CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 16 maggio 2017
818.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 16 maggio 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.45 alle 14.15.

SEDE REFERENTE

  Martedì 16 maggio 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 14.15.

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Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Variazioni nella composizione della Commissione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che, per il gruppo Scelta Civica-Ala Per La Costituente Liberale e Popolare-Maie, il deputato Enrico Zanetti entra a far parte della I Commissione.

Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento.
C. 2354 Lombardi.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento delle proposte di legge nn. 495, 661, 1093, 1137, 1958, 2409, 2446, 2545, 2562, 3140, 3225, 3276, 3323, 3326, 3552, 3789, 3835, 4100, 4131, 4235 e 4259).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 maggio 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che nella seduta di giovedì 11 maggio il gruppo del Movimento 5 Stelle ha confermato la volontà di mantenere il disabbinamento della proposta di legge C. 2354. Successivamente la Commissione, dopo aver deliberato la delimitazione del perimetro d'esame, ha adottato, come testo base, il nuovo testo proposto dalla relatrice, deputata Roberta Lombardi. Il termine per la presentazione di proposte emendative è stato fissato alle ore 10 della giornata odierna.
  Peraltro, nell'odierna riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è convenuto, con il consenso del gruppo del Movimento 5 Stelle, di proporre alla Commissione di procedere all'abbinamento delle ulteriori proposte di legge in materia d'indennità dei membri del Parlamento e delle proposte recanti disposizioni in materia di vitalizi, già all'esame della Commissione, ridefinendo, di conseguenza, il perimetro d'esame.
  Pertanto, al fine di procedere nel senso indicato dall'Ufficio di Presidenza, chiede preliminarmente ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle di confermare la volontà di rinunciare al disabbinamento della proposta di legge C. 2354 Lombardi.

  Andrea CECCONI (M5S) a nome del suo gruppo conferma la volontà di rinunciare al disabbinamento della proposta di legge C. 2354 Lombardi.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che, a seguito della rinuncia al disabbinamento da parte del gruppo Movimento 5 Stelle sono abbinate, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte di legge recanti disposizioni in materia di indennità dei membri del Parlamento: C. 495 Vaccaro, C. 661 Lenzi, C. 1137 Capelli, C. 1958 Vitelli, C. 4131 Bianconi, C. 4100 Civati, C. 4235 Gigli, C. 4259 Caparini.
  Propone, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento, l'abbinamento delle seguenti proposte di legge recanti disposizioni in materia di vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei componenti delle Camere e dei consiglieri regionali, già all'esame della Commissione o assegnate successivamente alla data dell'ultima seduta svolta: C. 1093 Grimoldi, C. 2409 Nuti, C. 2446 Piazzoni, C. 3140 Caparini, C. 3225 Richetti, C. 3276 Giacobbe, C. 3323 Francesco Sanna, C. 3326 Turco, Lombardi 3552. Propone, altresì, sempre ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento, l'abbinamento delle seguenti proposte di legge che trattano aspetti specifici della materia dell'indennità parlamentare: C. 2545 Mannino, C. 2562 Sereni, C. 3789 Cristian Iannuzzi, C. 3835 Melilla.

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  La Commissione approva la proposta del Presidente.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che, in seguito all'abbinamento delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei componenti delle Camere e dei consiglieri regionali, va nuovamente valutato il perimetro di esame della Commissione che, secondo quanto convenuto nella riunione dell'Ufficio di Presidenza e in linea con quanto già deliberato dalla Commissione sul medesimo oggetto nelle sedute del 6 ottobre 2016 e dell'11 maggio 2017, potrebbe essere il seguente: determinazione e disciplina dell'indennità spettante ai membri del Parlamento; disciplina del rimborso delle spese di soggiorno, di viaggio, spese generali e disciplina della diaria dei parlamentari; regime tributario; disposizioni in materia di vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei componenti delle Camere e – limitatamente alle sole norme di principio – dei consiglieri regionali; regime di trasparenza connesso alle suddette materie. Tale perimetro, se deliberato dalla Commissione, sarà considerato ai fini della predisposizione e dell'adozione di un nuovo testo base per il prosieguo dell'esame e per la valutazione di ammissibilità delle proposte emendative ad esso riferite.
  Pone in votazione la proposta di delimitare l'ambito d'esame della Commissione nei termini sopra indicati.

  La Commissione approva la proposta del Presidente.

  Danilo TONINELLI (M5S) precisa che la conferma del disabbinamento era stata espressa dal suo gruppo nell'ultima seduta a seguito della iniziale scelta del gruppo del Partito democratico, manifestata in una precedente riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di opporsi alla proposta del gruppo del M5S di abbinare le proposte di legge in materia di vitalizi. Osserva, infatti, che il suo gruppo, con tale disabbinamento, intendeva assicurare un iter parlamentare spedito, con lo scopo di rispettare i tempi previsti per l'avvio della discussione in Assemblea di un provvedimento rientrante nella sua quota di opposizione. Osserva che il suo gruppo ora non può che prendere atto del cambiamento di posizione da parte del gruppo del Partito democratico, che, smentendo la sua impostazione iniziale, ha condiviso l'esigenza di unificare il tema del trattamento economico dei membri del Parlamento con quello previdenziale. Pur stigmatizzando un atteggiamento contraddittorio del gruppo del Partito democratico, che ha determinato un'inutile perdita di tempo, fa presente che ora il suo gruppo non può che manifestare soddisfazione per l'ampliamento del perimetro di esame in oggetto.

