CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 settembre 2017
879.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 36

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE

  Mercoledì 20 settembre 2017. — Presidenza della presidente Pia Elda LOCATELLI.

  La seduta comincia alle 13.45.

Comunicazioni della Presidente sui lavori del Comitato.

  Pia Elda LOCATELLI, presidente, anche in vista dell'avvicinarsi della conclusione della legislatura, ritiene opportuno condividere con i componenti del Comitato talune proposte di lavoro. Ricorda il significativo lavoro già svolto nell'indagine Pag. 37conoscitiva in corso sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, deliberata il 4 maggio 2015 e il cui svolgimento è stato fin dall'inizio delegato dalla Commissione al Comitato sui diritti umani. Richiama le recenti deliberazioni dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione con riferimento alle audizioni programmate dal Comitato, a partire da quella del Professore Richard Falk, già Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi. Alla luce del lavoro svolto dalla Commissione sul tema dei difensori dei diritti umani, oggetto di un atto di indirizzo presentato dalla collega Tidei, propone che il Comitato esamini il documento appena pubblicato dall'OSCE sulla situazione dei difensori dei diritti umani e lo stato di applicazione delle Guidelines OSCE per la protezione degli Human Rights Defenders, e ciò anche in vista della presidenza italiana dell'OSCE nel 2018.
  Segnala, poi, che il Comitato potrebbe dedicare specifici approfondimenti istruttori alle questioni connesse alla missione internazionale in supporto alla Guardia costiera libica, autorizzata dalle Camere il 2 agosto scorso, come pure all'agenda dei lavori della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani.
  A questo proposito ritiene opportuno qui richiamare lo stato di avanzamento, presso il Senato, dei lavori relativi all'approvazione del disegno di legge S. 1908, recante «Istituzione del Garante nazionale dei diritti umani». Sottolinea che il provvedimento si pone come attuazione alla risoluzione n. 48/134, adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 dicembre 1993, che impegna tutti gli Stati firmatari ad istituire organismi nazionali, autorevoli ed indipendenti, per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Segnala che tale risoluzione detta una serie di criteri che gli organismi nazionali per la tutela dei diritti umani devono soddisfare, i cd. Princìpi di Parigi: indipendenza ed autonomia dal Governo (operativa e finanziaria), pluralismo, ampio mandato basato sugli standard universali sui diritti umani, adeguato potere di indagine e risorse adeguate.
  Ricorda che l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva preso specifici impegni in occasione della sua visita nel marzo 2011 alla Commissione dell'ONU a Ginevra, rassicurando la comunità internazionale circa l'intenzione dell'Italia di dotarsi di questo strumento.
  Segnala che l’iter al Senato ha comportato una proficua interazione con associazioni impegnate sui temi dei diritti umani e ricorda che nella scorsa legislatura fallì l'obiettivo di istituire una Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani in ragione di talune riserve emerse, nel corso del dibattito alla Camera, dovute essenzialmente alla necessità di configurare la Commissione nel rispetto di esigenze di reale efficacia ed economicità. Sottolinea l'importanza dell'istituzione in Italia di un'autorità indipendente che abbia il compito di promuovere e vigilare sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, così come individuati dalle convenzioni delle Nazioni Unite, dal Consiglio d'Europa, dall'Unione europea e tutelati dalla Costituzione italiana.

  Eleonora CIMBRO (MDP), nell'esercizio di una specifica responsabilità rispetto all'andamento dei lavori di esame del provvedimento finalizzato alla istituzione di un'autorità nazionale per la tutela dei diritti umani, mette a disposizione del Comitato un testo ricognitivo sulle caratteristiche del progetto di legge all'esame del Senato, sulle fasi salienti del percorso di esame parlamentare e sullo stato di avanzamento dell'attuazione dei Principi di Parigi a livello internazionale. Sottolinea che è necessario continuare a sollecitare le Camere affinché si possa arrivare al più presto ad approvare la proposta di legge per l'istituzione del Garante nazionale dei diritti umani, evidenziando anche che durante l'esame presso il Senato si sono superate le questioni di natura economica e politica che erano state sollevate Pag. 38da alcune forze di opposizione e che in tal senso è stato decisivo il positivo ruolo svolto dalle ong. Ricorda, inoltre, che nel corso dell'esame della proposta di legge presso il Senato sono state risolte alcune perplessità riguardanti, principalmente, il carattere monocratico del Garante. Concludendo, auspica che la proposta di legge possa essere approvata prima della fine della legislatura, in quanto essa è il frutto di una mediazione importante tra le forze politiche e la società civile e permetterebbe di collocare il nostro Paese nel novero dei Paesi seriamente impegnati per il rispetto dei diritti umani.

  Pia Elda LOCATELLI, presidente, auspica che l'Aula del Senato possa calendarizzare al più presto l'esame della proposta di legge, impegnandosi anche a tenere contatti con il presidente Manconi in tal senso.

  Eleonora CIMBRO (MDP) associandosi all'auspicio della presidente, annuncia che, nel caso in cui la proposta di legge dovesse arrivare all'esame della Camera prima della conclusione della legislatura, provvederà a presentare una proposta di legge che ricalchi il contenuto del testo approvato dal Senato.

  Pia Elda LOCATELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire dichiara concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 14.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 20 settembre 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.30.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016.
C. 4638 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017.
C. 4639 Governo, approvato dal Senato.

Tabella n. 6, stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno finanziario 2016.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, e conclusione – Relazioni favorevoli).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che la Commissione inizia, nella seduta odierna, l'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, del disegno di legge recante Rendiconto generale dello Stato per l'anno finanziario 2016 e del disegno di legge recante Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2017, per le parti di competenza. Ricorda che l'esame dei provvedimenti si concluderà con l'approvazione di relazioni alla V Commissione e con la nomina di un relatore incaricato di riferire alla medesima Commissione.
  Ricorda, altresì, che il provvedimento è inserito nel calendario dei lavori dell'Aula a partire da mercoledì 27 settembre. Ai fini procedurali ricorda che nel corso dell'esame in sede consultiva presso le Commissioni di settore possono essere presentati emendamenti al disegno di legge di assestamento e che tale presentazione è disciplinata dalle regole corrispondenti a quelle riferite al disegno di legge di bilancio.

