CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 24 luglio 2017
859.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Lunedì 24 luglio 2017. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici e la Ministra della salute, Beatrice Lorenzin.

  La seduta comincia alle 10.15.

DL 73/2017: Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale.
C. 4595 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 luglio 2017.

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Comunica che per la seduta odierna i deputati Sergio Boccadutri, Valentina Paris, Emiliano Minnucci e Nazzareno Pilozzi sostituiscono rispettivamente i deputati Gero Grassi, Paola Boldrini, Paola Bragantini e Ileana Piazzoni.
  Ricorda che nella seduta antimeridiana di ieri si è svolta la discussione, ampia e approfondita, sul decreto-legge in esame, mentre nella seduta pomeridiana ha avuto inizio la votazione degli emendamenti.
  Avverte che nella seduta odierna le votazioni riprenderanno dall'emendamento Lorefice 1.23.

  Marialucia LOREFICE (M5S) illustra l'emendamento Lorefice 1.23 di cui è prima firmataria, volto a sostituire il criterio dell'obbligatorietà previsto nel decreto con quello della conformità all'articolo 32 della Costituzione. Si tratta di inserire quindi, come già spiegato nella seduta di ieri, la raccomandazione della vaccinazione invece della sua obbligatorietà. Sottolinea come i dati europei sulla raccomandazione vadano in questo senso. È un'operazione compiuta nel rispetto del bilanciamento tra il diritto alla salute della collettività e la libertà del singolo individuo previsti dall'articolo 32 della Costituzione.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.23.

  Silvia GIORDANO (M5S) illustra l'emendamento Cristian Iannuzzi 1.16 di cui è cofirmataria, volto, analogamente all'emendamento precedente, a sostituire l'obbligatorietà Pag. 4con la raccomandazione. Sottolinea come i dati sui vaccini indichino un'urgenza di intervento relativa al solo morbillo, per la quale si poteva intervenire con le disposizioni della legge n. 112 del 1998. Si è deciso invece di intervenire in maniera perentoria, scostandosi anche dalla politica degli altri Paesi europei, nei quali al massimo è prevista l'obbligatorietà per una sola vaccinazione. Anche studi scientifici dimostrano la migliore efficacia della raccomandazione, volta ad instaurare una corretta informazione e un rapporto di fiducia tra medico e paziente e quindi tra cittadini e istituzioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Cristian Iannuzzi 1.16.

  Mario MARAZZITI, presidente, in ordine all'andamento dei lavori, propone di proseguire fino alle ore 13.30 e di effettuare una pausa fino alle ore 15, ora in cui la Ministra Lorenzin ha assicurato la sua presenza. Se non vi sono obiezioni, si intende così stabilito.

  Matteo MANTERO (M5S) illustra l'emendamento Lorefice 1.45 di cui è cofirmatario, analogo agli emendamenti precedenti. Sottolinea che sostituendo la raccomandazione all'obbligatorietà si riacquista la fiducia dei cittadini e, in particolare, dei genitori preoccupati degli effetti collaterali dei vaccini sulla salute dei loro figli. Nonostante tutti paiono concordare su questa linea di una corretta informazione ai cittadini, il Governo ha scelto la strada della coercizione che oltretutto si presta a criticità sul piano della legittimità costituzionale. Ricorda infatti che l'articolo 32 della Costituzione non prevede l'obbligatorietà dei trattamenti sanitari quali sono i dieci vaccini del decreto, ma prevede solo la possibilità di un'obbligatorietà nel caso di rischio per la salute della collettività. I dati dicono che questo rischio esiste solo per il morbillo. In conclusione, l'emendamento è volto ad aiutare il Governo a far passare il decreto al vaglio della Corte costituzionale che sarà sicuramente chiamata ad esprimersi.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.45.

  Marco RONDINI (LNA) illustra l'emendamento 1.19 di cui è primo firmatario che è il primo di una serie di emendamenti volti a marcare la differente visione del suo gruppo sul tema dei vaccini rispetto a quanto previsto dal decreto-legge. Il carattere coercitivo del decreto è infatti un colpo di spugna sul comportamento virtuoso di alcune regioni come il Veneto, oltre che sul rapporto di fiducia tra medico e paziente. La strada della facoltà delle vaccinazioni è quindi l'unica da percorrere e non per questo chi la persegue deve essere inserito tra coloro che sono contrari in modo assoluto alla vaccinazione. Si tratta infatti solo della sana preoccupazione di genitori che riflettono su come tutelare la salute dei loro figli. Sottolinea infine che anche per lui l'unica emergenza riguardava il morbillo e poteva essere affrontata con un diverso intervento legislativo.

  Silvia GIORDANO (M5S) esprime la sua condivisione sull'emendamento Rondini 1.19, che si inserisce, come già detto, nel trend europeo. Ricorda infatti che su trenta Paesi europei solo in quindici esiste l'obbligatorietà con riguardo ad un'unica vaccinazione. Sottolinea la differenza di dati che vengono richiamati nella relazione illustrativa, presenti anche sul sito del Ministero della salute, con quelli riportati dall'Istituto superiore della sanità. Richiama infine la posizione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato che pare in linea con la raccomandazione più che con l'obbligatorietà.

  Giuseppe BRESCIA (M5S), intervenendo a titolo personale, sottolinea che, a livello europeo, sono i paesi meno scolarizzati ad adottare l'obbligatorietà dei vaccini e che, laddove tale obbligatorietà non è prevista non c’è stato alcun calo nella prevenzione vaccinale. Ritiene che il Governo abbia effettuato un grave errore di comunicazione perché, in sostanza, attraverso l'obbligatorietà dei vaccini si insultano Pag. 5i genitori italiani considerandoli ignoranti mentre questi ultimi richiedono una maggiore informazione sui possibili rischi connessi alla somministrazione dei vaccini.

  La Commissione respinge l'emendamento Rondini 1.19.

  Giulia GRILLO (M5S), sottoscrive sull'emendamento Cristian Iannuzzi 1.17 e lo illustra chiedendo al Governo di rendere noto quali vaccini siano disponibili in formula monovalente. Ricorda, in proposito, che per molti anni in Italia il vaccino esavalente distribuito dalla Glaxo ha avuto un monopolio indiscusso, pur essendosi rivelato inefficace a livello immunologico. Definisce il decreto in approvazione osceno e ascientifico, il quale, peraltro, non ha tenuto in nessun conto i rilievi dell’Antitrust sul vaccino esavalente in circolazione. Osserva che attualmente, per conoscere la sussistenza di una copertura vaccinale, è necessario sottoporsi alle analisi del sangue i cui costi restano a carico dei cittadini. Quanto alla realizzazione dell'anagrafe dei vaccini si ritiene certa che, considerati i tempi con cui normalmente vengono portati a termine i progetti in Italia, ci vorranno almeno dieci anni.

  Vega COLONNESE (M5S), intervenendo a titolo personale, ricorda che il suo gruppo è più volte intervenuto in passato sulla questione della mancanza di disponibilità di vaccini monovalenti in Italia, anche presentando un apposito emendamento in occasione dell'esame dell'ultima legge di bilancio. Le interrogazioni presentate non hanno avuto risposta dal Governo e ora il Parlamento, che avrebbe dovuto allarmarsi per la situazione che era stata ampiamente resa nota, non fa che ratificare quanto voluto dal Ministero della salute.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Cristian Iannuzzi 1.17 e Rondini 1.26, 1.27 e 1.28.

  Vega COLONNESE (M5S), intervenendo sull'emendamento Lorefice 1.61, di cui è cofirmataria, afferma che, a suo avviso, la Commissione Affari sociali avrebbe dovuto interrogarsi sull'origine dell'obbligatorietà di alcuni vaccini. Per come ricorda, alcuni di essi sono stati introdotti per volontà dell'allora Ministro De Lorenzo, a seguito del pagamento di tangenti.

  Marialucia LOREFICE (M5S), intervenendo a titolo personale, stigmatizza le forme di censura che hanno impedito nel corso di questo dibattito di rievocare la questione di «tangentopoli». Vuole riportare all'attenzione dei colleghi il dramma delle 7.000 persone su cui sono state effettuate trasfusioni con sacche di sangue infetto e che lo Stato vorrebbe liquidare con lo stanziamento di poche risorse in questo provvedimento. Invita il Governo a fare presto, ricordando che molte di queste persone sono morte e molte altre stanno per morire.

  Mario MARAZZITI, presidente, sottolinea che nel corso del dibattito non vi è stata alcuna censura e che a tutti è stata data piena libertà di parola.

  Rocco PALESE (FI-PdL) invita a rendere più costruttiva la discussione sul provvedimento per quanto la sua «blindatura» penalizzi molto l'attività parlamentare della Camera che lo esamina in seconda lettura. Gli episodi del passato che sono stati rievocati dai colleghi, ovvero tangentopoli, la triste vicenda delle sacche di sangue infetto o gli interessi delle multinazionali non devono far perdere di vista l'importanza del decreto. Esso può infatti essere migliorato, anche dopo la sua entrata in vigore. È importante che si proceda intanto ad attuare quanto in esso previsto, come l'Anagrafe nazionale dei vaccini, la cui realizzazione porrebbe fine alla giungla normativa attualmente vigente a livello regionale in materia di prevenzione vaccinale.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.61.

  Silvia GIORDANO (M5S) interviene per segnalare che i dati citati nella seduta Pag. 6dello scorso 23 luglio relativi agli obiettivi di copertura vaccinale necessari, in relazione a ciascuna patologia, per il raggiungimento dell'immunità di gregge sono reperibili nel sito Internet ufficiale dell'Organizzazione mondiale della sanità.

  La Commissione respinge l'emendamento Rondini 1.29.

  Marisa NICCHI (MDP) interviene per illustrare l'emendamento Fossati 1.35, del quale è cofirmataria, segnalando che le sue osservazioni sono valide anche per tutti gli emendamenti presentati dal gruppo Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista. Il gruppo, prendendo atto dello scetticismo nei confronti della prevenzione vaccinale manifestato da una parte della popolazione, non sempre basato su dati scientifici, propone di lasciare maggiore spazio al convincimento e alla sensibilizzazione, piuttosto che imporre la somministrazione dei vaccini. Dichiara comunque di essere a favore dell'utilizzo dei vaccini.
  In particolare segnala che l'emendamento Fossati 1.35 propone di confermare l'obbligatorietà dei 4 vaccini attualmente previsti nel Piano vaccinale e aggiungere la vaccinazione contro il morbillo, con possibilità di far cessare l'obbligatorietà di tale vaccinazione qualora il Ministero della salute, sulla base dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità, dovesse dichiarare l'avvenuto superamento del livello critico di copertura immunitaria e la cessazione dello stato di pericolo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Fossati 1.35 e 1.37 e Nicchi 1.34.

  Marco RONDINI (LNA) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.25 volto a ripristinare la disciplina previgente, con possibilità di effettuare gratuitamente ulteriori vaccinazioni.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Rondini 1.25, Fossati 1.36 e 1.30, Rondini 1.31, Murer 1.32, Rondini 1.33, Palese 1.11, Rondini 1.46, Palese 1.60, Rondini 1.47, Fossati 1.51, Murer 1.54, Rondini 1.48, Fossati 1.52, Rondini 1.49, Fossati 1.53 e Rondini 1.50.