  Roberto GIACHETTI (PD) interviene per lasciare agli atti il suo stupore per il comportamento di un gruppo di opposizione che, per concentrarsi sul merito della questione, ha perso di vista l'aspetto procedurale che rischia di creare, a suo avviso, un pericoloso precedente. Infatti, in seguito all'abbinamento ora disposto, si potrà verificare che un provvedimento iscritto in quota opposizione, come la proposta di legge Lombardi, venga fagocitato da una proposta di legge di un esponente della maggioranza, come la proposta a prima firma Richetti, con la possibilità di essere espunto dal testo base. Il Movimento 5 Stelle avalla così il fatto che un provvedimento della maggioranza venga discusso in Assemblea in quota opposizione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, in risposta al deputato Giachetti, fa notare che quanto accaduto nella seduta odierna non costituisce alcun precedente pericoloso per le prerogative delle minoranza, atteso che, in base ad una corretta interpretazione del Regolamento, rientra nel diritto dell'opposizione, una volta rinviato in Commissione un provvedimento in sua quota, confermare o meno il disabbinamento della altre proposte di legge vertenti Pag. 8sulla medesima materia. Fa notare, dunque, che, secondo il Regolamento vigente, non vi è alcuna possibilità che un gruppo di maggioranza si attribuisca prerogative che spetta soltanto alle minoranze esercitare o meno in relazione alla calendarizzazione in Assemblea di un provvedimento rientrante nella sua quota. Osserva, inoltre, che, nel caso di specie, una volta che il gruppo Movimento 5 Stelle ha rinunciato al disabbinamento, non si è fatto altro che procedere ad abbinare altre proposte di legge ai sensi dei commi 1 e 2 dell'articolo 77 del Regolamento della Camera dei deputati. Fa notare, infatti, che il tema dei vitalizi era già contenuto nella proposta di legge C. 2354, a prima firma della deputata Lombardi.

  Danilo TONINELLI (M5S) concorda con quanto affermato dal Presidente. Nel sottolineare che la proposta di legge Lombardi già contiene il tema dei vitalizi, precisa di non aver mai detto che il tema dell'indennità vada scorporato, ma di aver dato la disponibilità all'abbinamento in quanto la proposta di legge Richetti è condivisa dal suo gruppo.

  Emanuele FIANO (PD) ritiene che la maggioranza non abbia leso alcun diritto delle minoranze, e fa notare che, una volta che il gruppo del Movimento 5 Stelle ha rinunciato al disabbinamento rispetto alla proposta di legge Lombardi C. 2354, ritiene del tutto giustificata la scelta testè operata dalla Commissione di procedere all'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, della proposta di legge Richetti C. 3225, che interviene peraltro su un tema contenuto anche nella proposta di legge C. 2354.

  Giuseppe LAURICELLA (PD) concorda con quanto affermato dal deputato Giachetti. Rileva infatti come ci si trovi di fronte a una procedura non ben definita, dove i tempi sono dettati dal gruppo del Movimento 5 Stelle che non ha più nella sostanza la titolarità del provvedimento. Avanza il sospetto che la disponibilità del Movimento 5 Stelle a rinunciare al tema dell'indennità possa essere motivata dal fatto che l'indennità viene percepita oggi, mentre i vitalizi riguardano un emolumento futuro. Anticipa che presenterà uno o due emendamenti tesi a stabilire un'indennità per i parlamentari di 5.000 euro lordi onnicomprensiva, comprendente quindi tutti i possibili rimborsi.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), condividendo quanto affermato dal deputato Giachetti, ritiene che si sia di fronte ad una forzatura regolamentare che rischia di consentire ai gruppi di maggioranza di impadronirsi di strumenti che spettano, per Regolamento, all'opposizione. Preso atto con rammarico che i gruppi del Partito democratico e del M5S, su un tema così delicato, hanno trovato una convergenza al solo scopo di rivaleggiare tra loro nell'atto di cavalcare l'onda emotiva dell'opinione pubblica, fa presente che il suo gruppo rivendica il rispetto delle regole al fine di scongiurare prassi parlamentari suscettibili di alterare la corretta dialettica tra maggioranza e opposizione.

  Roberta LOMBARDI (M5S), relatrice, rileva come sia ipocrita l'atteggiamento di alcune forze politiche che si preoccupano del fatto che si possa creare un precedente, quando tutta l'attuale legislatura è stata caratterizzata da un uso strumentale dei precedenti. Chiede se, senza alterare ulteriormente la tempistica dell'esame del provvedimento, possa essere sollecitata la risposta della Presidente della Camera e del Presidente della XI Commissione al fine di abbinare all'esame anche il tema dei collaboratori parlamentari.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, in risposta alla deputata Lombardi, osserva che sulla questione posta dal suo gruppo in ordine alla materia riguardante gli aspetti del rapporto di lavoro dei collaboratori occorre attendere la risposta da parte del presidente della XI Commissione, considerato che la materia richiamata è oggetto di un provvedimento incardinato in quella Commissione.

