CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 luglio 2018
43.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e XI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 26 luglio 2018. — Presidenza della presidente della VI Commissione, Carla RUOCCO, quindi del presidente della XI Commissione, Andrea GIACCONE. – Intervengono il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Guido Guidesi, il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Claudio Cominardi, e il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico Davide Crippa.

  La seduta comincia alle 9.35.

DL 87/2018: Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.
C. 924 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 luglio scorso.

  Walter RIZZETTO (FdI) chiede che la seduta odierna sia trasmessa sul circuito interno.

  Carla RUOCCO, presidente, non essendovi obiezioni, dispone che la pubblicità dei lavori delle Commissioni riunite sia garantita anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Avverte, quindi, che si passerà alle proposte emendative riferite all'articolo 1 e invita il relatore e il rappresentante del Governo ad esprime i relativi pareri.

  Silvia FREGOLENT (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva che l'accordo raggiunto al termine della seduta di ieri prevedeva di iniziare l'esame dagli emendamenti accantonati.

  Antonio VISCOMI (PD), si associa alla collega Fregolent ed evidenzia che, nella consapevolezza che si sarebbe iniziato l'esame dagli articoli accantonati, sono appositamente intervenuti in seduta i deputati competenti per le materie oggetto di tali proposte emendative.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che il Governo ha fatto presente di non essere ancora pronto su tutti gli emendamenti accantonati e, quindi, invita a proseguire i lavori a partire dall'articolo Pag. 201, al fine di concludere l'esame entro i termini stabiliti.

  Claudio MANCINI (PD) sottolinea che la richiesta del gruppo PD di procedere, come d'accordo, con l'esame degli emendamenti accantonati non vuole avere alcun intento dilatorio.

  Walter RIZZETTO (FdI) concorda con la proposta della Presidente di proseguire i lavori con l'esame dei numerosi emendamenti riferiti all'articolo 1.

  Marco LACARRA (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alle richieste dei colleghi di procedere all'esame degli emendamenti accantonati, anche tenuto conto della presenza della deputata Carnevali.

  Carla RUOCCO, presidente, precisa che gli unici obiettivi sui quali era stato trovato un accordo erano di esaminare a partire dalla mattina odierna gli emendamenti riferiti agli articoli 1, 2 e 3; di concludere i lavori di ieri entro le ore 20 – come è effettivamente avvenuto – e l'esame dell'intero provvedimento entro le ore 13 di venerdì 27 luglio.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, invita i colleghi, soprattutto quelli del gruppo PD, alla ragionevolezza e concorda con la Presidente sull'opportunità di iniziare l'esame dagli articoli 1, 2 e 3.

  Maria PALLINI (M5S) concorda con il relatore.

  Sestino GIACOMONI (FI) chiede delucidazioni in merito ai criteri di ammissibilità espressi nella lettera del Presidente della Camera che hanno determinato l'inammissibilità dell'emendamento Carfagna 3.08, inizialmente giudicato ammissibile.

  Carla RUOCCO, presidente, non ritiene opportuno che si apra un dibattito in Commissione sui criteri di ammissibilità delle proposte emendative; peraltro rammenta che è stato lo stesso gruppo di FI a sollecitare, rivolgendosi alla Presidenza della Camera, una revisione di tali criteri.

  Carla CANTONE (PD) invita il relatore alla ragionevolezza da lui stesso invocata, tenuto conto che cambiare l'ordine di esame degli emendamenti non comporterebbe un rallentamento dei lavori.

  Claudio MANCINI (PD) si associa alle valutazioni della collega Cantone e chiede delucidazioni sui criteri più restrittivi di ammissibilità degli emendamenti, solo da ultimo applicati.

  Carla RUOCCO, presidente, richiama l'attenzione dei colleghi sui contenuti della lettera del Presidente della Camera concernente i criteri di ammissibilità.
  Invita quindi i relatori a formulare i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, Giulio Centemero, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati, fatta eccezione per gli emendamenti D'Incà 1.8, Murelli 1.68, 1.154 e 1.169 dei quali propone l'accantonamento; invita quindi all'approvazione dell'emendamento dei relatori 1.49.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI, esprime parere conforme al relatore, fatta eccezione per l'emendamento dei Relatori 1.49, del quale chiede l'accantonamento.

  Elena MURELLI (Lega) segnala che potrebbe essere opportuna una riformulazione di alcune delle proposte emendative accantonate.

  Carla RUOCCO, presidente, dichiara che il tema sollevato dalla collega Murelli potrà essere affrontato successivamente, non appena si passerà all'esame degli emendamenti in questione. Pag. 21
  Avverte quindi che gli emendamenti D'Incà 1.8, Murelli 1.68, 1.154 e 1.169 sono accantonati, come anche l'emendamento 1.49 dei Relatori.

  Walter RIZZETTO (FdI), intervenendo sul proprio emendamento 1.1 soppressivo dell'intero articolo 1, osserva che tale disposizione rappresenta sicuramente il cuore del provvedimento in esame. Il complesso del decreto-legge voluto dal vicepresidente del Consiglio Di Maio rappresenta una intelligente strategia di marketing politico, il cui contenuto può essere speso in maniera fruttuosa sui social network, consentendo una risposta a livello mediatico all'iperattivismo dell'altro vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Il testo proposto non è però frutto di una elaborazione culturale compiuta e manca di visione prospettica rispetto al cambiamento in corso nel mondo del lavoro. Rileva in maniera critica che nel provvedimento sono presenti norme dal contenuto assai difforme, che spazia dai contratti di lavoro a termine, agli investimenti, al contrasto alla ludopatia, osservando che, se il filo conduttore deve essere quello della «dignità», molte altre disposizioni avrebbero dovuto trovare spazio nel provvedimento. Prevedere nello stesso tempo l'aggravio dei costi per il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato, la riduzione della loro possibile durata e i maggiori costi introdotti per i licenziamenti dimostra una non conoscenza delle logiche del mercato e del mondo dell'impresa. Rileva che il Ministro Di Maio non ha fornito alcuna risposta credibile riguardo a quella che appare la più probabile conseguenza delle norme che si sono introdotte: la sostituzione dei lavoratori dopo i primi dodici mesi di contratto a tempo determinato. Segnala, infatti, che nella maggior parte dei casi le tipologie di lavoro per le quali sono utilizzati tali contratti prevedono un periodo di formazione assai limitato. Ricorda che anche una nota depositata dal Ministero dell'economia e delle finanze presso la Commissione bilancio ha certificato il probabile aumento della disoccupazione conseguente alla normativa che viene introdotta, e ribadisce che un aumento dei costi e della rigidità non può trasformarsi in un incremento dei contratti a tempo indeterminato. Sottolinea che la modifica proposta con l'emendamento 1.49 dei relatori peggiorerebbe la normativa, con gravi conseguenze per le imprese anche per semplici errori materiali. Nell'osservare che alcune disposizioni di fatto potrebbero anche avere conseguenze retroattive, osserva che è stato espresso parere contrario rispetto ad emendamenti che nella passata legislatura il Movimento 5 Stelle avrebbe tranquillamente sottoscritto. Segnala, quindi, l'assenza nel provvedimento di misure concrete che avrebbero potuto favorire una maggiore diffusione dei contratti a tempo indeterminato, quali ad esempio forme di detassazione o la riduzione del cuneo fiscale, così come misure relative al sistema pensionistico, che avrebbero potuto agevolare il turnover, o in materia di formazione. In conclusione ribadisce che, al di là delle intenzioni del Ministro Di Maio, il testo proposto avrà come effetto un aumento della disoccupazione.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) rileva con rammarico che non è stata accolta nessuna delle proposte emendative che avrebbero potuto correggere il testo adottato dal Governo. Osserva che alcune delle disposizioni adottate, quali la riduzione del numero delle proroghe e della durata dei contratti di lavoro a tempo determinato, appaiono positive ed in linea con quanto previsto in numerosi Paesi europei. Analogamente valuta favorevolmente la reintroduzione delle causali, elemento caratterizzante dei contratti a tempo determinato. Ritiene però incongrua la scansione temporale proposta, che consente di interrompere dopo dodici mesi tali forme di contratto, prevedendo un aggravio di costi per il rinnovo. Segnala in proposito che i sindacati stanno già segnalando numerosi casi concreti di mancato rinnovo di contratti a tempo determinato in conseguenza del provvedimento in esame. Ribadisce il proprio disappunto per la chiusura verso proposte emendative che avrebbero Pag. 22consentito di razionalizzare la normativa, evitando di provocare la sostituzione in tempi più rapidi del personale assunto a tempo determinato. Rileva, inoltre, l'assenza di misure di aiuto alla stabilizzazione dei contratti, come la riduzione del cuneo fiscale, esprimendo il timore che il decreto-legge possa di fatto provocare una sorta di «guerra tra poveri».

  Sebastiano CUBEDDU (M5S) ricorda che quello a tempo indeterminato deve rappresentare il normale rapporto di lavoro, mentre i contratti a tempo determinato costituiscono un'eccezione da utilizzare solo in determinate situazioni. Chi nega questo impianto va contro la tradizione giuslavoristica consolidata nel Paese. Critica con decisione chi assume posizioni totalmente subordinate agli interessi delle imprese che rappresentano di fatto un'abdicazione rispetto alla tutela dei diritti dei lavoratori. Ricorda che il favor concesso in linea di principio a tutela dei lavoratori è motivato da una ricerca di equilibrio rispetto a quella che può considerarsi una soggezione naturale del lavoro dipendente. Il «decreto dignità» rappresenta quindi lo strumento scelto dal Governo per tutelare i diritti dei lavoratori e colpire gli abusi, ricordando che, secondo i dati forniti dall'ISTAT, i contratti a tempo determinato hanno rappresentato il 70 per cento del totale nel 2017 e l'80 per cento nel primo trimestre dell'anno in corso. Sottolinea l'importanza della stabilità del rapporto di lavoro per assicurare una vita dignitosa alle famiglie. Rilevando che le aziende non sono a tempo determinato, si chiede per quale ragione lo debbano essere i lavoratori. Ribadisce l'importanza di trovare un punto di equilibrio a tutela di tutti i soggetti coinvolti.

  Carla RUOCCO, presidente, invita il collega Cubeddu a contenere i tempi del suo intervento. Estende quindi ai rappresentanti di tutti i gruppi l'invito a contenere i tempi delle proprie dichiarazioni, al fine di non far slittare la programmazione dei lavori. Fa presente, infatti, che numerosi colleghi intendono prendere la parola nel dibattito e ricorda la necessità di rispettare l'organizzazione dei tempi di esame del provvedimento, sui quali vi è stato il consenso unanime dei gruppi.

  Sebastiano CUBEDDU (M5S), concludendo il suo intervento, ribadisce la rilevanza delle disposizioni contenute nell'articolo 1 del provvedimento che, essendo volte a contrastare gli abusi del contratto di lavoro a tempo determinato, e dunque le lesioni ai diritti del lavoratore, sono poste a salvaguardia della dignità del lavoratore stesso.

