CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 10 maggio 2017
815.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 57

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 10 maggio 2017. — Presidenza della presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 14.20.

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario.
C. 4368, approvato in un testo unificato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 9 maggio 2017.

  Vittorio FERRARESI (M5S) richiede l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso per tutte le sedute relative al provvedimento in discussione.

  Donatella FERRANTI, presidente, in assenza di obiezioni, ne dispone l'attivazione. Avverte, quindi, che, come già annunciato nella seduta di ieri, oggi sarà avviato l'esame degli emendamenti, che, dopo l'espressione del parere da parti della relatrice e del governo, saranno posti in votazione. L'esame proseguirà nella seduta convocata al termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell'Assemblea, nonché domani ed eventualmente venerdì o lunedì prossimi, qualora l'esame di tali emendamenti non si dovesse concludere entro domani. Ricorda, infatti, che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 22 maggio e che nella prossima settimana dovranno essere espressi i pareri da parte delle Commissioni competenti.
  Comunica che è da considerare inammissibile per estraneità di materia, l'emendamento 1.536 Colletti, diretto a modificare l'articolo 18, comma 5, del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, recante disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera a), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. In particolare, l'emendamento Pag. 58è diretto a prevedere che i responsabili di ciascun presidio di polizia competente trasmettono alla propria scala gerarchica le notizie relative all'inoltro delle informative di reato all'autorità giudiziaria, non indipendentemente dagli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale, come previsto dal vigente articolo 18, comma 5, ma «assicurando il pieno rispetto degli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale. Tralasciando qualsiasi valutazione sul merito, osserva che l'emendamento è estraneo alla materia oggetto del progetto di legge, riguardando piuttosto i rapporti interni nell'ambito delle gerarchie delle forze di polizia.
  Per quanto attiene al parere sugli emendamenti, invita al ritiro di tutti gli emendamenti presentati, esprimendo altrimenti parere contrario.
  Nel valutare gli emendamenti presentati, informa di aver tenuto conto che il testo in esame è di fatto oggetto di una terza lettura da parte del Parlamento ed, in particolare, di una seconda lettura da parte della Camera dei deputati, per quanto formalmente si tratti un testo esaminato in prima lettura da parte di questo ramo del Parlamento. Ricordo che il provvedimento in esame, approvato dal Senato, è sostanzialmente il risultato della unificazione in un unico testo, oltre che di una pluralità di disegni di legge di iniziativa di senatori, di due progetti di legge già approvati dalla Camera: nel disegno di legge del Governo n. 2798 (Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena) è stata innestata la proposta di legge n. 2150 (Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato).
  Fa presente che, solo sotto il profilo formale, pertanto, la Commissione si trova innanzi ad un provvedimento esaminato per la prima volta dalla Camera al quale, quindi, non è applicabile il principio secondo cui sono irricevibili gli emendamenti su parti del testo sulle quali vi è stata una lettura conforme da parte di Camera e Senato. Proprio per tale ragione, per quanto si sia sostanzialmente registrata una doppia lettura conforme da parte di Camera e Senato su gran parte delle disposizioni del testo, sono stati presentati 611 emendamenti, molti dei quali identici ad emendamenti già respinti da Camera e Senato e, quindi, aventi ad oggetto temi già approfonditamente esaminati e vagliati dai due rami del Parlamento. Ricorda che l'esame del disegno di legge n. 2798 sul processo penale è stato avviato dalla Commissione Giustizia della Camera il 13 gennaio 2015, mentre l'esame della proposta di legge n. 2150 sulla prescrizione del reato è stato avviato sempre dalla Commissione Giustizia il 28 maggio 2014.
  Si dichiara consapevole che anche il testo in esame, come ogni altro testo, potrebbe essere ulteriormente migliorato. Tuttavia, come avviene sempre, occorre fare anche in questo caso un bilanciamento tra due diverse esigenze: quella di migliorare il testo e quella di evitare una nuova lettura da parte del Senato che ritardi o addirittura metta in pericolo l'approvazione del finale del testo. In questo caso nessun emendamento presentato si basa su argomentazioni tali che siano in grado di superare l'esigenza di approvare definitivamente il provvedimento. Si tratta di un provvedimento che tocca diversi settori della giustizia in maniera significativa e che è il risultato di quattro Commissioni ministeriali di studio (le cosiddette commissioni Riccio, Fiorella, Canzio e Giostra). Sul piano del diritto sostanziale, oltre all'introduzione di una nuova causa di estinzione dei reati perseguibili a querela, a seguito di condotte riparatorie, il provvedimento interviene sulla disciplina di alcuni reati, in particolare contro il patrimonio, inasprendone il quadro sanzionatorio. Particolarmente significativa è poi la modifica alla disciplina della prescrizione.
  A questo proposito, ricorda che l'Italia è stata da tempo messa in more dall'OCSE per i ritardi nell'approvazione di una riforma della disciplina della prescrizione, Pag. 59volta a ridurre il rischio di vedere prescritti processi per delitti particolarmente rilevanti, ad iniziare da quelli in materia di corruzione. Modificare il testo significherebbe non solo ritardare ulteriormente l'approvazione finale del provvedimento, ma addirittura mettere in pericolo l'approvazione finale anche in considerazione dei tempi della legislatura. Ricorda inoltre che l'approvazione del provvedimento in esame è stata inserita nel cronoprogramma previsto dal DEF del 2017 al fine di individuare i provvedimenti considerati strategici per la crescita del Paese. Il provvedimento, inoltre, attraverso un'ampia e dettagliata delega al Governo, interviene sul regime di procedibilità di alcuni reati, sulla disciplina delle misure di sicurezza, anche attraverso la rivisitazione del regime del cosiddetto doppio binario, e sul casellario giudiziario. Il testo contiene poi modifiche di natura processuale volte a velocizzare i tempi del processo. Si segnalano, in particolare, gli interventi concernenti: l'incapacità irreversibile dell'imputato di partecipare al processo; la disciplina delle indagini preliminari e del procedimento di archiviazione; la disciplina dei riti speciali, dell'udienza preliminare, dell'istruzione dibattimentale e della struttura della sentenza di merito; la semplificazione delle impugnazioni e la revisione della disciplina dei procedimenti a distanza. Il provvedimento conferisce al Governo deleghe specifiche e dettagliate in materia di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni – individuando, fra gli altri, anche puntuali criteri direttivi con riguardo alle operazioni effettuate mediante immissione di captatori informatici (c.d. Trojan) limitate a reati particolarmente gravi, e per la riforma dell'ordinamento penitenziario attraverso, fra le altre, la revisione dei presupposti di accesso alle misure alternative e ai benefici penitenziari, l'incremento del lavoro carcerario, la previsione di specifici interventi in favore delle donne recluse e delle detenute madri. Sono altresì previste misure per la ristrutturazione e la razionalizzazione delle spese relative alle intercettazioni.
  In considerazione dell'ampio ed approfondito esame svoltosi sia presso questa Camera che presso il Senato non vede l'esigenza di modificare un testo che è organico e ben strutturato. In alcuni casi potrà essere utilizzato lo strumento dell'ordine del giorno con una duplice finalità: dare delle linee al Governo nell'attuazione delle deleghe ovvero prevedere un monitoraggio dell'applicazione di alcune nuove disposizioni per poi verificare se in un secondo momento sia opportuno modificare la normativa. Tutti gli emendamenti che affrontano temi nuovi (come ad esempio l'introduzione di nuovi reati) in aggiunta a quelli trattati dal provvedimento, a mio parere, richiedono un approfondimento che non può essere effettuato nella fase emendativa in terza lettura, ma richiederebbe un nuovo esame che può essere effettuato unicamente in relazione a nuovi progetti di legge che affrontino specificatamente quei temi.
