CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 novembre 2018
87.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 7 novembre 2018. — Presidenza della presidente Barbara SALTAMARTINI. — Interviene il viceministro dello sviluppo economico, Dario Galli.

  La seduta comincia alle 10.35.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del Regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-00893 Silvestroni: Sulla valorizzazione dei settori produttivi e commerciali nell'area sud della provincia di Roma.

  Marco SILVESTRONI (FdI), illustra l'interrogazione in titolo.

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  Il viceministro Dario GALLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Marco SILVESTRONI (FdI), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo.

5-00894 Barelli: Sulle misure di sostegno alla produzione e all'esportazione.

  Benedetta FIORINI (FI), nella sua qualità di cofirmataria, illustra l'interrogazione in titolo. Osserva che alla base dell'interrogazione è posta un'analisi, desunta dall'articolato della manovra di bilancio per l'anno 2019, delle risorse stanziate per le imprese e di quelle invece sottratte. Il risultato è che al sistema delle imprese sono stati sottratti 2.314 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri introiti che verranno meno in conseguenza di misure quali la soppressione dell'imposta sul reddito d'impresa. Nonostante la diffusa richiesta del mondo imprenditoriale di predisporre misure anticicliche per l'anno prossimo, il Governo ha quindi preferito disporre stanziamenti per la cosiddetta quota 100 e per il reddito di cittadinanza. Si tratta di risorse con le quali si sarebbe potuto finanziare un grande piano di rilancio del sistema manifatturiero italiano che nel mese di ottobre, come risulta anche dai dati citati nell'interrogazione, per la prima volta dal dicembre 2014 ha mostrato segni di cedimento. Ricorda come il presidente di Confindustria ha attribuito la mancata crescita del settore – certificata anche dall'ISTAT – alle scelte economiche del Governo, alle quali vanno aggiunti gli effetti negativi sull'occupazione prodotti dal decreto dignità. Si tratta di risultati che da troppi trimestri sono al di sotto della media europea. Sottolinea come la crescita si sia fermata dal mese di giugno, con l'insediamento del nuovo Governo. Con l'interrogazione, si chiede quali siano i provvedimenti e le misure anticicliche che l'Esecutivo intende adottare per aiutare la produzione e le esportazioni, ponendo così ascolto alla richiesta di aiuto delle imprese,

  Il viceministro Dario GALLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Benedetta FIORINI (FI), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo. Le imprese non possono infatti aspettare la prossima manovra di bilancio, ma vanno apportate modifiche a quella già presentata in Parlamento per far ripartire il comparto manifatturiero e aiutare imprenditori che, a suo avviso, sono paragonabili a degli eroi per come affrontano la crisi attuale.

5-00895 Moretto: Sulle offerte per la cessione di Alitalia.

  Sara MORETTO (PD), illustra l'interrogazione in titolo, volta ad acquisire dal Governo ulteriori elementi sulle offerte ricevute per la cessione di Alitalia, con particolare riferimento alle scelte strategiche di politica industriale che si intendono mettere in atto. Non sono del tutto chiare, infatti, le intenzioni del Governo al termine di una gestione commissariale che ha rimesso in sesto i conti della compagnia. Gli stessi commissari, però, ascoltati in audizione presso le Commissioni riunite IX e X della Camera, hanno sottolineato la necessità di aumentare la competitività della compagnia medesima. Non appare chiara la posizione del Governo, visto il coinvolgimento di Ferrovie dello Stato e il defilarsi dei potenziali acquirenti indicati nei mesi scorsi. Non si comprende, inoltre, se l'investimento su Alitalia di Ferrovie dello Stato comporti una diminuzione degli investimenti della stessa azienda sul trasporto regionale, penalizzando i viaggiatori pendolari.