  Dalila NESCI (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.62, che riprende un emendamento già presentato nel corso dell'esame presso il Senato ed è volto a posticipare al dodicesimo anno di età le vaccinazioni contro epatite B e rosolia, prevedendo inoltre che quest'ultima sia effettuata esclusivamente su soggetti di sesso femminile.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo a titolo personale, ricorda che la vaccinazione contro l'epatite B fu resa obbligatoria in seguito a una tangente versata dalla Glaxo all'allora Ministro della salute De Lorenzo e segnala che detta patologia può essere trasmessa esclusivamente per via sessuale o attraverso contatto con sangue infetto; ritiene pertanto necessario vaccinare i soli bambini i cui genitori siano portatori del virus. Ravvisa invece la necessità di vaccinare i bambini nel dodicesimo anno di età quando i comportamenti a rischio potrebbero avere inizio.
  Per quanto riguarda la rosolia evidenzia che la malattia, se contratta per via naturale in età infantile, non presenta conseguenze pericolose. L'unico pericolo riguarda le donne che contraggono la malattia durante la gravidanza e pertanto la vaccinazione potrebbe essere limitata al genere femminile e in età successiva ai dodici anni.
  Osserva infine che sarebbe meglio dilazionare le vaccinazioni nel tempo, per non stressare troppo il sistema immunitario dei bambini con l'inoculazione di molti virus in pochi anni.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), intervenendo a titolo personale, osserva che il provvedimento in esame non affronta il tema della copertura vaccinale ma si limita ad imporre obblighi senza valutare l'effettiva esigenza delle vaccinazioni.

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  Giuseppe BRESCIA (M5S), intervenendo a titolo personale, chiede per quale motivo sia imposta la vaccinazione contro la rosolia anche ai soggetti di sesso maschile.

  Elena CARNEVALI (PD) sottolinea che nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni nel gennaio 2017 è stato adottato il Piano nazionale per la prevenzione vaccinale 2017-2019 con la finalità di armonizzare le strategie e di garantire parità di accesso a tutte le aree del Paese. In tale sede, anche sulla base di specifiche evidenze scientifiche, non c’è stata nessuna critica alla tempistica delle vaccinazioni nel senso indicato da alcuni interventi precedenti. Invita pertanto ad affidarsi a chi ha le necessarie competenze, ricordando che, seppure l'adesione ad un piano vaccinale su base volontaria sarebbe preferibile, il continuo declino della copertura negli ultimi anni impone una scelta diversa. Richiama in proposito la risoluzione approvata dalla Commissione Affari sociali del 2015. Segnala per inciso, secondo quanto appreso in una recente visita in un'azienda sanitaria locale romana, che molti giovani sono costretti ad effettuare numerose vaccinazioni prima di intraprendere un'esperienza di studi all'estero per ottemperare a quanto richiesto dai paesi ospitanti.
  Nel ribadire l'opportunità di rispettare le scelte in materia di politica sanitaria effettuate da chi ha le competenze per farlo, ricorda che l'attuale allarmismo è anche frutto della diffusione di notizie senza alcuna base scientifica come quella della correlazione tra vaccinazione-autismo, ampiamente riportate negli anni passati su siti internet di riferimento per alcune forze politiche.

  La Commissione respinge l'emendamento Nesci 1.62.

  Federico GELLI (PD), relatore, riconsiderando il parere contrario precedentemente espresso, invita il deputato Palese a ritirare l'emendamento a suo prima firma 1.58, in quanto i temi in esso affrontati potrebbero trovare spazio in un ordine del giorno in Assemblea che si impegna a sottoscrivere.

  La sottosegretaria Sesa AMICI, si associa a quanto affermato dal relatore.

  Rocco PALESE (FI-PdL) ritira l'emendamento a sua prima firma 1.58.

  Marisa NICCHI (MDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea che quanto avvenuto in relazione all'emendamento 1.58, mostra con chiarezza che vi è un atteggiamento di chiusura rispetto ad ogni possibile miglioramento del testo in esame.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alle considerazioni della collega Nicchi. Sottolinea nuovamente che la scelta di non apportare le necessarie modifiche avrà come conseguenza l'inapplicabilità del decreto, vanificando anche l'obiettivo di contenere la diffusione del morbillo.

  Rocco PALESE (FI-PdL) nell'illustrare l'emendamento a sua prima firma 1.59, ricorda che saranno necessarie future iniziative legislative per colmare le lacune del testo in esame a partire dal tema della copertura vaccinale dei numerosi migranti che arrivano nel nostro Paese. In proposito coglie l'occasione per sottolineare la recrudescenza in atto della TBC in Italia. Segnala, inoltre, che un'altra questione aperta rimane quella della vaccinazione del personale sanitario scolastico.

  Marco RONDINI (LNA) sottoscrive l'emendamento Palese 1.59, ribadendo che in relazione all'eccessivo numero di migranti nel nostro Paese occorre adottare adeguate politiche sanitarie.

  Marialucia LOREFICE (M5S) nel preannunciare un voto contrario sull'emendamento Rondini 1.59, ricorda che, nonostante l'Italia sia stata abbandonata dai partner europei, quanto meno in ambito sanitario essa svolge con efficacia i compiti legati all'accoglienza. Richiama in proposito Pag. 8l'opportunità di conservare i dati relativi agli interventi effettuati, anche al fine di evitare uno spreco di risorse.

  Federico GELLI (PD), relatore, approfitta della discussione in corso per ricordare che nell'ambito della Commissione parlamentare sul sistema di accoglienza da lui presieduta, di cui fanno parte anche i colleghi Lorefice e Brescia, opera un gruppo di lavoro sullo stato di salute dei migranti. Dall'elaborazione dei primi dati emerge che la gran parte di essi arriva in uno stato di salute soddisfacente e che vi è una tendenza ad ammalarsi nel nostro Paese a causa dell'esposizione a nuovi agenti patogeni. Peraltro in molti casi il tasso di vaccinazione è più alto di quello che si riscontra in Italia. Ribadisce, inoltre, che l'eventuale vaccinazione di soggetti già immunizzati non comporta alcun rischio, costituendo casomai una forma di richiamo, giudicando in molti casi superfluo l'utilizzo del vaccino monocomponente.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo a titolo personale, concorda sulla non pericolosità di una eventuale rivaccinazione, sottolineando però che in ogni caso essa rappresenta uno spreco. In relazione all'impostazione complessiva del provvedimento segnala che attualmente il morbillo non rappresenta un'emergenza sanitaria e che pertanto la risposta adottata appare sicuramente eccessiva. Nello stesso tempo, qualora dovesse configurare una vera emergenza non ci sarebbero a disposizione strumenti adatti a contrastarla, posto che gli attuali vaccini devono essere utilizzati solo fino ai 12 anni di età. Le scelte adottate non serviranno a convincere coloro che per qualsiasi motivo sono dubbiosi rispetto ai vaccini. Sottolinea che la risposta esagerata data ad un problema circoscritto avrà come conseguenza quella di non potere più imporre alcun obbligo in campo sanitario anche quando ciò dovesse essere realmente necessario.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo a titolo personale, sottolinea l'assurdità di sottoporre a un trattamento obbligatorio un individuo già immunizzato in precedenza. Ritiene che questo aumenti la diffidenza dei cittadini, alla quale il Governo risponde con l'obbligo, mentre il Movimento 5 Stelle propone di intervenire solo per il morbillo, rispondendo così alle preoccupazioni dei genitori.

  Loredana LUPO (M5S), intervenendo a titolo personale, sottolinea come il carattere epidemiologico delle malattie vari nel corso degli anni. Infatti, nel corso di dodici anni può mutare la tipologia delle malattie stesse. Non si comprende quindi l'esclusione di fasce di età elevate dalle disposizioni del decreto-legge. Osserva poi come vengono indebolite future mamme che potrebbero in modo naturale contribuire a immunizzare i propri figli. Rileva infine come l'esistenza di ben 27 piani diversi di vaccinazioni e relativi richiami in Europa dimostrino la difficoltà di un intervento unico.

  La Commissione respinge l'emendamento Palese 1.59.

  Giulia GRILLO (M5S) illustra l'emendamento Lorefice 1.67, di cui è cofirmataria, volto a sopprimere la parola: eventuali, a suo avviso totalmente inutile. Approfitta per ringraziare ironicamente la collega Carnevali per la sua analisi sociologica, dalla quale ha appreso che la colpa delle posizioni integralmente contrarie alle vaccinazioni è degli interventi degli esponenti del Movimento 5 Stelle. Invita a non fare confusione tra la scelta politica e la ricerca scientifica; la prima infatti deve valutare l'introduzione di altre vaccinazioni anche sotto il profilo della spesa. Non comprende infatti come sia possibile aumentare le spese per le vaccinazioni quando diminuiscono i servizi essenziali e molti cittadini non sono coperti dall'assistenza sanitaria. Ritiene tutto questo assurdo e vergognoso, come la posizione del relatore che definisce pretestuosi gli emendamenti del gruppo del Movimento 5 Stelle. Chiede rispetto, altrimenti il suo gruppo potrebbe arrivare a misure drastiche Pag. 9quale l'abbandono dei lavori. Riguardo alla discussione in Senato, fa notare che si è protratta per molto tempo perché era necessario eliminare alcune misure vergognose come il togliere la patria potestà ai genitori che non vaccinano i figli. Ricorda che da tempo le opposizioni insistono sull'aumento immotivato della spesa farmaceutica.

  Vega COLONNESE (M5S), intervenendo a titolo personale, ricorda che la Commissione ha discusso e approvato la risoluzione D'Incecco, ma poi gli interventi sulla materia si sono esauriti. Osserva che se il carattere di tutte le vaccinazioni è ritenuto indispensabile, non si comprende perché al Senato ne è stato diminuito il numero. Rileva la criticità dei centri vaccinali, che inducono alla mancanza di fiducia da parte dei genitori che non trovano risposta alle loro giuste preoccupazioni, anche in presenza di segni minimi come un aumento della temperatura del bambino. La responsabilità è in capo alla Ministra della salute che ha inoltre millantato situazioni epidemiche gravi che sono state poi rettificate. A suo avviso si è creato così dell'inutile terrorismo.

  Donata LENZI (PD) afferma di concordare con la collega Grillo solo sul fatto che debba esserci un maggiore rispetto tra deputati. La legittima contestazione delle affermazioni altrui, anche quando, come in alcuni casi di interventi al Senato, le stesse possono sembrare assurde, non deve mai diventare offesa. Osserva che in mancanza di una preparazione professionale personale, è necessario rifarsi a fonti tecniche, come da lei abitualmente fatto. Ricorda come il dottor Roberto Burioni abbia rilevato come le vaccinazioni plurivalenti siano preferibili a quelle monovalenti, anche per una questione di costi. È questa la medesima obiezione che ha fatto la Ragioneria dello Stato sul testo presentato al Senato in merito ai monocomponenti. Desidera ricordare che la risoluzione D'Incecco è stata sostenuta dal suo gruppo ed infine approvata, chiudendone così l’iter. Se si voleva continuare la discussione era necessario iscrivere in calendario un altro provvedimento. Riguardo all'obbligo, ricorda le audizioni svolte dalla Commissione nel 2015 e anche quelle svolte al Senato sul decreto, che hanno registrato posizioni favorevoli all'obbligo stesso. Anche da quelle audizioni si è mossa la logica del decreto che altro non è che un atto di sanità pubblica. Ma vuole sottolineare che l'elemento più interessante si ricava da una ricerca presentata dalla regione Veneto che evidenziava una mentalità dei cittadini per i quali solo i vaccini obbligatori sono necessari. Da qui la regione Veneto traeva conclusioni in un determinato senso, ma sono le stesse motivazioni che spingono nel senso del decreto. Il testo uscito dal Senato rappresenta il miglior punto di equilibrio tra maggioranza e Governo, anche se a suo avviso sarebbe stato necessario mantenere l'obbligo per alcune malattie come la meningite, anche se presente in poche regioni. In merito agli accordi internazionali, che qualcuno ritiene misteriosi, osserva che si tratta di quegli accordi vincolanti che hanno permesso di debellare a livello internazionale malattie come il morbillo e la rosolia. In Italia non si è purtroppo riusciti a raggiungere tale obiettivo nonostante tre piani vaccinali. Ricorda come in altri paesi, quali ad esempio gli Stati Uniti d'America, la legislazione sull'obbligo vaccinale sia più stringente di quella italiana. Ribadisce la necessità di un maggiore rispetto per tutte le opinioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.67.

