CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 febbraio 2017
762.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 81

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 7 febbraio 2017. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio, Silvia Velo.

  La seduta comincia alle 11.35.

Programma di lavoro della Commissione per il 2017 – Realizzare un'Europa che protegge, dà forza e difende.
COM(2016) 710 final.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2017.
Doc. LXXXVII-bis, n. 5.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Maria Chiara GADDA (PD), relatrice, segnala ai colleghi che la Commissione avvia oggi l'esame di due importanti documenti programmatici in materia di politiche europee: il programma di lavoro della Commissione europea per il 2017, presentato ad ottobre scorso e corredato dall'elenco delle iniziative da assumere, e la relazione programmatica sulla partecipazione del nostro Paese all'UE per il medesimo anno, predisposta dal Governo ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, in cui vengono fornite indicazioni su obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo.
  Ricorda che la discussione su tali documenti programmatici si svolge in primo Pag. 82luogo nella sede primaria della XIV Commissione Politiche dell'Unione europea ma potrà avvalersi dei contributi delle Commissioni di merito, tra cui la Commissione ambiente, per tradursi infine in un dibattito da svolgere in Aula alla presenza del Governo.
  Rileva che si tratta dunque di una delle rare occasioni a disposizione per svolgere un'approfondita discussione sulle strategie politiche dell'Unione Europea e sulle priorità del nostro Paese al riguardo.
  Ritiene che occorra, quindi, valorizzare al massimo questa opportunità, tanto più in considerazione del fatto che l'Unione europea sta vivendo una fase difficile ed in costante evoluzione. Segnala che è la stessa Commissione europea che, nella premessa al programma di lavoro, evidenzia le importanti sfide da affrontare, a partire dalla ripresa economica, che è ancora in una fase iniziale e deve ancora portare vantaggi a tutti, in particolare per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro per i giovani e la riduzione delle disparità. In secondo luogo, i flussi migratori, che hanno messo a dura prova le nostre frontiere esterne, restano una sfida per la capacità dell'Unione di garantire solidarietà, nonostante i progressi che secondo la Commissione europea sono stati compiuti negli ultimi mesi in termini di ricollocazione dei profughi e di controllo delle frontiere, grazie anche all'azione della neo-istituita guardia di frontiera e costiera europea. A ciò si aggiunga che la minaccia terroristica è aumentata, l'instabilità è ancora presente nel vicinato orientale e meridionale dell'UE e che il risultato del referendum del Regno Unito ha contribuito all'incertezza del quadro.
  Sulla base di tali considerazioni, nel 2017 la Commissione europea intende concentrarsi sulle questioni più importanti, quelle su cui un'azione europea efficace può fare realmente la differenza nell'affrontare le sfide con cui si confrontano i cittadini, gli Stati membri e l'Unione nel suo insieme, individuando un numero limitato di iniziative prioritarie con l'obiettivo di «realizzare un'agenda positiva e mirata che porti risultati concreti al fine di proteggere, difendere i cittadini e dare loro forza».
  L'opinione del Governo, come evidenziato nella relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'UE, è che nel 2017 si debbano mettere a punto nuove politiche che recuperino i valori fondanti dell'UE, sulla base dei processi già avviati nell'anno appena trascorso con il forte impulso propulsivo dell'Italia. La relazione si riferisce in primo luogo al fronte economico in cui, secondo il Governo italiano, si tratta di procedere con corretta e intelligente applicazione delle regole europee in materia di flessibilità di bilancio, per favorire le riforme e la crescita. In tema di immigrazione, nella relazione si rileva che, grazie all'impegno dell'Italia, oggi la gran parte dei partner dell'UE concordano sulla necessità di considerare le frontiere degli Stati membri finalmente a tutti gli effetti frontiere comuni e quindi di realizzare una politica autenticamente europea per governare i flussi migratori. Ciò nonostante, secondo il Governo italiano, resta ancora molto da fare per far rispettare pienamente e da tutti gli obblighi di solidarietà in materia di asilo e diritti fondamentali. Parallelamente, nella relazione si segnala la necessità di lavorare sul fronte del finanziamento delle politiche europee, tema sul quale l'Italia ha espresso, nel 2016, la sua posizione di contrarietà a ridurre le risorse già esigue destinate a settori assolutamente prioritari per il presente e il futuro dell'Europa: oltre all'immigrazione, la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, gli investimenti pubblici, la mobilità, la sicurezza e la formazione dei giovani.