  Marco CAUSI (PD), relatore, nel ricordare che la Commissione è chiamata ad Pag. 39esaminare i disegni di legge recanti «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016» (C. 4638) e «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017» (C. 4639), già approvati dal Senato il 13 settembre, al fine di esprimere un parere alla Commissione bilancio relativamente alle parti di propria competenza, segnala che l'esame di questi documenti di bilancio fa emergere un dato che appare di grande rilevanza: le dotazioni del MAECI hanno evidenziato una significativa crescita nel corso dell'ultimo triennio. Ricorda che la Corte dei Conti, nella Relazione sul Rendiconto generale dello Stato 2016, certifica un aumento degli stanziamenti definitivi da 2,053 miliardi di euro nel 2014 a 2,703 miliardi di euro nel 2016, con un incremento in cifra assoluta di circa 650 milioni di euro.
  Sottolinea che le maggiori risorse sono affluite sulle iniziative di cooperazione internazionale, e in particolare sulla cooperazione allo sviluppo, riformata proprio a partire dal 2014, e sui contributi agli organismi della cooperazione internazionale e al Fondo europeo di sviluppo. Evidenzia che i costi di funzionamento della struttura sono restati sotto controllo, in linea con l'azione generale di «spending review», e in alcuni rilevanti casi si sono, anzi, contratti. Segnala che la spesa per il personale era diminuita del 6,5 per cento nel 2015 e che essa continua a ridursi anche nel 2016 dell'1,8 per cento. Evidenzia che sono in calo anche i consumi intermedi (-2,8 per cento nel 2016) e le spese relative alla voce «altre uscite correnti» (-26,2 per cento). Ricorda che il rendiconto generale 2016 contiene quanto è relativo alle attività del Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), mentre il disegno di legge di assestamento prevede l'aggiornamento degli stanziamenti di bilancio per l'anno finanziario 2017, anche sulla scorta dei residui accertati in sede di rendiconto dell'anno precedente.
  Segnala che dal rendiconto generale per il 2016 risulta che, negli stanziamenti di competenza, le variazioni definitive si discostano dalle previsioni di bilancio per il 2016 per un aumento complessivo di 414,3 milioni di euro, pari al 18,1 per cento delle previsioni iniziali.
  Sottolinea che le più importanti variazioni di competenza interessano la Missione più rilevante, ovvero la Missione n. 4 (L'Italia in Europa e nel mondo), che ha registrato un incremento di 395,04 milioni di euro e che, tra gli 11 programmi in cui si ripartisce lo stanziamento della Missione n. 4, quello interessato dalla maggiore variazione è il programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), che ha registrato un aumento di 164,8 milioni di euro.
  Evidenzia che gli stanziamenti destinati all'aiuto pubblico allo sviluppo sono suddivisi tra numerosi capitoli degli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. A tale proposito ritiene opportuno segnalare gli interventi relativi alla cooperazione a dono.
  Ricorda che con l'entrata in vigore della legge n. 125 del 2014 anche il sistema di finanziamento della cooperazione a dono ha subito una profonda ristrutturazione: la maggior parte delle somme inerenti la cooperazione a dono afferiscono ora ai capitoli destinati al finanziamento dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Segnala che i soli capitoli 2150 e 2153, riguardanti le retribuzioni ed altri assegni fissi del personale assunto a contratto e/o in posizione di comando o di fuori ruolo, restano operanti nello stato di previsione del MAECI.
  Per quanto concerne l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, evidenzia che per il 2016 i relativi stanziamenti sono raggruppati in tre nuovi capitoli dello stato di previsione del MAECI: il capitolo 2021, relativo alle spese per il personale, il capitolo 2171, relativo alle spese di funzionamento, e il capitolo 2185, relativo a interventi di cooperazione internazionale.
  Inoltre, ricorda che, in applicazione del comma 1 dell'articolo 14 della legge n. 125 Pag. 40del 2014, nello stato di previsione del MAECI, in apposito allegato, «sono indicati tutti gli stanziamenti, distinti per ciascuno stato di previsione della spesa dei singoli Ministeri, destinati, anche in parte, al finanziamento di interventi a sostegno di politiche di cooperazione allo sviluppo».
  Per quanto riguarda le attività di cooperazione multilaterale, sottolineando che esse si sostanziano nella partecipazione alle iniziative comunitarie e nei contributi obbligatori nonché nei finanziamenti a banche e fondi di sviluppo, segnala che sono previsti appositi stanziamenti attribuiti a vari capitoli in diversi stati di previsione.
  Tra i capitoli del programma 4.2, oggetto delle principali variazioni a consuntivo 2016, segnala: il capitolo 2185 (Stanziamenti a favore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo per l'attuazione degli interventi di competenza), che ha visto un aumento di 159,52 milioni di euro; il capitolo 2021 (Stanziamenti a favore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo per le spese di personale), che è stato aumentato di 3,4 milioni di euro, sebbene analogo importo risulta sottratto nell'esercizio 2016 al capitolo 2150, relativo a retribuzioni per il personale a contratto o comandato; il capitolo 2210 (Fondo per lo sminamento umanitario), che risulta aumentato di 1,7 milioni di euro.
  Sottolinea che anche il programma 4.6 (Promozione della pace e sicurezza internazionale) ha visto un incremento, seppur più contenuto, di 134,01 milioni di euro.
  Nell'ambito del programma 4.12 (che è stato aumentato di 64,68 milioni di euro) segnala: il capitolo 1613 (Spese per le Ambasciate ed i Consolati di I categoria), che è stato aumentato di 53,33 milioni di euro; il capitolo 7245 (Spese per immobili da destinare a sedi di uffici all'estero), che ha visto un aumento di 15,57 milioni di euro; il capitolo 7248 (Dotazioni in conto capitale per le Ambasciate ed i Consolati di I categoria), che è stato aumentato di 9,8 milioni di euro, importo che risulta superiore allo stanziamento iniziale di 9,31 milioni di euro.
  Precisa che più contenuti risultano gli aumenti a carico del programma 4.8 (Italiani nel mondo e politiche migratorie), che risulta aumentato di 7,64 milioni di euro, e del programma 4.14 (Coordinamento dell'Amministrazione in ambito internazionale), che è stato aumentato di 6,31 milioni di euro.
  Relativamente alle altre due Missioni nelle quali si articola lo stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, specifica che la Missione n. 32 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche) ha registrato un aumento pari a circa 21,19 milioni di euro, quasi tutti ascrivibili al programma 32.3 (Servizi e affari generali per le Amministrazioni di competenza), mentre la Missione n. 33 (Fondi da ripartire) ha visto a consuntivo un decremento di 1,94 milioni di euro.
  Ricorda che le economie realizzate in conto competenza, pari a 137,301 milioni di euro, tutti di parte corrente, risultano dalla differenza tra le previsioni definitive a consuntivo e la quota di tali somme effettivamente impegnata e che quanto alla cassa, invece, la differenza tra le autorizzazioni definitive e le somme pagate è pari a 154,501 milioni di euro, di cui 143,324 milioni per la parte corrente e 11,176 milioni per il conto capitale.
  Segnala che il volume dei residui accertati al 31 dicembre 2016 è pari a 118,82 milioni di euro, di cui 73,49 milioni per la parte corrente e 45,33 milioni per il conto capitale: i residui accertati sono dati dalla somma degli importi rimasti da pagare nel conto residui (20,19 milioni di euro) e degli importi rimasti da pagare nel conto della competenza (98,63 milioni di euro).
  Sottolinea che la Relazione sulle attività di cooperazione del MAECI, allegata al rendiconto come previsto dall'articolo 14 della legge n. 125 del 2014, evidenzia che nel 2016 la Direzione generale per la cooperazione e l'Agenzia per la cooperazione hanno avuto a disposizione risorse finanziarie pari a circa 1.128 milioni di Pag. 41euro, di cui 545 milioni di euro alla Direzione (in gran parte destinati alla concessione di contributi obbligatori a organismi internazionali che perseguono finalità di cooperazione aventi sede in Italia e del contributo obbligatorio al Fondo europeo di sviluppo) e 583 milioni di euro destinati all'Agenzia. Sottolinea nuovamente che negli ultimi anni il Governo ha dedicato particolare attenzione al settore della cooperazione allo sviluppo, destinando ad essa maggiori risorse rispetto al passato.
  Ricorda che la cooperazione ha erogato 256 milioni di euro per iniziative a dono, che hanno avuto come principali destinatari i Paesi del Mediterraneo, del Vicino Oriente e dei Balcani (44 per cento dei fondi) e dell'Africa sub-sahariana (39 per cento) e che il 75 per cento dei fondi relativi all'aiuto erogato sul canale bilaterale è stato destinato ai 20 Paesi prioritari individuati nel Documento triennale di programmazione ed indirizzo 2015-2017.
  Relativamente alla cooperazione multilaterale, segnala che nel 2016 l'Italia ha erogato contributi volontari per 115 milioni di euro, con lo scopo di finanziare, tra l'altro, il Fondo Globale contro l'AIDS, la TBC e la Malaria (40 milioni di euro), l'Alto Commissariato ONU per i rifugiati (9 milioni di euro), il Dipartimento per gli affari economici e sociali dell'ONU (UNDESA) (8,6 milioni di euro), l'UNRWA (6,6 milioni di euro), la Croce Rossa Internazionale (6,5 milioni di euro), oltre a UNDP, FAO e UNICEF.
  Rispetto alla cooperazione con l'Unione europea, sottolinea che il nostro Paese ha contribuito attivamente soprattutto finanziando il Trust Fund de La Valletta per la stabilità e la lotta contro la migrazione irregolare, per il quale l'Italia è il secondo contributore dopo la Germania.
  Ricorda che sono previsti stanziamenti destinati ad interventi di cooperazione anche nei capitoli relativi ad altri Ministeri, in particolare nel bilancio del Ministero dell'economia e delle finanze (380 milioni di euro), del Ministero dell'interno (265 milioni), del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (38,3 milioni di euro), del Ministero della salute (19 milioni di euro) e del Ministero della difesa (2,1 milioni di euro).
  Segnala che la Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato 2016 evidenzia per l'ultimo triennio un trend crescente degli stanziamenti definitivi, facendo registrare un incremento pari, in termini assoluti, a circa 650 milioni di euro, correlato anche ai trasferimenti all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (455,3 milioni) e a quelli destinati al Fondo europeo di sviluppo (470 milioni), andando ad incidere sulle iniziative di cooperazione internazionale che mirano al rafforzamento del ruolo internazionale dell'Italia all'estero, così come previsto dalla Direttiva per l'azione amministrativa del 2016.
  Sottolinea che per la Corte l'esame delle voci di spesa per singola missione evidenzia che le somme stanziate sono state quasi completamente impegnate e pagate, con una capacità di impegno pari al 93,7 per cento e capacità di pagamento al 91,3 per cento. Ricorda che, rispetto all'esercizio precedente, la Corte segnala una sensibile riduzione dei residui di nuova formazione, che passano da 208,2 a 98,6 milioni di euro, fenomeno riconducibile all'istituzione dell'Agenzia. Ritiene significativa anche l'assenza di debiti fuori bilancio e di anticipazioni di Tesoreria per il pagamento di debiti, anche derivanti da pronunce giurisdizionali, da correlarsi alla compiuta attività di ricognizione delle situazioni debitorie.
  Rammenta che, secondo la Corte, risulta confermato il trend di riduzione sia dei redditi da lavoro dipendente, (dovuti, in parte, dalla neo costituita Agenzia, in quanto la spesa di personale di quest'ultima è rappresentata, nello stato di previsione del MAECI, nella categoria economica «trasferimenti»), che dei «consumi intermedi». In merito evidenzia che la spesa per redditi da lavoro dipendente, che nel 2015 era diminuita del 6,5 per cento, diminuisce anche nel 2016 con un decremento, rispetto all'esercizio precedente, dell'1,8 per cento. Ricorda che sono in calo anche i consumi intermedi (-2,8 Pag. 42per cento) e le spese raggruppate nella voce «altre uscite correnti» (-26,2 per cento).
  Sottolinea che l'assestamento di bilancio 2017 fissa la previsione definitiva di competenza a 2,758 miliardi, con ciò confermando e consolidando i livelli raggiunti dopo la crescita del passato triennio. Ricorda che viene inoltre indicato all'amministrazione come obiettivo gestionale per la seconda parte del 2017 lo smaltimento e l'utilizzo dei residui di stanziamento di parte corrente.
  Andando nel dettaglio, con riferimento all'assestamento 2017 segnala che le previsioni iniziali per l'anno 2017 relative al MAECI, stabilite dalla legge n. 232 del 2016, sono state modificate per un duplice ordine di fattori: a causa delle variazioni introdotte in bilancio in forza di atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2017 e a causa delle variazioni apportate, appunto, dal disegno di legge di assestamento.
  Specifica che le variazioni apportate al bilancio per atti amministrativi hanno determinato un aumento di 26,47 milioni di euro delle dotazioni di competenza e di cassa e che, per quanto riguarda, invece, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento, la manovra prevede un aumento negli stanziamenti di competenza e di cassa di 0,86 milioni di euro, tutti di parte corrente.
  Segnala che i residui decrescono di complessivi 108,08 milioni di euro, risultanti da una diminuzione di 142,59 milioni di euro per la parte corrente, a fronte di un incremento di 34,5 milioni di euro nel conto capitale. Sottolinea che l'operazione ha l'obiettivo di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto del 2016, nonché di tener conto delle variazioni compensative nei residui passivi in seguito all'applicazione di specifiche disposizioni legislative. Ricorda che, mentre le variazioni di competenza traggono origine dalle esigenze emerse dall'effettivo andamento della gestione, le modifiche alle autorizzazioni di cassa sono dovute alla necessità di recepire sia la nuova consistenza dei residui sia le variazioni proposte per la competenza.
  A fronte, quindi, di un incremento trascurabile degli stanziamenti di competenza e delle autorizzazioni di cassa, ritiene utile rilevare quali siano i programmi maggiormente interessati dal consistente assorbimento dei residui previsto durante gli ultimi mesi dell'anno in corso.
  Innanzitutto, segnala la Missione 4 (L'Italia in Europa e nel Mondo). Infatti, ricorda che, nell'ambito di tale Missione, il programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo) registra la proposta di una riduzione dei residui pari a 138,62 milioni di euro, pressoché tutti di parte corrente; il programma 4.12 (Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari) vede una proposta di incremento dei residui pari a 24,96 milioni di euro, pressoché interamente di conto capitale; il programma 4.13 (Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese) registra una proposta di decremento di 10,53 milioni di euro nei residui, imputabili alla sola parte corrente.
  Per quanto riguarda la Missione 32 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche), relativamente al programma 32.3 (Servizi affari generali per le amministrazioni di competenza) segnala che si propone un incremento dei residui pari a 14,56 milioni di euro, prevalentemente di conto capitale.
  Pertanto, evidenzia che le previsioni per il 2017 risultano assestate a 2.639,76 milioni di euro per la competenza, dei quali 2.630,19 milioni di parte corrente e 9,57 milioni di conto capitale.
  Per quanto concerne le autorizzazioni di cassa, segnala che le previsioni si assestano a 2.651,6 milioni di euro, di cui 2.639,38 di parte corrente e 12,21 di conto capitale.
  Infine, evidenzia che i residui si assestano a 118,82 milioni di euro, venendo a coincidere con i residui al 31 dicembre 2016 accertati in sede di rendiconto: di tale importo 73,49 milioni di euro ricadono nella parte corrente e 45,33 milioni di euro nel conto capitale.Pag. 43
  Ricorda che durante l'esame presso il Senato della Repubblica è stato approvato un emendamento del Governo che sottrae 18 milioni di euro in termini di competenza (18.001.746 euro in termini di cassa) alla cooperazione migratoria del programma «Italiani nel mondo e politiche migratorie» della Missione «L'Italia in Europa e nel mondo» per trasferirli al programma «Sistemi di informazione per la sicurezza della Repubblica» della Missione «Sicurezza democratica» del Ministero dell'economia e delle finanze. Segnala che il Governo ha specificato che tale trasferimento ha l'obiettivo di destinare alcune risorse per far fronte al fenomeno dell'immigrazione. Tuttavia, ritiene che non si possa non mettere agli atti il fatto che la dotazione finanziaria del MAECI subisce una riduzione.
  Nell'avanzare la proposta di parere favorevole sui due documenti, ritiene che la Commissione possa nei suoi atti deliberativi ribadire la necessità che si continui ad aumentare la disponibilità dei fondi per la cooperazione allo sviluppo, al fine di proseguire il graduale e progressivo riallineamento del contributo italiano agli standard internazionali.
  Suggerisce altresì di richiamare l'importanza delle percezioni consolari riscosse nelle sedi all'estero e di auspicare la loro totale riassegnazione alla rete consolare, in modo da garantirne livelli adeguati di funzionamento.
  Formula, quindi, una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante il Rendiconto generale per il 2016 (vedi allegato 1) e una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge di Assestamento per l'anno finanziario 2017 (vedi allegato 2).

