CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 aprile 2019
176.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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AUDIZIONI INFORMALI

  Martedì 16 aprile 2019.

Audizione di rappresentanti di: Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), Federazione Italiana Canottaggio (FIC), Federazione Italiana Scherma (FIS), Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM), AEROCLUB d'Italia e Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC), nell'ambito dell'esame in sede referente del disegno di legge C. 1603-bis Governo, recante: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 11.15 alle 13.40.

COMITATO RISTRETTO

  Martedì 16 aprile 2019.

Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica o educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione (esame C. 682 Capitanio, C. 734 Gelmini, C. 916 Dadone, C. 988 Battilocchio, C. 1166 Toccafondi, C. 1182 Comaroli, C. 1425 Gelmini, C. 1464 Mura, C. 1465 Schullian, C. 1480 Pella, C. 1485 d'iniziativa popolare, C. 1499 Frassinetti, C. 1576 Fusacchia, C. 1696 Brunetta e Petizione n. 111).

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.40 alle 14.10.

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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 16 aprile 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Sul rogo nella Cattedrale di Notre Dame.

  Alessandra CARBONARO (M5S) ritiene non si possa fare a meno, oggi, soprattutto in questa Commissione, di prendere la parola per esprimere dolore per il tragico rogo nella Cattedrale di Notre Dame e per dichiararsi vicini ai cittadini francesi, e parigini in particolare.

  Alessandro FUSACCHIA (Misto-+E-CD), associandosi alla collega Carbonaro, propone che la Commissione manifesti in qualche modo simbolico la propria solidarietà ai francesi.

  Luigi GALLO, presidente, assicura che si farà parte attiva per manifestare, attraverso una lettera al presidente della Commissione omologa dell'Assemblea nazionale francese, la vicinanza della Commissione Cultura al popolo francese.

