CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 dicembre 2017
924.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 6 dicembre 2017. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.30.

Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale italiana.
C. 4510, approvata, in un testo unificato, dal Senato.

(Parere alla X Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 dicembre 2017.

  Francesco BOCCIA, presidente, in sostituzione del relatore, formula la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione,
   esaminata la proposta di legge C. 4510, approvata, in un testo unificato, dal Senato, recante Misure per il coordinamento della politica spaziale e aerospaziale e disposizioni concernenti l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia spaziale italiana;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    l'entità delle risorse già stanziate a legislazione vigente è sufficiente a garantire Pag. 102alle amministrazioni interessate l'esercizio delle attività e dei nuovi compiti previsti nonché la corresponsione dei rimborsi spese, secondo quanto disposto dall'articolo 2;
    l'eventuale ricorso ad esperti, di cui al comma 7 dell'articolo 2, potrà avvenire senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;
    ritenuto che, sul piano meramente formale, si potrebbe valutare l'opportunità di riformulare il primo e il terzo periodo del comma 1, capoverso comma 5, dell'articolo 2, espungendo il riferimento alle spese di funzionamento e prevedendo che la Presidenza del Consiglio dei ministri provvede al funzionamento del Comitato nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:
   All'articolo 2, comma 1, capoverso comma 5, si valuti l'opportunità di riformulare i periodi primo e terzo, espungendo il riferimento alle spese di funzionamento e prevedendo che la Presidenza del Consiglio dei ministri provvede al funzionamento del Comitato nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

  Il Viceministro Enrico MORANDO concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.35.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 6 dicembre 2017. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179, recante modifiche e integrazioni al codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
Atto n. 452.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 21 novembre 2017.

  Paola BRAGANTINI (PD), relatrice, ricorda che la Commissione era in attesa di chiarimenti da parte del Governo.

  Il Viceministro Enrico MORANDO fa presente che il Dipartimento della funzione pubblica ha fornito elementi in risposta ai chiarimenti richiesti, che tuttavia devono essere ancora vagliati dalla Ragioneria generale dello Stato. Chiede pertanto un rinvio dell'esame del provvedimento.

  Francesco BOCCIA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni.
Atto n. 472.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto.

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  Dario PARRINI (PD), relatore, rileva preliminarmente che il provvedimento – adottato in attuazione dell'articolo 1, commi 82, 83 e 84, lettere a), b), c), d) ed e) della legge n. 103 del 2017, recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario – reca lo schema di decreto legislativo in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni.
  In merito ai profili di quantificazione, evidenzia che il provvedimento, corredato di clausola di neutralità finanziaria, di cui all'articolo 8, in attuazione di quanto previsto dalla legge di delega (legge n. 103 del 2017), disciplina, in particolare, la possibilità di effettuare le intercettazioni anche mediante l'inserimento di un captatore informatico su un dispositivo elettronico portatile, di cui all'articolo 4. Al riguardo, fa presente che la relazione tecnica riferisce che le norme disciplinano le sole condizioni di utilizzazione del captatore informatico, strumento già ampiamente praticato nella pratica investigativa. Siffatte disposizioni pertanto, secondo la relazione tecnica, non determinano nuovi o maggiori oneri. In merito all'istituzione, presso ciascun ufficio del pubblico ministero, dell'Archivio riservato delle intercettazioni in cui sono custoditi, a cura del procuratore della Repubblica, le annotazioni, i verbali, gli atti e le registrazioni delle intercettazioni, di cui agli articoli 3 e 5, segnala che la relazione tecnica afferma che le disposizioni non evidenziano alcun profilo di carattere oneroso per la finanza pubblica e riferisce che le strumentazioni informatiche in dotazione all'amministrazione della giustizia già possiedono, a legislazione vigente, un'ampia capacità di archiviazione e gestione di siffatta tipologia di dati. In proposito appaiono utili ulteriori elementi di valutazione volti a confermare la sostenibilità, anche in un orizzonte temporale pluriennale, delle suindicate innovazioni normative. Ciò anche alla luce delle esigenze di adeguamento delle strumentazioni informatiche all'evoluzione tecnica, espressamente menzionate dai criteri direttivi contenuti nella legge delega.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, fa presente che le risorse e le strumentazioni informatiche in dotazione all'amministrazione della giustizia già rispondono alle nuove esigenze tecniche previste dalle disposizioni contenute nel provvedimento in esame. Rileva, in particolare, che la sostenibilità della spesa per l'ammodernamento delle strumentazioni informatiche, anche in un orizzonte temporale pluriennale, potrà essere garantita attraverso gli stanziamenti previsti nel disegno di legge di bilancio 2018 per il Ministero della giustizia, alla Missione 6 Giustizia, U.d.V. 1.2 – Giustizia civile e penale – CDR «Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi» – Azione «Sviluppo degli strumenti di innovazione tecnologica in materia informatica e telematica per l'erogazione dei servizi di giustizia» – capitolo 7203, che reca uno stanziamento di euro 150.648.555 per l'anno 2018, di euro 207.119.084 per l'anno 2019 e di euro 258.756.118 per l'anno 2020. Precisa che tali stanziamenti recepiscono la proiezione pluriennale delle risorse derivanti dall'avvenuta ripartizione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, lettera g), della legge 11 dicembre 2016, n. 232, riguardanti l'informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria.