  Renata POLVERINI (FI), osservato come da parte dei deputati del gruppo Forza Italia non vi sia mai stato un atteggiamento ostruzionistico, rivendica il diritto di disporre di un tempo congruo per poter svolgere delle considerazioni in merito all'articolo 1, che rappresenta il cuore del provvedimento.
  Rilevato che su tutte le proposte emendative presentate dal suo gruppo – come del resto sulla quasi totalità di quelle presentate dalle altre forze di opposizione – i relatori e il Governo hanno espresso un parere contrario, si domanda quale sia la ragione per la quale il Governo, intendendo evidentemente mortificare il dibattito parlamentare, non abbia più coerentemente preannunciato l'intenzione di porre la questione di fiducia.
  Anche facendo riferimento alla sua pluriennale esperienza di sindacalista, e scendendo dalla teoria alla pratica, rileva quindi come nell'articolo 1 non vi sia traccia, al di là degli annunci, di misure volte realmente a garantire la dignità dei lavoratori. Osserva, al contrario, come le stesse stiano già producendo effetti paradossali: fa presente infatti che, forse già per effetto dell'entrata in vigore del decreto-legge in oggetto, a venti lavoratori della buvette della Camera dei deputati non è stato rinnovato il contratto di lavoro. Ricorda anche, a tal proposito, che la battaglia condotta dal Movimento 5 Stelle nella precedente legislatura contro i costi della politica aveva già prodotto delle vittime, con 300 lavoratori lasciati a casa.Pag. 23
  Fermo restando che la tipologia contrattuale di riferimento resta quella del contratto a tempo indeterminato, rileva come le dinamiche del mondo del lavoro siano profondamente cambiate a causa di diversi fattori. Si sofferma, in particolare, sull'impatto che ha avuto il processo di internazionalizzazione della FIAT, rispetto al quale, considerandolo invece come una delocalizzazione, nella sua precedente esperienza di sindacalista aveva assunto una posizione di contrarietà.
  Osserva, in maniera critica, che il provvedimento all'esame non modifica il contratto di lavoro a tutele crescenti e non prevede il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo, sul quale, invece, il Movimento 5 Stelle nella precedente legislatura ha condotto una battaglia nella Commissione Lavoro e sul quale ha raccolto consensi nelle ultime elezioni.
  Evidenzia, inoltre, che il Governo avvia un fittizio processo di stabilizzazione senza incentivi, senza tenere conto del fatto che nelle pieghe delle leggi si possono trovare degli escamotage e che in Italia è stato fatto un grande lavoro sulle forme contrattuali, elaborando contratti sempre all'avanguardia, che avrebbero dovuto essere presi in considerazione nella predisposizione del provvedimento in esame.
  Ritiene pertanto assurda la discussione odierna e non accettabile la volontà della maggioranza di «blindare» un testo complesso ignorando che nel Paese reale, rispetto agli strumenti attualmente a disposizione per creare lavoro, il «decreto dignità» viene considerato come un passo indietro.
  Auspica che il relatore e il Governo riconsiderino i pareri espressi sulle proposte emendative delle opposizioni accettando il confronto parlamentare. Diversamente il Movimento 5 Stelle si renderebbe protagonista di un atto d'imperio che non si addice a un gruppo politico consapevole del fatto che ogni minima modifica nelle materie in esame può avere un impatto enorme e che comprimerebbe ingiustificatamente le prerogative delle opposizioni.

  Paolo ZANGRILLO (FI) rimarca la mancanza nel decreto-legge all'esame del presupposto dell'urgenza, sottolineando che il provvedimento va nella direzione opposta rispetto alla vera urgenza del Paese, che è quella di creare posti di lavoro.
  Ritiene, infatti, che il decreto sia uno spot pubblicitario, ben costruito a livello mediatico, per bilanciare l'attivismo della Lega sui temi dell'immigrazione.
  Evidenzia la logica sottesa al provvedimento che, a suo avviso, è quella della contrapposizione tra il popolo e le lobby degli imprenditori e di Confindustria, logica che riteneva ormai superata.
  Sottolinea come, tenendo conto del livello preoccupante di disoccupazione in generale e giovanile in particolare, un legislatore serio avrebbe dovuto prevedere interventi volti a incentivare coloro che creano posti di lavoro. Rileva, invece, che il decreto-legge contiene in realtà un programma sanzionatorio nei confronti delle imprese rispetto all'utilizzo di un negozio giuridico, quale il contratto a tempo determinato, che è assolutamente legale, e al quale in Italia si fa ricorso in una percentuale di casi che è allineata alla media europea. Denuncia, quindi, come ciò dimostri la totale mancanza di consapevolezza del legislatore sul contesto nel quale interviene.
  Rifacendosi alla sua esperienza di lavoro nelle aziende, anche come direttore del personale, evidenzia innanzitutto come sia primo interesse degli imprenditori mantenere in azienda lavoratori seri e affidabili. Rimarca, pertanto, che sarebbe stato necessario introdurre vantaggi contributivi e fiscali per incoraggiare la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato al fine di rinsaldare la relazione tra lavoratore e datore di lavoro.
  Rileva, infine, come reintroducendo l'elemento della causalità l'unico effetto che produrrà il decreto all'esame sarà quello di incrementare il contenzioso, e dunque, il lavoro per gli avvocati giuslavoristi.
  Concludendo, e richiamandosi a quanto osservato dalla collega Polverini, a fronte Pag. 24della quasi totalità di pareri contrari espressi sugli emendamenti delle opposizioni, ritiene che sarebbe più dignitoso per il Governo se si assumesse la responsabilità di porre la questione di fiducia sull'approvazione, in Aula, del decreto-legge, nel testo originario, senza modifiche.

  Chiara GRIBAUDO (PD) esprime rammarico per il mancato accoglimento delle proposte emendative presentate dal gruppo del Partito Democratico con un contenuto migliorativo del testo di un decreto-legge che è carente sotto molteplici profili, ad iniziare da quello del presupposto dell'urgenza.
  Osserva, infatti, che il provvedimento contiene disposizioni mal concepite che produrranno conseguenze devastanti sul mondo del lavoro e, in parte, le hanno già prodotte, come evidenziato dai colleghi che l'hanno preceduta.
  Rileva che il «decreto dignità», di fatto, è il «decreto disoccupazione», perché spingerà le imprese a licenziare i lavoratori e condizionerà pesantemente le scelte dei datori di lavoro. A suo avviso, con il provvedimento all'esame, il Governo otterrà il duplice risultato di nuocere ai lavoratori e di non far ripartire l'economia del Paese.
  Sottolinea l'assenza di misure di contrasto al precariato e il prevalere, invece, di una logica che favorisce il lavoro sommerso e non incentiva il lavoro stabile. Osserva, a tal proposito, come rilevato dall'onorevole Epifani, che, nella migliore delle ipotesi, il contratto di lavoro a tempo determinato durerà al massimo 12 mesi. Dichiara quindi di non comprendere le ragioni per le quali il relatore e il Governo hanno espresso parere contrario sugli emendamenti del PD che apportavano interventi correttivi.
  Auspica pertanto che il relatore e il Governo riconsiderino il parere espresso e preannuncia che, ove l'Esecutivo non dia prova di disponibilità al dialogo con le forze di opposizione, il suo gruppo condurrà una fortissima opposizione al testo in esame.

  Debora SERRACCHIANI (PD), anche a nome dei colleghi del suo gruppo, ritiene che sarebbe più coerente che il Governo preannunciasse l'intenzione di porre la questione di fiducia sul decreto-legge in esame. Lamenta, infatti, la totale indisponibilità al dialogo da parte dell'Esecutivo su temi come la lotta al precariato, le delocalizzazioni selvagge e il contrasto alla ludopatia sui quali ovviamente si sarebbe potuto trovare un punto di incontro. Ritiene che il limite del decreto-legge sia di natura ideologica in quanto, seppure i principi in esso contenuti siano condivisibili, l'impostazione utilizzata per risolverli non lo è. Rammenta che molti imprenditori hanno speso tutti i propri risparmi pur di non licenziare i propri dipendenti e ritiene che il Governo con questo decreto-legge, guardando solo a una parte di cittadini, non tenga in considerazione tutta un'altra parte del mondo produttivo. Sottolinea come il decreto-legge determinerà un incremento del contenzioso giuslavoristico, del quale potranno beneficiare esclusivamente gli avvocati di diritto del lavoro senza perseguire l'obiettivo della lotta al precariato. A suo avviso il problema del precariato si può risolvere esclusivamente rendendo meno costoso il contratto di lavoro a tempo indeterminato. Invita pertanto i colleghi della maggioranza a valutare le osservazioni contenute negli emendamenti presentati, volti a migliorare il testo all'esame delle Commissioni, al fine di evitare che lo stesso produca effetti perversi sul mercato del lavoro.

  Antonio VISCOMI (PD), alla luce dei precedenti interventi dei colleghi della maggioranza, afferma di essersi convinto che le norme contenute nel decreto-legge sono state concepite male e redatte ancor peggio. In particolare fa presente che il mercato del lavoro non è più quello dei primi anni Sessanta, periodo a cui il collega Cubeddu si riferiva nel suo intervento, ma che da allora il legislatore è intervenuto diverse volte per adeguare la normativa in materia all'evoluzione del settore. Ricorda che oltre all'ordinamento nazionale esiste anche l'ordinamento comunitario, Pag. 25che disciplina il contratto a termine prevedendo che i limiti dello stesso possono essere causali, temporali e quantitativi. Osserva che il decreto-legge ha introdotto tutti e tre questi limiti. Ritiene che il problema del diritto del lavoro non sia quello dell'equilibrio tra le parti ma dell'effettività delle norme che si scrivono, perché se una norma non si riesce ad integrare nel sistema imprenditoriale non è effettiva. Osserva, infine, che a suo avviso all'interno del decreto-legge sono presenti numerose imprecisioni che potrebbero provocare serie conseguenze.

  Mauro DEL BARBA (PD) auspica che il dibattito possa essere utile al relatore al fine di rivalutare alcuni dei pareri espressi sugli emendamenti, al fine di migliorare il testo del decreto-legge, che meriterebbe altrimenti di essere respinto. Rammenta che la collega Serracchiani ha testé affermato che il carattere del decreto-legge è fortemente ideologico, ma si domanda se non si debba piuttosto parlare di ipocrisia. Osserva infatti che qualora la scelta fosse stata ideologica sarebbe stato opportuno che l'Esecutivo avesse anche ripristinato un sistema di job property, ben consapevole però che la società sta evolvendo verso un sistema di flex security. Osserva che le imprese chiudono o cambiano di continuo i propri processi lavorativi e ritiene che tale situazione non sia compatibile con il contesto passato cui prima i colleghi hanno fatto riferimento. Ritiene che il decreto-legge peggiori la realtà del lavoro italiano ed evidenzia inoltre che ieri la Commissione Bilancio della Camera ha espresso, con il voto favorevole della maggioranza, il parere sul testo dello stesso nel quale si afferma chiaramente che il decreto-legge porterà più disoccupazione e meno tutela per i lavoratori. Rileva infatti che nel citato parere si afferma che «il maggiore esborso previsto per il biennio 2018-2019 e il contenimento della spesa dagli anni 2020 e successivi si spiegano, da una parte con la riduzione della durata massima del contratto che porta ad anticipare la percezione della Naspi facendo crescere la spesa, dall'altra con la minore durata del contratto, che comporta una riduzione della durata massima della Naspi determinando risparmi nel corso del tempo». Alla luce di queste affermazioni giudica quindi ipocrita la scelta del Governo, che è ben consapevole dell'affievolimento delle tutele che sarà provocato dal provvedimento.

  Tiziana CIPRINI (M5S), nel replicare ai colleghi testé intervenuti, osserva che con il decreto-legge in esame l'Italia si adegua al resto della normativa europea, rammentando che nell'Unione europea per i contratti a tempo determinato è prevista una durata massima di 24 mesi con soltanto tre rinnovi. Evidenzia inoltre che in quasi tutti gli Stati membri è prevista la causale nel contratto a tempo determinato. Invita quindi i colleghi dell'opposizione a leggere anche le proposte emendative presentate dalla maggioranza, volte ad introdurre una serie di elementi migliorativi al decreto-legge in esame.

  Stefano LEPRI (PD) rammenta che per la maggioranza le disposizioni contenute negli articoli da 1 a 3 del decreto-legge sono necessarie per contrastare gli abusi del ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato. Osserva però che tale presupposto non è, a suo avviso, corretto in quanto il ricorso al contratto a tempo determinato risulta essere in linea con la media dell'Unione europea. Rammenta inoltre di aver sentito dire dai colleghi della maggioranza che se si rende il ricorso al contratto a tempo determinato più difficile da applicare allora tali tipi di contratto saranno facilmente trasformati in contratti a tempo indeterminato. In proposito rileva però che gli imprenditori, gli artigiani e i sindacati concordemente affermano che tali ostacoli avranno invece l'effetto di creare maggiore precarietà. Contesta inoltre l'affermazione in base alla quale maggiori costi e l'introduzione di causali nel contratto avranno l'effetto di difendere la dignità del lavoratore. Ritiene che gli obiettivi che il decreto-legge intende perseguire siano apprezzabili, ma che lo stesso produrrà danni alle imprese Pag. 26e alle famiglie, senza conferire maggiore dignità ai lavoratori. Rileva infine che l'unica categoria che potrà beneficiare delle disposizioni presenti nel decreto sarà quella degli avvocati a seguito del maggior contenzioso che si determinerà.

  Francesca GERARDI (Lega) invita i colleghi a svolgere interventi mirati sul contenuto delle proposte emendative, per consentire alle Commissioni di passare alla votazione degli emendamenti.

  Andrea GIACCONE, presidente, chiarisce che l'andamento dei lavori delle Commissioni è regolato dalla presidenza sulla base di quanto concordato in Ufficio di presidenza e che gli interventi che i colleghi stanno svolgendo, vertendo su emendamenti soppressivi dell'articolo 1, investono il complesso degli argomenti interessati da tale articolo. In seguito si passerà alla fase della votazione delle singole proposte emendative e questo consentirà certamente di procedere in modo più spedito.