Documento di economia e finanza 2019.
Doc. LVII, n. 2 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che la Commissione dovrà concludere l'esame, con l'espressione del parere alla Commissione Bilancio, entro domani, in quanto la discussione della Nota di aggiornamento è programmata in Assemblea per dopodomani, giovedì 18 aprile.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, rileva come il Documento di economia e finanza 2019 tracci le linee guida della politica di bilancio e di riforma per il prossimo triennio, con l'obiettivo fondamentale di una nuova fase di sviluppo economico e di un miglioramento dell'inclusione sociale e della qualità della vita, nel pieno rispetto dei vincoli europei. Sottolinea che il Governo, seppur in un contesto economico congiunturale profondamente cambiato e più complesso, caratterizzato da un marcato rallentamento della crescita europea e mondiale, conferma con il Documento gli obiettivi prioritari della sua azione: ridurre progressivamente il gap di crescita con la media europea e, al contempo, il rapporto debito/PIL. A tal fine, la strategia dell'Esecutivo ribadisce il ruolo degli investimenti pubblici come fattore fondamentale di crescita, innovazione, infrastrutturazione sociale e aumento di competitività del sistema produttivo attraverso il sostegno all'istruzione, alla formazione e alla ricerca. Guardando alle più recenti previsioni delle istituzioni internazionali si osserva che, pur in un quadro di rallentamento, nel 2020 la nostra economia dovrebbe ridurre il divario di crescita rispetto alla media dei paesi dell'Area Euro e alle grandi economie europee. In generale è opportuno ribadire che le previsioni ufficiali sono e devono essere di natura prudenziale, poiché finalizzate alla costruzione di un quadro attendibile e condiviso di finanza pubblica. Il Governo punta a conseguire risultati ben più significativi in materia di crescita economica all'interno di un approccio attento alla dimensione del benessere equo e sostenibile. In tal senso, sebbene in questa fase del ciclo di programmazione economica la rideterminazione delle previsioni di crescita Pag. 124può comportare una naturale restrizione previsionale del perimetro d'azione delle politiche fiscali e di investimento, il Governo ribadisce la volontà politica di perseguire gli obiettivi di sostegno e rilancio dell'istruzione pubblica, della formazione, della ricerca e dei beni culturali.
  Tutto ciò premesso, ricorda brevemente che il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce lo strumento principe della programmazione economica del Governo. Come noto le Camere lo esaminano e deliberano su di esso mediante risoluzioni che possono contenere anche integrazioni e modifiche del documento. Prima della discussione in Assemblea, il DEF è esaminato dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, le quali devono sentire il parere delle Commissioni di settore, che si esprimono sulle parti di loro competenza. Quanto al contenuto, il DEF si compone di tre parti. La prima è costituita dal programma di stabilità; la seconda dall'analisi delle tendenze della finanza pubblica; la terza è il programma nazionale delle riforme. Venendo al DEF 2019 in esame, riferirò innanzitutto per sommi capi sulla parte generale e poi mi addentrerò più in dettaglio nelle parti di nostra competenza.
  Nella premessa, il Governo – dopo aver sottolineato la piena realizzazione del programma iniziale di riforma economica e sociale descritto nella Nota di aggiornamento del DEF 2018 – evidenzia che, dato il contesto economico internazionale ed europeo, che si è fatto progressivamente più difficile, e in presenza di tensioni nel mercato dei titoli di Stato, è stato necessario modificare il programma iniziale per raggiungere, alla fine dello scorso anno, un accordo con la Commissione europea, senza che ciò però precludesse la realizzazione degli obiettivi di riforma e inclusione sociale. Il Governo conferma inoltre gli obiettivi fondamentali della sua azione: ridurre progressivamente il gap di crescita con la media europea che ha caratterizzato l'economia italiana soprattutto nell'ultimo decennio e, al tempo stesso, il rapporto debito/PIL. Per quanto concerne lo scenario macroeconomico nazionale, il DEF 2019 espone il quadro italiano relativo all'anno 2018 e le previsioni tendenziali per il 2019 e per il triennio 2020-2022. L'analisi e le previsioni riflettono i segnali di rallentamento della ripresa dell'economia italiana, in un contesto di debolezza economica internazionale. Con riferimento al 2018, il DEF evidenzia come l'economia italiana abbia perso slancio durante l'anno, registrando una crescita del PIL reale nel complesso dello 0,9 per cento nel 2018, in discesa rispetto all'1,6 per cento registrato del 2017. Tale risultato risulta inferiore sia a quello previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2018 – che aveva rivisto al ribasso le stime di crescita del 2018 dall'1,5 all'1,2 per cento, alla luce del peggioramento del contesto economico internazionale – sia a quello previsto a dicembre 2018, nel Documento di aggiornamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica, presentato successivamente all'approvazione della manovra di bilancio come rimodulata in conseguenza del recepimento degli accordi intervenuti tra il Governo e la Commissione europea, che aveva ulteriormente rivisto al ribasso la crescita del PIL all'1 per cento. Per quel che concerne le previsioni macroeconomiche, il DEF 2019 presenta due scenari: uno tendenziale e l'altro programmatico. Le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia delle azioni di politica economica, delle riforme e della politica fiscale messe in atto precedentemente alla presentazione del Documento stesso. Il quadro programmatico, invece, include l'impatto sull'economia delle politiche economiche prospettate all'interno del Programma di Stabilità e del Piano Nazionale delle Riforme, che saranno concretamente definite nella Nota di aggiornamento di settembre 2019 e adottate con la prossima legge di bilancio. Le due previsioni coincidono, pertanto, per l'anno in corso, mentre si differenziano gradualmente negli anni successivi. Nel DEF 2019 le stime tendenziali incorporano le misure previste dalla Legge di Bilancio per il 2019. Lo scenario a legislazione vigente (quadro tendenziale) riflette l'effetto di trascinamento Pag. 125negativo derivante dal rallentamento della crescita dell'economia italiana registrato nel secondo semestre del 2018, in un contesto economico internazionale ed europeo più difficile di quanto previsto in autunno. Nel complesso, gli indicatori economici più recenti confermano la prosecuzione di una fase ciclica debole per l'economia italiana, ma suggeriscono anche che la contrazione dell'attività economica si sia arrestata. Nel quadro tendenziale, la previsione di crescita del PIL in termini reali per il 2019 