CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 settembre 2017
871.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 6 settembre 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici, e il sottosegretario di Stato per l'interno Gianpiero Bocci.

  La seduta comincia alle 12.10.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4287 Marco Meloni, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio e C. 4363 Fragomeli.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione riprende l'esame del provvedimento rinviato dall'Assemblea nella seduta dell'8 giugno 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 8 giugno l'Assemblea ha deliberato il rinvio in Commissione delle proposte di legge n. 2352 ed abb., licenziate precedentemente dalla Commissione in un testo unificato, e recanti modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché delega al Governo per la rideterminazione dei collegi elettorali uninominali. Il rinvio in Commissione è stato disposto dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea degli identici emendamenti Fraccaro 1.512 e Biancofiore 1.535.
  Come è noto, secondo la prassi, in caso di rinvio in Commissione di un progetto di legge dopo che sia stata già discussa dall'Assemblea una parte del testo e, come nel caso di specie, approvati degli emendamenti, la Commissione riprende l'esame del provvedimento senza avere la possibilità di intervenire in alcun modo sulle parti del testo del progetto di legge che Pag. 6siano già state oggetto di deliberazione da parte dell'Assemblea e che risultino eventualmente modificate da emendamenti approvati.
  Pertanto risulta consolidato, e dunque intangibile da parte della Commissione, il contenuto dell'articolo 1, comma 1, capoverso Art. 1, comma 1, che recita « La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed eguale, libero e segreto, espresso in un unico turno elettorale»: esso non è stato, infatti, modificato dall'Assemblea, che è passata a discutere emendamenti riferiti a parti successive del testo.
  Quanto agli emendamenti approvati, essi, secondo la loro formulazione, hanno disposto all'articolo 1, comma 1, capoverso Art. 1, comma 2, secondo periodo, del testo unificato l'aumento del numero dei collegi uninominali della Camera dei deputati costituiti nelle circoscrizioni nazionali da 225 a 231, sopprimendo contestualmente la disciplina speciale per l'elezione dei deputati nella circoscrizione Trentino Alto Adige/Südtirol – stabilita dall'articolo 2, comma 1-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 – e disponendo ulteriori modifiche conseguenziali allo stesso articolo 1 e all'articolo 3 della proposta di legge. Inoltre gli identici emendamenti approvati prevedono l'individuazione dei 6 collegi uninominali del Trentino Alto Adige/Südtirol, integrando la tabella A. 1 di cui al comma 31, che – sotto il titolo di collegi uninominali per l'elezione della Camera – contiene l'elencazione dei collegi uninominali.
  Pertanto la Commissione non può più intervenire, in particolare, sul numero dei collegi uninominali, né potrebbe sopprimere la tabella A. 1 citata ovvero sostituirla con ripartizioni diverse, come circoscrizioni o collegi plurinominali. Dall'approvazione della parte consequenziale discende anche il vincolo per la Commissione di mantenere l'abrogazione delle disposizioni speciali in materia di elezione della Camera dei deputati riguardanti la regione Trentino Alto Adige/Südtirol e l'istituzione, come detto, alla Tabella A.1, dei collegi uninominali riguardanti la regione Trentino Alto Adige/Südtirol.
  Il nuovo lavoro della Commissione si dovrà quindi svolgere nel rispetto di tali vincoli.