  Raffaele BARATTO (FI) ritiene assolutamente necessario che maggioranza ed opposizione si confrontino sul complesso delle disposizioni del provvedimento affinché si svolga una discussione approfondita. Evidenzia come il decreto-legge cosiddetto «dignità» non tuteli né i lavoratori né le loro famiglie e neanche le imprese. Richiama l'attenzione dei colleghi sull'effettiva condizione delle imprese, soprattutto nel Nord-Est del Paese. Al riguardo ritiene quindi che le proposte emendative dell'opposizione andrebbero prese in considerazione con maggiore attenzione, al fine di garantire la conservazione dei posti di lavoro e del know-how delle imprese italiane. Evidenzia infatti che le misure previste in materia di delocalizzazione appaiono del tutto demagogiche e inefficaci.

  Carla CANTONE (PD) stigmatizza innanzitutto le dichiarazioni del Ministro Di Maio che ha sostenuto in diverse occasioni che il Partito Democratico non è a favore dei diritti dei lavoratori. Ritiene tali dichiarazione del tutto infondate e provocatorie. Osserva, infatti, come le disposizioni del decreto-legge in esame siano volte a incrementare la precarietà del lavoro e i contratti a tempo determinato. Ritiene che il termine «dignità» voglia dire essenzialmente libertà: ma per essere liberi occorre un lavoro che garantisca un reddito e, quindi, una esistenza dignitosa. Sottolinea che, a questo scopo, occorre tutelare innanzitutto il diritto dei lavoratori a negoziare le proprie condizioni di lavoro creando i presupposti per un'effettiva mediazione e scongiurando l'insorgere di contenziosi legali. Occorre perciò dare concreto sostegno alle imprese che difendono la dignità dei lavoratori e che tutelano il made in Italy. Invita quindi il relatore Tripiedi a riflettere sull'importanza del ruolo dei sindacati e della contrattazione. Ribadisce infine che il Ministro Di Maio dovrebbe avere un atteggiamento più rispettoso delle opinioni delle opposizioni ed impegnarsi realmente a tutela del lavoro.

  Graziano MUSELLA (FI) ritiene che dal dibattito fin qui svoltosi sia emerso con chiarezza che il decreto-legge in esame non contiene in realtà disposizioni urgenti. A suo giudizio, infatti, le urgenze del Paese sono altre e riguardano la riduzione delle tasse e la previsione di incentivi agli investimenti al fine di creare nuovi posti di lavoro. Sottolinea come le opposizioni abbiano fin qui tenuto un comportamento di grande disponibilità al dialogo senza intenti ostruzionistici; ritiene pertanto che occorrerebbe una maggiore apertura da parte della maggioranza e del Governo che si definisce «del cambiamento». Osserva altresì che il decreto-legge non appare neanche coerente con le politiche europee in materia di lavoro e che servirebbero piuttosto interventi graduali al fine di ottenere il miglioramento degli indicatori economici. La previsione di causali e sanzioni rappresenta, di fatto, un ostacolo al mantenimento degli attuali livelli occupazionali, obiettivo che andrebbe garantito con la previsione di incentivi per le nuove assunzioni. Su tali elementi critici auspica si possa intervenire con degli emendamenti Pag. 27anche durante l'esame in Assemblea, al fine di affrontare con serietà la questione del precariato e della riduzione della disoccupazione.

  Marco LACARRA (PD), osservando come l'emanazione del presente decreto-legge abbia alimentato il conflitto sociale, rileva che è stata realizzata un'operazione di marketing politico, preceduta da grande attesa e grandi aspettative, che non affronta quelli che sono i veri problemi che affliggono il mondo del lavoro in Italia, come la sicurezza dei lavoratori, il contrasto al lavoro sommerso e il riordino del settore delle cooperative. Un provvedimento che avesse affrontato questi problemi avrebbe sicuramente tutelato la dignità dei lavoratori.
  Si chiede quindi quale sia la ratio del provvedimento in esame, che non solo non è idoneo a creare nuova occupazione ma comporta addirittura un aumento della disoccupazione. Per tale motivo invita i relatori a valutare con attenzione le proposte emendative presentate, che hanno lo scopo di migliorare gli effetti del provvedimento e possono aiutare il Governo a superare la posizione di stallo nel quale si è posto.
  Evidenzia che il decreto-legge in esame si limita, a suo parere, ad un mero tentativo di riduzione della precarietà e che, a fronte dell'esigenza di ridurre l'utilizzo dei contratti a termine, non incentiva in alcun modo la stipula di contratti a tempo indeterminato. Al riguardo sottolinea come le imprese abbiano lanciato un grido di allarme e segnalato che il risultato dell'intervento normativo sarà una riduzione dei posti di lavoro, non solo nelle regioni del Nord, ma anche nelle altre, come la Puglia, dove si prospetta un taglio ai contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della sanità privata.
  Sollecita pertanto i colleghi della maggioranza e i rappresentanti del Governo ad accogliere le proposte emendative volte a salvaguardare e a incentivare i contratti di lavoro. Ad esempio sarebbe opportuno essere più chiari sulle causali che giustificano l'apposizione di un termine per i contratti di durata superiore a dodici mesi, evitando così contenziosi che indurrebbero le imprese a rinunciare alla stipula di questa tipologia contrattuale.

  Bruno TABACCI (Misto-+E-CD), in considerazione dei pareri contrari espressi dai relatori e dal rappresentante del Governo sulla quasi totalità delle proposte emendative riferite all'articolo 1, si dichiara certo che l'esame del provvedimento si concluderà con il ricorso al voto di fiducia in Assemblea. A questo proposito ricorda come il Ministro Di Maio avesse in passato affermato che il Governo del cambiamento si sarebbe contraddistinto dai precedenti anche per un minor utilizzo dello strumento della fiducia.
  Osserva quindi che le misure in esame, di natura ordinamentale e volte a realizzare una riforma strutturale, sarebbero state più opportunamente oggetto di un disegno di legge anziché di un decreto-legge, strumento utilizzato, a suo avviso, dal Movimento 5 Stelle per controbilanciare il protagonismo della Lega. Prevede inoltre che il provvedimento subirà alcune modifiche in seguito alla prossima presentazione, da parte del Governo, di proposte emendative per la reintroduzione dei voucher, in aperto contrasto alla posizione espressa dal Movimento 5 Stelle su tale strumento nella precedente legislatura. In tal modo il Ministro Salvini potrà acquistare meriti presso gli imprenditori del Nord, a scapito del Movimento 5 Stelle.
  Ritiene che le forze politiche che costituiscono l'attuale maggioranza siano estremamente superficiali e preoccupate esclusivamente della comunicazione nel breve periodo, anziché affrontare i problemi in profondità. Osserva come le misure proposte dimostrino la scarsa conoscenza della effettiva struttura occupazionale e produttiva del Paese, ciò che impedisce di comprendere come la riduzione dei rapporti di lavoro a tempo determinato non comporti automaticamente l'incremento dei rapporti a tempo indeterminato.
  Contesta inoltre l'aver attribuito alla stessa persona il ruolo di Ministro del Pag. 28lavoro e delle politiche sociali e di Ministro dello sviluppo economico, due settori che tradizionalmente manifestano interessi contrastanti e che possono trovare una sintesi solo al superiore livello della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Conclude osservando che l'approvazione del provvedimento non solo non sarà utile al Paese, ma nemmeno all'attuale Governo.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, modificando il parere contrario precedentemente espresso, propone l'accantonamento degli identici emendamenti Rizzetto 1.161 e Mandelli 1.164, dell'emendamento Rizzetto 1.159, nonché degli identici emendamenti Zangrillo 1.219, Zan 1.160, Gebhard 1.162, Tabacci 1.163 e Osnato 1.174.

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che gli identici emendamenti Rizzetto 1.161 e Mandelli 1.164, l'emendamento Rizzetto 1.159, nonché degli identici emendamenti Zangrillo 1.219, Zan 1.160, Gebhard 1.162, Tabacci 1.163 e Osnato 1.174 sono accantonati.

  Gianfranco LIBRANDI (PD), citando il titolo di un quotidiano economico, segnala come il rallentamento della crescita e la sfiducia nei provvedimenti del Governo stiano inducendo gli investitori alla vendita dei titoli di Stato italiani.
  Precisando poi come non corrisponda al vero l'affermazione secondo la quale nell'Unione europea i contratti di lavoro a tempo determinato siano ammessi solo come eccezione – sono infatti previsti in Austria e in Germania addirittura per una durata massima di quattro anni –, evidenzia che gli emendamenti di cui è firmatario sono diretti a superare i problemi causati alle imprese dal provvedimento in esame. Sottolineando le sfide che le aziende devono affrontare quotidianamente per contrastare la concorrenza dei Paesi emergenti e per rispettare gli adempimenti previsti dalla legislazione nazionale ed europea, evidenzia la necessità di adottare un cambio di prospettiva e considerare gli imprenditori come alleati e non come nemici da combattere, trovando soluzioni condivise, come la partecipazione alle decisioni e agli utili.
  Aggiunge poi di non essere affatto certo che i giovani preferiscano contratti a tempo indeterminato e cita i risultati di un'indagine secondo la quale i giovani desidererebbero essere multitasking e sperimentare diverse esperienze lavorative.
  Ribadisce infine l'opportunità di modificare significativamente il provvedimento.

  Daniele MOSCHIONI (Lega), richiamando la propria esperienza di imprenditore del Nord-Est, evidenzia che gli imprenditori con i quali è in contatto non hanno manifestato alcuna obiezione nei confronti del provvedimento in discussione.
  Osserva di essere in accordo con l'onorevole Serracchiani quando afferma che la concorrenza sleale e i problemi del lavoro hanno ridotto sul lastrico molte imprese della regione Friuli-Venezia Giulia. Contesta però all'ex presidente della Regione di non aver adottato misure che avrebbero potuto alleviare i disagi delle stesse imprese, come la riduzione dell'IRAP. Ritiene infatti che il principale strumento per difendere l'occupazione sia la riduzione del costo del lavoro, la riduzione dell'enorme divario tra quanto i lavoratori costano alle imprese e la retribuzione netta percepita dai lavoratori stessi. Osserva che nella scorsa legislatura il Partito Democratico, che oggi paradossalmente manifesta tanta preoccupazione per gli imprenditori, non abbia fatto nulla per ridurre il costo del lavoro.
  Assicura infine che ci vorrà tempo per realizzare i cambiamenti necessari a risollevare l'economia italiana, ma l'attuale maggioranza ha già cominciato a muoversi nella giusta direzione.

  Serse SOVERINI (Misto-CP-A-PS-A) esprime preoccupazione di fronte al fatto che si sta riproponendo una contrapposizione tra lavoro e imprenditoria, in un Paese come l'Italia, il cui tessuto produttivo è costituito per la maggior parte da Pag. 29piccole e medie imprese, che ogni giorno sono costrette a gestire realtà molto complicate. Invita perciò il Governo ad intervenire nella giusta direzione, affinché i laureati possano essere assunti nelle tante piccole e medie imprese del Paese, e consentir loro di essere innovative.

  Paolo PATERNOSTER (Lega) esprime stupore, anche da imprenditore, di fronte alla posizione che gli imprenditori veneti hanno manifestato di recente sul provvedimento in esame. Osserva che le norme contenute nel decreto rivestono estrema rilevanza, perché affrontano finalmente gravi problemi, quali la ludopatia e le delocalizzazioni. Ricorda come nella seduta di ieri di questi temi si sia ampiamente dibattuto, spesso confondendo, a suo avviso, delocalizzazione ed internazionalizzazione. Sottolinea infatti che il Nord-est è una terra di grandi imprenditori, molti dei quali si sono cimentati sui mercati esteri, senza che per questo possano essere accusate di aver delocalizzato selvaggiamente.

  Alessandro ZAN (PD) ricorda che gli imprenditori veneti hanno espresso pesanti giudizi sulle norme contenute nel provvedimento in esame, che finisce per scontentare sia le imprese sia i lavoratori e che, essendo già entrato in vigore, ha già prodotto effetti negativi. Ricorda, infatti, che molti contratti a tempo determinato non sarebbero stati rinnovati per timore, da parte delle imprese, di esporsi a contenziosi dovuti all'interpretazione delle causali. Evidenzia come sia tuttavia ancora possibile intervenire a modifica dell'articolo 1, per favorire la transizione al tempo indeterminato.

