CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 ottobre 2017
901.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 4

SEDE REFERENTE

  Martedì 31 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci.

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e aggregazione alla regione Friuli Venezia Giulia.
C. 4653, approvata, in un testo unificato, dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 ottobre 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che il termine per la presentazione di proposte emendative alla proposta di legge C. 4653 è scaduto ieri 30 ottobre.
  Comunica che sono state presentate 11 proposte emendative (vedi allegato). Avverte altresì che sono da considerarsi inammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento della Camera e dei punti 5.1 e 5.2 della circolare del Presidente della Camera del 10 gennaio 1997, le seguenti proposte emendative: l'emendamento De Menech 1.1, che concerne il distacco di diversi comuni della provincia di Belluno dalla regione Veneto e la loro aggregazione alla Regione Trentino Alto Adige, in quanto riguardante un oggetto diverso da quello disciplinato dalla proposta di legge; Pag. 5l'emendamento De Menech 1.8 e l'articolo aggiuntivo D'Incà 1.01 che dispongono forme di finanziamento ad altri comuni della Regione Veneto; l'emendamento Rubinato 1.3, in quanto il comma 2-bis subordina l'entrata in vigore delle disposizioni della proposta di legge a una condizione del tutto incerta nell’an e nel quando legata all'approvazione di una modifica dello Statuto della regione Friuli Venezia Giulia ossia di una legge costituzionale e il comma 2-ter è volto a prevedere la verifica del permanere della volontà della popolazione interessata e un ulteriore del parere del Consiglio regionale del Veneto, procedura non contemplata dall'articolo 132, secondo comma, della Costituzione; l'emendamento De Menech 1.9, in quanto impone con legge ordinaria alla Regione Friuli Venezia Giulia una verifica della conformità delle norme dello Statuto, fonte di rango costituzionale, a disposizioni dettate con legge ordinaria.
  In qualità di relatore invita al ritiro altrimenti esprime parere contrario su tutte le proposte emendative.

  Il Sottosegretario Gianpiero BOCCI si rimette alla Commissione su tutte le proposte emendative presentate.

  Roger DE MENECH (PD) illustra il proprio emendamento 1.2 che introduce disposizioni che ricalcano quelle del testo concernente il distacco dei comuni di Montecopiolo e di Sassofeltrio dalla Regione Marche, approvato dalla I Commissione in sede referente. Si tratta di norme pensate a tutela sia delle amministrazioni interessate sia dei cittadini di Sappada per affrontare il periodo transitorio del passaggio da una regione all'altra. Nel sottolineare l'importanza della questione, accoglie comunque l'invito del relatore e ritira l'emendamento 1.2, preannunciando la sua ripresentazione per l'esame in Assemblea.