  Ricorda che, come convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, del 2 agosto scorso, le sedute della Commissione di oggi e di domani sono state convocate per permettere ai gruppi di esporre le proprie posizioni ai fini della predisposizione del testo base che dovrebbe essere presentato la prossima settimana.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ritiene doveroso che i gruppi, con maturità e senso di responsabilità, proseguano l’iter parlamentare dal punto in cui si era interrotto, ovvero dal testo sul quale si era raggiunta un'ampia intesa, al fine di raggiungere l'obiettivo di approvare una legge elettorale in tempi rapidi. Rilevato, al riguardo, che le modifiche apportate dall'Assemblea non hanno inciso sull'impianto strutturale della proposta normativa, ritiene, infatti, che non molto sia cambiato rispetto a quella fase e che vi siano tutti presupposti per continuare l'esame in oggetto, pur nel rispetto dei vincoli contenutistici testé richiamati dal presidente. Giudica necessario, dunque, che i gruppi mostrino un approccio rivolto alla transazione, anteponendo gli interessi generali a quelli particolari della propria parte, in vista del raggiungimento del più ampio consenso possibile. Evidenzia come il percorso sia già stato tracciato dalla programmazione dell'Assemblea prevista per il mese di settembre, sottolineando che sarebbe inaccettabile, dal punto di vista politico ed istituzionale, l'atteggiamento di chi volesse azzerare il cammino compiuto sinora. Ribadisce, quindi, la necessità che, quantomeno ai fini dell'adozione del testo base, si riparta dal lavoro comune già svolto dalla Commissione, peraltro ampiamente condiviso. Fa presente, in conclusione, che il suo gruppo, nell'ottica di una positiva conclusione dell’iter, è anche Pag. 7disponibile ad accogliere modifiche al testo che siano funzionali ad ottenere la più ampia condivisione.

  Pino PISICCHIO (Misto) osserva che sarebbe molto grave una rinuncia da parte del Parlamento ad approvare una nuova legge elettorale. Si tratterebbe, infatti, di una scelta non giustificata da motivazioni politiche, che lascerebbe in piedi i due sistemi elettorali per Camera e Senato derivanti dalle sentenze della Corte costituzionale, col risultato di una sicura ingovernabilità. Non va quindi sottovalutato questo pericolo e la legge elettorale va approvata, rendendo coerenti i sistemi elettorali dei due rami del Parlamento. Riguardo a quanto avvenuto in Assemblea nel mese di giugno, ritiene si tratti di un inciampo su un aspetto non certamente secondario ma che non ha lo stesso impatto che avrebbe potuto avere il voto sull'introduzione delle preferenze, che sarebbe stato anch'esso segreto. Si domanda se da giugno sia cambiato qualcosa e se si possa riprendere il discorso interrotto e crede che sia utile che i gruppi politici che avevano stretto l'accordo sul sistema elettorale di tipo tedesco si esprimano al proposito. Altrimenti si potrebbe intraprendere un'altra strada mediante le intese tra i due Presidenti di Camera e Senato, e cioè avviare l'esame nell'altro ramo del Parlamento. Dichiara la disponibilità a dare proprio il contributo nel caso si trovasse un'intesa.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN) ritiene opportuno non sottovalutare quanto avvenuto in sede di esame di Assemblea, facendo notare che le modifiche apportate in quella sede sono rivelatrici di una difficoltà a superare le divergenze, che, a suo avviso, si sarebbero palesate anche su altre parti del testo, in relazione a questioni nodali ben più importanti. Passando ad esaminare specifiche questioni di merito, fa notare che il suo gruppo potrebbe condividere un testo che persegua l'obiettivo di restituire ai cittadini la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare e governare, scongiurando