CAMERA DEI DEPUTATI
Domenica 23 luglio 2017
858.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

  Domenica 23 luglio 2017. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone.

  La seduta comincia alle 10.05.

DL 73/2017: Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale.
C. 4595 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 21 luglio 2017.

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  Ricorda che la Commissione è oggi convocata, in sede referente, per il seguito dell'esame del disegno C. 4595, approvato dal Senato, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale.
  Ricorda, quindi, che nella seduta di venerdì 21 luglio il relatore, on. Gelli, ha svolto la relazione e che nella stessa giornata, alle ore 18, è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti. Avverte che sono state presentate circa 220 proposte emendative (vedi allegato), due delle quali presentano profili di criticità relativamente alla loro ammissibilità. Al riguardo, ricorda che, trattandosi di un decreto-legge, il regime di ammissibilità delle proposte emendative è stabilito dall'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, ai sensi del quale non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all'esame della Camera.
  La necessità di rispettare rigorosamente tali criteri si impone ancor più a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2012 e di alcuni richiami del Presidente della Repubblica nel corso della precedente e di questa legislatura. In tale contesto, le Presidenze delle Commissioni sono chiamate ad applicare le suddette Pag. 4disposizioni regolamentari e quanto previsto dalla circolare del Presidente della Camera dei deputati del 1997.
  Alla luce di tali considerazioni, devono considerarsi inammissibili per estraneità di materia le seguenti proposte emendative: Centemero 3-bis.01, che prevede l'indizione di un nuovo concorso pubblico per l'assunzione dei direttori dei servizi generali ed amministrativi; Centemero 5.4, volto ad incrementare il fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici.
  Il termine per la presentazione di eventuali ricorsi avverso tali valutazioni di inammissibilità è fissato alle ore 18 di oggi.
  Avverte, altresì, che prima della seduta odierna sono stati ritirati gli emendamenti Rostellato 3.1 e Silvia Giordano 1.64. Avverte, inoltre, che la deputata Giulia Di Vita ha sottoscritto i seguenti emendamenti: 1.2, 1.1, 1.5, 1.7, 1.6, 1.21, 1.22, 1.44, 1.23, 1.45, 1.61, 1.62, 1.64, 1.67, 1.65, 1.68, 1.66, 1.69, 1.71, 1.76, 1.78, 1.77, 1.79, 1.80, 1.82, 1.83, 1.84, 1.95, 1.94, 1.93, 1.99, 1.97, 1.107, 1.109, 1.111, 1.115, 1.119, 1.126, 1.127, 1.128, 2.2, 2.4, 2.5, 2.6, 3.9, 3.15, 3.17, 3.22, 3-bis.6, 4.3, 4-bis.1, 4-bis.2, 4-ter.1, 5.2, 5.5, 5-bis.1, 5-bis.2, 5-bis.3, 5-ter.1, 5-ter.2, 5-quater.1, 5-quater.2, 5-quater.3 e 6.1.
  Ricorda che, sulla base di quanto si è convenuto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di giovedì 20 luglio, nonché delle intese intercorse tra i gruppi, nella mattinata odierna potrà svolgersi la discussione sul decreto-legge in oggetto. L'esame delle proposte emendative, con votazioni, è previsto dalle ore 15 fino alle 18 di oggi, per proseguire poi nelle giornate di domani, lunedì 24 luglio (dalle ore 10 alle 20), e di martedì 25 luglio (dalle ore 9.30 fino alle 15).
  L'esame del provvedimento dovrà concludersi in tempo utile da consentire l'avvio della discussione in Assemblea mercoledì 26 luglio, alle ore 16.30, secondo quanto è stato stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo nella riunione di giovedì 20 luglio.
  Al fine di garantire a tutti i colleghi la possibilità di intervenire in tempi congrui, invita ad iscriversi nella discussione coloro che sono interessati, in modo da poter organizzare al meglio i lavori della Commissione.
  Prima di iniziare la discussione, ricorda che nella seduta del 21 luglio scorso l'onorevole Silvia Giordano aveva chiesto di acquisire informazioni in ordine alla relazione tecnica aggiornata al momento del passaggio del provvedimento all'altro ramo del Parlamento. Chiede, quindi, al rappresentante del Governo di fornire elementi conoscitivi al riguardo.

  Il sottosegretario Davide FARAONE, ricordando la disciplina che la legge n. 196 del 2009 detta con riguardo alle relazioni tecniche riferite a provvedimenti che, modificati da un ramo del Parlamento, devono essere esaminati in seconda lettura, fa presente che, come disposto dalla legge citata, il Ministero della salute, competente alla redazione, ha predisposto la relazione tecnica che, tuttavia, prima di essere trasmessa alla Camera, deve essere verificata positivamente dal Ministero dell'economia e finanze. Assicura, quindi, che, non appena sarà compiuto anche tale passaggio richiesto dalla normativa contabile, sarà cura del Governo trasmettere al più presto la relazione tecnica aggiornata.

  Dalila NESCI (M5S) fa presente che il proprio gruppo ritiene imprescindibile la relazione tecnica per poter verificare l'effettiva sussistenza delle risorse necessarie all'applicazione del provvedimento, essendo questo uno dei punti su cui più si è discusso al Senato. Pertanto, dal momento che le quantificazioni riportate nelle relazioni tecniche sono determinanti per il prosieguo dell'esame di qualsiasi proposta normativa, anche di quelle comportanti costi irrisori, chiede se, sulla base della prassi parlamentare, l'esame del provvedimento può proseguire anche in assenza di relazione tecnica.

  Mario MARAZZITI, presidente, evidenzia che, sulla base di numerosi precedenti, Pag. 5l'assenza della relazione tecnica non ha mai pregiudicato il prosieguo dell’iter di approvazione dei disegni di legge alla Camera. Al riguardo, precisa che la Presidenza della Camera assegna i provvedimenti approvati dal Senato senza attendere l'aggiornamento della relazione tecnica e senza porre all'assegnazione stessa alcuna riserva o limite. Dalla prassi parlamentare, inoltre, risulta che in numerosissimi casi la relazione tecnica aggiornata da parte del Governo è stata trasmessa dopo l'inizio dell'esame in sede referente e, in particolare, essa risulta spesso sollecitata durante la fase di esame in sede consultiva presso la Commissione Bilancio. Ciò precisato, auspica che la relazione in oggetto venga trasmessa al più presto alla Camera.

  Silvia GIORDANO (M5S), prendendo atto delle precisazioni fornite dal presidente Marazziti, rinnova la richiesta al Governo di trasmettere al più presto la relazione tecnica sul provvedimento come modificato dal Senato.

  Paola BINETTI (Misto-UDC-IDEA), richiamando in premessa il grandissimo fascino della storia dei vaccini, ripercorre i passi che sono stati compiuti fino alla scoperta del vaccino contro il vaiolo, a partire dall'osservazione empirica di un mungitore di mucche, per arrivare alle applicazioni dei veterinari, prima, e dei medici, dopo. La pubblicazione degli articoli di Jenner sulle riviste scientifiche fu possibile solo dopo l'accumularsi di circa trecentocinquanta casi positivi. La stessa vicenda si è riprodotta per la scoperta dei vaccini contro la rabbia e contro la poliomielite, fornendo la dimostrazione, a suo avviso, dell'importanza di una società capace di costruire intorno a tale scienziati e alle loro esperienze il clima di fiducia necessario all'intuizione del valore universale delle loro scoperte. Altrettanto interessante è la storia degli obblighi vaccinali, che inizia quando la società capisce che la prevenzione è preferibile alla cura delle malattie e che l'obbligatorietà dei vaccini, oltre ad essere un efficace strumento per la tutela della salute, ha anche una positiva ricaduta sull'economia.
  Si compiace di ricordare che, tra i primi Stati a prevedere l'obbligo di vaccinazione contro il vaiolo, vi è il Regno di Napoli e delle Due Sicilie e che, grazie all'intuizione empirica dei medici napoletani, si è riusciti a rendere effettivo l'obbligo di vaccinazione anche dei bambini dell'America latina. Ricorda, poi, che la prima legge del Regno d'Italia sull'obbligatorietà del vaccino antivaioloso è del 1888 e che ci sono voluti circa cento anni per considerare eradicata tale malattia nel nostro territorio. Dopo aver ripercorso, quindi, le altre tappe dell'obbligatorietà dei vaccini antipolio e antidifterico, e dopo avere rilevato che la legge n. 833 del 1978 ha puntato, piuttosto, al valore dell'informazione e della responsabilità collettiva per il raggiungimento della tutela della salute pubblica, sottolinea che, tuttavia, nel tempo, si sono andate affermando opinioni che hanno minato la fiducia in tali presidi di prevenzione, concentrandosi, in particolare, sulle componenti a cui sarebbero riconducibili le reazioni avverse. Si è andato esasperando il principio dell'autodeterminazione del singolo, anche nonostante le informazioni e i dati scientifici a disposizione, nel campo dei vaccini come in altri campi della medicina. Ricorda, a tale proposito, il recente dibattito svolto presso la XII Commissione sulla rivendicazione della volontà di richiedere la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione nel fine vita, anche contro l'avviso del medico. Si tratta, a suo parere, della dimostrazione che l'educazione alla salute deve tornare a basarsi sulla realtà dei fatti e sull'evidenza dei dati.
  Infine, si compiace nell'anticipare le risultanze di uno studio di prossima pubblicazione, condotto dall'Università Campus bio-medico di Roma, che evidenzia come gli immigrati arrivati nel corso degli anni sulle coste italiane siano stati, in larga parte, vaccinati già nei Paesi di provenienza, grazie alle campagne condotte in tali luoghi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, soprattutto a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso. Pag. 6Si tratta di uno studio che, oltre a dimostrare il valore delle campagne massicce di immunizzazione, contribuirà anche a sfatare almeno uno dei luoghi comuni dei quali certa cultura si serve per rinfocolare la paura e l'ostilità verso coloro che arrivano sulle nostre coste.

  Marco RONDINI (LNA), dichiarando che il gruppo Lega Nord non è contrario ad un utilizzo appropriato dello strumento vaccinale, osserva però come nel decreto-legge in oggetto sia difficile rintracciare detta appropriatezza e, soprattutto, come manchi la previsione di una corretta informazione dei cittadini e la garanzia della libertà di scelta. Riscontra, invece, un forte utilizzo della coercizione per il raggiungimento di un obiettivo, pur se condivisibile. Sottolinea, inoltre, che la decisione di porre la questione di fiducia sull'approvazione del provvedimento in Assemblea rende di fatto inutile l'esame in Commissione, ma è comunque necessario partecipare alla discussione per difendere, almeno dal punto di vista ideale, la libertà di scelta dei cittadini.
  Ritiene che il provvedimento in esame sia dettato da molteplici esigenze, tra le quali non rientra però la tutela della salute pubblica, come invece viene sbandierato dai mezzi di comunicazione. Osserva, poi, che le supposte epidemie che hanno giustificato l'adozione del decreto siano esclusivamente di natura mediatica. L'opinione pubblica è stata quindi erroneamente indotta a ritenere che esistesse un'emergenza, da sanare con il presente provvedimento.

  Vega COLONNESE (M5S) si rammarica per l'impossibilità di approfondire la tematica della prevenzione vaccinale e di apportare modifiche migliorative al testo in esame. Evidenzia però come il decreto-legge abbia avuto l'effetto positivo di portare in piazza i cittadini contro la Ministra della salute, per manifestare la propria sfiducia, come già avvenuto per l'iniziativa del Fertility day, e ciò provocherà inevitabilmente un calo di consensi alla maggioranza. Il provvedimento interrompe anche il rapporto fiduciario tra medico e paziente, che in passato ha aiutato i genitori a comprendere le problematiche e a decidere in maniera informata. Il medico deve ora solo limitarsi a imporre l'uso del vaccino.
  Riconosce che alcune modifiche introdotte nel corso dell'esame parlamentare, come la riduzione delle sanzioni amministrative, abbiano limitato i problemi applicativi, ma resta il fatto che il principio di base del provvedimento sia profondamente sbagliato.
  Osserva, infatti, che sarebbe stato necessario approfondire la questione in maniera seria, verificando l'effettiva esistenza della supposta epidemia e i tipi più adatti di vaccini da somministrare.
  Sarebbe stato necessario conquistare la fiducia della gente, che invece è stata terrorizzata e attende vanamente una modifica del provvedimento. Sarebbe stato necessario diffondere l'informazione consapevole nei centri vaccinali, supportando i genitori anche rispetto alle reazioni avverse, più o meno gravi. Ritiene che coloro che hanno rifiutato le vaccinazioni avrebbero potuto rivedere le loro decisioni ove convinti, con motivazioni scientifiche, mentre il provvedimento si muove sul piano della coercizione minacciando la perdita della patria potestà o l'impossibilità di iscrivere i figli a scuola.
  Osserva poi come i mezzi d'informazione siano stati usati per insultare coloro che si sono espressi contro l'utilizzo dei vaccini, in particolare contro il MoVimento 5 Stelle, che si è fatto portatore del punto di vista di una parte del Paese.
  Conclude osservando come sarebbe stato molto più opportuno affrontare il problema ai primi segnali del calo delle adesioni, per giungere a una soluzione condivisa, senza la necessità di porre obblighi e sanzioni.