  Simonetta RUBINATO (PD) esprime perplessità sul provvedimento in esame, rilevando un'eccessiva rapidità dell’iter, essendo stati compressi i tempi oltre misura anche rispetto a quanto previsto dallo stesso Regolamento della Camera, il che, a suo avviso, non ha consentito di svolgere un'adeguata istruttoria. In proposito, in particolare, osserva che sarebbe stato opportuno ascoltare in Commissione i rappresentanti istituzionali dei territori coinvolti, tra i quali richiama, in particolare, il presidente della regione Veneto e il presidente della provincia di Belluno. Quest'ultimo in particolare ha rappresentato – dopo l'approvazione del testo al Senato – l'allarme di un effetto domino nei comuni bellunesi di confine, dal quale emerge la necessità di una valutazione attuale dell'interesse regionale più ampio e di quello nazionale, di cui, a suo avviso, occorre tener conto. Osservato che il referendum per il distacco del comune in questione appare particolarmente risalente, al pari dello stesso parere espresso dalla regione Veneto, ritiene che i più recenti accadimenti, tra i quali cita i referendum svoltisi in Veneto in prospettiva dell'affermazione di un'autonomia differenziata regionale e provinciale – proprio per rispondere anche al disagio di comunità come Sappada, penalizzate dal divario socio-economico con le aree a statuto speciale confinanti –, dimostrano come sia in atto un processo istituzionale di cambiamento che non può essere ignorato nella valutazione degli interessi in gioco e che meriterebbe anche una verifica del permanere della volontà di distacco della comunità di Sappada, proprio per rispettare la volontà della popolazione interessata. Prende atto che, rispetto a tali importanti questioni poste, il gruppo della Lega nord, al quale spettano importanti responsabilità di governo di quel territorio, ha mantenuto una posizione totalmente inerte. Passa quindi ad illustrare i suoi emendamenti 1.3 e 1.4, facendo notare che essi, anzitutto, mirano ad affrontare la questione dello strumento normativo necessario per la ridefinizione dei confini di una regione a statuto speciale – tema a suo avviso ancora aperto e non adeguatamente approfondito in Commissione – che richiamano, a suo avviso, l'esigenza di salvaguardarne la specificità mediante legge costituzionale. Rileva, infatti, che tali proposte emendative stabiliscono Pag. 6che le disposizioni dei commi 1 e 2 dell'articolo 1 si applicano a decorrere dalla modifiche dello statuto speciale della regione Friuli Venezia Giulia che definiscono il territorio della regione medesima. Osserva, poi, che il suo emendamento 1.3, pur essendo dichiarato inammissibile, pone un tema rilevante, in quanto è volto a richiedere una nuova valutazione degli interessi in gioco attraverso una verifica del permanere della volontà della popolazione interessata e l'espressione del parere del Consiglio regionale del Veneto nel nuovo contesto che si è determinato dopo l'esito positivo dei due referendum, cui hanno partecipato anche i cittadini di Sappada. Ritiene che sia necessario prendere atto che il contesto in cui ha avuto origine la procedura per il distacco di Sappada è cambiato, così come va tenuto conto che di recente sono emerse nella comunità sappadina delle voci dissenzienti al distacco, tra cui quelle di ex sindaci ed amministratori locali, espresse recentemente ai parlamentari anche in via informale, e sulla stampa. Raccomanda, infine, l'approvazione del suo emendamento 1.4, facendo notare che ripresenterà tali proposte di modifica anche in vista dell'esame in Assemblea.

  Federico D'INCÀ (M5S) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Rubinato 1.4. Ribadisce come le problematiche sottese al distacco in esame non riguardano solo un comune piccolo come Sappada, ma investono ma riguardano anche i territori montani e dei comuni veneti confinanti con Regioni a statuto speciale che, non a caso, hanno espresso la loro volontà di distacco con lo strumento del referendum. Ribadisce altresì come l'approvazione del distacco del comune di Sappada darà vita a una valanga istituzionale con comuni che hanno già i requisiti per il distacco che solleciteranno l'esame parlamentare e altri che chiederanno di svolgere un referendum. Sottolinea come lo stanziamento previsto dalla proposta di legge sia equivalente a 539 euro per ciascun abitante di Sappada. Il problema vero, a suo avviso, è nella necessità di uno stanziamento specifico per le zone di montagna confinanti con le regioni a statuto speciale, con la previsione di un fondo nella prossima legge di bilancio.

  Roger DE MENECH (PD) condivide con il deputato D'Incà la necessità di istituire un fondo apposito per i territori confinanti con le Regioni a statuto speciale, ma non è d'accordo con lui in merito alla questione del distacco di Sappada. Ricorda che la provincia di Belluno ha concordato un fondo di perequazione e solidarietà con la Regione Trentino Alto Adige per i comuni confinanti con quella regione e ritiene che si debba fare altrettanto in relazione ai comuni confinanti con la Regione Friuli Venezia Giulia. Ribadisce la necessità di un intervento con politiche differenziate per la montagna al fine di evitare lo spopolamento di quei territori.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD), pur non condividendo l'orientamento non favorevole manifestato dal deputato De Menech in ordine ad una positiva conclusione dell’iter, ritiene che talune sue considerazioni siano di buon senso, richiamando l'esigenza di attuare serie politiche a favore dei territori di montagna e di vallata dei comuni confinanti con le regioni a statuto speciale. Osserva che da quelle aree, nelle quali si registra un progressivo processo di spopolamento, si elevano forti richiami ad una conservazione del patrimonio paesaggistico, storico, culturale e linguistico. Fa notare che su tale questione l'impegno sinora profuso, soprattutto finanziario, appare esiguo, richiedendo pertanto un netto cambio di passo, a partire dalla prossima legge di bilancio. Facendo poi riferimento ad alcune considerazioni svolte dalla deputata Rubinato, fa notare che la questione dello strumento normativo da utilizzare per i distacchi dei comuni, nei casi come quello in esame, è stata già risolta con la sentenza della Corte costituzionale n. 66 del 2007, la quale si è pronunciata chiaramente circa l'applicabilità dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, riconoscendo quindi la Pag. 7legittimità dell'intervento per legge ordinaria. Non condivide, infine, l'esigenza, invocata dalla deputata Rubinato, di svolgere una verifica della volontà della popolazione interessata e di far esprimere nuovamente il Consiglio regionale del Veneto, rilevando che ciò equivarrebbe a mettere in discussione gli esiti di qualsiasi referendum o di qualsiasi parere espresso, ogniqualvolta si determinassero cambi di maggioranze politiche.