è rivista – al ribasso di 0,9 punti percentuali – allo 0,1 per cento rispetto all'1 per cento prospettato nello scenario dell'ultimo documento di aggiornamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica presentato a dicembre scorso. Negli anni successivi, il DEF prevede che il tasso di crescita reale progredisca gradualmente allo 0,6 per cento nel 2020 e allo 0,7 per cento nel 2021, fino allo 0,9 per cento nel 2022, mantenendosi per tutto il periodo previsivo al di sotto del profilo tracciato a dicembre scorso. Quanto al quadro programmatico, le stime prendono in considerazione anche l'adozione da parte del Governo dei due recenti decreti-legge «Crescita» e «Sblocca Cantieri», contenenti misure di stimolo agli investimenti privati e delle amministrazioni territoriali e misure per snellire le procedure di approvazione delle opere pubbliche e di progetti di costruzione privati. L'impatto complessivo dei due provvedimenti sull'economia viene stimato in 0,1 punti percentuali di crescita aggiuntiva del PIL reale nel 2019, che portano la crescita del PIL nello scenario programmatico allo 0,2 per cento in termini reali, rispetto allo 0,1 per cento dello scenario tendenziale. Per quanto riguarda gli anni successivi, secondo il DEF lo snellimento delle procedure per appalti pubblici e costruzioni private e il più elevato livello degli investimenti pubblici del quadro programmatico, pur in presenza di misure di copertura finanziaria, assicureranno un differenziale positivo di crescita del PIL in confronto allo scenario tendenziale pari a 0,2 punti percentuali nel 2020 (da 0,6 punti percentuali del tendenziale, a 0,8 del programmatico) e 0,1 punti nel 2021 (da 0,7 punti percentuali del tendenziale, a 0,8 del programmatico). Solo nell'ultimo anno della previsione, il 2022, la crescita del PIL risulterebbe inferiore a quella tendenziale per 0,1 punti percentuali (da 0,9 punti percentuali del tendenziale, a 0,8 del programmatico), in ragione – secondo il DEF – di un obiettivo di deficit più sfidante.
  Passando alle questioni di più diretto interesse della VII Commissione, ricorda che il Programma Nazionale di Riforma (PNR) ripercorre per politiche settoriali le diverse misure e riforme già intraprese ed espone la strategia del Governo per il prossimo triennio. In particolare, il paragrafo III indica le principali linee di intervento del programma di Governo. Il capitolo 7 di questo paragrafo III, intitolato «lavoro, educazione, welfare e lotta alla povertà» espone le linee di intervento del Governo in materia di istruzione e ricerca. A tale riguardo, ricorda che la n. 4 delle Raccomandazioni del Consiglio sul programma nazionale di riforma 2018 dell'Italia, del 13 luglio 2018, richiede, fra l'altro, la promozione della ricerca e delle competenze digitali mediante investimenti meglio mirati, nonché l'accrescimento della partecipazione all'istruzione terziaria professionalizzante. In risposta a tale raccomandazione, il Governo – ricorda il Programma – ha incrementato le risorse pubbliche destinate all'istruzione e alla ricerca, anche a livello qualitativo. Tra le altre azioni previste in risposta alla raccomandazione, il Programma cita l'introduzione in corso di un credito di imposta in ricerca e sviluppo e nuove disposizioni sul «rientro dei cervelli», con un'estensione dei benefici a partire dall'anno di imposta 2020. Tali disposizioni sono contenute nel decreto-legge «crescita».
  Nello specifico sottocapitolo relativo a Istruzione e ricerca, il PNR richiama l'esigenza di codificare, mediante un testo unico, le norme sulla scuola, operazione che sarà compiuta attraverso un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica. La Nota di aggiornamento al DEF 2018 aveva già preannunciato, fra gli Pag. 126altri disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica, anche un provvedimento «in materia di istruzione, università, alta formazione artistica, musicale e coreutica, ricerca e attività sportiva scolastica e universitaria, nonché di riassetto, semplificazione e codificazione della normativa dei medesimi settori». Un disegno di legge delega in materia di istruzione, università, ricerca e alta formazione è stato approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 28 febbraio 2019, ma non ancora presentato al Parlamento. Su di esso si diffonde il DEF 2019 nel focus «Misure in materia di semplificazioni», dove viene chiarito che il disegno di legge introduce misure per la razionalizzazione, anche attraverso fusioni o soppressioni, di enti, agenzie e organismi comunque denominati, ma anche la modifica della disciplina degli organi collegiali della scuola. Il PNR richiama poi gli impegni del Governo per contrastare l'abbandono scolastico e favorire l'educazione inclusiva, per valorizzare il corpo docente e per razionalizzare ulteriormente l'accesso alla professione di docente e il reclutamento; tra l'altro è prevista l'abolizione della chiamata diretta (al provvedimento sta lavorando la 7a Commissione del Senato).
  Il PNR richiama, inoltre, il lavoro svolto per il reclutamento di dirigenti scolastici e per la riforma dell'esame di Stato e dell'alternanza scuola-lavoro (che, come noto, a seguito del suo ripensamento ha preso il nome di «percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento»). In materia di ampliamento dell'offerta formativa, il Governo preannuncia misure per reclutare docenti con titoli idonei all'insegnamento dell'inglese, della musica e – come questa Commissione sa bene – dell'educazione motoria. Il Governo rivendica anche l'adozione del decreto ministeriale n. 721 del novembre 2018, col quale sono stati stanziati 16,7 milioni destinati, oltre che ad ampliare l'offerta formativa, anche allo sport e alle emergenze educative. Il Programma ricorda poi come nel 2018 sia stata data attuazione al Piano nazionale della scuola digitale, con interventi per 35 milioni connessi a misure definite con il già citato decreto ministeriale n. 721 del 2018. Tra l'altro, a gennaio 2019 sono state individuate 60 scuole situate in aree a rischio alle quali destinare 2 milioni per la creazione di ambienti digitali di apprendimento: misura utile per contrastare la dispersione scolastica.
  In tema di sicurezza degli edifici scolastici, il Programma ricorda che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha avviato una mappatura satellitare degli edifici in questione, in collaborazione con l'Agenzia spaziale italiana (ASI) e con il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Quanto al settore universitario, della ricerca e dell'alta formazione artistica musicale e coreutica, il PNR menziona che sono allo studio misure per ampliare la platea degli studenti universitari che beneficiano dell'esenzione contributiva (come noto, la VII Commissione sta lavorando a un provvedimento in materia). Inoltre, si intende intervenire sulla «stabilizzazione da parte delle Regioni del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio» e sulla semplificazione delle procedure amministrative per l'erogazione delle stesse. Si intende inoltre rivedere la disciplina in materia di accesso ai corsi universitari a numero programmato, tema sul quale sta lavorando, come noto, la VII Commissione).