  Nell'esprimere i pareri, specifica che si soffermerà sulle diverse tematiche oggetto degli emendamenti presentati, ricordando che in questa fase il relatore si limita ad esprimere i pareri sugli emendamenti, rimandando alla fase del loro esame il loro eventuale approfondimento. Gli emendamenti da 1.1 a 1.29 sono volte a modificare la disciplina delle condotte riparatorie (commi 1-4) che è rimasta pressoché immutata al Senato. Appare opportuno, pertanto, a suo avviso che sul punto non si ritorni. Gli emendamenti da 1.36 a 1.145 intervengono sui temi dello scambio elettorale politico-mafioso (comma 5), dei reati contro il patrimonio (commi 6-9) o sono diretti a modificare reati diversi da quelli oggetto del provvedimento ovvero a prevedere particolari discipline processuali, come, ad esempio, l'inapplicabilità del patteggiamento. Per quanto attiene agli emendamenti che modificano testualmente i commi da 6 a 9, fa che il Senato ha confermato il testo della Camera, con l'aggiunta del comma 9, che aumenta la pena per il reato di estorsione, mentre per gli emendamenti relativi a reati diversi richiamo le mie considerazioni appena fatte sugli emendamenti che introducono Pag. 60nuovi argomenti nel testo. Anche in quest'ultimo caso, inoltre, si tratta in massima parte di emendamenti già esaminati e respinti da Camera e Senato. Gli emendamenti da 1.146 a 1.198, salvo gli emendamenti da 1.155 e 1.156 intervengono sulle modifiche alla disciplina della prescrizione (commi 10-15). Il Senato ha apportato delle modifiche non strutturali al testo della Camera che sostanzialmente ne confermano la ratio. Il Senato ha ritenuto, dopo un lungo ed approfondito esame, di modificarlo precisando alcuni aspetti anche di garanzia e ragionevolezza, che ritiene di condividere. Gli emendamenti 1.155, 1.156 e da 1.199 a 1.209 intervengono su materie nuove che eventualmente potranno essere oggetto di appositi iter legislativi attraverso la quota opposizione, anche se devo dire che non li condivido assolutamente neanche nel merito, come, ad esempio, quelli che abrogano importanti riforme di questa legislatura, quale l'istituto della tenuità del fatto o quello della messa alla prova. Gli emendamenti da 1.210 a 1.246 sono volti a modificare le disposizioni sulla delega al Governo per la riforma del regime di procedibilità per taluni reati, per la revisione delle misure di sicurezza e per il riordino di alcuni settori del codice penale (commi 16 – 17). Sul primo punto, il testo approvato dalla Camera prevedeva la procedibilità a querela dell'offeso in relazione ai reati contro la persona e ai reati contro il patrimonio che arrechino offese di modesta entità all'interesse protetto. Anche qui era previsto che la procedibilità d'ufficio dovesse essere mantenuta quando la persona offesa da tali condotte fosse incapace per età o per infermità, Il Senato ha sostanzialmente mantenuto questa impostazione individuando i reati contro la persona in base alla pena edittale e stabilendo per i reati contro il patrimonio la procedibilità d'ufficio nel caso in cui il danno arrecato sia di rilevante entità. Per la parte sulle misura di sicurezza, il Senato ha apportato alcune modifiche al testo della camera del tutto condivisibili, come l'aver sancito espressamente il principio di irretroattività (non sottoponibilità a misure di sicurezza per fatti non costituenti reato al momento del loro compimento) e l'aver individuato nei delitti di maggior allarme sociale di cui all'articolo 407, comma 2, lett. a) c.p.p., i reati (la Camera si limitava ai casi particolari di miglior tutela della collettività) l'ambito della revisione del regime del c.d. doppio binario, nella prospettiva del minor sacrificio possibile della libertà personale, al fine di delimitare i casi in cui vi può essere l'applicazione congiunta di pena e misure di sicurezza, prevedendosi la durata massima delle misure, l'accertamento periodico della persistenza della pericolosità sociale e la revoca delle stesse nel caso di cessazione della pericolosità. Il Senato ha introdotto una serie di principi e criteri direttivi riguardanti il modello definitorio dell'infermità, la previsione, nei casi di non imputabilità, di misure di cura e/o di controllo e, in caso di capacità ridotta, l'abolizione del doppio binario e l'introduzione di un trattamento sanzionatorio finalizzato al superamento delle condizioni che hanno ridotto la capacità dell'agente. Anche in questo caso, sono condivisibili le modifiche del Senato che vanno nel senso di una maggiore specificità della delega. Per quanto attiene agli emendamenti che incidono sulla lettera d) del comma 16, la quale, tenuto conto dell'effettivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, ha per oggetto le Residenze di Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS), fa presente che le perplessità sulle modifiche del Senato potrebbero essere superate attraverso degli ordini del giorno che indirizzino il Governo nell'attuazione della delega. L'ordine del giorno potrebbe essere formulato nel senso di precisare, sulla base dell'avverbio «prioritariamente», che la destinazione alle REMS di soggetti diversi da quelli per i quali queste strutture sono state istituite sia eccezionale e che sia possibile quando vi siano dei posti a disposizione rispetto a quelli utilizzati nell'ambito delle funzioni proprie delle REMS. In sostanza, occorre impegnare il Governo nell'attuazione della delega a garantire che le REMS non si Pag. 61trasformino in meri ospedali psichiatrici giudiziari, modello ormai superato in via definitiva.
  Osserva che gli emendamenti da 1.247 a 1.255 hanno per oggetto la delega al Governo per la revisione della disciplina del casellario giudiziale (commi 18-20), la quale è stata confermata dal Senato, rispetto al testo della Camera, prevedendo ulteriori principi e criteri direttivi che meglio specificano la delega. Gli emendamenti da 1.256 a 1.260 si riferiscono alle modifiche alla disciplina della incapacità dell'imputato a partecipare al processo e del domicilio eletto (commi 21-24), che il Senato, oltre ad alcune precisazioni sul testo della Camera, ha modificato prevedendo opportunamente un ulteriore comma 4-bis all'articolo 162 c.p.p, in materia di comunicazione del domicilio eletto, stabilendo che, nel caso di elezione di domicilio presso il difensore d'ufficio, debba essere comunicato all'autorità procedente unitamente alla dichiarazione di elezione anche l'assenso del difensore domiciliatario. Anche in questo caso è condivisibile il testo trasmesso dal Senato. Gli emendamenti da 1.261 a 1.319 sono diretti a modificare la disciplina delle indagini preliminari e dell'archiviazione (commi 25-36), che il Senato ha modificato in parti che non intaccano sostanzialmente la disciplina della Camera. Le novità sono finalizzate al coordinamento della nuova disciplina (come le modifiche articolo 90-bis c.p.p. concernente il catalogo delle informazioni che la vittima del reato ha il diritto di ricevere dall'autorità procedente in una lingua ad essa comprensibile) ovvero alla previsione di termini diversi. Le modifiche maggiormente rilevanti riguardano l'articolo 409 c.p.p., imponendo al giudice, nel caso in cui non accolga la richiesta di archiviazione, un termine di tre mesi per fissare la data dell'udienza in camera di consiglio e, successivamente a tale udienza, di provvedere sulle richieste entro lo stesso termine trimestrale ove non ritenga necessarie ulteriori indagini. Gli emendamenti presentati non migliorano il testo. Gli emendamenti da 1.320 a 1.323 intervengono sulla disciplina dell'impugnazione della sentenza di non luogo a procedere (commi 38-40), che il Senato non ha modificato. Gli emendamenti da 1.324 a 1.352 e da 1.360 a 1.364 riguardano le modifiche alla disciplina dei procedimenti speciali (commi 41-51; 53). Un discorso a parte merita l'emendamento 1.324, diretto ad introdurre nel testo le limitazioni al rito abbreviato che la Camera aveva già approvato e che il Senato non ha introdotto nel testo in esame. A parte qualsiasi considerazione sul merito, ricordo che l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione ha già stabilito di mettere all'ordine del giorno le proposte di legge su questo tema, per cui invito i presentatori a ritirare l'emendamento, rinviando a quella sede la discussione sul tema, già condiviso nelle finalità da questa Commissione. Per quanto attiene alla disciplina dei procedimenti speciali, il Senato ha apportato alcune modifiche che sono in massima parte di coordinamento, con qualche precisazione come quella che chiarisce che la disciplina introdotta dal comma 50 (aggiunge un comma 2-bis all'articolo 448 c.p.p. per prevedere che il ricorso per cassazione da parte del PM e dell'imputato contro la sentenza di patteggiamento pronunciata del giudice soltanto per determinati motivi) non si applica ai procedimenti in cui la richiesta di patteggiamento sia stata presentata prima della data di entrata in vigore del provvedimento. Anche in questo caso appare opportuno confermare il testo trasmesso dal Senato, che in realtà coincide sostanzialmente con quello approvato dalla Camera. Gli emendamenti da 1.353 a 1.359 intervengono sulle modifiche in materia di requisiti della sentenza (comma 52), rispetto alle quali il Senato ha confermato il testo della Camera. Gli emendamenti da 1.365 a 1.436 si riferiscono alle modifiche alla disciplina delle impugnazioni (commi 54-72). Rispetto al testo approvato dalla Camera, il Senato ha soppresso le modifiche all'articolo 591 (inammissibilità dell'impugnazione) del codice di procedura penale, reintroducendole tuttavia nell'articolo 610 del codice di procedura