  Il Viceministro Mario GIRO si esprime favorevolmente sulle proposte di relazione illustrate dal relatore.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, anche alla luce dell'assenza di specifiche richieste da parte dei gruppi, emerge la rinuncia alla fissazione di un termine per la presentazione degli emendamenti. Propone pertanto che la Commissione concluda l'esame dei provvedimenti in titolo entro la presente seduta, provvedendo alla deliberazione sulle proposte formulate dal relatore. Non essendovi obiezioni, pone in votazione le proposte di relazione favorevole formulate dal relatore.

  Maria Edera SPADONI (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva le proposte di relazione favorevole formulate dal relatore sul disegno di legge di Rendiconto per l'esercizio finanziario 2016 e sul disegno di legge di Assestamento per l'anno finanziario 2017.
  Nomina, quindi, l'onorevole Marco Causi relatore presso la V Commissione.

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2016-2017.
C. 4620 Governo, approvato dal Senato.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016.
Doc. LXXXVII, n. 5.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole sul disegno di legge C. 4620 e parere favorevole sul Doc. LXXXVII, n. 5).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Eleonora CIMBRO (MDP), relatrice, nel rammentare che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere alla XIV Commissione sulla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2016, presentata dal Governo alla Camera dei deputati il 5 aprile 2017 e il cui esame è stato rinviato in attesa della presentazione da parte del Governo alle Camere del disegno di legge recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Pag. 44Legge di delegazione europea 2016-2017, già approvato dal Senato, che lo ha trasmesso il 3 agosto scorso, ricorda che la legge n. 234 del 2012, all'articolo 29, comma 4, prevede che entro il 28 febbraio di ogni anno il Governo presenti il citato disegno di legge per dare conto dello stato di conformità dell'ordinamento interno e degli indirizzi di politica del Governo in relazione agli atti normativi e di indirizzo emanati dagli organi dell'Unione europea. Evidenzia che entro la stessa data il Governo presenta la relazione consuntiva ex articolo 13 della legge del 2012, che ha per contenuto l'elenco dei principali atti legislativi in corso di elaborazione nell'anno di riferimento e non definiti entro l'anno medesimo. Sottolinea che questo richiamo al dettato della legge è utile per comprendere le ragioni di opportunità che inducono all'esame congiunto dei due provvedimenti.
  Quanto al disegno di legge di delegazione europea per l'anno 2016-2017, ricorda che esso rappresenta uno degli strumenti legislativi che assicurano il periodico adeguamento del nostro ordinamento all'ordinamento dell'Unione europea: secondo l'assetto delineato dalla legge n. 234 del 2012, che ha attuato una profonda riforma delle norme che regolano la partecipazione dell'Italia alla formazione ed attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione – con la legge di delegazione europea viene conferita al Governo la delega legislativa per dare attuazione alle direttive europee e alle decisioni quadro, nonché agli obblighi direttamente riconducibili al recepimento di atti legislativi europei.
  Entrando nello specifico del contenuto del disegno di legge C. 4620, segnala che esso si compone di 12 articoli e di un allegato, che contiene l'elenco delle direttive da recepire. Segnala che complessivamente il provvedimento conferisce la delega al Governo per il recepimento di oltre venti direttive, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni di alcuni regolamenti europei, indicando in taluni casi specifici principi e criteri direttivi. Evidenzia che si tratta di norme che incidono su settori molto diversi tra loro: dalla disciplina dei pacchetti turistici ai marchi d'impresa, dalla distribuzione assicurativa agli abusi di mercato. Sottolinea che ci sono norme che riguardano la protezione dei dati personali, lo scambio di informazioni nel settore fiscale, la sicurezza delle ferrovie e delle navi passeggeri e la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici.
  Sottolinea che il provvedimento in esame riguarda in maniera molto limitata le competenze della Commissione. Segnala in primo luogo l'articolo 3, che delega il Governo a recepire una direttiva sul ravvicinamento delle legislazioni in materia di marchi d'impresa. Evidenzia che si tratta di una misura di sicuro interesse per il mondo della produzione del nostro Paese, tenuto conto dell'importanza dei marchi, in particolare sul versante dell’export. Fra le direttive incluse nell'allegato A, che sono quelle in via di attuazione, segnala: la direttiva 2016/681 sull'uso del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione e indagine nei confronti di reati di terrorismo e di altri reati gravi (su cui all'articolo 12 del disegno di legge si indica, tra i criteri e principi direttivi per l'esercizio della delega, il prevedere che il trasferimento a cura dei vettori aerei e dei dati del PNR comprenda i voli extra UE ed intra UE); la direttiva 2016/801 relativa alle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, volontariato, tirocinio o di educazione; la direttiva 2016/2284 sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici.
  Segnala che il provvedimento dà poi conto della situazione sul fronte dei procedimenti di infrazione. Sottolinea che il Governo informa che a febbraio 2017 le infrazioni ammontavano a 72, di cui 52 per violazione del diritto dell'Unione europea e 20 per mancato recepimento di direttive. Evidenzia che il dato risulta ulteriormente in diminuzione a maggio 2017, con 67 procedimenti a carico, di cui 53 per violazione del diritto UE e 14 per Pag. 45mancato recepimento di direttive. Ritiene che si tratta di una diminuzione significativa rispetto al passato.
  A tal proposito, ricorda che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei ha in altra sede (cfr. lettera al Presidente della III Commissione del 1o agosto 2017) ulteriormente dato conto che le procedure aperte dalla Commissione europea a carico dell'Italia sono passate da 120 a 65 nell'arco di tre anni. Segnala che se nel 2014 l'Italia era il Paese con la performance peggiore, oggi esso è quello registra i maggiori progressi, con il dimezzamento delle procedure pendenti e con minori procedure rispetto a Francia, Germania o Spagna. Ricorda che lo stesso Sottosegretario Gozi riconosce quanto la cooperazione con il Parlamento sia stata indispensabile, anche grazie agli strumenti normativi introdotti nel 2012. Evidenzia che sforzi importanti sono stati compiuti nell'ambito della protezione efficace del bilancio europeo da frodi o irregolarità. Sottolinea che, in tale ambito, rispetto al 2015, nel 2016 gli importi dei casi di frodi e irregolarità nell'uso di fondi europei si sono ridotti del 62 per cento con un risparmio complessivo nel triennio di 220 milioni di euro per le casse dello Stato. Evidenzia che si tratta di un risultato ampiamente riconosciuto al nostro Paese dalle istituzioni europee. Ricorda che anche in tema di recupero di aiuti di Stato le procedure aperte sono passate da 22 a 4 e che l'insieme delle somme recuperate, tra frodi e aiuti di Stato, supera i 2 miliardi di euro. Segnala anche che le uniche due violazioni relative al settore degli affari esteri sono piuttosto risalenti e riguardano due Trattati sui servizi aerei (con Russia e USA).
  Passando all'esame della Relazione consuntiva sull'anno 2016 e ricordando che il 17 febbraio 2016 la Commissione aveva espresso un parere favorevole sulla relazione programmatica riferita alla stesso anno, segnala che il Documento si articola in quattro parti. Sottolinea che la prima parte riguarda le questioni istituzionali e le politiche macroeconomiche, riportando le attività del Governo volte ad assicurare il corretto funzionamento dell'Unione economica e monetaria e, più in generale, le relazioni con le istituzioni dell'Unione europea. Con riferimento alla seconda parte, segnala che essa descrive le misure adottate nel quadro delle politiche orizzontali (quali, ad esempio, le politiche per il mercato unico e la competitività) e delle politiche settoriali (quali, ad esempio, le politiche di natura sociale o quelle rivolte al rafforzamento di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini). Sottolinea che la terza parte riporta le azioni governative finalizzate all'attuazione del Piano di Azione e Coesione, con particolare attenzione al ruolo e al valore europeo della politica di coesione economica, sociale e territoriale. Evidenzia che la quarta parte illustra le attività di coordinamento nazionale delle politiche europee e riporta le attività svolte dal Comitato interministeriale per gli affari europei, le tematiche relative all'attuazione della normativa dell'Unione europea e il contenzioso davanti alla Corte di giustizia. Segnala che la Relazione si conclude con cinque Allegati. Ricorda che l'Allegato I elenca le riunioni del Consiglio dell'Unione europea e del Consiglio europeo, riportando la data, la sede, l'argomento trattato e il rappresentante del Governo italiano che vi ha preso parte; che l'Allegato II descrive i flussi finanziari dall'Unione europea all'Italia nell'anno 2016; che l'Allegato III riporta l'elenco delle direttive recepite nel 2016; che l'Allegato IV contiene uno schema che descrive il seguito che hanno avuto gli atti di indirizzo parlamentari riferiti ad atti dell'Unione europea; e che, infine, l'Allegato V contiene l'elenco degli acronimi di uso frequente.