  Il Programma rivendica, poi, che con la legge di bilancio per il 2019 sono state stanziate risorse per l'assunzione di circa 1.500 ricercatori di «tipo b» e per le relative progressioni di carriera. Ma sono previste anche assunzioni ulteriori, sia di ricercatori sia di docenti: saranno intraprese misure per migliorare la crescita professionale dei ricercatori, incentivando sia il sistema di reclutamento (con un piano straordinario di assunzioni) sia le progressioni di carriera degli accademici e dei ricercatori degli Enti di ricerca. In materia di ricercatori universitari – inoltre – la VII Commissione sta esaminando la proposta di legge n. 783 in materia di reclutamento e stato giuridico degli stessi. Il Programma annuncia, ancora, che si rafforzeranno gli investimenti pubblici in Pag. 127ricerca e si incentiverà lo strumento del partenariato pubblico-privato; e si introdurranno semplificazioni nei processi di acquisto di beni e servizi nel mondo della ricerca, mentre proseguirà la partecipazione del sistema di ricerca italiano alle iniziative finanziate dalla Commissione europea e nel nuovo programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte Europa (COM (2018) 435).
  Nel settore dell'Alta Formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), il Programma annuncia che si completerà il processo di riforma del sistema di reclutamento e che è stata avviata peraltro la fase di statizzazione. Occorre, infine, segnalare come nel testo venga data conferma di un incremento stipendiale per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, con particolare riferimento al comparto Istruzione e Ricerca il cui Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) è scaduto il 31 dicembre u.s.. Si provvederà, pertanto, al rinnovo contrattuale per il triennio 2019-2021 che prevede, sulla base delle risorse stanziate dalla legge di Bilancio per il 2019, «incrementi dell'1,3 per cento per il 2019, dell'1,65 per cento per il 2020 e dell'1,95 per cento complessivo a decorrere dal 2021». Passando al settore dei beni culturali, il Programma nazionale delle riforme conferma l'intenzione del Governo di presentare i disegni di legge già preannunciati nei precedenti documenti programmatici quali provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica. La Nota di aggiornamento al DEF 2018 aveva indicato, fra gli altri, come disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica, anche un «disegno di legge di delega al Governo per il riordino della materia dello spettacolo e per la modifica del codice dei beni culturali». La presentazione del provvedimento viene confermata dal DEF 2019. Il disegno di legge è tra quelli approvati dal Consiglio dei ministri nella riunione del 28 febbraio 2019, ma non è stato ancora presentato al Parlamento. Nel DEF si chiarisce che il provvedimento prevede in sostanza la redazione di un apposito codice dello spettacolo, contenente una nuova disciplina dello spettacolo dal vivo.
  Il Programma preannuncia, poi, un piano straordinario di assunzioni per fronteggiare il deficit di organico del Ministero per i beni e le attività culturali. E, in materia di misure per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, preannuncia che si procederà ad una mappatura dei beni culturali abbandonati e non utilizzati; all'adozione di misure di prevenzione del rischio per i siti archeologici; alla realizzazione di un Catalogo unico nazionale digitale del patrimonio culturale; al monitoraggio della gestione dei siti UNESCO italiani; allo sviluppo di reti museali; alla sperimentazione di card digitali per usufruire di beni e attività culturali; alla valorizzazione della moda e del design. Sarà inoltre attribuita valenza strategica alla sicurezza del patrimonio culturale e a questo fine sarà implementata l'Unità per la sicurezza del patrimonio culturale. Sarà promosso un piano per la digitalizzazione del patrimonio culturale e saranno investite risorse per la promozione della cultura tra i giovani, per progetti dei territori e per iniziative nei settori dell'arte contemporanea, dell'archeologia, dell'architettura, della riqualificazione delle periferie e dell'innovazione. Saranno inoltre migliorati i criteri per l'assegnazione delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) e saranno avviate azioni per il risanamento delle Fondazioni lirico-sinfoniche.
  Sottolinea che questo è, in grandi linee, il contenuto del DEF per la parte che interessa la VII Commissione. Ricorda quindi, anche se non riguarda direttamente la VII competenza, che il Programma nazionale di riforma richiama tra gli impegni del Governo anche l'attuazione dell'articolo n. 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di attribuzione di forme e condizioni di autonomia ulteriori alle regioni ordinarie. Come noto, tra le materie che possono essere oggetto di autonomia differenziata c’è anche l'istruzione. I negoziati con le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sono iniziati Pag. 128nella parte conclusiva della XVII legislatura e proseguono nella corrente legislatura; negoziati per l'attuazione del regionalismo differenziato sono stati in seguito attivati anche con Liguria, Toscana, Piemonte, Marche e Umbria.
  Sottolinea anche che un capitolo importante riguarda poi la revisione della spesa complessiva (cosiddetta spending review). Al riguardo il DEF preannuncia «un paziente lavoro di revisione della spesa corrente», che porterà a un primo pacchetto di misure nella legge di bilancio per il 2020. Il programma comporterà risparmi di spesa corrente per 2 miliardi nel 2020 (ammontare invariato rispetto al 2019), 5 miliardi nel 2021 e 8 miliardi nel 2022. Il DEF riporta poi – in un apposito focus – i risultati della nuova procedura di spending review dei Ministeri, che è stata adottata per la prima volta nella fase di formazione del disegno di legge di bilancio 2018-2020. Ricorda che un rendiconto sui risultati della prima applicazione della nuova procedura sono contenute in un apposito allegato al DEF (l'allegato VI).
  Conclude sottolineando che, in sintesi, l'obiettivo fondamentale del programma di Governo è sostenere l'avvio di una fase di sviluppo economico contraddistinta da un miglioramento dell'inclusione sociale e della qualità della vita dei cittadini. In questo senso, l'azione di Governo sarà concentrata nell'avvio di misure per il sostegno all'istruzione e alla ricerca quali fattori determinanti per la riduzione delle diseguaglianze economiche e sociali, soprattutto in termini di parità di diritti nell'accesso ai fattori di sviluppo della persona.