l'ipotesi che siano le forze politiche a definire le maggioranze in seguito alle elezioni. In tale prospettiva, giudica opportuno introdurre nel testo un premio di maggioranza, da attribuire non alla lista, ma alla coalizione, rimodulando verso il basso, nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dalla Corte costituzionali, sia la soglia percentuale necessaria per la sua attribuzione, che, a suo avviso, potrebbe essere individuata nel 37 per cento dei voti validi ottenuti, sia l'entità del premio, che potrebbe conseguentemente essere ridotto, ad esempio intorno al 51 per cento. Sempre nell'ottica di offrire maggiori possibilità di scelta ai cittadini, ritiene poi opportuno introdurre il sistema delle preferenze, facendo notare che i presunti effetti negativi prodotti da tale sistema, messi in evidenza da taluni soprattutto in relazione alle elezioni amministrative, difficilmente si produrrebbero in sede di elezioni politiche. In alternativa, qualora non fosse possibile giungere all'introduzione delle preferenze, si dichiara a favore di una modifica del testo che renda facoltativa l'indicazione dei capilista bloccati e che, dunque, ammetta la possibilità di pluricandidature, tenuto conto che, altrimenti, soprattutto per le forze politiche più piccole, a suo avviso, si rischierebbe di far eleggere esclusivamente i capilista bloccati, in ragione di un risultato elettorale di ridotte dimensioni. Fa notare, in conclusione, che il suo gruppo affronterà tali questioni con specifiche proposte emendative, che saranno volte a rendere i cittadini protagonisti in ambito elettorale.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) osserva che la priorità è approvare la legge elettorale ed evitare così il rischio di applicare due leggi per l'elezione di Camera e Senato tra loro disomogenee. Si tratta di un'assunzione di responsabilità di fronte al Paese: la legge elettorale o la si approva adesso o altrimenti, rimandando l'esame a dopo la conclusione della sessione di bilancio, non ci sarebbero i tempi per approvarla in questa legislatura. In questo modo, inoltre, non si rispetterebbe l'impegno chiesto dal Presidente della Repubblica. Pag. 8Il tema, giunti a questo punto, non è quindi quello di difendere il proprio modello elettorale ideale. Ci sono davanti solo due strade: riprendere il discorso interrotto a giugno o andare al voto con i sistemi attuali. Si domanda perché non possa essere ancora valido l'accordo stretto a giugno tra le quattro principali forze parlamentari, venuto meno su una questione non centrale. Riprendendo tale strada si potrebbero affrontare altre questioni, come quella di dare un reale potere ai cittadini sulla scelta dei parlamentari, mediante il voto disgiunto o l'introduzione delle preferenze. Bisogna ripartire, quindi, da dove si era giunti a giugno, facendo sì che la Commissione eserciti la propria funzione. In quest'ottica ritiene utile che il relatore, in vista della redazione del testo base per la prossima settimana, riprenda quei colloqui informali coi rappresentanti dei gruppi, già svolti nel corso della precedente fase d'esame in sede referente. Sulla questione del Trentino Alto Adige venutasi a creare con l'approvazione degli identici emendamenti Fraccaro e Biancofiore, ribadisce che non sia impediente al prosieguo dell'esame e che si possa senz'altro trovare una soluzione nell’iter tra Camera e Senato.