  Silvia GIORDANO (M5S), condividendo le considerazioni di natura politica svolte dalla collega Colonnese, ritiene necessario soffermarsi su alcuni aspetti che emergono dalla lettura del provvedimento e della relazione illustrativa. Pag. 7
  Innanzitutto, segnala come sia generico e superficiale fissare al 95 per cento, per tutte le malattie, la percentuale al raggiungimento della quale si verifica l'immunità di gregge. Osserva, infatti, come sia necessario distinguere tra le diverse patologie, per alcune delle quali, tale percentuale è inferiore al 95 per cento. La relazione illustrativa riporta, nelle premesse, i dati di adesione alle vaccinazioni per gli anni dal 2013 al 2015, sottolineando il calo della percentuale di vaccinati, che costituisce un danno di immagine per il nostro Paese, impegnato sin dal 2003 in un Piano globale di eliminazione del morbillo e della rosolia. Nel prosieguo della citata relazione compaiono dati di dettaglio sulle vaccinazioni relative a ciascuna malattia riferiti all'anno 2016, e tali dati, contrariamente a quanto riportato nella parte iniziale della relazione, evidenziano un aumento della percentuale di vaccinati rispetto all'anno precedente. Chiede quindi il motivo per il quale nella prima parte tali dati non siano stati indicati e osserva, inoltre, come vi sia una discrasia tra i dati riportati nella predetta relazione e quelli forniti dal Ministero della salute e dall'Istituto superiore della sanità.
  Passando poi all'esame delle disposizioni del provvedimento, come modificato nel corso dell'esame presso il Senato, non comprende la motivazione per la quale il comma 1-ter dell'articolo 1, limiti la possibilità per il Ministro della salute di disporre la cessazione dell'obbligatorietà esclusivamente per le vaccinazioni di cui al comma 1-bis dello stesso articolo.
  Chiede, quindi, se l'analisi sierologica di cui all'articolo 1, comma 2, volta a provare l'avvenuta immunizzazione, con conseguente esonero dall'obbligo di vaccinazione, debba essere effettuata a spese dell'interessato o sia garantita dal Servizio sanitario nazionale.
  Esprime dubbi sulla possibilità, riconosciuta dai commi 2 e 2-ter dell'articolo 1, di effettuare il vaccino in formulazione monocomponente o combinata, evidenziando come le combinazioni siano molteplici e questa varietà potrebbe rendere complicato e costoso l'adempimento dell'obbligo vaccinale.
  Per quanto riguarda la sanzione amministrativa pecuniaria di cui all'articolo 1, comma 4, ritiene che sarebbe stato necessario specificare se la stessa sia applicata per ciascun minore non vaccinato.
  Con riferimento agli interventi di urgenza di cui al comma 6 dell'articolo 1, osserva che gli stessi sarebbero stati possibili ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo n. 112 del 1998, richiamato dal citato comma 6, che pertanto risulta pleonastico. Analoghe considerazioni debbono essere riferite all'ultimo periodo del comma 6-ter dell'articolo 1, che prevede la possibilità per il Governo, in presenza di specifiche condizioni di rischio elevato per la salute pubblica, di esercitare poteri sostitutivi ai sensi dell'articolo 120, secondo comma, della Costituzione, a meno di non voler ritenere che il comma 6-ter intenda surrettiziamente estendere l'ambito di applicazione della Costituzione.
  In relazione, poi, alle iniziative di comunicazione e informazione sulle vaccinazioni di cui all'articolo 2, considera assai problematico potervi dare concreta attuazione nell'ambito delle vigenti disponibilità di bilancio, ovvero senza prevedere al riguardo lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive. Per quanto concerne invece l'articolo 3, ferma restando l'assurdità di escludere l'accesso ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole materne per i soggetti non in regola con gli obblighi vaccinali, su cui è già intervenuta la collega Colonnese, ritiene contraddittorio che ai genitori dei soggetti interessati sia imposta la presentazione della relativa documentazione mentre al comma 3-bis del medesimo articolo, con riferimento agli operatori scolastici, sanitari e socio-sanitari, viene consentita l'autocertificazione della propria situazione vaccinale. Rileva altresì che l'articolo 5-ter presenta una qualità redazionale molto discutibile ed appare fondamentalmente finalizzato alla mera assunzione di venti unità di personale presso la competente Direzione del Ministero della salute, allo scopo di Pag. 8definire le procedure di ristoro dei soggetti danneggiati da trasfusione, le quali risultano tuttavia, come peraltro emerso in occasione della discussione di specifici atti di sindacato ispettivo presentati sul tema, in sostanza già definite. Esprime inoltre perplessità in merito all'articolo 5-quater, che prevede l'estensione degli indennizzi disposti ai sensi della legge n. 210 del 1992 a tutti i soggetti che, a causa delle vaccinazioni indicate all'articolo 1 del presente provvedimento, abbiano riportato lesioni o infermità dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica. Osserva, al riguardo, che tale previsione normativa rischia in potenza di incorrere nuovamente nella situazione di illegittimità costituzionale già rilevata dalla Corte, con sentenza n. 107 del 2012, in relazione all'articolo 1, comma 1, della citata legge n. 210, laddove esso non aveva appunto previsto il diritto all'indennizzo anche per coloro che avevano subito conseguenze dannose a seguito della vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia, all'epoca considerate alla stregua di vaccinazioni solo raccomandate. Si riserva, comunque, di intervenire ulteriormente nel merito del provvedimento, nel corso della successiva fase dell'esame delle proposte emendative presentate.

  Dalila NESCI (M5S) interviene sull'ordine dei lavori sottoponendo alla Presidenza l'opportunità di valutare nel corso del presente dibattito l'alternanza degli interventi tra esponenti della maggioranza e dell'opposizione parlamentare, come di norma avviene.

  Mario MARAZZITI, presidente, precisa che l'ordine degli interventi segue quello delle iscrizioni a parlare e che pertanto in tale fase dell'esame non è contemplato un criterio di alternanza tra gli esponenti dei diversi gruppi parlamentari, ferma restando, comunque, la possibilità di disporre inversioni nell'ordine degli interventi medesimi, in presenza di specifiche richieste e qualora non vi siano al riguardo obiezioni da parte degli interessati. Ricorda, altresì, che di norma il relatore e il rappresentante del Governo si riservano di intervenire al termine della discussione generale, in quella sede potendo fornire risposte ai quesiti eventualmente posti ovvero rendere chiarimenti e precisazioni.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alle considerazioni in precedenza svolte della deputata Nesci, giacché se compito essenziale del Parlamento è quello di legiferare consapevolmente e sulla base di informazioni veritiere appare pertanto necessario favorire e sviluppare quanto più possibile il dibattito tra i diversi gruppi parlamentari, anche nell'ottica di ridurre i tempi dei singoli interventi e consentire al relatore di elaborare risposte più puntuali ai quesiti eventualmente posti.

  Mario MARAZZITI, presidente, rammenta che l'attuale fase della discussione generale consente la possibilità per ciascuno degli iscritti di svolgere comunque interventi anche di ampia durata temporale, al termine dei quali, come in precedenza evidenziato, il relatore e il rappresentante del Governo saranno liberi, qualora lo ritengano opportuno, di fornire risposte, chiarimenti e precisazioni.

  Matteo MANTERO (M5S) premette che il problema essenziale non riguarda la bontà o meno delle vaccinazioni da un punto di vista astratto, bensì il fatto che il presente decreto-legge è stato mal concepito ed è il frutto di una scelta politica errata, quella cioè impostata sulla obbligatorietà dei vaccini medesimi e su un approccio di tipo coercitivo, nonché di una politica di prevenzione male interpretata. Ricorda che il provvedimento in esame è stato in buona parte modificato nel corso della prima lettura presso il Senato, ma permangono tuttavia vistose criticità che daranno luogo a notevoli difficoltà applicative. A suo giudizio, nell'attuale sistema bicamerale entrambi i rami del Parlamento devono essere messi nelle condizioni di svolgere appieno le proprie funzioni, eventualmente correggendo gli errori contenuti nei testi licenziati in prima Pag. 9lettura. Ritiene pertanto che, ferma restando la non condivisibile scelta annunciata dal Governo di porre comunque la questione di fiducia sul testo in esame, sussistano comunque i tempi per modificare il provvedimento nel corso dell'esame alla Camera. In tale quadro, segnala che le proposte emendative presentate dal gruppo Movimento 5 Stelle sono essenzialmente volte a migliorare nel merito i contenuti del provvedimento medesimo, al fine di renderne eventualmente praticabile la successiva attuazione. Osserva che, come già evidenziato, il presente decreto-legge risulta sbagliato tanto nel metodo quanto nel merito e dimostra la totale incapacità e il fallimento della Ministra della salute, che si rivela inadatta ad affrontare le reali emergenze sanitarie del Paese. A tale ultimo riguardo, ricorda, a titolo di esempio, la delicata questione delle infezioni antibiotico-resistenti, oggetto di uno specifico atto di indirizzo del gruppo Movimento 5 Stelle e per le quali manca ancora un efficace piano nazionale, nonché le numerosi morti causate su base annua dai fattori inquinanti e da patologie, quali il diabete. A suo avviso, tutto ciò denota l'assenza di una reale politica di prevenzione primaria, di fatto sostituita dalla equazione tra tutela della salute e maggiore impiego dei farmaci sostenuta dall'attuale Governo, che sta progressivamente minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sanitarie del Paese.
  Fa altresì presente che non ricorrono i presupposti della straordinaria necessità ed urgenza richiesti dalla Costituzione per l'adozione dei decreti-legge, giacché si è semmai in presenza di una situazione certo non emergenziale bensì, come affermato di recente anche dal Presidente del Consiglio dei ministri, al più «preoccupante». In particolare, contesta l'obbligatorietà delle vaccinazioni previste dal provvedimento in esame, a giudizio del Governo necessarie al fine di non compromettere l'immunità di gregge, che però non tiene minimamente conto di quello spirito di partecipazione e coinvolgimento dei soggetti interessati che aveva invece caratterizzato l'istituto del consenso informato introdotto nel corso dell'esame parlamentare del provvedimento recante le dichiarazioni anticipati di trattamento (DAT).
  Ritiene, inoltre, che la soglia del 95 per cento relativa agli obiettivi di copertura vaccinale sia fondata su dati privi di inconfutabile scientificità, in considerazione del fatto che secondo l'OMS, in relazione alla predetta immunità di gregge, tale percentuale risulta in diversi casi inferiore a quella assunta come parametro di riferimento dal Governo. Ricorda, ad esempio, che il tetano non è una patologia trasmissibile da soggetto a soggetto, così come per la pertosse non è possibile conseguire una assoluta immunità di gregge. Rileva inoltre che, mentre la copertura vaccinale di parotite e rosolia risulta superiore alla soglia stabilita dall'OMS, per il morbillo la suddetta copertura si colloca invece al di sotto della soglia medesima e pertanto solo in relazione a tale ultima patologia è lecito parlare di una situazione di urgenza, sebbene non di emergenza. A suo avviso, è stata mistificata la realtà dei fatti procurando un ingiustificato allarme, posto che il morbillo deve essere considerato, come sostiene anche l'Istituto superiore di sanità, una malattia endemico epidemico che, come tale, presenta un picco fisiologico ogni 4-5 anni. Nonostante il morbillo costituisca dunque la sola emergenza del momento, il decreto-legge in esame prevede invece ben dieci vaccinazioni obbligatorie e quattro fortemente raccomandate. Si domanda, altresì, per quali ragioni la Ministra della salute non sia ancora venuta a riferire sulla questione in Parlamento, né il Governo abbia già reso disponibili i vaccini monovalenti. In conclusione, ritiene che un approccio di tipo coercitivo di per sé non sia idoneo ad assicurare il conseguimento dell'obiettivo di una effettiva copertura vaccinale, laddove occorrono piuttosto campagne informative e di sensibilizzazione, miglioramento nella raccolta dei dati avversi, consultazione dei genitori e coinvolgimento dei cittadini, formazione del personale sanitario ed implementazione dei centri di vaccinazione. A suo parere, il presente Pag. 10decreto-legge dimostra invece l'assoluta incapacità da parte del Governo di adottare una seria politica sanitaria nel Paese, approvando norme che porranno in una situazione di notevole difficoltà genitori, dirigenti scolasitici e personale sanitario. Alla luce di tutto ciò, considera pertanto doveroso che il Parlamento provveda alla modifica di taluni specifici aspetti del decreto-legge nel corso della lettura presso la Camera.