  Entrambi i documenti programmatici segnalano l'importanza del 60o anniversario della firma dei Trattati di Roma, nel marzo 2017, come occasione di riflessione sul processo di rinnovamento dell'Unione europea, riflessione alla quale la Commissione europea contribuirà – oltre che con l'impegno assunto di portare risultati concreti ai cittadini – anche con la pubblicazione di un Libro bianco sul futuro dell'Europa. Come ricordato dal Governo Pag. 83nella relazione programmatica, tale appuntamento potrà rappresentare un momento importante per confermare l'impegno comune nel progetto europeo e per individuare nuovi obiettivi politici volti a rafforzare l'integrazione europea. L'anniversario sarà celebrato con una serie di eventi culminanti nel Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi Membri, che si riuniranno a Roma per il rilancio del processo di integrazione europea, partendo – come ricordato nella relazione del Governo – da iniziative concrete come quelle a favore della crescita economica e dell'occupazione, sulle prospettive per i giovani, sulla sicurezza interna ed esterna, nonché su una politica migratoria europea efficace e di lungo termine.
  Venendo più in particolare ai contenuti del programma di lavoro della Commissione europea, composto da una comunicazione e da cinque allegati – relativi, oltre che alle proposte da assumere o da sollecitare, anche alle proposte e alle disposizioni legislative da ritirare o abrogare – segnalo che esso ribadisce l'impegno a favore delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici presentati dal presidente Juncker nel luglio 2014 e, come anticipato, si concentra su un numero limitato di iniziative che ritiene prioritarie.
  Con riguardo alle materie di competenza della Commissione Ambiente, nell'ambito della prima priorità, denominata «Un nuovo impulso all'occupazione alla crescita e agli investimenti», la Commissione europea continuerà a lavorare per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile, puntando sull'economia circolare che – oltre a rappresentare una scelta obbligata in termine di risparmio delle risorse del pianeta – offre anche un grande potenziale in termini di innovazione, crescita e occupazione. A tale proposito ricorda ai colleghi che la Commissione ambiente ha esaminato la comunicazione del 2015 «L'anello mancante – Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare», con cui è stata inaugurata l'iniziativa, approvando un documento finale in cui – oltre a chiedere di intervenire sul piano delle risorse finanziarie, della formazione del capitale umano e dell'informazione ai cittadini, del rafforzamento del sistema sanzionatorio nonché della revisione di tutti gli incentivi esistenti nei diversi paesi – sono state sollecitate la definizione e l'attuazione di interventi coordinati che rispondano ad una logica organica e non si contraddicano, anche allo scopo di massimizzare i risultati conseguibili con le risorse che risulteranno disponibili. Il piano d'azione per l'attuazione dell'economia circolare, preannunciato dalla Commissione europea nel programma di lavoro per il 2017, conterrà una strategia per l'utilizzo, il riutilizzo e il riciclaggio delle materie plastiche; una proposta di regolamento che stabilisce i requisiti qualitativi minimi per le acque riutilizzate; una revisione della direttiva sull'acqua potabile che dia seguito all'iniziativa dei cittadini europei «Right2Water», nonché un quadro di monitoraggio che verifichi i progressi verso la realizzazione dell'economia circolare ed i benefici alla crescita ed all'ambiente.
  Secondo quanto riportato nella relazione programmatica, il Governo intende dare il suo appoggio all'attuazione dell'economia circolare sulla base delle indicazioni venute fuori dal dibattito in sede di Consiglio ambiente, vale a dire puntando su approcci politici integrati; politiche relative ai prodotti ed efficienza delle risorse; sostegno all'innovazione circolare e alle imprese; processo di monitoraggio, riesame e cooperazione. Con specifico riferimento alla revisione della direttiva quadro sulle acque (direttiva 2000/60/CE), il Governo auspica l'inclusione di aspetti quantitativi, oltre che qualitativi, per favorire una migliore efficienza della risorsa idrica ed una sua più razionale allocazione. L'obiettivo è applicare adeguate metodologie per la redazione dei bilanci idrici, che consentano di calcolare con continuità il saldo tra la disponibilità ed i prelievi nei diversi ambiti territoriali e di programmare le scelte di destinazione. In tale contesto, l'ambizione del Governo è quella di proporre alla Commissione europea l'inserimento nell'articolato della direttiva quadro sulle acque di una proroga Pag. 84oltre il 2027 così da assicurare il raggiungimento dell'obiettivo di buono stato per i corpi idrici con maggior garanzia e minor impatto sociale ed economico. Per quanto riguarda invece la citata proposta di regolamento sui requisiti minimi di qualità per le acque riutilizzate, il Governo, nel sostenere l'iniziativa della Commissione europea, riaffermerà tra le altre cose, il ruolo del riutilizzo delle acque reflue, quale strumento per affrontare i problemi di scarsità idrica e per l'adattamento ai cambiamenti climatici.