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che la Ministra non potrà essere presente in Commissione prima delle 15.30. Se non vi sono obiezioni, la sospensione della seduta rimarrà confermata per le ore 13.30.

  Silvia GIORDANO (M5S), intervenendo sull'emendamento Palese 1.63, dichiara di aver apprezzato l'intervento della collega Lenzi, pur non condividendolo nei contenuti. Ribadisce che i suoi interventi, così Pag. 10come quelli dei colleghi del suo gruppo, sono sempre basati su dati oggettivi mentre così non le appaiono quelli della deputata Carnevali, la quale ha fatto spesso riferimento al carattere non solo di urgenza, ma addirittura di emergenza del decreto che non risulta avvalorata in alcun modo. Osserva che la soluzione al paventato calo del numero di vaccinazioni non va cercata nella loro obbligatorietà, ma attraverso un'adeguata campagna informativa sulla quale occorre investire risorse. Ripete che si rende necessario che il Governo fornisca elementi di chiarezza di cui il provvedimento è carente, tanto che i dati riportati sul morbillo dal Ministero della salute differiscono da quelli forniti dall'Istituto superiore di sanità. Si chiede inoltre quali siano gli accordi internazionali cui fa riferimento la collega Lenzi posto che la relazione introduttiva del decreto cita due fonti differenti. Trova assurda l'affermazione secondo la quale il minor ricorso alla vaccinazione possa essere attribuito alle dichiarazioni rese dai parlamentari del Movimento 5 Stelle che stanno svolgendo il proprio lavoro in Commissione mentre il Ministro è altrove.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), intervenendo a titolo personale, dichiara di non condividere i dati diffusi in merito alla copertura vaccinale degli Stati Uniti che a lui risulta essere percentualmente inferiore sia a quella europea che a quella italiana. Pensa che a seguito dell'approvazione di questo «decreto-fake», la politica vaccinale cambierà, ma non nell'immediato, considerata la mole di incombenze che ricadrà sulle aziende sanitarie. Rileva che in Italia manchi però completamente una politica sanitaria con una chiara visione delle cose.

  Maria AMATO (PD) invita i colleghi a non esprimere giudizi generalizzati sulle conoscenze e sulle professioni svolte dai componenti della Commissione.

  La sottosegretaria Sesa AMICI osserva che il poco tempo a disposizione dei deputati per svolgere un esame approfondito sul decreto è dovuto alla prassi che si è instaurata specie in questa legislatura, in sede di conversione di un decreto-legge – da rivedere, a suo avviso, anche in sede di revisione dei regolamenti parlamentari – in base alla quale la Camera che lo esamina in prima lettura vi dedica gran parte del tempo a disposizione. Quanto alle osservazioni circa la mancata presenza della Ministra in Commissione, ricorda che al Senato la Ministra o il Sottosegretario competente hanno sempre assicurato la loro presenza nel corso dell'esame creando i presupposti di un'interlocuzione che ha portato a migliorare il testo sulla base delle indicazioni provenienti dai parlamentari. Evidenzia che l'urgenza del decreto è legata alla recrudescenza di virus che erano stati debellati di fronte ai quali, la qualità della nostra struttura sanitaria nazionale ha dimostrato alcuni punti di debolezza anche a causa della riduzione delle risorse. Ricorda, poi, che il decreto contempera il diritto alla salute della collettività con i diritti soggettivi costituzionalmente garantiti e che, comunque, riferirà alla Ministra i rilievi ascoltati e i quesiti rivolti affinché siano assicurate le risposte attese.

  Giulia GRILLO (M5S), intervenendo a titolo personale, nel ringraziare la sottosegretaria Amici per le precisazioni fornite, invita il relatore e il Governo a chiarire se l'appropriatezza prescrittiva sia applicabile alle vaccinazioni, dubitando della necessità che ci si sottoponga a una determinata vaccinazione se si è già stati immunizzati. Osserva che, contrariamente a quanto precisato dal relatore, secondo il quale l'eventuale vaccinazione di soggetti già immunizzati non comporta alcun rischio, in realtà tale vaccinazione rappresenta un costo. Evidenzia inoltre come risulterebbe opportuno l'utilizzo del vaccino monocomponente. Stigmatizzando infine la fitta presenza di conflitti di interesse nel nostro Paese, propone, allo scopo di combattere l'influenza indebita delle cause farmaceutiche, di regolamentarne le elargizioni costituendo un fondo, a gestione statale, da esse alimentato.

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  La Commissione respinge l'emendamento Palese 1.63.

  Matteo MANTERO (M5S) illustra le finalità dell'emendamento Colonnese 1.65, di cui è cofirmatario, volto a ridurre da tre anni a 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto il periodo di tempo trascorso il quale la Ministra della salute può disporre la cessazione dell'obbligatorietà per una o più delle vaccinazioni di cui al comma 1-bis. Precisa inoltre che i dati rappresentati dal MoVimento 5 Stelle si riferiscono a fonti ufficiali e sono verificabili, e conclude evidenziando che sarebbe necessario avviare una campagna informativa per sottolineare come spesso sia necessaria una nuova immunizzazione, in età adulta.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.65.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Binetti 1.57; si intende che vi abbiano rinunciato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Mantero 1.68 e Fossati 1.55.

  Mario MARAZZITI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 13.30, è ripresa alle 15.30.

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Ricorda che nella seduta antimeridiana odierna è proseguita la votazione degli emendamenti ed è stato votato, da ultimo, l'emendamento Fossati 1.55. L'esame riprenderà, pertanto, dall'emendamento Silvia Giordano 1.66.
  Fa presente che fino ad ora si sono svolte 57 votazioni (in quasi sei ore complessive) e che restano da effettuare ancora 147 votazioni. Segnala, quindi, che mantenendo l'attuale ritmo si rischia di non porre in votazione tutte le proposte emendative presentate.

  Matteo MANTERO (M5S), in qualità di cofirmatario, sottolinea l'importanza dell'emendamento Silvia Giordano 1.66, che, ove approvato, consentirebbe di estendere a tutte le vaccinazioni obbligatorie, ai sensi del decreto in esame, la possibilità di rivedere in maniera periodica tale obbligo attraverso un decreto ministeriale. Rileva che altrimenti, anche nel caso di superata necessità delle vaccinazioni, come quella determinatasi in relazione al vaiolo, occorrerebbe un complesso procedimento legislativo per superare l'obbligo.
  Coglie, inoltre, l'occasione della presenza della Ministra Lorenzin per riproporre alcune domande a cui non ha ricevuto risposta nelle precedenti sedute, a partire da quella relativa alla priorità di un intervento in materia di vaccini quando risultano essere altre le emergenze sanitarie del Paese, tra le quali richiama le circa mille morti annue a causa dell'AIDS o il crescente numero di decessi causati dall'antibiotico-resistenza.

  Mario MARAZZITI, presidente, invita tutti i deputati a orientare i propri interventi sul merito degli emendamenti, ricordando che non si tratta di un'audizione della Ministra, essendo invece in corso l'esame degli emendamenti riferiti al decreto in oggetto.

  Matteo MANTERO (M5S), nel concludere brevemente il suo intervento, ribadisce che al di là della giusta preoccupazione per l'aumento dei casi di morbillo, ben altre urgenze avrebbero richiesto misure rapide, tali da consentire una diminuzione dei decessi.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) esorta il presidente ad assumere un atteggiamento più flessibile rispetto al contenuto di alcuni interventi in questa fase della discussione, anche al fine di scongiurare una polarizzazione della stessa.

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  Mario MARAZZITI, presidente, nel ricordare di avere già manifestato la propria disponibilità a non applicare in maniera rigida quanto previsto dal Regolamento, apprestandosi ad esempio a dare la parola al deputato Zaccagnini per una breve dichiarazione di voto nonostante egli non faccia parte della Commissione Affari sociali, sottolinea che un utilizzo oculato dei tempi consentirebbe lo svolgimento di un maggior numero di interventi.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP) segnala che l'emendamento Silvia Giordano 1.66 consentirebbe di rimediare a una delle storture introdotte in Senato, sede nella quale la contrattazione politica ha prevalso sulle considerazioni scientifiche. Nel rilevare che il provvedimento sarà probabilmente inefficace a causa delle sue numerose lacune, svolge alcune considerazioni sulla base della documentazione acquisita nel corso delle audizioni al Senato, esprimendo rammarico per l'impossibilità di svolgere un ciclo di audizioni anche alla Camera. Osserva che i dati a disposizione mostrano che in relazione al morbillo sarebbe bastato un intervento mirato per contrastare alcuni focolai, non essendo necessario un intervento di così vasta portata come quello previsto dal decreto in oggetto. Il morbillo è stato, quindi, strumentalizzato in maniera analoga al tentativo fatto alcuni mesi prima con la meningite, rispetto alla quale, peraltro, nonostante le dichiarazioni dell'Istituto superiore di sanità, non è più prevista l'obbligatorietà della vaccinazione. Ciò appare in linea con il ruolo di capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale assunto dall'Italia nel 2014 a Washington nell'ambito del Global Health Security Agenda in presenza della Ministra Lorenzin e dell'allora presidente dell'AIFA Pecorelli. Evidenzia che in tal modo si registra una scarsa aderenza al principio di precauzione previsto a livello europeo, consentendo inoltre un notevole vantaggio per le imprese farmaceutiche.

  Mario MARAZZITI, presidente, in relazione al tema delle audizioni, ribadisce che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione ha deciso all'unanimità di soprassedere al loro svolgimento, stabilendo un diverso calendario per l'esame del provvedimento.
  Prega, pertanto, tutti i deputati di non intervenire nuovamente su tale questione. Ribadisce, inoltre, che quella che è in corso non è un'audizione e che andrebbero evitati interventi che esulino dal contenuto proprio degli emendamenti in votazione, sottraendo tempo alla discussione degli stessi.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP) conclude il suo intervento, ricordando che maggiori risorse alla ricerca possono aumentare la credibilità delle istituzioni e osservando che alcune dichiarazioni della Ministra Lorenzin basate su dati fortemente inesatti hanno contribuito a una discussione non corretta in tema di vaccini. Preannuncia il suo voto favorevole sull'emendamento Silvia Giordano 1.66.

  Matteo MANTERO (M5S), precisando di non voler difendere il collega Zaccagnini, ricorda che nel corso della discussione generale sono state svolte numerose considerazioni su temi che hanno notevole importanza per la salute dei cittadini. Invita, pertanto, nuovamente il presidente a concedere maggiore spazio al dibattito in considerazione della presenza della Ministra Lorenzin ai lavori della Commissione.

  Mario MARAZZITI, presidente, in relazione alle questioni poste nei precedenti interventi, evidenzia come il Governo sia stato sempre presente alle sedute della Commissione attraverso propri rappresentanti.

  Rocco PALESE (FI-PdL), intervenendo sull'ordine dei lavori, auspica che, al fine di concludere l'esame del provvedimento in tempo utile da consentire l'avvio della discussione in Assemblea mercoledì 26 luglio, secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, la discussione non si trasformi, a causa della Pag. 13presenza della Ministra, in una rinnovata discussione generale sul provvedimento. A tal fine ritiene che i gruppi debbano intervenire concentrando le proprie considerazioni sugli aspetti principali del provvedimento, in relazione alle questione poste dalle singole proposte emendative.