  Stefano FASSINA (SI-SEL-POS) auspica che prevalga il senso di responsabilità dei gruppi e che, nel rispetto dell'autorevolezza del Parlamento, si proceda verso la conclusione positiva dell’iter. Sarebbe un vulnus grave e lesivo delle prerogative del Parlamento, a suo avviso, giungere alle elezioni con sistemi elettorali disomogenei, peraltro risultanti dalle decisioni della Corte costituzionale. Rivolge, dunque, un appello alle forze politiche protagoniste del precedente accordo, affinché si riparta quantomeno da quel testo, lasciando poi la possibilità ai gruppi di intervenire in sede di esame degli emendamenti. Fa notare, infatti, che quel testo, seppur condivisibile in alcuni aspetti, potrebbe essere migliorato in alcune altre parti, rafforzando, ad esempio, la possibilità di scelta dei cittadini. Evidenzia, in conclusione, che rinviare la conclusione dell’iter ad una fase successiva alla sessione di bilancio equivarrebbe a decidere l'affossamento del provvedimento.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) osserva preliminarmente che all'esterno del Parlamento ci si chiede cosa sia stato fatto da giugno ad adesso e che cosa sia cambiato. Ricorda che la disponibilità del suo gruppo nei mesi scorsi nasceva dalla necessità di approvare una qualsivoglia legge elettorale per andare subito ad elezioni anticipate, per porre fine a una sorta di surroga della democrazia che dura da quattro anni. Rileva altresì che il suo gruppo indica la preferenza per una legge elettorale che assicuri la governabilità, cosa di cui il sistema simile al tedesco difetta; da qui nasce il favore per qualsiasi formula maggioritaria di coalizione, in modo che la sera stessa delle elezioni si sappia chi ha vinto. Ribadisce però che qualunque formula va bene, purché si voti il prima possibile. Osserva che la responsabilità maggiore della situazione attuale ricade sul Partito democratico, in quanto senza il consenso del Partito democratico è impossibile approvare la legge elettorale. È questo gruppo che deve indicare la strada da percorrere. Conclude affermando che la legge elettorale va fatta rapidamente o altrimenti va detto chiaramente che non si intende cambiare il sistema attualmente vigente.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) fa notare che continuare a tergiversare sul punto della legge elettorale, con il rischio di rinviarne l'esame ad un momento successivo alla sessione di bilancio, equivale a condannare il Paese all'ingovernabilità, sulla base di una disciplina vigente che appare inadeguata a garantire maggioranze omogenee. Pur rilevando che il suo gruppo sarebbe a favore di un testo diverso, che si rifacesse realmente al modello tedesco, ritiene che tutte le forze politiche debbano mostrare senso di responsabilità, avendo a cuore una rapida conclusione dell'iter, nel rispetto anche degli auspici formulati al riguardo dal Presidente della Repubblica.

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  Danilo TONINELLI (M5S) osserva preliminarmente che la posizione del suo gruppo è improntata al realismo. Prima di tutto il Movimento 5 Stelle non rinnega il lavoro svolto nei mesi scorsi; rileva, però, che i voti segreti ci sono e che sono serviti ad esprimere un dissenso interno a gruppi, diversi dal suo, riguardo non tanto ad oggetti specifici, ma a ragioni diverse come l'evitare le elezioni anticipate. Bisogna quindi capire se, nel caso si voglia proseguire sulla strada intrapresa a giugno, ci sia una minima possibilità di andare avanti. Sottolinea poi l'importanza del clima tra i vari gruppi. Se è vero che le leggi importanti si fanno insieme, questo è vero per la legge elettorale, fondamentale per il buon funzionamento della democrazia, ma anche per altre leggi, utili a ricostruire il rapporto di fiducia tra il Parlamento e i cittadini, giunto ai minimi storici. Si riferisce al progetto di legge sui vitalizi, approvato dalla Camera e attualmente all'esame del Senato. Se il Partito democratico non dimostrerà di saper gestire il dissenso interno su questo tema e i probabili franchi tiratori, ciò significherà che non c’è la volontà di approvare subito quel progetto di legge ed allora è meglio andare a votare subito dopo l'approvazione della legge di bilancio.

