CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 marzo 2019
156.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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COMITATO DEI NOVE

  Mercoledì 13 marzo 2019.

Modifiche all'articolo 4 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, nonché introduzione dell'articolo 42-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di accesso aperto all'informazione scientifica.
Emendamenti C. 395-A Gallo.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 9.15 alle 9.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 13 marzo 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 9.30.

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Sulla pubblicità dei lavori.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.
C. 1637 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alle Commissioni riunite XI e XII).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Lucia AZZOLINA (M5S), relatrice, ricorda che la Commissione esamina oggi, per esprimere il parere alle Commissioni riunite XI e XII, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 4 del 28 gennaio 2019, già approvato dal Senato, che vi ha introdotto numerose modificazioni e aggiunte.
  Come noto, il decreto istituisce il reddito di cittadinanza quale misura unica di contrasto della povertà, della disuguaglianza e dell'esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro. Il decreto, inoltre, introduce in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, il diritto a conseguire la pensione anticipata con 62 anni d'età e un'anzianità contributiva minima di 38 anni (cosiddetta quota 100).
  Alcune misure del decreto incidono parzialmente su aspetti di competenza della VII Commissione, essendo riferite al personale del comparto scuola e delle Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Tra queste, segnala la previsione recata dall'articolo 11-bis – introdotto nel corso dell'esame al Senato – in base alla quale i fondi paritetici interprofessionali nazionali per la formazione continua possono finanziare, in tutto o in parte, i piani di formazione o di riqualificazione professionale previsti dal Patto di formazione di cui all'articolo 8 del decreto in esame, ossia il Patto che il datore di lavoro stipula, qualora necessario, all'atto dell'assunzione di un beneficiario del reddito di cittadinanza per garantirgli un percorso formativo o di riqualificazione professionale. Tra le finalità generali dei medesimi fondi viene inoltre aggiunta la promozione dei percorsi formativi o di riqualificazione professionale per i soggetti disoccupati o inoccupati.
  L'articolo 14 introduce, in via sperimentale, per il triennio 2019-2021, il diritto a conseguire la pensione anticipata con 62 anni d'età e con un'anzianità contributiva minima di 38 anni. La norma riguarda i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, nonché gli altri lavoratori, diversi da quelli subordinati, iscritti alle relative gestioni pensionistiche dell'INPS. L'articolo detta norme specifiche sui termini di decorrenza del trattamento e sulle limitazioni della possibilità di cumulo con redditi da lavoro. In particolare, per i dipendenti pubblici che abbiano maturato i requisiti entro la data di entrata in vigore del decreto, il comma 7 fissa la decorrenza al 1o agosto 2019, fermo restando il termine di preavviso. Per i dipendenti pubblici della sezione contrattuale «Istituzioni scolastiche ed educative» e di quella «Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica» (AFAM), che maturino i requisiti entro il 31 dicembre di un determinato anno, la decorrenza comincia dall'inizio dell'anno scolastico o accademico in cui ricadrà la suddetta data del 31 dicembre. Il comma 7-bis, introdotto nel corso dell'esame al Senato per fronteggiare gli effetti sul sistema scolastico e garantire lo svolgimento dell'attività didattica, prevede che nel primo dei concorsi pubblici per docente nella scuola secondaria, bandito secondo le ordinarie procedure dopo l'entrata in vigore della legge di conversione del decreto, le graduatorie di merito siano predisposte attribuendo ai titoli posseduti un punteggio fino al 40 per cento di quello complessivo e che al servizio svolto presso le istituzioni scolastiche del sistema Pag. 145nazionale di istruzione (scuole pubbliche e scuole paritarie private) sia attribuito un punteggio fino al 50 per cento di quello attribuibile ai titoli.
  L'articolo 15 opera una revisione della disciplina sui requisiti e sui termini di decorrenza della pensione anticipata rispetto al conseguimento dell'età anagrafica per il trattamento di vecchiaia. La disciplina concerne i lavoratori dipendenti, pubblici e privati – con esclusione di quelli iscritti a forme pensionistiche obbligatorie gestite da soggetti di diritto privato – nonché gli altri lavoratori, diversi da quelli subordinati, iscritti alle relative gestioni pensionistiche dell'INPS. Anche in questo caso, in base al comma 4, è previsto che per i dipendenti pubblici della sezione contrattuale «Istituzioni scolastiche ed educative» e di quella «Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica» (AFAM), che maturino i requisiti in oggetto entro il 31 dicembre di un determinato anno, la decorrenza del trattamento cominci all'inizio dell'anno scolastico o accademico in cui ricadrà la suddetta data del 31 dicembre. Per il personale a tempo indeterminato delle suddette due sezioni, si prevede che, in sede di prima applicazione, possa essere presentata entro il 28 febbraio 2019 la domanda di cessazione dal servizio, con effetto dall'inizio del successivo anno scolastico o accademico. Ricorda che, in base alla disciplina ordinaria, i termini per la presentazione della domanda di cessazione dal servizio da parte del personale in oggetto è fissato ogni anno con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
  L'articolo 16 reca disposizioni concernenti l'istituto sperimentale cosiddetto «opzione donna» pensato per il pensionamento anticipato delle donne, introdotto dall'articolo 1, comma 9, della legge n. 243 del 2004. Il decreto ne estende la fruizione per le lavoratrici interessate. Più specificamente, si prevede che il diritto al trattamento pensionistico anticipato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo venga riconosciuto, nei confronti delle lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2018 (in luogo del 31 dicembre 2015) un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome). Per il personale delle istituzioni scolastiche e delle Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), trova applicazione la speciale disciplina delle decorrenze (cd. finestre) dei trattamenti pensionistici di cui all'articolo 59, comma 9, della legge n. 559 del 1997. In base a quest'ultima, per i soggetti che maturino i requisiti entro il 31 dicembre di un determinato anno, la decorrenza comincia all'inizio dell'anno scolastico o accademico in cui ricade la suddetta data del 31 dicembre. In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2019, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio con effetti dall'inizio rispettivamente dell'anno scolastico o accademico.
  Conclude sottolineando che il diritto a conseguire la pensione anticipata con 62 anni di età e un'anzianità minima contributiva di 38 anni e le disposizioni dell'articolo 16 concernenti l'istituto sperimentale cosiddetto «opzione donna», permetteranno la liberazione di posti, che potranno essere destinati alla stipula di contratti a tempo indeterminato per il personale ATA, per i docenti inseriti nelle graduatorie concorsuali e nelle graduatorie ad esaurimento.