  Donata LENZI (PD), nel rammentare l'ampia discussione svolta sui contenuti del provvedimento nelle sedute di ieri, reputa opportuno che i lavori della Commissione proseguano con un intervento per gruppo per sottoporre alla Ministra le questioni che ciascuna forza politica ritiene più importanti, per poi proseguire, dopo la risposta del Governo, al voto sulle proposte emendative.

  Marialucia LOREFICE (M5S) sottolinea come, alla luce dell'andamento del dibattito sul decreto-legge svolto sia al Senato che alla Camera, e a fronte della posizione di chiusura del Governo rispetto a possibili modifiche del provvedimento, in questa fase di esame debba essere consentito ai gruppi di esprimere compiutamente le proprie perplessità sugli aspetti più critici, al fine di ottenere una risposta da parte della Ministra.

  Mario MARAZZITI, presidente, nell'evidenziare come nel corso della seduta la Ministra avrà certamente l'opportunità di esprimere la posizione del Governo sulle questioni poste dai gruppi nel corso della discussione, ribadisce l'intenzione di dare ai deputati la più ampia facoltà di esprimere la propria posizione, nell'ambito di una discussione ampia e approfondita. Al contempo segnala peraltro la necessità di proseguire i lavori della Commissione in conformità alle previsioni del Regolamento, nonché tenendo conto del fatto che la Commissione ha concluso nelle precedenti sedute la discussione generale sul provvedimento e la discussione sul complesso degli emendamenti. Reputa opportuno quindi che la Commissione proceda nella votazione delle proposte emendative.

  La Commissione respinge l'emendamento Silvia Giordano 1.66.

  Giulia GRILLO (M5S) illustra l'emendamento Colonnese 1.69, di cui è cofirmataria. Al riguardo, evidenzia come la proposta emendativa in esame sia volta a inserire nel comma 1-ter dell'articolo 1, introdotto durante l'esame al Senato, la previsione in base alla quale la relazione trasmessa dal Ministro della salute alle Camere, in caso di mancata presentazione degli schemi di decreto in materia di cessazione dell'obbligatorietà dei vaccini, debba contenere i dati relativi alle reazioni avverse correlate alla somministrazione di vaccini.
  In tale ambito, evidenzia come l'AIFA abbia pubblicato soltanto nello scorso mese di giugno il rapporto relativo agli anni 2014-2015 contenenti i dati sulla farmacovigilanza. Nel sottolineare come la mancata diffusione, in tempi rapidi, dei dati relativi al verificarsi delle reazioni avverse contribuisca a minare ulteriormente il rapporto dei cittadini con le istituzioni, reputa essenziale assicurare maggiore trasparenza, al fine di rassicurare i cittadini stessi su un tema estremamente delicato.
  Anche in relazione alle modalità di raccolta e di analisi degli eventi avversi segnalati e del metodo attraverso cui si addiviene a stabilire il nesso di causalità tra l'evento avverso e il vaccino, sottolinea come il Governo continui a rassicurare sulla sicurezza dei vaccini in assenza di dati certi, posto che la Guida contenente i criteri sulle modalità di raccolta delle segnalazioni di reazioni avverse non risulta ancora realizzata dai soggetti competenti.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP), nel condividere le finalità dell'emendamento Colonnese 1.69, evidenzia come il tema della segnalazione delle reazioni avverse ai vaccini sia molto rilevante, anche alla luce del fatto che le predette reazioni risultano essere state sempre sottovalutate e inadeguatamente segnalate da parte del personale medico.
  Nel ricordare che si tratta di un campo scientifico vasto, nell'ambito del quale sono in corso numerosi studi al fine di Pag. 14stabilire il reale impatto dei vaccini sul sistema immunitario, evidenzia come l'AIFA si sia dimostrata negligente nel diffondere i dati in suo possesso, rendendo disponibili le risultanze relative al periodo 2014-2015 soltanto nel giugno scorso.
  In tale quadro, ritiene che debba essere presa ad esempio la best practice italiana costituita dall'esempio della regione Veneto e contesta la posizione del Governo, il quale si rifiuta di seguire l'esperienza della predetta regione, sulla base di motivazioni prettamente politiche.

  Vega COLONNESE (M5S) ribadisce come la mancanza di un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni in materia di obbligo delle vaccinazioni derivi proprio dalla mancata segnalazione dei casi di reazioni avverse da parte del personale sanitario e dall'atteggiamento di coloro che continuano a negare, anche di fronte all'evidenza, il verificarsi di tali casi. Reputa quindi essenziale che, così come previsto in base all'emendamento Colonnese 1.69, il Parlamento sia informato periodicamente dall'Esecutivo, e auspica che su tale tematica la Ministra espliciti le proprie valutazioni.

  Marisa NICCHI (MDP), nell'evidenziare come il tema della farmacovigilanza non sia stato adeguatamente affrontato dal decreto-legge in esame, sottolinea come esso sia invece essenziale al fine di superare lo scetticismo dei cittadini e migliorare il loro rapporto con le istituzioni in materia di vaccinazioni.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.69.

  Silvia GIORDANO (M5S), con riferimento all'emendamento Murer 1.56, sottolinea come esso sia volto a migliorare il testo del decreto-legge introducendo una misura di buon senso. In particolare, fa presente come la proposta emendativa in esame preveda che il Ministro della salute presenti annualmente alle Camere una relazione sullo stato delle malattie infettive prevenibili con vaccinazione, nonché, tra gli altri aspetti, sulle coperture vaccinali. In relazione a tale ultimo aspetto, ritiene essenziale che sia fatta chiarezza sui dati relativi ai trend delle coperture vaccinali. Evidenzia, infatti, come, in particolare con riferimento al morbillo, la relazione illustrativa del provvedimento in esame contenga dati difformi rispetto a quelli pubblicati dall'Istituto superiore di sanità, sia in relazione all'andamento della copertura vaccinale, sia con riferimento alla soglia minima da raggiungere affinché sia assicurato, a livello nazionale, il cosiddetto «effetto gregge».
  Nel sottolineare come il suo gruppo ritenga che, con specifico riferimento al morbillo, sia effettivamente in corso un'emergenza che, sebbene non abbia i caratteri dell'epidemia, necessita di un intervento, chiede alla Ministra di fornire spiegazioni circa la difformità dei dati forniti dalle diverse istituzioni sul trend delle vaccinazioni nonché sulla soglia di copertura vaccinale che è necessario raggiungere. Preannuncia, quindi, il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Murer 1.56.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP), nel ricordare che un emendamento di analogo contenuto è stato presentato durante l'esame del provvedimento al Senato dalla senatrice Dirindin, la quale ha svolto un ottimo lavoro, ritiene particolarmente rilevante l'ultima parte del testo che fa riferimento alla raccolta dei dati «sulla qualità e completezza dei flussi informativi relativi ai diversi aspetti delle vaccinazioni e sull'organizzazione dei servizi vaccinali». Nel ricordare che non è stato varato alcun progetto da parte del Ministero della salute per affrontare le suddette questioni, si rammarica che non si sia voluto investire nel coinvolgimento dei cittadini. Nel ribadire l'importanza dell'emendamento ai fini della garanzia della sicurezza e della qualità dei vaccini, segnala la relazione finale del progetto Signum, che ha evidenziato come il 3 per cento – quindi una percentuale statisticamente rilevante – dei militari italiani di stanza in Iraq non riuscisse a sopportare Pag. 15più di cinque vaccinazioni, avendo sviluppato ossidazione cellulare del DNA. Ritiene dunque che sarebbe stato opportuno approfondire tali aspetti con un progetto di ricerca indipendente finanziato con risorse pubbliche.

  Giulia GRILLO (M5S), intervenendo a titolo personale, ricorda che a pagina 19 del rapporto sulla sorveglianza post marketing dei vaccini in Italia per il biennio 2014-2015 si precisa che: «i dati vengono forniti in modo aggregato indipendentemente dalla valutazione del nesso di causalità, al fine di fornire un'importante informazione di ritorno ai segnalatori e a tutti gli operatori sanitari che operano nel campo dei vaccini sulla performance del sistema italiano di Vaccino vigilanza e sull'effetto relativo di fattori che possono influenzare il tasso di segnalazione. Come già detto, infatti, le segnalazioni del biennio 2014-2015 sono già state valutate in termini di impatto sul rischio e pertanto, i dati riportati non possono essere utilizzati per calcolare l'incidenza delle reazioni avverse». Chiede pertanto chiarimenti alla Ministra sul significato di tali affermazioni che non appaiono comprensibili, tanto più considerato che, come dichiarato dalla stessa AIFA, le schede di segnalazione di reazioni avverse e le relative linee guida non sono state ancora diffuse tra gli operatori. Chiede, inoltre, alla Ministra se l'AIFA faccia studi di correlazione, ed eventualmente con quali metodologie, o, se li commissioni all'esterno e da chi.

  La Commissione respinge l'emendamento Murer 1.56.

  Vega COLONNESE (M5S) illustra l'emendamento Nesci 1.71, evidenziando un errore del decreto-legge che rende obbligatorie anche le vaccinazioni raccomandate, aprendo la strada realisticamente ad una grande quantità di ricorsi, visto che a settembre molti genitori non potranno iscrivere i propri figli alla scuola materna. Nel ribadire che il decreto-legge è sbagliato e anticostituzionale, sottolinea che sull'argomento si sarebbe dovuto svolgere un serio lavoro parlamentare, per il quale c'era tutto il tempo necessario considerato che la Ministra occupa il suo incarico ininterrottamente dall'inizio della legislatura.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP) aggiunge alle considerazioni della collega che si tratta di un emendamento di buon senso, che intende ridurre il danno provocato dalla decisione della Ministra di intervenire «a gamba tesa», per soli fini elettorali, su un argomento così delicato, provocando la contrarietà anche di molti colleghi della stessa maggioranza. Stigmatizza inoltre il fatto che il provvedimento introduca misure di emarginazione sociale, prevedendo una sanzione fino a 500 euro per il genitore che non vaccini il proprio figlio. Esprime il dubbio che si possa garantire l'immunità di gregge visto che viene vaccinato soltanto il 15 per cento della popolazione italiana, rappresentato dai bambini, sottolineando come la Ministra abbia lavorato in sinergia soltanto con una parte degli specialisti, fortemente interessati alla causa delle aziende farmaceutiche. A tale proposito, stigmatizza in particolare che circolari ministeriali sui vaccini portino la firma di Ranieri Guerra, funzionario del Ministero della salute che è contemporaneamente membro del Consiglio di amministrazione della Glaxo, ricordando che l'argomento è stato oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata dal suo gruppo, analogamente a quanto avvenuto anche per il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Ricciardi. Nel sottolineare come la mancata scelta di vaccini monovalenti sia stata determinata dall'interesse delle case farmaceutiche, esprime la convinzione che ridurre il numero dei vaccini obbligatori avrebbe consentito di ricostruire il rapporto di fiducia con i cittadini, evidenziando come interventi urgenti fossero eventualmente necessari esclusivamente per il morbillo e limitatamente ad alcune regioni.

  Giulia GRILLO (M5S), nel ricordare l'intervista rilasciata a Repubblica nel dicembre 2015 da Luca Pani, ex direttore Pag. 16dell'AIFA, che aveva espresso dubbi circa la necessità di un vaccino contro il rotavirus e contro il meningococco C, ribadisce la necessità di sopprime i commi 1-quater e 1-quinquies che rendono obbligatori anche quattro vaccini raccomandati.

