CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 23 maggio 2017
822.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
Pag. 79

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Martedì 23 maggio 2017. — Presidenza del presidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, riferita all'anno 2016.
Doc. LXVII, n. 5.
(Esame e rinvio).

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che l'articolo 5, comma 1, della legge n. 185 del 1990 prevede che il Governo presenti annualmente al Parlamento una relazione sulle operazioni autorizzate e svolte nell'anno precedente per il controllo di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento. Avverte, quindi, che il documento di cui la Commissione inizia oggi l'esame è stato presentato al Parlamento il 20 aprile 2017 e trasmesso – in considerazione dei diversi profili di competenza – alle Commissioni Affari esteri, Difesa e Attività produttive. Chiarisce quindi che la Commissione Difesa esamina la relazione per gli aspetti di propria competenza.

  Guido GALPERTI (PD), relatore, introduce l'esame ricordando che il comma 2 dell'articolo 5 della legge n. 185 del 1990 prevede che i Ministri degli affari esteri, dell'interno, della difesa, dell'economia e dello sviluppo economico riferiscano annualmente al Presidente del Consiglio, nell'ambito delle rispettive competenze, sulle attività di cui alla citata legge e che il Pag. 80Presidente del Consiglio, a sua volta, alleghi dette relazioni alla relazione da trasmettere al Parlamento, la quale deve altresì contenere indicazioni analitiche degli oggetti concernenti le operazioni contrattualmente definite, oltre alla lista dei Paesi indicati nelle autorizzazioni definitive e nelle revoche eventuali delle stesse.
  Evidenzia, poi, che la relazione al Parlamento deve contenere un capitolo sull'attività degli istituti di credito operanti nel territorio italiano concernente le operazioni disciplinate dalla legge e deve dare conto dell'elenco dei programmi sottoposti a licenza globale di progetto, con indicazione dei Paesi e delle imprese italiane partecipanti.
  Ricorda, quindi, che la legge n. 185 del 1990 stabilisce alcuni divieti a esportare e importare i materiali d'armamento, nonché i requisiti indispensabili per poter operare nel settore. Inoltre, essa fissa dettagliatamente le modalità e le fasi dei procedimenti autorizzativi, nonché le misure sanzionatorie da applicare in caso di violazione delle norme. In particolare, sono vietati l'esportazione, l'importazione, il transito e il trasferimento intracomunitario di materiali d'armamento quando tali attività contrastino con il principio costituzionale italiano del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, con gli impegni internazionali dell'Italia, con gli accordi di non proliferazione e con i fondamentali interessi della sicurezza dello Stato, della lotta contro il terrorismo e del mantenimento di buone relazioni con altri Paesi, nonché quando manchino adeguate garanzie sulla definitiva destinazione dei prodotti alla difesa. L'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiali d'armamento sono altresì vietati quando il Paese destinatario è in stato di conflitto armato, in contrasto con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite; quando sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture di armi da parte di organizzazioni internazionali cui l'Italia aderisce; quando la politica del Paese destinatario contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione; quando il Paese destinatario assegni al bilancio militare risorse eccedenti le proprie esigenze di difesa. Le operazioni sono consentite solo alle imprese iscritte nel registro delle imprese del settore della difesa, tenuto dal Ministero della difesa. Sottolinea, inoltre, che la legge è stata più volte modificata e che, tra l'altro, vi sono state introdotte modifiche sostanziali in materia di trasferimento di materiali d'armamento all'interno dell'Unione europea, per effetto delle quali la disciplina prevede ora due canali di autorizzazioni: uno per i trasferimenti tra i Paesi dell'Unione e un'altra per tutti gli altri Stati.
  Ciò premesso, segnala che la relazione in esame si presenta come un documento particolarmente corposo e complesso, composto da varie sezioni, nelle quali i diversi Ministeri interessati riferiscono in merito ai diversi profili delle operazioni.
  Per tale ragione si limiterà a riportare le considerazioni di carattere generale svolte dai Ministeri, senza nutrire la pretesa di offrire una sintesi esauriente del documento stesso, essendo questo composto da due volumi per un totale di oltre 1.400 pagine.
  Iniziando dai dati forniti dal Ministero degli affari esteri, osserva come nel corso del 2016 il valore complessivo delle licenze di esportazione e importazione, compresi gli importi derivanti dalle licenze per operazioni d'intermediazione e quelli relativi alle licenze globali di progetto e di trasferimento, ammonti a oltre 15 miliardi di euro, registrando un aumento dell'84,9 per cento rispetto all'anno 2015, quando il valore delle licenze è stato di circa 8 miliardi.