  Prima di passare ad illustrare il capitolo 8 della parte seconda della Relazione, che riguarda la competenza specifica della III Commissione, ossia la dimensione esterna dell'Unione, ricorda che il 2016 è stato un anno particolarmente complesso per l'Europa. Infatti, sottolinea che esso è stato caratterizzato da una serie di dinamiche che hanno imposto un ripensamento Pag. 46delle strategie dell'Unione. D'altra parte ritiene doveroso cogliere questa occasione per richiamare l'importante discorso sullo stato dell'Unione, pronunciato dal presidente della Commissione europea Juncker il 13 settembre scorso nell'aula del Parlamento europeo, con particolare riferimento al riconoscimento esplicito al nostro Paese. Sottolinea che, nel ribadire che l'UE ha nettamente ridotto le perdite di vite umane nel Mediterraneo malgrado le perdite di vite umane siano ancora elevatissime (2.500 nel 2017), il presidente Juncker ha infatti detto di non potere «parlare di migrazione senza rendere un omaggio sentito all'Italia per il suo nobile e indefesso operato. Quest'estate la Commissione ha di nuovo lavorato gomito a gomito con il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il suo governo per migliorare la situazione, in particolare addestrando la guardia costiera libica. Continueremo a offrire all'Italia un forte sostegno operativo e finanziario. Perché l'Italia sta salvando l'onore dell'Europa nel Mediterraneo». Nel sottolineare che l'Italia contribuisce al meglio su questo terreno ma non solo, ricorda che le celebrazioni del 2017 hanno ben rappresentato all'opinione pubblica italiana ed europea quanto il nostro Paese si spenda per la prosecuzione e il rilancio del progetto europeo in tutti i campi, e ciò nonostante spiri da più parti il vento contrario del populismo, dei nazionalismi, dei protezionismi, dell'intolleranza e dell'egoismo.
  Mette in evidenza che il 2016 è stato un anno particolarmente difficile soprattutto alla luce della scelta operata il 23 giugno 2016 dai cittadini britannici di abbandonare l'Unione europea. Ricorda che, nella gestione di questa fase estremamente delicata, l'Italia è stata tra i protagonisti di una risposta europea ferma e unitaria alla crisi istituzionale avviata con il risultato del referendum britannico e che il Governo italiano ha inteso rassicurare cittadini, mercati, partner internazionali e osservatori esterni sulla perdurante validità e attualità del progetto europeo anche senza il Regno Unito.
  In secondo luogo, ricorda che, nonostante timidi segnali di stabilizzazione, l'Europa non si è ancora lasciata alle spalle la pesante eredità della crisi economica degli ultimi anni. Segnala che questa situazione di crisi perdurante ha fatto sì che riemergessero spinte protezionistiche e nazionaliste, che cercano di diffondere il mito di un ritorno ad una presunta età dell'oro autarchica.
  Infine, sottolinea che i conflitti tuttora in atto alle porte del continente europeo e non solo hanno causato un drastico aumento dei flussi migratori verso l'Europa, che, in alcuni casi, ha alimentato un ingiustificato rigetto delle doverose politiche di accoglienza dei rifugiati e un'indiscriminata critica alle politiche volte all'inclusione e all'integrazione.
  Tuttavia, ritiene che il 2016 non deve essere considerato come un anno di stasi e di crisi dell'Unione europea. Infatti, ricorda che anche in questo periodo il progetto europeo ha compiuto dei progressi. Ritiene che si tratta di piccoli, ma significativi passi in avanti che spesso, soprattutto in alcuni settori vitali, hanno visto la costruttiva azione dell'Italia, a conferma del fatto che il nostro Paese deve e può giocare un ruolo chiave in Europa.
  Per quanto riguarda la politica migratoria, ricorda che il Governo ha apprezzato che il nuovo quadro di partenariato con i Paesi terzi di origine, presentato nel giugno 2016, abbia ripreso, in buona parte, lo spirito e le proposte del Migration Compact avanzato dall'Italia. Ritiene che sicuramente il cammino da percorrere è ancora molto lungo, in quanto permangono aspetti irrisolti sul fronte delle politiche europee relative all'immigrazione.
  In campo economico, sottolinea che il fatto che la Commissione europea abbia adottato un orientamento favorevole ad una politica fiscale espansiva per la zona euro nel suo complesso conferma la tesi, da lungo tempo sostenuta dal Governo italiano, della necessità di utilizzare la leva fiscale per sostenere la ripresa economica. Anche in questo caso ritiene che molto resta ancora da fare, ma sottolinea che, Pag. 47dopo anni di totale rigidità da parte della Commissione, si sta aprendo una strada meno rigorosa.
  Ricorda che il nostro Paese ha avuto un ruolo rilevante anche per quanto riguarda la tematica del monitoraggio delle regole dello Stato di diritto. Infatti, segnala che, su impulso dell'Italia e del Belgio, il Consiglio ha rafforzato i meccanismi di dialogo annuale sullo Stato di diritto, nato nel 2014, durante la presidenza italiana.
  Segnala che, tramite queste azioni, il Governo italiano, nel corso del 2016, ha contribuito ad orientare il dibattito sul futuro dell'Unione europea, tenendo anche in considerazione le celebrazioni del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, che si sono svolte il 25 marzo 2017 con l'obiettivo di confermare, rilanciare e attualizzare il messaggio politico originario del processo di integrazione europea.
  Passando ad esaminare la parte della Relazione che riguarda la dimensione esterna dell'Unione, ricorda che il 2016 ha visto il nostro Paese come uno dei principali attori rispetto alla politica estera dell'Unione europea, grazie anche all'azione dell'Alta Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini.
  Segnala che in questo ambito il Governo italiano, nel 2016, ha proseguito la sua azione a favore della stabilizzazione e della democratizzazione innanzitutto dei Paesi del Mediterraneo e del Sahel, anche per meglio contrastare e contenere il fenomeno migratorio irregolare. Innanzitutto, segnala che particolare rilevanza, in termini di sforzi compiuti e azioni intraprese, hanno le iniziative di rinforzo delle istituzioni libiche e di riavvio dell'economia. Ricorda che in questo contesto l'Italia ha sostenuto le iniziative delle Nazioni Unite e ha svolto un ruolo di capofila nello sforzo internazionale di stabilizzazione del Paese, anche mantenendo costante l'attenzione della politica estera dell'Unione sulla crisi libica.
  Sul versante dei flussi migratori irregolari, ricorda che l'azione è stata rivolta ad affrontare le cause profonde della migrazione soprattutto nei luoghi di origine e, in particolare, nel Corno d'Africa, in Sahel, con l'apertura di due nuove ambasciate in Niger (Niamey) e Guinea (Conakry), e in Nord Africa, valorizzando i dialoghi locali, come il Processo di Rabat, inaugurato nel 2006 e proseguito, nel 2014, con il Processo di Khartoum, e favorendo la creazione di condizioni per una gestione condivisa del fenomeno con i Paesi di origine e di transito dei flussi.
  Anche in riferimento alle conseguenze del conflitto siriano sui flussi migratori, segnala che il Governo, d'intesa con l'Unione europea e attraverso la partecipazione al Gruppo Internazionale di Sostegno per la Siria, ha sostenuto le iniziative dell'Inviato speciale delle Nazioni Unite De Mistura, volte a favorire il raggiungimento di un cessate-il-fuoco e a facilitare una transizione politica conforme alle aspirazioni democratiche del popolo siriano. Sottolinea che, considerato l'accresciuto peso dell'Iran nella crisi siriana, il Governo italiano, nella convinzione che tale Paese possa svolgere un ruolo costruttivo nello scacchiere regionale, ha favorito, anche in ambito UE, più strette relazioni politiche, economiche e culturali con esso. Allo stesso modo, ricorda che il Governo ha operato a favore del ristabilimento dell'unità e dell'integrità territoriale in Iraq.
  Ricorda che anche nel 2016 la lotta al terrorismo e all'estremismo violento ha costituito uno degli obiettivi prioritari del Governo italiano in ambito UE. A tale fine, segnala che si è prestata particolare attenzione ai Paesi più interessati al fenomeno, sostenendo l'importanza di un costante coordinamento dei servizi di intelligence.
  Sottolinea che non è mancato il sostegno italiano all'azione europea per rafforzare le relazioni con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) e per sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per la soluzione, in Yemen, del conflitto tra le forze armate lealiste, che sostengono il presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, e i ribelli houthi, gruppo armato sciita, attraverso un accordo tra le parti che consenta il riavvio del processo di transizione.Pag. 48
  In relazione alla crisi israelo-palestinese, sottolinea che il Governo italiano ha sostenuto l'azione dell'Alta Rappresentante Mogherini, volta a propiziare la ripresa di un processo di pace.
  Per quanto riguarda la crisi ucraina, segnala che il Governo ha svolto un'azione improntata al rispetto della unitarietà e coerenza con l'azione dell'Unione europea, al fine di favorire la piena attuazione delle intese di Minsk a cui è legata la durata delle sanzioni europee, sostenendo altresì l'azione di mediazione dell'OSCE. Ricorda che, nel contempo, è stata sottolineata l'opportunità del mantenimento dei canali di dialogo con la Russia attraverso la promozione, anche in ambito UE, di un approccio «dual track», che coniughi, cioè, fermezza sui principi e disponibilità all'interlocuzione su temi di interesse europeo.
  Quanto alle relazioni transatlantiche, anche dopo le dichiarazioni riguardanti le intenzioni protezionistiche della nuova Amministrazione statunitense, ricorda che la Relazione dà conto del sostegno del Governo ai negoziati commerciali dell'Unione europea con gli Stati Uniti ed anche con il Canada in un'ottica di tutela degli interessi dell'economia nazionale e dei consumatori in particolare. Segnala il richiamo del presidente Juncker agli accordi commerciali tra l'Unione europea e Australia e Nuova Zelanda.
  Anche per quanto riguarda i Paesi dell'Asia e del Pacifico, sottolinea che il Governo italiano ha svolto un'azione tesa a rafforzare le relazioni con l'Unione europea e a sostenere i fori asiatici di cooperazione (con particolare riferimento al Sud-Est asiatico e all'ASEAN). In particolare, sottolinea che, nella regione, si sono incoraggiati comportamenti conformi al diritto internazionale nella gestione dei contenzioni marittimo-territoriali. Inoltre, ricorda che si sono sviluppati i partenariati dell'Unione europea con Giappone e Cina, ponendo attenzione, nel caso della Cina, al tema del rispetto dei diritti umani.