  Matteo MANTERO (M5S), ribadisce che si tratta di una delle incongruenze del provvedimento, che inserisce in una decretazione d'urgenza quattro vaccini raccomandati per i quali non c’è alcuna emergenza. Nel segnalare che, a fronte di tali disposizioni le regioni, si dovranno fare carico di assicurare l'offerta attiva e gratuita di tali vaccini, sottolinea il paradosso per cui la Ministra della salute può con proprio decreto, decorsi i tre anni dall'entrata in vigore del provvedimento, disporre la cessazione dell'obbligatorietà per i quattro vaccini introdotti dal comma 1-bis dell'articolo 1 e non può fare altrettanto per i quattro vaccini raccomandati introdotti dal comma 1-quater.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Nesci 1.71, Rondini 1.70 e 1.81.

  Marco RONDINI (LNA), nel sottolineare l'utilità dell'emendamento a sua prima firma 1.72, che si prefigge il miglioramento del testo in esame, coglie l'occasione per ribadire l'inutilità del lavoro svolto in Commissione, considerato che il Governo ha già deciso di porre la questione di fiducia. Nel considerare risibile la motivazione portata dal Governo, secondo cui non sarebbe possibile modificare il provvedimento anche in considerazione della ristrettezza dei tempi, ricorda che il termine per la conversione del decreto-legge scade il 6 agosto. Rileva, pertanto, l'atteggiamento irrispettoso del Governo, nei confronti dei lavori parlamentari.

  Giulia GRILLO (M5S), nel segnalare che una delle fonti di preoccupazione dei genitori è la mancanza di risposte in sede di vaccinazione dei proprio figli, ricorda che la regione Veneto dal 1993 ha attivato un canale verde che, tra le altre funzioni, fornisce anche consulenza specialistica pre e post vaccinazione. Ritiene pertanto che sarebbe stato opportuno prevedere nel provvedimento un'analoga soluzione a livello nazionale invece di optare per un approccio standardizzato, rilevando come un'attenzione alla fase pre-vaccinale sia fondamentale per rassicurare i genitori e per evitare posizioni pregiudizialmente contrarie alla vaccinazione.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP) ribadisce che si tratta di un tema delicato, visto che la diffidenza dei genitori deriva dalla mancanza di un'offerta pubblica di test pre-vaccinali nonché di una seria anamnesi pre-vaccinale, volti a verificare la possibile insorgenza di eventuali reazioni avverse. Pur riconoscendo che i test pre-vaccinali non sono completamente sviluppati, ma ritiene tuttavia che sia assolutamente opportuno proseguire in quella direzione, con l'obiettivo di minimizzare le reazioni avverse, invece che procedere verso la massificazione della vaccinazione scelta dal decreto-legge in esame. Su tali basi pertanto invita la Ministra Lorenzin a fornire risposte alle sollecitazioni rivoltele, evidenziando come il provvedimento in esame imponga ai pediatri il rispetto di direttive burocratiche sottraendo loro la valutazione medica del singolo caso in nome di una supposta immunità di gregge.

  La Commissione respinge l'emendamento Rondini 1.72.

  Marco RONDINI (LNA) chiede di conoscere le ragioni del parere contrario espresso dal relatore e dal Governo sull'emendamento a sua prima firma 1.73, augurandosi che esse non riguardano la ristrettezza dei tempi. Considerato che la Ministra Lorenzin è anche una mamma, ritiene che il contenuto dell'emendamento la rassicurerebbe, esprimendo d'altro canto la convinzione che i genitori si oppongano alle vaccinazioni non partito preso ma perché non ricevono sufficienti garanzie rispetto agli eventuali rischi.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge, gli emendamenti Rondini 1.73 e 1.74 e Fossati 1.75.

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  Vega COLONNESE (M5S) ritiene che il contenuto dell'emendamento Lorefice 1.76, volto a garantire che il medico svolga una attenta e dettagliata anamnesi delle condizioni del bambino prima di sottoporlo alle vaccinazioni, dovrebbe essere considerato assolutamente normale, stigmatizzando al contrario che ciò non si verifichi nella gran parte dei centri vaccinali, che non forniscono risposta o contatti in caso di eventuali reazioni avverse. Nel ribadire come il provvedimento in esame metta in discussione il rapporto fiduciario tra i cittadini e le istituzioni, nonché tra i medici e le istituzioni, esprime la convinzione che ciò avrebbe potuto essere evitato, con un lavoro serio e un ampio ciclo di audizioni sul tema. Da ultimo ritiene che l'emendamento, di per sé ovvio, sia a maggior ragione indispensabile considerato che stiamo imponendo un trattamento obbligatorio.

  Adriano ZACCAGNINI (MDP) ritiene che l'emendamento Lorefice 1.76 sia di assoluto buon senso e sottolinea l'importanza di un'anamnesi personalizzata al fine di consentire la somministrazione dei vaccini. Ciò premesso, chiede alla Ministra Lorenzin le ragioni per le quali i genitori dovrebbero firmare un consenso informato per la somministrazione di vaccinazioni obbligatorie, ciò che appare paradossale.
  Stigmatizza la circostanza per cui il Ministero della salute non abbia ancora emanato i decreti attuativi necessari a rendere operativa anche in Italia la Convenzione di Oviedo sui diritti umani e la biomedicina, ratificata già dal 2001. Sottolinea, infine, come l'atteggiamento assunto dal Governo e dalla maggioranza di non aprirsi a un confronto con le forze di opposizione esprima la superficialità con la quale l'Esecutivo affronta un tema che, per la sua particolare delicatezza e complessità, avrebbe dovuto essere riservato al Parlamento.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla Ministra Lorenzin se ha intenzione di rispondere ai quesiti posti dai commissari nella seduta odierna.

  Mario MARAZZITI, presidente, nel far presente all'onorevole Mantero di non essere in fase di audizione, bensì in fase di esame degli emendamenti, rammenta di aver già informato la Commissione che la Ministra della salute interverrà nel corso della seduta odierna per affrontare le questioni emerse durante la stessa nel momento in cui lo riterrà opportuno.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo sull'emendamento Lorefice 1.76, di cui è cofirmatario, osserva come lo stesso sia volto ad evitare che il decreto-legge in titolo leda il diritto del singolo, sancito dall'articolo 32 della Costituzione, di accettare o rifiutare il trattamento sanitario.

  Mario MARAZZITI, presidente, nel ricordare che la pubblicità dei lavori delle Commissioni in sede referente è garantita dal Regolamento della Camera esclusivamente attraverso il resoconto sommario e l'attivazione del circuito chiuso, invita i colleghi a non effettuare riprese che vengono poi diffuse all'esterno.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, rammenta che la Presidente della Camera ha più volte annunciato di voler trasformare il Parlamento in una «casa di vetro». Ciò premesso, manifesta netta contrarietà in ordine alla decisione di permettere ai deputati che non fanno parte della Commissione di intervenire in fase di dichiarazione di voto esclusivamente su concessione della presidenza della Commissione, impedendo, di fatto, ai presentatori di emendamenti di intervenire sugli stessi. Evidenzia, in secondo luogo, come la decisione del Governo di porre la questione di fiducia sul decreto-legge in esame non faccia altro che comprimere ulteriormente la discussione in questa sede su tale materia.

  Mario MARAZZITI, presidente, rammenta al collega Baroni che un deputato Pag. 18di un'altra Commissione può sempre intervenire per illustrare i propri emendamenti nelle fasi della discussione generale e dell'illustrazione del complesso degli emendamenti, ma non durante le dichiarazioni di voto.
  Sottolinea, infatti, che in tale fase possono intervenire solo i deputati appartenenti alla Commissione o i loro sostituti, essendo le dichiarazioni di voto inestricabilmente connesse alle votazioni stesse. Nonostante la presenza di tale disposizione regolamentare, ricorda che la presidenza della Commissione ha concesso ugualmente, anche all'onorevole Baroni stesso, di intervenire in fase di dichiarazioni di voto in assenza di comportamenti ostruzionistici.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) chiede per quale ragione non sia consentito ai parlamentari di effettuare registrazioni e dirette web nel corso delle sedute, mentre, ad esempio, sia concesso a Radio radicale di trasmettere quotidianamente i lavori parlamentari.

  Mario MARAZZITI, presidente, rammenta al collega Baroni che Radio radicale utilizza il segnale fornito dal circuito chiuso della Camera dei deputati.

  Maria AMATO (PD), intervenendo in merito ai test di valutazione della probabile predisposizione a sviluppare malattie autoimmuni, rammenta che non sono citati nella letteratura scientifica test di tale tipo e sottolinea che quelle autoimmuni sono tra le malattie più difficili da diagnosticare.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.76.

  Marialucia LOREFICE (M5S) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua firma 1.78, volto a prevedere che il pediatra di libera scelta o il medico vaccinatore rilascino dopo la somministrazione delle vaccinazioni il certificato medico di rientro a scuola, tenendo conto di tempi indicati espressamente nel foglietto illustrativo del vaccino. Nel rammentare, infatti, che alcuni vaccini prevedono la messa in quarantena per periodi a volte anche lunghi, sottolinea la mancanza di corretta informazione sui vaccini stessi, denunciando la difficoltà a reperire all'interno dei centri vaccinali i foglietti illustrativi dei vaccini somministrati. Evidenzia, altresì, che il MoVimento 5 Stelle non è mai stato «no vax», puntando sempre sul concetto di raccomandazione piuttosto che su quello di obbligatorietà.

  Silvia GIORDANO (M5S), nel ringraziare il presidente per aver permesso lo svolgimento di un dibattito costruttivo, chiede allo stesso di sottoporre alla Ministra della salute, che non era presente nella seduta svoltasi nella giornata di ieri, il resoconto sommario della stessa, dal quale emerge chiaramente che il MoVimento 5 Stelle non ha mai portato avanti posizioni «no vax».

  Mario MARAZZITI, presidente, conferma quanto testé espresso dalla collega Giordano.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.78.

  Giuditta PINI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, stigmatizza il fatto che, nonostante il presidente abbia testé richiamato il divieto ad effettuare riprese audio e video nel corso della seduta, alcuni colleghi, intervenendo in maniera ripetitiva, stiano effettuando una diretta Facebook.

  Mario MARAZZITI, presidente, sollecita formalmente i colleghi che continuano ad effettuare le riprese audio e video, nonostante i precedenti ammonimenti, ad interrompere immediatamente tale attività.

  Loredana LUPO (M5S) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua firma 1.77, il cui contenuto è analogo all'emendamento Lorefice 1.78, testé respinto dalla Commissione.Pag. 19
  Ribadisce, quindi, l'importanza della corretta informazione e sottopone all'attenzione della Ministra l'opportunità di tenere nella giusta considerazione il fatto che sui foglietti illustrativi spesso viene indicata una fascia di età consigliata per somministrare i vaccini stessi, al fine di evitare di vaccinare inutilmente bambini che hanno superato tale fascia di età.

  Ileana ARGENTIN (PD), nel ringraziare il presidente per come sta gestendo i lavori della Commissione, si dichiara fiera di votare un provvedimento che estende l'obbligo vaccinale.
  Diversamente dalla collega Lupo, che ha posto l'accento sui rischi legati ai vaccini, ritiene utile condividere la propria esperienza personale, avendo conosciuto alcune persone che sono morte o hanno subito gravi conseguenze a causa dell'assenza di un'adeguata copertura vaccinale. Riallacciandosi ad alcuni interventi precedenti, osserva che in tema di prevenzione non ha particolare importanza il titolo di studio dei genitori quanto piuttosto il loro senso civico. Ribadisce, quindi, che con il provvedimento in discussione non si intende arrecare danni a nessuno ma solo prevenire la diffusione di alcune malattie tramite uno strumento utile quale la vaccinazione.

  Federico GELLI (PD), relatore, ritiene utile precisare, sulla base dei dati clinici disponibili, che utilizzando la cosiddetta quadrivalente i soggetti vaccinati possono essere contagiosi nei giorni successivi solo in relazione alla varicella e che peraltro ciò può avvenire in modo del tutto eccezionale, essendosi registrati pochissimi casi a livello mondiale nel corso di numerosi anni.