  I Paesi di riferimento delle operazioni autorizzate sono stati principalmente quelli della UE e/o della NATO, con l'81,6 per cento del valore totale. Più precisamente, i principali partner sono stati il Regno Unito (2,367 miliardi), la Germania (1,072 miliardi), la Francia (574,5 milioni) e la Spagna (443,9 milioni); tra quelli extraeuropei, il Kuwait (7,706 miliardi). Aggiunge che sul valore delle esportazioni e sulla posizione del Kuwait come primo Pag. 81partner incide una licenza di 7,308 miliardi per la fornitura di 28 aerei da difesa multiruolo di nuova generazione «Eurofighter Typhoon», realizzati in Italia.
  A sua volta il Ministero della difesa riporta che nel corso del 2016 la Commissione per la tenuta del Registro nazionale delle imprese e dei consorzi di imprese operanti nel settore ha deliberato l'iscrizione di 36 società e la cancellazione di 13 società. Come detto, la legge n. 185 del 1990 consente l'effettuazione delle operazioni relative ai prodotti per la difesa solo alle imprese iscritte nel registro delle imprese del settore della difesa. Alla data del 31 dicembre 2016 risultano iscritte al Registro 291 società.
   Per quanto concerne, poi, la partecipazione delle imprese italiane agli attuali 23 Programmi intergovernativi, la Relazione evidenzia che, rispetto all'anno 2015, non è più presente nell'elenco il Programma Hawk-Viability, in quanto concluso. È stato invece incluso il Programma MAS (Mission Abort System). Non è stato riportato, per l'anno 2016, il Programma U212-A, in quanto, ancorché ancora attivo, non risultano operazioni da ricomprendere.
  In relazione, poi, alle informazioni trasmesse dal Ministero dell'interno ricorda che questo rilascia, a seguito del nulla osta del Ministero della difesa, le autorizzazioni per l'importazione temporanea di materiali di armamento per la partecipazione a fiere campionarie, mostre e attività dimostrative. In relazione a tale materia nel corso del 2016 non sono state rilasciate predette autorizzazioni.
  Inoltre il Ministero dell'interno partecipa, con il Ministero della difesa e quello degli affari esteri, al rilascio di nulla osta per la prestazione di servizi per l'addestramento e per la manutenzione, da effettuarsi in Italia o all'estero, quando essa non sia già stata autorizzata contestualmente al trasferimento di materiali di armamento. Nel corso del 2016 sono stati rilasciati 91 nulla osta. Il Ministero dell'economia esercita, invece, un controllo sui trasferimenti bancari concernenti le operazioni in tema di armamenti. A tale dicastero, infatti, devono essere comunicate entro trenta giorni dalla loro effettuazione le transazioni bancarie concernenti le operazioni disciplinate dalla legge n. 185 del 1990.
  Inoltre, ai sensi dell'articolo 27-bis della legge n. 185 del 1990, al fine di contrastare il finanziamento al terrorismo internazionale e l'attività di Stati che minacciano la pace e la sicurezza internazionale in base alle risoluzioni delle Nazioni Unite o alle deliberazioni dell'Unione europea, è fatto obbligo agli istituti di credito e agli intermediari finanziari di comunicare al Ministero dell'economia e delle finanze ogni attività di finanziamento, anche estero su estero, connessa con le operazioni di cui alla citata legge n. 185.
  In relazione a tale controllo, la Relazione riferisce che nel corso del 2016 sono state effettuate dagli operatori bancari 14.134 segnalazioni inerenti transazioni bancarie. Dal confronto con i dati del 2015 emerge un aumento di 1.678 segnalazioni.
  In termini di volume economico, la somma delle esportazioni e importazioni definitive e temporanee per istituti di credito è pari a circa 4 miliardi, con l'aggiunta di circa 3,5 miliardi di importi accessori segnalati. La Relazione evidenzia, altresì, che nell'anno 2016, circa il 52 per cento dell'ammontare complessivo movimentato per le sole esportazioni definitive (3,748 miliardi) è stato negoziato da soli tre istituti bancari (Unicredit Spa, Deutsche Bank, Barclays Bank).
  Nel settore aziendale, il Dicastero ha registrato una ripartizione delle esportazioni definitive divisa tra un soggetto di maggioranza, Leonardo S.p.A. con il 61,85 per cento, ed una parcellizzazione del restante 38,15 per cento tra tutte le altre aziende (in primis Alenia Aermacchi S.p.A. con il 6,84 per cento sul totale esportazioni).
  In termini di ripartizione geografica, riferendosi ai trasferimenti di competenza del Dicastero, le prime tre aree di interesse per le esportazioni sono state il Pag. 82Medio Oriente (59 per cento), i Paesi OSCE/UE/NATO (22,35 per cento) e l'Asia (8,42 per cento).
  Infine, per quanto concerne i dati trasmessi dal Ministero dello sviluppo economico, rammenta che presso tale Dicastero opera l'Autorità nazionale competente per il controllo delle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso, che si occupa del controllo delle esportazioni di tali beni, vigilando che gli stessi non vengano utilizzati per fini proliferanti. Al riguardo la Relazione riferisce che nel corso del 2016 sono state concesse 981 autorizzazioni di questo tipo, di cui 964 dirette ad un destinatario unico per un'unica operazione, 17 di tipo globale.

  Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) pone la questione della classificazione dei software e apparati elettronici che sono a volte ancora considerati beni a uso duale, mentre andrebbero in molti casi riconosciuti come veri e propri armamenti, come tali trattati, dal momento che, com’è sotto gli occhi di tutti, il loro impiego in azioni di guerra cibernetica è ormai realtà.

  Guido GALPERTI (PD), relatore, osserva che non pochi dispositivi elettronici sono già classificati come armi, come risulta dalla relazione in esame e dalla stessa legislazione di riferimento, che recano descrizioni analitiche di cosa debba intendersi per materiali d'armamento.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Martedì 23 maggio 2017. — Presidenza del presidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 14.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

DL 54/2017: Disposizioni urgenti per rafforzare i dispositivi di sicurezza connessi allo svolgimento del Vertice dei Paesi G7.
C. 4451 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 17 maggio 2017.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che nella precedente seduta sono state poste al Governo alcune richieste di chiarimento.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI conferma che le 2.900 unità di personale il cui impiego è disposto dal provvedimento in esame si aggiungono alle 129 già dislocate nella provincia di Messina a valere sul piano di impiego autorizzato con la legge di bilancio per il 2017. Questa ha autorizzato l'impiego di 7.050 militari per Strade sicure, di cui 1.500 unità di personale erano state inizialmente adoperate per la sicurezza del Giubileo straordinario della Misericordia. Rimarca, inoltre, che nessun contingente di personale è stato previsto dalla legge di bilancio 2017 per le esigenze del vertice dei Capi dei Paesi del G7. In sostanza, sono stati messi a disposizione del prefetto di Messina 129 militari tratti dalle 7.050 unità del contingente di «Strade sicure» e gli ulteriori 2.900 militari previsti dal provvedimento in esame, le cui concrete modalità impiego sono state già descritte nella precedente seduta.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, comunica che la deputata Duranti e il deputato Carlo Galli hanno sottoscritto l'emendamento Frusone 1.1.