  Dario PARRINI (PD), relatore, formula pertanto la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
   esaminato lo Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni (atto n. 472),
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    le risorse e le strumentazioni informatiche in dotazione all'amministrazione della giustizia, già rispondono alle nuove esigenze tecniche previste dalle disposizioni contenute nel provvedimento in esame;Pag. 104
    in particolare, la sostenibilità della spesa per l'ammodernamento delle strumentazioni informatiche, anche in un orizzonte temporale pluriennale, potrà essere garantita attraverso gli stanziamenti previsti nel disegno di legge di bilancio 2018 per il Ministero della giustizia, alla Missione 6 Giustizia, U.d.V. 1.2 – Giustizia civile e penale – CDR «Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi» – Azione «Sviluppo degli strumenti di innovazione tecnologica in materia informatica e telematica per l'erogazione dei servizi di giustizia» – capitolo 7203, che reca uno stanziamento di euro 150.648.555 per l'anno 2018, di euro 207.119.084 per l'anno 2019 e di euro 258.756.118 per l'anno 2020;
    tali stanziamenti recepiscono la proiezione pluriennale delle risorse derivanti dall'avvenuta ripartizione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 140, lettera g), della legge 11 dicembre 2016, n. 232, riguardanti l'informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE».

  Il Viceministro Enrico MORANDO concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.40.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 dicembre 2017. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze, Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.40.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 e relativa nota di variazioni.
C. 4768 Governo, approvato dal Senato e C. 4768/I Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 5 dicembre 2017.

  Rocco PALESE (FI-PdL), nel rilevare che l'aspetto più preoccupante del disegno di legge di bilancio è la quantificazione delle entrate che il Governo prevede di recuperare mediante l'inasprimento delle misure di contrasto all'evasione fiscale, di dubbia attendibilità, fa presente che si tratta di una manovra effettuata in deficit e che per sterilizzare le clausole di salvaguardia genererà un aumento del debito pubblico pari a 11 miliardi di euro.
  Nell'esprimere forti perplessità sulla possibilità che, attraverso il recupero dell'evasione fiscale, si realizzeranno 5,1 miliardi di euro, fa presente che la previsione dell'estensione della definizione agevolata dei carichi prevista dal decreto-legge in materia fiscale, recentemente convertito, costituirebbe in realtà una forma di condono, utile, a suo avviso, solo qualora fosse un condono tombale.
  Rileva l'eccessiva produzione normativa in materia fiscale, definendola un delirio normativo che ha causato incertezze, errori e, conseguentemente, sanzioni per i contribuenti.
  Sul fronte della spesa, esprime le sue perplessità sull'esistenza di un programma tangibile volto a orientare tali risorse verso la crescita, anche per risolvere il problema generazionale.
  Nell'evidenziare l'eterogeneità delle disposizioni introdotte al Senato, fa presente che anche l'Unione europea ha manifestato forti perplessità tali da far presagire la necessità di una manovra correttiva la prossima primavera, lasciando così una situazione molto critica alla prossima legislatura.