penale, ha modificato Pag. 62l'articolo 599-bis, sul concordato anche con rinuncia ai motivi di appello, del codice di procedura penale, prevedendo che tale istituto non si applichi ad una serie di reati estremamente gravi quali i reati di cui all'articolo 51, comma 3-bis e 3-quater, c.p.p., nonché i reati di sfruttamento sessuale dei minori (prostituzione minorile; pornografia minorile; detenzione di materiale pornografico; pornografia virtuale, relativamente alla condotta di produzione o commercio di materiale pornografico; turismo sessuale; atti sessuali con minorenne) e di violenza sessuale semplice, aggravata o di gruppo. Altra modifica riguarda l'articolo 325, comma 3, c.p.p., prevedendo, attraverso il rinvio anche al comma 5 dell'articolo 311, l'applicazione del rito camerale partecipato di cui all'articolo 127 c.p.p. anche con riguardo al ricorso per cassazione avverso il sequestro preventivo. Come si vede, anche in questo caso, il Senato ha di fatto confermato il testo della Camera, apportandovi alcune modifiche che sono comunque condivisibili. Gli emendamenti da 1.437 a 1.462 si riferiscono alle modifiche alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e alla normativa sull'organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero (commi 73-79). Rispetto al testo della Camera la modifica più rilevante riguarda sicuramente la modifica dell'articolo 132-bis delle disp. att. c.p.p., secondo la quale fra i processi ai quali deve essere assicurata trattazione prioritaria sono inseriti anche quelli relativi ai delitti contro la pubblica amministrazione di cui agli artt. 317, 319, 319-ter e quater, 320, 321 e 322 c.p. (concussione; corruzione propria; corruzione in atti giudiziari; indebita induzione a dare o promettere utilità; corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio; corruzione attiva; peculato, concussione, induzione indebita dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri della Corte penale internazionale o degli organi delle Comunità europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri). Si tratta di una disposizione sicuramente condivisibile che, insieme alle modifiche sulla prescrizione, serve ad accelerare i processi sui delitti contro la pubblica amministrazione, riducendo il rischio della loro prescrizione. Ritengo pertanto opportuno che non siano apportate modifiche al testo del Senato. Gli emendamenti 1.463 e 1.464 sono volti a sopprimere le modifiche al Codice antimafia (comma 80), che il Senato non ha modificato rispetto al testo approvato dalla Camera, così come per la disciplina transitoria della nuova disciplina dell'esame a distanza (comma 81), che gli emendamenti 1.465 e 1.466 sono diretti a sopprimere. Gli emendamenti da 1.467 a 1.535 sono diretti a modificare le disposizioni relative alle deleghe al Governo per la riforma delle intercettazioni, delle impugnazioni penali e dell'ordinamento penitenziario (commi 82- 91). In particolare, il comma 82 delega il Governo ad adottare decreti legislativi, nel rispetto dei principi dettati dai commi 84 e 85, per riformare la disciplina delle intercettazioni; la disciplina dei giudizi di impugnazione nel processo penale; l'ordinamento penitenziario. Per quanto riguarda le intercettazioni, le modifiche del Senato sono state dirette a dettagliare la delega prevista dalla Camera finalizzata a garantire la riservatezza delle comunicazioni e delle conversazioni telefoniche e telematiche oggetto di intercettazioni. Opportunamente il Senato ha ritenuto di specificare i principi e criteri di delega diretti a garantire tale riservatezza. Come già sottolineato, il Senato ha anche introdotto la disciplina delle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni tra presenti mediante immissione di captatori informatici (cd. Trojan) in dispositivi elettronici portatili, che è stata recentemente oggetto di una pronuncia della Corte di Cassazione a sezioni unite. Il testo del Senato ha quindi arricchito quello approvato dalla Camera, per cui non condivido gli emendamenti presentati. Per quanto attiene alla riforma delle impugnazioni penali, il Senato si è limitato ad effettuare alcuni precisazioni, che mantengono l'impianto del testo della Camera. In relazione alla riforma dell'ordinamento penitenziario ritiene sia opportuno Pag. 63tenere conto, anche per interpretare i principi di delega, che il Senato ha opportunamente precisato che resta fermo quanto previsto dall'articolo 41-bis dalla legge n. 354 del 1975 , per cui su questo punto non vi alcun arretramento. Questa precisazione è utile anche per fugare qualsiasi dubbio sorto in riferimento al comma 85, lettera i), che prevede la possibilità per i detenuti di utilizzo dei collegamenti audiovisivi sia a fini processuali, con modalità che garantiscano il rispetto del diritto di difesa, sia al fine di favorire le relazioni familiari. La preoccupazione avanzata da alcuni riguardante la possibilità di applicare tale principio anche ai detenuti sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, è priva di fondamento. Si è paventato anche il rischio che i criminali sottoposti al regime di massima sicurezza siano, di fatto, posti nelle condizioni di continuare a gestire i contatti e i collegamenti con l'associazione criminale di appartenenza mediante l'utilizzo di sistemi di collegamento audiovisivo. In realtà, le disposizioni sopra richiamate non modificano la disciplina attualmente prevista per il regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario. Già il contenuto testuale della norma («Fermo restando quanto previsto dall'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354»), esclude forme di collegamento audiovisivo che possano, eventualmente, eludere il particolare rigore del regime detentivo di cui al citato articolo 41-bis, che, giova ricordarlo, rappresenta una norma speciale dell'ordinamento penitenziario. La materia dei collegamenti audiovisivi a fini processuali per i detenuti sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis (così come per quelli appartenenti al circuito Alta Sicurezza) è già disciplinata dall'articolo 146-bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, ed ha proprio lo scopo di evitare che in occasione di udienze dibattimentali possano avvenire contattati di qualsiasi natura tra soggetti sottoposti al regime detentivo speciale e altri imputati detenuti e/o altri soggetti. Di tali regole e principi generali ogni eventuale normativa futura dovrà tenere conto, anche quando l'obiettivo fosse quello, del tutto legittimo, di favorire le relazioni familiari di tali detenuti, attraverso il ricorso a forme diverse di collegamento audiovisivo a distanza, spesso utile a sopperire a lunghi e costosi viaggi nel territorio del paese. Sul punto varrebbero in ogni caso le regole previste dall'articolo 41 bis dell'ordinamento penitenziario in tema di colloqui e di telefonate che stabiliscono tassativamente il numero, la durata e le modalità di tali forme di contatto. In altri termini, ove il legislatore si determinasse a prevedere forme di colloquio tra familiari e detenuti attraverso l'uso delle moderne tecnologie informatiche (si pensi a Skype), ciò avverrebbe sulla base delle attuali limitazioni di cui all'articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975 che, in base a quanto previsto dall'articolo 1, comma 85, del disegno di legge C. 4368, rimarranno invariate. Anche i questo caso potranno essere presentati eventuali ordini del giorno volti a ribadire l'inapplicabilità ai detenuti sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario delle disposizioni contenute all'articolo 1, comma 85, del richiamato disegno di legge.
  Ritiene che tutti i principi e criteri direttivi della delega in materia penitenziaria siano comunque condivisibili. Sarà particolarmente delicata la fase di attuazione di questi, la quale sarà sottoposta al vaglio parlamentare attraverso l'esame degli schemi di decreto legislativo. Gli emendamenti relativi al comma 88 si riferiscono alle misure per la ristrutturazione e la razionalizzazione delle spese relative alle intercettazioni. Si tratta di una norma del tutto condivisibile che è diretta a porre rimedio a delle disfunzioni di natura organizzatoria che sono sorte nella fase di applicazione concreta del servizio di intercettazione.
  Segnala infine, il comma 91,introdotto dal Senato, che ai fini della razionalizzazione delle spese relative per intercettazione e quelle funzionali al loro utilizzo, stabilisce che il Governo è delegato ad adottare, entro un anno, uno o più decreti Pag. 64legislativi per armonizzare le disposizioni sulla razionalizzazione della spesa per intercettazioni con quelle di cui al testo unico spese di giustizia (decreto del Presidente della Repubblica 115 del 2002), secondo una serie di principi e criteri direttivi, tutti condivisibili. Gli emendamenti da 1.537 a 1.543 hanno per oggetto le disposizioni finali (commi 92-95). Il Senato ha apportato alcune modifiche che meglio precisano le disposizioni della Camera, relative alla clausola di invarianza finanziaria.
  Ciò premesso, ribadisce di invitare i presentatori a ritirare gli emendamenti presentati, esprimendo altrimenti parere contrario.

