CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 3 maggio 2017
811.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 118

COMITATO DEI NOVE

  Mercoledì 3 maggio 2017.

Disposizioni per la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio e dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.
C. 4314-4252-A.

  Il Comitato si è riunito dalle 9 alle 9.10.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 3 maggio 2017. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. — Interviene il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Vito de Filippo.

  La seduta comincia alle 13.05.

Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2017.
Atto n. 408.

(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto, rinviato nella seduta del 2 maggio 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso.

  Francesco D'UVA (M5S) si rammarica ancora una volta che la Commissione si trovi nella circostanza di dover esprimere ogni anno un parere di identico tenore e che lo sforzo profuso dalle istituzioni Pag. 119parlamentari – a volte anche attraverso la stretta collaborazione tra esponenti della maggioranza e delle opposizioni – venga mortificato da un provvedimento che non tiene in alcun conto il contenuto dei pareri espressi. Sottolinea che la critica testé manifestata non è rivolta tanto al MIUR, quanto al MEF, responsabile della riduzione delle risorse del FOE. Per le suddette ragioni il suo gruppo si asterrà dal voto.

  Bruno MOLEA (CI) preannuncia il suo voto favorevole.

  Il Sottosegretario Vito DE FILIPPO condivide il contenuto del parere e assicura che il Ministero si farà carico di ogni azione utile a garantire il rispetto della volontà manifestata dalla Commissione.

  Maria MARZANA (M5S) chiede chiarimenti in merito alla procedura di finanziamento degli enti di ricerca, riferendosi, in particolare, all'assegnazione di specifiche risorse alla Società Elettra – Sincrotrone di Trieste, al pari di quanto previsto per il funzionamento dell'INDIRE e dell'INVALSI.

  Il Sottosegretario Vito DE FILIPPO si riserva di fornire i ragguagli richiesti in una futura sede.

  Luigi DALLAI (PD), relatore, conferma il parere favorevole con condizioni (vedi allegato).

  La Commissione approva.

  La seduta termina alle 13.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 3 maggio 2017. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 13.15.

Modifica all'articolo 10 della legge 23 marzo 1981, n. 91, in materia di proprietà e organizzazione delle società sportive professionistiche.
C. 2202 Attaguile e C. 2707 Coccia.

(Seguito dell'esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 aprile 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita anche dal circuito chiuso.

  Bruno MOLEA (CI) pur condividendo lo spirito del provvedimento, che intende mettere ordine al sistema-sport, sottolinea che un cambiamento repentino in materia di assetto societario potrebbe avere ripercussioni importanti in un ambito caratterizzato da un ampio indotto economico. Sottolinea a tale proposito che i presidenti delle società calcistiche sono imprenditori che hanno investito notevoli risorse e messo in campo considerevoli capacità gestionali. Una forte limitazione delle loro quote azionarie, a vantaggio dell'azionariato popolare, potrebbe avere su tutto il sistema un impatto tale da minarne le fondamenta. Ritiene che l'intervento debba essere ponderato con attenzione e commisurato alle specifiche realtà. È convinto che una riforma del mondo del calcio sia ormai necessaria, ma non in termini troppo radicali e soprattutto individuando soluzioni che facilitino l'assorbimento delle modifiche senza traumi. Il rischio sarebbe quello di provocare effetti opposti alle finalità sottostanti la riforma, ma il «circo» della serie A non si può chiudere.

  Stefano BORGHESI (LNA) afferma che il sistema-calcio deve cambiare in profondità e la discussione su questa proposta di legge costituisce una proficua occasione per esaminare i differenti profili critici, i quali vanno dalla persistente necessità di reperire sempre maggiori capitali al pericolo di infiltrazioni malavitose nella tifoseria organizzata. Il modello padronale predominante nel calcio italiano forse non Pag. 120è la causa prima di questi problemi ma, certo indebolisce la gestione e accresce i rischi. Conclude auspicando il superamento del sistema ormai obsoleto che caratterizza il settore, il quale viceversa deve trovare modelli più competitivi.

  Tamara BLAZINA (PD), relatrice, evidenzia l'opportunità di procedere ad ulteriori approfondimenti, stante la complessità del tema emersa anche nel corso delle audizioni svolte. Sottolinea che la discussione si è concentrata in modo particolare sulla proposta di legge Attaguile e sui temi più strettamente inerenti al mondo del calcio da essa disciplinati, mentre la proposta della deputata Coccia, in materia di applicazione del principio di parità tra i sessi nel settore sportivo professionistico, non ha avuto spazio. Ritiene, peraltro, che i ragionamenti sul mondo del calcio che hanno trovato approfondimento nel corso della discussione potrebbero trovare analoga applicazione anche ad altre discipline quali, ad esempio, la pallacanestro. Ricorda che non risultano ancora pervenute le memorie della FIGC e, in merito alla proposta della deputata Coccia, rileva che si potrebbe chiedere una memoria al CONI. Conclude proponendo di formalizzare la costituzione di un Comitato ristretto.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, condivide la proposta di istituire un Comitato ristretto e, se non vi sono obiezioni, chiederà ai gruppi di indicarne i membri affinché esso possa celermente iniziare il lavoro.
  (Così rimane stabilito).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative.
Nuovo testo C. 2950 Ascani.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta dell'8 marzo 2017.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, ricorda che in data 8 marzo era stato inviato, per l'espressione del parere alle Commissioni consultive, il nuovo testo della proposta di legge, risultante dagli emendamenti approvati. Comunica il contenuto dei pareri e avverte che il Presidente della V Commissione Bilancio ha inviato una cosiddetta «lettera interlocutoria» con cui si comunica che, nella seduta del 4 aprile, nel corso dell'esame del nuovo testo, il rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze ha evidenziato alcuni profili problematici. Sia i pareri sia la lettera sono in distribuzione.