  Giulia GRILLO (M5S), rispondendo alla deputata Argentin e volendo anche porre il tema all'attenzione della Ministra Lorenzin, ritiene necessario ribadire che il MoVimento 5 Stelle non è assolutamente contrario ai vaccini ma vuole solamente rimediare ad una perdita di fiducia dei cittadini che ha portato ad una grande insicurezza. Per recuperare la fiducia e ridurre l'esitazione vaccinale, sarebbero servite risposte diverse, a cominciare da un adeguamento delle strutture sanitarie e da una migliore formazione del personale.

  La Commissione respinge l'emendamento Lupo 1.77.

  La seduta, sospesa alle 17.40, è ripresa alle 17.50.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione respinge l'emendamento Lupo 1.79.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo sull'emendamento 1.80, osservando che sinora la discussione si è svolta in un clima relativamente tranquillo, dichiara di voler evitare drammatizzazioni eccessive al fine di ottenere dalla Ministra risposte lungamente attese alle problematiche sollevate dal Movimento 5 Stelle. In questo contesto precisa che il suo gruppo non è contrario all'insieme del provvedimento, che reca alcune misure necessarie, ma esclusivamente all'articolo 1. Riconosce che il decreto in esame affronta argomenti scientifici ma osserva che viene trascurato il rapporto tra le istituzioni e quello con i cittadini. Cita in proposito le questioni poste dall'ANCI e dalla regione Veneto e segnala che sarà assai problematica la procedura di acquisto di una quantità così considerevole di vaccini. Ribadisce che il provvedimento in discussione, è basato sul presupposto per cui esiste un'emergenza sanitaria quando al massimo si può individuare un'urgenza specifica per il morbillo. In relazione a quanto affermato dalla Ministra Lorenzin nel corso dell'esame al Senato, condivide la considerazione sul fatto che il Paese è spaccato, segnalando però che ciò è stato causato proprio dalle scelte operate dal Governo. Osserva che la presenza di un grado di copertura ancora elevata dimostra che non vi è una contrarietà di principio da parte della maggior parte della popolazione in tema di vaccini, manifestando il timore che di fatto tale copertura, contrariamente Pag. 20alle intenzioni, potrebbe scendere in conseguenza dell'applicazione dello stesso decreto. Ribadisce inoltre il timore che il depotenziamento delle misure previste a seguito degli inevitabili ricorsi produca, come conseguenza futura, l'impossibilità di utilizzare strumenti sanitari adeguati al verificarsi di reali emergenze.
  Pone alla Ministra Lorenzin specifiche domande in relazione a punti critici del provvedimento.
  In particolare, chiede se le sanzioni debbano considerarsi una tantum o su base annuale nonché se sia ipotizzabile non prevedere la firma del consenso informato prima di procedere ad una vaccinazione. Osservando che per malattie quali la varicella è possibile che un bambino l'abbia contratta senza che ci sia la certificazione medica, si interroga sulla gratuità dell'analisi sierologica. Segnala quindi la necessità di fornire chiarimenti in ordine alla disponibilità di preparazioni vaccinali per soggetti in età adolescenziale, posto che i vaccini attualmente disponibili sono somministrabili in molti casi solo per bambini nei primi anni di vita. In relazione all'ambito scolastico, sottolinea l'esigenza di garantire la privacy degli alunni ed osserva che il divieto previsto, in caso di mancata vaccinazione, per la frequentazione della scuola dell'infanzia, investe anche l'ultimo anno che dovrebbe essere considerato essenziale per la preparazione alla scuola dell'obbligo. In conclusione, osserva che, se il Governo si fosse limitato ad un'azione di contrasto del solo morbillo, il decreto sarebbe stato inattaccabile, mentre, compiendo un passo eccessivamente lungo, si è provocato una reazione tale da condurre anche a grandi manifestazioni di piazza, come quella in corso di svolgimento.

  La Commissione respinge l'emendamento Lombardi 1.80.

  Vega COLONNESE (M5S) illustra l'emendamento 1.82 a sua prima firma il quale, in relazione alle vaccinazioni obbligatorie previste dal provvedimento, intende introdurre l'esenzione dal pagamento delle quote di partecipazione alla spesa sanitaria per le analisi sierologiche e le prestazioni diagnostiche che il personale medico ritenga necessario eseguire.
  Nel ribadire la centralità della questione posta, auspica che su di essa sia possibile svolgere un dialogo con la Ministra.

  Giulia DI VITA (Misto) chiede che la Ministra Lorenzin dichiari esplicitamente la propria posizione sulla questione sottesa all'emendamento Colonnese 1.82 prima che esso sia posto in votazione.

  Mario MARAZZITI, presidente, ribadisce che la Ministra risponderà alle questioni emerse nel corso della seduta quando lo riterrà opportuno, non essendo tenuta ad intervenire.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.82.

  Loredana LUPO (M5S), con riferimento al proprio emendamento 1.83, invita la Ministra a valutare con attenzione la problematica dell'esenzione dal pagamento delle quote di partecipazione alla spesa sanitaria per le analisi anticorpali eseguite in relazione alle vaccinazioni obbligatorie previste dal decreto-legge.
  Nel rilevare come si tratti di indagini diagnostiche con costi rilevanti, ritiene infatti che le famiglie non debbano essere gravate di tali oneri economici, sottolineando come, in caso contrario, il rapporto tra coloro che hanno deciso di non sottoporre i propri figli alle vaccinazioni e il sistema sanitario risulterebbe ulteriormente pregiudicato.

  La Commissione respinge l'emendamento Lupo 1.83.

  Matteo MANTERO (M5S) illustra l'emendamento Colonnese 1.84, di cui è cofirmatario. Al riguardo, rileva preliminarmente come esso affronta la questione del consenso informato, che risulta disciplinata in maniera poco chiara nell'ambito del provvedimento. In particolare, ritiene Pag. 21che debba essere esplicitato che il consenso informato richiesto per le vaccinazioni obbligatorie non esenta il Ministero della salute né il personale medico dalle responsabilità connesse agli eventi avversi.
  In una prospettiva più ampia ritiene che la proposta emendativa in esame sia lo spunto per affrontare un tema cardine, costituito dalla legittimità delle limitazioni imposte alla libertà di rifiutare i trattamenti sanitari, prevista nell'articolo 32 della Costituzione. Al riguardo, osserva come gli obblighi di vaccinazione si basino sulla fissazione di una soglia di copertura vaccinale minima, pari al 95 per cento della popolazione, affinché sia garantito il cosiddetto «effetto gregge». Nel ricordare che la soglia di copertura vaccinale necessaria risulta, in base a numerosi studi scientifici, diversa per ciascuna malattia infettiva, sottolinea come essa sia determinata da vari fattori, quali i casi secondari generati dal soggetto infettante e il tempo di incubazione della malattia.
  Nel rammentare inoltre, che, anche in base ai dati pubblicati dall'OMS, il livello minimo di copertura vaccinale in Italia risulta garantito per tutte le malattie infettive tranne che per il morbillo, ritiene inevitabile che le disposizioni del decreto-legge recanti l'obbligo di effettuare numerose vaccinazioni obbligatorie determineranno un ampio contenzioso. In maniera del tutto ingiustificata, infatti, l'obbligo di vaccinazione riguarda, oltre al morbillo, altre nove malattie infettive, in assenza di dati scientifici a sostegno della previsione di tale obbligo.

  Donata LENZI (PD), con riferimento all'emendamento Colonnese 1.84, rammenta che è stata di recente approvata una legge organica in materia di responsabilità del personale sanitario, che ha provveduto anche a chiarire quali siano le responsabilità facenti capo al Ministero della salute. In relazione alle considerazioni svolte dai deputati Mantero e Silvia Giordano, fa presente altresì come numerosi articoli scientifici abbiano evidenziato che la soglia di copertura vaccinale minima deve essere valutata in relazione a elementi ambientali, tra i quali cita la densità di popolazione.
  In tale ambito, rileva inoltre come l'OMS abbia pubblicato il Piano d'azione europeo per le vaccinazioni 2015-2020, al quale l'Italia ha aderito, che stabilisce l'obiettivo del 95 per cento di copertura in almeno il 48 per cento dei Paesi europei. Evidenzia, quindi, come il Paese sia chiamato a compiere una scelta precisa su questi temi.
  Ribadisce, poi, di condividere l'impostazione del provvedimento in esame.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.84.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Cristian Iannuzzi 1.85: s'intende che vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Grillo 1.95 e Palese 1.92.

  Giulia GRILLO (M5S) illustra l'emendamento Nesci 1.94, di cui è cofirmataria, volto a introdurre la previsione in base alla quale i soggetti immunizzati adempiono all'obbligo vaccinale solo con vaccini in formulazione monocomponente o combinata in cui sia assente l'antigene per la malattia infettiva alla quale risultano immunizzati.
  Al riguardo, ricorda l'indagine svolta dall'Autorità garante della concorrenza, dalla quale è emerso che i quattro leader nella produzione di vaccini, per proprie strategie commerciali, non producono vaccini in formulazione monocomponente. Il predetto dato, unitamente alle clausole di riservatezza contenute nei contratti stipulati dai produttori di vaccini, impediscono una reale trasparenza e non consentono di ottenere l'acquisto di vaccini al miglior prezzo.
  In linea generale, chiede alla Ministra perché, anche in occasione dell'adozione del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, non siano stati svolti necessari accertamenti e verifiche sul costo dei vaccini, sulla possibilità di rinegoziare i contratti Pag. 22con le case farmaceutiche e su tutti gli altri aspetti necessari per adottare una politica sanitaria appropriata e seria.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Nesci 1.94 e Fossati 1.86.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) segnala che l'emendamento a sua prima firma 1.93 è teso a migliorare il testo che maggioranza e Governo hanno modificato al Senato su sollecitazione dello stesso Movimento 5 Stelle, con riguardo ai vaccini monovalenti. Rileva che tale emendamento si riferisce a bambini che potrebbero essere già immunizzati e per i quali si prevede la possibilità di produrre vaccini monovalenti, eliminando gli eventuali limiti introdotti dalla formulazione del Senato.
  Sottolinea che, come evidenziato nelle sentenze della Corte costituzionale, si è in presenza di diritti non comprimibili, tanto meno per vincoli di bilancio, e che la richiesta avanzata al Senato dal Movimento 5 Stelle non prevedeva i limiti successivamente introdotti. Da ultimo stigmatizza il fatto che il Ministero non disponga neppure dei numeri relativi alla copertura vaccinale come evidenziato a pagina 5 della circolare sugli aspetti operativi per la piena e uniforme implementazione del nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale per il periodo 2017-2019.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Fossati 1.87, Baroni 1.93 e Rondini 1.96.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Binetti 1.88 e Palese 1.89: si intende che vi abbiano rinunciato.

  Dalila NESCI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede ulteriori chiarimenti in merito alla presentazione della relazione tecnica già richiesta in occasione dell'esame al Senato e non ancora pervenuta.

  Mario MARAZZITI, presidente, nel ricordare che ci sono molti precedenti in cui la relazione tecnica è pervenuta a votazioni concluse, segnala che la sua presentazione è obbligatoria per l'espressione del parere da parte della Commissione bilancio. Considerato che la Commissione bilancio è convocata nella giornata di domani per l'espressione del parere al provvedimento in esame, ritiene probabile che la relazione tecnica pervenga nel corso dei lavori della seduta odierna.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Fossati 1.90 e Palese 1.91, gli emendamenti Mantero 1.99, Colonnese 1.97, Rondini 1.98, 1.102, 1.101, 1.100, 1.103, 1.104 e 1.106.