  Il sottosegretario Cosimo Maria FERRI esprime parere conforme a quello della relatrice, confermando l'impegno del Governo ad accogliere gli ordini del giorno che saranno presentati nel corso dell'esame in Assemblea e a monitorare, al fine di individuare eventuali criticità che necessitino di correttivi, l'attuazione delle norme contenute nel provvedimento.

  Vittorio FERRARESI (M5S) prende atto della dichiarazione di inammissibilità relativa all'emendamento a sua firma 1.536, volto a introdurre elementi migliorativi ad una disposizione, quale quella di cui all'articolo 18, comma 5, del decreto legislativo n. 177 del 2016, a suo avviso pericolosa, essendo attinente ai rapporti tra autorità giudiziaria e forze di polizia, che dovrà essere rivista quanto prima dal Parlamento. Quanto al testo unificato in discussione, composto di un articolo con ben 95 commi, evidenzia come lo stesso contempli numerose disposizioni nuove rispetto a quello già esaminato dalla Camera, come, ad esempio, quelle in materia di prescrizione. In proposito, ritiene che la riforma in materia di prescrizione, come delineata dal provvedimento in titolo, sia del tutto inefficace, disattendendo le indicazioni dell'Unione europea. Ciò premesso, nell'esprimere a nome del suo gruppo parlamentare l'assoluta contrarietà sul complessivo impianto del testo unificato in discussione, che contiene deleghe eccessivamente ampie, richiama l'attenzione sulle proposte emendative presentate dal Movimento Cinque Stelle, che si propongono di intervenire puntualmente su alcune disposizioni del provvedimento, al fine di migliorarne la portata applicativa.

  Daniele FARINA (SI-SEL), nel prendere atto della circostanza che quello in discussione è un provvedimento sostanzialmente «blindato», sottolinea l'evidente inutilità del lavoro della Commissione. Richiama, quindi, l'attenzione su alcune disposizioni sulle quali il suo gruppo parlamentare manifesta assoluta contrarietà, in particolare su quelle riguardanti l'incremento dei limiti minimi e massimi delle pene previste per alcune fattispecie di reato, quelle concernenti la riforma della prescrizione, che avrebbe dovuto, a suo avviso, essere circoscritta ai soli reati di corruzione, nonché su quelle relative alla cosiddetta «partecipazione a distanza» e alle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, che, di fatto, verrebbero a sostituirsi, in maniera surrettizia, agli ospedali psichiatrici giudiziari. Per tali ragioni, ribadisce l'orientamento fortemente contrario del suo gruppo parlamentare sul complessivo impianto del testo unificato in discussione.

  Antonio MAROTTA (AP), nel rilevare come il testo unificato in titolo presenti un'impostazione ritenuta, nel suo complesso, condivisibile dal suo gruppo parlamentare, sottolinea, tuttavia, come vi siano alcuni aspetti, a suo avviso, non convincenti. In particolare, con riferimento alla prescrizione ritiene che le disposizioni ivi previste rappresentino sostanzialmente un «alibi» per non intervenire sulla ragionevole durata del processo, che rappresenta uno dei principali problemi della giustizia penale. Richiama, infatti, l'attenzione sul fatto che, ove il processo penale avesse una durata ragionevole, non vi sarebbe alcun bisogno di allungare i tempi di prescrizione. Un'altra questione, a suo avviso meritevole di riflessione, è quella connessa alla presenza dell'imputato nel dibattimento, che rappresenta Pag. 65il principale presupposto perché sia garantita l'immediatezza e l'oralità del processo. Al riguardo, evidenzia come gli interventi previsti nel testo unificato in titolo vadano nella direzione diametralmente opposta, ponendo in discussione l'impianto del processo penale come delineato dalla riforma del 1989.

  Walter VERINI (PD), associandosi alle considerazioni della presidente e relatrice e del rappresentante del Governo, che, in particolare, ha garantito l'avvio di un monitoraggio all'attuazione delle norme contenute del provvedimento, al fine di valutare l'adozione dei correttivi che si rendessero eventualmente necessari, richiama l'attenzione sulla speciale importanza, sul piano sistematico, del testo unificato in discussione, che interviene, tra l'altro, sulla disciplina in materia di intercettazioni, al fine di salvaguardare in misura più efficace la privacy dei soggetti coinvolti nelle indagini; sull'ordinamento penitenziario, attraverso l'introduzione di disposizioni volte a garantire in modo più incisivo l'effettiva funzione rieducativa della pena; sui minimi edittali delle pene previste per i reati di maggiore allarme sociale, al fine di garantire maggiormente la sicurezza dei cittadini; sui diritti della parte offesa, che vengono sensibilmente rafforzati. Per tali ragioni, ritiene che vi siano le condizioni per approvare rapidamente il provvedimento senza modifiche, rinviando ad un momento successivo l'introduzione di disposizioni correttive, ove dovessero emergere eventuali profili di criticità.

  Nicola MOLTENI (LNA), nell'associarsi alle considerazioni del collega Farina, che ha sottolineato la sostanziale inutilità del lavoro della Commissione, trattandosi di un provvedimento «blindato», rileva come gli emendamenti presentati dai gruppi di opposizione abbiano lo scopo di introdurre i necessari correttivi al testo unificato in discussione. In particolare, ritiene che dal complessivo impianto del provvedimento emergano, in tutta evidenza, significative divergenze all'interno della maggioranza, con particolare riferimento alla disciplina in materia di prescrizione e di intercettazioni. A tale riguardo, si domanda cosa sarebbe avvenuto, sul piano politico, se fosse stata una maggioranza di centro destra a proporre una riforma in materia di intercettazioni attraverso una delega sostanzialmente «in bianco». Richiama, inoltre, l'attenzione su quella che, a suo avviso, rappresenta una autentica vergogna, vale a dire il mancato inserimento, nel testo unificato trasmesso dal Senato, delle disposizioni contenute nella sua proposta di legge, approvata dalla Camera, in materia di rito abbreviato, che prevede l'inapplicabilità di tale strumento procedurale ai delitti di maggiore allarme sociale. Ritiene, infatti, che non aver tenuto conto di tali disposizioni abbia rappresentato un vero e proprio «schiaffo» a tutte le vittime di reati violenti e ai loro familiari. Quanto, infine, al previsto incremento dei minimi edittali della pena relativa ad alcune fattispecie di reato, fa notare come lo stesso sia, di fatto, vanificato dalle disposizioni, pure contenute nel provvedimento, per la riforma del ordinamento penitenziario. Per tali ragioni, ritiene, quindi, non condivisibile l'impianto del provvedimento, la cui approvazione rappresenterebbe, a suo avviso, un grave errore di fronte al Paese.