  Segnala che, vista l'elevata attenzione dell'Unione per la stabilità, la sicurezza e la non proliferazione nucleare nella penisola coreana, il Governo italiano ha manifestato il proprio sostegno alla ferma condanna europea dei test nucleari e missilistici eseguiti nel 2016 dal regime di Pyongyang e ha sostenuto l'adozione da parte dell'Unione europea, nel maggio 2016, di un proprio pacchetto di sanzioni unilaterali, aggiuntive rispetto a quelle delle Nazioni Unite.
  Infine, sottolinea che, in Afghanistan, il Governo italiano ha sostenuto l'azione dell'Unione europea a favore della stabilizzazione e del Governo di unità nazionale, al fine di evitare il rischio del ritorno, in alcune aree del Paese, del controllo e dell'influenza talebana.
  Sul versante delle relazioni tra Unione europea ed Africa, segnala che il Governo ha confermato l'impegno verso il Corno d'Africa ed il Sahel, anche con la nomina di due Inviati speciali del MAECI nelle due regioni, e che ha sostenuto i Rappresentanti speciali dell'Unione così come ogni iniziativa europea mirante alla soluzione delle situazioni di instabilità (Sudan, Sud Sudan, Mali, Repubblica Centroafricana), valorizzando anche l'apporto dell'Unione Africana nella gestione delle crisi del continente.
  Per quanto riguarda le relazioni dell'Unione europea con i Paesi del Sud America, ricorda che il Governo italiano ha sostenuto le iniziative europee rivolte al rafforzamento delle relazioni con i maggiori partner del continente, partecipando, in particolare, al progetto europeo di sostegno alle istituzioni giudiziarie e di polizia denominato «El Pacto», di prossimo avvio. Inoltre, ricorda che l'Italia ha dato impulso e sostegno al Trust Fund dell'Unione europea per la Colombia, allo scopo di sostenere la ricostruzione a seguito del processo di pace nel Paese.
  Quanto al tema del rispetto dei diritti umani, sottolinea che il Governo italiano si è adoperato per un'azione coerente ed efficace dell'Unione europea nelle principali organizzazioni internazionali (ONU, OCSE, Corte penale internazionale eccetera) su temi specifici, quali: moratoria universale della pena di morte, tutela della libertà di religione o credo e dei diritti Pag. 49degli appartenenti alle minoranze religiose, eliminazione delle mutilazioni genitali femminili, contrasto ai matrimoni precoci e forzati.
  Infine, segnala che il Governo ha sostenuto il processo di aggiornamento della Strategia di sicurezza UE del 2003, confluita nella cosiddetta nuova «Strategia globale UE (EUGS)» presentata al Consiglio europeo del 28 giugno 2016 dall'Alta Rappresentante Mogherini. Sottolinea che la nuova strategia affronta il mutato contesto internazionale, caratterizzato da maggiore complessità, conflittualità ed interconnessione, attraverso un approccio definito «principied pragmatism», basato sul rispetto dei valori democratici da parte dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, prima ancora che sulla loro promozione; su una più flessibile interazione con i partner internazionali, a seconda dei diversi contesti; e su un rilancio attivo del multilateralismo che consenta all'Europa di dispiegare appieno il suo ruolo sulla scena internazionale.
  Evidenzia che il paragrafo 8.2 della Relazione del Governo riguarda, in particolare, la politica di sicurezza e difesa comune. Ricorda che, in questo ambito, il Governo italiano ha continuato a svolgere un ruolo di guida e di coordinamento con il Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE) e con la European Defence Agency (EDA).
  Quanto all'attività del SEAE, in particolare, segnala che l'Italia ha continuato a sostenere l'azione di approfondimento della dimensione europea della sicurezza e della difesa, sostenendo l'Alta Rappresentante e le altre istituzioni europee al riguardo, fino all'adozione della già ricordata Strategia globale UE, come richiesto anche dalla risoluzione approvata, il 24 ottobre 2016, dalle Commissioni riunite esteri e difesa del Senato sulla Comunicazione «Elementi di un quadro strategico dell'UE per sostenere la riforma del settore della sicurezza». Segnala che, nella fase successiva alla presentazione della Strategia, il nostro Paese ha contribuito in maniera fattiva all'elaborazione e all'adozione dei tre pilastri del rafforzamento della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC): il Piano di implementazione (Implementation Plan on Security and Defence, IPSD), approvato dal Comitato Politico di Sicurezza a novembre; il Piano d'azione della difesa europea (European Defence Action Plan, EDAP), approvato dalla Commissione sempre nel mese di novembre; e la serie comune di proposte (Common Set of Proposals) per l'implementazione della Dichiarazione congiunta (Joint Declaration) NATO-UE, presentata e approvata in Consiglio dell'Unione il 5 dicembre scorso.
  Ricorda che, in vista dell'elaborazione di tali documenti, il Governo italiano ha fornito contributi su specifiche tematiche di interesse nazionale riferite alla sicurezza e alla difesa. Sottolinea, ad esempio, che per quanto riguarda il contributo alle attività svolte dall'EDA, l'azione del Governo si è focalizzata nei seguenti macro-settori: supporto allo sviluppo capacitivo e cooperazione militare, stimolo della ricerca tecnologica e sostegno dell'industria europea e promozione degli interessi della difesa nel contesto dell'UE. Segnala che tale attività si è concentrata su interessi prioritari, quali la cyber defence e la preparatory action sulla PSDC.
  Relativamente alle missioni ed operazioni di politica di sicurezza e difesa comune rileva che l'Italia continua a fornire un importante contributo, tramite un'azione che spazia dalla creazione di capacità, alla formazione, alla lotta alla pirateria, alla stabilizzazione di aree di crisi, al contrasto all'immigrazione clandestina. Sottolinea che tale impegno si è dimostrato significativo soprattutto in Europa orientale e nei Balcani, nel Mediterraneo, in Libia, nell'area del Sahel e nel Corno d'Africa e nel contesto delle missioni dell'Unione europea in cui l'Italia svolge un ruolo fondamentale.
  Relativamente alla politica di allargamento dell'Unione europea, ricorda che la Relazione del Governo sostiene che essa rappresenta uno strumento chiave per promuovere pace, stabilità, prosperità e sicurezza nel continente europeo, anche alla luce dell'attuale contesto storico, caratterizzato da una crisi migratoria senza Pag. 50precedenti, dalla difficile ripresa dalla crisi economica e da perduranti situazioni di instabilità ai confini dell'Unione. Segnala come caposaldo della posizione italiana sia il principio secondo cui, da un lato, l'avanzamento del percorso europeo dei Paesi candidati e potenziali candidati debba basarsi sul criterio degli own merits (meriti di ciascuno) e, dall'altro lato, i risultati conseguiti e l'impegno dimostrato da ciascun Paese candidato debbano essere riconosciuti adeguatamente e in tempo utile dall'Unione.
  In riferimento al processo di adesione dei Paesi dei Balcani occidentali, ricorda che si sono incoraggiati tali Paesi a proseguire con convinzione sul cammino delle riforme, in linea con le priorità della nuova Strategia globale dell'Unione europea. Ritiene che tale aspetto appaia tanto più urgente in considerazione dei rischi legati al riemergere di pulsioni nazionaliste innescate dagli effetti della crisi economica e da attori esterni, oltre che del rischio per la sicurezza rappresentato dai fenomeni di radicalizzazione presenti in alcuni Paesi dei Balcani occidentali.
  Segnala che, in tale contesto, l'Italia si è adoperata a favore della normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo, esortando la prosecuzione dell'attuazione delle intese siglate dai due Paesi, che ha consentito il raggiungimento della tappa cruciale dell'entrata in vigore dell'Accordo di stabilizzazione e associazione tra Unione europea e Kosovo nel mese di aprile 2016. Ricorda che a novembre si è svolto il primo Consiglio di associazione UE-Kosovo, in occasione del quale è stato firmato l'accordo per la partecipazione ai programmi dell'Unione europea.
  Quanto alla Serbia, segnala che l'Italia ha svolto un'azione volta al riconoscimento dei progressi realizzati da Belgrado, che hanno consentito, nel 2016, l'apertura dei capitoli 23 (sistema giudiziario e diritti fondamentali) e 24 (giustizia, libertà e sicurezza) relativi allo Stato di diritto, nonché dei capitoli 5 (appalti pubblici) e 25 (scienza e ricerca).
  Sottolinea che il Governo italiano ha sostenuto il percorso europeo del Montenegro, anche attraverso il rafforzamento dell'assistenza tecnica bilaterale. Ricorda che la performance di Podgorica nel settore dello Stato di diritto è stata ritenuta sufficiente, nonostante criticità rilevate nella costruzione di una convincente prassi applicativa nella lotta alla corruzione ed al crimine organizzato, consentendo l'apertura di quattro nuovi capitoli negoziali: 11 (agricoltura e sviluppo rurale), 12 (sicurezza alimentare e politica veterinaria e fitosanitaria), 13 (pesca) e 19 (lavoro e politiche sociali).
  Ricorda che l'azione italiana si è caratterizzata anche per il forte sostegno alla prospettiva europea dell'Albania, incoraggiata a conseguire i progressi necessari per l'apertura dei negoziati di adesione nei cinque settori prioritari di riforma (sistema giudiziario, pubblica amministrazione, politiche anti-corruzione, lotta al crimine organizzato, diritti fondamentali). Inoltre, segnala che il Governo italiano si è speso per includere nel testo delle Conclusioni sull'allargamento di dicembre la richiesta alla Commissione di riferire nuovamente sull'avanzamento delle riforme e di intensificare con Tirana la cooperazione nel settore dello Stato di diritto, propedeutica alla formale apertura del negoziato.
  Evidenzia che, visti i potenziali rischi legati al nazionalismo, alle pulsioni pro-russe e al radicalismo islamico in Bosnia Erzegovina, il nostro Paese ha considerato favorevolmente la domanda di concessione dello status di Paese candidato, presentata nel mese di febbraio 2016 da Sarajevo, e si è reso disponibile a fornire il necessario sostegno tecnico a tale Paese in vista dell'apertura del negoziato.