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  Gianni MELILLA (MDP), nel riservarsi di esprimere più compiutamente la posizione del suo gruppo in sede di discussione e votazione delle proposte emendative e nel preannunciare la posizione contrario del suo gruppo sul provvedimento in esame, chiede chiarimenti al presidente e relatore, Francesco Boccia, in merito alla posizione che intenderà assumere circa la web tax, in considerazione dell'impegno nel merito assunto negli ultimi anni. In particolare, chiede se il relatore intenda presentare in Commissione una proposta volta a migliorare il testo approvato dal Senato.

  Maino MARCHI (PD), nell'evidenziare che la credibilità delle previsioni del Governo non si giudica esclusivamente sulle previsioni contenute nel disegno di legge di bilancio per l'anno successivo, bensì rispetto agli obiettivi raggiunti nelle precedenti annualità rispetto agli obiettivi posti, fa presente che, in riferimento alla crescita, al rapporto deficit/PIL e al rapporto debito/PIL, la credibilità è piena, gli obiettivi sono stati raggiunti o migliorati e le manovre di aggiustamento sono state limitate.
  In merito alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia e all'aumento dell'indebitamento, fa presente che, seppure sia maggiore rispetto ai dati tendenziali, il deficit all'1,6 per cento risulta comunque inferiore rispetto agli anni precedenti.
  Nel far presente che c’è stata una gradualità nella riduzione del rapporto deficit/PIL, osserva che da tempo non ci si attestava su tale livello di indebitamento.
  In conclusione, rinviando il confronto sugli aspetti del disegno di legge di bilancio all'esame delle proposte emendative e evidenziando che c’è la volontà politica di apportare miglioramenti alle disposizioni introdotte al Senato in tema di web tax, rileva che l'attuale legislatura lascia il Paese in una situazione migliore rispetto alla precedente, con una crescita che si sta avvicinando a quella media europea e fa presente che, solitamente, i Governi di centrosinistra lasciano il Paese in una situazione migliore.

  Giulio MARCON (SI-SEL-POS), preannunciando l'orientamento contrario del suo gruppo sul provvedimento, si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame per argomentare le ragioni sulle quali si fonda il giudizio critico e manifesta l'intenzione di presentare proposte emendative dirette a un miglioramento del disegno di legge.
  Evidenzia peraltro il proprio disagio per l'utilizzo da parte della maggioranza di formule propagandistiche, che generalmente sono appannaggio delle forze politiche di minoranza, contestando la credibilità delle stime degli indicatori macroeconomici formulate dal Governo nella presente legislatura, ricordando, come evidenziato anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio, che tali stime sono sempre state successivamente riviste al ribasso, analogamente a quanto accaduto nelle legislature precedenti.
  Riconosce poi il miglioramento della congiuntura economica registrato nell'ultimo anno, sottolineando però come altri Paesi europei abbiano saputo sfruttare più compiutamente i fattori esogeni che hanno consentito l'uscita dalla recessione, tra i quali ricorda gli interventi sul mercato finanziario effettuati dalla Banca centrale europea.
  Esprime quindi un giudizio negativo sulle scelte di politica economica adottate in sede europea, alle quali l'Italia, pur contestandole, si è adeguata. Al riguardo pone in rilievo la preferenza accordata agli sgravi fiscali e ai tagli delle imposte rispetto a interventi diretti all'aumento degli investimenti pubblici e alle politiche dei redditi, che avrebbero invece comportato maggiori vantaggi sul lato della domanda. Sottolinea inoltre il deficit di democrazia che caratterizza le decisioni dell'Eurogruppo, le cui procedure non sono adeguatamente definite nei trattati.
  Conclude osservando come il disegno di legge di bilancio per il 2018, del tutto privo di misure incisive, contenga esclusivamente interventi di modesta portata e ribadisce pertanto di non comprendere i toni trionfalistici adottati dal Governo.