  Irene MANZI (PD), relatrice, non è convinta del contenuto della lettera interlocutoria. Quanto al riferimento alla natura pubblica o privata dell'impresa, vale pur sempre l'articolo 41 della Costituzione, che contempla le imprese pubbliche e quelle private. Da questo punto di vista, la proposta di legge, come risultante dall'esame fin qui svolto, può essere emendata. Quanto alla ricognizione dei benefici che il progetto di legge prevede per le imprese culturali e creative, crede necessario precisare che l'articolo 2 del provvedimento richiama – sì – l'articolo 26 del decreto-legge n. 179 del 2012, ma non il comma 4, che prevede l'esclusione del regime delle società di comodo, le quali, dunque, non rientrano in alcun modo nelle previsioni della proposta di legge 2950. Quanto poi al preteso onere aggiuntivo e non coperto di «153 milioni» di euro, pensa davvero difficile fare una stima così precisa dei costi derivanti dalla applicazione dei benefici alla categoria di imprese previste nella proposta di legge. Si sta discorrendo, infatti, di una categoria di imprese che deve ancora essere costituita e che al momento non esiste. Molti dei soggetti che vi confluirebbero attualmente sono sconosciuti al fisco od operano con regimi di tassazione del tutto differenziati o con forme associative senza fini di lucro. Per tale motivo, ribadisce quanto sia difficile prevedere a priori numero e base imponibile Pag. 121dei redditi di tali soggetti da cui calcolare con precisione un potenziale onere. Tanto più che all'atto dell'emanazione del decreto-legge n. 179 del 2012, nel quale sono previsti incentivi analoghi, tali problemi non furono sollevati (in particolare, gli articoli 27 e 29 non sembrano recare una disposizione di copertura).
  Circa la questione degli aiuti di Stato, ricorda che il de minimis comunitario è fissato in 200 mila euro per soggetto nell'arco di tre anni (ai sensi del regolamento della Commissione europea 1407/2013), sicché appare arduo immaginare che a ciascun soggetto possano risultare, per le misure previste nel provvedimento proposto, benefici superiori a quella somma. Ciò non toglie che, all'atto applicativo, i Ministeri competenti possano fare i dovuti interpelli con le autorità dell'Unione europea. Circa l'insufficienza del FISPE a coprire l'onere dei buoni, si tratta di questione eminentemente politica e di constatazione degli impieghi gravanti sul Fondo per effetto delle leggi che via via vengono approvate, tema da risolvere con un confronto puntuale tra Ministero dell'economia e Ministero dei Beni culturali. Venendo, infine, alle critiche rivolte all'articolo 5, deve sottolineare che, per quel che concerne i beni del demanio militare, si tratta di immobili attualmente del tutto inutilizzati e spesso in stato di abbandono. Sono di proprietà pubblica, sicché la manutenzione straordinaria grava già oggi potenzialmente sull'erario, con la considerazione aggiuntiva dell'attuale costo degli oneri di custodia e degli eventuali danni che i beni cagionassero a terzi. La previsione legislativa proposta rimette i costi della manutenzione ordinaria e la custodia all'impresa culturale e creativa assegnataria e quindi comporta un risparmio e non un costo. E rientra nella più generale azione di valorizzazione del patrimonio pubblico con finalità culturali perseguita, in più provvedimenti di legge, dai governi Letta, Renzi e Gentiloni.
  In ordine ai beni confiscati alla criminalità organizzata, la previsione legislativa proposta non fa che rimettersi al programma annuale dell'Agenzia nazionale. Per completezza, ricorda che un bene confiscato passa dal patrimonio privato a quello pubblico a titolo originario (a mente dell'articolo 45 del decreto legislativo n. 159 del 2011) e si traduce, dunque, in un accrescimento del patrimonio pubblico e non in una sua diminuzione. Poiché spesso i beni restano inutilizzati per cause varie, legate anche al persistente dominio delle organizzazioni criminali sul territorio di ubicazione del bene, la concessione alle imprese culturali e creative costituirebbe un vantaggio anche per le casse pubbliche.
  Quanto alla durata almeno decennale della concessione – che non costituirebbe, secondo il Governo, un ottimale utilizzo del patrimonio pubblico – non si può esimere dall'osservazione che sussistono a legislazione vigente beni demaniali la cui concessione è di 99 anni, persino in deroga ai divieti del diritto dell'UE. Quanto, da ultimo, al rilievo che la possibilità di sub-concessione sarebbe in contrasto con una fonte secondaria, vale l'osservazione che la legge prevale. A ogni modo, anche su questo punto, la proposta di legge può essere cambiata per venire incontro ai rilievi e alle indicazioni espresse dal Ministero dell'economia; si dichiara inoltre disponibile a proporre emendamenti che prevedano l'emanazione dei necessari decreti ministeriali e le clausole di invarianza finanziaria.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.35.

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