  Il viceministro Dario GALLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

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  Sara MORETTO (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, che, invece di apportare chiarimenti, aumenta l'incertezza sulle reali intenzioni del Governo stesso. Sottolinea come un finanziamento straordinario dello Stato sia diverso da un intervento diretto nella proprietà dello Stato medesimo, cosa che potrebbe verificarsi, data la proprietà statale di Ferrovie dello Stato. La posizione del Governo non appare quindi chiara, cosa singolare e grave, alla luce della scadenza del termine per le offerte di acquisto di Alitalia.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 11.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 7 novembre 2018.

Audizioni di rappresentanti di Elettricità futura nell'ambito della discussione della risoluzione n. 7-00020 Benamati recante iniziative urgenti in materia di riscossione degli oneri generali del sistema elettrico.

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.15 alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 novembre 2018. — Presidenza della presidente Barbara SALTAMARTINI. — Interviene il viceministro dello sviluppo economico, Dario Galli.

  La seduta comincia alle 14.50.

Modifiche all'articolo 3 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
C. 1 Iniziativa popolare, C. 457 Saltamartini, C. 470 Benamati, C. 526 Crippa, C. 587 Consiglio Regionale delle Marche e C. 860 Epifani.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 6 novembre 2018.

  Gianluca BENAMATI (PD), premette di aver trovato evasiva, se non pilatesca, la risposta data nella seduta di ieri dal viceministro Galli in relazione alla richiesta di esplicitare la posizione del Governo. Con questa richiesta, il gruppo del Partito Democratico voleva infatti conoscere, ad esempio, se la questione delle chiusure festive degli esercizi commerciali rientrasse o meno nel contratto di Governo.
  In relazione alle audizioni, osserva che le stesse hanno permesso di scoprire, o di riscoprire per chi ha vissuto l'esperienza dell'esame della materia nella scorsa legislatura, un mondo complesso: stili di vita diversi, le questioni della tutela dei consumatori e della crisi degli esercizi commerciali, specie quelli piccoli.
  In attesa di conoscere la proposta di testo base che avanzerà il relatore, desidera richiamare alcune questioni. Prima di tutto, bisogna evitare di ragionare come se si fosse nel 2012 e di stabilire se fu saggia o meno la decisione di liberalizzare gli orari presa con il decreto Monti. È invece necessario partire dalla situazione odierna e prendere atto che sono cambiate le tendenze dei consumatori e che la liberalizzazione degli orari ha fatto sì che tra i 14 e i 19 milioni di cittadini abbiano mutato la scelta del tempo per organizzare la propria spesa, ed è a questi che si devono spiegare le modifiche che si vogliono apportare. È cambiato anche il commercio e vanno capiti i motivi della sofferenza di molti esercizi, a fronte, in base ai dati ISTAT, dell'aumento del commercio ambulante e di quello elettronico, il cui trend è crescente, anche se inferiore alla media europea. Da qui è nata l'esigenza del suo gruppo di richiedere un ampio spettro di soggetti da ascoltare in audizione.Pag. 52
  Dalle audizioni è emerso che il commercio necessita di aiuto, come dimostra il saldo negativo del 6-7 per cento tra natalità e mortalità di esercizi commerciali. Ed è inoltre necessario diversificare gli interventi, tenendo presente la centralità della presenza di esercizi commerciali non solo nei centri storici, ma anche nei piccoli comuni di montagna. Ci si deve chiedere se lo strumento migliore per tutelare queste realtà sia solo l'orario e non anche una fiscalità più ampia. È emersa poi dalle audizioni, in relazione al tema del lavoro dipendente, la necessità, sottolineata dai sindacati di categoria, di favorire una contrattualistica di settore, mentre i rappresentanti della grande distribuzione hanno evocato il rischio, in caso di ritorno alle chiusure festive, della perdita di un numero di posti di lavoro tra le 50.000 e le 150.000 unità.
  In merito ai grandi centri commerciali, osserva poi come molti di essi rappresentano un grande veicolo turistico con un ingente ritorno economico. Rileva poi come dalle audizioni siano emerse posizioni contrarie a una turnazione e a un ritorno all'antico, che costituirebbe un grande problema economico.
  Per questo, a suo avviso, si deve partire dalla proposta di legge del suo gruppo, che riprende il lavoro svolto nella XVII legislatura e approvato alla Camera quasi all'unanimità, con l'astensione del gruppo della Lega.
  Osserva poi che la sofferenza del settore del commercio, evidenziata dalle audizioni, andrebbe alleviata con interventi già nella manovra di bilancio, alcuni dei quali già presenti, come ad esempio la cedolare secca per l'affitto dei locali. È una cosa che nota con favore, in quanto ritiene che anche stando all'opposizione si possano apprezzare e condividere gli interventi corretti proposta dalla maggioranza. Bisognerebbe però intervenire sul tema della fiscalità e con incentivi alla modernizzazione, alla stregua di quanto fatto per Impresa 4.0.