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  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) concorda con le affermazioni del deputato Giachetti. Ritiene che in tutti i casi il tema dell'indennità vada ricompreso in un nuovo testo base. Affrontare solo il tema dei vitalizi significa solo gettare fumo negli occhi dell'opinione pubblica e ciò non è condivisibile. Annuncia che presenterà emendamenti tesi a ridisegnare l'indennità parlamentare nei termini previsti dalla proposta di legge di cui è primo firmatario, vale a dire commisurata al reddito di lavoro dipendente o autonomo percepito dal parlamentare prima della sua elezione.

  Tancredi TURCO (Misto-AL-TIpI) ricorda di aver intrapreso nel corso delle corrente legislatura una iniziativa personale, mirata alla costituzione di un intergruppo parlamentare con il compito di approfondire la tematica della previdenza dei membri del Parlamento. Ricordato che a tale iniziativa non aderirono né esponenti del gruppo del Partito democratico né esponenti del gruppo Movimento 5 Stelle, si dichiara sorpreso che in questo momento vi sia tanta attenzione su tale tema da parte di tali schieramenti.

  Matteo RICHETTI (PD) osserva che la situazione in atto è quella di forze politiche che cercano di superare il loro divario senza attivare una competizione tra di loro. A lui non interessa piantare una bandierina, ma ottenere un risultato. Ricorda al proposito che quando un esponente di rilievo del Movimento 5 Stelle, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, dichiarò che non era necessaria una legge sui vitalizi, ma era sufficiente una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza della Camera, pur non condividendo tale posizione, si è attivato per costruire un percorso in tal senso. Chiede rispetto per le varie posizioni e un dibattito costruttivo e di qualità sulla materia, senza bloccarsi sulle indennità e senza trasformare la discussione in un dibattito preelettorale. Ricorda che la sua proposta di legge, che è stata sottoscritta nei giorni scorsi da deputati del Movimento 5 Stelle, era stata già condivisa da deputati di altri gruppi, come la deputata Gelmini.

  Danilo TONINELLI (M5S) fa notare che il suo gruppo si è convinto della necessità di intraprendere la strada della sede referente per affrontare il tema della previdenza dei membri del Parlamento solo dopo aver constatato la difficoltà di sottoporre tali argomenti nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza della Camera.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, chiede alla deputata Lombardi se intenda confermare la propria volontà di svolgere le funzioni di relatrice.

  Roberta LOMBARDI (M5S), rinuncia a svolgere la funzione di relatrice.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che l'incarico di svolgere la funzione di relatore è conferito al deputato Matteo Richetti.
  Per quanto riguarda l'organizzazione dei lavori ricorda che il seguito dell'esame del provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dal prossimo 23 maggio. A tal proposito l'Ufficio di presidenza, dopo aver stabilito che il nuovo testo base sarà adottato nella seduta di giovedì 18 maggio e che il termine per la presentazione di proposte emendative sarà fissato a martedì 23 maggio alle ore 16, ha convenuto, con il consenso del gruppo del Movimento 5 Stelle, di sottoporre alla Presidente della Camera e alla Conferenza dei Presidenti di gruppo l'esigenza di rinviare al 31 maggio prossimo il seguito dell'esame del provvedimento in Assemblea.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione della Giornata in memoria dei Giusti dell'umanità.
C. 2019 Santerini.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 27 aprile 2017.

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  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è pervenuto il parere favorevole con una condizione della Commissione Bilancio. Al fine di recepire tale condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, il relatore ha presentato gli emendamenti 1.1 e 1.2. (vedi allegato 1).

  Emanuele FIANO (PD), relatore, raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 1.1. e 1.2.

  La sottosegretaria Sesa AMICI esprime parere favorevole sugli emendamenti del relatore 1.1 e 1.2.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 1.1 e 1.2 del relatore (vedi allegato 1).

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea, perché ritiene inopportuno che si ricorra, con una frequenza che definisce eccessiva, allo strumento legislativo per l'istituzione di giornate della memoria, che, a suo avviso, rischiano di tradursi in un formalismo commemorativo privo di una reale efficacia. Ritiene che per simili iniziative sarebbe preferibile percorrere strade meno formali ma più concrete.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, pur condividendo in termini generali i rilievi del deputato Sisto sull'eccessivo numero di celebrazioni civili istituite, rileva che il provvedimento in esame riguarda una giornata già prevista a livello europeo. Inoltre la Giornata non è dedicata a rievocare eventi calamitosi, ma a ricordare chi si è adoperato per salvare vite umane. In questo modo, celebrando la vita, produce effetti benefici sulle giovani generazioni. Invita il deputato Sisto a rivedere la propria posizione di contrarietà.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) accogliendo la richiesta del relatore, modifica la propria posizione e dichiara l'astensione del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, deputato Emanuele Fiano, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, auspica che possano essere avviate le procedure per poter trasferire il provvedimento in sede legislativa.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.55.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 16 maggio 2017. — Presidenza del vicepresidente Emanuele COZZOLINO.

