CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 febbraio 2019
146.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 13 MARZO 2019

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SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 febbraio 2019.Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Raffaele Volpi.

  La seduta comincia alle 9.40.

Istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino.
C. 622 Golinelli.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Roberto Paolo FERRARI (Lega), relatore, introduce l'esame del provvedimento ricordando che il Corpo degli Alpini – il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo – venne istituito con il Regio Decreto 15 ottobre 1872 con lo specifico compito di preparare truppe destinate alla difesa dei confini montani.
  Osserva, quindi, che nella loro lunga storia gli Alpini sono stati impiegati in ogni teatro operativo: dalla Guerra d'Africa nel 1887-88, alla Campagna di Libia del 1911; durante la Prima guerra mondiale, nei combattimenti al confine nord-est con l'Austria-Ungheria; durante la Guerra in Etiopia nel 1935-36; nel corso della Seconda guerra mondiale, quando combatterono a fianco delle forze dell'Asse nei Balcani e sul fronte orientale.
  Sottolinea, inoltre, che in tempo di pace gli Alpini hanno svolto sia compiti militari di difesa dell'Arco alpino, sia compiti di soccorso ed assistenza in occasione di calamità naturali. In particolare, ricorda che dal primo intervento degli Alpini effettuato nel luglio 1873 dalla 14o Compagnia Alpina di Pieve di Cadore a favore della popolazione di Alpago (Belluno), colpita dal terremoto, migliaia sono stati gli interventi umanitari e di soccorso effettuati degli Alpini che hanno riscosso l'apprezzamento della popolazione e delle istituzioni: dalle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto di Messina del 1908 a quelle svolte in occasione del disastro del Vajont nel 1963; dall'intervento nei terremoti del Friuli, dell'Irpinia e del Molise, a quelli nell'alluvione della Valtellina del luglio 1987, nel sisma in Umbria e nelle Marche del 1997 e nel recente terremoto dell'Aquila.Pag. 36
  Infine, segnala che, a partire dagli anni Novanta, le truppe alpine sono state impiegate nell'ambito delle missioni militari internazionali di pace in Mozambico, nei Balcani, in Afghanistan e in Libano.
  Ciò premesso, rileva che la proposta di legge C. 622, a prima firma del deputato Golinelli, intende riconoscere i meriti del Corpo degli Alpini istituendo la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino, da celebrarsi nella data del 26 gennaio di ciascun anno.
  Scopo del provvedimento, composto da 5 articoli, è quello di tenere vivo il ricordo della battaglia di Nikolajevka, combattuta il 26 gennaio del 1943 e di tramandare alle nuove generazioni i valori che tale Corpo degli Alpini incarna nella difesa della sovranità e dell'interesse nazionale e nell'etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato.
  Evidenzia, quindi, che la battaglia di Nikolajevka fu uno degli scontri più significativi avvenuti durante la seconda guerra mondiale a seguito del crollo del fronte sul Don, nella parte meridionale del fronte orientale, dopo la grande offensiva dell'Armata Rossa iniziata il 12 gennaio 1943. In particolare, la storiografia militare ricorda tale battaglia per l'esempio di coraggio, di spirito di sacrificio e di alto senso del dovere offerto da tutti gli Alpini coinvolti nel combattimento, senza distinzione di grado e di origine. Le perdite italiane furono altissime, nonostante ciò la battaglia viene considerata un successo poiché le truppe dell'Asse, pur decimate e completamente disorganizzate, riuscirono a raggiungere Shebekino il 31 gennaio 1943, località al di fuori della tenaglia russa, consentendo il completamento della ritirata. Il 16 gennaio 1943, giorno di inizio della ritirata, il Corpo d'Armata Alpino contava 61.155 uomini. Dopo la battaglia di Nikolajewka si contarono 13.420 uomini usciti dalla sacca, più altri 7.500 feriti o congelati. Circa 40.000 uomini rimasero indietro, morti nella neve, dispersi o catturati.
  L'articolo 2 prevede che in occasione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino siano promosse e organizzate, a cura degli organi competenti di ciascuna provincia o ente territoriale di livello equivalente, cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche e mostre fotografiche, nonché testimonianze sull'importanza della difesa della sovranità nazionale, delle identità culturali e storiche, della tradizione e dei valori etici di solidarietà e di partecipazione civile.
  L'articolo 3 stabilisce che la ricorrenza prevista dal provvedimento non è considerata solennità civile. Al riguardo, ricorda che l'articolo 3 della legge n. 260 del 1949 considera esplicitamente alcune ricorrenze solennità civili, agli effetti dell'orario ridotto e dell'imbandieramento negli uffici pubblici e che, successivamente, la legge n. 54 del 1977 ha disposto che le solennità civili previste per legge non determinano riduzioni dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, quando cadono nei giorni feriali, costituiscono giorni di vacanza o possono comportare riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado.
  Infine segnala che l'articolo 4, in considerazione dell'alto valore educativo, sociale e culturale che rivestirà la ricorrenza da istituire, attribuisce al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il compito di stabilire le direttive per il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado nella promozione delle richiamate iniziative, mentre l'articolo 5 specifica che dall'attuazione della legge non devono derivare nuovi oneri per la finanza pubblica.
  Conclude soffermandosi sulle motivazioni che hanno portato ad individuare nel giorno della battaglia di Nikolajewka la data nella quale celebrare la Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino, sottolineando la grande umanità, il coraggio, l'abnegazione e lo spirito di sacrificio dimostrato dagli uomini che presero parte a quella pagina di storia militare italiana alla quale parteciparono anche illustri autori italiani come Mario Rigoni Stern, che descrisse quei drammatici giorni nella sua opera «Il sergente nella neve», Nuto Revelli, che scrisse «La guerra dei poveri» e Giulio Bedeschi che Pag. 37ci ha lasciato la sua testimonianza nel romanzo autobiografico «Centomila gavette di ghiaccio», oltre al padre cappellano Carlo Don Gnocchi.
  Al riguardo osserva che, di fatto, la data è già celebrata dall'Associazione Nazionale degli Alpini attraverso l'intitolazione di numerose opere e strutture a carattere sociale realizzate sia in Russia che in Italia ed auspica che sull'iniziativa legislativa, in considerazione del meritevole intento, si possa registrare un'ampia condivisione da parte dei gruppi, giungendo così ad una sua rapida approvazione.