  Gualtiero CAFFARATTO (Lega) rileva come nella sua Regione, il Piemonte, vi sarebbero molte aziende che ottengo finanziamenti e, successivamente, delocalizzano le loro attività.
  Giudica inoltre positivo l'intervento del Governo sui contratti a tempo determinato, che consentirà ai più giovani di progettare il proprio futuro.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, rammenta come l'intento del provvedimento sia quello di regolarizzare l'abuso dei contratti a termine, non certo penalizzare le imprese. Ricorda come, dopo la decontribuzione attuata dal Jobs Act, nonostante i contratti a tempo determinato costino più di quelli a tempo indeterminato, si sia preferito andare in quella direzione. Lo dimostrano i dati: nell'ultimo anno vi sono state 6 milioni di assunzioni, di cui 5 milioni a tempo determinato e 1 milione a tempo indeterminato. Appare quindi è evidente come non vi sia una diretta correlazione tra costo del lavoro e la forma contrattuale prescelta. Ritiene pertanto errata la previsione secondo cui il decreto-legge determinerà ulteriore disoccupazione.

  Carla RUOCCO, presidente, pone in votazione gli identici emendamenti Rizzetto 1.1, Gribaudo 1.2, Zangrillo 1.3 e Del Barba 1.4.

  Claudio MANCINI (PD) chiede la verifica del numero legale.

  Carla RUOCCO, presidente, preso atto che la richiesta è sostenuta dal prescritto numero di deputati, ricorda che in sede referente il numero legale è pari ad un quarto dei componenti le Commissioni. Avverte quindi che le Commissioni risultano essere in numero legale.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Rizzetto 1.1, Gribaudo 1.2, Zangrillo 1.3 e Del Barba 1.4.

  Debora SERRACCHIANI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di conoscere i testi delle riformulazioni, preannunciate dal Governo, delle proposte emendative accantonate, al fine di consentire ai deputati di avere effettiva contezza di quali siano i termini della discussione in corso.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI dichiara che il Governo presenterà al momento opportuno le riformulazioni delle proposte emendative accantonate.

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  Carla RUOCCO, presidente, invita le Commissioni a proseguire con la votazione degli emendamenti all'articolo 1, nell'ordine in cui compaiono nel relativo fascicolo, come prevede una logica organizzazione dei lavori.

  Debora SERRACCHIANI (PD) chiarisce che la sua richiesta ha ad oggetto proprio gli emendamenti riferiti all'articolo 1 che sono stati accantonati.

  Claudio MANCINI (PD) giudica del tutto inopportuna la risposta fornita dal sottosegretario Cominardi, che denota come il Governo non abbia compreso la questione politica sottesa alla richiesta avanzata dalla collega Serracchiani.

  Carla RUOCCO, presidente, ricordato che le Commissioni stanno esaminando l'emendamento Zangrillo 1.5, osserva che, sull'esame di tale proposta emendativa, non influiscono le riformulazioni che saranno riferite a emendamenti successivi a quello oggetto del dibattito in corso.

  Walter RIZZETTO (FdI) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Zangrillo 1.5. Illustra, quindi, le finalità della proposta emendativa in esame, osservando, in particolare, come la stessa miri a correggere l'impostazione sbagliata del provvedimento, che lascia inalterato il contratto a tutele crescenti a tempo determinato e, di fatto, prevede l'indennità – in luogo della reintegra – a fronte di un licenziamento illegittimo. Osserva pertanto che, nella sostanza, il «decreto dignità» segue la logica del Jobs Act, sul quale il Movimento 5 Stelle ha sempre espresso una netta contrarietà.

  Alessandro CATTANEO (FI), intervenendo sull'emendamento 1.5 di cui è cofirmatario, ne evidenzia la finalità. Osserva, inoltre, come ai fini di un ordinato svolgimento dei lavori non sia ininfluente il fatto che non si conoscano ancora i testi delle riformulazioni preannunciate dal Governo. Sottolinea, infatti, che tali riformulazioni si riferiscono a questioni fondamentali, tra le quali quella dei voucher e della detassazione dei contratti a tempo indeterminato, sulle quali l'orientamento che assumerà il Governo sarà un elemento di valutazione importante che potrebbe portare a far riconsiderare il giudizio complessivo sul decreto-legge in esame.

  Silvia FREGOLENT (PD) dichiara di non comprendere le ragioni per le quali il Governo ha espresso parere contrario sull'emendamento in discussione che, tra le sue finalità, si pone anche quella di abbattere la tassazione sui contratti a tempo indeterminato, che è uno degli obiettivi che il Ministro Di Maio in audizione ha dichiarato di voler perseguire.
  Evidenzia, infine, come la richiesta avanzata dalla collega Serracchiani di conoscere le riformulazioni preannunciate dal Governo non fosse affatto peregrina considerato che tali riformulazioni avranno ad oggetto questioni legate al tema in discussione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zangrillo 1.5.

  Renata POLVERINI (FI), intervenendo sull'emendamento 1.7, a sua prima firma, evidenzia che lo stesso mira ad apportare dei correttivi alla disciplina del contratto a tempo determinato contenuta nel decreto-legge in esame, che, se non verrà modificata, rischia di produrre effetti nocivi per i lavoratori, piuttosto che benefici. Ritiene infatti eccessivo aver ridotto da 36 a 12 mesi la durata massima di tale tipologia contrattuale e reputa opportuno prevedere che almeno per il primo rinnovo, fermo restando il limite dei 12 mesi, non sia necessaria la causale.
  Ritenendo quindi che l'emendamento in esame risponda, innanzitutto, a un criterio di buon senso, chiede al Governo di riconsiderare il parere su di esso espresso.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Polverini 1.7. e Nevi 1.6.

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  Luca PASTORINO (LeU), intervenendo sull'emendamento 1.102, a sua prima firma, evidenzia che tale proposta emendativa ha lo scopo di estendere alcune importanti tutele alla platea dei lavoratori autonomi digitali. Considerato che l'emendamento non è oneroso, si domanda quale sia la ragione per la quale il Governo abbia espresso un parere contrario e se sia intenzione dell'Esecutivo occuparsi di questa categoria di lavoratori – spesso giovani lavoratori che si trovano completamente sprovvisti di tutele – con un autonomo provvedimento.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Pastorino 1.102 e Fornaro 1.83.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che l'emendamento D'Incà 1.8 è accantonato.

  Renata POLVERINI (FI), intervenendo sugli identici emendamenti Mandelli 1.14 e Rizzetto 1.15, pone l'accento sul fatto che essi sono volti a evitare le storture derivanti dal recepimento della normativa europea e, al tempo stesso, il rischio di un turn over eccessivo tra lavoratori precari. Invita pertanto il Governo a riconsiderare il parere contrario espresso sugli emendamenti in esame.

  Walter RIZZETTO (FdI) rimarca come l'emendamento 1.15, a sua prima firma, persegua l'obiettivo di ricondurre la disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato – che, ricorda, è una tipologia di contratto di lavoro subordinato provvista di tutte le tutele, compresa la NASpI – nell'ambito dei parametri europei. Si sofferma, in particolare, sulla finalità della disposizione che prevede che, a determinate condizioni, il contratto a termine possa avere una durata massima di trentasei mesi: ridurre il turnover tra i lavoratori, e, conseguentemente, la precarietà. Giudica, pertanto, contraddittorio il parere contrario espresso dal Governo.

  Alessandro CATTANEO (FI) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Mandelli 1.14, evidenziando come anche con tale proposta emendativa il suo gruppo si sia fatto carico, ascoltando le esigenze che provengono dal Paese reale, di impedire che i lavoratori con un contratto a tempo determinato in essere, prossimo alla scadenza dei ventiquattro mesi, perdano il posto di lavoro per effetto delle disposizioni recate dal decreto-legge in esame.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Mandelli 1.14 e Rizzetto 1.15, nonché l'emendamento Tabacci 1.110.

  Renate GEBHARD (Misto-Min.Ling.) ritira l'emendamento 1.112 a sua prima firma.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Rizzetto 1.97 e Osnato 1.94.

  Renata POLVERINI (FI), intervenendo sull'emendamento Zangrillo 1.51, che reca una disciplina volta, in sostanza, ad evitare che si creino incertezze che penalizzino le imprese e i lavoratori, e sottolineato che si tratta di un emendamento di assoluto buon senso, invita il Governo a modificare il parere espresso.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Zangrillo 1.51, gli identici emendamenti Gribaudo 1.109, Osnato 1.101 e Rizzetto 1.98, nonché l'emendamento Epifani 1.113.

  Renata POLVERINI (FI) interviene sull'emendamento Zangrillo 1.61 per sottolineare che tale proposta emendativa prevede che il contratto di lavoro subordinato possa avere una durata superiore a dodici mesi, ma comunque non eccedente i ventiquattro mesi, solo in presenza di comprovate ragioni tecniche, produttive, organizzative, o sostitutive, ovvero nelle ipotesi previste dai contratti collettivi.
  Rimarcata, quindi, l'importanza di prevedere il richiamo alla contrattazione collettiva, chiede al Governo di riconsiderare il parere espresso.

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  Graziano MUSELLA (FI), intervenendo anch'egli sull'emendamento Zangrillo 1.61, evidenzia che introducendo delle causali stringenti, il provvedimento inserisce elementi di difficoltà nel rapporto di lavoro subordinato e crea difficoltà ai datori di lavoro all'atto delle assunzioni. Rimarca quindi come le misure contenute nell'articolo in esame vadano, in realtà, nella direzione di aumentare la precarietà e affievolire i diritti dei lavoratori.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zangrillo 1.61.

  Renata POLVERINI (FI) chiede che alle ore 14 si possano sospendere i lavori delle Commissioni, per consentire ai deputati di Forza Italia di partecipare ad una riunione di gruppo.
  Nell'illustrare l'emendamento Milanato 1.59, il quale prevede che al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine comunque non superiore a ventiquattro mesi, chiede al Governo di svolgere una ulteriore riflessione sulla proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Milanato 1.59.

  Antonio VISCOMI (PD), nell'illustrare l'emendamento 1.57 a sua prima firma, in base al quale, se il contratto di lavoro a tempo determinato ha un termine superiore ai dodici mesi, gli accordi collettivi nazionali possono individuare i casi da apporre al contratto, sottolinea come la contrattazione collettiva rappresenti lo strumento migliore per definire i rapporti di lavoro. Infatti, la definizione delle causali da parte del legislatore non può comprendere le differenze territoriali e settoriali delle varie attività.

  Debora SERRACCHIANI (PD) ricorda che in Italia l'80 per cento dei contratti collettivi prevede la possibilità di stipulare contratti a termine senza causali, in modo che siano le parti a decidere le causali in base al tipo di produzione e al territorio in cui opera l'azienda. Evidenzia, inoltre, che la norma introdotta dal provvedimento in esame colpirà tutti i contratti a termine, stravolgendo il contesto in cui essi vengono stipulati. Ritiene, pertanto, opportuno lasciare alla contrattazione collettiva il compito di definire eventuali causali. Concludendo, invita il Governo e i relatori ad accantonare l'emendamento Viscomi 1.57 al fine di svolgere un'ulteriore riflessione.

  Chiara GRIBAUDO (PD), associandosi alle parole della collega Serracchiani, chiede che il Governo svolga un'ulteriore riflessione, meravigliandosi che i deputati della Lega non sollevino dubbi rispetto a uno stravolgimento della disciplina del lavoro a tempo determinato che potrebbe provocare numerosi contenziosi e frenare gravemente la ripresa economica del Paese.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Viscomi 1.57 e 1.58.

  Renata POLVERINI (FI), nell'illustrare l'emendamento Bartolozzi 1.62, in base al quale il termine apposto al contratto di lavoro subordinato non può eccedere i trentasei mesi, invita il Governo e i relatori a rivedere il parere sulla proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Bartolozzi 1.62, Zangrillo 1.52, Osnato 1.100 e Bartolozzi 1.63.

  Walter RIZZETTO (FdI), nell'illustrare l'emendamento 1.111 a sua prima firma, che è volto ad omettere l'indicazione della causa se la proroga del contratto a termine avviene entro i dodici mesi di durata del contratto, sottolinea come la proposta emendativa vada incontro alle richieste dei lavoratori e dei datori di lavoro.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Rizzetto 1.111, Del Barba 1.82 e Osnato 1.96 e l'emendamento Rizzetto 1.91.

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  Stefano LEPRI (PD), nell'illustrare l'emendamento 1.65 a sua prima firma, segnala che l'attuale versione del decreto-legge, secondo cui il rinnovo del contratto a termine può essere consentito per esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività dell'impresa, avrebbe l'effetto di impedire agli imprenditori di diversificare la loro attività.