  La seduta comincia alle 14.55.

Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo.
Emendamenti C. 3139-B, approvata dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Emanuele COZZOLINO, presidente e relatore, rileva che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere il parere di nulla osta.

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  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 e ulteriori disposizioni in materia di aree protette.
Emendamenti C. 4144, approvata in un testo unificato dal Senato e abb.-A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).

  Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.

  Emanuele COZZOLINO, presidente, in sostituzione del relatore impossibilitato a partecipare alla seduta, propone di esprimere parere contrario sull'emendamento Benedetti 27.220; rileva quindi che i restanti emendamenti contenuti nel fascicolo n. 6 e gli emendamenti 4.800, 5.600 (nuova formulazione), 11.600 (nuova formulazione) e 25.600 (nuova formulazione) della Commissione non presentano profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere il parere di nulla osta.

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente (vedi allegato 2).

  La seduta termina alle 15.

SEDE REFERENTE

  Martedì 16 maggio 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO.

  La seduta comincia alle 20.05

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4287 Marco Meloni, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio, C. 4363 Fragomeli e petizioni nn. 508, 515, 892, 896, 919, 1182, 1251 e 1252.

Sentenza della Corte Costituzionale n. 35 del 2017.
Doc. VII, n. 767.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto del provvedimento e della sentenza della Corte costituzionale, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 maggio 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, invita i gruppi ad esprimere la loro posizione sulla proposta di testo base da lui presentata.

  Emanuele FIANO (PD) ribadisce la posizione non favorevole del suo gruppo alla proposta di testo base avanzata dal presidente e relatore. Ribadisce, altresì, la posizione favorevole del suo gruppo alla proposta di testo da lui anticipata nella precedente seduta, basato al 50 per cento su un sistema maggioritario con collegi uninominali e al 50 per cento su un sistema proporzionale.

  Danilo TONINELLI (M5S) prende atto della già annunciata giravolta del Partito Pag. 12Democratico, fatta quando sembrava prendere corpo un testo base condiviso. Invece il Partito Democratico ha deciso di mettere un aut aut sulla propria proposta. Osserva che il segretario del Partito Democratico ha definito il testo base del presidente e relatore un «cespugliellum» in quanto favorirebbe, con soglie di sbarramento del 3 per cento, i piccoli partiti. In realtà si tratta dell'impianto basato sull’italicum corretto dalla sentenza della Corte costituzionale che rappresenta un punto di partenza che può essere senz'altro migliorato. Ricorda che in tutti i casi il testo base proposto dal presidente e relatore non prevede le coalizioni, al contrario della proposta del Partito Democratico. Questa infatti favorisce realmente i piccoli partiti come quelli che fanno capo rispettivamente al senatore Verdini e al Ministro Alfano, che sono nati dalla trasmigrazione di parlamentari provenienti da altri gruppi. Sono insomma gruppi basati su una logica di potere e disponibili a votare alla Camera anche uno sbarramento al 5 per cento che al Senato diventerebbe al 3 per cento. Inoltre, sarebbero premiati con l'assegnazione di collegi uninominali dove diventa fondamentale il criterio della desistenza. È importante quindi che la Commissione resista a questo tentativo di offesa delle prerogative parlamentari e che il presidente, anche in caso di non approvazione del suo testo, resti relatore. In questo caso potrebbe fare correzioni in senso maggioritario sul suo testo o delineare un sistema veramente simile a quello tedesco che è l'opposto di quello proposto dal Partito Democratico.

  Domenico MENORELLO (CI), nel far presente che il suo gruppo è un cespuglio nato col consenso elettorale del 10 per cento, preannuncia l'adesione alla proposta di testo base del presidente e relatore per il metodo più che per il merito. Ricorda infatti che il metodo è quello del confronto che superi logiche di parte di ciascuna forza politica e che è stato richiamato nel dibattito in Commissione anche dal deputato Fiano. Si tratta di un punto di sano compromesso. Ricorda inoltre che anche il Partito Democratico si era dichiarato favorevole nelle ultime sedute di aprile a un testo base che prevedesse un premio alla lista, come fa la proposta Cuperlo C. 4240. Sottolinea poi come l'attuale segretario del Partito Democratico ha parlato della sola necessità di mettere a punto l’italicum. Il testo base proposto dal presidente è uno sforzo costruttivo di tutti, sul quale anche il Partito Democratico aveva annunciato di non avere un atteggiamento ostruzionistico. Il testo base è un lavoro della Commissione e va approvato per non minare il lavoro stesso della Commissione. Subordinatamente si associa alla richiesta che il presidente rimanga in tutti i casi relatore del provvedimento, in quanto assicura una posizione di neutralità.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN) osserva che, com'era prevedibile, il Partito Democratico ha giocato alla fine la sua carta a sorpresa, dopo che il presidente, nella sua veste di relatore, aveva correttamente presentato la sua proposta di testo base. La posizione del Partito Democratico rende inevitabile che il testo base del presidente e relatore, da lui considerato il migliore, non sarà approvato. A questo punto i cittadini, che non si appassionano al dibattito sulla legge elettorale, subiranno la nuova legge senza essere in grado di valutarla. Sarà fatto credere loro di poter scegliere i loro rappresentanti, ma non sarà così. Infatti, il 50 per cento di proporzionale sarà assegnato con piccoli collegi senza preferenze, buoni non alla conoscenza dei candidati ma all'elezione di candidati nominati dall'alto. Anche nei collegi uninominali, come insegna la passata esperienza, gran parte dei candidati pioveranno dall'alto senza avere conoscenza diretta del territorio. Nel sottolineare che non farà guerre di religione, perché è difficile ottenere il consenso dell'opinione pubblica, per le ragioni sopra esposte, ricorda che nel passato chi ha Pag. 13adottato leggi elettorali a proprio uso e consumo non ha avuto fortuna e ne ha subito le conseguenze invece che i vantaggi. In questo senso augura la stessa fortuna al Partito Democratico.

