimenti.
  Non ravvisa, quindi, l'esigenza di rinviare ulteriormente l'esame delle proposte emendative che incidono su uno dei punti più qualificanti del provvedimento, sul quale il dibattito della Commissione è stato già ampiamente svolto anche in sede di comitato ristretto.

  Emanuela CORDA (M5S), relatrice, confuta le argomentazioni che sostengono che la maggioranza sia divisa al suo interno Pag. 37e manifesta, invece, l'esigenza di lavorare bene con i tempi più congrui.
  Rileva inoltre che le dichiarazioni rilasciate da alcune associazioni sindacali di militari testimoniano che effettivamente c’è del malessere nel personale militare, rispetto al quale nessuna colpa può essere addossata al lavoro svolto dalla relatrice e dalla maggioranza.

  Alberto PAGANI (PD) esprime forte disagio per un percorso tortuoso del provvedimento su cui il gruppo del Partito democratico aveva sin dall'inizio chiesto di riflettere adeguatamente e di procedere con cautela.
  Sottolinea, quindi, che nonostante l'esame delle criticità emerse sia stato più volte rinviato, ad oggi la maggioranza non è ancora giunta ad una sintesi delle diverse posizioni.
  Preannuncia, quindi, la disponibilità del proprio gruppo a procedere sin da ora all'esame di tutte le proposte emendative, anche in considerazione del fatto che non vede le ragioni di un ulteriore rinvio che lascerebbe la situazione immutata.

  La Commissione respinge la proposta di accantonamento degli emendamenti riferiti agli articoli 10 e 16.

  Emanuela CORDA, relatrice, formula parere favorevole sull'emendamento Ferrari 10.1, invitando al ritiro i presentatori degli emendamenti Russo 10.2 e Toccalini 10.3.
  Formula, quindi, parere contrario sui subemendamenti Maria Tripodi 0.10.100.1 e Ferrari 0.10.100.2.
  Formula, altresì, parere contrario sugli emendamenti Pettazzi 10.5, sugli identici emendamenti Maria Tripodi 10.6 e Pagani 10.7, nonché sugli emendamenti Maria Tripodi 10.01 e Pagani 10.02.
  Esprime, infine parere contrario sull'emendamento Ferrari 16.01, in precedenza accantonato.
  Passando alle proposte emendative riferite agli articoli 15, 16 e 17, ribadisce i pareri già espressi nella seduta di giovedì 9 maggio, ovvero parere contrario sugli emendamenti Deidda 15.02, 15.03 e 15.04, invito al ritiro altrimenti parere contrario sull'emendamento Iorio 16.2, parere contrario sull'emendamento Deidda 16.4 e favorevole sull'emendamento Iovino 16.6. Infine invita al ritiro i presentatori dell'emendamento Lotti 17.1 e Roberto Rossini 17.2.

  Il sottosegretario Angelo TOFALO esprime parere conforme alla relatrice.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la Commissione passa all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 10.

  La Commissione approva l'emendamento Ferrari 10.1 (vedi allegato 4).

  Giovanni RUSSO (M5S) ritira il proprio emendamento 10.2.

  Luca TOCCALINI (Lega) ritira l'emendamento 10.3 a sua prima firma.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S), intervenendo sul subemendamento Maria Tripodi 0.10.100.1, chiede alla presentatrice chiarimenti sul relativo contenuto.

  Maria TRIPODI (FI) precisa che la proposta emendativa sostiene, sul tema della giurisdizione, una diversa posizione politica rispetto a quella della relatrice e del gruppo del M5S.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) osserva che l'emendamento 10.100 della relatrice introduce nel provvedimento un tema fondamentale che serve a completare il quadro delle tutele sindacali riconosciute al personale militare dal provvedimento stesso.
  Sottolinea come la devoluzione delle controversie in materia sindacale del personale militare al giudice del lavoro sia necessaria affinché i diritti che il provvedimento disciplina siano effettivi e reali.
  Al contrario, attribuire la giurisdizione su tali questioni del giudice amministrativo comporterebbe una serie di pregiudizi, Pag. 38tra i quali cita l'impossibilità di ammettere tutti i mezzi di prova che sono consentiti nel rito ordinario.
  Rileva, ancora, che nel rito ordinario i tempi del processo sono stati notevolmente ridotti e che, pertanto, l'emendamento della relatrice riconosce al personale militare una tutela completa che non rende possibile accettare deroghe a tale impianto.
  Prende atto che il subemendamento della collega Maria Tripodi stravolge l'impianto del provvedimento ed auspica, quindi, che la Commissione non voglia scrivere una brutta pagina della storia del diritto sindacale e del lavoro prevedendo, per il personale militare, la risoluzione delle controversie sindacali tramite la giurisdizione amministrativa.
  Aggiunge che la soluzione prospettata dal sub-emendamento risulta anche particolarmente gravosa per il personale militare in quanto la presentazione di ricorsi dinanzi ai tribunali amministrativi comporterà certamente degli oneri più consistenti rispetto a quelli previsti per i giudizi dinanzi al giudice ordinario.