  Maria AMATO (PD) si dichiara rassicurata dal tono del dibattito sinora svolto, constatando che si riconosce l'obiettivo comune della salute della tutela collettiva, in analogia con quanto emerso nel corso della discussione svoltasi in Commissione Affari sociali della risoluzione sullo stesso tema. Si rammarica però del fatto che ciò non trova corrispondenza con il dibattito che si svolge al di fuori delle aule parlamentari, che ha assunto toni estremamente minacciosi, arrivando a considerare come di «parte» le evidenze scientifiche. Ribadisce, al contrario, la sua fiducia nelle istituzioni statali che si occupano di salute, a partire dall'Istituto Superiore di Sanità, e nei colleghi infettivologi che si occupano specificatamente del tema delle vaccinazioni. Tale tema non impatta solo sui bambini da vaccinare ma investe anche la questione degli adulti portatori di patologie neoplastiche o immuno-depressi, rispetto ai quali alcune malattie potrebbero avere effetti assai gravi. Inoltre, pur ricordando che ai tempi della sua infanzia era pratica comune favorire il contagio delle malattie esantematiche in età pediatrica al fine della relativa immunizzazione, sottolinea che anche il morbillo e la varicella, se contratte da bambini, possono avere, seppure in un numero limitato di casi, gravi effetti in età adulta quali la panencefalite tardiva e il cosiddetto «fuoco di sant'Antonio».
  Nel rilevare che per sua natura sarebbe contraria ad ogni forma di coercizione, preferendo la ricerca di una soluzione condivisa, segnala che il timore rispetto a determinate malattie non è stato determinato dalle scelte del Ministero della salute ma dalle notizie relative a decessi che hanno terrorizzato la popolazione. Ricorda, in proposito, che nel caso dei timori connessi al ritorno nel territorio nazionale di soggetti affetti da Ebola, da molte parti era stata invocata l'esigenza di una rapida individuazione di un vaccino. Non dovrebbe essere necessario lo sviluppo di un'epidemia per sentire l'esigenza di promuovere le vaccinazioni. Richiama in proposito la sua esperienza diretta sui gravissimi esiti legati a malattie quali il vaiolo, la difterite e la poliomielite, combattute con efficacia proprio attraverso la pratica vaccinale.
  Sottolinea che le modifiche introdotte al Senato hanno prodotto un testo di possibile applicazione, attraverso la previsione di dieci vaccini obbligatori di cui quattro soggetti a rivalutazione.
  Appare essenziale lo sviluppo di forme efficaci di comunicazione che garantiscano la piena comprensione della correttezza dei metodi scientifici, anche attraverso il ruolo svolto dai professionisti sanitari, come richiamato in alcuni documenti recentemente adottati dalla Società dei medici pediatrici, dalla SIMG e dalla FNOMCeO. Auspica che, anche attraverso la discussione sulle nuove convenzioni, possa trovare spazio l'instaurazione di un rapporto di fiducia tra medici e assistiti. Osserva però che la frequente rottura di tale rapporto fiduciario, emersa anche in sede di discussione in sede parlamentare sui provvedimenti relativi alle dichiarazioni anticipate di trattamento e alla responsabilità dei professionisti sanitari, non può essere sanata in tempi brevi. Pertanto, ribadendo la sua preferenza per il metodo della persuasione, condivide la scelta effettuata di prevedere l'estensione dell'obbligo vaccinale, con tutte le cautele inserite nel decreto quali le esenzioni, la distribuzione degli alunni nelle classi e le autocertificazioni. Nel ricordare che quattro vaccini erano già obbligatori, segnala che l'Organizzazione mondiale della sanità ha espresso il suo plauso per l'iniziativa legislativa adottata, invitando a potenziare l'elemento informativo. Rispetto a tale tema è stato approvato un importante Pag. 11ordine del giorno al Senato che sollecita una comunicazione adeguata all'interno dei corsi pre-parto nonché la frequentazione di momenti informativi come alternativa alle sanzioni amministrative ed assegna un ruolo importante a quanto avviene all'interno delle istituzioni scolastiche. In conclusione, ribadisce che all'interno del provvedimento in discussione vi sono molti aspetti positivi e che ciò risulta evidente.

  Ileana Cathia PIAZZONI (PD) richiamando il suo lungo impegno nel campo politico sociale a partire dall'attività di base, dichiara che non si sarebbe mai immaginata una tale contrarietà al tema delle vaccinazioni, quando a suo avviso l'unico aspetto problematico è quello legato alla indisponibilità in alcune aree di Paesi in via di sviluppo. Nel sottolineare il suo disagio, ringrazia la collega Amato per avere ricordato gli effetti devastanti di alcune malattie, tema che incredibilmente viene marginalizzato nel dibattito in corso nel Paese. Giudica importante comprendere come si è arrivati fino a questo punto, segnalando in proposito il ruolo svolto da internet. Manifesta stupore per la trasformazione di dati epidemiologici in opinioni, ribadendo la sua fiducia nelle istituzioni che, come l'Istituto Superiore di Sanità, hanno il compito di fornire elementi per le decisioni pubbliche a tutela della salute. Sono ormai anni che numerosi soggetti operano, adesso anche all'interno delle istituzioni, per demolire tale rapporto di fiducia e ciò potrà avere gravi conseguenze. Invita a non essere ostaggio di una minoranza rumorosa che utilizza anche toni minacciosi assolutamente inaccettabili. Condivide l'importanza di un'adeguata campagna di comunicazione per fare fronte alla crescente disinformazione, evidenziando però l'esigenza di una risposta veloce tramite le vaccinazioni obbligatorie per far fronte alle attuali criticità, scelta adottata anche in California. Si interroga su quante morti dovrebbero verificarsi prima di prendere atto di un'evidenza scientifica, facendo presente che non può essere trascurata anche una percentuale ridotta di complicanze rispetto a coloro che hanno contratto un determinato virus e ricordando che la poliomielite aveva effetti devastanti solo in una percentuale ridotta di soggetti.
  Nell'interrogarsi se le misure previste siano sufficienti al fine di affrontare l'attuale emergenza sanitaria, ribadisce l'esigenza di approfondire come si è giunti a negare verità scientifiche.
  Riguardo al ruolo delle case farmaceutiche, segnala che ove si fosse disposti ad adottare atteggiamenti complottistici, sarebbe possibile ipotizzare che dietro coloro che si oppongono ai vaccini vi siano soggetti intenzionati a lucrare sui farmaci per curare determinate malattie ampiamente prevenibili con una vaccinazione adeguata. Non condividendo tale visione, ritiene che si tratti invece di soggetti in buona fede.
  In conclusione, sottolinea che il ruolo dei parlamentari non deve essere quello di cercare un consenso momentaneo bensì di assumersi le proprie responsabilità rispetto a scelte che condizionano il futuro.

  Andrea CECCONI (M5S), pur apprezzando la presenza del sottosegretario, osserva che l'importanza del provvedimento all'esame della Commissione avrebbe dovuto consigliare il Ministro, che probabilmente interverrà nelle prossime sedute, a partecipare sin dall'inizio ai lavori della Commissione. Stigmatizza, inoltre, la ristrettezza dei tempi nei quali la Camera è chiamata ad esaminare il provvedimento, rimasto al Senato per circa un mese e mezzo, quando la numerosità e la complessità delle modifiche, a volte del tutto inutili, come quelle relative ai minori non accompagnati, introdotte in quel ramo del Parlamento avrebbero reso necessario un esame approfondito da parte dei deputati. Non solo, ma anche la quasi certa posizione della questione di fiducia impedirà alla Camera di introdurre correttivi ai numerosi punti che rimangono irrisolti o la cui applicazione sarà problematica.
  Passando al merito del provvedimento, rileva che la necessità di un intervento in materia è stata riconosciuta da tutti e che Pag. 12mai, negli ultimi dieci anni, si era vista una tale mobilitazione dei cittadini come quella che si è verificata dopo l'adozione del decreto-legge. La risposta del Governo, tuttavia, è stata del tutto sbagliata: invece di dare ascolto all'opinione pubblica, per cercare di capire da dove nascevano i problemi legati alla copertura vaccinale, si è scelta la via più semplice, quella dell'obbligatorietà dei vaccini. Non intende negare l'importanza delle posizioni della scienza medica ma, a differenza di quanto esposto nel corso degli ultimi interventi, sarebbe stato a suo avviso necessario fare riferimento anche ai principi di altre scienze, quali, ad esempio, la scienza della comunicazione e la sociologia. Solo in tal modo, infatti, l'approccio al problema sarebbe stato globale e avrebbe permesso di cogliere le motivazioni che hanno spinto, nel corso del tempo, numerosi genitori in posizioni di rifiuto nei confronti dell'offerta vaccinale. Il difetto del decreto-legge sta, a suo avviso, nel non considerare che i cittadini italiani nel 2017 non sono più nelle condizioni dei cittadini degli anni sessanta del secolo scorso, quando la società italiana non era ancora passata attraverso gli scandali che, nel tempo, hanno minato la fiducia nei confronti degli operatori sanitari. Introducendo un obbligo generalizzato, il Governo ha mostrato di non volere indagare sulle cause che hanno portato a questa situazione, di cui mette in dubbio anche i dati che molti hanno portato a supporto della necessità di intervenire in modo coercitivo. Il numero crescente di ricoveri per malattie infettive, infatti, non corrisponde, a suo parere, al numero di soggetti che hanno contratto il morbo ma, piuttosto, al numero di soggetti che, sulla base di sintomi particolari, sono stati ricoverati perché il protocollo così prevede.
  Ecco che allora si dimostra che il provvedimento interviene sull'onda di un'esigenza immediata ma non offre soluzioni per il futuro, come l'opinione pubblica ha, del resto, ben compreso. Ed infatti, le critiche al provvedimento provengono da numerosi soggetti: dall'ANCI, che non ha i mezzi per istituire l'anagrafe dei dati, alle scuole, che hanno già raccolto le iscrizioni per il prossimo anno scolastico, in relazione alle quali gli istituti privati hanno già proceduto all'assunzione del personale docente, alle Aziende sanitarie locali, i cui servizi di prevenzione sono privi di risorse e di personale. In questo quadro, è comprensibile che la regione Veneto, il cui grado di copertura vaccinale è al di sopra della media, nonostante non sia previsto l'obbligo di vaccinazione, abbia proposto un ricorso alla Corte costituzionale, eccependo la mancata previsione delle risorse finanziarie con le quali le regioni potranno ottemperare agli obblighi loro imposti.
  Non è nemmeno sostenibile, a suo avviso, la posizione di chi rinvia alle future circolari applicative la risoluzione dei dubbi interpretativi di molte disposizioni del decreto-legge, in quanto, in ogni caso, si produrrà un forte contenzioso, anche a livello di giustizia amministrativa, che impedirà al provvedimento di centrare gli obiettivi che si era prefisso. Tali obiettivi sarebbero stati raggiunti se il Governo, invece di considerare i genitori incapaci di fare il bene dei loro figli, avesse cercato di approfondire le motivazioni che portano una larga fascia di popolazione a non sottoporre i bambini ai richiami dopo la somministrazione della prima dose di vaccino. Il Governo avrebbe allora scoperto che i genitori sono lasciati soli a fronteggiare la manifestazione, anche blande, delle reazioni avverse e, pertanto, basterebbe prevedere che il centro vaccinale richiami il bambino immediatamente dopo la somministrazione della prima dose per confortare i genitori e ricondurre il malessere dei figli alla fisiologia delle reazioni. Spesso si dimentica che, a differenza degli altri farmaci, che prevedono alternative in caso di reazione avversa, il vaccino non dà tale possibilità e, pertanto, i genitori, per non esporre a rischi i figli, preferiscono non sottoporli ulteriormente a pericoli. Per superare tali ostacoli sarebbero necessari interventi mirati alla formazione degli operatori e all'adeguamento delle strutture, ma mancano le risorse finanziarie. Pag. 13
  Da ultimo, intende rilevare che il dibattito si è quasi esclusivamente concentrato sugli episodi di contagio che hanno interessato i bambini, lasciando in secondo piano la mancanza di dati sulla copertura vaccinale della popolazione adulta, ciò che a suo giudizio, costituisce il vero problema. Anche questo argomento è affrontato superficialmente dal decreto-legge che, al contrario, ha posto grande enfasi sul valore del consenso informato. A tale proposito, osserva che si tratta di uno strumento sbagliato che avrà effetti opposti a quelli voluti.
  Infatti, invece di permettere una più vasta copertura vaccinale, l'obbligatorietà del consenso indurrà i cittadini a negarlo, riducendo, anche per tale via, la platea dei soggetti immunizzati. Alla luce di tale quadro, pertanto, auspica che il Ministro tragga le necessarie conseguenze e, seguendo il recente esempio del suo collega Costa, rassegni le dimissioni.