  Pino PISICCHIO (Misto) fa presente ai colleghi che la reiterazione dell'uso dei nomi latini, strumento che il politologo Giovanni Sartori usava per esprimere il suo disappunto verso alcuni sistemi elettorali, non porta assolutamente bene. Propone quindi di fare una legge insieme, trovando un punto di convergenza. Osserva che le posizioni delle forze politiche sono state già diffuse dalle agenzie di stampa e non ha quindi molto da aggiungere a quello già detto nella precedente seduta. Chiede però al presidente, nel momento in cui il partito di maggioranza relativa ha confermato la sua posizione dissenziente rispetto al testo base, non pervenire alla votazione del medesimo per non rompere un equilibrio legato alla figura del presidente che costituisce un punto di convergenza e stabilità in grado di garantire tutte le forze politiche. Una votazione porterebbe, a suo avviso, a una lacerazione poco utile al mantenimento di tale punto di equilibrio.

  Maurizio LUPI (AP-CpE-NCD) ritiene che il testo elaborato dal presidente nella veste di relatore, avendo operato una sintesi tra le diverse posizioni, persegua l'obiettivo di favorire il maggior consenso possibile dei gruppi, nella prospettiva di assicurare quanto prima l'approvazione di una legge elettorale. Fa notare che, qualora il gruppo del Partito Democratico condividesse tale proposta di testo unificato, che appare un buon punto di partenza per il seguito dell’iter, le possibilità di garantire una legge elettorale al Paese sarebbero elevate. In risposta a talune considerazioni svolte dal deputato Toninelli, ricordato che il gruppo di AP-CpE-NCD alle ultime elezioni europee ha riscosso un risultato elettorale di oltre un milione di voti, rileva l'esigenza che il principio della rappresentatività – da coniugare con quella della governabilità – non sia sacrificato. Dopo aver assistito ad una sconfitta istituzionale che ha visto il Parlamento rinviare l'avvio del dibattito della legge elettorale in attesa delle indicazioni provenienti dalla Corte costituzionale, ora occorre, a suo avviso, un gesto di dignità, che consiste nel prendere atto con realismo della situazione attuale, che appare mutata dall'esito del recente referendum costituzionale. Fa notare che, qualora il testo predisposto dal presidente, nella veste di relatore, non venisse adottato come testo base, occorrerebbe da subito individuare un percorso alternativo con il medesimo obiettivo di elaborare un testo che miri al massimo consenso possibile dei gruppi.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) preannuncia che il suo gruppo voterà contro la proposta di testo unificato del presidente e relatore, identificandosi nella proposta di legge C. 4177, a sua prima firma, che si basa su un impianto maggioritario, fondato su collegi uninominali. Rileva contraddittoria sia la posizione espressa dal deputato Toninelli, atteso che in un recente passato il massimo esponente del M5S si era schierato a favore del Mattarellum, sia la posizione del deputato Menorello, considerato il gruppo dei CI ha presentato una proposta con meccanismi per metà maggioritari e per l'altra metà proporzionali. Fa notare, al contrario, che la posizione espressa dal gruppo del Partito Democratico appare coerente a quanto espresso durante il dibattito. Rileva poi che la proposta di legge C. 4177, a sua prima firma, pur presentando elementi in comune con quella preannunciata dal gruppo del Partito Democratico, presenta proprie caratteristiche che fanno riferimento soprattutto ad un meccanismo premiale. Ritiene, in conclusione, che la proposta formulata dal presidente, nella sua veste di relatore, riassuma i diversi errori commessi nel corso dell’iter e non possa essere condivisa.