  Maurizio LUPI (AP-CpE-NCD) preso atto che il gruppo del M5S ha assunto una posizione politica che non considera prioritaria l'approvazione di una legge elettorale, fa notare che, al contrario, il suo gruppo giudica fondamentale concludere positivamente l’iter di esame, purché – con realismo e capacità di dialogo fra tutte le forze politiche – si riprenda il lavoro comune precedentemente svolto e lo si integri con quegli ulteriori elementi di merito ritenuti necessari al raggiungimento di un più ampio consenso. Entrando più nel merito delle questioni, giudica opportuno compiere scelte legislative che vadano nella direzione della governabilità e della rappresentatività nonché del rafforzamento del potere di scelta del cittadino. Associandosi a talune considerazioni già svolte nel presente dibattito, fa riferimento, ad esempio, alla possibilità di introdurre un premio di governabilità o di rendere facoltativa l'indicazione da parte delle forze politiche dei capilista bloccati, attraverso il meccanismo delle pluricandidature, laddove non sia possibile giungere all'introduzione del sistema di preferenze, ritenuto dal suo gruppo più appropriato. Ritiene realistica, pertanto, una rapida e positiva prosecuzione dell'iter, facendo notare che il suo gruppo è disponibile a confrontarsi costruttivamente per raggiungere tale importante traguardo.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, afferma di aver ascoltato con attenzione tutti gli interventi, i quali denotano uno spirito costruttivo. Condivide in particolare l'affermazione in base alla quale ricade sul Parlamento la responsabilità di armonizzare i sistemi elettorali di Camera e Senato. Desidera a tal proposito porre alcune questioni. La prima riguarda quanto comunicato dal Presidente sul vincolo per la Commissione rappresentato dagli emendamenti approvati dall'Assemblea. Si tratta di una prassi. Si chiede se l'unanimità di tutti i gruppi possa sopperire a tale vincolo. Chiede, quindi, un ulteriore approfondimento della questione. Rileva poi che quella approvata dalla Commissione in sede referente è la terza proposta avanzata dal Partito Democratico, su cui era stata trovata una larghissima convergenza. Riguardo ai voti segreti, osserva che chiaramente ci sono stati e ci saranno, ma è importante lo spirito con cui i gruppi che trovano un accordo affrontano l'esame dell'Assemblea. Questo significa che in futuro sui punti su cui si troverà un accordo in Commissione non dovranno essere presentati emendamenti in Assemblea. Ritiene che si possa partire dal testo già approvato, ma potrebbe anche essere fatto un supplemento di verifica sulla possibilità di un accordo più largo. Riguardo a quanto affermato dal deputato Toninelli, fa notare che è stato inserito un elemento negativo, vale a dire la subordinazione di un eventuale accordo sulla legge elettorale alla approvazione di un Pag. 10provvedimento all'esame dell'altro ramo del Parlamento. Si tratta del testo in materia di vitalizi sul quale il partito democratico concorda, ma non è accettabile porre la questione in questi termini. Il Movimento 5 Stelle dica chiaramente se l'approvazione della legge sui vitalizi rappresenti o meno una condizione irrinunciabile per proseguire l'esame sulla legge elettorale. Desidera, peraltro, porre l'accento sulla parte costruttiva dell'intervento del deputato Toninelli, nella quale ribadisce il lavoro comune svolto. È un punto di partenza dal quale si può ripartire. Dichiara di non avere preclusioni su altri temi posti nei loro interventi da altri deputati ma ribadisce che non ci può essere la presentazione di emendamenti una volta trovato un accordo complessivo.

  Giuseppe LAURICELLA (PD), nel condividere l'opportunità di proseguire l'esame ripartendo dal testo in precedenza condiviso da taluni degli schieramenti in campo, fa notare che è in corso di svolgimento un confronto serio tra esponenti del suo gruppo, peraltro aperto anche al contributo esterno di membri di altri gruppi, che appare rivolto all'individuazione di possibili modifiche tese a garantire l'approvazione di una legge elettorale che goda del più ampio consenso politico. Fa notare che tale iniziativa intrapresa da alcuni parlamentari è volta ad agevolare una conclusione positiva dell’iter, obiettivo il cui raggiungimento ritiene che non possa essere differito, tenuto conto che la normativa vigente non appare in grado di assicurare maggioranze omogenee tra le due Camere, come peraltro indicato dal Presidente della Repubblica e dalla Corte costituzionale. Ritiene che una strada percorribile, ai fini del raggiungimento di un'intesa più ampia, possa essere quella di prevedere, sia alla Camera che al Senato, un premio di maggioranza da attribuire facoltativamente alla lista o alla coalizione, senza peraltro imporre per legge l'una o l'altra soluzione. Facendo riferimento a talune osservazioni svolte dal deputato La Russa, ritiene opportuno mantenere la soglia del 40 per cento dei voti validi conseguiti per l'attribuzione di tale premio, giudicando rischioso abbassare tale soglia verso valori percentuali che potrebbero incorrere nel vaglio di costituzionalità della Consulta. Piuttosto, giudica possibile una riduzione, ad esempio dal cinque al tre per cento, delle soglie di sbarramento per le liste che partecipano alla coalizione.