  Giulia GRILLO (M5S) chiarisce innanzitutto che le scelte operate con il provvedimento in esame, in particolare la decisione di prevedere l'obbligatorietà dei vaccini in luogo di una loro semplice raccomandazione, sono di natura politica e non scientifica. A proposito dell'obbligatorietà ricorda poi che la Corte costituzionale ha ammesso la possibilità di imporre trattamenti sanitari ai cittadini nel caso in cui le patologie interessate abbiano un'incidenza sociale, ma ritiene che le nuove vaccinazioni imposte dal presente provvedimento non abbiano tale incidenza e pertanto verranno in futuro bocciate dalla Corte costituzionale. Sottolinea, poi, come il decreto non risolva il problema reale degli adulti che sono esposti al morbillo.
  Cita quindi l'indagine conoscitiva dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato secondo la quale a livello globale si registra una tendenza alla raccomandazione dei vaccini, più che alla loro obbligatorietà. Osserva, inoltre, che sarebbe opportuno procedere a un'introduzione graduale dell'obbligo vaccinale, imponendo prima quelli che prevengono patologie più gravi.
  Prosegue segnalando che il fatturato mondiale della vendita dei vaccini ammontava a 23 miliardi di euro nel 2014, che nel 2020 detto fatturato dovrebbe attestarsi a 35 miliardi di euro e che l'80 per cento di tale fatturato è prodotto dalle società Merck & Co. Inc, Sanofi Pasteur, GlaxoSmithKline Plc e Pfizer Inc..
  Osserva poi come anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato non sia riuscita a conoscere il costo esatto di una dose di vaccino poiché gli unici dati noti sono quelli relativi alla spesa complessiva prevista nei LEA. Ricorda che i vaccini producono un rendimento superiore al resto del settore farmaceutico e che i margini operativi netti raggiungono circa il 30 per cento. La mancanza di trasparenza deriva anche dalla circostanza che i contratti stipulati nel nostro Paese hanno clausole di riservatezza che impediscono ai cittadini di conoscere il costo della singola dose di vaccino. Ciò ha effetti anche sullo svolgimento delle gare e riduce la concorrenza. Sulla base dei pochi dati disponibili afferma comunque che la stessa dose di vaccino risulta avere un prezzo inferiore in altri Paesi, come ad esempio la Germania e la Francia. L’antitrust ha inoltre segnalato che non esistono farmaci equivalenti in ambito vaccinale, a differenza di quanto previsto per i farmaci generici.
  Chiede almeno che il Ministero della salute provveda a ricontrattare i prezzi dei vaccini in conseguenza del maggior quantitativo necessario per l'applicazione del decreto. Sottolinea poi i ritardi nella predisposizione dell'anagrafe vaccinale, che a suo parere avrebbe dovuto essere completata prima di imporre l'obbligo vaccinale. Per quanto riguardo la farmacovigilanza, che viene chiamata sorveglianza post marketing, critica il ritardo con il quale è stato pubblicato, nello scorso mese di giugno, il rapporto relativo agli anni 2014-2015.
  Chiede poi quale sia l'ente incaricato di effettuare gli studi di correlazione. L'AIFA è infatti incaricata di raccogliere dati relativi Pag. 14agli eventi avversi, ma tali dati non possono essere utilizzati correttamente senza che sia stata appurata una correlazione con la somministrazione del vaccino.
  Sembrerebbe che tale correlazione non venga effettuata sulla base dei dati reali ma sui risultati di studi scientifici effettuati altrove.

  Mario MARAZZITI, presidente, ricorda che l'unico studio di correlazione svolto fu quello relativo alla morte di pazienti anziani in seguito alla somministrazione del vaccino contro l'influenza.

  Giulia GRILLO (M5S), ringraziando il Presidente per il chiarimento, evidenzia che uno studio di correlazione è stato svolto nella regione Veneto, che lo ha commissionato a un ente terzo, anche per evitare il sospetto di un conflitto di interessi. Sulla base dei confortanti risultati dello studio i cittadini hanno riacquistato fiducia nel sistema, aderendo con maggior convinzione al programma vaccinale.

  Vittoria D'INCECCO (PD) segnala di aver tratto molti spunti dalla discussione testé svolta. In particolare, osserva con soddisfazione come tutti si siano dichiarati concordi sull'efficacia dei vaccini, sulla loro capacità di salvare vite umane e sul fatto che il rischio sia costituito dalla disinformazione, dalla diffidenza e dalla rottura del rapporto di fiducia tra medico e paziente, che generano pericoli per la salute.
  Entrando nel merito dell'argomento, segnala innanzitutto che le analisi sierologiche per la verifica dell'immunità acquisita sono convenzionate. Osserva poi che i vaccini in formulazione combinata, secondo quanto dimostrato da alcuni studi, hanno comunque una maggiore possibilità di ridurre l'incidenza delle malattie. Inoltre, consentono di minimizzare i disagi legati alla somministrazione e i relativi effetti collaterali e sono più facilmente accettati dai pazienti. Inoltre, il vaccino monodose viene spesso assunto con ritardo, con conseguente riduzione della copertura.
  Prosegue osservando come non sia assolutamente rispondente al vero l'affermazione che nulla sia cambiato dopo l'approvazione della risoluzione in Commissione. Infatti, sul tema dei vaccini, il Piano nazionale vaccinale e il nuovo calendario vaccinale tengono conto di alcune indicazioni contenute in detto atto di indirizzo, come il fatto che gli operatori sanitari devono essere costantemente aggiornati per informare i pazienti sulla necessità e sugli effetti dei vaccini. Tali indicazioni non sono state ripetute nel decreto-legge proprio perché contenute nei documenti citati. Di fatto, è consapevole che la possibilità di informare i cittadini si scontri con la perenne carenza di personale e con l'organizzazione regionale della sanità e in parte dipenda anche dal carattere del singolo operatore.
  Cita quindi alcuni dati sui positivi effetti derivanti dall'aumento della diffusione dei vaccini contro il meningococco e lo pneumococco e si rammarica per la mancata previsione dell'obbligatorietà di questi vaccini nel provvedimento in esame. Giudica inoltre positivamente la collaborazione con le farmacie, i consultori e il sistema scolastico, ai fini di una maggiore diffusione delle informazioni connesse all'obbligo vaccinale.
  Con riferimento alla questione economica, sottolineata in particolare dall'onorevole Grillo, evidenzia come le aziende che producono i vaccini si siano ridotte della metà a causa della scarsità dei guadagni e degli adempimenti burocratici richiesti. Per quanto riguarda la differenza di prezzo con altri Paesi, osserva che tale differenza dipende dagli eccipienti utilizzati e, pertanto, un confronto non è possibile.
  Concludendo, sottolinea il miglioramento del testo nel corso dell'esame presso il Senato, pur riconoscendo tuttora l'esistenza di alcune criticità, che potranno essere migliorate con successivi interventi anche di natura legislativa.

  Alberto ZOLEZZI (M5S) esprime rammarico per l'intenzione manifestata dal Governo e dalla sua maggioranza parlamentare Pag. 15di non considerare ulteriormente modificabile il testo del presente decreto-legge, nonostante lo stesso presenti talune evidenti criticità e debolezze. In particolare, intende richiamare l'attenzione sui contenuti e sulle modalità della campagna comunicativa che ha accompagnato l'elaborazione e il varo del provvedimento in titolo, che a suo giudizio ha prodotto disorientamento ed allarme nell'opinione pubblica, distogliendo viceversa l'impegno rispetto alla necessità di affrontare il tema centrale di una seria politica di promozione e di tutela della salute nel nostro Paese, che consiste nell'adozione di misure e strumenti capaci di garantire la prevenzione. A suo giudizio, l'obbligatorietà dei vaccini introdotta con il decreto-legge in esame potrebbe peraltro paradossalmente ridurre il tasso di compliance nelle vaccinazioni da parte delle famiglie italiane, circostanza questa che desterebbe particolare preoccupazione in riferimento a talune patologie come la poliomielite, la difterite e il tetano. Ribadisce che, come evidenziato dagli studi condotti da autorevoli enti internazionali come l’European Center for Disease Prevention and Control, è proprio una corretta informazione, basata su elementi di carattere scientifico, lo strumento più consono ad assicurare elevati tassi di adesione spontanea ai piani vaccinali. Rileva inoltre come il concetto di obbligatorietà è di fatto antitetico rispetto a quello di una valida politica di promozione della salute. In particolare, con riferimento specifico alla diffusione del morbillo, osserva che per tale patologia il tasso di mortalità si colloca intorno allo 0,2 per cento, valore questo che, tuttavia, si eleva fino al 10-20 per cento nel caso di soggetti affetti da malnutrizione. Ciò posto, considerata la rilevante incidenza della povertà assoluta e relativa sul totale delle famiglie italiane, accentuata dal prolungato periodo di crisi economica, evidenzia pertanto la necessità di affrontare il tema della prevenzione e della promozione vaccinale ragionando sul più vasto contesto degli aspetti socio-sanitari, all'uopo implementando le risorse finanziarie destinate al miglioramento generale delle condizioni igienico-sanitarie della popolazione ed intervenendo con autorevolezza sui relativi centri di costo, come dimostra la positiva esperienza condotta nella regione Veneto.
  In tale quadro, a suo avviso, l'utilizzo di vaccini monocomponenti potrebbe rappresentare uno strumento assai efficace e, nel caso specifico del contrasto alla diffusione del morbillo, per il quale è prevista una soglia di copertura molto elevata, ritiene necessario intraprendere uno sforzo coordinato anche a livello internazionale basato sulle evidenze scientifiche maggiormente consolidate ed attendibili, illustrando con dovizia di informazioni ai cittadini interessati i diversi aspetti implicati dalla erogazione del vaccino, anche in riferimento alla sua tempistica e agli eventuali effetti collaterali, mentre l'attuale impostazione del decreto-legge appare suscettibile di depotenziare la lotta al morbillo.
  Rileva altresì come un'ulteriore debolezza del presente provvedimento sia consistito nella iniziale introduzione, tra le vaccinazioni obbligatorie, del meningococco di tipo B e C, atteso che secondo i dati riportati anche dall'Istituto superiore di sanità tale obbligatorietà non appare strettamente necessaria, anche in considerazione dei possibili effetti collaterali. In conclusione, ritiene che l'approccio di tipo coercitivo cui è improntato il presente provvedimento rischia di minare la credibilità delle istituzioni sanitarie del Paese presso la pubblica opinione.