  Antonio VISCOMI (PD), associandosi all'intervento del collega Lepri, ricorda che nell'attività ordinaria delle imprese sono compresi anche i picchi stagionali, che sono periodi dell'anno in cui l'attività ordinariamente svolta da alcune aziende ha un'accelerazione. Al riguardo porta l'esempio di un'azienda dolciaria che durante le festività aumenterà la propria produzione, sottolineando come vi sia il rischio che tale impresa, non potendo assumere lavoratori con contratti a termine, possa ricorrere al lavoro sommerso.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Lepri 1.65 e Zangrillo 1.21.

  Renata POLVERINI (FI), nell'illustrare l'emendamento Gelmini 1.53, segnala che tale proposta emendativa è volta a consentire alla contrattazione collettiva di individuare le specifiche esigenze per le quali i contratti di lavoro a termine possono essere rinnovati. Come il collega Viscomi, segnala il rischio che la disciplina introdotta dal provvedimento in esame possa costringere le imprese a ricorrere al lavoro sommerso. Invita, quindi, i relatori e il Governo a rivedere il parere sulla proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Del Barba 1.80 e Gelmini 1.53.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU), nell'illustrare l'emendamento 1.117 a sua prima firma, si dichiara non contrario all'introduzione delle causali tramite un provvedimento legislativo. Ritiene, però, che sia necessario un richiamo alla contrattazione collettiva e che la previsione delle causali debba essere chiara, al fine di evitare l'aumento del contenzioso. Invita, quindi, il Governo e i relatori a riflettere sulla proposta emendativa in esame.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Epifani 1.117 e Zangrillo 1.24.

  Carla CANTONE (PD) illustra l'emendamento Lepri 1.66, volto a modificare le condizioni in cui è consentita la proroga del contratto a termine.

  Marco LACARRA (PD) sottolinea che l'emendamento Lepri 1.66 è volto a rendere maggiormente chiaro il dettato normativo del provvedimento, al fine di scongiurare eventuali contenziosi a carico degli imprenditori.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Zangrillo 1.25 e Lepri 1.66.

  Carla RUOCCO, presidente, accogliendo le richieste pervenute dai gruppi, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 14, riprende alle 15.30.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che l'emendamento Murelli 1.68 è stato accantonato.

  Renata POLVERINI (FI) illustra l'emendamento 1.87, di cui è prima firmataria, identico agli emendamenti Lucaselli 1.95 e Gribaudo 1.116. L'emendamento affronta, all'interno della tematica dei contratti a termine, il problema della casuale relativa ai contratti di somministrazione di lavoro. Infatti, se la causale ha un senso per le aziende, non lo ha per le società di somministrazione di lavoro e anzi implica una contraddizione, poiché è impossibile per queste agenzie determinare la causale medesima. Ricorda che anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, sentiti in audizione, hanno chiesto di non modificare la normativa. Chiede, quindi, al Pag. 34Governo e ai relatori una riflessione sul punto e un accantonamento degli emendamenti.

  Chiara GRIBAUDO (PD) illustra il proprio emendamento 1.116 e si associa a quanto affermato dalla deputata Polverini. Osserva che l'introduzione delle causali rende impossibile i contratti a termine per le agenzie di somministrazione di lavoro. Rileva quindi che lo scopo dell'emendamento è evitare ulteriore precarietà e i danni che potrebbe arrecare la proposta del Governo.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Lucaselli 1.95, Polverini 1.87 e Gribaudo 1.116, nonché gli emendamenti Caon 1.89 e Gelmini 1.55.

  Carla CANTONE (PD) illustra l'emendamento Serracchiani 1.67, di cui è cofirmataria, volto a inserire per le causali il riferimento ai contratti collettivi nazionali di lavoro, al fine di evitare il ricorso a una precarietà continua.

  Antonio VISCOMI (PD), in qualità di cofirmatario, precisa che l'emendamento Serracchiani 1.67, diversamente dagli emendamenti precedenti, affida le causali ai contratti collettivi nazionali di lavoro. Invita, quindi, a una valutazione approfondita del tema della disciplina delle causali.

  Walter RIZZETTO (FdI) desidera intervenire sull'emendamento 1.135, di cui è primo firmatario, sostanzialmente identico, a suo avviso, all'emendamento Serracchiani 1.67.

  Andrea GIACCONE, presidente, precisa che gli identici emendamenti Gebhard 1.115. Rizzetto 1.135 e Osnato 1.93, anche se analoghi all'emendamento Serracchiani 1.67, sono da questo differenti nella formulazione.

  Walter RIZZETTO (FdI) aggiunge un elemento di riflessione alla discussione in corso. Si richiede per la disciplina delle causali il richiamo ai contratti collettivi nazionali di lavoro, per tenere conto della specificità dei comparti ed evitare la possibilità di una notevole confusione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Serracchiani 1.67, nonché gli identici emendamenti Gebhard 1.115, Rizzetto 1.135 e Osnato 1.93.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) illustra l'emendamento 1.114, di cui è primo firmatario. Concorda con l'inserimento delle causali, ma ribadisce la specificità dei diversi comparti che si può ottenere solo tramite il riferimento ai contratti collettivi nazionali di lavoro.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Epifani 1.114.

  Graziano MUSELLA (FI) illustra l'emendamento Casciello 1.50, di cui è cofirmatario, che introduce un criterio di premialità per le aziende virtuose che hanno provveduto ad assunzioni a tempo indeterminato incrementando la propria forza lavoro. In questo caso il termine di dodici mesi di durata del contratto, previsto dal decreto-legge, è elevato a ventiquattro mesi.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Casciello 1.50.

  Renata POLVERINI (FI) illustra l'emendamento Giacomoni 1.88, di cui è cofirmataria, che dà la possibilità alle aziende che hanno avviato un processo di stabilizzazione mediante un accordo sindacale di evitare di inserire la causale, in quanto, a suo avviso, risulterebbe inopportuna. Invita il Governo a tenere conto degli accordi sindacali, ricordando che l'ultima volta che questi non sono stati tenuti in considerazione si è verificato l'annoso problema degli esodati. Chiede quindi l'accantonamento dell'emendamento Giacomoni 1.88.

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  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Giacomoni 1.88 e Caon 1.90.

  Andrea GIACCONE, presidente, ricorda che l'emendamento 1.49 dei relatori s'intende accantonato.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Osnato 1.118 e 1.119, nonché gli identici emendamenti Osnato 1.121, Gribaudo 1.18 e Zangrillo 1.79.

  Antonio VISCOMI (PD) illustra l'emendamento 1.56, di cui è primo firmatario, che è teso a modificare il testo vigente per evitare la confusione attuale, per i primi dodici mesi di contratto, tra rinnovo e proroga relativamente all'inserimento di una causale. L'emendamento rende in assoluto liberi i primi dodici mesi, al di là del fatto se ci sia un rinnovo o una proroga, lasciando la causale per i contratti successivi ai dodici mesi.

  Debora SERRACCHIANI (PD) chiede l'accantonamento dell'emendamento Viscomi 1.56, di cui è cofirmataria, ritenendo che esso, ponendosi nell'interesse dei lavoratori e delle imprese, rechi un chiarimento di carattere formale utile ad una corretta applicazione delle disposizioni del provvedimento in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Viscomi 1.56.

  Gianfranco LIBRANDI (PD), illustra il suo emendamento 1.137, identico all'emendamento Zangrillo 1.138, auspicandone l'approvazione. Fa presente che tali proposte emendative mirano a salvaguardare la disciplina previgente del contratto di lavoro a tempo determinato. Auspica che in futuro siano piuttosto assunte misure volte a «sterilizzare» le delocalizzazioni e siano create condizioni normative tali da attrarre gli investimenti delle aziende estere in Italia, a vantaggio dei livelli occupazionali.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Zangrillo 1.138 e Librandi 1.137, nonché l'emendamento Zangrillo 1.142.

  Walter RIZZETTO (FdI) illustra l'emendamento 1.122, a sua prima firma, facendo notare che esso mira a rendere il contratto a termine esente da causali nei primi 12 mesi, sia in caso di rinnovo che di proroga.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Rizzetto 1.122.

  Stefano LEPRI (PD) illustra il suo emendamento 1.144, rilevando che esso è volto ad evitare dubbi interpretativi tra rinnovo e proroga. Osserva che il contenuto dettagliato delle proposte emendative in esame mette in evidenza la grave improvvisazione che ha caratterizzato la stesura del provvedimento in esame.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Lepri 1.144.

  Marco LACARRA (PD) illustra l'emendamento Lepri 1.143, di cui è cofirmatario, rilevando che esso mira a risolvere alcuni dubbi interpretativi.

  Carla CANTONE (PD) auspica l'approvazione dell'emendamento Lepri 1.143, volto a salvaguardare la disciplina recata su tale versante dai contratti collettivi nazionali.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Lepri 1.143 e gli identici emendamenti Gebhard 1.141, Rizzetto 1.134, Osnato 1.120 e Gelmini 1.23.

  Debora SERRACCHIANI (PD), illustrando l'emendamento 1.146, a sua prima firma, ne raccomanda l'approvazione, rilevando la necessità di disciplinare con regole certe i rapporti di lavoro a tempo determinato dei dipendenti dei gruppi parlamentari, dei gruppi consiliari costituiti presso i consigli regionali e presso i consigli Pag. 36delle province autonome di Trento e di Bolzano, del personale delle strutture di supporto agli organi di direzione politico-amministrativa e del personale che collabora con i parlamentari, i consiglieri regionali e i membri del consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano. Osservato che non si tratta certo di salvaguardare situazioni di privilegio, ma di riconoscere il lavoro qualificato svolto da tale personale, fa notare che la proposta emendativa mira a favorire il lavoro regolare, evitando che qualcuno sfrutti l'incertezza della normativa a svantaggio di tali lavoratori.

  Antonio VISCOMI (PD) rileva che l'emendamento Serracchiani 1.146 mira a riconoscere i diritti di lavoratori che definisce essenziali per lo svolgimento dell'attività politica. Evidenzia come sia difficile disciplinare la complessità estrema rappresentata dai rapporti di lavoro con normative come quelle introdotte dal provvedimento in esame, facendo notare che la specificità del rapporto dei lavoratori in questione merita una specifica considerazione. Sarebbe, a suo avviso, piuttosto necessario allentare i vincoli attualmente esistenti, ad esempio a livello delle istituzioni locali. Altrimenti, si correrebbe il rischio, a suo avviso, di alterare la temporaneità di tali rapporti, favorendo un abuso di diverse fattispecie contrattuali e una rotazione illimitata di tale personale, posti in essere al fine di aggirare i limiti imposti dalla legge.

  Romina MURA (PD) auspica l'approvazione dell'emendamento Serracchiani 1.146, teso a tutelare la specifica professionalità di lavoratori altamente qualificati. Ritiene sbagliato scoraggiare la stipula di tali rapporti di lavoro, ritenendo opportuno piuttosto eliminare i vincoli esistenti – anche quelli finanziari, previsti, ad esempio, a livello delle istituzioni locali – atteso che, altrimenti, si favorirebbe il proliferare di situazioni irregolari.

  Walter RIZZETTO (FdI), pur preannunciando il voto favorevole sull'emendamento Serracchiani 1.146, si chiede se non sia più opportuno trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, volto a sottoporre la questione all'Ufficio di presidenza della Camera. Evidenzia altresì la necessità di presentare un ordine del giorno che porti all'attenzione dell'Ufficio di presidenza della Camera il tema della rendicontazione delle spese complessive dei parlamentari. Ricorda, infine, che la questione oggetto della proposta emendativa in esame è stata più volte sollevata nella scorsa legislatura, anche attraverso la presentazione di diversi progetti di legge, sui quali, tuttavia, il gruppo Partito Democratico ha mostrato indisponibilità a confrontarsi seriamente.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA, pur apprezzando lo spirito dell'emendamento Serracchiani 1.146, ritiene che non sia questa la sede opportuna per affrontare la questione, rilevando altresì che, per come formulata, la proposta emendativa in esame, riferendosi ad una «durata massima», rischia di generare una ulteriore precarizzazione dei rapporti, favorendo la stipula di più contratti a tempo determinato dalla durata variabile nel corso della legislatura. In risposta al deputato Rizzetto, fa presente che non spetta certo al Governo intraprendere iniziative, seppur condivisibili nelle finalità – eventualmente tradotte in specifici ordini del giorno – che siano volte a sottoporre all'Ufficio di presidenza della Camera tali questioni.

  Debora SERRACCHIANI (PD), intervenendo per una precisazione, osserva che è la più stringente disciplina introdotta dal provvedimento in esame ad imporre con urgenza un intervento a tutela dei lavoratori in questione. Insiste per la votazione del suo emendamento 1.146, riservandosi di ripresentarlo anche in sede di esame del provvedimento in Assemblea.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Serracchiani 1.146 e Schullian 1.156.