  Ricorda che il Governo italiano, inoltre, si è impegnato a favore del rilancio del processo di integrazione europea della Repubblica ex-Jugoslava di Macedonia, per riattivare un processo di riforme che, unitamente all'auspicata soluzione del contenzioso sul nome con la Grecia, possa permettere al Paese di ritrovare la stabilità politica necessaria per consentire il superamento degli ostacoli all'avvio del negoziato di adesione all'Unione europea.Pag. 51
  In riferimento al negoziato con la Turchia, sottolinea che il nostro Paese ritiene strategico mantenere aperte le porte del negoziato, nonostante gli sviluppi di politica interna suscitino non poche preoccupazioni in merito al rispetto dei diritti fondamentali e della libertà di espressione e alla stabilità del Paese. Ricorda che quest'anno non è stato possibile adottare Conclusioni del Consiglio sulla politica di allargamento a causa della riserva posta dall'Austria, che chiedeva un riferimento alla sospensione formale dei negoziati con Ankara. Segnala che le Conclusioni sono state, quindi, adottate con una dichiarazione della Presidenza all'esito del Consiglio affari generali del 13 dicembre e che l'Italia si è formalmente impegnata per conseguire, nel testo delle Conclusioni, un linguaggio positivo, con l'obiettivo di mantenere impegnati i Paesi candidati e potenziali tali anche nel 2017.
  Segnala che la Relazione del Governo prosegue, poi, con il paragrafo 8.4, relativo alla Politica europea di vicinato e alle Strategie Macroregionali dell'UE. Ricorda che la nuova Politica europea di vicinato (PEV) è stata varata nel novembre 2015 e che essa è stata il risultato del processo di revisione che la Commissione europea ha condotto sin dal suo insediamento, con l'obiettivo di rendere l'azione esterna dell'Unione più efficace e rispondente ai nuovi scenari geopolitici e alle esigenze espresse dai nostri vicini. Ricorda che l'Italia ha partecipato attivamente a tale processo, nel quale si sono valorizzati i principi di differenziazione, inclusività ed appropriazione delle politiche da parte di destinatari (cosiddetta ownership). A tale proposito, ricorda che, in sintonia con gli atti di indirizzo parlamentare approvati – come, ad esempio, il documento finale in materia di Politica di Vicinato, approvato dalla Commissione il 5 agosto 2015 –, il Governo italiano si è adoperato affinché fossero introdotti i suddetti elementi di differenziazione e di appropriazione nella PEV in grado di trasformare le future relazioni tra l'Unione europea e i suoi partner in una «partnership tra uguali» inclusiva e non antagonizzante verso gli attori statuali e regionali collocati oltre il territorio del Vicinato.
  Segnala che Governo italiano non ha mancato di ribadire in sede UE il principio per cui la PEV è e deve rimanere una politica di medio-lungo termine inserita nel contesto di promozione dei valori e degli interessi dell'Unione, quali la tutela dei diritti umani e lo Stato di diritto.
  Sottolinea che, nel 2016, l'azione del Governo italiano relativa alla PEV si è concentrata soprattutto sulla sua dimensione meridionale, nella convinzione che massimizzando il proprio impegno per il consolidamento di democrazie stabili ai confini meridionali dell'Europa, cooperando per una crescita economica sostenibile e contribuendo alla gestione ordinata della mobilità nella regione si possano mitigare i potenziali rischi sistemici (economici, politici e di sicurezza) provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo. Evidenzia che in quest'ottica si è lavorato per avviare e proseguire i negoziati finalizzati ad Accordi di libero scambio completo e approfondito (DCFTA) anche con la Giordania, il Marocco e la Tunisia.
  Sottolinea che la Politica europea di vicinato sul versante orientale ha riguardato soprattutto il perdurare della crisi ucraina, rispetto alla quale si sta già lavorando sui contenuti e sulle implicazioni del prossimo vertice, previsto per il mese di novembre 2017. Ricorda che l'assistenza ai partner orientali è proseguita con determinazione attraverso la proposta di adozione di misure commerciali autonome per l'Ucraina e il convinto impegno alla finalizzazione dei processi di liberalizzazione dei visti per Georgia e Ucraina. Inoltre, sottolinea che l'Italia si è spesa a favore dell'Ucraina negli ultimi mesi del 2016 sostenendo la dichiarazione dei 28 leader al Consiglio europeo del 15 dicembre, finalizzata a superare lo stallo ingeneratosi a seguito della mancata ratifica dell'Accordo di Associazione/DCFTA da parte del Governo olandese sulla base del referendum nazionale di aprile.
  Infine, ricorda che, a seguito dell'approvazione da parte della Commissione Pag. 52esteri del Senato della risoluzione sulla Proposta di Decisione COM(2016)431, relativa alla concessione di ulteriore assistenza macrofinanziaria a favore del Regno hascemita di Giordania, si è sostenuta la decisione del Parlamento europeo e del Consiglio volta a sostenerne lo sforzo relativo al grave disagio economico e sociale derivante dalla ormai permanente presenza di profughi siriani sul suo territorio.
  Segnala che la Relazione del Governo fa, quindi, riferimento alla Strategia UE adriatico-ionica, promossa dall'Italia nel 2010 e che, nell'Iniziativa adriatico-ionica (IAI), ancoraggio intergovernativo della Strategia, riunisce otto Paesi, di cui quattro appartenenti all'Unione europea (Italia, Slovenia, Grecia, Croazia) e quattro non appartenenti all'Unione (Albania, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro). Ricorda che i settori prioritari della Strategia (pesca e blue economy, infrastrutture ed energia, ambiente, turismo e cultura, ricerca e innovazione e capacity building) sono oggetto di progetti di attuazione con particolare riferimento ai trasporti, sia marittimi sia terrestri.
  Segnala che, invece, è in fase di prima attuazione la Strategia UE per la regione alpina, promossa da Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Slovenia e Svizzera ed adottata dal Consiglio affari generali il 27 novembre 2015. Ricorda che i settori prioritari della Strategia sono competitività e crescita, trasporti e connettività, ambiente ed energia, nei quali sarà sviluppata una collaborazione tra i livelli statuale, regionale e transfrontaliero.
  Segnala che, in seguito la Relazione del Governo passa ad analizzare la collaborazione con Paesi terzi, gli accordi internazionali e la politica commerciale comune e le iniziative intraprese dal nostro Paese in questo contesto (paragrafo 8.5). A tale riguardo sottolinea che l'Italia ha riservato particolare attenzione alla stipula di accordi che garantiscano accesso al mercato, effettiva rimozione delle barriere non tariffarie, tutela degli investimenti, salvaguardia dei diritti di proprietà intellettuale – con particolare riferimento alle indicazioni geografiche – e apertura dei mercati degli appalti pubblici, mirando a concludere intese che risultino ambiziose, bilanciate, onnicomprensive ed ispirate al principio di reciprocità.
  Ricorda che, in tal senso il Governo italiano ha sostenuto la politica commerciale dell'Unione europea, cercando di contribuire al suo rilancio, anche alla luce delle incertezze causate dall'esito del referendum britannico sulla Brexit. Inoltre, segnala che è proseguito il sostegno italiano al potenziamento del ruolo dell'Unione europea quale attore globale dalla crescente importanza, con l'obiettivo sia di mantenere il rapporto con gli Stati Uniti e il Canada, sia di attribuire crescente attenzione ai principali attori asiatici (Cina, Giappone, ASEAN) e dell'America Latina.
  Segnala che la Relazione del Governo passa, quindi, ad analizzare lo sviluppo delle relazioni commerciali tra l'Unione europea e i suoi partner commerciali nel 2016 e il contributo che il nostro Paese ha dato a queste relazioni.
  Innanzitutto, ricorda che, sul versante delle relazioni transatlantiche, l'Italia ha fattivamente contribuito all'avanzamento del negoziato per il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP) con gli Stati Uniti. Sottolinea che, in questo ambito, però, vista l'impostazione «America first» della nuova Amministrazione statunitense, appare inevitabile un periodo di pausa negoziale. Per quanto riguarda i rapporti con il Canada, evidenzia che l'Italia ha fin qui sostenuto il processo che ha portato alla firma dell'Accordo globale economico e commerciale (CETA), attualmente all'esame del Senato.
  Ricorda che è proseguito, poi, l'impegno italiano relativo ai negoziati sull'Accordo di associazione UE-MERCOSUR e su una serie di altri accordi commerciali (Colombia, Perù ed Equador), nonché sul PDCA – Political Dialogue and Cooperation Agreement con Cuba, parafato in occasione della visita dell'Alta Rappresentante Mogherini a Cuba nel mese di marzo 2016 e firmato il 12 dicembre a margine del Consiglio affari esteri dell'Unione.Pag. 53
  Sottolinea che nel 2016 sono stati conclusi Accordi quadro con Australia e Nuova Zelanda al fine di consolidare le relazioni bilaterali e favorire l'avvio di negoziati per accordi di liberalizzazione commerciale, che sono ritenuti estremamente importanti dal Governo italiano.
  Inoltre, ricorda che il Governo italiano ha sostenuto l'azione europea volta a consolidare le relazioni politiche ed economiche con l'ASEAN, non solo in prospettiva bi-regionale, ma anche promuovendo la strategia dell'Unione volta alla conclusione di Accordi di partenariato e cooperazione (APC) e di Accordi di libero scambio (ALS) con i Paesi del Sud-Est asiatico. Segnala che il Governo ha anche seguito la finalizzazione dell'Accordo di partenariato e cooperazione UE-Malesia ed avviato il processo interno di ratifica degli accordi quadro con il Vietnam, le Filippine e la Mongolia (ratifica intervenuta, rispettivamente, con legge n. 56 del 2016, legge n. 186 del 2016 e legge n. 107 del 2016).