  Carlo SARRO (FI-PdL), pur rilevando come il testo unificato in discussione rivesta una fondamentale importanza per numerosi aspetti, ritiene, tuttavia, che lo stesso avrebbe dovuto essere oggetto di un più approfondito esame, per valutare l'introduzione di eventuali correttivi. Nello stigmatizzare, quindi, l'atteggiamento di totale chiusura da parte della maggioranza e del Governo, che ritengono non modificabile il provvedimento, preannuncia che il suo gruppo parlamentare non parteciperà ai lavori della Commissione, riservandosi di intervenire successivamente in Assemblea.

  Arcangelo SANNICANDRO (SI-SEL), nel prendere atto della circostanza che quello in discussione è un testo «blindato», Pag. 66ritiene ogni discussione in merito superflua oltre che grottesca. Per tali ragioni, preannuncia che il suo gruppo parlamentare si asterrà dal partecipare ai lavori della Commissione, riservando ogni intervento al successivo esame in Assemblea.

  Giulia SARTI (M5S) stigmatizza fortemente l'operato della maggioranza e del Governo, che si appresta a porre la fiducia, negli ultimi mesi di legislatura, su un testo che consta di un solo articolo con ben 95 commi. A tale riguardo, ritiene che la maggioranza, già nel 2013, vale a dire all'inizio della legislatura, avrebbe dovuto rendere noti ai cittadini i suoi obiettivi in tema di riforma della giustizia, anziché presentare alle Camere un provvedimento che, a suo giudizio, finirà con il «mettere in ginocchio» il sistema della giustizia penale. Quanto alle disposizioni contenute nel testo unificato in titolo, reputa opportuno soffermarsi, in particolare, su quelle in tema di scambio elettorale politico-mafioso. Ritiene, infatti, necessario, intervenire più organicamente sulla struttura della condotta criminosa, piuttosto che limitarsi, come avviene nel provvedimento in discussione, a prevedere un semplice incremento delle pene previste.

  Donatella FERRANTI, presidente, comunica che il deputato Marazziti ha ritirato tutti gli emendamenti a sua prima firma.

  Vittorio FERRARESI (M5S), ribadendo l'assoluta contrarietà del suo gruppo parlamentare sul provvedimento in discussione, preannuncia che i deputati del Movimento Cinque Stelle non abbandoneranno i lavori della Commissione, al fine di poter illustrare il contenuto delle proposte emendative presentate. Ciò premesso, illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua prima firma 1.1, volto a sopprimere le previsioni che contemplano l'introduzione e la disciplina di una nuova causa estintiva del reato per condotte riparatorie. Ritiene, infatti, che tali previsioni, lasciando una discrezionalità eccessivamente ampia al giudice, ledano il principio costituzionale di uguaglianza tra i cittadini.

  Andrea COLLETTI (M5S), intervenendo sull'emendamento Ferraresi 1.1, precisa che le disposizioni di cui ai commi da 1 a 4 dell'articolo unico del testo unificato in discussione determino una ingiustificata disparità di trattamento tra coloro che, potendosi permettere di riparare il danno cagionato non ne subiranno le conseguenze e coloro che, invece, non hanno tale possibilità.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.1.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore dell'emendamento 1.2, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.3.

  Vittorio FERRARESI (M5S), nell'illustrare la proposta emendativa a sua firma 1.4, si dichiara disponibile al suo ritiro, ove il Governo garantisse l'accoglimento di un ordine del giorno che vada sostanzialmente nella medesima direzione.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.4.

  Vittorio FERRARESI (M5S), Giulia SARTI (M5S), Andrea COLLETTI (M5S) e Francesca BUSINAROLO (M5S) chiedono che sia disposta la verifica del numero legale.

  Donatella FERRANTI, presidente, disposte le necessarie verifiche, fa presente che la Commissione, essendo presenti 14 deputati ed essendo in missione 3 deputati, è in numero legale.

  Walter VERINI (PD), invita le opposizioni a non assumere inutili atteggiamenti ostruzionistici, dal momento che la Commissione potrebbe anche concludere l'esame Pag. 67del provvedimento pur non avendo esaminato tutte le proposte emendative presentate, quando ciò sia necessario per rispettare la programmazione dei lavori dell'Assemblea.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Ferraresi 1.4, Molteni 1.5, 1.6 e 1.7.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore dell'emendamento 1.8, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.9.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore dell'emendamento 1.10, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.11.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.12, 1.13, 1.14 e 1.15, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.16.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore dell'emendamento 1.17, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  Andrea COLLETTI (M5S) sottoscrive l'emendamento Rizzetto 1.18.

  La Commissione respinge l'emendamento Rizzetto 1.18.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.19 e 1.20, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Molteni 1.21 e 1.22.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.23, 1.24, 1.25, 1.26 e 1.27, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.28.

  Andrea COLLETTI (M5S) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua firma 1.30, volto ad applicare la disciplina in materia di operazioni sotto copertura con riferimento ai reati di istigazione alla corruzione e di istigazione a delinquere.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Colletti 1.30 e Sarti 1.277.

  Andrea COLLETTI (M5S) illustra l'emendamento a sua firma 1.31, volto ad aumentare il massimo edittale da quattro a cinque anni di reclusione per il reato di abuso di ufficio.

  La Commissione respinge l'emendamento Colletti 1.31.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, ribadisce che l'invito al ritiro da lei formulato sulle successive proposte emendative a prima firma Colletti non si riferisce al merito delle stesse. Al riguardo, ritiene che il testo unificato in discussione non sia la sede opportuna nella quale inserire tali disposizioni. Osserva, altresì, che le disposizioni di recente introdotte in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione necessitino di un monitoraggio applicativo, prima di introdurre correttivi, al fine di individuare eventuali profili di criticità.

  Andrea COLLETTI (M5S), fa presente che tale proposta emendativa era stata già presentata nel corso della prima lettura Pag. 68del provvedimento, ben prima che emergesse la nota vicenda relativa alla Consip, che coinvolge persone vicine al segretario del Partito Democratico. In proposito, rammenta come sia la dottrina che la giurisprudenza abbiano messo in luce il rischio che il reato di traffico di influenze illecite sia, di fatto, poco perseguito, contemplando sanzioni risibili. Insiste, quindi, sulla votazione dell'emendamento, non facendo affidamento sugli impegni del Governo sulla materia oggetto della proposta emendativa.

  Giulia SARTI (M5S) sottolinea come non sia necessario attendere il monitoraggio applicativo delle norme in discussione, che già, in tutta evidenza, presentano rilevanti profili di criticità. Richiama, quindi, l'attenzione sulla urgenza di introdurre, nell'immediato, misure correttive.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Colletti, 1.32, 1.33, 1.34 e 1.35.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.36, 1.37 e 1.38, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  Andrea COLLETTI (M5S) illustra l'emendamento a sua firma 1.39, volto a modificare, rendendola più incisiva, l'attuale disciplina del reato di scambio elettorale politico-mafioso

  Vittorio FERRARESI (M5S), nell'associarsi alle considerazioni del collega Colletti, ritiene indispensabile una organica revisione della fattispecie di cui all'articolo 416-ter del codice penale, non essendo sufficiente, a suo avviso, un semplice inasprimento delle sanzioni ivi previste. Rappresenta, quindi, la necessità di avviare una approfondita riflessione su tale delicato e complesso tema.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Colletti 1.39, 1.40, 1.41 e 1.42.