  Paolo COPPOLA (PD) fa notare che nel dibattito odierno si continuano a svolgere considerazioni su temi che non rappresentano l'oggetto del provvedimento in esame. Evidenzia che la questione del disagio economico dei comuni montani di confine, seppur delicata e meritevole di attenzione, non può essere affrontata in tale sede, tanto è vero che nel suo parere in ordine al distacco di Sappada, il Consiglio regionale del Veneto fa riferimento piuttosto a motivazioni storiche, linguistiche, culturali e religiose, che giustificano una maggiore affinità di tale comune al territorio della provincia di Udine.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, desidera fornire alcune precisazioni in merito alla questione dell'utilizzo dello strumento di una norma ordinaria e non di rango costituzionale per il distacco del comune di Sappada da una regione a statuto ordinario come il Veneto e la sua aggregazione a una regione a statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia. La questione è stata oggetto di un'approfondita analisi da parte della Presidenza. Osserva prima di tutto che il sistema delimitato dall'articolo 132, secondo comma, della Costituzione e, di conseguenza, dall'articolo 46 della legge n. 352 del 1970 prevede l'uso di una legge ordinaria. Sottolinea infatti come la Costituzione quando prevede la necessità di una legge costituzionale lo stabilisce espressamente. Ricorda poi che con la sentenza n. 66 del 2007, riguardante un conflitto di attribuzione promosso dalla Regione Valle d'Aosta in merito all'indizione del referendum per il distacco di un comune dalla Regione Piemonte e la sua aggregazione alla Regione Valle d'Aosta medesima, la Corte costituzionale ha chiarito che le disposizioni dell'articolo 132, secondo comma della Costituzione, si applicano a tutte le regioni, comprese quelle a Statuto speciale. Ciò non vieta al Parlamento di utilizzare lo strumento della legge costituzionale, come si è fatto nella XV e nella XVI legislatura con riguardo al distacco del comune di Lamon, ma si tratta di una scelta politica. In questa legislatura si è optato per la via della legge ordinaria, in linea con la citata sentenza della Corte costituzionale e con gran parte della dottrina, anche se è consapevole che ci siano nella medesima dottrina posizioni differenti, come d'altronde, lo dice da giurista, accade quasi sempre nel campo giuridico.

  Simonetta RUBINATO (PD), nel prendere atto della risposta del presidente, fa notare che non intende mettere in discussione la discrezionalità delle scelte politiche del Parlamento, quanto piuttosto rilevare come fosse necessario prendere atto di un'evoluzione del contesto, approfondendo, in un ragionevole lasso di tempo da dedicare ad un'adeguata istruttoria, in primis questioni di rilevanza costituzionale che ritiene ancora aperte e sulle quali anche la dottrina appare divisa. Ricorda, peraltro, che in un'altra occasione, in una passata legislatura, per un distacco analogo – quello di Lamon – venne dichiarato dal Governo «imprescindibile» lo strumento della proposta di legge costituzionale. Ribadisce che un tempo più congruo per l'istruttoria era inoltre necessario anche per valutare l'evoluzione recente in atto in quei territori, dopo l'approvazione dei due referendum sull'autonomia rafforzata e soprattutto dopo la richiesta accorata al Parlamento pervenuta dal Presidente della provincia di Belluno della necessità di una pausa di riflessione per valutare sia l'interesse territoriale a livello più ampio manifestato dai rappresentanti delle istituzioni locali dell'area vasta bellunese, sia l'interesse nazionale in gioco.

  La Commissione respinge l'emendamento Rubinato 1.4.