  Emanuela CORDA (M5S), relatrice, sottolinea la bontà del suo emendamento sul tema della giurisdizione e fa presente che questo è stato presentato nell'intento di rispondere nella maniera più completa alle sollecitazioni provenienti dalla sentenza della Corte costituzionale dell'ottobre 2018 che ha sancito l'illegittimità del divieto di costituire associazioni sindacali tra militari.
  Si dichiara quindi preoccupata per l'eventualità che il personale militare non possa difendere i propri diritti sindacali in maniera adeguata ed evidenzia che il provvedimento già ha recepito i numerosi paletti che sono stati indicati nella citata sentenza della Corte costituzionale.
  Ritiene che attraverso la modifica proposta al suo emendamento si tenti in realtà impedire il pieno svolgimento di quei diritti sindacali che il provvedimento intende riconoscere, depotenziandone così la portata.
  Si tratta di un modo di procedere che considera scorretto e che non è disposta ad accettare.

  Luca FRUSONE (M5S) considera paradossale la discussione che si sta svolgendo su una proposta emendativa che deroga a qualcosa che è del tutto normale. Osserva, infatti, che durante l'esame del provvedimento sembrava pacifico che la giurisdizione sulle controversie sindacali dovesse essere quella del giudice ordinario e avverte che le conseguenze di questo mutamento avranno serie conseguenze per i diritti sindacali del personale militare.
  Occorre difendere la scelta operata dalla relatrice e dal Movimento 5 stelle e considera un attentato ai diritti sindacali dei militari il volere attribuire al giudice amministrativo la giurisdizione sulle controversie sindacali.

  Maria TRIPODI (FI) considera eccessivi i toni utilizzati anche perché il provvedimento si trova ancora in fase di prima lettura e non è ancora giunto all'esame dell'Assemblea.
  Rammenta, quindi, che il gruppo di Forza Italia ha sempre sostenuto la necessità di approvare un testo che fosse il più condiviso possibile, proprio per testimoniare l'unità del Parlamento nei confronti di un tema così sentito dal mondo militare.

  Antonio DEL MONACO (M5S) non comprende le ragioni per cui si vuole introdurre una differente forma di giurisdizione per le controversie sindacali riguardanti il mondo militare e ribadisce la necessità di approvare una buona legge che disciplini in maniera conforme a quanto avviene per il comparto del pubblico impiego.
  Rivolge quindi un appello a respingere il subemendamento Maria Tripodi 0.10.100.1 ed a approvare, invece, l'emendamento della relatrice 10.100.

  Salvatore DEIDDA (FdI) desidera illustrare i contenuti della sua proposta emendativa 15.04 che, intervenendo sullo Pag. 39stesso tema, prospetta, al comma 1, la devoluzione alla giurisdizione esclusiva del giudice ordinario le controversie in materia sindacale del comparto militare, e al comma 2, la giurisdizione del giudice ordinario esclusivamente per la repressione della condotta antisindacale. Ritiene che tale proposta consenta di trovare un punto di equilibrio tra le due alternative in esame.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega) evidenzia che la soluzione che affida alla giurisdizione del giudice amministrativo le controversie in materia sindacale ben si concilia con le specificità e le peculiarità del comparto militare. Sottolinea come d'altra parte la prima e più evidente testimonianza di questa specificità sia contenuta nella disposizione che introduce il divieto di sciopero, che rappresenta, com’è noto, la tipica forma di protesta riconosciuta al lavoratore, e che è stata unanimemente condivisa dalla Commissione. Ricorda come autorevoli giuristi auditi dalla Commissione abbiano avallato le ragioni a fondamento di tale scelta e ritiene che la disposizione proposta con il sub-emendamento in esame sia anche la più coerente con il quadro giuridico delineato dalla sentenza della Corte Costituzionale.