  Paolo ZANGRILLO (FI) illustra il suo emendamento 1.30, identico agli emendamenti Pag. 37Librandi 1.147, Viscomi 1.148, Rizzetto 1.149 e Gribaudo 1.152, osservando che la finalità perseguita è quella di sopprimere la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1, al fine di riportare a centoventi giorni il termine per l'impugnazione del carattere a tempo determinato del contratto.

  Walter RIZZETTO (FdI), intervenendo sugli identici emendamenti Librandi 1.147, Viscomi 1.148, Rizzetto 1.149, Gribaudo 1.152 e Zangrillo 1.30, osserva che l'aumento del termine di impugnazione del contratto, previsto dal decreto-legge, non solo danneggia i datori di lavoro ma non aumenta nemmeno le tutele dei lavoratori perché, al contrario, aumenta l'incertezza sui tempi di definizione delle controversie. Reputa pertanto congruo il termine di centoventi giorni previsto dalla normativa previgente.

  Gianfranco LIBRANDI (PD), concordando con quanto affermato dai colleghi sugli identici emendamenti Librandi 1.147, Viscomi 1.148, Rizzetto 1.149, Gribaudo 1.152 e Zangrillo 1.30, rileva che già nel giro di sei mesi un'azienda può cessare la propria attività e, pertanto, è nell'interesse dei lavoratori mantenere un termine di impugnazione più contenuto.

  Antonio VISCOMI (PD), intervenendo sugli identici emendamenti Librandi 1.147, Viscomi 1.148, Rizzetto 1.149, Gribaudo 1.152 e Zangrillo 1.30, dopo avere osservato che la certezza dei rapporti giuridici è alla base di ogni Stato di diritto, chiede al Governo la motivazione alla base della disposizione del decreto-legge e per quale motivo si sia ritenuto aumentare il termine di impugnazione solo con riferimento ai contratti a tempo determinato.

  Carla CANTONE (PD), associandosi a quanto ora affermato dal collega Viscomi, chiede al Governo di fornire spiegazioni su una disposizione da lei considerata incomprensibile.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Librandi 1.147, Viscomi 1.148, Rizzetto 1.149, Gribaudo 1.152 e Zangrillo 1.30.

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che l'emendamento Murelli 1.154 è da intendersi accantonato.

  Walter RIZZETTO (FdI), intervenendo sul suo emendamento 1.155, ne propone l'accantonamento, per dare modo al Governo di approfondire il tema del diritto di precedenza nella riassunzione da parte del medesimo datore di lavoro, che costituisce, a suo giudizio, una tutela per il lavoratore e un modo per il datore di lavoro di ridurre i contenziosi.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Rizzetto 1.155.

  Serse SOVERINI (Misto-CP-A-PS-A), intervenendo sul suo emendamento 1.157, rileva che esso è volto ad escludere dall'applicazione del limite di dodici mesi le PMI che assumono giovani laureati. Tali assunzioni, infatti, sono sempre legate a progetti di innovazione e di crescita, la cui fase di rischio supera sempre il primo anno, potendo durare fino a tre anni. Ne propone, pertanto, l'accantonamento, per permettere al Governo di approfondire la tematica, introducendo le modifiche al testo che si ritengano necessarie.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Soverini 1.157.

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che gli identici emendamenti Rizzetto 1.161 e Mandelli 1.164 sono da intendersi accantonati.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) dichiara che sarebbe opportuno l'accantonamento anche di tutti gli altri emendamenti che prevedono, al pari delle proposte Rizzetto 1.161 e Mandelli 1.164, la non applicazione della nuova disciplina ai contratti a termine già in essere.

  Paolo ZANGRILLO (FI) si associa alla proposta del collega Epifani.

Pag. 38

  Marco LACARRA (PD), concordando con i colleghi intervenuti, ritiene necessario salvaguardare i contratti a termine prossimi alla scadenza, per dare certezze ai lavoratori interessati.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, Centemero, accogliendo le istanze dei colleghi, modifica il precedente parere contrario sugli emendamenti Rizzetto 1.159 nonché sugli identici emendamenti Zangrillo 1.219, Zan 1.160, Gebhard 1.162, Tabacci 1.163 e Osnato 1.174, proponendone l'accantonamento. Propone, altresì, l'accantonamento dell'emendamento Epifani 1.171 e degli identici emendamenti Milanato 1.177, Serracchiani 1.176, Mugnai 1.165, Librandi 1.166, Mugnai 1.167, Rizzetto 1.168 e Osnato 1.175. Ricordando, quindi, che per l'emendamento Murelli 1.169 è già stato proposto l'accantonamento, propone di accantonare anche gli emendamenti Zangrillo 1.187 e 1.179.

  Andrea GIACCONE, presidente, avverte che gli emendamenti testé richiamati dal relatore Tripiedi sono da intendersi accantonati.

  Alessandro ZAN (PD) chiede al Governo quando ritiene possa essere affrontata la discussione sugli emendamenti di cui il relatore ha testé proposto l'accantonamento.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI osserva che il Governo ha bisogno di approfondire le tematiche affrontate dagli emendamenti per proporne una riformulazione che sia accettata dai presentatori.

  Debora SERRACCHIANI (PD) osserva che per il gruppo del Partito Democratico è di fondamentale importanza accertare se la nuova disciplina dei contratti a termine sia applicabile anche ai contratti in essere. Pertanto, si dichiara disponibile ad attendere i tempi tecnici di cui il Governo ha dichiarato di avere bisogno.

  Andrea GIACCONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, al fine di consentire al Governo tempi adeguati per i necessari approfondimenti, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 16.50, riprende alle 17.45.

  Carla RUOCCO, presidente, comunica che è stato ritirato dal presentatore l'emendamento Martino 9.56.
  Precisa che, in seguito a contatti informali con i gruppi di maggioranza e di opposizione, si è convenuto di proseguire i lavori fino alle ore 20 della giornata odierna, sebbene la maggioranza fosse propensa a proseguire ad oltranza. I lavori riprenderanno nella mattina di domani per chiudere l'esame del provvedimento con il mandato al relatore a riferire in Assemblea entro le ore 12 o, al massimo, entro le ore 13.

  Debora SERRACCHIANI (PD) desidera precisare che la richiesta di organizzazione dei lavori esposta dalla Presidente proviene dal Governo e che l'opposizione non avrebbe avuto problemi a continuare i lavori ad oltranza.

  Walter RIZZETTO (FdI) precisa che affermare che la maggioranza voglia andare avanti ad oltranza e l'opposizione no, non corrisponde al vero. Se la maggioranza vuole andare avanti con i lavori odierni, è sufficiente che un suo rappresentante dichiari che non è d'accordo con la proposta di chiusura dei lavori alle ore 20.

  Carla RUOCCO, presidente, precisa che sulla organizzazione dei lavori che ovviamente si deve uniformare anche alle esigenze del Governo, è stato acquisito informalmente il consenso dei gruppi.

  Walter RIZZETTO (FdI) desidera sottolineare che la proposta è stata ampiamente condivisa.

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  Bruno TABACCI (Misto-+E-CD), nel sottolineare di essere stato presente alla riunione informale convocata dalla presidente Ruocco, osserva che la richiesta di organizzazione dei lavori testé esposta è dovuta al fatto che il Governo non è ancora in condizione di presentare riformulazioni degli emendamenti accantonati. Quindi si è convenuto di passare all'articolo 2 e di affrontare nella mattinata di domani gli altri articoli. Non è dunque preciso riassumere il senso della riunione affermando che ci fosse chi sosteneva di volere continuare i lavori ad oltranza, e chi invece voleva concludere prima i lavori delle Commissioni.

  Antonio VISCOMI (PD) illustra l'emendamento 1.188 di cui è primo firmatario, volto a tutelare i lavoratori a tempo determinato, inserendo una prelazione sul nuovo contratto. In questo modo si vuole evitare la rotazione ogni dodici mesi di lavoratori, che rappresenta la vera faccia del cambiamento annunciato anche tramite la rete da esponenti del Governo.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Viscomi 1.188.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che è stato ritirato dai presentatori l'emendamento Schullian 1.189.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Pedrazzini 1.218.

  Debora SERRACCHIANI (PD) illustra l'emendamento Zan 1.195, di cui è cofirmataria. Osserva che si tratta di una norma specifica per escludere dalle disposizioni del decreto quelle imprese e start up innovative del settore dei beni culturali, costituite interamente da personale con contratti a termine. Si tratta di un emendamento a costo zero di cui chiede l'accantonamento per un'ulteriore riflessione.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zan 1.195.

  Chiara GRIBAUDO (PD) illustra l'emendamento 1.194 di cui è prima firmataria, volto ad estendere l'esclusione della pubblica amministrazione dalle disposizioni del decreto anche ad enti ad essa equiparati, quali ad esempio enti di ricerca.

  Debora SERRACCHIANI (PD), in relazione anche a quanto esposto dalla deputata Gribaudo, sottolinea come la maggior parte dei lavoratori precari presti servizio presso la pubblica amministrazione, che è esclusa dalle disposizioni del decreto. In questo modo, inoltre, si crea un solco ulteriore fra pubblico e privato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gribaudo 1.194.

  Antonio VISCOMI (PD) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento Serracchiani 1.207, del quale è cofirmatario, volto ad introdurre l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali per un periodo massimo di 36 mesi per i neoassunti di qualsiasi età con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

  Debora SERRACCHIANI (PD) chiede al rappresentante del Governo di esprimere le proprie valutazioni in merito all'emendamento a sua firma 1.207.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI coglie l'occasione di intervenire sull'emendamento Serracchiani 1.207 per svolgere alcune riflessioni e rispondere alle osservazioni emerse nel corso del dibattito. Ringrazia, preliminarmente, i parlamentari intervenuti, sottolineando come ogni intervento sia stato dal Governo attentamente valutato. Ribadisce che l'Esecutivo non ha mai affermato che il «decreto dignità» produca maggiore occupazione, bensì che gli obiettivi che con lo stesso si intendono perseguire siano: la riduzione della precarietà, la riduzione del ricorso ai contratti a tempo determinato e la creazione di stabilità. Rammenta che i più recenti dati OCSE dimostrano che la percentuale Pag. 40del ricorso ai contratti a tempo indeterminato in Italia sia maggiore rispetto alla media europea. Sottolinea quindi come, sebbene il Jobs Act avesse come intento quello di incrementare il numero di contratti di lavoro a tempo indeterminato, nella realtà, dal 2014 sono aumentati i contratti a tempo determinato e ritiene che il ricorso a tale tipo di contratto debba essere riportato quindi alla dimensione naturale indicata dall'Unione europea. Per tali ragioni ritiene necessario che sia rivisto il limite di durata dei contratti di lavoro a tempo determinato nel rispetto di un limite massimo di 24 mesi, che siano introdotti limiti numerici per le proroghe dei contratti a tempo determinato riducendole da 5 a 4 e che sia identificata la causale del contratto di lavoro a tempo determinato. A tal proposito, nel replicare ai colleghi dell'opposizione che hanno affermato che l'introduzione della causale nel contratto a tempo determinato produrrà un incremento dei contenziosi, osserva che spesso i contenziosi si instaurano quando il datore di lavoro è una grande impresa – quale ad esempio la RAI o Poste italiane – e non se invece il rapporto di lavoro si instaura con piccoli imprenditori. In merito alle perplessità espresse dai colleghi dell'opposizione in merito al rischio che i contratti già in essere potrebbero non essere rinnovati a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge, rammenta che il comma 2 dell'articolo 1 del provvedimento specifica che le disposizioni previste dal medesimo articolo in materia di contratti di lavoro a tempo determinato si applicano ai contratti stipulati successivamente all'entrata in vigore del decreto stesso. In proposito, evidenzia, comunque, che sono state anche formulate alcune proposte emendative, che dovranno ancora essere sottoposte all'esame delle Commissioni riunite, volte a definire una data precisa dalla quale si applicheranno le citate disposizioni. Nel ribadire quindi la propria convinzione circa correttezza del decreto in esame, dichiara comunque di essere disponibile ad ascoltare e a valutare tutte le osservazioni che i colleghi vorranno esporre.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Serracchiani 1.207.