  Loredana LUPO (M5S) intende svolgere il suo intervento muovendo in particolare dalla sua concreta esperienza di madre, che l'ha indotta a leggere con attenzione la documentazione disponibile, anche se spesso non completa ed esaustiva, sul tema generale delle vaccinazioni, poiché ritiene che compito prioritario dello Stato dovrebbe essere quello di creare le condizioni più favorevoli all'assolvimento della essenziale funzione riproduttiva, nel nostro Paese ancora condizionata da una pluralità di difficoltà registrate a vari livelli, assicurando ad essa tutto il sostegno e la tutela necessari. Pag. 16
  Nell'esprimere in via preliminare netto dissenso rispetto al carattere obbligatorio delle vaccinazioni previste dal presente decreto, osserva che tale elemento non risolverà peraltro il problema di una effettiva immunità di gregge, comportando viceversa un atteggiamento di crescente sfiducia e disaffezione nelle famiglie italiane, che in questi giorni più volte hanno manifestato apertamente e massicciamente la propria contrarietà sugli attuali contenuti del decreto-legge. Tiene a precisare che il discorso non riguarda direttamente i vaccini in quanto tali, bensì il sistema vaccinale prefigurato dal presente provvedimento, concepito in spregio a qualsivoglia forma di partecipazione e di consenso informato e sulla base di dati scientifici non convincenti, anche in riferimento ad esempio alla effettiva valutazione dei cosiddetti dati avversi. A tale ultimo proposito, rammenta il preoccupante incremento delle patologie infantili di natura psico-neurologica, rispetto al quale sarebbe piuttosto auspicabile un serio interessamento ed un intervento da parte della competente Ministra della salute.
  Nel lamentare come nella iniziale stesura del decreto-legge si era addirittura ipotizzata la decadenza dalla potestà genitoriale nel caso di mancata effettuazione dei vaccini prescritti, fa presente come ad esempio allo stato attuale i libretti vaccinali risultano sprovvisti della indicazione del lotto del vaccino somministrato. Evidenzia altresì come l'eventuale divieto di accesso alle scuole dell'infanzia in caso di mancata vaccinazione per i bambini da zero a sei anni comporterebbe pesanti ripercussioni nella vita quotidiana delle madri italiane, spesso costrette ad una difficile conciliazione tra i tempi del lavoro e quelli della famiglia. Sottolinea peraltro che le perplessità sul sistema vaccinale delineato nel presente provvedimento provengono da fasce di popolazione riconducibili al cosiddetto ceto medio, e quindi dotate di una certa preparazione culturale e non pregiudizialmente contrari ai vaccini in quanto tali.
  Di fronte a queste motivate perplessità, ritiene indispensabile acquisire dati scientifici attendibili, ad esempio procedendo anche ad una comparazione tra coorti di soggetti vaccinati e non vaccinati o solo parzialmente vaccinati. Analoga preoccupazione di fondatezza scientifica dovrebbe a suo giudizio presiedere anche alla definizione dei piani vaccinali, ferma rimanendo, come in precedenza osservato, l'impossibilità di pervenire ad una immunità di gregge completa e permanente. Evidenziando come le numerose criticità, anche sul piano attuativo, recate dal presente decreto-legge, oltre che destare preoccupazioni dal punto di vista della reale tutela della salute, appaiono altresì suscettibili di dar luogo all'avvio di un rilevante contenzioso presso le competenti sedi giurisdizionali, ritiene che l'opzione dei vaccini monocomponenti potrebbe comunque costituire una valida soluzione. Stigmatizzando la preannunziata impossibilità di apportare ulteriori modifiche al testo nel corso dell'esame presso la Camera, dove peraltro non è stata svolta neppure alcuna attività di carattere conoscitiva, precisa che la contrarietà del gruppo MoVimento 5 Stelle non è rivolta ai vaccini in quanto tali bensì alle vaccinazioni per come vengono concretamente declinate dal presente decreto-legge.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), precisando che eviterà di ripetere quanto già messo in luce negli interventi precedenti, si interroga su quale atteggiamento potrebbe assumere se si trovasse al posto del Governo, disponendo anche di informazioni riservate come quelle legate ai contratti relativi ad alcuni medicinali che sono secretati con il pretesto di difendere una negoziazione che in molti casi non ha realmente luogo. Entrando nel merito del tema in oggetto, sottolinea che il Governo trascura il problema psicologico e sociologico costituito dal fatto che la sfiducia nelle istituzioni politiche si è ormai trasferita anche sugli operatori sanitari. A suo avviso, il rapporto fiduciario tra medico e paziente può essere ritrovato investendo sul tempo e sulla qualità della Pag. 17relazione e dovrebbe essere compito della politica quello di porre rimedio a tale problema. Ricordando che il decreto in discussione è frutto dell'allarme lanciato nell'ottobre 2015 dal Presidente dell'Istituto superiore della sanità, Ricciardi, evidenzia che, rispetto al mancato raggiungimento della soglia di copertura vaccinale indicata dall'Organizzazione mondiale della sanità, non si è tenuto conto della cosiddetta «esitazione vaccinale» che spesso provoca semplici ritardi rispetto al calendario vaccinale previsto. Nel ricordare che i dati forniti dall'Istituto superiore di sanità si riferiscono a bambini fino a 24 mesi di età, segnala che nei pochi casi in cui le Aziende sanitarie locali, ad esempio quella di Verona, hanno effettuato una rilevazione includendo i soggetti che hanno compiuto 14 anni, si è constatato il raggiungimento delle predette soglie o, nel caso del morbillo, di soglie solo leggermente inferiori.
  Ciò testimonia, a suo avviso, che il decreto è stato adottato sulla base di decisioni errate, provocate da errori sistematici, osservando che ciò non sarà perdonato dai cittadini italiani. Nel ricordare che occorre tenere conto dell'attendibilità e della validità degli studi scientifici, segnala che in colloqui avvenuti con deputati facenti parte della maggioranza nei mesi scorsi è emerso il loro rammarico per il fatto che autorevoli esponenti del mondo scientifico si rifiutano oramai di far parte del Parlamento, constatando la tendenza a legiferare sulla base di dati errati o incompleti. Si dichiara, quindi, sconvolto dell'assenza di una reale comprensione da parte del Governo dei dati alla base delle scelte operate attraverso il decreto, ribadendo che la sfiducia negli operatori sanitari discende essenzialmente da quella verso il mondo della politica.
  Per rispondere alle prese di posizione di alcune colleghe relativamente alla necessità di affidarsi senza riserve alle istituzioni sanitarie, ricorda a titolo esemplificativo il caso del farmaco Tamiflu che ha consentito alla società Gilead enormi profitti in relazione alle supposte pandemie delle influenze suina e aviaria. Ricorda, in proposito, che fonti autorevoli, a partire dal British Medical Journal, hanno dimostrato la scarsa trasparenza degli studi clinici e gli scarsi effetti del farmaco. Richiama inoltre il tema della pericolosità degli edulcoranti emerso negli Stati Uniti, e ricorda che in Francia il Consiglio di Stato ha imposto al Governo l'obbligo di fornitura di vaccini monocomponenti.
  Nel sottolineare nuovamente gli scarsi tempi concessi a questo ramo del Parlamento per l'esame del decreto-legge, sottolinea che, diversamente da quanto affermato dal presidente dell'Istituto superiore della sanità, Ricciardi, non bisogna ricercare un'alleanza con l'industria farmaceutica, che anzi dovrebbe essere attentamente controllata. Segnala in proposito il dato allarmante costituito dai 40 milioni di euro che l'industria farmaceutica spende annualmente per i rapporti istituzionali nell'ambito dell'Unione europea.
  In questo quadro, occorre garantire la massima trasparenza rispetto a tutte le sponsorizzazioni erogate da tali industrie nei confronti delle organizzazioni degli operatori sanitari. In conclusione, ribadisce che la scelta di utilizzare lo strumento della decretazione d'urgenza si basa in realtà su un'analisi inadeguata e non basata su fonti indipendenti, che non ha permesso di valutare l'impatto della esitazione vaccinale.

  Filippo FOSSATI (MDP) osserva di avere considerato l'impianto originario del decreto-legge per molti versi sbagliato e suscettibile di determinare conseguenze negative, rischiando di veicolare verso i cittadini un messaggio fuorviante, affrontando un tema estremamente delicato e sfaccettato, come quello della crescente diffidenza verso i vaccini, dall'unica prospettiva che riconduce la causa della situazione alla disinformazione. Tuttavia, come si è visto anche nel corso del dibattito odierno, la diffidenza solo in minima parte riguarda lo strumento del vaccino, mentre, invece, è quasi interamente riconducibile al rapporto medico-paziente entrato gravemente in crisi: i cittadini non si Pag. 18avvicinano al vaccino molto spesso perché il medico è incapace di ascoltarli e di tranquillizzarli o perché risulta difficile accedere ai servizi. Meglio sarebbe stato, quindi, procedere ad un attento monitoraggio della legislazione vigente in materia e degli strumenti previsti dal nostro sistema sanitario, intervenendo, se del caso, sulle singole questioni con lo strumento legislativo ordinario, non certo con un provvedimento di urgenza. Tale scelta, oltretutto, introducendo l'obbligatorietà del vaccino, ha invaso la sfera dei diritti costituzionalmente tutelati a cui ora i cittadini, a differenza del passato, mostrano di tenere e di volere difendere dalle indebite intrusioni da parte dello Stato. Nel campo della salute, inoltre, tale difesa riguarda il campo estremamente delicato del rapporto tra genitori e figli minori, in cui la responsabilità delle scelte è particolarmente sentita. L'impianto radicale scelto dal Governo, che si esplica, tra l'altro, anche nell'introduzione di sanzioni e nel divieto di iscrizione a scuola dei minori non vaccinati, è stato in parte corretto dal Senato, ma la chiusura degli spazi per l'ulteriore lavoro di modifica da parte della Camera è un errore perché impedisce di dare al Paese le risposte che esso si attende dal legislatore: l'obbligatorietà, seppure mitigata, non è la strada giusta per ricostruire la fiducia tra il medico e il paziente. Richiama, quindi, il giudizio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che, nell'apprezzare l'intervento del Governo, lo ha messo in guardia dal limitare la propria azione al contenuto del decreto-legge, auspicando, invece, l'adozione di ulteriori misure, ad esempio in materia di formazione, necessarie al raggiungimento degli obiettivi, posto a rischio dai tempi ristretti a disposizione della Camera per la conversione del decreto-legge.

  Mario MARAZZITI, presidente, intende ricordare, con riferimento al fatto che non si sono svolte audizioni, che l'organizzazione dei lavori della Commissione è stata definita, all'unanimità, nella riunione dell'Ufficio di presidenza di giovedì 20 luglio, che ha avuto luogo dopo la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Inizialmente, la presidenza, in una precedente riunione dell'Ufficio di presidenza, aveva prospettato la possibilità di dedicare la mattinata di venerdì 21 luglio o di lunedì 24 luglio alle audizioni. È stato, tuttavia, richiesto dall'opposizione di accelerare i tempi per quanto riguarda il termine per la presentazione degli emendamenti e la loro discussione, ciò che ha portato a fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 18 di venerdì 21 luglio e a prevedere l'avvio delle votazioni per la giornata odierna. Non esiste, pertanto, nessuna contrarietà rispetto allo svolgimento delle audizioni, che nella XII Commissione si sono sempre svolte in numero cospicuo.
  Cita, ad esempio, le numerose audizioni svolte in occasione della discussione delle richiamate risoluzioni in materia vaccinale, che hanno consentito di acquisire una notevole documentazione sulla materia.

  Federico GELLI (PD), relatore, non potendo intervenire su tutte le questioni emerse nel corso del dibattito, che potranno essere approfondite nel corso dell'esame delle singole proposte emendative, manifesta grande apprezzamento per i toni e il grado di preparazione degli interventi che si sono succeduti, frutto di attente analisi e valutazioni da parte dei colleghi. Ovviamente, ognuno farà le proprie scelte in merito al decreto-legge, ma, a suo avviso, risulta chiaro che i vaccini sono farmaci sicuri e che è necessario vaccinarsi. Si dichiara, pertanto, soddisfatto che siano rimaste sullo sfondo del dibattito gli argomenti di coloro che sono radicalmente contrari. Date queste premesse, a suo avviso, il cuore del problema sta nella disinformazione, che ha contribuito a creare il clima di sfiducia e le falsità che hanno alimentato il dibattito nel Paese. Pertanto, il primo dovere dei parlamentari è quello di assicurare che un'informazione corretta diventi nuovamente patrimonio dei cittadini. Il secondo dovere è quello di ripristinare la fiducia Pag. 19nella classe medica, che probabilmente, sottovalutando gli effetti della disinformazione, ha lasciato fallire l'alleanza terapeutica medico-paziente, che, invece, deve essere alla base di ogni sistema sanitario che funzioni correttamente. Diversi deputati intervenuti, a tale proposito, hanno auspicato l'estensione dell'esperienza della regione Veneto, trascurando l'estrema varietà delle situazioni e degli assetti che caratterizzano i sistemi sanitari regionali. Ma la disinformazione ha provocato effetti negativi anche sul legislatore, non solo in questa occasione. Ricorda ai colleghi il cosiddetto «caso Stamina», in relazione al quale il Parlamento ha assunto decisioni anche discutibili, mettendo a rischio il ruolo della politica e il ruolo della scienza.
  Passando al contenuto del decreto-legge, pur riconoscendone i limiti, osserva che esso appare in grado di garantire il diritto di tutti i cittadini di accedere alle vaccinazioni, diritto che, allo stato, non appare fruibile per tutti. Con il provvedimento in oggetto, che si fonda sul contemperamento tra l'obbligatorietà dei vaccini e il rafforzamento delle campagne di informazione, l'Italia si dota di uno strumento che non ha eguali al mondo e che le permetterà di ampliare la copertura vaccinale, superando l'attuale gap che la separa dai Paesi più avanzati. Lo schema adottato riproduce sostanzialmente i provvedimenti approvati per il miglioramento della sicurezza stradale, quali l'obbligatorietà delle cinture di sicurezza o dell'uso del casco, i cui risultati positivi sono evidenti. Intende, quindi, contestare la fondatezza dell'affermazione, formulata da alcuni deputati intervenuti nel dibattito, in base alla quale l'adozione di un provvedimento di urgenza non è giustificata da un'epidemia in atto: al contrario, un intervento per favorire la diffusione delle vaccinazioni è da adottarsi prima che si diffondano le epidemie, pena la mancanza di effetti.
  Ancora, non reputa corretto citare le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per dimostrare che l'Italia non necessita di interventi, in quanto quelli forniti dall'OMS sono parametri minimi a cui i singoli Stati, tra cui l'Italia, devono attenersi per evitare conseguenze negative. Per quanto riguarda la proposta di circoscrivere l'intervento d'urgenza all'epidemia di morbillo, fa osservare che il germe di tale malattia è spesso, per la sua capacità di diffusione, utilizzato quale spia di una situazione in cui le difese immunitarie sono in rapida diminuzione. Su altri punti, inoltre, il decreto-legge non ha introdotto novità radicali, limitandosi a confermare previsioni che, come quelle relative al piano nazionale delle vaccinazioni o ai compiti dell'AIFA, sono già contenute nell'ordinamento italiano.
  Per quanto riguarda i costi, chiarisce che per i vaccini inseriti nel calendario, fermo restando l'acquisto da parte delle singole regioni, è prevista la negoziazione obbligatoria da parte dell'AIFA, allo scopo di giungere a una riduzione del costo unitario in ragione del maggior volume acquistato. Evidenzia che, attraverso un'adeguata prevenzione vaccinale, le spese sarebbero comunque ridotte, in considerazione dei costi necessari per curare le malattie alle quali si riferiscono i vaccini. Ricorda, infatti, che il 35-40 per cento dei bambini ammalati di morbillo è costretto a recarsi in ospedale per via di complicazioni insorte.
  Sottolinea, infine, che il provvedimento è diretto a ricreare una nuova alleanza terapeutica tra medico e paziente e che lo stesso ha il pregio di aver riportato nel Paese una campagna istituzionale corretta e trasparente in una materia nella quale si erano diffuse ingiustificate e infondate informazioni, soprattutto attraverso un uso scorretto di internet.