  Valentina APREA (FI) sottolinea l'accordo del suo gruppo sulle disposizioni che introducono la cosiddetta «quota 100», previsione già sostenuta dal centrodestra quale misura finalizzata a scardinare la legge nota come «legge Fornero» che aveva messo in difficoltà una vasta platea di persone. Ritiene tuttavia utile una raccomandazione al Governo volta a prevedere contestualmente misure idonee a favorire un autentico ricambio generazionale del personale docente, atteso l'alto numero di richieste di pensionamento anticipato che si abbatterà sul mondo dell'istruzione.Pag. 146
  Invita quindi a facilitare l'ingresso di giovani docenti che potrebbero offrire nuova energia per affrontare le sfide imposte dal nostro tempo. Esprime invece totale contrarietà sull'introduzione del reddito di cittadinanza che, nella costruzione di una farraginosa macchina burocratica, sta rivelandosi fallace già nella fase di avvio. Una fase, a suo avviso, iniziata frettolosamente per consentire l'incasso dell'assegno nel periodo che precede la consultazione elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo e svolta in assenza di verifica dei requisiti di accesso, dato che questi vengono autocertificati e non controllati mediante incrocio di banche dati, come ambiziosamente dichiarato dal Governo.
  Ravvisa inoltre una lacuna importante del sistema nella separazione tra il momento della fruizione del reddito e quello dell'avvio dei percorsi di inserimento lavorativo e dell'accettazione di offerte di lavoro. Tale circostanza riduce il reddito di cittadinanza a una mera politica di natura assistenziale, peraltro di carattere temporaneo. L'unico rimedio a una misura che reputa sbagliata nella sua costruzione sarebbe quello di finanziare percorsi di formazione e di riqualificazione professionale, tenuto conto, peraltro, che in base ai dati forniti dall'ISTAT la platea di potenziali beneficiari sarebbe costituita prevalentemente da persone molto distanti dal mondo del lavoro, vale a dire disoccupati di lungo corso se non addirittura persone che hanno finora lavorato «in nero», le quali necessiterebbero piuttosto di interventi finalizzati all'allineamento delle loro competenze con quelle richieste oggi dalle imprese. Invece, il provvedimento non reca misure di sostegno finanziario adeguato per i percorsi formativi, prevedendo semplicemente la sottoscrizione di un patto per la formazione e riconoscendo l'attività formativa per metà all'ente solo nel caso di assunzione del percettore di reddito a tempo pieno e indeterminato e solo qualora il datore di lavoro abbia pubblicato la disponibilità della posizione sul portale del reddito di cittadinanza.
  Reputa inadeguata anche la misura dell'assegno di ricollocazione che, allo stesso modo, non prevede percorsi formativi da condizionare all'inserimento lavorativo rendendo così altamente improbabile per i beneficiari del reddito di cittadinanza ricevere anche solo un'offerta lavorativa in quanto resteranno inappetibili per il mercato del lavoro. A suo avviso non vengono attivate né misure di inclusione sociale né di contrasto alla povertà, poiché l'elargizione di un assegno mensile, in assenza di lavoro, non consente di attivare quell'ascensore sociale che viene promesso: il provvedimento, al contrario, ha una mera natura assistenzialistica che relega i beneficiari in una sorta di trappola della povertà e mette in moto una gigantesca macchina burocratica che sembra pronta, ma di cui nessuno conosce ancora bene il funzionamento.
  Conclude ricordando che quelli della lotta contro la povertà e la mancanza di lavoro sono da sempre temi cari a Forza Italia, rispetto ai quali, tuttavia, il Governo in carica ha messo in moto meccanismi di risposta sbagliati per impostazione e metodo.