  Alberto PAGANI (PD) condivide le considerazioni del collega Deidda riguardo l'opportunità di utilizzare termini più appropriati e riportare il clima del dibattito su toni meno accesi.
  Ricorda, quindi, che l'atteggiamento del gruppo del Partito democratico è sempre stato costruttivo e volto a far sì che il testo approvato dalla Commissione fosse il migliore possibile.

  La Commissione approva il sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che a seguito dell'approvazione del sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1 risulta assorbito il sub-emendamento Ferrari 0.10.100.2.

  La seduta, sospesa alle 20.10, è ripresa alle 20.20.

  Gianluca RIZZO, presidente, pone dunque in votazione l'emendamento della relatrice 10.100 come risultante dall'approvazione del sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) esprime, a nome del suo gruppo, un voto di astensione in merito all'emendamento 10.100 della relatrice, così come risultante a seguito dell'approvazione del sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1 per le ragioni che ha già ampiamente illustrato nel corso della seduta.

  Emanuela CORDA (M5S), relatrice, nel prendere atto dell'orientamento maturato in Commissione sulla materia della giurisdizione, preannuncia la sua astensione dal voto.

  Il sottosegretario Angelo TOFALO si rimette alla Commissione.

  La Commissione approva l'emendamento della relatrice 10.100 come risultante dall'approvazione del sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1 (vedi allegato 4).

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che a seguito dell'approvazione dell'emendamento della relatrice 10.100, così come modificato dal sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1, risultano assorbiti gli identici emendamenti Maria Tripodi 10.6 e Pagani 10.7. Precisa, altresì, che risulta precluso l'emendamento Pettazzi 10.5.
  Avverte infine che, quanto all'emendamento Ferrari 16.01, trattandosi di contenuto identico al sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1, esso risulta a sua volta assorbito.

  La Commissione, con distinte votazioni respinge gli emendamenti Maria Tripodi 10.01 e Pagani 10.02.

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  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la Commissione passa adesso all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 15.

  Salvatore DEIDDA (FdI) raccomanda l'approvazione del proprio emendamento relativo alla materia dei permessi sindacali che, a suo giudizio, merita un'appropriata disciplina.

  Roger DE MENECH (PD) interviene per sottolineare il valore politico del voto appena espresso dalla Commissione sul sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1, laddove si è registrata una evidente spaccatura della maggioranza e domanda alla relatrice se intenda in qualche misura rivedere l'impianto dell'intero provvedimento alla luce di tale voto.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) sottolinea come nella maggioranza sia stata registrata una sostanziale unanimità su tutti i profili esaminati, procedendo anche in maniera spedita sull'esame degli emendamenti con l'unica eccezione della disciplina relativa alla giurisdizione dove è maturato un orientamento difforme tra le due forze di maggioranza.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega) ribadisce come, fatta eccezione per il voto appena intervenuto, l'iter del provvedimento sia stato del tutto condiviso tra i due gruppi di maggioranza.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Deidda 15.02 e 15.03.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che a seguito dell'approvazione dell'emendamento della relatrice 10.100, così come modificato dal sub-emendamento Maria Tripodi 0.10.100.1, risulta altresì precluso l'emendamento Deidda 15.04.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la Commissione passa quindi all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 16.

  Marianna IORIO (M5S), ritira l'emendamento 16.3 sua firma.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Deidda 16.4 e approva l'emendamento Iovino 16.6.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che la Commissione passa quindi all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 17.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega) precisa che i contenuti della proposta emendativa Lotti 17.1 sono già stati sostanzialmente recepiti con l'approvazione dell'emendamento Rosato 9.3.

  Roger DE MENECH (PD), in qualità di cofirmatario, ritira l'emendamento Lotti 17.1.

  Roberto ROSSINI (M5S) ritira il proprio emendamento 17.2.

  Gianluca RIZZO, presidente, avverte che, a seguito della conclusione dell'esame degli emendamenti e dei sub-emendamenti presentati, il testo del provvedimento sarà trasmesso alle Commissioni ai fini dell'espressione del parere.

  La seduta termina alle 20.45.

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