  Ritiene infine doveroso che i gruppi si dimostrino propensi al dialogo e giudica inaccettabile l'atteggiamento di chi condiziona la conclusione dell’iter al verificarsi di presupposti legati all'esame di altri provvedimenti, dimostrando in tal modo di non volere l'approvazione di una legge elettorale.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) aveva chiesto nel suo precedente intervento al partito democratico di specificare la propria posizione, dato che è a quel gruppo che spetta l'onere, in quanto maggioranza relativa, di sbloccare la situazione. Osserva che il deputato Fiano ha svolto un intervento più da relatore che da rappresentante del suo gruppo. Quanto all'intervento del deputato Lauricella, si tratta a suo avviso di una rivoluzione copernicana rispetto al sistema tedesco. È una posizione che condivide ma che significa nella sostanza l'abbandono del sistema tedesco. Prevede, quindi, che in questo caso qualcuno dei quattro gruppi abbandoni l'accordo. Ritiene quindi che ci siano alcuni elementi chiave da chiarire, come il tema della coalizione. Chiede al gruppo del Partito Democratico se quella indicata dal deputato Lauricella sia la posizione del gruppo o se si tratti di una posizione espressa a titolo personale.

  Emanuele FIANO (PD) fa notare che l'intervento del deputato Lauricella è stato svolto a titolo personale.

  Giuseppe LAURICELLA (PD), in risposta al deputato Giancarlo Giorgetti, fa notare che si sta ragionando su possibili modifiche al testo, sul quale taluni gruppi avevano in precedenza raggiunto un'intesa, senza stravolgerne l'impianto ma aggiungendo Pag. 11elementi di merito importanti, tesi a favorire il raggiungimento di un più ampio consenso. Precisa poi di non essere intervenuto a titolo personale, facendo notare che all'interno del suo gruppo convivono diverse posizioni. Ribadisce che l'iniziativa parlamentare assunta, che ha avuto origine all'interno del suo gruppo, è volta alla costruzione di un percorso di condivisione più ampio che faciliti l'approvazione di una legge elettorale.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN) ringrazia il deputato Lauricella che ha esplicitato le difficoltà del Partito Democratico che rendono impervia l'ipotesi di svolgere un rapido esame. Ritiene utile affrontare prima alcuni temi chiave, quali l'introduzione di un premio di maggioranza dato alla lista o alla coalizione oppure alla sola lista.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) fa notare che l'adozione di un teso base rappresenta un primo necessario passaggio procedurale, al quale giudica opportuno giungere quanto prima; fa notare che successivamente si potrà discutere più dettagliatamente delle questioni che stanno a cuore a ciascun gruppo. Giudica dunque necessario rinviare ad un momento successivo il confronto su taluni punti di merito, al fine di non alimentare confusione e incertezze in un passaggio procedurale così importante.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) ritiene che bisogna procedere con ordine in un clima costruttivo. Osserva che nessuno si è dichiarato contrario all'ipotesi di partire dal testo approvato in sede referente, Condivide la richiesta del deputato Fiano di approfondire la questione della possibilità di superare con un accordo forte la questione del vincolo posto dagli emendamenti approvati dall'Assemblea. Condivide, altresì, quanto detto sempre dal collega Fiano in merito all'allargamento dell'accordo, ma non ritiene che possa essere dato un potere di veto a una forza politica.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), nel giudicare paradossale subordinare la conclusione dell’iter a condizioni illogiche ed eccentriche, auspica che, nel prosieguo dell'iter, il gruppo del M5S possa cambiare posizione. Ritiene necessario giungere all'approvazione di una legge il più possibile condivisa.