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  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) si dichiara un convinto sostenitore del modello proporzionale, osservando che le culture politiche non possono essere sacrificate a vantaggio della governabilità, con il rischio di determinare uno scollamento tra corpo elettorale e rappresentanti politici. Giudica paradossale che il gruppo del Partito Democratico – dopo aver lasciato che i lavori della Commissione si arenassero in una sorta di palude, in attesa di fare chiarezza al proprio interno – decida all'ultimo di calare dall'alto un veto nei confronti del testo elaborato dal presidente e relatore – il cui sforzo di sintesi verrebbe così vanificato – annunciando solo verbalmente una propria specifica proposta. Rileva poi che la proposta delineata per grandi linee dal gruppo del Partito Democratico non assomiglia neanche lontanamente al modello tedesco, che, invece, si caratterizza, a suo avviso, per un tasso accettabile di rappresentanza, dal momento che la vocazione maggioritaria determinata dal sistema dei collegi uninominali appare davvero contemperata da una ripartizione in senso proporzionale dei seggi. Fa notare che se la proposta preannunciata dal deputato Fiano si avvicinasse anche solo per metà a quel modello tedesco, il suo gruppo la voterebbe. In conclusione, auspica che la Commissione, nella seduta odierna, non si pronunci sull'adozione del testo base, in attesa che la proposta del gruppo del Partito Democratico venga formalizzata ufficialmente. Solo a quel punto, il presidente, in qualità di relatore, potrà trarre le fila del dibattito, elaborando eventualmente una ulteriore proposta che garantisca il massimo del consenso.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) osserva che, qualora si ponesse in votazione la proposta di testo unificato del presidente, elaborata nella sua veste di relatore, il suo gruppo esprimerebbe un voto di astensione. Osserva, infatti, che il suo gruppo non intende rappresentare un ostacolo ad una parlamentarizzazione dell’iter, pur nutrendo forti perplessità sulla parte di tale testo che riproduce la presenza dei capilista bloccati. Si dichiara sconcertato dall'atteggiamento assunto dal gruppo del Partito Democratico, facendo notare che gli esponenti di tale gruppo hanno espresso posizioni contraddittorie, smentendo alla fine le loro stesse dichiarazioni con le quali mostravano apertura al dialogo e al confronto. Nutre dunque il sospetto che l'intenzione del gruppo del Partito Democratico sia quella di far saltare il tavolo, precludendo la possibilità di raggiungere un'intesa. Fa presente poi che non intende pronunciarsi sulla proposta preannunciata dal deputato Fiano, finché essa non sarà presentata formalmente. Osserva che il suo gruppo si batterà per favorire l'approvazione di una legge elettorale, nel rispetto di quanto indicato dal Presidente della Repubblica, evitando un fallimento politico che sarebbe evidente, a suo avviso, se neanche si riuscissero ad armonizzare i due sistemi elettorali di Camera e Senato. Evidenzia, peraltro, che il suo gruppo è pronto a confrontarsi su diversi modelli elettorali, avendo come obiettivo prioritario assicurare una legge elettorale al Paese, ritenendo che nessun gruppo possa imporre ad altri una soluzione piuttosto che un'altra. Ritiene che il gruppo del Partito Democratico debba avvertire la responsabilità di avviare un percorso incentrato sulla cautela e sul dialogo, tenuto conto degli errori in cui è incorso nella corrente legislatura sempre sul tema della legge elettorale, approvata ricorrendo ad un voto di fiducia e poi dichiarata incostituzionale. Auspica, in conclusione, che siano assicurati il rispetto delle procedure parlamentari e tempi congrui di esame, rilevando che sarebbe inaccettabile espropriare la Commissione del suo ruolo.

  Antonio DISTASO (Misto-CR), dopo aver rilevato che il suo gruppo è a favore di un sistema maggioritario, ritiene che la posizione espressa dal deputato Fiano introduca nel dibattito un elemento di novità che andrà valutato nel concreto, una volta che sarà formalizzata la proposta preannunciata da quel gruppo. Giudica inaccettabile, dunque, bocciare una proposta senza neanche averla esaminata, osservando Pag. 15come appaia utile avere davanti diverse soluzioni affinché, a seguito di un'ampia discussione, sia scelta la migliore possibile.