  Il sottosegretario Davide FARAONE condivide quanto evidenziato dal relatore nella replica testé svolta e giudica positivo il fatto che nessuno sostenga più in Parlamento posizioni di totale contrarietà nei confronti dei vaccini. Anche chi ne sottolinea gli aspetti critici concorda sulla necessità del provvedimento, pur osservando che alcune questioni avrebbero potuto essere diversamente risolte.Pag. 20
  Giudica pertanto più maturo, rispetto al passato, il dibattito che si è svolto in Commissione.
  Il Governo ha accolto, e non in maniera passiva, gli emendamenti poi approvati dal Senato, ammettendo quindi che il provvedimento potesse essere migliorato attraverso un dialogo non ideologico ma strettamente attinente al merito. Segnala, quindi, che anche nel corso dell'esame presso il Senato era stata valuta la possibilità di porre la questione di fiducia, ma ciò non è stato necessario in quanto è stato trovato un accordo che ha consentito il rafforzamento del provvedimento. Riconoscendo in astratto la possibilità di ulteriori miglioramenti, osserva comunque che le modifiche apportate al provvedimento lo hanno reso migliore e capace di far convivere le istanze necessarie a mantenere in equilibrio il diritto alla salute con il diritto all'istruzione.

  Mario MARAZZITI, presidente, segnalando che è in funzione il circuito chiuso, invita i colleghi a non diffondere all'esterno immagini della seduta.

  Dalila NESCI (M5S) chiede che la seduta odierna venga trasmessa attraverso la web-tv.

  Mario MARAZZITI, presidente, ricorda che l'unica forma di pubblicità ammessa per i lavori in sede referente è quella assicurata dagli impianti audiovisivi a circuito chiuso, di cui ha disposto l'attivazione, non essendosi obiezioni. Precisa, al riguardo che l'utilizzo degli strumenti del canale satellitare e della web-tv è disciplinato dai pareri della Giunta del Regolamento del 14 luglio 2004 e del 26 giugno 2013, che si riferiscono esplicitamente alle sedute dedicate alle audizioni.
  Essendosi conclusa la discussione sul provvedimento, ne rinvia il seguito dell'esame alla seduta pomeridiana, che avrà luogo alle 15.25, con votazioni.

  La seduta termina alle 15.

SEDE REFERENTE

  Domenica 23 luglio 2017. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone.

  La seduta comincia alle 15.25.

DL 73/2017: Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale.
C. 4595 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nell'odierna seduta antimeridiana.

  Mario MARAZZITI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Ricorda, altresì, che nella mattinata odierna si è svolta la discussione generale, ampia ed approfondita, e che, in particolare, si sono svolti tredici interventi di deputati, al termine dei quali hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo. Ricorda inoltre che, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, l'inizio delle votazioni è stato previsto a partire dalle ore 15 di oggi, per concludersi entro le ore 18. Avverte, altresì, che i deputati Paola Boldrini, Paola Bragantini, Burtone e Grassi sono sostituiti, rispettivamente, dai deputati Baruffi, Marroni, Moscatt e Pilozzi. Ringrazia, infine, gli uffici della Camera per la preziosa attività di supporto allo svolgimento dei lavori della Commissione assicurata nella seduta odierna.

  Marco RONDINI (LNA), intervenendo sul complesso degli emendamenti, evidenzia come l'approvazione di talune tra quelle presentate dal suo gruppo consentirebbe il necessario miglioramento del provvedimento in esame, a partire dal superamento della obbligatorietà delle vaccinazioni ivi previste che, come evidenziato Pag. 21anche nel corso della discussione generale, appare del tutto ingiustificata ed insostenibile. Nel contestare gli aspetti maggiormente critici del decreto-legge, richiama in particolare l'attenzione sulla violazione del diritto alla salute intesa come autodeterminazione del singolo nelle scelte sanitarie che lo riguardano direttamente. Rammenta in proposito la costante giurisprudenza costituzionale in base alla quale è possibile ricorrere alla vaccinazione obbligatoria solamente in presenza di un interesse del singolo o della collettività non diversamente tutelabile. Per tali ragioni, considera il presente decreto-legge in palese contrasto con la Costituzione nonché suscettibile di compromettere il funzionamento del modello positivamente sperimentato dalla regione Veneto, basato su un sistema vaccinale libero e fondato sul consenso della persona interessata. Rammenta infatti che la regione Veneto è l'unica in Italia a non prevedere uno specifico obbligo vaccinale, secondo un modello peraltro concordato con il Ministero della salute e già positivamente sperimentato in altri Paesi europei, come la Germania, la Spagna e il Regno Unito. Nel riprendere le preoccupazioni al riguardo già manifestate dal presidente della regione Zaia, evidenzia come il provvedimento in esame tende a minare la reciproca fiducia su cui deve poggiare l'alleanza terapeutica tra paziente e curante. Per tali ragioni, evidenzia che gli emendamenti presentati dal gruppo della Lega Nord sono essenzialmente volti a sopprimere l'obbligatorietà vaccinale, la cui attuazione peraltro comporterebbe notevoli aggravi finanziari e organizzativi a carico del sistema sanitario nel suo complesso. In conclusione, avrebbe pertanto auspicato che su una tematica tanto rilevante avesse potuto svolgersi un dibattito più aperto e costruttivo, tale da consentire l'effettivo miglioramento del testo in esame.

  Vega COLONNESE (M5S) interviene sul complesso degli emendamenti, preannunziando al contempo l'intenzione di intervenire successivamente per l'illustrazione delle proposte emendative presentate dal gruppo MoVimento 5 Stelle, e stigmatizza la volontà perseguita dal Ministero della salute di affrontare una tematica così delicata riducendola ad uno dei momenti più bassi del dibattito politico della legislatura corrente. Osservando come nel corso della odierna discussione sulle linee generali non siano comunque emersi elementi convincenti, tali da superare le perplessità in quella sede rilevate, richiama l'importanza del rapporto fiduciario tra paziente e medico curante, che viene messo seriamente in crisi dalle disposizioni di cui al presente decreto-legge. Nota altresì che le proposte emendative del gruppo MoVimento 5 Stelle ripropongono in parte i contenuti di una proposta di legge in precedenza presentata, volta ad affrontare nel merito le questioni relative al tema della vaccinazione. Prende tuttavia atto di talune modifiche apportate al testo nel corso dell'esame al Senato che, in recepimento delle perplessità registrate al riguardo nella pubblica opinione, hanno comunque consentito un approfondimento dei temi relativi alla farmacovigilanza e agli eventi avversi. Segnala come un'altra finalità essenziale degli emendamenti presentati dal suo gruppo sia quella di introdurre nel testo elementi di necessaria trasparenza, anche attraverso l'implementazione delle informazioni contenute nel sito internet del Ministero della salute. Avrebbe inoltre auspicato che nel corso del presente dibattito potessero essere valorizzati gli spunti offerti dall'indagine conoscitiva sui vaccini per uso umano condotta dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, mettendo così il Parlamento nelle condizioni di legiferare in maniera pienamente consapevole. Segnala che altri argomenti contenuti negli emendamenti presentati riguardano i minori stranieri non accompagnati nonché l'impiego di vaccini monocomponenti, che dovrebbero essere interamente garantiti dal Servizio sanitario nazionale. Nel ribadire come un'impostazione di tipo coercitivo non potrà condurre ad alcunché di positivo, pur nella diversità delle rispettive posizioni politiche si associa alle valutazioni Pag. 22del collega Rondini circa la bontà della politica vaccinale posta in essere dalla regione Veneto.

  Mario MARAZZITI, presidente, nell'ottica di assicurare il buon andamento dei lavori della Commissione, ricorda che, ai sensi dell'articolo 85, comma 7, del Regolamento della Camera, non potrebbero intervenire per dichiarazione di voto sui singoli emendamenti i presentatori degli emendamenti medesimi che siano già intervenuti in fase di illustrazione del complesso degli emendamenti. Precisa, tuttavia, al riguardo che nel caso di specie sarà possibile disporre eventuali deroghe al dettato regolamentare, anche al fine di consentire comunque che, attesa la delicatezza della tematica in oggetto, la discussione e l'illustrazione delle posizioni dei diversi gruppi parlamentari abbia luogo nella maniera più ampia ed accurata possibile, purché si tratti di deroghe limitate e non siano messi in atto comportamenti ostruzionistici.

  Paola BINETTI (Misto-UDC-IDEA), intervenendo sull'ordine dei lavori, in considerazione del fatto che presumibilmente il parere del relatore e del rappresentante del Governo sarà contrario sul complesso delle proposte emendative presentate, suggerisce che su quegli emendamenti che dovessero contenere particolari elementi di opportunità politica o di convenienza sanitaria sia cura del relatore e del rappresentante del Governo esplicitare l'invito al ritiro, ai fini della successiva presentazione in Assemblea di un ordine del giorno.

  Federico GELLI (PD), relatore, desidera svolgere una breve premessa, chiarendo che alcune proposte emendative in esame non potrebbero che essere convintamente oggetto di un parere contrario, laddove altre proposte emendative, pur contenendo elementi tali da poter essere oggetto di valutazione, per evidenti dinamiche di ordine temporale, legate alla prossima scadenza per la conversione in legge del decreto, non sono comunque suscettibili di essere in questa sede accolte. Ciò posto, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

  Il sottosegretario Davide FARAONE esprime parere conforme a quello del relatore.

  Giulia GRILLO (M5S) chiede un chiarimento in ordine ai profili di carattere temporale richiamati dal relatore, giacché a suo avviso sussisterebbero le condizioni per modificare il decreto-legge in esame, che scade il prossimo 6 agosto.

  Federico GELLI (PD), relatore, osserva che, pur non potendo naturalmente entrare nel merito di deliberazioni che competono alla Conferenza dei capigruppo di ciascuno dei due rami del Parlamento, alla Camera si è evidentemente convenuto circa il fatto che non residuano spazi temporali tali da consentire di apportare ulteriori modifiche al testo e la successiva iscrizione del medesimo decreto nel calendario dei lavori del Senato.

  Marco RONDINI (LNA), preso atto di quanto sostenuto in merito all'eventualità di ritirare talune delle proposte emendative presentate ai fini di una successiva presentazione di un ordine del giorno, chiede se tale possibilità è da intendersi riferita anche alle proposte emendative riferite all'articolo 1.