  Giovanni Luca ARESTA (M5S) manifesta apprezzamento per la puntuale relazione illustrata dal collega Ferrari e per l'iniziativa legislativa che giustamente intende rendere onore alla generosità, all'umanità ed al comportamento eroico dimostrato dagli Alpini nella battaglia di Nikolajewka che può essere considerata un simbolo della fusione e della sintesi di due opposte condizioni: quella della disperazione e quella della salvezza.
  Assicura, quindi, sin da adesso il sostegno del proprio gruppo al provvedimento e propone – anche in considerazione dell'alto valore educativo, sociale e culturale che la proposta intende assegnare alla ricorrenza – di acquisire elementi che possano testimoniare i meriti di coloro che vissero la drammatica esperienza della battaglia di Nikolajewka svolgendo l'audizione del Comandante dell'ufficio storico dello stato maggiore dell'Esercito.

  Umberto BURATTI (PD) esprime la condivisione del proprio gruppo per le meritevoli finalità della proposta di legge che riconosce i valori fondanti del senso di appartenenza al Corpo degli Alpini.
  Fa presente ai membri della Commissione di aver assolto il servizio di leva come ufficiale di complemento nel Corpo degli Alpini e conferma il valoro simbolico della data del 26 gennaio che l'Associazione Nazionale degli Alpini già celebra con moltissime iniziative dall'alto significato sociale e civile.
  Ricorda, quindi, alcune struggenti vicende legate ai sentimenti umani ed al coraggio di coloro che vissero quella terribile storica battaglia e di quelli che, purtroppo, non fecero più ritorno in Patria, morti o dispersi in una sterminata distesa di ghiacci a cui la proposta di legge intende rendere onore, e sottolinea come quello degli Alpini sia stato l'unico Corpo militare rimasto non sconfitto nella campagna di Russia.
  Evidenzia, infine, il senso di appartenenza all'intera Nazione che contraddistingue gli Alpini come testimoniano le varie manifestazioni che regolarmente si tengono su tutto il territorio italiano, nonché il significativo contributo che il Corpo generosamente offre alle popolazioni civili colpite ogni qualvolta il nostro Paese sia sconvolto da tragiche calamità naturali.