  Sempre in tema di economia circolare, nel 2017 continuerà la discussione iniziata lo scorso anno sulla revisione del pacchetto rifiuti – anch'esso esaminato dalla Commissione ambiente – che comprende la modifica di sei direttive concernenti la gestione dei rifiuti, delle discariche e di alcune tipologie specifiche di rifiuti – quali gli imballaggi, i veicoli a fine vita, le pile ed i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. In tale ambito, il Governo, anche in linea con le indicazioni del Parlamento, continuerà a sostenere: l'introduzione di una metodologia unica e armonizzata di calcolo delle quantità di rifiuti riciclate; il chiarimento dei concetti chiave di recupero, riciclaggio, recupero di materia, riempimento, cessazione della qualifica di rifiuto e trattamento prima del conferimento in discarica; il rafforzamento delle politiche di prevenzione; l'incremento del riciclo dei rifiuti rispetto ad altre forme di recupero e smaltimento; nonché l'aumento degli obiettivi di riciclaggio degli imballaggi. Inoltre, sempre sulla base delle indicazioni fornite nella relazione programmatica, il Governo intende promuovere la fissazione di un obiettivo più ambizioso per quanto riguarda la riduzione di tutte le operazioni di smaltimento (non solo la discarica, ma anche l'incenerimento senza recupero energetico e le altre operazioni di smaltimento) di tutti i rifiuti prodotti al posto dell'obiettivo di riduzione della sola operazione di discarica per i rifiuti urbani, così come proposto dalla Commissione europea. Per quanto riguarda, poi, il riciclo dei rifiuti, verrà dato rilievo al contributo dei sistemi a responsabilità estesa del produttore. In tale ottica, il Governo è favorevole a stabilire un set di criteri minimi di trasparenza ed efficienza cui devono attenersi i sistemi che operano sotto il principio della responsabilità estesa dei produttori.
  Nell'ambito della terza priorità indicata dal presidente Juncker, Un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici, il programma di lavoro della Commissione europea e la relazione programmatica segnalano per il 2017 l'importanza di mantenere fede agli impegni assunti a livello internazionale, dando seguito alle decisioni adottate dalla Conferenza di Marrakech (COP22) sui cambiamenti climatici, tenutasi a novembre 2016, nel corso della quale si è discusso su come dare attuazione all'Accordo di Parigi sul clima, siglato nel dicembre 2015 ed entrato in vigore il 4 novembre 2016. Ricorda che la Conferenza di Marrakech ha stabilito che entro dicembre 2018 dovrà essere definito il regolamento attuativo dell'Accordo di Parigi, nel quale dovranno essere fissate le modalità con cui i paesi monitoreranno i loro impegni per il taglio dei gas a effetto serra. Il regolamento dovrà inoltre prevedere l'istituzione, entro il 2020, del Fondo verde (Green Fund) per aiutare i paesi in via di sviluppo nella lotta ai cambiamenti climatici. Il Fondo verde, che è stato deciso dalla Conferenza di Parigi (COP21), avrà una dotazione di 100 miliardi di dollari l'anno. In tale contesto il Governo intende far progredire il lavoro a livello tecnico per:
   rafforzare i meccanismi di monitoraggio e rendicontazione degli impegni presi sia riguardo alla riduzione delle emissioni che all'assistenza ai Paesi in via di sviluppo;
   individuare le informazioni e le caratteristiche comuni degli impegni nazionali volontari di mitigazione e adattamento;
   determinare le modalità di svolgimento della valutazione globale degli impegni di riduzione delle emissioni;Pag. 85
   definire le modalità per contabilizzare le risorse finanziarie a favore dei Paesi in via di sviluppo.