  Giulio MARCON (SI-SEL-POS) ricorda alla Commissione che quando è stato depositato il testo base predisposto dal presidente e relatore il suo gruppo ha espresso un giudizio complessivamente negativo, in particolare sugli aspetti relativi ai capilista bloccati e sugli effetti distorsivi del premio di maggioranza. Ritiene che, a questo punto, occorra trovare la soluzione più adeguata per il prosieguo dei lavori ed evitare di fare ulteriori ipocrisie politiche. Preannuncia fin da ora che se si decidesse di procedere alla votazione del testo nella seduta di oggi, il suo gruppo si asterrebbe. Ribadisce la necessità di un confronto aperto senza atteggiamenti ostruzionistici da parte di nessuno ma non ritiene che ciò impedisca di poter esprimere un giudizio negativo sui testi presentati. Osserva altresì come a questo punto la Commissione non sia nelle condizioni di rispettare il termine del 29 maggio previsto per l'inizio dell'esame del provvedimento in Assemblea e su tale ulteriore rinvio ritiene che qualcuno si debba assumere le conseguenti responsabilità.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ritiene di poter affermare che l'effetto referendum possa considerarsi esaurito e che ci si trovi di fronte a nuove trovate illusionistiche e a forme di inaffidabilità parlamentare da parte del gruppo di maggioranza relativa.
  Ritiene che, a questo punto, servano comportamenti concreti che consentano alla Commissione di poter procedere nei suoi lavori secondo il percorso stabilito. Desidera, al riguardo, dare atto al presidente di aver dato prova di terzietà e per questo ritiene debba mantenere il ruolo di relatore fin qui svolto egregiamente. Ricorda altresì come il cosiddetto Italicum fosse nato con un voto di fiducia del Parlamento al Governo Renzi e che non è possibile disconoscerne la paternità a seguito della sentenza della Corte costituzionale. Osserva come la lunga campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico abbia influenzato l’iter del provvedimento in Commissione e fa presente che, fino a pochi giorni fa, le dichiarazioni del capogruppo in Commissione, deputato Fiano, sul testo base proposto dal presidente e relatore erano di tutt'altro tenore. Ricorda come anche per il gruppo di Forza Italia il testo in esame non fosse affatto soddisfacente ma poteva rappresentare un buon punto di partenza per giungere a un testo il più possibile condiviso. Di fronte alle sconcertanti dichiarazioni del collega Fiano di questa sera, ci si trova di fronte, al contrario, ad un testo imposto dal Partito Democratico che dimentica il fatto che bisogna, oltretutto, approvare una legge elettorale che abbia i numeri per essere votata anche nell'altro ramo del Parlamento. Ritiene che tale scelta sia grave sia sul piano del metodo che delle conseguenze politiche. Invita pertanto il presidente a non porre in votazione il testo base per consentire di trovare un'intesa condivisa da tutti i gruppi, auspicando che il Partito Democratico non intenda forzare oltremodo la discussione e auspica che il presidente mantenga in ogni caso il suo ruolo di relatore.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA), nel stigmatizzare come il Parlamento e la Commissione siano in forte ritardo rispetto all'approvazione di una legge elettorale, richiama il Partito Democratico alle sue gravi responsabilità politiche. Ritiene che il presidente abbia svolto egregiamente un ruolo di mediazione compiendo uno sforzo meritevole. Si tratta a questo punto di riconoscere che solo il Partito Democratico ha oggettivamente i numeri e quindi la responsabilità politica per poter procedere celermente alla presentazione di una sua proposta che possa sperabilmente trovare il consenso necessario.

  Albrecht PLANGGER (Misto-Min.Ling.) dichiara il voto contrario del suo gruppo sul testo base in esame in quanto la proposta preannunciata dal deputato Fiano si avvicina al cosiddetto Mattarellum.