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  Roger DE MENECH (PD) illustra il proprio emendamento 1.5 e i successivi emendamenti 1.6 e 1.7. Sottolinea come in questi emendamenti sia affrontato l'aspetto economico della questione. Osserva infatti come il distacco di tutti comuni della provincia di Belluno che ne hanno fatto richiesta costerebbe circa 9 milioni di euro. Con l'emendamento 1.5 si propone di porre tutte le spese del distacco di Sappada a carico del bilancio della Regione Friuli Venezia Giulia. Desidera sottolineare poi due questioni affrontate da suoi emendamenti dichiarati inammissibili. La prima riguarda la necessità di una legge costituzionale, questione chiarita dal Presidente. Si augura però che la previsione della legge ordinaria valga, da ora in poi, con riferimento ai distacchi e alle aggregazioni di comuni a tutte le regioni a Statuto speciale. La seconda riguarda lo stanziamento di un fondo specifico per i comuni della provincia di Belluno confinanti con regioni a Statuto speciale. Ribadisce come questa sia una risposta da dare alle giuste esigenze di cittadini che, nel caso di Sappada, hanno trovato sfogo nella richiesta di distacco. Un singolo distacco non risolve i problemi dell'area vasta montana di Belluno. Ritira i propri emendamenti 1.5, 1.6 e 1.7 e preannuncia la loro ripresentazione per l'esame in Assemblea.

  Federico D'INCÀ (M5S), intervenendo sull'emendamento De Menech 1.10 ribadisce l'urgenza di intervenire con un sostegno finanziario adeguato a favore dei comuni di montagna confinanti con le regioni a statuto speciale, seguendo il percorso già tracciato da strumenti di finanziamento già in vigore, al fine di colmare le differenze esistenti tra regioni a statuto speciale e regioni ordinarie.

  Emanuele FIANO (PD) sottolinea l'interesse del suo gruppo per la questione del finanziamento delle aree montane, confinanti con le regioni a Statuto speciale.