  Valentina APREA (FI) premette che era sua intenzione esprimere un giudizio contrario sul DEF ancor prima di ascoltare l'intervento della relatrice, in quanto il suo contenuto non solo non la convince, ma addirittura la spaventa. Negli annunci di riforme che riguardano ampiamente materie di competenza di questa Commissione e di provvedimenti su cui questa Commissione addirittura sta essa stessa lavorando, vede infatti umiliato il ruolo del Parlamento, a fronte della volontà del Governo di sostituirsi ad esso nell'esercizio del potere legislativo. Si riferisce, in particolare, alla previsione di interventi normativi per fusioni o soppressioni di enti, agenzie e organismi comunque denominati, ma anche per la modifica della disciplina degli organi collegiali della scuola: materie delicate che è impensabile di riformare con decisioni calate dall'alto. È evidente, a suo avviso, che la maggioranza sta cercando più un consenso extraparlamentare che un accordo all'interno del Parlamento su riforme che richiedono condivisione da parte delle diverse forze politiche. Preannuncia, pertanto, fin da ora il voto contrario di Forza Italia.

  Anna ASCANI (PD) constata che, nel presentare il desolante quadro economico attuale, la responsabilità non viene più attribuita, nel DEF in esame, ai Governi precedenti, ma al contesto internazionale. Si aspetta che il prossimo passo della maggioranza sarà quello di incolpare della crescita zero gli extraterrestri. È invece evidente che la causa della mancata ripresa dell'economia è la legge di bilancio approvata a dicembre, che, invece di aumentare le risorse per investimenti, ha privilegiato una spesa pubblica improduttiva che non fa e non farà crescere il PIL.
  Sottolinea la grande enfasi del DEF sul Piano scuola digitale, che però è stato pensato dal Partito Democratico, che lo aveva finanziato con ben 2 miliardi, e non con i 35 milioni con cui, ora, il nuovo Governo pensa di darvi attuazione.
  Rileva quindi la mancanza di qualsiasi visione sul futuro o di idee innovative che facciano pensare a una crescita in termini formativi e occupazionali. Si era parlato di tempo pieno universale: ma, in assenza di risorse, si conferma che era e resterà solo uno slogan elettorale.
  Nel DEF si fa cenno, inoltre, a un incremento «qualitativo» di risorse: concetto poco chiaro visto che le risorse vanno incrementate in termini quantitativi, altrimenti le misure restano sulla carta. Quanto all'incremento dei benefici Pag. 129per il cosiddetto «rientro dei cervelli», segnala che si tratta solo di un prolungamento delle agevolazioni fiscali introdotte dal Governo precedente, per le quali l'attuale Esecutivo non ha stanziato ulteriori risorse.
  Con riferimento al preannunciato testo unico in materia di istruzione, sottolinea che l'adozione di un provvedimento del genere presuppone un processo di gestazione assai lungo e complicato, che richiede un previo ascolto degli esponenti del mondo della scuola, da condurre in Parlamento, mediante un adeguato ciclo di audizioni.
  In materia di edilizia scolastica, evidenzia che la maggioranza continua a parlare di mappature, senza appostare le necessarie risorse e farle arrivare davvero ai comuni e alle scuole.
  Passando ai beni culturali, rileva che nel DEF manca qualunque riferimento alle proposte di legge in materia di diffusione della lettura, attualmente all'esame della Commissione.
  Osservando che è altresì assente dal programma governativo il rinnovo del bonus cultura per i diciottenni, ne deduce che le relative risorse saranno destinate ad altro. Non comprende poi il motivo dell'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di un disegno di legge per il riordino del settore dello spettacolo e per la redazione di un apposito codice, ritenendo che sarebbe stato più rapido e costruttivo procedere all'esercizio delle deleghe legislative attribuite all'Esecutivo dalla legge approvata nella scorsa legislatura.
  Infine, per quanto concerne l'autonomia regionale differenziata, si augura che la regionalizzazione dell'istruzione non avvenga mai e che la scuola sia tenuta fuori dal sistema dell'autonomia regionale.
  Preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