  Marco MARIN (FI), dopo aver premesso che riconosce nel provvedimento introduttivo del reddito di cittadinanza il tratto identitario del Movimento 5 Stelle, ma non quello della Lega, che appartiene geneticamente al centrodestra, come la sua parte politica, esprime riserve su questa misura, sottolineando che, come esponente di Forza Italia, non può che essere contrario a misure assistenzialistiche, ritenendo che solo il lavoro possa dare dignità e vera libertà alle persone. Il provvedimento, invece, non contrasta a suo avviso la povertà né tantomeno aiuta a trovare lavoro, specialmente in un periodo di crescente disoccupazione come quello in corso. Sottolinea, inoltre, che l'iniziale promessa di risorse finanziarie per circa 9 miliardi è stata drasticamente ridimensionata, con la riduzione delle risorse alla metà, il che lascia presumere o che i calcoli iniziali fossero sbagliati o che il progetto è irrealistico anche dal punto di vista della sostenibilità. Pag. 147
  Quanto alle misure in materia pensionistica, ritiene che lo smantellamento del sistema della «legge Fornero» andasse fatto, ma che le modalità dell'introduzione della «quota 100» non siano sufficienti a garantirne un vero ed effettivo superamento, anche perché si tratta di misure sperimentali.
  Conclude, sottolineando che il provvedimento colpisce in modo negativo non solo i poveri, ma anche i lavoratori, che non avranno una pensione commisurata all'ammontare dei contributi versati. In definitiva si tratta, a suo parere, di un compromesso al ribasso.