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, desidera fare alcune precisazioni sulla questione posta dal deputato Fiano in merito al vincolo per il lavoro della Commissione sorto dall'approvazione in Assemblea degli identici emendamenti Fraccaro e Biancofiore. Osserva prima di tutto che, nel caso di specie, la prassi parlamentare ha una valenza costituzionale e che tale prassi è retta dal principio del ne bis in idem. Se non fosse così si darebbe alla maggioranza il potere smisurato di tornare ogni volta su deliberazioni dell'Assemblea a lei non favorevoli. È un vincolo che vale per l'Assemblea e tanto più per la Commissione. Riguardo all'ipotesi ventilata di ricercare l'unanimità dei gruppi parlamentari al fine del superamento di detta prassi, rileva che tale condizione non potrebbe in alcun modo ritenersi idonea a superare la deliberazione dell'organo assembleare, formatasi attraverso la manifestazione di volontà dei singoli deputati, ad iniziare dai primi firmatari degli emendamenti approvati. Sottolinea infine come la questione procedurale sia stata da lui attentamente approfondita e ponderata, anche a fronte della sua iniziale propensione a valutare l'esistenza di eventuali margini di attenuazione del vincolo in questione.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, prende atto delle precisazioni fornite dal Presidente. Sottolinea che il suo gruppo non ha preclusioni di sorta rispetto alle argomentazioni degli altri schieramenti ed evidenzia come la posizione del gruppo M5S non sembra volta ad una conclusione positiva dell’iter. Cita, peraltro, talune agenzie di stampa, riferite al dibattito odierno, che riportano dichiarazioni del deputato Toninelli, secondo le quali il suo gruppo sembrerebbe dare priorità all'approvazione della legge sui vitalizi dei parlamentari rispetto alla legge elettorale.

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  Danilo TONINELLI (M5S) fa presente che il deputato Fiano non ha bisogno della lettura di un'agenzia di stampa, della quale è responsabile l'agenzia medesima, per sapere quanto da lui affermato nel corso della seduta. Ribadisce che tutto è inutile se non si danno segnali che rasserenino il clima tra i gruppi. Osserva infatti che la legge sui vitalizi può essere approvata in pochi giorni.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, dopo aver precisato che il suo gruppo ha a cuore anche l'approvazione del provvedimento sui vitalizi, osserva, con riferimento all’iter riguardante la materia elettorale, che, nell'ottica del raggiungimento di un obiettivo concreto, appare necessario che ciascun gruppo renda trasparente e chiara la propria posizione. Rileva, invece, una sottile differenza tra quanto sostenuto nella seduta odierna dal deputato Toninelli e quanto viene già riportato dagli organi di stampa, sottile differenza dalla quale potrebbero facilmente derivare diverse interpretazioni.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) precisa che ritiene utile affrontare la questione del premio di maggioranza prima della presentazione del testo base.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP), rivolgendosi al deputato Lauricella, fa notare che le ipotesi di modifiche al testo da lui rappresentate, che fanno riferimento ad un premio di coalizione o di lista, con soglie di sbarramento differenziate, sembrerebbero ripercorrere fedelmente il modello elettorale del sistema cosiddetto «porcellum». Nel comprendere che la condivisione di certi modelli possa provenire dal centrodestra, si dichiara sorpreso che una simile proposta giunga da esponenti appartenenti al gruppo del partito democratico.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) auspica che nella seduta già convocata nella giornata di domani, giovedì 7 settembre, possano concludersi gli interventi dei gruppi, in modo da consentire al relatore di presentare una proposta di testo base. Nel citare la formula delle «convergenze parallele» coniata da Aldo Moro, auspica altresì che nel corso dell’iter possa essere raggiunto un accordo che veda anche il favore del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani, giovedì 7 settembre 2017.

  La seduta termina alle 13.50.