  Paola FRASSINETTI (FdI) si dichiara colpita dall'estrema genericità del contenuto del DEF, che non fa riferimento a misure specifiche, né contiene alcun approfondimento. Si riferisce, in particolare, al problema dell'edilizia scolastica, per risolvere il quale, oltre alla mappatura, occorrono risorse e interventi rapidi. Osserva che mancano risorse anche per il diritto allo studio, che sembra restare nei titoli e negli annunci della maggioranza, ma per il quale non si prevedono mai misure concrete. In materia di ricerca, rileva che c’è molta confusione di intenti e una totale mancanza di programmazione. Preannuncia il voto contrario.

  Gabriele TOCCAFONDI (Misto-CP-A-PS-A) premette che il quadro tendenziale illustrato nel DEF 2019 è decisamente poco roseo: una previsione di crescita del PIL dello 0,1 per cento rende evidente che non ci sono possibilità di crescita per l'Italia. In particolare, il DEF non prevede nulla relativamente agli ambiti di competenza della VII Commissione, salvo fare riferimento ad un disegno di legge in materia di istruzione, approvato dal Consiglio dei ministri il 28 febbraio scorso, ma a tutt'oggi non arrivato in Parlamento. Rileva mancanza di chiarezza in merito alla preannunciata modifica della disciplina degli organi collegiali della scuola e alle fusioni o soppressioni di enti, agenzie e organismi comunque denominati. In proposito, dopo aver espresso il timore, sulla base delle anticipazioni, che la fusione di enti riguarderà anche l'INVALSI, ricorda di aver presentato da mesi una sua risoluzione sull'istituto, il cui esame, pur iniziato, non ha avuto seguito.
  Conclude osservando che nel DEF non ci sono misure innovative che vadano oltre le soppressioni e i tagli. Richiamando il Governo al rispetto del ruolo della Commissione e del Parlamento, preannuncia il voto contrario.