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  Francesco BOCCIA, presidente e relatore, sottolinea innanzitutto il miglioramento della situazione economica del Paese rispetto a quella del 2013, anno di inizio della legislatura, quando, per effetto della recessione più lunga e difficile degli ultimi sessanta anni, il tasso di crescita del PIL è stato pari al – 1,9 per cento, mentre per il 2017 è stimato almeno al +1,5 per cento. Invita pertanto coloro che osservano come l'Italia non abbia adeguatamente sfruttato i positivi effetti dell'attuale situazione economica internazionale a considerare che il nostro Paese ha un elevatissimo rapporto tra debito pubblico e PIL, rapporto che quest'anno non è aumentato, per la prima volta negli ultimi dieci anni. Ricorda che l'ultimo anno di sensibile riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL è stato il 2007, quando, con il Presidente del Consiglio Prodi e con il Ministro dell'economia e delle finanze Padoa Schioppa, si era riusciti a scendere sotto la soglia del 100 per cento.
  Rinviando ad altra sede eventuali discussioni sugli effetti del Fiscal compact sull'economia italiana, rileva che, a suo parere, il disegno di legge di bilancio, nel rispetto della riforma di contabilità pubblica approvata con la legge n. 163 del 2016, avrebbe dovuto essere molto più snello, limitandosi a pochi articoli, ed essere eventualmente accompagnato da disegni di legge collegati, recanti misure relative ai singoli settori. Invece evidenzia come nel corso dell'esame presso il Senato siano state inserite numerose disposizioni non pienamente rispondenti ai criteri stabiliti dalla predetta disciplina. Si augura in proposito che nella prossima legislatura si possa finalmente dare effettiva attuazione alla riforma della disciplina sul contenuto della legge di bilancio approvata nel 2016.
  In relazione alle numerose misure di carattere anche microsettoriale o localistico introdotte nel corso dell'esame da parte del Senato, sottolinea poi come ciò potrà complicare l'esame di ammissibilità per materia delle proposte emendative presentate alla Camera.
  Elenca poi rapidamente le principali misure apprezzabili contenute nel provvedimento, come il rifinanziamento della cosiddetta nuova Sabatini e i finanziamenti agevolati per investimenti in nuovi macchinari, impianti e attrezzature, compresi i cosiddetti investimenti Industria 4.0.
  In relazione all'economia digitale, che, osserva, non è un comparto produttivo a sé stante, bensì un nuovo sistema capitalistico che investe tutti i settori produttivi, sottolinea con forza la necessità di una cornice regolamentare organica, attualmente del tutto assente sia in Italia sia nell'Unione europea. A questo riguardo evidenzia un recentissimo intervento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha diffidato le società del gruppo Amazon a regolarizzare la propria posizione nel settore dei servizi postali, per i quali è richiesto il possesso di appositi titoli abilitativi. Mancanza di regole si registra anche, prosegue, con riferimento alla proprietà dei dati riguardanti gli utenti Internet, a proposito dei quali si dibatte se essa spetti agli utenti stessi o a chi gestisce i dati.
  In merito alla cosiddetta web tax ricorda che sin dall'inizio della presente legislatura era stato proposto, forzando le regole europee, di applicare l'imposta alle società aventi stabile organizzazione in Italia. Ricorda poi che nel 2014, durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, nel corso di una riunione dei componenti delle Commissioni bilancio dei Parlamenti dei Paesi dell'Unione europea, si era giunti alla definizione di una disciplina, simile a quella elaborata dall'OCSE e fatta propria dalla Procura di Milano. Pertanto condivide la scelta del Senato riguardante l'introduzione di criteri di definizione di stabile organizzazione per le società del settore digitale.
  Segnala quindi che il provvedimento in esame introduce anche, a decorrere dal 2019, un'imposta sulle transazioni digitali relative a prestazioni di servizi effettuate tramite mezzi elettronici, applicabile esclusivamente nei rapporti tra imprese, con un'aliquota del 6 per cento sull'ammontare dei corrispettivi relativi alle prestazioni Pag. 107medesime. A questo proposito ritiene che detta imposta potrebbe essere diversamente disciplinata, prevedendo la sua applicazione già a decorrere dal 2018, ricomprendendovi tutte le transazioni digitali (quindi anche quelle commerciali e non solo i servizi) e fissando un'aliquota inferiore, pari all'1 o al 2 per cento. Ritiene che tale modifica permetterebbe di ottenere introiti già nel 2018 e avrebbe il vantaggio di garantire un ammontare molto maggiore delle entrate previste.