  Massimiliano DE TOMA (M5S), replicando al collega Benamati, fa presente che questa è la sua prima legislatura da deputato e quindi non è a conoscenza dell'andamento dei lavori svolti nella scorsa legislatura in materia di orari di apertura degli esercizi commerciali. Fa presente, tuttavia, al riguardo, che la proposta di legge, a prima firma dell'onorevole Benamati, approvata dalla Camera dei deputati nella passata legislatura, non è stata poi approvata nell'altro ramo del Parlamento. Evidentemente, a suo avviso, il contenuto di quella proposta di legge non era in grado di risolvere una volta per tutte il problema della definizione certa degli orari e dei giorni di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. Ringrazia la Presidente della Commissione per aver organizzato un ciclo approfondito di audizioni che hanno portato alla Commissione medesima un reale contributo. Sono state espresse opinioni molto differenti. Pensa, ad esempio, agli interventi delle associazioni sindacali, orientati alla chiusura degli esercizi commerciali in occasione delle festività, ma anche a quelli delle associazioni di tutela dei consumatori, di segno sostanzialmente opposto e che lo hanno lasciato, peraltro, molto perplesso. Fa presente che la proposta del suo gruppo è quella di dare un senso alle domeniche e alle festività, tenendo conto dell'esigenza di rendere tali giornate un'occasione di aggregazione per la famiglia, senza sminuire, tuttavia, le necessità economiche del settore del commercio. Fa, altresì, presente che il gruppo del Movimento 5 Stelle intende lavorare con il relatore per giungere ad una proposta condivisa di testo base per il seguito dell'esame del provvedimento. Al riguardo, giudica importante tener fuori da questa proposta di testo base temi quali, ad esempio, la regolamentazione dell’e-commerce, che devono essere trattati in un provvedimento ad hoc. Ritiene importante aderire alle esigenze prospettate da molti imprenditori di dare regole certe sulla materia, segnalando che non esistono dati sicuri sui possibili licenziamenti causati da una eventuale chiusura domenicale e festiva degli esercizi commerciali. La strada maestra da seguire, a suo avviso, è quella Pag. 53di affermare il principio della chiusura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, tutelando adeguatamente il lavoro senza, tuttavia, tornare indietro nel tempo al periodo precedente alle liberalizzazioni del 2011.