  Paolo ZANGRILLO (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene che l'intervento del rappresentante del Governo testé svolto sia strumentale ed intempestivo, riportando indietro il lavoro delle Commissioni. Con riferimento poi alle considerazioni espresse dal sottosegretario Cominardi, contesta i dati dallo stesso citati in materia di contratti a tempo determinato, ribadendo che la percentuale degli stessi è in linea con la media europea. Con riferimento, poi, alla causale del contratto a tempo determinato, ritiene che non corrisponda a verità l'affermazione in base alla quale la maggioranza del numero dei contenziosi si instaura per i contratti di lavoro con aziende statali. Ritiene, in particolare, che la previsione della causalità del contratto di lavoro a tempo determinato produrrà un incremento della disoccupazione nei prossimi anni.

  Simone BALDELLI (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, fa presente che, a suo avviso, il Governo non dovrebbe, se desidera che i lavori si svolgano secondo un corretto andamento, effettuare degli interventi che riaprono il dibattito e che non sono puntuali. Ritiene che sarebbe più apprezzabile da parte del rappresentante del Governo il ricorso al silenzio, piuttosto che intervenire rischiando di incagliare i lavori con discussioni di tipo sociologico-culturale.

  Carla RUOCCO, presidente, invita il rappresentante del Governo a svolgere interventi più direttamente riferiti agli emendamenti in esame.

  Chiara GRIBAUDO (PD) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.208, volto a favorire lo sviluppo della ricerca e lo stabile inserimento del mondo del lavoro dei ricercatori. In proposito, rammenta che già nel corso della passata legislatura il precedente Governo aveva assunto iniziative dirette a tale finalità e ritiene Pag. 41necessario che si continui a procedere in tale direzione.

  Stefano LEPRI (PD) ritiene che l'emendamento Gribaudo 1.208, del quale è cofirmatario, sia particolarmente importante. Nel replicare quindi al rappresentante del Governo in merito alle sue affermazioni circa l'abuso del ricorso ai contratti a tempo determinato, fa presente che i dati Eurostat dimostrano che in Italia, a gennaio 2017, sul totale dei lavoratori soltanto il 16 per cento risultava assunto con contratto a tempo determinato. Osserva che tale percentuale è perfettamente in linea con quella degli altri Stati europei. In particolare, precisa che l'incremento di contratti a tempo determinato degli ultimi anni è stato determinato dall'assorbimento di forme di contratti di lavoro meno tutelanti, quali i contratti di collaborazione a progetto e i voucher.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gribaudo 1.208.

  Chiara GRIBAUDO (PD) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.210, che mira a rafforzare le misure finalizzate all'occupazione stabile di giovani di età inferiore ai 30 anni, ai quali, a suo avviso, il Paese in questo momento non è in grado di offrire una valida prospettiva d futuro.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gribaudo 1.210.

  Marco LACARRA (PD) illustra l'emendamento Serracchiani 1.206, del quale è cofirmatario, che incentiva la stipula di rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Nel raccomandare l'approvazione della proposta emendativa in discussione, ritiene che qualora la stessa non venisse accolta il provvedimento all'esame delle Commissioni sarebbe un provvedimento incompleto.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Serracchiani 1.206.

  Antonio VISCOMI (PD) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.211, volto ad incentivare l'inserimento nelle aziende dei giovani studenti che hanno svolto presso il medesimo datore attività di alternanza scuola-lavoro o che hanno svolto, presso il medesimo datore di lavoro, periodi di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore, il certificato di specializzazione tecnica superiore o periodi di apprendistato in alta formazione.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono le proposte emendative Viscomi 1.211, Gebhard 1.01 e Gebhard 1.02.

  Graziano MUSELLA (FI) chiede che l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.08, identico all'articolo aggiuntivo Tabacci 1.05, sia accantonato, in quanto lo stesso, che si riferisce al lavoro accessorio, verte su una tematica sulla quale la maggioranza ha in corso un dibattito. Osserva che anche recentemente in Italia si è ricorso al controverso utilizzo dei voucher. Ritiene che la proposta emendativa in discussione possa contribuire ad eliminare le eventuali ombre relative al ricorso a tale strumento, che invece avrebbe il pregio di incrementare le casse dell'INPS e di fare emergere il sommerso contribuendo anche a contrastare il caporalato. Precisa che l'articolo aggiuntivo contiene disposizioni volte a introdurre una fiscalità agevolata e a fornire garanzie assicurative ai prestatori di lavoro accessorio. Sottolinea, inoltre, che lo stesso prevede anche sanzioni amministrative nel caso di omessa comunicazione alla sede territoriale competente dell'Ispettorato nazionale del lavoro dei dati anagrafici, nonché del luogo e dell'orario di inizio e di fine della prestazione. Ritenendo per tali ragioni che l'articolo aggiuntivo in esame possa costituire un fondamentale contributo per risolvere la problematica relativa alle prestazioni di lavoro accessorio, chiede che lo stesso venga accantonato.

Pag. 42

  Le Commissioni respingono gli identici articoli aggiuntivi Tabacci 1.05 e Musella 1.08.

  Walter RIZZETTO (FdI) illustra l'articolo aggiuntivo 1.09, di cui è primo firmatario, evidenziando come la sua proposta emendativa sia la vera chiave di volta per combattere il precariato poiché interviene sul costo del lavoro riducendolo.
  Invita, quindi, la maggioranza e il Governo a valutare la possibilità di accantonare la proposta emendativa al fine di un'eventuale riformulazione.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Rizzetto 1.09.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che l'articolo aggiuntivo Trano 1.011 è stato accantonato.

  Romina MURA (PD), sottolinea come l'articolo aggiuntivo Serracchiani 1.012, di cui è cofirmataria, sia volto a ridurre i costi dei contratti a tempo indeterminato. Ritiene, che solo favorendo i meccanismi che premiano la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato si possa combattere la disoccupazione, mentre il provvedimento in discussione opera esattamente al contrario creando disoccupati.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli articoli aggiuntivi Serracchiani 1.012 e Zangrillo 1.014.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che le Commissioni passano adesso all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 2.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la VI Commissione, Centemero, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Gribaudo 2.1, Rizzetto 2.2, Soverini 2.3, Librandi 2.4, Serracchiani 2.5 e Zangrillo 2.6, mentre propone di accantonare l'emendamento Pallini 2.11. Esprime parere contrario sugli emendamenti Gelmini 2.14, Caon 2.22, Lacarra 2.10 e 2.9 e Soverini 2.20; propone invece di accantonare gli identici emendamenti Lacarra 2.12, Soverini 2.18, Murelli 2,19, Zangrillo 2.23, Lucaselli 2.27 e Gribaudo 2.38. Esprime parere contrario sull'emendamento Osnato 2.24, nonché sugli identici emendamenti Lucaselli 2.26 e Polverini 2.41. Propone, inoltre, di accantonare l'emendamento Pagani 2.7, gli identici emendamenti Paita 2.8 ed Epifani 2.40, nonché gli emendamenti Costanzo 2.31 ed Epifani 2.39. Infine, esprime parere contrario sull'emendamento Musella 2.35, nonché su tutti gli articoli aggiuntivi presentati all'articolo 2, fatta eccezione per l'articolo aggiuntivo Pallini 2.024, di cui propone l'accantonamento.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI esprime parere conforme ai relatori.

  Carla RUOCCO, presidente, dispone l'accantonamento degli emendamenti indicati dai relatori.

  Paolo ZANGRILLO (FI) ritiene irragionevole l'articolo 2 del provvedimento in esame, che interviene sul contratto di somministrazione e ricorda come nel corso dell'attività conoscitiva svolta dalle Commissioni riunite sia da più parti giunto un invito a riflettere sull'opportunità di mantenere inalterato il testo del decreto-legge.
  Evidenzia come, per sua esperienza professionale, equiparare la disciplina dei contratti di somministrazione a quella dei contratti a tempo determinato rappresenti un vero e proprio disastro e considera una follia introdurre per i contratti di somministrazione il criterio dello stop and go.
  Conclude sottolineando come i contratti di somministrazione non abbiano nulla a che fare con il caporalato, ma al contrario rappresentino per le imprese un valido sistema di reclutamento di professionalità a volte difficili da reperire sul mercato del lavoro.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) pone l'accento sul fatto che i contratti di somministrazione Pag. 43sono quelli che hanno i costi maggiori per le imprese e garantiscono le maggiori tutele ai lavoratori.
  Esprime, quindi, il proprio disappunto per una norma che non dovrebbe esistere in questo provvedimento e che rischia di essere inutilizzabile e di alimentare un gigantesco contenzioso.

  Chiara GRIBAUDO (PD) rileva che tutte le opposizioni condividono la stessa visione contraria alla norma del decreto-legge sui contratti di somministrazione. Si tratta di una norma punitiva di cui non si comprende la logica e che è stata aspramente criticata da tutte le parti sociali che sono state ascoltate nel corso del ciclo di audizioni programmato.

  Antonio VISCOMI (PD) ritiene che chi ha scritto la norma non si sia reso conto dei danni che questa produce e che, in realtà, la disposizione già in vigore stia agevolando la somministrazione a tempo indeterminato.
  Rivolge, quindi, un invito alla maggioranza ed al Governo a ripensare il provvedimento.

  Stefano LEPRI (PD) non comprende quale sia la logica dell'intervento operato dall'articolo 2, sottolineando come l'unica spiegazione possibile sia quella di voler alimentare nuovi contenziosi.

  Renata POLVERINI (FI) si associa agli interventi dei colleghi che l'hanno preceduta e rileva come si stia svolgendo una discussione di merito che vuole evidenziare gli errori che si stanno compiendo con la normativa introdotta dal decreto-legge.
  Osserva che il nuovo Governo ha proceduto sulla materia in assoluta continuità con il Governo precedente, senza avviare una discussione preventiva e senza ascoltare prima coloro che potrebbero ben orientare il legislatore.
  Invita, quindi, a riflettere per evitare che si possano distruggere posti di lavoro e recare danni a meccanismi che hanno dimostrato di funzionare bene.

  Carla CANTONE (PD), intervenendo sugli identici emendamenti Gribaudo 2.1, Rizzetto 2.2, Soverini 2.3, Librandi 2.4, Serracchiani 2.5 e Zangrillo 2.6, constata che tutti gli intervenuti sono entrati nel merito, mettendo in evidenza le contraddizioni del testo del Governo e prevedendo i gravi danni che questo comporterà su lavoratori e aziende, come, del resto, evidenziato da tutti i soggetti auditi dalle Commissioni. Invita, pertanto, anche il Governo e la maggioranza ad entrare nel merito, riparando a quelli che definisce errori gravi e grossolani.

  Simone BALDELLI (FI), intervenendo sugli identici emendamenti Gribaudo 2.1, Rizzetto 2.2, Soverini 2.3, Librandi 2.4, Serracchiani 2.5 e Zangrillo 2.6, non trova ragioni nell'intervento del Governo su un settore, quello del lavoro in somministrazione, che ha dato buona prova e non ha evidenziato problemi. Le modifiche improvvisate introdotte dal decreto-legge comporteranno, a suo giudizio, conseguenze negative sui lavoratori somministrati, sulle aziende di somministrazione, il cui fatturato si ridurrà, e, conseguentemente, anche sui dipendenti delle strutture delle aziende di somministrazione, con effetti a cascata, frutto, a suo giudizio, non della lotta al precariato ma della lotta ai precari condotta dal Governo e dalla maggioranza.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Gribaudo 2.1, Rizzetto 2.2, Soverini 2.3, Librandi 2.4, Serracchiani 2.5 e Zangrillo 2.6.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che l'emendamento Pallini 2.11 è da intendersi accantonato.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Gelmini 2.14 e Caon 2.22.

  Debora SERRACCHIANI (PD), intervenendo sull'emendamento Lacarra 2.10, osserva che esso è volto ad escludere dall'obbligo di apposizione delle causali e del rispetto di un certo intervallo di tempo tra Pag. 44due contratti con lo stesso datore di lavoro (stop and go) il contratto di somministrazione, trattandosi di contratto non sovrapponibile al contratto al termine. Chiede, pertanto, al sottosegretario Cominardi, di cui ha apprezzato, anche se non condiviso, il precedente intervento, di condurre un approfondimento sugli aspetti da lei evidenziati.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Lacarra 2.10 e 2.9 e Soverini 2.20.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che gli identici emendamenti Lacarra 2.12, Soverini 2.18, Murelli 2.19, Zangrillo 2.23, Lucaselli 2.27 e Gribaudo 2.38 sono da intendersi accantonati.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Osnato 2.24 e gli identici emendamenti Lucaselli 2.26 e Polverini 2.41.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che l'emendamento Pagani 2.7 e gli identici emendamenti Paita 2.8 e Epifani 2.40 sono da intendersi accantonati. Avverte che il deputato Pastorino ha sottoscritto l'emendamento Epifani 2.40.