  Sempre nel quadro delle iniziative volte a conciliare la politica energetica con la lotta ai cambiamenti climatici, segnala inoltre che – come preannunciato nel programma di lavoro – il 30 novembre scorso la Commissione europea ha presentato, a completamento delle iniziative previste nell'Unione dell'energia, il pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», volto a gestire la modernizzazione dell'economia mettendo l'efficienza energetica al primo posto, con l'obiettivo di diventare il leader mondiale nel campo delle energie rinnovabili e garantire un trattamento equo ai consumatori. Il pacchetto prevede misure legislative in materia di efficienza energetica, energie rinnovabili, compresa la sostenibilità delle bioenergie, assetto del mercato dell'energia elettrica e norme di governance per l'Unione dell'energia nonché un'iniziativa per accelerare l'innovazione nel settore dell'energia pulita, che è attualmente all'esame delle Commissioni riunite ambiente e attività produttive. Le altre iniziative annunciate dalla Commissione europea riguardano l'attuazione della Strategia europea per una mobilità a basse emissioni, presentata nel luglio 2016, che mira ad aumentare l'efficienza dei trasporti e a ridurre le emissioni fino a giungere gradualmente ai veicoli a emissioni zero. Tra le misure preannunciate per il secondo trimestre del 2017, segnala in particolare la revisione dell'attuale direttiva «veicoli puliti», che si prefigge di migliorarne il contributo al raggiungimento degli obiettivi dell'UE in materia di lotta al cambiamento climatico e all'inquinamento dell'aria e di stimolare il mercato a produrre veicoli sempre più puliti e ad incrementare la competitività.
  Per l'attuazione degli obiettivi in materia di clima e energia fissati dal Consiglio europeo per il 2030, secondo il Governo è inoltre prioritario concludere entro il 2017 il processo di riforma del sistema di scambio delle quote di emissione (sistema ETS) dei gas ad effetto serra, su cui permangono importanti divergenze tra gli Stati membri, tra l'altro per quanto riguarda: la percentuale delle quote da mettere all'asta; gli strumenti finanziari e il generale livello di ambizione della normativa. Nell'ambito di tale processo di riforma, il Governo sostiene la necessità di creare un meccanismo centralizzato a livello europeo in grado di ridurre le distorsioni del mercato interno e di compensare gli operatori soggetti a difficoltà, con metodi di assegnazione delle quote gratuite di emissioni che tengano conto del progresso tecnologico e dell'efficienza degli impianti e con regole armonizzate per la gestione del rischio di rilocalizzazione. Nel documento finale approvato a conclusione dell'esame della proposta di riforma, la Commissione ambiente ha chiesto che si assicurasse la piena efficacia del sistema ETS, nel senso di: attribuire un prezzo adeguato al carbonio e di indirizzare gli investimenti delle imprese verso la decarbonizzazione, evitando alle imprese stesse oneri di adeguamento sproporzionati; garantire che la nuova metodologia prevista per l'individuazione dei settori esposti a rischio di rilocalizzazione non comporti una riduzione dei settori inclusi tale da determinare un pregiudizio per la competitività delle aziende europee più esposte alla concorrenza; valutare l'opportunità di utilizzare strumenti fiscali volti a disincentivare le emissioni maggiormente inquinanti, e, al contempo, eliminare facilitazioni e sussidi per le fonti maggiormente inquinanti.
  Ricorda ai colleghi che le iniziative dell'UE in materia di emissioni di gas ad effetto serra comprendono anche il cosiddetto «pacchetto non-ETS», composto da due proposte di regolamento, la prima relativa alla riduzione delle emissioni nei settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione ETS – tuttora all'esame della nostra Commissione – e la seconda volta a considerare anche le emissioni di gas a effetto serra risultanti dall'uso del suolo e dalla silvicultura (LULUCF) ai fini del raggiungimento degli Pag. 86impegni assunti con il pacchetto clima energia al 2030. Sul «pacchetto non-ETS», sul quale si è registrato uno stallo in seno al Consiglio dell'UE, il Governo sostiene l'importanza di norme eque e bilanciate che valorizzino gli sforzi dei paesi che, come l'Italia, hanno già ridotto in anticipo le proprie emissioni.