  Ritiene infine importante sottolineare come alcune misure del provvedimento siano state condivise da tutte le forze politiche: il sostegno al settore aerospaziale, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, le agevolazioni fiscali per l'agricoltura, l'aumento del credito di imposta per il Mezzogiorno, gli sgravi contributivi per incentivare l'occupazione giovanile e il bonus bebè.
  Per quanto riguarda la seconda sezione del disegno di legge in esame segnala in particolare il miglioramento del saldo rispetto alle previsioni assestate 2017, che passa da circa 56 a 30,3 miliardi, l'incremento, stimato in 24,8 miliardi di euro, delle entrate tributarie e quello della entrate extratributarie, stimato in circa un miliardo di euro, a ulteriore dimostrazione che il Governo, come un buon padre di famiglia, intende lasciare una situazione dei conti pubblici in ordine nonostante le tentazioni che potevano discendere dal fatto che si tratta dell'ultima manovra finanziaria della legislatura.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, intervenendo in ordine a talune delle questioni emerse nel corso del dibatto testé svoltosi, anche in riferimento a quanto evidenziato dall'onorevole Palese in merito alla quantificazione delle entrate che il Governo prevede di recuperare mediante l'inasprimento delle misure di contrasto all'evasione fiscale, rileva che la progressiva introduzione dell'obbligo della fatturazione elettronica anche nelle transazioni tra privati, di cui all'articolo 1, comma 509, del presente disegno di legge di bilancio, costituisce indubbiamente una radicale, profonda innovazione del sistema fiscale italiano complessivamente inteso. Chiarisce che tale misura, alla cui definizione si è giunti all'esito di un dibattito di ispirazione riformatrice in atto nel nostro Paese già da diversi anni, cui personalmente ha sempre aderito con convinzione, potrà senz'altro rappresentare lo strumento principale per contrastare in maniera efficace il fenomeno dell'evasione fiscale, ed in particolar modo quella afferente all'imposta sul valore aggiunto, nell'ambito del quale il nostro Paese figura ancora nelle posizioni più basse delle graduatorie relative agli Stati appartenenti all'Unione europea. Osserva altresì che la progressiva introduzione dell'obbligo della fatturazione elettronica anche nelle transazioni tra privati comporterà, da un lato, la crescente semplificazione degli adempimenti a vario titolo attualmente a carico dei contribuenti e, dall'altro, consentirà di valorizzare ulteriormente, nell'ottica dell'attività di monitoraggio degli obblighi fiscali, l'imponente mole di informazioni che, in forza della predetta misura, per via telematica rientreranno nella disponibilità dell'amministrazione finanziaria. Ritiene che tale misura, suscettibile di determinare, per la sua natura di intervento sistemico, un gettito aggiuntivo di oltre 5 miliardi di euro, dovrebbe inoltre assicurare un naturale innalzamento del livello di compliance da parte del contribuente.
  In tale quadro, reputa tuttavia opportuno che nel corso dell'esame presso questo ramo del Parlamento si possa addivenire, anche sulla base delle proposte emendative presentate dai gruppi, ad una più puntuale individuazione del novero di adempimenti ed oneri burocratici che, per effetto dell'introduzione dell'obbligo della fatturazione elettronica tra privati, non graveranno più sui contribuenti, osservando in proposito come proprio l'argomento di una presunta mancata semplificazione dei predetti adempimenti ed oneri potrebbe verosimilmente essere utilizzata da tutti coloro che, più o meno velatamente, si oppongono alla suddetta misura. Evidenzia infatti come solo un concreto e tempestivo impegno sul fronte di una reale Pag. 108semplificazione degli oneri e degli adempimenti in capo ai contribuenti, da affiancare alla novità rappresentata dall'introduzione dell'obbligo della fatturazione elettronica tra privati, potrà significativamente modificare l'attuale situazione in cui versano in particolare le piccole e medie imprese, le quali spesso a ragione si lamentano di dover sostenere per la tenuta della propria contabilità fiscale costi non di rado di un ammontare pari se non superiore alle imposte che poi dovranno effettivamente pagare.