  Sottolinea che, nei confronti della Cina, il Governo italiano ha contribuito all'elaborazione di una nuova strategia dell'Unione europea, adottata dal Consiglio affari esteri il 18 luglio 2016. Segnala che il Governo italiano ha seguito con particolare attenzione la finalizzazione dell'Accordo in materia di indicazioni geografiche, che, pur migliorando l'accesso ai rispettivi mercati, assicura una tutela adeguata delle specificità produttive europee ed italiane. Relativamente alla questione del nuovo metodo di calcolo per il margine di dumping delle esportazioni cinesi (il cosiddetto riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato), segnala che l'Italia ha sostenuto un approccio volto a mantenere inalterata l'efficacia degli strumenti di difesa commerciale dell'Unione europea, relativi ai comparti produttivi europei ed italiani che mantengono particolare criticità dovuta alla sovraccapacità produttiva cinese.
  Ricorda che l'Italia, inoltre, ha sostenuto l'approfondimento dei dossier negoziali con Giappone, Sud Corea, India ed Afghanistan e ha contribuito alla riflessione sul futuro delle relazioni UE-ACP (Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico) dopo la scadenza dell'Accordo di Cotonou prevista nel 2020.
  Quanto alle relazioni tra Unione europea e Russia, segnala che il nostro Paese, coerentemente con la tradizionale posizione italiana in sede europea, ha sostenuto una linea pragmatica al fine di ribadire alla controparte russa la necessità di rispettare i valori e i principi che ispirano la politica estera dell'Unione (primi fra tutti, il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, il rispetto del libero mercato e la libertà degli Stati sovrani nello scegliere forme di associazione politica e di integrazione economica con l'Unione europea), che costituiscono il presupposto del rilancio, nel lungo periodo, del rapporto di partenariato strategico con Mosca. Sottolinea che, allo stesso tempo, il Governo italiano ha ribadito la necessità di proseguire il dialogo con la Russia quale strumento principale per una soluzione politica della crisi ucraina. Segnala che, in questo spirito, il Governo italiano ha inteso sostenere il proseguimento del dialogo trilaterale UE-Ucraina-Russia al fine di valutare congiuntamente le presunte conseguenze economiche per Mosca derivanti dalla creazione di un'area di libero scambio tra Ucraina ed Unione europea.
  Ricorda che il Governo italiano ha sostenuto, poi, gli sforzi dell'Unione europea per il superamento delle questioni in materia migratoria con la Svizzera, attraverso soluzioni conformi e compatibili con i principi fondamentali dell'Unione. Sottolinea che in questo ambito il Governo italiano è particolarmente impegnato al fine di garantire che non vengano lesi i diritti dei lavoratori italiani.
  Segnala che il nostro Paese, inoltre, ha contribuito al completamento del mercato interno dell'Unione europea partecipando attivamente al processo volto a promuovere l'allargamento ad est delle reti di trasporto trans-europee e dei corridoi multimodali, con l'obiettivo di realizzare una rete paneuropea per merci e passeggeri. Sottolinea che in questo senso il Governo italiano si è espresso favorevolmente in merito al processo di estensione Pag. 54del tracciato dei corridoi, evidenziando l'importanza dei collegamenti marittimi orizzontali tra il corridoio scandinavo-mediterraneo, il corridoio baltico-adriatico e la costa balcanica dell'Adriatico, attraverso i porti che si trovano su entrambe le coste dell'Adriatico.
  Evidenzia che il paragrafo 8.6 della Relazione del Governo si occupa delle politiche e delle iniziative di sviluppo e cooperazione umanitaria in ambito europeo. Ricorda che in questo ambito le direttrici dell'azione europea sono consistite nell'azione del Fondo fiduciario di emergenza dell'Unione europea, istituito a seguito del Vertice de La Valletta dell'11-12 novembre 2015, per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa, e nell'utilizzo di strumenti finanziari di cooperazione allo sviluppo applicati alla dimensione esterna della politica migratoria.
  Segnala che, ad oggi, il Fondo fiduciario del La Valletta ha allocato fondi per circa 1,5 miliardi di euro, ripartiti su 105 programmi nelle tre finestre geografiche (Sahel e Lago Ciad, Corno d'Africa e Nord Africa) e nei cinque settori di intervento del Piano d'azione della Valletta (con una chiara prevalenza iniziale per gli interventi di sviluppo classico ed una più recente tendenza al riequilibrio, attraverso la presentazione di azioni più focalizzate sulla gestione delle migrazioni e sulla sicurezza). Evidenzia che il Governo italiano valuta positivamente lo strumento del Fondo, che rappresenta uno strumento flessibile in termini di procedure di esecuzione, capace di raccogliere fondi di più donatori sotto un chiaro cappello dell'Unione europea, veicolando un messaggio visibile di un'azione esterna più compatta e strategica attorno a priorità definite e condivise con i Paesi partner.
  Segnala che, in occasione del secondo consiglio di amministrazione del Fondo, l'Italia ha annunciato un contributo addizionale di 22 milioni di euro, che contribuirà a sostenere il nuovo partenariato tra Unione europea e Organizzazione internazionale per le migrazioni, un programma destinato a interventi in 14 Paesi dell'Africa occidentale e in Libia volti alla protezione di migranti in transito, al sostegno ai ritorni volontari e alla reintegrazione sostenibile nelle comunità di origine, e al rafforzamento istituzionale delle autorità locali e nazionali.
  Ricorda che l'altra dimensione dell'azione europea in questo settore è stata l'attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione. Sottolinea che l'Italia, considerando che la gestione dei flussi migratori non è più sostenibile senza una cooperazione mirata e rafforzata con i Paesi di provenienza e di transito, ha proposto che tutti gli strumenti disponibili nel settore dell'azione esterna dell'Unione fossero indirizzati a un equo grande compromesso con Paesi chiave disposti a cooperare in materia migratoria. Ricorda che questa impostazione è stata fatta propria dalla Commissione con la Comunicazione del 7 giugno scorso sul «Nuovo quadro di partenariato con i Paesi terzi nell'ambito dell'Agenda europea sulla migrazione». Sottolinea che l'idea centrale di tale impostazione è che a una rinnovata offerta dell'Unione ai Paesi partner (Etiopia, Niger, Nigeria, Senegal e Mali) in termini di supporto finanziario e operativo rafforzato, dovrebbero corrispondere impegni precisi in termini di controllo delle frontiere, riduzione dei flussi di migranti, cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni, rafforzamento del contrasto al traffico di esseri umani.
  Ricorda che il Consiglio europeo del 28 giugno ha approvato il percorso delineato dalla Commissione e ha previsto, nel medio-lungo periodo, il lancio di un ambizioso Piano europeo per gli investimenti esterni. Segnala che tale Piano prevede tre dimensioni: finanziari, politica e di assistenza tecnica. Sottolinea che la dimensione finanziaria consiste nel Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, il cui obiettivo è quello di stimolare gli investimenti in aree e settori dove le condizioni di mercato da sole non sarebbero capaci di attirarne. Ricorda che la posizione italiana sul Fondo si è articolata in alcuni punti chiave, che consistono nella richiesta Pag. 55di un pieno ancoraggio alla strategia del «Migration Compact/Nuovo quadro di partenariato», nella necessità di assegnare un ruolo prioritario agli attori europei in fasce di concezione ed esecuzione dei progetti e nell'importanza che il potenziale del Piano venga diluito da un'estensione della portata geografica che ne riduca il valore politico e strategico. Ribadisce che alla dimensione finanziaria si affiancano quelle relative alle riforme normative e ai programmi di assistenza.
  Segnala che la Relazione del Governo sottolinea, poi, altri scenari in cui si sono realizzate politiche e iniziative di sviluppo e cooperazione umanitaria dell'Unione, quali le relazioni dell'Unione con i Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico; la partecipazione all'attività di advocacy volta a promuovere il rispetto del diritto umanitario internazionale relativamente alle gravi crisi umanitarie in corso (Siria, Yemen, Iraq, Sudan, Repubblica Centrafricana), con particolare attenzione alle crisi umanitarie «dimenticate», come quella della popolazione Saharawi; gli sforzi per raggiungere un accordo sul tema delle demolizioni e delle confische attuate da Israele in Cisgiordania a danno dei progetti umanitari finanziati dall'Unione europea; il proseguimento del processo di attuazione della normativa settoriale in materia di protezione civile; la mobilitazione di assistenza umanitaria verso gli Stati membri che sono interessati dall'afflusso di rifugiati e migranti.
  Ricorda che il capitolo 8 della Relazione del Governo si chiude con il paragrafo 8.6, riguardante il Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE). Segnala che nel 2016 è proseguita l'azione acquisizione di posizioni nei gradi apicali del Servizio, ove l'Italia – che conta, peraltro, anche su alcune ulteriori posizioni di senior management – conta 12 Capi Delegazione, laddove la Francia ne ha 15, la Spagna 14 e la Germania 11. Sottolinea che, per contro, l'Italia risulta sotto rappresentata nelle posizioni di middle management. Ricorda che, a tale proposito, al fine di aumentare la presenza di funzionari italiani anche nelle posizioni di middle management, il Governo italiano ha portato avanti calibrate azioni di sostegno delle candidature che hanno raggiunto le fasi finali dei processi di selezione (soprattutto nelle aree di primario interesse per il nostro Paese, come i Balcani, il Medio Oriente e l'Africa) e ha elaborato percorsi di formazione professionale appositamente indirizzati a consolidare la competitività dei candidati italiani. Evidenzia che l'azione del Governo italiano in questo contesto si è anche caratterizzata per il sostegno del gender balance, attraverso un mirato supporto delle candidature femminili italiane per posizioni qualificate all'interno del SEAE.
  Per tutto quanto premesso, esprime apprezzamento per le linee di sviluppo della partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel corso del 2016, espresse nella Relazione in discussione ed improntate ai criteri delineati.
  Alla luce di quanto esposto formula una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge C. 4620 (vedi allegato 3) e una proposta di parere favorevole sul Documento LXXXVII, n. 5 (vedi allegato 4).