  Matteo PEREGO DI CREMNAGO (FI) ringrazia i colleghi intervenuti per aver con così tanta passione offerto un'importante testimonianza del coraggio e del valore che dimostrarono i nostri Alpini nella campagna di Russia.
  Ritiene che il provvedimento in esame costituisca un chiaro esempio di come la Commissione possa lavorare in maniera virtuosa e proficua, avendo come obiettivo quello di lasciare alle generazioni future una memoria da cui attingere per costruire un futuro migliore sulla base di valori etici e morali di primissima importanza ed auspica che i lavori si possano concludere celermente.

  Wanda FERRO (FdI), anche a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, manifesta piena condivisione degli obiettivi che la proposta di legge intende perseguire.
  In particolare, ritiene positiva la volontà di rendere continua nel tempo la memoria delle vicende storiche legate alla battaglia di Nikolajewka, nonché di dare evidenza ai valori incarnati dal Corpo degli Alpini che sono patrimonio di un'intera Nazione che non ha nulla da invidiare Pag. 38agli altri Paesi e che non appartengono in via esclusiva ad una determinata parte politica.
  Infine, si associa alla richiesta di audizioni avanzata dal collega del M5S.

  Il sottosegretario Raffaele VOLPI ringrazia tutti i deputati intervenuti per aver chiaramente evidenziato come l'iniziativa legislativa parlamentare sia profondamente sentita dalla Commissione. Coglie, quindi, pienamente la dignità della proposta di legge oggi in esame, sottolineando anche il valore che riveste sotto il profilo della rappresentatività delle istanze provenienti dai territori.
  Da, quindi, conto di una valutazione contraria espressa dallo Stato maggiore della Difesa, motivata dalla necessità di mantenere una linea che eviti la possibilità di generare sperequazione tra i vari Corpi appartenenti alle nostre Forze armate, ma non può non concordare, a titolo personale, che il 26 gennaio 1943 ha costituito un momento di straordinario orgoglio dell'intero Paese, testimoniato da uomini che con immenso spirito di sacrificio decisero di rimanere accanto ai loro compagni nella neve pur sapendo che sarebbero andati incontro alla morte.
  Nella battaglia di Nikolajewka gli Alpini italiani dimostrarono quello spirito di umanità e di fratellanza, pur nel dolore e nelle sofferenze della guerra, che ha sempre contraddistinto i militari italiani.
  Non va nemmeno dimenticato l'impegno che il Corpo degli Alpini da sempre profonde nell'ambito del soccorso alle popolazioni civili colpite dalle calamità naturali, il cui riconoscimento è doveroso e prospetta l'opportunità di sostenere con maggiore forza, nel prossimo schema di riparto dei fondi da assegnare agli enti ed alle associazioni vigilate dal dicastero, proprio quelle associazioni d'arma più impegnate nell'ambito del soccorso civile.

  Gianluca RIZZO, presidente, esprime soddisfazione per l'alto spessore etico e morale del dibattito svolto dalla Commissione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.

RISOLUZIONI

  Giovedì 21 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Gianluca RIZZO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Raffaele Volpi.

  La seduta comincia alle 10.10.

7-00150 Corda: Sulle iniziative da assumere per l'assolvimento degli obblighi derivanti dalle attività addestrative svolte nei poligoni di tiro sardi.
(Discussione e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.