  Roger DE MENECH (PD) ringrazia il deputato Fiano per l'interesse annunciato per le questioni poste durante il dibattito e ritira il proprio emendamento 1.10. Preannuncia il suo voto contrario sul conferimento del mandato al relatore a riferire all'Assemblea in senso favorevole al provvedimento.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il Presidente della Commissione per le questioni regionali ha comunicato che la Commissione non intende esprimere un nuovo parere.
  La Commissione bilancio esprimerà invece il suo parere direttamente per l'Assemblea.
  Secondo quanto convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione di giovedì 26 ottobre, e non essendovi obiezioni, si procederà pertanto al conferimento del mandato al relatore.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al presidente e relatore, Andrea Mazziotti di Celso, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie.
Doc. XXII, n. 82 Causin.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, in sostituzione del relatore, impossibilitato a partecipare alla seduta, rileva che il doc. XXII n. 82 dispone la proroga fino al termine della legislatura per la conclusione dei lavori della Commissione Pag. 9parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Si ricorda che la Commissione è stata istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, con la delibera della Camera dei deputati 27 luglio 2016, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 184 dell'8 agosto 2016. L'articolo 2, comma 4, di tale deliberazione prevede che la Commissione concluda i propri lavori entro dodici mesi dalla data della sua costituzione e presenti alla Camera, entro i successivi sessanta giorni, la relazione finale sulle indagini svolte. La Commissione si è costituita, con l'elezione dell'Ufficio di Presidenza, il 25 novembre 2016 e, quindi, il termine di un anno per la conclusione dei suoi lavori scadrà il prossimo 25 novembre. Ricorda altresì che, ai sensi del comma 2 dell'articolo 1 della deliberazione istitutiva, i compiti della Commissione sono i seguenti: accertare lo stato del degrado e del disagio sociale delle città e delle loro periferie, a partire dalle aree metropolitane, con particolare attenzione all'evoluzione della situazione socio-economica e alle implicazioni sociali e della sicurezza; accertare il ruolo delle istituzioni territoriali, le modalità previste e messe in opera per favorire la partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla gestione delle politiche rivolte alle periferie, nonché la presenza di organismi di base e di cittadinanza attiva che promuovono tale partecipazione; acquisire le proposte operative che provengono dalle istituzioni territoriali, dalle associazioni locali di cittadine e cittadini, dalle parrocchie, dai sindacati e dalle altre organizzazioni di categoria, dalle organizzazioni rappresentative degli utenti e dei consumatori e dalle organizzazioni delle diverse etnie presenti, volte a favorire la rinascita sociale delle periferie a partire dall'occupazione, dall'istruzione, dalla formazione professionale, dai servizi, dalla mobilità, dall'integrazione dei migranti, dalla cultura e dallo sport; verificare lo stato di attuazione delle disposizioni della legge 27 dicembre 2006, n.  296, concernenti l'istituzione di zone franche urbane finalizzate a contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire l'integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e sociale; valutare le esperienze realizzate nelle città italiane ed europee nelle quali si è raggiunto un buon livello di integrazione e dove il disagio sociale e la povertà sono stati affrontati con efficaci interventi pubblici e privati; riferire alla Camera dei deputati proponendo interventi, anche di carattere normativo, al fine di rimuovere le situazioni di degrado delle città e delle loro periferie.
  La Commissione, come si deduce dalla relazione introduttiva alla proposta, ha proceduto alla sua attività sulla base di un programma di lavoro strutturato su quattro aree prioritarie di indagine le quali hanno riguardato: la rigenerazione sociale; la rigenerazione urbana; la sicurezza; le modalità di erogazione e di utilizzo dei fondi destinati al recupero delle aree periferiche delle città dalle leggi di bilancio per gli anni 2016 e 2017. La Commissione ha quindi svolto un intenso programma di audizioni di natura prevalentemente conoscitiva, nel corso delle quali sono stati ascoltati trentasette soggetti istituzionali e ventisette tra associazioni e comitati di cittadini. Sono stati inoltre svolti dieci sopralluoghi – tre a Roma, gli altri a Napoli, Milano, Bologna, Bari, Torino, Palermo e Genova –, nel corso dei quali, oltre ai soggetti istituzionali, la Commissione ha incontrato anche i rappresentanti di circa centosettanta associazioni e comitati di cittadini. Sono state inoltre acquisite all'archivio della Commissione circa trecento unità documentali, la maggior parte delle quali costituita da documenti consegnati direttamente in audizione o nei sopralluoghi ovvero trasmessi da associazioni e comitati di cittadini. Come si deduce sempre dalla relazione introduttiva alla proposta, la Commissione, nel termine stabilito dalla deliberazione istitutiva, non sarà in grado di concludere le attività già programmate, predisporre le relazioni al Parlamento e realizzare, in collaborazione con la società RAI-Radiotelevisione italiana Spa, un film-documentario, che rappresenti Pag. 10la realtà delle periferie italiane; la disponibilità di un ulteriore spazio temporale consentirebbe alla Commissione di completare le suddette attività.
  La proposta è formata da due articoli.
  L'articolo 1 modifica il comma 4 dell'articolo 2 della deliberazione istitutiva, prevedendo che la Commissione concluda i propri lavori entro la fine della XVII legislatura e presenti alla Camera la relazione finale sulle indagini svolte.
  L'articolo 2, al fine di adeguare la dotazione finanziaria della Commissione alla maggiore durata proposta, modifica il comma 5 dell'articolo 5 della deliberazione istitutiva, prevedendo che le risorse finanziarie messe a disposizione della Commissione per l'anno 2017 siano aumentate di 10.000 euro.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.55.

RISOLUZIONI

  Martedì 31 ottobre 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci.

  La seduta comincia alle 12.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

7-01369 Toninelli: Sulle iniziative per chiedere all'OSCE l'invio di osservatori in occasione delle prossime elezioni regionali siciliane.
(Discussione e conclusione – Reiezione della risoluzione).

  La Commissione inizia la discussione.