  Segnala inoltre che la lotta ai cambiamenti climatici costituisce uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, adottata nel settembre 2015 nell'ambito dello storico Summit delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 1o gennaio 2016. Il Governo ritiene che l'Unione europea debba giocare un ruolo guida nell'attuazione dell'agenda dotandosi di un quadro di riferimento chiaro e di un percorso di attuazione interno. In questa direzione sembra muoversi la comunicazione «Il futuro sostenibile dell'Europa: prossime tappe», presentata dalla Commissione europea il 22 novembre scorso e sollecitata dal Governo.
  In conclusione, ribadisce che l'esame dei due documenti programmatici all'ordine del giorno costituisce un'occasione preziosa, per discutere, in primo luogo confrontandosi con il Governo, sulle prospettive dell'Unione europea e sulle iniziative che essa dovrà assumere nel prossimo futuro per riconquistare un ruolo da protagonista.
  Tutto ciò premesso, si riserva di presentare una proposta di parere anche sulla base dei rilievi che dovessero emergere nel corso del dibattito.

  Ermete REALACCI (PD), presidente, nel condividere l'opinione della relatrice sull'opportunità rappresentata dall'esame dei due documenti programmatici all'ordine del giorno, invita i colleghi ad utilizzare il parere per la XIV Commissione come un'occasione per fornire gli indirizzi della Commissione Ambiente su alcune questioni rilevanti. Da parte sua, a titolo esemplificativo, sottopone alla valutazione dei colleghi l'ipotesi di un'Unione europea a due velocità anche su temi diversi da quelli economici.

  Maria Chiara GADDA (PD), relatrice, anche con riferimento alle sollecitazioni del presidente, manifesta l'intenzione di prendere spunto, nella predisposizione della proposta di parere, dagli indirizzi forniti dalla Commissione Ambiente in esito all'esame di rilevanti iniziative dell'UE, quali l'economia circolare, il pacchetto rifiuti e la riforma del sistema ETS. In particolare, con riguardo ai rifiuti segnala l'importanza delle scelte terminologiche, che si rivelano determinanti per la corretta applicazione della normativa in materia. Invita da ultimo i colleghi a sottoporle sollecitazioni e suggerimenti in vista della predisposizione della proposta di parere.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.45.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 7 febbraio 2017. — Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

  La seduta comincia alle 11.45.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Governo dello Stato d'Israele, dall'altro, fatto a Lussemburgo il 10 giugno 2013; b) Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012; c) Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, con Allegato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011, e Accordo addizionale fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, d'altro lato, riguardante l'applicazione dell'Accordo sui trasporti aerei fra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, gli Stati Uniti d'America, d'altro lato, l'Islanda, d'altro lato, e il Regno di Norvegia, Pag. 87d'altro lato, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e il 21 giugno 2011.
C. 2714 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Umberto MARRONI (PD), relatore, ricorda ai colleghi che la VIII Commissione è chiamata ad esprimere il prescritto parere alla III Commissione Affari esteri sul disegno di legge di ratifica di tre Accordi stipulati dall'Unione europea in materia di trasporto aereo. Si tratta di accordi di competenza mista che, oltre alle disposizioni più strettamente economico-commerciali, da tempo delegate all'UE, contengono anche ulteriori previsioni di competenza del diritto interno; pertanto, sono da sottoporre alla firma e alla ratifica dei singoli Stati membri, secondo le procedure previste dal rispettivo ordinamento.
  Come ricordato nella relazione illustrativa allegata al disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, tradizionalmente il settore del trasporto aereo internazionale è disciplinato da accordi bilaterali fra singoli Stati. Tuttavia – dopo le sentenze pronunciate dalla Corte di giustizia europea nel novembre 2002 (le cosiddette Open Skies), che giudicarono incompatibili con il diritto comunitario alcune clausole contenute negli accordi aerei bilaterali stipulati da alcuni Stati membri con gli Stati Uniti d'America (USA) – la Commissione europea ha avviato e concluso una serie di accordi globali tra l'Unione europea e i Paesi terzi, perseguendo il fine di rafforzare le prospettive di promozione dell'industria europea, di ampliare le opportunità del trasporto aereo e di garantire eque condizioni di concorrenza, contribuendo al contempo alla riforma dell'aviazione civile internazionale.
  Rientra in quest'ottica l'Accordo euromediterraneo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e Israele, concluso il 10 giugno 2013, la cui entrata in vigore, destinata a sostituire gli accordi bilaterali esistenti tra gli Stati membri dell'Unione europea e lo Stato d'Israele, contribuirà ad agevolare, come si sottolinea nella citata relazione illustrativa, i necessari processi di fusione e di consolidamento di soggetti imprenditoriali dell'Unione in grado di confrontarsi con le dinamiche di mercato mondiali.