  Giulio CENTEMERO (Lega), relatore per la VI Commissione, anche a nome del relatore per la XI Commissione, Tripiedi, in considerazione dell'importanza del tema del lavoro portuale, oggetto degli emendamenti Pagani 2.7 e identici Paita 2.8 e Epifani 2.40, invita i presentatori al loro ritiro, in vista della trattazione della materia nel corso dell'esame in Assemblea.

  Debora SERRACCHIANI (PD), accogliendo l'invito del relatore Centemero, ritira gli emendamenti Pagani 2.7 e Paita 2.8, di cui è firmataria, per ripresentarli in Assemblea.

  Luca PASTORINO (LeU), accogliendo l'invito del relatore Centemero, ritira l'emendamento Epifani 2.40, da lui sottoscritto, per ripresentarlo in Assemblea.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che gli emendamenti Costanzo 2.31 ed Epifani 2.39 sono da intendersi accantonati.

  Graziano MUSELLA (FI), intervenendo sul suo emendamento 2.35, si stupisce che la Lega, tra le cui file militano molti amministratori locali, sia contraria alla sua proposta di estendere alle pubbliche amministrazioni la possibilità di assumere lavoratori con contratti di lavoro occasionale. Si tratta, a suo avviso, di un modo per consentire agli enti locali di assumere, mitigando in tal modo gli effetti delle limitazioni poste alle assunzioni, e di svecchiare il loro apparato.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Musella 2.35 e gli articoli aggiuntivi Schullian 2.07 e Gebhard 2.013.

  Raffaele BARATTO (FI), intervenendo sugli identici articoli aggiuntivi Schullian 2.06 e Zangrillo 2.023, che introducono la disciplina del lavoro accessorio, osserva che si tratta di uno strumento utile anche alle realtà produttive complesse, in grado, a suo giudizio, di produrre in prospettiva anche occupazione stabile.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici articoli aggiuntivi Schullian 2.06 e Zangrillo 2.023, gli identici articoli aggiuntivi Ferro 2.016, Paolo Russo 2.025 e Marco Di Maio 2.021, nonché l'articolo aggiuntivo Caiata 2.08.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Pallini 2.024 è da intendersi accantonato.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU), intervenendo sul suo articolo aggiuntivo 2.014, volto a reintrodurre le tutele previste dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nel suo testo originario, osserva che dai dati risulta che la previsione del reintegro del lavoratore nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo non costituisce un disincentivo all'assunzione a tempo indeterminato, promossa, semmai, Pag. 45da misure di sgravio contributivo e benefici assimilabili.

  Luca PASTORINO (LeU), intervenendo sull'articolo aggiuntivo Epifani 2.014, esprime il suo rammarico per il fatto che molti esponenti del M5S, che nella passata legislatura molto si sono spesi per il ripristino dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ora che sono al Governo abbiano assunto una posizione di chiusura sul tema.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Epifani 2.014.

  Paolo ZANGRILLO (FI), intervenendo sul suo articolo aggiuntivo 2.020, sottolinea l'importanza di prevedere un Fondo di solidarietà aziendale per il sostegno alle imprese che intendano assumere lavoratori con più di trentacinque anni.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli articoli aggiuntivi Zangrillo 2.020 e Germanà 2.022.

  Carla RUOCCO, presidente, invita i relatori ad esprimere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 3.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per la XI Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, Centemero, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Lepri 3.1, Rizzetto 3.2 e Zangrillo 3.16, sull'emendamento Polverini 3.7, sugli identici emendamenti Del Barba 3.8, Librandi 3.9, Lepri 3.10, Zangrillo 3.11, Rizzetto 3.12 e Tabacci 3.14. Esprime parere favorevole sull'emendamento Carla Cantone 3.18, mentre esprime parere contrario sugli identici emendamenti Zangrillo 3.36, Lucaselli 3.37, Gribaudo 3.38, Gebhard 3.39, Tabacci 3.40 e Librandi 3.42. Raccomanda l'approvazione dell'emendamento 3.46 dei relatori, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Lepri 3.64 e 3.63, Zan 3.45, sugli identici emendamenti Polverini 3.65 e Lucaselli 3.70, sull'emendamento Gelmini 3.59, sugli identici emendamenti Zangrillo 3.56, Colaninno 3.55, Soverini 3.74 e Tabacci 3.79, sugli emendamenti Zangrillo 3.53, Silvestroni 3.71, Carla Cantone 3.60 ed Epifani 3.76. Esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Lupi 3.0.1 e 3.0.2, Occhiuto 3.0.13, Serracchiani 3.0.14, Gelmini 3.0.16, 3.0.15 e 3.0.17, Polverini 3.0.20 e Giacomoni 3.0.21.
  Propone invece l'accantonamento degli emendamenti Epifani 3.20, Carla Cantone 3.51, Murelli 3.78 e 3.77 e degli articoli aggiuntivi Lupi 3.0.3, Zangrillo 3.0.19, Paolo Russo 3.0.9, Gelmini 3.0.28 e 3.0.18, e Zan 3.0.12.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Carla RUOCCO, presidente, dispone l'accantonamento degli emendamenti Epifani 3.20, Carla Cantone 3.51, Murelli 3.78 e 3.77 e degli articoli aggiuntivi Lupi 3.0.3, Zangrillo 3.0.19, Paolo Russo 3.0.9, Gelmini 3.0.28 e 3.0.18, e Zan 3.0.12.

  Debora SERRACCHIANI (PD), intervenendo sugli identici emendamenti Lepri 3.1, Rizzetto 3.2 e Zangrillo 3.16, evidenzia come non si possa pensare di creare lavoro attraverso un decreto che aumenta il costo dei contratti a termine senza prevedere alcuna facilitazione per i contratti a tempo indeterminato. Se anche alcune scelte presenti nel provvedimento sono condivisibili, rileva come l'indennità di licenziamento nel caso della conciliazione, così come prevista dal provvedimento, spinga verso l'aumento del contenzioso. Sottolinea come in Europa l'Italia sia tra i Paesi che hanno le indennità di licenziamento più alte.

  Paolo ZANGRILLO (FI) interviene sugli identici emendamenti Lepri 3.1, Rizzetto 3.2 e Zangrillo 3.16, volti a combattere la precarietà e a favorire la stabilità, ricordando come l'Italia abbia il tasso di disoccupazione giovanile più alto in Europa e la crescita più lenta. Ritiene che l'indennità di licenziamento sia elevatissima e Pag. 46che, in questo modo, incoraggiare le imprese ad investire sia assai arduo.

  Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU), intervenendo sugli identici emendamenti Lepri 3.1, Rizzetto 3.2 e Zangrillo 3.16, sostiene che innalzare l'indennità di licenziamento, nel caso di licenziamento legittimo, aumenterà la deterrenza dei comportamenti non leciti. Dichiara pertanto la propria condivisione delle finalità dell'articolo in discussione.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che l'emendamento Rizzetto 3.12 è stato ritirato.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Lepri 3.1, Rizzetto 3.2 e Zangrillo 3.16, l'emendamento Polverini 3.7, gli identici emendamenti Del Barba 3.8, Librandi 3.9, Lepri 3.10, Zangrillo 3.11 e Tabacci 3.14.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che l'emendamento Epifani 3.20 è stato accantonato.

  Le Commissioni approvano l'emendamento Carla Cantone 3.18 (vedi allegato). Respingono quindi, con distinte votazioni, gli identici emendamenti Zangrillo 3.36, Lucaselli 3.37, Gribaudo 3.38, Gebhard 3.39, Tabacci 3.40 e Librandi 3.42.
  Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano infine l'emendamento 3.46 dei relatori (vedi allegato) e respingono l'emendamento Lepri 3.64.

  Antonio VISCOMI (PD) illustra l'emendamento Lepri 3.63, volto a ridurre il costo dei contratti per le attività stagionali.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Lepri 3.63.

  Alessandro ZAN (PD) illustra l'emendamento 3.45 di cui è primo firmatario, rilevando come intervenire sui contratti di somministrazione finisca per diminuire le tutele per i lavoratori e aumentare la precarietà, danni che peraltro il decreto sta già causando.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, l'emendamento Zan 3.45 e gli identici emendamenti Polverini 3.65 e Lucaselli 3.70.

  Graziano MUSELLA (FI), intervenendo sull'emendamento Gelmini 3.59, ricorda quanto annunciato dal Governo circa il fatto di voler prevedere incentivazioni e premialità per le imprese che assumono a tempo indeterminato, attraverso il riconoscimento dei crediti di imposta. Invita quindi il Governo a rivedere il parere contrario espresso.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gelmini 3.59.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Carla Cantone 3.51, ai fini di una ripresentazione e discussione in Assemblea.

  Debora SERRACCHIANI (PD), firmataria dell'emendamento, ritira l'emendamento Carla Cantone 3.51.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che l'emendamento Murelli 3.78 è stato accantonato.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Zangrillo 3.56, Colaninno 3.55, Soverini 3.74 e Tabacci 3.79.

  Paolo ZANGRILLO (FI) illustra l'emendamento 3.53 di cui è primo firmatario.

  Walter RIZZETTO (FdI), intervenendo sull'emendamento Zangrillo 3.53, dichiara il proprio voto favorevole.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Zangrillo 3.53.

  Carla RUOCCO, presidente, avverte che, come concordato, le Commissioni termineranno a breve i propri lavori per la giornata odierna. Poiché il Governo intenderebbe Pag. 47presentare alcune proposte di riformulazione, si potrebbe interrompere l'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 per esaminarle.

  Le Commissioni concordano.

  Davide TRIPIEDI (M5S), relatore per l'XI Commissione, anche a nome del relatore per la VI Commissione, Centemero, esprime parere favorevole sull'emendamento D'Incà 1.8, nonché sugli identici emendamenti Lacarra 2.12, Soverini 2.18, Murelli 2.19, Zangrillo 2.23, Lucaselli 2.27 e Gribaudo 2.38, in precedenza accantonati.

  Il sottosegretario Davide CRIPPA esprime parere conforme ai relatori.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento D'Incà 1.8 e gli identici emendamenti Lacarra 2.12, Soverini 2.18, Murelli 2.19, Zangrillo 2.23, Lucaselli 2.27 e Gribaudo 2.38 (vedi allegato).

  Il sottosegretario Davide CRIPPA illustra una proposta di riformulazione dell'emendamento Pallini 2.11 (vedi allegato), che ricomprende in un'unica disposizione i contenuti dell'emendamento Pallini 2.11 e degli emendamenti Murelli 1.68 e Costanzo 2.31, precedentemente accantonati.

  Davide TRIPIEDI, relatore per l'XI Commissione, concorda con la proposta di riformulazione dell'emendamento Pallini 2.11.

  Maria PALLINI (M5S) accetta la proposta di riformulazione del proprio emendamento 2.11.

  Carla RUOCCO, presidente, nel prendere atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Pallini 2.11, avverte che, in caso di approvazione della predetta proposta emendativa, nel testo riformulato, saranno da intendersi assorbiti gli emendamenti Murelli 1.68 e Costanzo 2.31.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI illustra ulteriormente la riformulazione dell'emendamento Pallini 2.11, specificando che la stessa è volta a prevedere che il numero massimo dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato, ovvero con contratto di somministrazione a tempo determinato, non può eccedere il 30 per cento – anziché il 20 per cento attualmente previsto dal decreto-legge – dei lavoratori a tempo indeterminato, in forza presso l'utilizzatore al 1o gennaio dell'anno di stipula del predetto contratto, fermo comunque restando il vincolo del 20 per cento con riferimento ai contratti a tempo determinato di carattere ordinario complessivamente attivabili.

  Antonio VISCOMI (PD) chiede delucidazioni in merito alla locuzione «con la specifica finalità di eludere norme inderogabili di legge o di contratto collettivo» contenuta al nuovo articolo 38-bis del decreto legislativo n. 81 del 2015, in materia di somministrazione fraudolenta, di cui si propone l'introduzione sulla base della citata riformulazione dell'emendamento Pallini 2.11.

  Il sottosegretario Claudio COMINARDI precisa che tale previsione, in accoglimento peraltro di richieste in tal senso pervenute dal mondo degli operatori, è sostanzialmente volta a specificare che le causali devono essere determinate dall'utilizzatore.

  Le Commissioni approvano quindi l'emendamento Pallini 2.11, così come riformulato (vedi allegato), intendendosi conseguentemente assorbiti gli emendamenti Murelli 1.68 e Costanzo 2.31.

  Carla RUOCCO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata alle ore 9 della mattina di domani.

  La seduta termina alle 20.15.

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