  Matteo MANTERO (M5S) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Binetti 1.105, che ritiene assolutamente condivisibile dal momento che in maniera del tutto ragionevole estende anche allo specialista la possibilità di documentare specifiche condizioni cliniche tali da escludere la vaccinazione. Chiede pertanto di conoscere le motivazioni che hanno indotto il relatore e il Governo a esprimere parere contrario.

  La Commissione respinge l'emendamento Binetti 1.105.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) illustra l'emendamento Lombardi 1.107, che richiede l'accertamento delle condizioni di salute del bambino, al fine di consentire la somministrazione dei vaccini, ritenendo tale intervento importante soprattutto a fronte del notevole incremento delle vaccinazioni, nonché dello stress del Servizio sanitario nazionale determinati dal provvedimento in esame. Sottolinea peraltro come il provvedimento abbia messo insieme le normali malattie esantematiche del bambino con il morbillo, unica malattia sulla quale era necessario concentrarsi. Ritiene pertanto che il provvedimento all'esame abbia ottenuto l'effetto di diffondere ulteriore preoccupazione sul tema.

  La Commissione respinge l'emendamento Lombardi 1.107.

Pag. 23

  Matteo MANTERO (M5S), con riferimento all'emendamento Colonnese 1.109, segnala una grave omissione del provvedimento, che con il comma 3-bis dell'articolo 1 attribuisce all'AIFA il compito di confermare l'associazione di eventuali eventi avversi con la vaccinazione, considerato l'evidente conflitto di interessi dell'agenzia che è chiamata ad autorizzare i vaccini. Ritiene che il provvedimento vada nella direzione opposta in tema di recupero della fiducia dei cittadini dal momento che negando o oscurando la relazione eventuale tra vaccinazioni ed eventi avversi si alimenta la paura, sottolineando che gli strumenti migliori per affrontare la situazione siano la trasparenza e la presa in carico delle preoccupazioni dei genitori.

  Giulia GRILLO (M5S) stigmatizza il fatto che siano tuttora inevase le domande che da tempo rivolge alla Ministra della salute, in particolare in relazione ai soggetti deputati agli studi di correlazione. A tale proposito, segnala l'esempio positivo rappresentato dalla regione Veneto che ha individuato a questo scopo un ente terzo rispetto all'ente amministratore e all'assessorato alla salute.
  Esprime la convinzione che se non si risolve questo aspetto saremo sempre all’«anno zero» della trasparenza che, pur non rientrando tra gli obiettivi del Governo, è comunque essenziale per riconquistare la fiducia dei cittadini. Nel ricordare che le vaccinazioni vengono somministrate a soggetti sani, segnala la necessità di una maggiore cautela nella valutazione dei rischi rispetto al caso di una persona malata che assuma un farmaco per necessità.

  Giulia DI VITA (Misto) stigmatizza il fatto che l'AIFA, oltre ad essere, ai sensi del comma 3-bis dell'articolo 1, l'organismo chiamato a monitorare gli eventuali eventi avversi, sia anche il soggetto che i genitori chiamano in causa in caso di eventuali reazioni avverse, sottolineandone l'evidente conflitto di interessi. Nel sollecitare chiarimenti della Ministra Lorenzin sull'argomento, segnala che l'opposizione non sta ponendo questioni ostruzionistiche, ma sta tentando almeno di dare una risposta ai dubbi sollevati dal provvedimento in esame e condivisi da molti genitori. In assenza di tali chiarimenti e in considerazione del fatto che il testo non potrà essere modificato, si domanda quale sia il senso dei lavori parlamentari, evidenziando la mortificazione della Camera dei deputati operata dal Governo.

  Mario MARAZZITI, presidente, ricorda che si sta procedendo alla votazione degli emendamenti e non alla sottoposizione di domande alla Ministra Lorenzin, la quale ha tuttavia anticipato che renderà le necessarie precisazioni nel momento che riterrà opportuno.

  Silvia GIORDANO (M5S), nell'intervenire sull'ordine dei lavori, ritiene giusto che la Ministra Lorenzin intervenga subito, considerato che sono le ore 19 e che, come previsto, la seduta si chiuderà alle ore 20.

  Mario MARAZZITI, presidente, considerato che è stato convenuto di concludere i lavori della giornata odierna entro le ore 20, ritiene opportuno proseguire con la votazione degli emendamenti, dando poi la parola alla Ministra Lorenzin in tempi adeguati affinché possa rendere le precisazioni che riterrà necessarie.

  Vega COLONNESE (M5S) considera indispensabile che le risposte vengano fornite immediatamente, anche per consentire eventuali repliche da parte dei deputati.

  Mario MARAZZITI, presidente, ricorda che è nella libera facoltà della Ministra Lorenzin decidere sull'opportunità e sulla durata del suo eventuale intervento.

  Giulia GRILLO (M5S) dissente profondamente dalla scelta della Ministra, avallata dal presidente della Commissione, di intervenire a un'ora prestabilita anziché interloquire con i deputati sui singoli emendamenti, come più volte richiesto. In particolare, lamenta il fatto che siano stati Pag. 24bocciati tutti gli emendamenti presentati dal suo gruppo senza che sia stato fornito alcun chiarimento. Ritiene, quindi, che a questo punto vengano meno le ragioni per procedere con l'esame degli emendamenti.

  Marialucia LOREFICE (M5S) avanza una richiesta ufficiale ai nomi dei componenti del gruppo Movimento 5 Stelle, chiedendo che le votazioni dei residui emendamenti siano rimandate a domani e che si utilizzi tutto il tempo residuo, fino alle ore 20, per i chiarimenti da parte della Ministra Lorenzin.

  Mario MARAZZITI, presidente, ribadisce che non è nelle sue prerogative stabilire se e quanto a lungo parlerà la Ministra, ribadendo che non si tratta di un'audizione né di una formale richiesta di chiarimenti.

  Marialucia LOREFICE (M5S) esprime la convinzione che il presidente in tal modo offenda l'intelligenza degli interlocutori, ritenendo che essi non abbiano compreso i termini della questione.

  Silvia GIORDANO (M5S), concordando con il presidente con il fatto che non si tratti di una audizione, ritiene che la Ministra Lorenzin possa liberamente scegliere di non intervenire, assumendosene tutte le responsabilità. Nel rilevare che ogni intervento svolto da parte di componenti del suo gruppo conteneva almeno una richiesta di chiarimenti, è del parere che la Ministra possa intervenire almeno sui singoli emendamento quando lo ritenga opportuno, considerato che in tal modo, come da Regolamento, sarebbe consentita la replica da parte dei deputati intervenuti.

  La ministra Beatrice LORENZIN fa presente di avere ascoltato con particolare interesse l'intero dibattito svoltosi nella seduta odierna e di aver letto attentamente i resoconti delle precedenti sedute. Ritiene, pertanto, di poter intervenire intorno alle 19.30, al termine delle votazioni della seduta odierna, dichiarandosi disponibile, qualora i commissari lo desiderino, ad affrontare nel merito tutte le questioni sinora sollevate. Precisa che il suo atteggiamento è dettato dal rispetto nei confronti dei colleghi parlamentari, ma anche e soprattutto dei cittadini che da questo dibattito aspettano le risposte tecniche che il Governo è in grado di fornire.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.109.

  Marisa NICCHI (MDP) sottoscrive l'emendamento Zaccagnini 1.113.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo sull'emendamento Zaccagnini 1.113, fa preliminarmente presente che, durante la fase di votazione degli emendamenti, normalmente il Governo interloquisce con i parlamentari. Rammenta, infatti, che sia nella seduta di ieri sia in quella antimeridiana di oggi, rispettivamente i sottosegretari Faraone e Amici sono più volte intervenuti nell'ambito della regolare dialettica parlamentare, cosa che invece la ministra Lorenzin, a suo avviso con atteggiamento poco corretto nei confronti del Parlamento, non ritiene opportuno fare.
  Quanto al contenuto dell'emendamento 1.113, con il quale si eliminano le sanzioni previste nel caso di mancata osservanza dell'obbligo vaccinale, ritiene che con l'approvazione dello stesso non si determinerebbe un calo vaccinale, ma si continuerebbe ad avere una copertura superiore alla soglia del 95 per cento, come già avviene per tutte le vaccinazioni attualmente obbligatorie per le quali, comunque, non è prevista alcuna sanzione.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Zaccagnini 1.113 e Nicchi 1.112.

  Silvia GIORDANO (M5S) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento Colonnese 1.111, del quale è cofirmataria, identico alle proposte emendative Di Vita 1.110 e Rondini 1.114, volto a sopprimere il comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge in titolo.

Pag. 25

  Marco RONDINI (LNA), nell'illustrare l'emendamento a sua firma 1.114, rammenta al Ministro della salute come 15 Paesi europei, tra cui la Germania e il Regno Unito, pur non avendo previsto alcuna obbligatorietà, non abbiano ne compromesso la copertura vaccinale. Rileva come il provvedimento in discussione sia nato da un'esigenza mediatica e non reale dettata dall'incidenza di meningite che ha interessato la regione Toscana e che ha costituito certamente un'urgenza ma non certo un'emergenza per il Paese. Ritiene che la previsione di sanzioni in caso di mancata osservanza dell'obbligo vaccinale e l'obbligatorietà stessa siano due aspetti intollerabili per uno Stato civile e rammenta che in materia vaccinale la regione Veneto aveva adottato un modello virtuoso che l'Esecutivo avrebbe potuto utilizzare per tutto il Paese.

  Vega COLONNESE (M5S), intervenendo a titolo personale, manifesta contrarietà in ordine alla disposizione di cui al comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge con la quale è disposta la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100 a euro 500 in caso di mancata osservanza dell'obbligo vaccinale. Osserva, infatti, che tali sanzioni, sebbene ridotte rispetto alla previsione iniziale, risultano comunque particolarmente gravose per una gran fetta di popolazione.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Di Vita 1.110, Colonnese 1.111 e Rondini 1.114.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Palese 1.116: s'intende che vi abbia rinunciato.
  Come preannunciato, dà la parola alla Ministra della salute, rinviando il seguito della votazione delle proposte emendative alla seduta di domani.