  Anna ASCANI (PD) si associa a quanti hanno già espresso riserve sul provvedimento, che avrà l'unico pregio di assicurare, per una volta, la presenza in Aula, tra i banchi del Governo, sia dei ministri del Movimento 5 Stelle sia di quelli della Lega, che di solito non si lasciano vedere assieme perché seguono provvedimenti diversi, come se ci fossero due Governi.
  Ciò premesso, esprime, in primo luogo, la propria contrarietà alle modalità di finanziamento del reddito di cittadinanza, che, diversamente da quanto preannunciato, non sono rinvenute attraverso un taglio degli sprechi, come il Movimento 5 Stelle aveva sempre detto di voler fare, ma con un aumento del debito pubblico che sarà pagato dalle generazioni future.
  Con riferimento alle misure pensionistiche, osserva che nel mondo della scuola queste contribuiranno ad aggravare la già pesante situazione di cattedre scoperte, se non verranno contestualmente attivati i concorsi per l'assunzione di personale docente. A tale proposito, auspica che nel prosieguo dell'esame verranno apportate le modifiche necessarie per scongiurare un ulteriore danno per gli studenti. È consapevole che la situazione degli organici non è responsabilità dell'attuale Governo, tuttavia ritiene che prima di mettere mano al sistema pensionistico sarebbe stato opportuno prevedere nuove assunzioni.
  Quanto al reddito di cittadinanza, concorda sul fatto che esso non costituisce né una misura di contrasto alla povertà, né un'opportunità d'inserimento nel mondo del lavoro, perché manca il finanziamento della formazione. Meglio sarebbe stato, a suo avviso, potenziare lo strumento del reddito di inclusione. A tale proposito invita il Governo a prendere in considerazione un investimento sulle attività formative, che il suo gruppo vedrebbe senz'altro con favore; diversamente, il parere del Partito democratico non potrà che essere contrario a un provvedimento che, con quest'assetto, ha vocazione solo assistenzialistica.

  Alessandro MELICCHIO (M5S) rivendica la natura rivoluzionaria, in termini di equità sociale, delle misure introdotte dal decreto-legge, che, al termine delle tre letture parlamentari, avrà creato un sistema capace di aiutare le persone in difficoltà, nel contempo garantendo loro l'inserimento nel mondo del lavoro, e di rilanciare l'occupazione, non solo quella giovanile, proprio grazie al combinato disposto del reddito di cittadinanza e del pensionamento con quota 100. Rispetto ai timori nutriti da alcuni con riguardo alla presunta mancanza di controlli sul possesso dei requisiti per l'accesso al reddito di cittadinanza, sottolinea che il sistema comprende numerosi accorgimenti volti a contrastare gli abusi e che ad ogni modo questi, se ci saranno, saranno perseguiti con gli ordinari meccanismi di repressione degli illeciti, e rimarca che il timore di frodi non può essere motivo per non intervenire a sostegno dei cinque milioni di persone che in Italia si trovano al di sotto della soglia di povertà e che non potevano aspettare ancora un provvedimento a loro favore. Ricorda che si tratta di allinearsi a quanto già fatto da diversi Paesi europei, abbandonando anacronistiche posizioni di resistenza. Si dichiara certo che, quando il sistema sarà a regime, sarà evidente l'efficacia del provvedimento, che costituisce uno strumento efficace non solo di giustizia sociale ma anche di inserimento occupazionale.

  Paola FRASSINETTI (FdI), dopo aver dichiarato il voto contrario di Fratelli d'Italia, esprime forti dubbi in merito alla capacità Pag. 148delle disposizioni del decreto-legge in esame di creare lavoro, ritenendo che a questo scopo sarebbe stato più utile prevedere misure di sostegno delle imprese. Peraltro, a suo avviso, il provvedimento reca diverse lacune, specialmente per quanto riguarda i controlli del possesso dei requisiti per la percezione del reddito di cittadinanza e la figura dei cosiddetti navigator, che viene lasciata nell'indeterminatezza. Con riferimento alla «quota 100», rileva che essa rischia, nel comparto scuola, di provocare problemi negli organici per la copertura delle cattedre. Conclude, stigmatizzando la mancanza di adeguati finanziamenti per le attività formative finalizzate alla ricollocazione dei disoccupati nel mercato del lavoro.