Pag. 83

  Antonino MOSCATT (PD), relatore, formula parere contrario sull'emendamento Frusone 1.1.

  Il sottosegretario Domenico ROSSI esprime parere conforme a quello del relatore.

  Gianluca RIZZO (M5S) si dichiara sorpreso dalla scelta del relatore e del Governo di esprimere parere contrario su un emendamento che egli ritiene di buon senso, in quanto semplicemente inteso a escludere che le Forze armate siano impiegate per la gestione dell'ordine pubblico nelle manifestazioni. Sottolinea che sarebbe opportuno e anzi doveroso evitare l'impiego del personale militare per questo, soprattutto in occasione di manifestazioni che si svolgono a margine di eventi internazionali così importanti come quello in programma a Taormina. Nel sottolineare come la gestione dell'ordine pubblico sia tradizionale prerogativa delle Forze di polizia, e non del personale militare, che non si occupa di questo dai tempi della guerra, manifesta preoccupazione per la possibilità che da questa circostanza derivi un danno all'immagine del Paese. Raccomanda quindi la votazione dell'emendamento presentato dal suo gruppo.

  Antonino MOSCATT (PD), relatore, fa presente che il contingente militare è messo a disposizione del prefetto e che sarà da questi impiegato soltanto in caso di esigenze straordinarie, allo scopo di tutelare il pacifico svolgimento delle manifestazioni, e non di ostacolarlo; quindi per mostrare alla comunità internazionale che in Italia è possibile manifestare il dissenso pacificamente.
  Ricorda quindi come in Italia le Forze armate concorrano in tante circostanze all'azione dello Stato sul territorio, come, ad esempio, quando prestano soccorso in occasione di terremoti o calamità naturali, testimoniando con il loro contributo la presenza dello Stato, e come si occupino anche di ordine pubblico, per esempio quando vigilano contro lo sciacallaggio nelle aree colpite da calamità.
  Conclude manifestando la certezza che le autorità preposte sapranno utilizzare il personale militare al meglio, senza che ciò sfoci in uno stravolgimento dei compiti e dei ruoli affidati rispettivamente alle Forze di polizia e alle Forze armate.

  Donatella DURANTI (MDP) ritiene che con il provvedimento in esame il Governo abbia voluto soprattutto assumere una decisione di facciata, intesa a far vedere che adotta ogni misura per la sicurezza.
  Ricorda, quindi, che l'operazione «Strade sicure» fu voluta dal Governo – un Governo di centrodestra – per far sentire ai cittadini la vicinanza delle Forze dell'ordine e per incrementare la percezione della sicurezza. Si trattava di una misura temporanea, che, invece, è diventata costante e che ha visto in questo decennio incrementare via via nel tempo il numero delle unità del contingente impiegato. Lo scopo, in ogni caso, non era quello di combattere il terrorismo. Per questo ci sono unità specializzate delle Forze di polizia, anche di quelle militari. Non vuole mettere in questione la fedeltà democratica delle Forze armate, che è fuori discussione, ma ritiene che l'ordine pubblico non sia la missione delle Forze armate, che non vengono formate per questo, né hanno – in base alla legge di riferimento richiamata dal decreto in esame – i poteri occorrenti. L'obiettivo di garantire un supporto alle Forze di polizia per le esigenze legate alla prevenzione della criminalità e al controllo dei siti sensibili viene, con l'intervento di questo provvedimento, completamente trascurato, a suo parere, atteso che l'ulteriore contingente di 2.900 unità di militari impiegato nell'ambito di questa operazione viene destinato a esigenze di sicurezza connesse allo svolgimento di un vertice internazionale.
  Manifesta, quindi, contrarietà per un impiego di militari sempre più massiccio, in compiti che dovrebbero essere invece Pag. 84svolti dalle Forze di polizia, e sempre più sproporzionato rispetto alle reali necessità.
  Preannuncia, quindi, il voto favorevole del proprio gruppo sull'emendamento.

  La Commissione respinge l'emendamento 1.1 Frusone.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.