  Per quanto concerne invece l'eventuale necessità di varare una manovra correttiva di finanza pubblica che, secondo taluni degli intervenuti, sarebbe stata adombrata dalla Commissione europea nella lettera indirizzata al Governo italiano lo scorso mese di ottobre, osserva che i rilievi in essa contenuti non riguardano la credibilità complessiva del nostro bilancio pubblico né l'efficacia delle riforme strutturali realizzate nel corso della presente legislatura dal nostro Paese, bensì attengono esclusivamente ad una diversa valutazione dell'entità della correzione conseguita complessivamente dal presente disegno di legge di bilancio e dal decreto-legge in materia fiscale n. 148 del 2017 sul piano dell'indebitamento strutturale, posto che tale entità viene stimata dal Governo italiano nella misura dello 0,3 per cento e dalla Commissione europea nella misura dello 0,1 per cento. In proposito, osserva come ancora una volta tale discrepanza derivi essenzialmente dal diverso metodo di calcolo utilizzato in relazione all'obiettivo di medio termine e al raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio, che varia, tra l'altro, a seconda della diversa valutazione del livello della disoccupazione strutturale, per il nostro Paese registrata all'11 per cento. Rammenta inoltre che, d'intesa con numerosi altri Paesi dell'Unione europea, è comunque in corso di svolgimento un proficuo lavoro volto per l'appunto a pervenire in sede comunitaria ad un diverso metodo di calcolo dei parametri sopra indicati.
  Per quanto attiene, infine, alle politiche per la crescita, evidenzia che su interventi di rilevante impatto finanziario contenuti nel presente disegno di legge di bilancio – quali, a titolo di esempio, le misure consistenti nella proroga del superammortamento e dell'iperammortamento riferiti a talune fattispecie di investimenti e nella introduzione di crediti d'imposta automatici per le spese di formazione nell'ambito del piano Industria 4.0 sostenute dalle imprese ovvero per gli investimenti dalle stesse realizzati nelle regioni del Mezzogiorno – nel corso dell'esame presso il Senato non sono state sostanzialmente presentate proposte emendative né dai gruppi di maggioranza né da quelli di opposizione, ciò a testimonianza di una sostanziale condivisione delle finalità di fondo. Osserva infatti che, diversamente, i gruppi parlamentari avrebbero potuto presentare proposte emendative volte a ridurre, anche solo parzialmente, le risorse destinate ai suddetti interventi – che, a suo avviso, si collocano nell'ottica di un rilancio degli investimenti e della produttività complessiva dei fattori – al fine di sostenere altri obiettivi di spesa, quali ad esempio quelli derivanti dalla concessione di un reddito di cittadinanza ovvero da un alleggerimento dell'attuale disciplina pensionistica.
  Citando ulteriori significativi esempi, rammenta che anche sul tema della sterilizzazione dell'aumento delle aliquote IVA o dell'esonero contributivo volto a promuovere l'occupazione giovanile stabile si è registrata una analoga condivisione di fondo da parte delle diverse forze politiche, così come sull'intervento correttivo, per talune categorie di lavori gravosi, in materia di adeguamento dell'età pensionistica alla speranza di vita, adottato sulla base di accordi raggiunti con le organizzazioni sindacali del lavoro ovvero sull'introduzione del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, istituito ai sensi dell'articolo 1, comma 145.
  Per quanto riguarda invece l'introduzione della cosiddetta web tax, di cui all'articolo 1, commi 578 e seguenti, che di per sé considera un primo rilevante traguardo in tale delicata materia, anticipa la Pag. 109posizione di piena disponibilità e collaborazione del Governo in ordine ad eventuali correttivi o migliorativi che dovessero emergere nel corso dell'esame parlamentare sulla base di specifiche proposte emendative presentate dai gruppi. Analogamente, ritiene che importanti spunti di riflessione potranno provenire dalle forze parlamentari anche sul complessivo tema delle autonomie territoriali, le cui disposizioni non sono state oggetto di modifica nel corso dell'esame presso il Senato e che pertanto potranno essere oggetto di specifica attenzione durante l’iter presso questo ramo del Parlamento.

  Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare sul provvedimento in titolo.

  La seduta termina alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.55 alle 16.