  Lucia AZZOLINA (M5S), relatrice, con riferimento al rischio di scoperture nell'organico dei docenti, fa presente che le procedure di reclutamento di nuovo personale sono in itinere: si tratta ad ogni modo di un problema che non è pensabile di risolvere con misure estemporanee che accrescerebbero i già numerosissimi contenziosi aperti in passato da soluzioni improvvisate, né impedendo al personale della scuola di beneficiare della disciplina pensionistica pensata per la generalità dei lavoratori. È necessario invece tenere ferma la normativa vigente in materia di reclutamento, che prevede che le assunzioni avvengano attingendo per il 50 per cento dalle graduatorie ad esaurimento e per il restante 50 per cento da quelle dei concorsi, alcuni dei quali sono già in corso di svolgimento. Aggiunge che la legge di bilancio per il 2019 ha semplificato il meccanismo di reclutamento, permettendo così di immettere in ruolo nuovo personale in tempi più brevi di quelli previsti in precedenza.
  Con riferimento al reddito di cittadinanza, sottolinea che la sua introduzione costituisce da sempre parte essenziale del programma del Movimento 5 Stelle. Ricordando come in diverse occasioni anche Silvio Berlusconi abbia affermato di condividere l'opportunità di introdurre in Italia il reddito di cittadinanza, trova incomprensibili le critiche che vengono mosse oggi da Forza Italia nei confronti di un Governo che sta dimostrando di avere a cuore le difficoltà di chi è sprovvisto di reddito. Aggiunge che il provvedimento prevede un accurato sistema di controlli e l'incrocio dei dati delle banche dati pubbliche e che il possesso dei requisiti sarà quindi verificato per evitare abusi e distorsioni.
  Quanto invece alla «quota 100», evidenzia che il superamento della legge Fornero è anch'esso da sempre parte del programma politico del Movimento 5 Stelle e che l'introduzione del regime di quota 100 comporterà forse una riduzione della pensione, come è stato detto da alcuni, ma ne consentirà la percezione per un periodo di tempo più lungo. Dopo aver infine assicurato che sulla formazione verranno effettuati investimenti anche da parte delle imprese, conclude formulando una proposta di parere favorevole.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice.

Su notizie di stampa riguardanti il maestro Riccardo Muti.

  Anna ASCANI (PD) stigmatizza le parole volgari e offensive che, secondo quanto riportato da agenzie di stampa, il ministro per i beni e le attività culturali Bonisoli avrebbe usato oggi per riferirsi al maestro Riccardo Muti nell'ambito di una polemica riguardante la collocazione di opere di Caravaggio.

  La seduta termina alle 10.30.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 13 marzo 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 10.30.

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Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura.
C. 478 Piccoli Nardelli, C. 1410 Belotti e C. 1516 Mollicone.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 marzo 2019.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, propone che la Commissione svolga un ciclo di audizioni di approfondimento delle questioni poste dai provvedimenti in esame.

  Luigi GALLO, presidente, ricorda che le modalità di organizzazione dei lavori possono essere discusse nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.35.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 13 marzo 2019. — Presidenza del presidente Luigi GALLO. — Interviene il viceministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Lorenzo Fioramonti.

  La seduta comincia alle 10.35.

7-00050 Toccafondi: Sul potenziamento dell'azione di valutazione del sistema INVALSI.
(Seguito discussione e rinvio – Abbinamento della risoluzione 7-00193 Aprea).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata nella seduta del 21 febbraio 2018.

  Luigi GALLO, presidente, avverte che sulla stessa materia è stata assegnata alla Commissione la risoluzione n. 7-00193, a prima firma della deputata Aprea.

  Valentina APREA (FI) illustra la risoluzione a sua prima firma, sottolineando, in particolare, che un meccanismo di valutazione è indispensabile se si vuole un sistema scolastico autonomo e se si vuole mantenere il valore legale dei titoli di studio. È infatti evidente che se i titoli di studio hanno valore legale bisogna che le valutazioni in essi attestate non siano basate solo sul metro di giudizio dei singoli docenti, che può essere molto diverso, ma anche su un metro uniforme applicato da un'agenzia indipendente. Rivendica inoltre l'azione riformatrice dei Governi di centrodestra in questo campo, la quale rischia di essere messa a repentaglio e smantellata da interventi a suo giudizio poco meditati del Governo in carica.

  Luigi GALLO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 13 marzo 2019.

  L'ufficio di Presidenza si è svolto dalle 10.45 alle 11.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 13 marzo 2019.

Norme in materia di accesso ai corsi universitari. C. 334 Rampelli, C. 542 Bruno Bossio, C. 612 Consiglio regionale del Veneto, C. 812 D'Uva, C. 1162 Tiramani, C. 1301 Meloni, C. 1342 Aprea, C. 1349 Fratoianni e C. 1414 Ascani.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 16.40 alle 17.15.