  La ministra Beatrice LORENZIN sottolinea preliminarmente che il decreto-legge all'esame della Commissione è stato oggetto di un esame lungo e approfondito da parte del Senato, che lo ha approvato, senza che l'Esecutivo abbia dovuto ricorrere all'apposizione della fiducia. Rammenta, altresì, che è proprio prerogativa della dialettica parlamentare prevedere che, qualora un ramo del Parlamento utilizzi un tempo più lungo per esaminare un decreto-legge, l'altro ramo, a causa della scadenza dello stesso, abbia a disposizione un tempo più breve.
  Fa presente di essersi impegnata al fine di ottenere il più ampio consenso possibile sulla materia da parte di tutti i gruppi parlamentari del Senato e di esaminare tutti le questioni dagli stessi evidenziate. Rammenta che nella prima stesura il decreto-legge non prevedeva una lista precisa di vaccinazioni, bensì demandava al Ministro della salute la facoltà di individuare annualmente le vaccinazioni obbligatorie. Osserva che tale strategia non è stata perseguibile in quanto nel nostro ordinamento è necessario che disposizioni di questo tipo siano contenute all'interno di norme di rango primario.
  Evidenzia, in particolare, la previsione della possibilità, decorsi tre anni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge e successivamente con cadenza triennale, che il Ministro della salute adotti un decreto con il quale possa disporre la cessazione dell'obbligatorietà per una o più delle vaccinazioni anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella, precisando che il termine di tre anni è stato individuato in quanto coincidente con quello della durata del Piano nazionale di prevenzione vaccinale, compreso all'interno dei LEA.
  Rammenta che il Piano nazionale di prevenzione vaccinale è stato approvato con il consenso di tutte le forze politiche e di essere intervenuta sulla materia a seguito di richieste e sollecitazioni da parte delle regioni.
  Fa, quindi, presente che, non essendo stata sufficiente la campagna informativa, si è reso necessario utilizzare lo strumento del decreto-legge. Ricorda che il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019, che trova le risorse necessarie all'interno del finanziamento dei livelli essenziali Pag. 26di assistenza e di quanto previsto dall'ultima legge di bilancio, già prevede l'aumento del trend vaccinale anche attraverso opportune campagne di informazione. Tale dimensione ha trovato recepimento sia all'interno del decreto che negli ordini del giorno accolti, prevedendo un contatto ripetuto con le famiglie, al fine di evitare il momento sanzionatorio. Il decreto si è reso necessario perché non sono state sufficienti le campagne di sensibilizzazione condotte negli ultimi anni e le politiche proattive adottate. Ad esempio, il caso del Veneto dimostra che, anche stanziando risorse ingenti, l'inversione di tendenza è apparsa insufficiente.
  Segnala, poi, che anche malattie quali rosolia e parotite possono essere assai pericolose in età adulta. Rispondendo a coloro che hanno negato una emergenza sanitaria in relazione al morbillo, sottolinea che 3.672 casi rappresentano un elemento di estrema gravità, osservando oltretutto che, come affermato giustamente dal governatore Zaia, non tutte le regioni dispongono come il Veneto di un sistema automatico di notifica e che pertanto i casi reali possono essere largamente superiori. L'Italia è stata considerata come un Paese fortemente a rischio all'interno dell'area europea e deve essere accolto con imbarazzo l'invito rivolto da alcune autorità internazionali a vaccinarsi nel caso di necessità di recarsi nel nostro Paese.
  Più in generale, la situazione attuale fotografa un livello di immunizzazione non soddisfacente e pertanto è apparso necessario un intervento di messa in sicurezza, non solo dei bambini, per evitare un'emergenza più vasta. La scelta di vaccinare le coorti di bambini è determinata da esigenze pratiche anche se, come accaduto nel caso toscano per la meningite, non è mai da escludere la vaccinazione anche degli adulti.
  Ricorda, quindi, che la decisione adottata nel 1999, di eliminare l'obbligatorietà dei vaccini, era basata sull'ipotesi di una raggiunta consapevolezza sull'importanza degli stessi. A partire da alcuni anni fa, anche in relazione al fatto che di alcune malattie si è persa la memoria collettiva, ha cominciato a essere sottovalutata l'importanza di quello che rimane il principale elemento di profilassi. Segnala che purtroppo malattie che, diversamente dal vaiolo, non sono state eradicate, hanno ricominciato a riapparire in maniera preoccupante, come è il caso del vaiolo nelle aree di conflitto del Medioriente.
  Alcuni casi di difterite, malattia gravissima, sono stati registrati in Paesi dell'Unione europea e il commissario europeo alla salute ha lanciato un allarme sui rischi della recrudescenza della poliomielite. Sottolinea che un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dall'aumento esponenziale della mobilità delle persone, causata non solamente dai fenomeni migratori.
  Inoltre, esistono profonde motivazioni etiche nell'assicurare un'adeguata copertura vaccinale a cominciare da quella di proteggere e di assicurare una vita normale ai soggetti che non possono vaccinarsi, attraverso il cosiddetto effetto gregge. Oltre che un dovere civico, ciò rappresenta un'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione che prevede un diritto alla salute per tutti i cittadini.
  Rileva che un altro importante obiettivo del decreto è quello di recuperare le mancate vaccinazioni di minori negli anni passati e che per questo è previsto un obbligo fino ai 16 anni. In relazione a ciò, l'ipotesi originaria non era quella delle sanzioni ma di condizionare alla vaccinazione la frequentazione della scuola, ipotesi superata a seguito del confronto parlamentare.
  Per quanto concerne il tema delle soglie, ricorda che l'Organizzazione mondiale della sanità prevede una variazione tra il 90 e il 95 per cento a seconda delle patologie e delle condizioni dei diversi Paesi. Diversamente da una realtà come l'Islanda, da alcuni citata, caratterizzata da una bassa densità di popolazione, per le condizioni del nostro Paese appare adeguata una soglia del 95 per cento.
  Nell'evidenziare che per decenni l'obbligo vaccinale è stato previsto a legislazione vigente, una volta ripristinata attraverso lo strumento del decreto un'adeguata copertura, occorrerà riflettere sugli Pag. 27errori del passato, trovando le modalità per campagne di sensibilizzazione efficaci. Se in passato bastava la semplice opinione del medico, le autorità sanitarie devono essere capaci, nell'epoca dei social, di sviluppare maggiormente un dialogo, tenendo conto della complessità della comunicazione scientifica.
  Per quanto riguarda gli effetti avversi, osserva che in alcuni casi la portata di essi è stata travisata in quanto vengono registrati anche quelli di portata minima. Esagerando tali dati, si attua una vera e propria disinformazione. In ogni caso, pur rispettando le opinioni di coloro che ritenevano non necessaria l'adozione del decreto, si dichiara serena nell'avere compiuto una scelta sicuramente difficile, considerando suo dovere quello di evitare danni alla salute dei cittadini a causa della propria negligenza. Si assume pertanto la responsabilità di tale scelta, ringraziando coloro che al Senato hanno votato favorevolmente anche se non pienamente convinti delle misure adottate. Il Parlamento conserva una grande responsabilità nel dialogo con tutti i cittadini e dovrebbe adoperarsi per rafforzare la fiducia nelle istituzioni scientifiche.
  Entrando nel merito dei quesiti più puntuali che le sono stati posti, rispetto a quanto segnalato dal deputato Mantero, sottolinea che il tema dell'antibiotico-resistenza già costituisce un obiettivo prioritario dell'azione di Governo, essendo da poco stato approvato per la prima volta un apposito piano da parte del Consiglio superiore di sanità. Si dichiara felice se sarà possibile illustrare tale piano in un'audizione presso la Commissione Affari sociali.
  In relazione agli eventi avversi, ricorda che il comma 3-bis dell'articolo 1 prevede una relazione annuale sui risultati di resistenza di farmacovigilanza. Rispetto a ciò, mette a disposizione della Commissione un documento di cui illustra gli aspetti essenziali. Le segnalazioni di sospetta reazione avversa ai vaccini, come quelle ai farmaci, vengono raccolte mediante la rete nazionale di farmacovigilanza in collegamento operativo con il network Eudra Vigilance che raccoglie le segnalazioni provenienti da 125 Paesi. L'acquisizione di una segnalazione prevede una serie di passaggi chiaramente definiti. I dati che vengono dalle segnalazioni spontanee hanno l'obiettivo di generare «segnali di allerta» per promuovere ulteriori approfondimenti. Sono facilitate le segnalazioni da parte degli operatori sanitari. Nel luglio del 2014 è stato istituito presso l'AIFA uno specifico gruppo di lavoro per la vaccinovigilanza.

  Mario MARAZZITI, presidente, scusandosi con la Ministra Lorenzin per l'interruzione, invita nuovamente a sospendere la diffusione della seduta tramite la rete internet, non consentita dal Regolamento della Camera, dichiarandosi altrimenti costretto a segnalare l'accaduto alla Presidente della Camera.

  La Ministra Beatrice LORENZIN, riprendendo il suo intervento, precisa che il decreto ha previsto, dopo una prima autocertificazione, un congruo tempo a disposizione per comunicare l'avvenuta immunizzazione dopo avere contratto la malattia. In ogni caso, pur essendo previsto il ricorso ai vaccini monocomponenti, sottolinea che una nuova vaccinazione ha di fatto l'effetto di un semplice richiamo, rafforzando il sistema immunitario. Invita pertanto a non diffondere allarmismi privi di evidenza scientifica, ricordando il caso dei bambini plurivaccinati in quanto vivono in contesti epidemici, dichiarando che metterà a disposizione della Commissione la documentazione necessaria. Ricorda di essersi in ogni caso battuta per ottenere la produzione di un vaccino monocomponente per la difterite, essendone cessata la produzione. La vaccinazione pluricomponente rimane però meno traumatica per i bambini coinvolti. Per quanto riguarda l'eventuale analisi sierologica, precisa che essa è a carico delle famiglie, precisando che in questo caso il ticket di compartecipazione varia da 5 a 11 euro a seconda delle diverse malattie.
  In relazione all'esperienza di altri Paesi, sottolinea l'esempio di una realtà considerata spesso libertaria, come la California, Pag. 28dove è stato recentemente introdotto l'obbligo vaccinale in relazione a nuove patologie; la Germania prevede sanzioni fino a 2.500 euro per quanto riguarda la mancata vaccinazione contro il morbillo e in Francia si sta ipotizzando di adottare una scelta analoga alla nostra.
  È vero che vi sono numerosi Paesi che non prevedono alcun obbligo di vaccinazione, ma si tratta di realtà diverse rispetto alle quali efficaci politiche di informazione hanno evitato la sedimentazione delle paure. Richiamandosi alla considerazione svolta dalla deputata Grillo sul fatto che la vaccinazione rappresenta la somministrazione di un farmaco a un soggetto sano, ricorda che timori di questo genere rappresentano un retroterra profondo da sempre all'origine di alcune paure rispetto a questo importante strumento di profilassi. Anche per questo motivo, il provvedimento insiste molto, oltre che sull'obbligatorietà, sugli aspetti legati all'informazione e alla comunicazione, anche per affrontare un problema di portata più generale rappresentato dall'analfabetismo scientifico. Per rispondere ai timori avanzati rispetto all'utilizzo di vaccini che sarebbero sconsigliati per soggetti che non si trovino in età pediatrica, evidenzia che nessuna delle disposizioni del decreto-legge comporta un rischio per la salute dei minori. Al riguardo, comunica di avere effettuato tutti i necessari approfondimenti dopo che il tema era stato sollevato nel corso del dibattito al Senato. In particolare, il vaccino anti-haemophilius influenzae tipo B è consigliato in età pediatrica semplicemente in quanto più efficace che in un'età successiva.
  Per quanto concerne le sanzioni, precisa che, ai sensi della normativa vigente, verrà applicata un'unica sanzione a prescindere dal numero di vaccinazioni omesse, che potrà invece condizionare l'importo della sanzione stessa. È ipotizzabile un'ulteriore sanzione nel caso di nuova violazione di un successivo obbligo vaccinale. Auspica fortemente che tali sanzioni non saranno necessarie, sperando che la maggior parte di coloro che si dichiarano contrari all'obbligo dei vaccini non siano in realtà contro ai vaccini stessi. Ritiene necessario contrastare ogni forma di irrazionalità, ricordando che nel corso dell'esame al Senato è stata addirittura sostenuta una contrarietà ai vaccini basata sul supposto uso di feti di bambini per la loro produzione.
  La vaccinazione non rientra nell'applicazione del consenso informato in quanto obbligo di legge e non atto medico al quale l'assistito può discrezionalmente decidere di sottoporsi. È in ogni caso previsto, come previsto a seguito delle modifiche introdotte al Senato, un articolato meccanismo di comunicazione tra le aziende sanitarie e i genitori che non hanno provveduto a effettuare le vaccinazioni. Le sanzioni potranno essere comminate solo nel caso in cui i genitori non si presentano al colloquio o rifiutano la somministrazione del vaccino dopo di esso.
  Per quanto riguarda le questioni sollevate rispetto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, osserva che ogni istituzione deve svolgere il proprio compito e che il Ministero cercherà in ogni caso di agire per il meglio.
  Sperando di essere riuscita a rispondere in maniera esauriente ai quesiti posti, segnala in ogni caso che il materiale, frutto del complesso esame del provvedimento svolto al Senato, potrà fornire ulteriori elementi utili.

  La seduta termina alle 20.20.