  Danilo TONINELLI (M5S) illustra la risoluzione a sua prima firma, osservando che le elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre destano particolare preoccupazione. Infatti, nelle liste di candidati a sostegno degli aspiranti presidenti della giunta regionale sia della coalizione di centrodestra che di centrosinistra sono presenti numerosi personaggi sotto inchiesta ovvero sotto processo ovvero condannati in primo grado ovvero figli di personaggi politici oggetto di pesanti inchieste e condanne nel recentissimo passato. Osserva che l'aspetto più preoccupante è che vi sono anche numerosi casi di candidati sotto inchiesta per reati legati specificamente al procedimento elettorale: in molti sono colpiti da accuse come truffa aggravata, corruzione elettorale e voto di scambio. Si tratta di situazioni che tipicamente conducono ad una atmosfera di intimidazione nei confronti della cittadinanza che turba il regolare svolgimento della competizione elettorale. Fa notare che la risoluzione in discussione impegna il Governo ad adottare tempestivamente iniziative, anche normative, per avanzare all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) la richiesta di invio di osservatori elettorali in occasione delle prossime elezioni regionali siciliane del 5 novembre, al fine di assicurare la loro presenza presso gli uffici elettorali di sezione.
  Osserva che nel Paese i fenomeni di compressione della libertà di voto o connessi a brogli non sono da considerarsi occasionali né esigui, ove si guardi alle denunce, recenti e non, successive alle tornate elettorali. Fa riferimento ad esempio, al caso del voto all'estero, in relazione al quale sono emersi anche recentemente clamorosi casi di brogli riportati da un recente servizio di una nota trasmissione televisiva. Ricorda, peraltro, che, grazie ad una disposizione recata dalla legge elettorale recentemente approvata, le candidature più impresentabili saranno proposte proprio nel collegio estero. Pag. 11
  Si è di fronte, dunque, a suo avviso, ad un evento determinante per la vita delle istituzioni e si ritiene opportuno sollecitare l'attenzione dell'attività di monitoraggio elettorale svolta dalle organizzazioni internazionali per il tramite di osservatori.
  Evidenzia che il M5S si è sempre battuto contro un sistema, di cui ritiene facciano parte gli altri partiti, che non tutela efficacemente la libertà di voto dei cittadini, che preferisce far finta che i fenomeni mafiosi non esistano e che ha favorito l'approvazione di una legge elettorale che comporterà la frammentazione politica. Osserva che qualora i membri degli altri gruppi non voteranno tale risoluzione, dovranno assumersene la responsabilità di fronte ai cittadini siciliani, che non verranno salvaguardati nel momento del voto.

  Ernesto CARBONE (PD) nel replicare al deputato Toninelli, osserva come il cofondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, abbia dichiarato che la mafia non esiste. Riguardo alla questione delle parentele, sottolinea come il candidato del Movimento 5 Stelle alla Presidenza delle Regione Sicilia sia il fratello di una deputata. Richiama infine le parole offensive e minacciose usate dal candidato assessore ai rifiuti del Movimento 5 Stelle nei confronti del capogruppo alla Camera del Partito Democratico. Sono parole che forse giustificherebbero l'intervento degli osservatori dell'OSCE.

  Emanuele FIANO (PD) trova singolare il richiamo alla moralità da parte di una forza politica implicata in un caso di falsificazione di firme, come quello per il quale sono indagati tre deputati già appartenenti al gruppo del Movimento 5 Stelle. Sulla questione del voto all'estero, osserva che si tratta di un fatto la cui gravità era già nota prima del servizio televisivo citato, ma che non ha nulla a che vedere con il merito della risoluzione. Ricorda come il gruppo del Partito Democratico abbia condiviso nel corso dell'esame della proposta di legge dell'iniziativa della deputata Nesci, approvata dalla Camera, l'opportunità della previsione di modalità di voto per chi è temporaneamente all'estero, appoggiando la proposta nell'interlocuzione con il Governo. Riguardo al merito della questione, ricorda come la stessa sia stata oggetto di un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea alla quale ha fornito risposta il Ministro dell'interno. Il Ministro, in quella occasione, ha prima di tutto rilevato come in altri casi ci sia stata la necessità di una modifica normativa transitoria per permettere la presenza nei seggi elettorali di osservatori dell'OSCE. Ha ricordato, al proposito, come la Regione siciliana, regione a statuto speciale, abbia una competenza esclusiva nella materia elettorale. Ricorda, infine, come il ministro abbia chiesto ai prefetti, rappresentanti del Governo in quella regione, un intervento straordinario. Osserva, quindi, che, anche se comprende che si sia voluto fare un dibattito pubblico, la Commissione è stata bloccata su una risoluzione inefficace. Quanto al ruolo degli osservatori dell'OSCE, evidenzia come questi possano monitorare le modalità di voto, ma non hanno alcun potere di intervento su candidature di soggetti sottoposti a gravi procedimenti penali. Nel contempo desidera anch'egli sottolineare la gravità delle espressioni usate dal candidato assessore del Movimento 5 Stelle nei confronti del capogruppo alla Camera del partito Democratico.