  Andrea COLLETTI (M5S) illustra e raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua firma 1.43 che mira a introdurre un intervento volto a modificare la disciplina del reato di scambio elettorale politico mafioso, nel senso di escludere il riferimento al reato di associazione di stampo mafioso quale modalità della condotta.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Colletti 1.43, Molteni 1.44, 1.45, 1.46, 1.47, 1.48, 1.49, 1.50 e 1.51, Colletti 1.52, 1.53 e 1.54, nonché Sarti 1.55.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.56, 1.57 e 1.58, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  Vittorio FERRARESI (M5S) illustra l'emendamento a sua firma 1.59, volto proporre un aumento di pena detentiva prevista dal testo unificato per il reato di furto in abitazione e furto con strappo. Al riguardo, nel ritenere del tutto insufficiente l'intervento previsto dal predetto testo unificato, ritiene che dovrebbe essere realizzata una riforma di tipo strutturale. In proposito, si domanda con quali modalità il Governo intenda procedere alla revisione della disciplina in materia di pene alternative.

  Donatella FERRANTI, presidente, nel replicare al collega Ferraresi, fa notare come le disposizioni contenute nel testo in discussione, intervenendo sui minimi edittali, perseguano l'obiettivo di conferire una maggiore efficacia all'intervento del giudice e, correlativamente, di garantire una maggiore sicurezza ai cittadini. Evidenzia, inoltre, come su tale questione, su cui si sono soffermati nel corso delle audizioni anche autorevoli esponenti della dottrina e della giurisprudenza, vi sia la sostanziale convergenza di buona parte delle forze politiche.

Pag. 69

  Vittorio FERRARESI (M5S) ribadisce come le disposizioni contenute nel testo unificato non abbiano carattere risolutivo.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli Ferraresi 1.59 e Molteni 1.60.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.61, 1.62, 1.63, 1.64 e 1.65, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.66.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.67, 1.68, 1.69, 1.70, 1.71, 1.72, 1.73 e 1.74, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.75.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.76, 1.77 e 1.78, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.79.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.80, 1.81 e 1.82, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.83.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.84, 1.85, 1.86, 1.87, 1.88, 1.89, 1.90, 1.91, 1.92, 1.93, 1.94, 1.95 e 1.96, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione, respinge l'emendamento Molteni 1.97.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.98, 1.99, 1.100, 1.101, 1.102, 1.103, 1.104, 1.105, 1.106 e 1.107, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Ferraresi 1.108.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.109, 1.110, 1.111 e 1.112, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.113.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.114, 1.115 e 1.116, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Molteni 1.117 e Ferraresi 1.118.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.119, 1.120, 1.121 e 1.122, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.123.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.124, 1.125 e 1.126, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.127.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.128, 1.129, 1.130, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

Pag. 70

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.131.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.132, 1.133, 1.134, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.135.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore degli emendamenti 1.136 e 1.137, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.138.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza del presentatore dell'emendamento 1.139, avverte che si intende vi abbia rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.140.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, constatata l'assenza dei presentatori degli emendamenti 1.141, 1.142, 1.413, 1.144 e 1.145, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  Vittorio FERRARESI (M5S) facendo presente che mancano pochi minuti al termine della seduta e che dal prossimo emendamento si affronterà il complesso tema della prescrizione, propone di concludere la seduta e rinviare alla seduta convocata al termine delle votazioni pomeridiane dell'Assemblea l'esame degli emendamenti sulla prescrizione.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, nell'accogliere la proposta del collega Ferraresi, ritiene che nel frattempo si possa passare alla votazione di due emendamenti che, pur essendo aggiuntivi al comma 9, non attengono al tema della prescrizione. Constatata, quindi, l'assenza del presentatore dell'emendamento 1.155, avverte che si intende vi abbiano rinunciato.

  La Commissione respinge l'emendamento Molteni 1.156.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta convocata al termine delle votazioni della seduta pomeridiana dell'Assemblea.

  La seduta termina alle 16.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 10 maggio 2017. — Presidenza della presidente Donatella FERRANTI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Cosimo Maria Ferri.

  La seduta comincia alle 20.25.

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario.
C. 4368, approvato in un testo unificato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta antimeridiana odierna.

  Donatella FERRANTI, presidente, in assenza di obiezioni, su richiesta del deputato Ferraresi, dispone l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso; dà inoltre conto delle sostituzioni e avverte che la deputata Miotto ha ritirato l'emendamento a sua firma 1.233. Avverte, quindi, che la Commissione passerà ad esaminare gli emendamenti in tema di prescrizione e in particolare l'emendamento Colletti 1.146.

  Andrea COLLETTI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede se, nella giornata di domani, la Commissione terrà i propri lavori anche durante la convocazione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice costituzionale.

Pag. 71

  Donatella FERRANTI, presidente, informa che la Commissione potrà riunirsi nella giornata di domani anche nel corso della la riunione del Parlamento in seduta comune durante la chiama dei senatori. Constatando, quindi, che sono presenti numerosi parlamentari del gruppo Movimento Cinque Stelle che non sono componenti della Commissione e che non partecipano ai lavori in sostituzione di un collega del proprio gruppo, rammenta che, come previsto dal Regolamento e dalla prassi, potranno intervenire per dichiarazione di voto esclusivamente i componenti della Commissione o i loro sostituti.

  Vittorio FERRARESI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, in ragione della particolare rilevanza del tema della prescrizione che la Commissione si accinge ad esaminare, chiede che sia data facoltà di intervenire a tutti i parlamentari del suo gruppo presenti in Commissione, ivi compresi quelli che non sono presenti in sostituzione di altro commissari.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, precisa che la fase relativa all'esame del complesso degli emendamenti si è esaurita nella giornata di ieri e rammenta che alla medesima fase sono state dedicate ben due sedute. Fa notare, quindi, che la seduta odierna, come stabilito, è dedicata in via esclusiva all'esame e alla votazione delle proposte emendative presentate e che nel corso della stessa, come da Regolamento, potranno intervenire solo i componenti della Commissione o i loro sostituti in dichiarazione di voto. Si riserva, comunque, di valutare la possibilità di consentire eventuali interventi anche da parte di altri parlamentari in assenza di atteggiamenti ostruzionistici e in spirito di leale collaborazione con i gruppi di opposizione.

  Francesco D'UVA (M5S) sottoscrive l'emendamento Colletti 1.146, sul quale chiede di poter intervenire.

  Donatella FERRANTI, presidente, ribadisce come in questa particolare fase del procedimento siano consentiti i soli interventi in dichiarazione di voto, che possono essere svolti solo dai componenti della Commissione o da loro sostituti.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene che la premessa da cui parte la presidente e relatrice Ferranti sia completamente sbagliata, dal momento che in passato, nel corso dei lavori della Commissione, siano stati in numerose occasioni consentiti nella fase emendativa interventi anche di deputati che non fossero componenti della Commissione stessa o loro sostituti. Ritiene, quindi, che non si possa precludere ad un parlamentare di intervenire sul merito del provvedimento, potendo la presidenza, se ritenuto necessario, esclusivamente adottare misure per il contingentamento dei tempi di intervento. Ciò premesso, invita la presidente a non avvalersi dei suoi poteri e delle sue prerogative al fine di intimidire i gruppi di opposizione.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, nel replicare al deputato Bonafede, ritiene che i toni assunti dalla discussione non sia consoni alla dignità delle istituzioni parlamentari. Ribadisce quindi, ancora una volta, come in questa fase del procedimento siano legittimati ad intervenire, in dichiarazione di voto, esclusivamente i componenti della Commissione o i loro sostituti.