  Giorgia ANDREUZZA (Lega), ringrazia il viceministro Galli per la sua presenza alla discussione in Commissione. Osserva che le audizioni, con l'ascolto di tutti i soggetti rappresentativi, hanno permesso di svolgere un lavoro completo e di avere un panorama di un problema che tocca la società di cui la Commissione deve trovare la sintesi. Rileva come le disposizioni del decreto Monti non hanno avuto effetti positivi, pur considerando il periodo di crisi economica, ed hanno contribuito ad accentuare la distanza tra la grande distribuzione e i piccoli esercizi commerciali. Ritiene che non risponda del tutto al vero il dato relativo alla chiusura dei piccoli esercizi, in quanto non tiene conto del fatto che il negoziante, prima di chiudere, tenti in ogni modo di resistere, anche se non più competitivo.
  Il problema della domenica esiste in quanto la grande distribuzione ha indirizzato il mercato verso gli acquisti in quella giornata, rendendo inutile l'apertura da parte dei piccoli esercizi, con gravi problemi di tutela della concorrenza. Ricorda come più di 70.000 esercizi, in gran parte a conduzione familiare, abbiano chiuso nei centri storici, con una perdita di circa 400.000 posti di lavoro. Inoltre, si è ottenuto l'effetto di spostare la domenica le persone fuori dai centri storici, con la conseguenza del loro spopolamento. Inoltre la domenica rappresenta ancora oggi il giorno prevalente di riposo per gran parte dei lavoratori, come quelli impiegati in fabbrica.
  Spetta quindi alla politica ridare vita ai centri storici, indirizzare diversamente i consumi e ridisegnare un futuro diverso. Ripristinare le chiusure festive non significa tornare indietro e infatti nessuno vuole toccare picchi di mercato come alcune specifiche domeniche o la peculiarità commerciale dei centri turistici. Bisogna tornare a un giusto equilibrio e fare una buona legge che, insieme ad altri provvedimenti come la flat tax, contribuisca a ridare fiato al settore del commercio.
  Su un ipotizzato diverso trattamento tra lavoratori, condivide quanto detto dal viceministro Galli nella seduta di ieri sul fatto che chi lavora, ad esempio, nel settore della ristorazione o in quello alberghiero, sa dall'inizio del suo contratto di dover lavorare la domenica.
  Ricorda infine che i sindacati intervenuti in audizione hanno invitato la Commissione ad andare avanti, garantendo il loro impegno sul piano contrattuale,

  Sara MORETTO (PD), non intende ripetere le osservazioni di merito da lei svolte nella seduta di ieri, né soffermarsi sulle considerazioni del collega Benamati, che l'ha preceduta nella seduta odierna, e che lei condivide in toto. Si aspetta che il relatore trovi una sintesi delle proposte di legge in esame, auspicando sia trovata una posizione di buon senso che vada oltre le convenienze di ciascuna forza politica. Aggiunge che il gruppo della Lega ha presentato presso il Senato della Repubblica un disegno di legge, a firma di tutto il gruppo, sostanzialmente identico alla proposta di legge Benamati, oggi all'esame della X Commissione della Camera dei deputati. Sottolineando che sia il relatore sia il viceministro che segue i lavori della Commissione sul provvedimento in esame appartengono al gruppo della Lega, auspica che si trovi una soluzione aderente a quella proposta dal suo gruppo ricordando, peraltro, che nel disegno di legge presentato presso il Senato della Repubblica dalla Lega si fa espresso riferimento, nella relazione introduttiva, ad una deliberazione della Giunta regionale del Veneto, che sostanzialmente individuava nel testo della proposta di legge Benamati una scelta di equilibrio per la materia degli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali. Segnala, inoltre, che alcune proposte, quale ad esempio quella contenuta nella proposta di legge del gruppo del Movimento 5 Stelle, relativa all'apertura a turnazione dei negozi nelle Pag. 54domeniche e nelle festività è stata bocciata da tutti i soggetti ascoltati in audizione. Evidenzia, infine, la disponibilità del Partito Democratico a lavorare per una soluzione condivisa dei temi oggetto del provvedimento.

  Catia POLIDORI (FI), sottolinea prima di tutto che il clima positivo in Commissione nelle due legislature precedenti ha permesso di approvare molti provvedimenti in sede legislativa. Teme che questo non sia il caso e non per problemi politici. La complessità della questione richiederebbe infatti una legge per ogni singola problematica, come quella relativa al proliferare di piccoli esercizi e attività ambulanti non sempre regolari sul profilo fiscale, e alla necessaria tutela dei piccoli esercizi regolari.
  Sulla grande distribuzione, osserva come negli anni passati, adeguandosi agli esempi europei, ci si sia mossi nel senso di attrarre investimenti in Italia di grandi catene straniere, investimenti che hanno portato alla nascita di centri commerciali che necessitano di una giornata intera per visitarli, giornata che per chi lavora il resto della settimana non può non essere che la domenica. Ora non si può dire a questi imprenditori che non si può più andare nei centri commerciali la domenica.
  Ritiene poi che lo Stato non deve essere invasivo nei confronti dei cittadini, limitando la loro libertà di scelta su come impiegare il proprio tempo.
  Sul fatto della diversità di trattamento dei lavoratori impiegati la domenica, fa presente che non sempre all'inizio della loro carriera tutti sapevano che dovevano lavorare la domenica. Cita ad esempio i lavoratori dei musei.
  In conclusione, annuncia la disponibilità del suo gruppo ad affrontare il tema senza pregiudizi politici e ideologici, al fine di trovare una posizione condivisa.