  Federico GELLI (PD), relatore, avverte che tale possibilità non sussiste in relazione alle proposte emendative riferite all'articolo 1.

  Matteo MANTERO (M5S) prende atto del fatto che, secondo quanto affermato dal relatore, ancorché il presente decreto-legge sarebbe ulteriormente migliorabile e, a suo avviso, sussistano i tempi tecnici per apportare le modifiche ritenute opportune, si ritiene impraticabile l'ipotesi di prevedere che il Senato sia chiamato a riesaminare il provvedimento in titolo nel prossimo fine settimana.

Pag. 23

  Mario MARAZZITI, presidente, in relazione a quanto suggerito dalla deputata Binetti, invita i presentatori delle singole proposte emendative, qualora lo ritengano, ad esplicitare all'atto della loro illustrazione l'intenzione di considerare le stesse particolarmente meritevoli di approfondimento, al fine di evidenziare la validità delle ragioni ad esse sottostanti, nell'ottica di una eventuale successiva presentazione di un apposito ordine del giorno in Assemblea.

  Dalila NESCI (M5S) sottolinea che l'atteggiamento del relatore di fatto rende inutile il ruolo del Parlamento. Chiede pertanto una dichiarazione ufficiale da parte del rappresentante del Governo sulla non modificabilità del testo in esame, osservando, diversamente da quanto appena dichiarato dal collega Mantero, che non sarebbe necessario per un eventuale nuovo esame da parte del Senato che questo si riunisca nel fine settimana. Sarebbe infatti possibile, anche in quella sede, comprimere i tempi di discussione così come avvenuto in sede di Commissione, non consentendo lo svolgimento di audizioni.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) invita il Presidente a non assumere un atteggiamento troppo rigido in relazione ai deputati che possono intervenire in sede di dichiarazione di voto.

  Mario MARAZZITI, presidente, chiarisce di aver già manifestato l'intenzione di applicare con una certa flessibilità quanto previsto dal Regolamento, in presenza di un atteggiamento collaborativo, non ostruzionistico da parte dei gruppi.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), nel prendere atto di quanto dichiarato dal presidente, giudica strumentale il richiamo effettuato da alcuni colleghi della maggioranza all'ampio spazio concesso per il dibattito al Senato e alle modifiche apportate in tale sede. Invita il Presidente a svolgere un ruolo di bilanciamento rispetto a quella che appare come una dichiarazione anticipata rispetto al voto di fiducia e ricorda che è stato il suo gruppo a chiedere di potersi riunire anche di domenica per esaminare un testo di indubbia rilevanza, senza che ci sia stato il tempo per lo svolgimento delle audizioni che sarebbe stato auspicabile tenere.

  Donata LENZI (PD) manifesta apprezzamento per la chiarezza delle posizioni espresse dal relatore che confermano quanto emerso nel corso del secondo Ufficio di presidenza che la Commissione ha svolto per organizzare i propri lavori in relazione al provvedimento in esame, incluse le considerazioni svolte in tale sede dai colleghi Binetti e Fossati, ribadite da quest'ultimo nel suo intervento odierno. In questo quadro è sempre ipotizzabile apportare modifiche al testo in esame e per questo il suo gruppo ha accettato la proposta avanzata da altri, di svolgere i lavori della Commissione anche nella giornata odierna. In relazione alle difficoltà a modificare il provvedimento, ricorda che esso ha avuto un iter assai sofferto nell'altro ramo del Parlamento e che pertanto appare difficile l'individuazione di tempi per una successiva lettura. Inoltre il Senato ha compiuto uno sforzo per individuare un giusto punto di equilibrio, eliminando le disposizioni più controverse, che a suo avviso va coerentemente difeso.

  Silvia GIORDANO (M5S), nel rilevare che non può essere considerata una concessione, rientrando piuttosto nella normalità dei lavori parlamentari, il fatto che il provvedimento abbia subito notevoli modifiche nel corso dell'esame al Senato, ribadisce l'inaccettabilità di una prassi ormai consolidata nella presente legislatura secondo la quale un ramo del Parlamento deve subire passivamente quanto deciso nell'altra Camera. Osserva, quindi, che quanto affermato dal deputato Gelli in ordine alla non modificabilità del provvedimento assume valenza diversa rispetto all'intervento del collega Fossati in Ufficio di presidenza, per il suo ruolo di relatore e per la formalità della sede.
  Ricorda nuovamente che è stato il suo gruppo a richiedere lo svolgimento dei Pag. 24lavori anche nel corso del fine settimana, dovendo peraltro rinunciare allo svolgimento di audizioni data la limitatezza dei tempi complessivamente a disposizione. Nel riconoscere che il decreto è stato migliorato dal Senato, sottolinea che ciò è dovuto alla pessima qualità del testo originale. In conclusione, ribadisce che vi sarebbe il tempo per ulteriori miglioramenti senza rischiare la decadenza del decreto-legge prima della sua conversione.

  Filippo FOSSATI (MDP), rilevando che l'intervento della collega Lenzi può essere riassunto nella inopportunità di modificare il punto di equilibrio raggiunto al Senato, ricorda che, pur prendendo atto di tale dato, la seduta odierna è giustificata dalla volontà di cercare di modificare tale punto di equilibrio.

  Mario MARAZZITI, presidente, comunica che la Commissione passerà ora all'esame delle singole proposte emendative.

  Dalila NESCI (M5S) intervenendo sull'emendamento 1.2, di cui è prima firmataria, interamente soppressivo dell'articolo 1, sottolinea che la sua finalità è quella di scardinare l'intero provvedimento, giudicandolo incostituzionale, incongruo, inadeguato e privo della necessaria urgenza.
  Segnala che in Europa è in corso una tendenza, diversamente da quanto previsto dal provvedimento in discussione, ad incrementare la copertura vaccinale attraverso l'informazione e non la coercizione.
  Evidenzia quindi l'assenza di una copertura adeguata rispetto alle nuove prestazioni sanitarie previste, ribadendo in proposito la sollecitazione alla presentazione della relazione tecnica aggiornata. Nel segnalare l'assenza di una reale garanzia della disponibilità dei vaccini monovalenti, ricorda la problematica delle vaccinazioni dei soggetti già immunizzati.
  Segnala che una ipotetica contrapposizione tra pro-vax e no-vax è stata creata dai deputati di maggioranza, in quanto il suo gruppo ha avanzato sempre proposta razionali, basate su dati concreti.
  Preannuncia che approfondirà altri punti critici del provvedimento nel corso dell'illustrazione dei successivi emendamenti.

  Mario MARAZZITI, presidente, avendo il deputato Cecconi richiesto di intervenire per dichiarazione di voto, ricorda che, secondo il Regolamento della Camera, in sede di dichiarazione di voto possono intervenire solo i membri della Commissione o i loro sostituti. In ogni caso, la presidenza garantisce una certa flessibilità nell'applicazione di quanto richiamato in assenza di finalità ostruzionistiche.

  Matteo MANTERO (M5S), nel richiamare i precedenti ricordati dal Presidente, auspica che sia assicurata lessibilità essendo certa l'assenza di finalità ostruzionistiche posto che, essendo stata assunta la decisione di fissare preliminarmente i tempi di esame ogni intento dilatorio avrebbe come conseguenza il non completo esame di tutte le proposte emendative.

  Andrea CECCONI (M5S), intervenendo sull'emendamento Nesci 1.2 e sul successivo Colonnese 1.1, pur in considerazione della volontà del Governo e della maggioranza di approvare senza modifiche il decreto-legge, nel testo approvato dal Senato, fa presente che il MoVimento 5 Stelle non ha alcun intento ostruzionistico. Gli emendamenti in esame, soppressivi dell'articolo 1 del decreto-legge, intendono eliminarne il vizio principale, ovvero l'obbligo di somministrare dodici vaccini, nel testo originario, dieci, nel testo approvato dal Senato, ai minori di età compresa tra zero e sedici anni. Le modifiche introdotte al Senato non sono riuscite a correggere l'impianto fortemente sbagliato del provvedimento e le previsioni positive contenute negli altri punti del decreto risentono della erroneità della scelta principale. L'obbligatorietà è una strada sbagliata, che non risponde alla vera emergenza. Infatti, i dati dimostrano che, quando i cittadini percepiscono l'esistenza di un reale rischio per la salute, ricorrono al vaccino: l'esavalente Pag. 25copre il 95 per cento della popolazione, anche se per non tutti i ceppi coperti vi è un rischio reale. Fa pensare, invece, il dato relativo agli operatori sanitari, che presentano un basso grado di copertura per alcune malattie: ciò dimostra, a suo avviso, che essi, consapevoli del basso livello di rischio, preferiscono non vaccinarsi. Il vero problema è il morbillo che, se contratto in età adulta, può avere complicanze estremamente pericolose. Ma il decreto-legge non reca alcuna misura volta a fronteggiare questa emergenza. Non solo, ma introducendo la previsione di pesanti sanzioni, esso è esposto al rischio di ricorsi che renderanno estremamente difficile il raggiungimento degli obiettivi. Pur consapevole di tali limiti, il Governo insiste su tale strada, quando sarebbe meglio modificare il decreto concentrando l'azione normativa sul morbillo e rinviando le altre decisioni a quando si avranno a disposizione dati certi sull'incidenza delle altre malattie.

  La Commissione respinge l'emendamento Nesci 1.2.

  Matteo MANTERO (M5S), intervenendo sugli identici emendamenti Colonnese 1.1 e Rondini 1.3, ugualmente soppressivi dell'articolo 1, dichiara di apprezzare la sia pur tardiva ammissione del relatore e del sottosegretario che la bassa copertura vaccinale della popolazione non è imputabile ai cosiddetti no-vax. Osserva che le piazze non sono state riempite da cittadini contrari ai vaccini ma da genitori preoccupati, sia dalle minacce di cui si sono sentiti oggetto sia delle limitazioni che si vogliono imporre al loro diritto di decidere per il bene dei propri figli. Stigmatizza, inoltre, l'allarmismo su una presunta epidemia di morbillo, i cui dati annui non sono correttamente confrontati tra loro, e su una supposta reviviscenza del tetano tra gli adulti, dovuta piuttosto alla mancata effettuazione dei richiami dopo la prima dose. La proposta di soppressione dell'articolo 1 ha un carattere eminentemente politico, esprimendo il radicale dissenso dei presentatori degli emendamenti nei confronti dell'obbligatorietà dei vaccini. Infatti, l'aumento della copertura vaccinale, a giudizio dei presentatori, potrà essere conseguito solo attraverso l'aumento delle informazioni, il miglioramento delle strutture sanitarie, la presa in carico dei pazienti in caso di manifestazione di eventi avversi. Oltretutto, la soppressione dell'articolo 1 eliminerebbe l'incostituzionalità che, a suo giudizio, mina il decreto-legge, per la violazione dell'articolo 32 della Costituzione, non giustificata da una situazione di emergenza, non configurabile sulla base dei parametri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. La stessa diffusione del vaccino contro il morbillo, pur al di sotto del parametro fissato dall'OMS, non appare lontana dal limite in misura tale da configurare una situazione di emergenza.

  Giulia GRILLO (M5S), tramite il sottosegretario, invita la Ministra Lorenzin, in questo momento in Sicilia a parlare del decreto-legge sui vaccini, a esporre piuttosto il suo punto di vista in Commissione, unica sede deputata ad un dibattito sul tema.

  Mario MARAZZITI, presidente, invita i deputati a effettuare interventi di tempo ragionevole, allo scopo di permettere il rispetto dell'organizzazione dei lavori che la Commissione si è data.

  Giulia GRILLO (M5S), accogliendo il suggerimento del presidente e rifacendosi alle dichiarazioni del collega Mantero, stigmatizza l'inefficacia del decreto-legge, che non reca alcuna previsione volta a contenere la recrudescenza del morbillo che si sta manifestando nella fascia di popolazione tra i quindici e i trentanove anni, limitandosi a introdurre l'obbligatorietà del vaccino per la fascia di età tra zero e sedici anni.