  Il Viceministro Mario GIRO si esprime favorevolmente sulla proposta di relazione favorevole e sulla proposta di parere favorevole illustrate dalla relatrice.

  Maria Edera SPADONI (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva la proposta di relazione favorevole formulata dalla relatrice sul disegno di legge C. 4620 e la proposta di parere favorevole sul Documento LXXXVII, n. 5. Nomina, quindi, l'onorevole Cimbro relatrice presso la XIV Commissione per il disegno di legge C. 4620.

  La seduta termina alle 14.50.

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ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 20 settembre 2017. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Mario Giro.

  La seduta comincia alle 14.50.

Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2017, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 447.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Francesco MONACO (PD), relatore, nel ricordare che la Commissione è chiamata ad esprimere un parere entro il 3 ottobre prossimo sullo Schema di decreto ministeriale ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448 (legge finanziaria 2002), che ha disciplinato la ripartizione annuale dei finanziamenti ad enti beneficiari per legge di contributi statali, sottolinea che tale legge finanziaria ha opportunamente ricompreso in un unico capitolo di spesa del bilancio del MAECI i contributi a enti, istituti ed altri organismi specializzati nella ricerca internazionalistica. Segnala che si tratta del capitolo 1163/Esteri al quale la legge di bilancio 2017, ai sensi del comma 3 del citato articolo 32 della legge n. 448 del 2001, ha assegnato la somma di euro 778.418, a fronte degli 805.108 euro previsti per il 2016.
  Precisa che nel capitolo 1163 ricadono ora solamente gli enti a carattere internazionalistico propriamente detti, a seguito della scelta di conferire ad apposito capitolo dello stato di previsione del MAECI il finanziamento annuale a favore della Società Dante Alighieri, che precedentemente vi era invece ricompreso. Segnala che il finanziamento alla SDA è ora appostato nel capitolo 2742 di pertinenza della Direzione generale per il sistema Paese, a favore del quale la legge di bilancio per il 2017 ha stanziato 700.000 euro, a fronte dei 600.000 previsti per il 2016, importo confermato nelle previsioni assestate anche dopo l'esame da parte del Senato del relativo disegno di legge.
  Ricorda che, quanto ai contributi erogati dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, l'articolo 1 della legge n. 948 del 1982 detta norme per il riparto dei fondi ai cosiddetti «enti a carattere internazionalistico» – enti cioè che svolgono attività di studio, ricerca e formazione nel campo della politica estera o di promozione e sviluppo dei rapporti internazionali, a condizione che operino sulla base di una programmazione triennale e dispongano delle attrezzature idonee per lo svolgimento delle attività programmate –, che sono sottoposti alla vigilanza del MAECI e a loro volta individuati con tabella sottoposta a revisione triennale e approvata con decreto ministeriale, distinta dalla tabella allegata allo Schema in esame per il riparto annuale dei fondi.
  Sottolinea che la dotazione del capitolo 1163 viene ripartita tra i predetti enti a carattere internazionalistico in ragione di 478.000 euro in contributi ordinari e 300.418 euro in contributi straordinari a favore di singole iniziative di particolare interesse o per l'esecuzione di programmi straordinari, come disposto dall'articolo 2 della legge n. 948 del 1982.
  Precisa che la nota informativa allegata alla relazione di accompagnamento allo Schema in esame riporta che nel 2016 si è concluso l'iter di perfezionamento del decreto del 2 settembre 2016, n. 416, di revisione della tabella per il triennio 2016- Pag. 572018. Segnala che, a seguito di rinuncia da parte della Fondazione Alcide De Gasperi al contributo per l'anno 2017 i fondi ad essa destinati sono stati riallocati per la metà dell'importo, pari a 7.500 euro, a favore della SIOI e per la restante metà a favore di contributi straordinari ex articolo 2 della legge n. 948 del 1982. Ciò comporta, nel raffronto con il precedente decreto di ripartizione per il 2016, un decremento di 7.500 euro nei contributi ordinari annuali a favore degli enti a carattere internazionalistico (che passano da 485.500 a 478.000 euro), oltre a 19.190 euro per i contributi straordinari. Sottolinea che in tal modo si conferma la progressiva riduzione tendenziale dei contributi statali ai singoli centri di ricerca, in tal modo incoraggiati a razionalizzare la propria gestione, cercando contributi nel mercato libero, e a promuovere strategie concorrenziali, potendo contare sul riconoscimento di natura istituzionale derivante dall'inclusione in tabella.
  Ricorda che il MAECI deve dare conto dei contributi e dei criteri di riparto nella relazione annuale al Parlamento, prevista all'articolo 3 della legge n. 948 del 1982. Segnala che l'ultima relazione presentata alle Camere nell'ottobre 2016, riguarda l'esercizio 2015 e anche che la legge n. 948 del 1982 prevede la vigilanza del Ministero sulla destinazione dei finanziamenti concessi, attraverso l'esame dei bilanci preventivi e consuntivi degli enti nonché l'esame di altri documenti. Segnala che è inoltre prevista, ai sensi della legge 21 marzo 1958, n. 259, la partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria.
  Alla luce di quanto esposto, presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in titolo (vedi allegato 5).

  Il Viceministro Mario GIRO si esprime favorevolmente sulla proposta di parere favorevole illustrata dal relatore.

  Maria Edera SPADONI (M5S) chiede una breve sospensione della seduta al fine svolgere ulteriori approfondimenti sul provvedimento all'esame.

  La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 15.05.

  Maria Edera SPADONI (M5S), ringraziando la presidente per la concessione di una sospensione, pur riconoscendo che è stato previsto un taglio di risorse destinate agli enti internazionalistici, osserva che, invece, per la Società Dante Alighieri è previsto un incremento di risorse pari a circa 100.000 euro. Considera, quindi, poco veritiera la relazione illustrata dal relatore nel momento in cui parla di azione di razionalizzazione da parte della Farnesina, alla luce di questo vistoso incremento di risorse. Concludendo, annuncia il voto di astensione del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore, in quanto, pur condividendo il sostegno degli enti internazionalistici, è contraria a un aumento di spesa.

  Francesco MONACO (PD), relatore, rispondendo alla collega Spadoni, ribadisce che il provvedimento prevede una riduzione di spesa rispetto al contributo relativo agli enti internazionalistici ed è ad essi che esso si riferisce in tema di razionalizzazione. Infatti, come già detto nell'illustrazione del provvedimento, la progressiva riduzione dei contributi statali ai singoli centri di ricerca ha lo scopo di incoraggiarli a razionalizzare la propria gestione e a non considerare l'inserimento in tabella come un accreditamento che esoneri dall'impegno all'impiego virtuoso dei fondi. Non è pertanto in alcun modo chiamato in causa il Ministero. Quando alla Società Dante Alighieri, destinataria di risorse incrementali, ritiene che si potrà individuare la sede per valutarne l'efficienza ed efficacia, tenendo nel giusto conto che non si tratta di un ente internazionalistico.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 15.10.

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