  Walter VERINI (PD), nel riportarsi alle considerazioni già espresse nel corso della seduta precedente, e nel sottolineare come i gruppi di opposizione possano in ogni caso e legittimamente esprimere le proprie posizioni sul provvedimento anche nel corso dell'esame in Assemblea, dichiara, a nome del suo gruppo parlamentare, che il Partito Democratico non è disposto a farsi «prendere in giro» dal Movimento Cinque Stelle, i cui componenti sono da lui invitati a partecipare all'iniziativa, programmata per la giornata di domenica 14 maggio Pag. 72prossimo, dalle «magliette gialle», per ripulire le strade di Roma dai rifiuti.
  (Vive proteste dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle)

  Donatella FERRANTI, presidente, nel prendere atto delle proteste dei deputati del Movimento Cinque Stelle, dichiara di non poter impedire ai parlamentari di esprimere la propria posizione politica.

  Riccardo FRACCARO (M5S) ringrazia preliminarmente il collega Verini per la dichiarata disponibilità a riparare i danni cagionati alla città di Roma dalle precedenti giunte, presiedute da esponenti del suo partito. Intervenendo, quindi, sull'ordine dei lavori e associandosi al collega Bonafede, ritiene che la presidente, nel richiamare la prassi e il Regolamento, abbia adottato una impostazione completamente errata. Rammentando, infatti, come, già in precedenti occasioni, sia stata accordata la facoltà di intervenire anche a deputati che non fossero componenti della Commissione o loro sostituti, fa notare che, se i parlamentari del suo gruppo avessero ritenuto di intervenire durante la fase di illustrazione del complesso degli emendamenti, certamente non avrebbero avuto la necessità di intervenire anche nell'attuale fase della procedura.

  Donatella FERRANTI, presidente, rammentando che nella seduta antimeridiana i gruppi parlamentari sono già intervenuti per esprimere compiutamente le proprie posizioni sui contenuti del provvedimento, ribadisce che sono consentiti i soli interventi in dichiarazione di voto. Si riserva, tuttavia, di valutare, di volta in volta, la possibilità di consentire eventuali interventi di parlamentari non facenti parte della Commissione, in spirito di collaborazione, in considerazione della particolare delicatezza del tema trattato.

  Alfonso BONAFEDE (M5S), nel contestare ancora una volta l'interpretazione del Regolamento da parte della presidente, richiama le disposizione di cui all'articolo 96, comma 5, del Regolamento stesso, che prevedono che «Ogni deputato, anche non appartenente alla Commissione, ha il diritto di presentare a questa emendamenti e di partecipare alla loro discussione». Rammenta, peraltro, come in occasione dell'esame del provvedimento cosiddetto «svuotacarceri» fu consentito ai parlamentari del gruppo della Lega non componenti della Commissione di intervenire anche in fase di dichiarazione di voto.

  Donatella FERRANTI, presidente, nel replicare al collega Bonafede, richiama l'attenzione sul fatto che l'articolo 96 del Regolamento, si riferisce, in primo luogo, alla sede redigente, e non a quella referente. In riferimento al provvedimento «svuota carceri», rammenta, inoltre, che in tale occasione furono consentiti interventi, in particolare al deputato Fedriga, solo in via eccezionale e circoscritta. Ritiene, quindi, che, nella fase attuale dell'esame del provvedimento, per ragioni di economia procedurale, siano consentiti interventi, in dichiarazione di voto, ai soli componenti della Commissione o ai loro sostituti, per un tempo massimo di cinque minuti per ciascun emendamento.

  Vittorio FERRARESI (M5S), nel contestare l'interpretazione del Regolamento testé fornita dalla presidente, rammenta come nel corso dell'esame del provvedimento cosiddetto «svuota carceri» sia stata accordata la facoltà di intervenire durante la fase delle dichiarazioni di voto, oltre che al deputato Fedriga, anche ad altri parlamentari della Lega, tra cui, in particolare il collega Invernizzi.

  Donatella FERRANTI, presidente, ribadisce che saranno consentiti interventi in dichiarazione di voto ai soli componenti della Commissione, o a loro sostituti, per non più di cinque minuti per ciascun emendamento. Fa inoltre presente che al momento sono presenti circa trenta deputati del gruppo Movimento 5 Stelle, quando sono solo sei i deputati di tale gruppo componenti della Commissione.

  Roberto FICO (M5S) chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.

Pag. 73

  Donatella FERRANTI, presidente, dichiara che si sono testé conclusi gli interventi sull'ordine dei lavori e che la Commissione si accinge a proseguire l'esame delle proposte emendative presentate. In proposito, fa notare come l'atteggiamento delle opposizioni stia notevolmente rallentando l'andamento dei lavori.

  Roberto FICO (M5S) protesta per la grave decisione della Presidente di non farlo intervenire sull'ordine dei lavori.

  Andrea COLLETTI (M5S), nel replicare alla presidente, fa notare come i lavori della Commissione siano iniziati con notevole ritardo a causa dell'assenza del rappresentante del Governo. Richiama, quindi, la presidenza ad un maggiore rispetto della dignità dei parlamentari dei gruppi di opposizione.

  Donatella FERRANTI, presidente, invita il collega Colletti ad assumere toni più pacati e consoni all'oggetto della discussione e ad intervenire nel merito della proposta emendativa a sua firma 1.146.

  Andrea COLLETTI (M5S), nell'illustrare il suo emendamento 1.146, rammenta come sul complesso tema della prescrizione si sia verificato un autentico «scaricabarile» tra i partiti della maggioranza, che hanno bloccato la relativa proposta di legge, poi confluita nel testo unificato in discussione, per ben due anni. Al riguardo ritiene che le disposizioni contenute nel provvedimento siano inutili ed inefficaci, essendo il risultato di quello che, a suo avviso, si è rivelato un «suk» delle forze politiche di maggioranza. Le soluzioni proposte nel testo in discussione sono, infatti, a suo giudizio, una sorta di «pannicello caldo, del tutto inidoneo a risolvere il problema della prescrizione, da un lato, favorendo l'impunità dei soggetti colpevoli e, dall'altro, determinando l'allungamento dei tempi del processo per i soggetti innocenti. Le disposizioni in materia di prescrizione sono, a suo avviso, un chiaro esempio di come il Parlamento non dovrebbe legiferare. Rammentando che nella più parte dei Paesi europei, la prescrizione si sospende dopo il processo di primo grado, ritiene che un buon legislatore dovrebbe essere in grado di valutare il funzionamento del sistema nel suo complesso, e non, come fa la maggioranza, considerare la giustizia come una serie di «sottosistemi» che tra loro non comunicano.

  Donatella FERRANTI, presidente e relatrice, fa notare al collega Colletti come la sua dichiarazione di voto non sia in linea con il contenuto della proposta emendativa in discussione, che prevede la sospensione dei termini di prescrizione, in seguito alla condanna in primo grado, solo per i reati di corruzione.