  Rachele SILVESTRI (M5S), nel ringraziare la Presidente per aver permesso un così ampio ciclo di audizioni, si chiede se anche in occasione della discussione sulla liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali svolta nel 2011, si fosse approfondito l'oggetto del provvedimento come in questa occasione. Osserva che negli ultimi dieci anni è andato in gran parte perso quel tessuto di piccoli imprenditori che caratterizza il nostro paese e che non è riuscito a stare al passo delle liberalizzazioni. Giudica, pertanto, un grave errore l'intervento legislativo del 2011. Cita, ad esempio, il danno causato ai panificatori che non sono in grado di sostenere i ritmi lavorativi che hanno imposto sostanzialmente un'apertura domenicale per concorrere con i grandi centri commerciali. Segnala che il suo gruppo ha a cuore la posizione dei più deboli e che pertanto è necessario trovare una soluzione che tuteli sia i lavoratori che le piccole imprese.

  Gavino MANCA (PD), osserva che dalle audizioni è emersa in modo pressoché univoco una posizione di contrarietà al ripristino delle chiusure domenicali e alle turnazioni. Chiede alla presidenza se si possibile avere una sintesi delle posizioni espresse nel corso delle audizioni.
  Rispetto ai piccoli esercizi, rileva come dalle tabelle presenti nella documentazione dell'ISTAT, risulti che non ci sia stato un grande discostamento tra la situazione prima del 2011 e quella successiva in relazione ai dati di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. Ribadisce la disponibilità del suo gruppo a un confronto senza pregiudizi politici e ideologici.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, desidera ringraziare tutti i deputati per aver seguito con impegno e ampia partecipazione le audizioni. Evidenzia che, all'esito del ciclo di audizioni informali svolto dalla Commissione, è risultata evidente la necessità di approfondire con attenzione tutte le tematiche oggetto delle proposte di legge in esame. Sottolinea l'importanza del compito che attende il relatore nel tentativo di trovare una proposta di testo base che raccolga gli elementi utili scaturiti dalla discussione fin qui svolta, e fa presente che la presidenza Pag. 55intende favorire un percorso il più possibile condiviso per il seguito dell'esame delle proposte di legge. Osserva che quello degli orari di apertura degli esercizi commerciali, a differenza di altri, non può essere considerato un tema etico sul quale lo Stato debba fare passi indietro. Se si è già intervenuti, infatti, in passato, sul tema delle liberalizzazioni degli orari è pienamente legittimo e giusto che una diversa maggioranza parlamentare abbia la possibilità di provare a intervenire per modificare gli effetti di una precedente decisione del legislatore che si è rivelata fallita e inefficace ad avviso della maggioranza stessa. Fa presente che chiederà agli Uffici della Camera di predisporre un documento di sintesi delle posizioni espresse dai soggetti ascoltati in audizione.

  Andrea DARA (Lega), relatore, si impegna, compatibilmente con gli impegni della Commissione sulla legge di bilancio, a predisporre in tempi brevi una proposta di testo unificato basato non solo sulle proposte di legge all'esame, ma anche sui suggerimenti avanzati in audizione dalle associazioni di categoria.