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  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, desidera svolgere alcune considerazioni al termine degli interventi dei colleghi. Fa presente che in questi giorni ha letto una serie di prese di posizione più o meno autorevoli, e fatte con toni più o meno eleganti alle quali ha ritenuto di non rispondere sui giornali per promuovere le migliori condizioni di svolgimento del voto nella serata odierna. A questo punto, però, ritiene doveroso rispondere su alcuni aspetti. In primo luogo a chi ha definito il testo «di minoranza» per la contrarietà del gruppo del Partito Democratico. Per rispondere al deputato Giancarlo Giorgetti, pur con ogni modestia, fa presente di non essere così poco intelligente da aver pensato di far approvare il testo base «contro» il partito di maggioranza relativa.
  Di fronte ai mille veti incrociati dei partiti, gli sembrava giusto partire da un testo che raccogliesse la più ampia condivisione possibile, per poi emendarlo successivamente nel caso si fosse arrivati a un accordo. E ovviamente contava che anche il gruppo del Partito Democratico avrebbe condiviso questa impostazione. Ha letto sui giornali che così non è più.
  Il testo base presentato riflette, infatti, con le correzioni della Corte costituzionale, il primo italicum, voluto dal Partito Democratico e approvato con il voto di fiducia. Numerosi esponenti del Partito Democratico, dal capogruppo Ettore Rosato, al segretario Matteo Renzi, hanno affermato recentemente che il sistema italicum esteso al Senato (c.d. Legalicum) per il Partito Democratico era una soluzione accettabile.
  In secondo luogo, il testo ha tenuto conto delle dichiarazioni in Commissione svolte proprio dai rappresentanti del Partito Democratico.
  Ancora giovedì 11 maggio alle 14, quando il Partito Democratico ha presentato per la prima volta il sistema «50 per cento maggioritario –50 per cento proporzionale» (o «tedesco») l'onorevole Emanuele Fiano, ha dichiarato che il suo gruppo non avrebbe avuto un atteggiamento ostruzionistico sulla proposta di testo base che sarebbe stata presentata dal relatore. A questa presa di posizione formale ne sono seguite altre analoghe da parte del capogruppo Ettore Rosato.
  Queste posizioni gli erano state del resto comunicate nell'incontro informale, lungamente atteso e tenuto solo in extremis subito prima della medesima seduta della Commissione delle 14. Era, infatti, perfettamente noto al Partito Democratico che, in mancanza di un consenso largo sulla nuova proposta «tedesca», il testo base proposto sarebbe stato l'italicum-corretto.
  Fa presente che, solo pochi minuti prima della riunione della riunione della Commissione delle 19.30, ha ricevuto per le vie brevi dal Partito Democratico, la richiesta di proporre come testo base il modello 50 per cento maggioritario-50 per cento proporzionale.
  Non ha ritenuto di accedere a tale richiesta, non solo per la sua tardività ma anche perché nessun testo era fisicamente disponibile. E contava che il Partito Democratico potesse approvare comunque il testo base, pur avendo paventato una diversa posizione nella riunione subito prima della seduta della Commissione, nella quale peraltro il Partito Democratico stesso non aveva espresso alcuna posizione contraria ufficiale, e si era limitato a chiedere di votare il testo base questa sera per consentire il voto del gruppo. Si erano invece comportate diversamente Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini e Scelta civica-ALA per la costituente liberale e popolare MAIE, che si erano dette contrarie già quella sera.
  Riteneva quindi che il Partito Democratico, accogliendo l'approccio fondato sulla massima condivisione del testo base, potesse convergere sulla soluzione italicum-corretto, sulla quale aveva fino a quel momento dato il proprio consenso.
  La posizione del Partito Democratico è emersa a mezzo stampa nei giorni successivi e si è consolidata, a quanto apprende, solo con le delibere di oggi.
  Fa presente di non avere nulla di particolare contro la proposta del Partito Pag. 17Democratico in quanto egli stesso ha più volte detto di essere favorevole al maggioritario.
  La sua scelta di presentare il testo italicum-corretto si è basata sull'idea di partire da una soluzione il più condivisa possibile.
  Oggi il Partito Democratico sceglie una via diversa, per così dire di parte, in quanto sostenuta solo dallo stesso Partito Democratico, dalla Lega Nord e Autonomie – Lega dei popoli – Noi con Salvini, da Scelta civica-ALA per la costituente liberale e popolare MAIE e dalla componente del gruppo Misto-Conservatori e Riformatori, con prospettive a dir poco complicate anche in vista del successivo esame del provvedimento al Senato.
  I partiti che decideranno di adottare questa soluzione, non largamente condivisa, si assumeranno tutta la responsabilità di un eventuale fallimento. Per parte sua, garantisce il massimo impegno per arrivare a un risultato positivo.
  E se per caso alla Camera o al Senato la soluzione proposta non avesse i numeri, si augura che nessuno dica «lasciamo perdere», dando la colpa a questo o quell'avversario politico, e che ci si metta a lavorare seriamente su una soluzione diversa.
  Chiarito questo, e passando al merito del contenuto del testo base, afferma di aver trovato sinceramente sorprendenti alcune affermazioni.
  Si è sentito accusare, di voler portare in parlamento i piccoli partiti, o «cespugli», per aver lasciato al 3 per cento la soglia di sbarramento, alla Camera, estendendola al Senato: la cosa è singolare visto che la soglia per la Camera è stata abbassata al 3 per cento con l’italicum proposto dal Partito Democratico, e approvato con la fiducia posta dal governo Renzi. Insomma se il Presidente vuole proteggere i cespugli, altri li hanno piantati.
  Anche la scelta di applicare il 3 per cento al Senato come punto di partenza era scontata; in un testo finalizzato a riflettere l'esistente era, a suo avviso, normale utilizzare l'ultima soglia approvata dal Parlamento. Basterà un emendamento per modificarla. Per questo le polemiche sul cosiddetto Cespugliellum sono davvero senza senso.
  Ha letto che il sistema sarebbe un proporzionale puro, perché prevede il premio di lista al 40 per cento che non sarebbe oggi raggiungibile. Anche in questo caso le soluzioni scelte, premio alla lista e soglia del 40 per cento, sono quelle dell'Italicum, che evidentemente andavano bene prima e non più ora.
  Infine, il collega Lauricella ha propugnato, coerentemente, l'inserimento della clausola prevista nella sua proposta di legge che condiziona reciprocamente il premio in una Camera all'ottenimento del premio anche nell'altra. Ricorda, al riguardo, di aver precisato nella riunione di giovedì 11 alle 19 di essere consapevole del tema e di non aver inserito tale clausola, che pure ritiene in principio condivisibile, per mantenersi, a questo stadio, nell'ambito delle disposizioni esistenti. Soprattutto considerato che dalle audizioni sono giunti alcuni rilievi di costituzionalità sulla soluzione proposta. Ha detto però chiaramente che è un tema che occorrerà affrontare nel corso dell'esame in Commissione.
  In conclusione, rileva come sia evidente che la sua proposta di testo base non ha i numeri per essere approvata.
  Accogliendo la richiesta di non procedere alla votazione, ritira, quindi, la proposta di testo base. Per quanto riguarda l'invito che gli è stato rivolto da più rappresentanti dei gruppo di mantenere le funzioni di relatore, ringrazia per l'apprezzamento dei colleghi e si riserva di comunicare le sue decisioni nell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che sarà convocato nella giornata di domani immediatamente prima della seduta in sede referente della Commissione, al fine di organizzare le modalità di prosecuzione dell’iter del provvedimento.

  Rocco PALESE (Misto-CR), a seguito del ritiro del testo base da parte del presidente, ritiene opportuno ribadire la validità del meccanismo della raccolta Pag. 18delle firme in esso previsto e raccomanda il suo inserimento nel nuovo testo che sarà depositato a breve.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, ritiene che tale questione sarà affrontata dal relatore in sede di elaborazione della nuova proposta di testo base da sottoporre alla Commissione.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 21.30

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