  Vittorio FERRARESI (M5S), nel replicare alla presidente, richiama l'attenzione sulla circostanza che i deputati del suo gruppo abbiano presentato una serie di diverse proposte emendative che prevedono, in via graduale, soluzioni diverse al problema della prescrizione. In proposito, rammenta che talune di tali proposte prevedono la sospensione dei termini di prescrizione dopo il provvedimento di rinvio a giudizio, talaltre dopo la sentenza di condanna di primo grado. Nel sottolineare come nessuna di tali proposte sia stata accolta dalla maggioranza, ritiene che la disciplina in tema di prescrizione delineata dal testo unificato in esame, determinerà, di fatto, un allungamento dei tempi del processo. Ritiene, altresì, che la riforma della prescrizione contenuta nel provvedimento in titolo rappresenti una vera e propria «truffa» in danno dei cittadini onesti, continuando a garantire l'impunità dei criminali. In relazione a tale aspetto, a suo giudizio, la predetta riforma rappresenta il più grande fallimento del Governo e, in particolare, del Ministro della Giustizia.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) giudica singolare che la presidente Ferranti ancora si stupisca, dopo quattro anni di legislatura, che l'opposizione presenti proposte emendative che, come ben evidenziato dal collega Pag. 74Ferraresi, in via graduale, prospettino diverse soluzioni alla questione della prescrizione. Tale questione, a suo avviso, rappresenta un tema oggetto di grande ipocrisia da parte della maggioranza. Al riguardo richiama le dichiarazioni del senatore Lumia, che, in occasione della seduta del 18 febbraio 2015, a nome del Partito Democratico, asseriva che la prescrizione avrebbe dovuto cessare di decorrere dopo l'emanazione del decreto del rinvio a giudizio o dopo la sentenza di primo grado. Rammenta, altresì, che il Movimento Cinque Stelle, nel prendere atto di tali dichiarazioni aveva manifestato la sua disponibilità a fare un passo in avanti e a trovare un accordo con la maggioranza. Ciò premesso, si domanda, quindi, in nome di quale logica, a suo avviso perversa, o di quale accordo, il Partito Democratico abbia compiuto un passo indietro, proponendo una riforma punitiva nei confronti dei cittadini onesti. A suo giudizio, infatti, le disposizioni contenute nel provvedimento in titolo finiscono con il favorire una platea di soggetti interessati, non tanto a dimostrare la propria innocenza, bensì ad attendere la prescrizione dei reati commessi per guadagnarsi l'impunità.

  Donatella FERRANTI, presidente, nel rammentare come lei stessa avesse presentato una proposta di legge dal tenore del tutto diverso rispetto alle disposizioni contenute nel testo unificato in discussione, fa notare come lo stesso sia il risultato di un lungo e complesso lavoro, sia in Assemblea che in Commissione, effettuato presso entrambi i rami del Parlamento. Ricorda, infatti, come le disposizioni in materia di prescrizione siano state formulate all'esito dell'attività svolta da una specifica commissione di studio presieduta dal professor Fiorella. Ciò premesso, ritenendo che l'emendamento Colletti 1.146 sia sensibilmente peggiorativo della disciplina attuale in tema di prescrizione, rileva che l'obiettivo del legislatore non debba esser e quello di allungare i tempi, bensì di consentire allo Stato di celebrare i processi. Rammenta, infine, come il Senato abbia lavorato su un testo la cui impostazione non è stata oggetto di accordi di bassa lega, come lascerebbe intendere il collega Bonafede, quanto piuttosto già delineata dalla Camera nel corso della lettura precedente.

  Franco VAZIO (PD) associandosi alle considerazioni della presidente, ritiene che le dichiarazioni di voto dovrebbero essere pertinenti al contenuto degli emendamenti di cui si discute. Quanto alle considerazioni dei colleghi del gruppo Movimento Cinque Stelle, richiama l'attenzione sulla circostanza che la riforma in tema di prescrizione fa seguito all'innalzamento delle sanzioni per il reato di corruzione. In proposito, rileva che l'obiettivo del legislatore dovrebbe essere quello, non tanto di allungare i termini per la prescrizione, quanto quello di ridurre i tempi dei processi. A suo giudizio, la previsione di termini di prescrizione eccessivamente lunghi rappresenterebbe una sconfitta dell'ordinamento.

  Daniele PESCO (M5S) replica al deputato Vazio che accusa le opposizioni di voler fare leggi contro gli interessi del paese, che in realtà il Movimento 5 Stelle si limita a constatare l'inefficienza della giustizia italiana, considerato che vi è il dato oggettivo che molti processi si chiudono senza un dibattimento serio ed approfondito proprio a causa della prescrizione.
  Lo Stato non può rinunciare a garantire processi che siano in grado di giungere a compimento con la condanna dei reati effettivamente commessi. Per tale ragione la disciplina della prescrizione dovrebbe essere riformata in materia tale da consentire lo svolgimento completo dei processi. Sii sofferma in particolare su quelli relativi ai reati finanziari, come ad esempio quello sulla manipolazione dell'Euribor, che si è concluso con le condanne dei banchieri implicati addirittura dopo otto anni, prefigurando in tal modo la prescrizione dei reati e quindi pregiudicando i diritti dei cittadini che hanno subito un grave danno per aver pagato tassi troppo alti.

Pag. 75

  Donatella FERRANTI, presidente, avverte che il deputato Fraccaro, iscritto a parlare per dichiarazioni di voto, sostituendo un deputato del suo gruppo componente della Commissione, ha due minuti di tempo per intervenire.

  Alfonso BONAFEDE (M5S) protesta fortemente ritenendo che sia inammissibile che la presidenza della Commissione d'imperio riduca ulteriormente i tempi di intervento dei deputati che, già arbitrariamente, erano stati fissati dalla stessa presidenza, senza svolgere alcun Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, in cinque minuti.

  Donatella FERRANTI, presidente, ribadisce la sua decisione in merito ai tempi di intervento del deputato Fraccaro, specificando che questa sua scelta è dettata dalla constatazione che il tema oggetto dell'emendamento in esame è stato approfonditamente sviluppato dagli interventi appena svolti. Prima di dare la parola al deputato Fraccaro, invita il deputato Bonafede ad assumere nei confronti della presidenza un atteggiamento rispettoso. Avverte che dopo la votazione dell'emendamenti 1.146 verrà sospesa la seduta della Commissione per svolgere un Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, al fine di valutare come proseguire nell'esame del provvedimento.

  Riccardo FRACCARO (M5S) dopo aver sottolineato che gli risulta incomprensibile la ragione per la quale a lui sia dato un termine di intervento su un emendamento inferiore rispetto a quello concesso ad altri deputati in relazione al medesimo emendamento. Ritiene che la decisione della presidenza sia gravemente discriminatoria per le sue prerogative di parlamentare. Dichiara di non aver mai assistito nel corso della legislatura ad una conduzione di Commissione in maniera tanto discriminatoria come quella che sta subendo in questo momento.
  In merito all'emendamento in esame, fa presente che la questione della prescrizione è di fondamentale importanza per l'intero ordinamento, anche perché coinvolge direttamente il tema della corruzione, che rappresenta uno dei maggiori problemi per il nostro Paese. Gran parte delle forze politiche, iniziando dal PD, promettono nel corso delle campagne elettorali di risolvere questo problema riformando la disciplina della prescrizione, che nella sua formulazione attuale consente molte volte agli imputati di salvarsi, anche quando hanno commesso reati gravi. Tuttavia, una volta che tali forze politiche entrano in parlamento, avendone la maggioranza, nulla fanno per riformare in maniera efficace la disciplina della prescrizione. Il PD, infatti, ha a poco a poco modificato la sua posizione fino a pervenire ad un testo come quello in esame, che in realtà non riforma la prescrizione.
  Nel caso in esame si è assistito ad un forte cambiamento da parte del PD nel momento in cui il testo è passato all'esame del Senato, dove è stata determinante la posizione dei gruppi ad esso alleati ed il fatto che nello stesso PD si è assistito a fatti di corruzione.

  La Commissione respinge l'emendamento Colletti 1.146.

  Donatella FERRANTI, presidente, sospende la seduta e convoca immeritamente la riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta sospesa alle 21.50 riprende alle 22.25.

  Donatella FERRANTI, presidente, comunica che all'esito dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, appena conclusosi, l'esame degli emendamenti proseguirà nella seduta convocata domani al termine della seconda chiama dei deputati nell'ambito della riunione del Parlamento in seduta comune per l'elezione di giudici costituzionali e, Pag. 76qualora non si concludesse l'esame di tutti gli emendamenti nella giornata di domani, nella seduta di lunedì 15 maggio, che sarà eventualmente convocata per le ore 17. Gli interventi per dichiarazioni di voto avranno la durata di cinque minuti, che potrà essere ridotta a due qualora se ne registrasse l'esigenza all'esito dell'andamento dei lavori. Domani sarà convocata un'altra riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Rinvia pertanto il seguito dell'esame alla seduta di domani.

  La seduta termina alle 22.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 21.50 alle 22.25.