  Luigi CASCIELLO (FI) sottolinea che nel DEF si riflette la contraddizione ormai evidente tra la posizione del Ministro dell'economia, che tenta di proteggere i conti pubblici, e quella dei due viceministri, che hanno l'occhio puntato alle imminenti scadenze elettorali. A suo avviso, il DEF mette in luce anche un'oggettiva mancanza delle risorse necessarie al raggiungimento di Pag. 130qualunque obiettivo di crescita, specialmente se il Governo continua a rispondere a logiche assistenzialistiche invece di fare scelte organiche e strutturali. Concorda con i colleghi che lo hanno preceduto sulla necessità di un dialogo con le forze sociali per poter scrivere un testo unico sulla scuola e sul richiamo al ruolo del Parlamento, al quale soltanto deve spettare la decisione normativa, della quale il Governo non ha il diritto di appropriarsi integralmente, come sta cercando di fare, mediante vere e proprie «deleghe in bianco».

  Antonio PALMIERI (FI), rilevando come dalla sua parte politica un DEF come quello in esame non può che essere criticato, si dichiara sorpreso per aver sentito la relatrice esprimere il concetto che il Governo sarebbe affidabile: un giudizio ardito, a suo avviso, considerate le continue modifiche al ribasso delle previsioni di crescita, che, in dieci mesi, sono passate da un roboante 2 per cento ad un ben più modesto 0,1 per cento, non più, tra l'altro, per colpa dei Governi precedenti, ma a causa della congiuntura internazionale negativa, e quindi comunque per colpa di altri.
  Ritiene che le prospettive per il futuro non possano che essere spaventose, specialmente in presenza del dualismo non armonioso nella compagine governativa, le cui decisioni sono condizionate dalle imminenti elezioni europee, che spingono ad accantonare i provvedimenti più urgenti e necessari.
  Alle considerazioni dei colleghi, aggiunge le sue perplessità in merito a quanto fatto dalla maggioranza in tema di alternanza scuola-lavoro, della quale si capisce solo cosa non sarà più, ma non si sa che cosa deve diventare, in quanto i decreti attuativi sulla materia non sono ancora stati emanati.
  Rileva, poi, che il DEF non contiene misure in merito alla parità scolastica.
  Esprime infine la propria contrarietà all'intenzione annunciata di non rinnovare la convenzione in essere con Radio radicale, unica emittente privata che svolge un servizio pubblico, in forma sussidiaria, la cui chiusura costituirebbe l'effetto di un atto a suo avviso dannoso per tutti e sostanzialmente antidemocratico.

  Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica o educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione.
C. 682 Capitanio, C. 734 Gelmini, C. 916 Dadone, C. 988 Battilocchio, C. 1166 Toccafondi, C. 1182 Comaroli, C. 1425 Gelmini, C. 1464 Mura, C. 1465 Schullian, C. 1480 Pella, C. 1485 d'iniziativa popolare, C. 1499 Frassinetti, C. 1576 Fusacchia, C. 1696 Brunetta e Petizione n. 111.