  Annagrazia CALABRIA (FI-PdL) ritiene che lo strumento della risoluzione utilizzato per porre la questione in discussione sia sostanzialmente e formalmente inammissibile, rilevando che la posizione assunta dal M5S è provocatoria e strumentale. Fa notare che, in materia elettorale, la regione Sicilia vanta una competenza esclusiva che non può essere messa in discussione, osservando, peraltro, che risulterebbero compromesse prerogative dello Stato centrale in materia di ordine pubblico e di controllo sul corretto svolgimento delle tornate elettorali, già adeguatamente regolamentate dalla disciplina vigente. Rilevato che l'intervento invocato nella risoluzione non è neanche giustificato dalle funzioni svolte dall'OSCE, che appaiono incentrate su altri versanti riguardanti Pag. 12essenzialmente il rispetto delle libertà fondamentali, ricorda che l'intervento degli osservatori di tale organismo è stato in precedenza disposto in occasione di elezioni politiche nazionali, richiedendosi, in ogni caso, per le elezioni amministrative in questione una modifica transitoria delle legge regionale siciliana. Rilevato che, al fine di garantire i necessari controlli, adeguate iniziative sono già state assunte dal Governo, attraverso il coinvolgimento dei prefetti della regione Sicilia, ritiene che la risoluzione in discussione sia inidonea a produrre effetti concreti, anche alla luce dell'imminenza delle elezioni e dell'impossibilità di approntare, dal punto di vista logistico e temporale, iniziative serie al riguardo.

  Danilo TONINELLI (M5S) non intende neanche replicare a talune affermazioni svolte dal deputato Carbone, che giudica non meritevoli di considerazione, osservando che il candidato del M5S, di cui si sono richiamate alcune dichiarazioni rilasciate sui social network, da lui considerate delle sciocchezze, si è in ogni caso scusato pubblicamente. Fa notare che il suo gruppo continua a perseguire obiettivi di trasparenza e onestà, mentre gli altri gruppi e il Governo perseverano in un atteggiamento dilatorio, sovente sostenuto da presunte motivazioni economiche, come accaduto in occasione dell'esame di altri provvedimenti in materia di vitalizi dei parlamentari e di trasparenza delle elezioni comunali. Fa notare che le condizioni straordinarie che rischiano effettivamente di turbare il regolare svolgimento della competizione elettorale in Sicilia avrebbero ben giustificato l'intervento degli osservatori dell'OSCE, che si sarebbe potuto richiedere per tempo, se ci fosse realmente stata la volontà di assumere tale iniziativa.
  Prende atto che ogni volta che il suo gruppo propone misure a salvaguardia dei cittadini gli altri schieramenti politici si coalizzano per contrastarle, a danno della collettività.

  Nazzareno PILOZZI (PD) sottolinea come le presunte scuse del candidato assessore del Movimento 5 Stelle non risolvono la questione delle espressioni da lui usate. Si sarebbe aspettato una presa di distanza più netta da parte del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  Il sottosegretario Gianpiero BOCCI esprime parere contrario sulla risoluzione in titolo, parere le cui ragioni risiedono nella risposta fornita dal Ministro dell'interno il 18 ottobre ad un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea di contenuto analogo. Nel sottolineare la complessità e i tempi necessari per l'attivazione della procedura richiesta, ricorda come la risposta del Ministro sia stata puntuale e abbia sottolineato come le condizioni richieste dall'OSCE non siano quelle indicate nell'interrogazione e nella risoluzione. Osserva però come l'atto di sindacato ispettivo sia stato tenuto in conto dal Governo e ne è dimostrazione concreta la circolare del Ministro dell'interno ai prefetti siciliani del 25 ottobre scorso con cui si sollecita un'attività di controllo del territorio non limitata ai soli giorni delle elezioni, ma estesa anche ai giorni precedenti, al fine di garantire il libero esercizio del voto.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la risoluzione 7-01369 Toninelli con il parere contrario del Governo.

  La Commissione respinge la risoluzione in titolo.

  La seduta comincia alle 13.25.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 31 ottobre 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.25 alle 13.35.

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