  Teresa PICCIONE (PD) afferma di avere l'impressione di assistere ad un dibattito stravagante, appartenendo ad una generazione che ha imparato a considerare i vaccini come necessari all'eradicazione Pag. 26di malattie che, spesso, hanno colpito i compagni di giochi. A suo avviso, il decreto-legge è perfettamente costituzionale, dal momento che l'articolo 32 della Costituzione prevede che la tutela della salute pubblica prevalga sul diritto individuale alla salute. Anche il richiamo alle regioni virtuose non appare condivisibile, dal momento che è necessario intervenire in modo universale per tutelare i cittadini anche di tali regioni, messi a rischio dalla mancata adesione alle campagne di vaccinazione da parte dei cittadini di altre regioni. Anzi, da questo punto di vista, il provvedimento si dimostra uno strumento utile e necessario per garantire uniformità in tutto il territorio nazionale in una materia in cui non può esserci posto per l'autodeterminazione. Propedeutico al raggiungimento del risultato è il ripristino dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente, grazie alla quale il primo potrà accompagnare le famiglie nel percorso di immunizzazione, evidenziando, laddove necessario, anche la necessità di evitare la vaccinazione per i soggetti affetti da particolari patologie, per i quali saranno indicati piuttosto i vaccini singoli, previsti dal testo. Giudica positivamente le modifiche introdotte dal Senato e capisce il desiderio dei colleghi di discutere e approfondire l'argomento, ma è necessario, a suo giudizio, rimanere ancorati al principio di realtà.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Colonnese 1.1 e Rondini 1.3.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Palese 1.8: si intende che vi abbiano rinunciato.

  Vega COLONNESE (M5S), illustrando l'emendamento a sua prima firma 1.5, evidenzia che quanto previsto da detto emendamento costituisce la proposta alternativa del MoVimento 5 Stelle il quale, contrariamente a quanto sostenuto dalla stampa, non è totalmente contrario alla somministrazione di vaccini, ma alla loro obbligatorietà.
  Si sofferma in particolare sul comma 5 dell'articolo 1 sostitutivo dell'attuale, il quale stabilisce che l'AIFA pubblichi sul proprio sito Internet i dati sugli eventi avversi conseguenti alle vaccinazioni, anche allo scopo di aprire un canale di comunicazione con i genitori maggiormente preoccupati per gli effetti delle vaccinazioni sui propri figli.
  Segnala poi che anche il comma 7 dello stesso articolo, relativo agli indennizzi previsti in caso di verificarsi di eventi avversi, è volto a rassicurare i genitori sulla certezza del risarcimento di eventuali danni.
  Osserva infine che la lettera b) del comma 8 garantisce la disponibilità immediata e gratuita di vaccini anche in formula monovalente, per consentire ai genitori di scegliere più liberamente quali vaccini far somministrare ai propri figli.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.5.

  Andrea CECCONI (M5S), illustrando l'emendamento Colonnese 1.7, del quale è cofirmatario, evidenzia in particolare l'importanza di garantire la scelta tra diverse alternative vaccinali attraverso la messa a disposizione delle dosi di vaccino sia in forma polivalente, che in forma monovalente e ribadisce la necessità che il vaccino non sia imposto ai pazienti.

  La Commissione respinge l'emendamento Colonnese 1.7.

  Marialucia LOREFICE (M5S) illustra l'emendamento Mantero 1.6, del quale è cofirmataria, raccomandandone l'approvazione. Segnala inoltre di aver ricevuto molte richieste da parte di cittadini preoccupati, che chiedono che il decreto-legge in esame non venga convertito.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), in relazione all'emendamento Mantero 1.6, del quale è cofirmatario, si sofferma in particolare sul comma 4 dell'articolo 1, sostitutivo dell'attuale, il quale affida allo Stabilimento chimico farmaceutico militare, con sede in Firenze, la produzione dei vaccini.

Pag. 27

  La Commissione respinge l'emendamento Mantero 1.6.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti Zaccagnini 1.4 e 1.10 e Palese 1.9: si intende che vi abbiano rinunciato.

  Paola BINETTI (Misto-UDC-IDEA) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.14, che sottolinea anche la dimensione personale della tutela della salute perseguita dal provvedimento in esame, ricordando come la salute pubblica corrisponda alla somma di quelle individuali.

  La Commissione respinge l'emendamento Binetti 1.14.

  Giulia GRILLO (M5S) illustra l'emendamento Silvia Giordano 1.21, del quale è cofirmataria, che chiede la soppressione dell'inciso relativo al rispetto degli obblighi assunti a livello europeo e internazionale. A tal proposito sottolinea i molti obblighi internazionali in materia di salute che l'Italia non ha rispettato, come quelli relativi alla prevenzione del diabete, dell'inquinamento ambientale e del gioco d'azzardo patologico.
  Chiede poi quali siano gli obblighi internazionali ai quali si riferisce la norma, ricordando in particolare la partecipazione dell'Italia al Global Alliance for Vaccine Immunization – GAVI, che diffonde programmi di immunizzazione nei Paesi poveri, con forte impegno finanziario dei partecipanti.

  Ileana ARGENTIN (PD), replicando ad una presunta alternanza nelle posizioni assunte dal gruppo del Partito Democratico sui temi della sanità, ricorda che la legge n. 112 del 2016, recante disposizioni sul cosiddetto «Dopo di noi», è stata approvata con il voto contrario del gruppo del MoVimento 5 Stelle, in ciò dimostrando una ben più evidente discontinuità di atteggiamento sul piano valoriale.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Silvia Giordano 1.21 e Rondini 1.24.

  Silvia GIORDANO (M5S) illustra le finalità dell'emendamento a sua prima firma 1.22, volto a sostituire il riferimento a generici obblighi assunti a livello europeo ed internazionale, di cui all'alinea del comma 1 dell'articolo 1 del presente decreto, con il richiamo a specifiche disposizioni contenute nella Convenzione di Oviedo sui diritti dell'uomo e sulla biomedica e nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea proclamata a Nizza nel 2000, che recano l'esplicito richiamo ai principi del consenso informato e della libertà di scelta nel caso dei trattamenti sanitari, che pure avevano informato positivamente il provvedimento relativo alle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT).

  Alberto ZOLEZZI (M5S), intervenendo a titolo personale per dichiarazione di voto sull'emendamento Silvia Giordano 1.22, di cui è cofirmatario, rammenta che ben 15 Stati non prevedono attualmente la vaccinazione obbligatoria, senza per tale motivo subire ripercussioni negative sotto il profilo della copertura vaccinale, giacché elemento fondamentale per una effettiva tutela della salute è piuttosto quello di una corretta informazione e della prevenzione. Auspicando quindi un ripensamento di Governo e maggioranza parlamentare sul testo in esame, ritiene altresì plausibile il determinarsi di un rilevante contenzioso nonché il possibile avvio di procedure d'infrazione.

  Paola BINETTI (Misto-UDC-IDEA) chiarisce che le disposizioni della Convenzione di Oviedo non presentano carattere vincolante e dunque la stessa può essere richiamata solo nel senso di una presa d'atto dei principi da essa recati.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), intervenendo a titolo personale per dichiarazione di voto sull'emendamento Silvia Giordano 1.22, di cui è cofirmatario, ritiene indispensabile sostenere non già la cultura del sospetto, bensì quella dell'indagine, in assenza della quale non sarebbe possibile pervenire ad una piena e consapevole Pag. 28conoscenza della realtà dei fatti. In particolare, tale esigenza di trasparenza risulta a suo avviso ancora più avvertita in presenza di situazioni che possono dare luogo a conflitti di interesse, come emerso ad esempio nel caso delle dichiarazioni rese dal presidente dell'Istituto superiore di sanità, Ricciardi, nell'ottobre del 2015, laddove veniva evocata la necessità di una nuova alleanza tra medici, operatori sanitari, ricercatori e industria farmaceutica, circostanza questa assai discutibile solo a considerare che tale ultimo soggetto dovrebbe rivestire i panni dell'ente controllato e non controllore. Richiama altresì l'esperienza della GAVI Alliance, una partnership tra soggetti pubblici e privati, di cui l'Italia risulta essere uno dei maggiori contributori, che risponde ad una concezione di carattere verticistico ed è finalizzata alla obbligatorietà della profilassi. Osserva che l'emendamento in discussione mira pertanto a disvelare i grandi accordi di natura commerciale conclusi all'insaputa dei cittadini e senza alcun rispetto dei principi di trasparenza. Sempre in riferimento alla necessità di ispirare alla massima chiarezza i processi decisionali, rammenta peraltro come nel corso della presente legislatura si sia proceduto all'audizione dell'ex Ministro della salute De Lorenzo, condannato in precedenza per corruzione, in rappresentanza della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia.

  Donata LENZI (PD) dichiara la propria orgogliosa appartenenza ad un partito che si professa garantista, nel senso di ritenere che la persona condannata, una volta scontata la pena, abbia il pieno diritto di impegnarsi nuovamente nella vita attiva. Osserva, peraltro, come dalla relazione illustrativa al disegno di legge di conversione del presente decreto emerga chiaramente che il richiamo agli obblighi internazionali debba essere intesa con riferimento all'adesione della Regione europea dell'OMS al Piano globale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia adottato nel 2003, che si sta ancora tentando di realizzare con risultati tuttavia altamente insoddisfacenti.

  La Commissione respinge l'emendamento Silvia Giordano 1.22.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Palese 1.18: si intende che vi abbiano rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Murer 1.13.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Palese 1.20: si intende vi abbiano rinunciato.

  Paola BINETTI (Misto-UDC-IDEA) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.15, avente la finalità di prevedere per i minori non accompagnati lo stesso trattamento previsto per i cittadini italiani con obbligo di vaccinazione fino ai 16 anni.

  Marialucia LOREFICE (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Binetti 1.15, ricordando che i minori accompagnati già ricevono un adeguato trattamento sanitario e segnalando che in assenza di documenti d'identità sarebbe assai difficoltosa l'applicazione di quanto previsto dal citato emendamento.

  Silvia GIORDANO (M5S), richiamandosi all'intervento della deputata Lenzi rispetto ad un precedente emendamento, osserva che quanto previsto dalla relazione illustrativa in termini di rispetto di accordi internazionali relativi al morbillo andava inserito in maniera puntuale nel testo in esame. Ribadisce inoltre la discordanza dei dati per tale patologia tra la relazione illustrativa del decreto-legge e quanto riportato nel sito dell'Istituto Superiore di Sanità.

  La Commissione respinge l'emendamento Binetti 1.15.

Pag. 29

  Marialucia LOREFICE (M5S) segnala preliminarmente, affinché rimanda agli atti, che per un refuso l'emendamento a sua prima firma 1.44 utilizza l'espressione «cartella clinica» in luogo di «cartella sociale». Precisa quindi che la finalità di tale proposta è quella di garantire la piena reperibilità dei dati sanitari relativi ai minori non accompagnati.

  Vega COLONNESE (M5S) si associa alle considerazioni della collega Lorefice, sottolineando la particolare sensibilità rispetto al fatto di disporre di dati di cura specifici per soggetti spesso fortemente debilitati.

  Andrea CECCONI (M5S) si associa alle considerazioni delle colleghe Lorefice e Colonnese sull'importanza di dati certi sulle vaccinazioni per i minori stranieri non accompagnati in assenza di un'adeguata catena di controllo rispetto al loro passato sanitario. Coglie, quindi, l'occasione per chiedere al rappresentate del Governo, anche per una risposta in una seduta successiva, chiarimenti in ordine ad alcuni aspetti problematici del complesso del provvedimento quali: l'effettuazione a carico del Servizio sanitario delle verifiche immunologiche, l'utilizzo in età più avanzata di vaccini adatti solo ai primi anni di vita, l'applicabilità annuale o una tantum delle sanzioni previste e la permanenza del consenso informato.

  Elena CARNEVALI (PD), nell'osservare che obiettivo prioritario dovrebbe essere quello di una completa iscrizione di tutti i minori non accompagnati al Servizio sanitario nazionale, osserva che, pur riconoscendo la rilevanza di possedere dati certi sulla storia clinica dei singoli soggetti, l'eventuale vaccinazione di soggetti già immunizzati costituirebbe solo una sorta di richiamo.

  Marialucia LOREFICE (M5S) segnala che il nostro ordinamento già prevede l'iscrizione dei minori stranieri non accompagnati al Servizio sanitario nazionale.

  Mario MARAZZITI, presidente, rileva che la collega Carnevali intendeva probabilmente riferirsi all'applicazione concreta di tale previsione.

  La Commissione respinge l'emendamento Lorefice 1.44.

  Silvia GIORDANO (M5S) sottoscrive l'emendamento Cristian Iannuzzi 1.16.

  Mario MARAZZITI, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Mucci 1.12: si intende vi abbiano rinunciato.
  Approssimandosi l'orario previsto per la conclusione dei lavori della Commissione, fa presente che nella seduta odierna si è proceduto alla votazione di un numero di emendamenti pari a un decimo circa del totale. Invita, quindi, i gruppi ad utilizzare in maniera razionale i tempi a disposizione, al fine di votare tutte le proposte emendative presentate prima di conferire il mandato al relatore. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento alla seduta già convocata per domani, alle ore 10.

  La seduta termina alle ore 18.

Pag. 30