  Il viceministro Dario GALLI nel ribadire quanto affermato nella seduta precedente, rileva che i dati ISTAT possono essere interpretati anche nel senso che ci sono meno esercizi da chiudere, in quanto hanno già chiuso negli anni precedenti e anche i dati occupazionali vanno rapportati in base alla differenza indubbia tra un impiegato di un supermercato e un commesso qualificato di un negozio.
  Sulle decisioni politiche che hanno favorito i grandi investimenti, osserva che prima si vessavano i piccoli commercianti e con i piani regolatori si rendeva complicato aprire un negozio, mentre poi si è passati a permettere a grandi catene di costruire con facilità grandi centri commerciali.
  Ribadisce infine la centralità del problema dell’e-commerce e avverte del rischio che in futuro le attività commerciali possano essere composte non da commessi, ma solo da magazzinieri e trasportatori che consegnano la merce ordinata on line a società non soggette a tassazione in quanto hanno sede all'estero

  Gianluca BENAMATI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, ribadisce la richiesta, già avanzata in sede di Ufficio di presidenza, dell'audizione del sottosegretario Giorgetti in materia di politica aerospaziale del Governo, anche alla luce della recente rimozione del Presidente dell'Agenzia spaziale italiana.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, fa presente che la questione posta dal deputato Benamati sarà esaminata nella riunione dell'Ufficio di Presidenza che si terrà alla fine delle sedute odierne.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 7 novembre 2018. — Presidenza della presidente Barbara SALTAMARTINI.

  La seduta comincia alle 16.

Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici.
C. 1189 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e II).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Fabio BERARDINI (M5S), relatore, espone in sintesi i contenuti del provvedimento in titolo.
  Il disegno di legge in esame è composto da dodici articoli, racchiusi in due Capi.Pag. 56
  Il capo I del disegno di legge, composto dagli articoli da 1 a 6, modifica il codice penale, il codice di procedura penale, il codice civile, l'ordinamento penitenziario e alcune leggi speciali, con l'obiettivo di potenziare l'attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati contro la pubblica amministrazione.
  Recenti studi e pubblicazioni, indagini e procedimenti penali per fatti di corruzione gravissimi e sistematici (alcuni dei quali hanno avuto anche vasta eco mediatica) mostrano come la corruzione e gli altri reati contro la pubblica amministrazione siano delitti seriali e pervasivi, che si traducono in un fenomeno endemico, il quale alimenta mercati illegali, distorce la concorrenza, costa alla collettività un prezzo elevatissimo, in termini sia economici, sia sociali. Non va sottovalutato, infatti, che la distorsione delle funzioni amministrative altera i meccanismi della competizione fra imprese e fra individui, favorendone alcune o alcuni a danno di altri, a prescindere dalle effettive qualità imprenditoriali o professionali dei soggetti coinvolti. Ne risultano danneggiate complessivamente l'economia, la crescita culturale e sociale del Paese, l'immagine della pubblica amministrazione e la fiducia stessa dei cittadini nell'azione amministrativa.
  L'articolo 1 in particolare prevede una serie di modifiche al codice penale che – in relazione ai reati contro la pubblica amministrazione – mirano: a conformare l'ordinamento interno agli obblighi convenzionali in materia di corruzione; ad inasprire e ad ampliare l'ambito applicativo delle sanzioni accessorie; ad aumentare le pene e riformulare specifici reati; a prevedere la collaborazione come speciale causa di non punibilità e ad introdurre nuove ipotesi di procedibilità d'ufficio.
  Per quanto concerne le competenze specifiche della X Commissione, rilevano le lettere da c) ad h) e la lettera m) del comma 1, che introducono modifiche volte ad ampliare l'ambito applicativo ed inasprire le pene accessorie conseguenti alla condanna per reati contro la pubblica amministrazione. La lettera c), in particolare, sostituisce il secondo comma dell'articolo 32-ter del codice penale che attualmente prevede che l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione non può avere durata inferiore ad un anno né superiore a 5 anni. La novella stabilisce una durata tra 5 e 7 anni dell'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione, per condanne fino a 2 anni di reclusione e il divieto in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione – salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio – per condanne superiori a due anni di reclusione, in relazione alla condanna per il seguente elenco di reati previsti dal codice penale: peculato (articolo 314, primo comma); concussione (articolo 317); corruzione impropria (articolo 318); corruzione propria, semplice e aggravata (articolo 319 e 319-bis); corruzione in atti giudiziari (articolo 319-ter); indebita induzione a dare o promettere utilità (articolo 319-quater, primo comma); corruzione di incaricato di pubblico servizio (articolo 320); corruzione attiva (articolo 321); istigazione alla corruzione (articolo 322); peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri della Corte penale internazionale o degli organi e funzionari dell'Unione europea e di Stati esteri (articolo 322-bis); traffico di influenze (articolo 346-bis). La lettera d), riformulando l'articolo 32-quater del codice penale, integra il catalogo dei reati commessi in danno o a vantaggio di un'attività imprenditoriale (o comunque in relazione ad essa) alla cui condanna consegue l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Ai reati già previsti dall'articolo 32-quater sono infatti aggiunti: il peculato, escluso quello d'uso (articolo 314, primo comma); la corruzione in atti giudiziari (articolo 319-ter); l'abuso d'ufficio aggravato (articolo 323, secondo comma); il traffico di influenze illecite (articolo 346-bis). Le lettere e) ed f) introducono modifiche in materia di sospensione condizionale della pena. Per coordinamento, analoghe modifiche sono state introdotte dalla lettera m) all'articolo 322-quater del codice penale. La lettera h), Pag. 57modificando l'articolo 317-bis c.p., integra il catalogo dei reati alla cui condanna consegue la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici (perpetua o temporanea). Rileva anche la lettera n) del comma 1, che inserisce nel codice penale il nuovo articolo 323-ter, con il quale si introduce nell'ordinamento una causa speciale di non punibilità di alcuni delitti contro la pubblica amministrazione, in presenza di collaborazione.
  L'articolo 2 novella il codice processuale penale, per consentire una più estesa applicazione delle pene accessorie per alcuni reati contro la pubblica amministrazione, eliminando gli automatismi procedurali che ne limitano attualmente l'ambito.
  D'interesse per la X Commissione è l'articolo 3 che interviene sulle disposizioni penali in materia di società, consorzi ed altri enti privati contenute nel codice civile, per prevedere la procedibilità d'ufficio per i delitti di corruzione tra privati (articolo 2635 c.c.) e di istigazione alla corruzione tra privati (articolo 2635-bis c.c.). In particolare, l'articolo abroga il quinto comma dell'articolo 2635 c.c. e il terzo comma dell'articolo 2635-bis c.c. che prevedono, per ciascuno dei delitti, la procedibilità a querela della persona offesa, da individuarsi nella società o ente privato, che può esercitare tale diritto per mezzo dell'assemblea (qualora sia ravvisabile un'offesa «interna») o tramite gli amministratori (qualora l'offesa provenga dall’«esterno»). L'abrogazione comporta la procedibilità d'ufficio tanto per il delitto di corruzione tra privati quanto per quello di istigazione alla corruzione.