  Emanuela CORDA (M5S) illustra l'atto di indirizzo ricordando che, alla fine del dicembre del 2017, la regione Sardegna e il Ministero della difesa stipularono un protocollo d'intesa per il coordinamento delle attività militari presenti nel territorio della regione, frutto di un dialogo avviato in precedenza volto a individuare le possibili e necessarie misure di riduzione delle limitazioni derivanti dall'utilizzo del territorio regionale per le finalità addestrative della difesa.
  Precisa, quindi, che l'iniziativa parlamentare di cui si è fatta promotrice non intende impedire il normale svolgimento delle attività addestrative da parte delle Forze armate, bensì cerca di mantenere alta l'attenzione riguardo ai rischi per la salute dei cittadini che vivono nelle aree adiacenti ai poligoni, nonché sulle bonifiche da effettuare per la tutela dell'ambiente.
  Osserva che ad oggi non risultano ancora attuati diversi punti del protocollo stipulato nel 2017 e, in particolare, lamenta la mancata costituzione degli osservatori Pag. 39ambientali situati presso poligoni, basi militari e aree addestrative, al fine di monitorare, dal punto di vista ambientale e sanitario, le diverse attività che in essi si svolgono.
  Auspica, quindi, che il Governo voglia prendere in seria considerazione gli impegni contenuti nella risoluzione ed evidenzia come lo svolgimento delle attività affidate agli osservatori ambientali consentirebbe di aumentare i benefici sia per i cittadini residenti nelle vicinanze delle aree interessate, sia per il personale militare che frequenta i siti e ricorda che la Sardegna è una regione che contribuisce in misura rilevante alle esigenze addestrative della Difesa, con un'importante cessione di alcune pregevoli porzioni di territorio e, dunque, appare indubbiamente meritevole di attenzione.

  Il sottosegretario Raffaele VOLPI manifesta la disponibilità del Governo a valutare favorevolmente gli impegni previsti dall'atto di indirizzo, rilevando come il dicastero della Difesa abbia sempre tenuto nella massima considerazione le problematiche legate alla tutela della salute e dell'ambiente, agendo con la massima trasparenza.
  Sottolinea come i protocolli stipulati in tale ambito nel corso degli anni siano stati sempre più stringenti e prospetta la possibilità che la mancata istituzione degli osservatori ambientali possa attribuirsi a una concertazione non abbastanza proficua tra i vari attori interessati, Difesa, Ministero dell'Ambiente e regione Sardegna.
  È importante, quindi, sollecitare una maggiore collaborazione tra tutte le amministrazioni ed evidenzia la necessità di operare le opportune differenziazioni tra aree demaniali e servitù militari.
  Infine, rileva che dai recenti dati epidemiologici a disposizione non sembrano emergere criticità e segnala come questi vadano letti considerando il loro trend storico.

  Andrea FRAILIS (PD) condivide le considerazioni riguardo al peso che la Sardegna sopporta in termini di territorio per le esigenze addestrative della Difesa ed esprime, a nome del gruppo del Partito democratico, un orientamento favorevole sulla risoluzione in discussione.
  Rileva, tuttavia, che le servitù militari costituiscono anche un'importante fonte di reddito per l'economia di alcune aree particolarmente depresse e ritiene che si debba garantire la prosecuzione della presenza militare, pur focalizzando l'attenzione sulla necessità di comunicare tempestivamente i risultati degli esami svolti dagli osservatori ambientali.

  Il sottosegretario Raffaele VOLPI si ricollega all'intervento del deputato Fralis sottolineando il declino economico subito dal territorio de La Maddalena in seguito alla decisione della Marina militare di non localizzare più la sua presenza in quel sito.
  Concorda in merito al fatto che la Sardegna è una regione molto gravata dal peso delle servitù militari, ma sottolinea sia il carattere strategico che tale territorio riveste in ambito europeo, sia l'importanza dei ritorni economici derivanti dalla presenza militare in tale regione.

  Wanda FERRO (FdI) evidenzia come il dibattito abbia portato ad ampliare il raggio dell'atto di sindacato ispettivo e prospetta l'opportunità di svolgere alcuni approfondimenti attraverso una breve attività conoscitiva.

  La seduta termina alle 10.30.