  L'articolo 4 interviene sull'articolo 4-bis, comma 1, dell'ordinamento penitenziario di cui alla legge n. 354 del 1975, per inserire alcuni delitti contro la pubblica amministrazione nel catalogo dei reati che precludono, in caso di condanna, l'accesso ai benefìci penitenziari e alle misure alternative alla detenzione, a meno di collaborazione con la giustizia.
  L'articolo 5 è volto ad estendere la disciplina delle operazioni di polizia sotto copertura al contrasto di alcuni reati contro la pubblica amministrazione, ossia le fattispecie riconducibili alla corruzione, nonché i delitti di turbata libertà degli incanti e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
  Di rilievo per la X Commissione è l'articolo 6 che mira all'inasprimento, in termini di durata, delle sanzioni interdittive nell'ipotesi di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, derivante dalla commissione dei seguenti reati contro la pubblica amministrazione: concussione (articolo 317); corruzione propria, semplice (articolo 319) e aggravata (articolo 319-bis) dal rilevante profitto conseguito dall'ente; corruzione in atti giudiziari (articolo 319-ter); induzione indebita a dare o promettere utilità (articolo 319-quater); dazione o promessa al pubblico ufficiale (o all'incaricato di pubblico servizio) di denaro o altra utilità da parte del corruttore (articolo 321); istigazione alla corruzione (articolo 322). Con una novella all'articolo 25, comma 5 del decreto legislativo n. 231 del 2001, si dispone infatti, che, nelle richiamate ipotesi di reato, la durata delle sanzioni interdittive a carico delle persone giuridiche sia compresa tra 5 e 10 anni, mentre attualmente è previsto solo il limite minimo di durata, pari a un anno. Per coordinamento con la novella introdotta all'articolo 25, è modificato anche l'articolo 13, comma 2, del medesimo decreto legislativo, che stabilisce i limiti minimi (3 mesi) e massimi (2 anni) delle sanzioni interdittive applicabili agli enti, premettendo la clausola di salvezza delle nuove disposizioni del comma 5 dell'articolo 25.
  Il capo II del disegno di legge, composto dagli articoli da 7 a 12, reca norme in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici nonché disposizioni riguardanti le fondazioni politiche. È posta in capo alla Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici l'applicazione delle sanzioni previste in base al nuovo assetto normativo. Pag. 58
  L'articolo 7 introduce disposizioni volte a rafforzare gli obblighi di pubblicità e di rendicontazione relativi ai contributi finanziari e alle prestazioni gratuite effettuate nei confronti dei partiti e movimenti politici.
  L'articolo 8 interviene con diverse modifiche alla normativa vigente in materia di pubblicità e tracciabilità dei contributi erogati. In particolare, per i soggetti titolari di cariche elettive e di governo, inclusi i tesorieri dei partiti politici, l'obbligo di corredare la dichiarazione patrimoniale e di reddito con l'indicazione di quanto ricevuto è riferito ad ogni importo annuo superiore a 500 euro (anziché 5.000), ricevuto direttamente o attraverso comitati di sostegno; deve esserne al contempo data evidenza nel sito internet del Parlamento italiano. Viene inoltre abbassato a 1.000 euro (da 5.000 euro) il tetto annuo di finanziamento o contribuzione al raggiungimento del quale è previsto l'obbligo di sottoscrivere una dichiarazione congiunta tra il soggetto erogante ed il beneficiario, superando la deroga attualmente prevista per i versamenti effettuati con mezzi di pagamento diversi dal contante che consentano di garantire la tracciabilità dell'operazione e l'identità dell'autore.
  Gli articoli 9 e 11 recano disposizioni in materia di trasparenza nei rapporti tra partiti politici e fondazioni politiche.
  L'articolo 10 reca le sanzioni per le violazioni delle disposizioni in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici recate dagli articoli 7, 8 e 9 del disegno di legge in esame. L'applicazione della sanzione (amministrativa pecuniaria) compete, in base al comma 1, alla Commissione per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici.
  L'articolo 12 dispone che dall'attuazione del disegno di legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni competenti provvedono alle attività previste dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

  Sara MORETTO (PD), fa presente che il provvedimento di cui si discute oggi è in corso di esame presso le Commissioni competenti in sede referente, che devono ancora votare circa 300 emendamenti che potrebbero stravolgere il testo originario del provvedimento medesimo. Ritiene, pertanto, doveroso che la Commissione attenda la trasmissione del testo modificato all'esito dell'esame degli emendamenti da parte delle Commissioni riunite I e II per esprimere il proprio parere.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, nel ricordare che domani la Commissione è convocata sul provvedimento in esame, rileva che allo stato attuale il disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a decorrere da lunedì prossimo, 12 novembre, e che non è certo, ad oggi, se e quando le Commissioni di merito trasmetteranno il testo emendato per l'espressione del parere da parte delle Commissioni competenti in sede consultiva.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.10 alle 16.25.

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