  L'accordo con Israele è basato su analoghe esperienze con altri paesi. Ricordo in particolare che due analoghi accordi, con il Marocco e la Giordania, fatti a Bruxelles rispettivamente il 12 dicembre 2006 e il 15 dicembre 2010 sono stati ratificati dall'Italia con la legge n. 158 del 13 ottobre 2009 e con la legge n. 8 del 2 febbraio 2012.
  La finalità dell'Accordo è rappresentata dunque dall'istituzione di uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e lo Stato d'Israele, nel cui ambito i vettori di entrambe le Parti potranno stabilirsi liberamente, fornire liberamente i loro servizi sulla base dei princìpi commerciali, competere su base equa e paritaria nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti e armonizzate.
  Le medesime osservazioni di carattere generale valgono anche per l'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Repubblica moldova, fatto a Bruxelles il 26 giugno 2012.
  Con riguardo alle competenze della Commissione ambiente, segnalo che in entrambi gli accordi, le Parti riconoscono l'importanza della protezione dell'ambiente in sede di definizione e di attuazione della politica dell'aviazione nonché la necessità di adottare misure efficaci a livello mondiale, nazionale e locale per ridurre al minimo gli impatti dell'aviazione civile sull'ambiente.
  Per quanto concerne l'Accordo, fatto a Lussemburgo e Oslo il 16 e 21 giugno 2011, tra l'Unione europea, gli Stati Uniti, l'Islanda e la Norvegia, nonché l'accordo addizionale tra l'Unione europea, l'Islanda e la Norvegia, l'insieme di tali strumenti è volto ad estendere all'Islanda e alla Norvegia il protocollo del 24 giugno 2010, che Pag. 88modifica l'accordo sui trasporti aerei tra Stati Uniti e Unione europea del 2007.
  La relazione illustrativa del Governo ricorda come Islanda e Norvegia abbiano preso parte come osservatori già alla fase negoziale che condusse poi alla stipula del protocollo del 2010: al termine di tali negoziati fu concordato che i due Paesi sviluppassero una proposta concernente le condizioni e la procedura per il loro accesso al protocollo. Viene peraltro ricordato come entrambi i paesi, pur non appartenenti all'Unione europea, siano parti integranti dello spazio aereo comune europeo cui ha dato vita l'accordo ECAA del 9 giugno 2006 (ratificato dall'Italia con la legge 4 giugno 2010, n. 91).
  Per quanto concerne le finalità e la portata dello spazio aereo comune transatlantico, cui l'accordo tra Stati Uniti e Unione europea del 2007 ha dato vita, valgano le considerazioni già formulate a proposito dell'accordo tra Unione europea e Israele.
  In merito al protocollo di modifica, ricordo che esso è stato a suo tempo negoziato dalle parti in ottemperanza all'obbligo stabilito dall'articolo 21 dell'Accordo del 2007 di avviare una seconda fase negoziale, al fine di progredire nella realizzazione in un mercato transatlantico del trasporto aereo sempre più aperto e integrato. Segnalo in particolare che l'articolo 3 del protocollo, nel sostituire l'articolo 15 dell'Accordo in materia di protezione dell'ambiente, dettaglia i nuovi ambiti nei quali si svolgerà la cooperazione su tale aspetto: la ricerca e lo sviluppo di tecnologia aeronautica rispettosa dell'ambiente; lo studio dell'impatto delle emissioni dell'aviazione; la ricerca e sviluppo di carburanti verdi.
  Con riguardo al contenuto del disegno di legge di ratifica, esso si compone di quattro articoli. L'articolo 1 e l'articolo 2 contengono come di consueto rispettivamente l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione degli accordi richiamati. L'articolo 3 riporta una clausola di invarianza finanziaria, per la quale dall'attuazione della legge di autorizzazione alla ratifica non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica (comma 1). Ne consegue (comma 2) che le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dalla legge di autorizzazione alla ratifica con le risorse umane, strumentali e finanziarie a legislazione vigente. Infine, l'articolo 4 prevede l'entrata in vigore della legge di autorizzazione alla ratifica il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
  Tutto ciò premesso, preannuncia la proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame, non ravvisandosi profili problematici in relazione agli ambiti di competenza della VIII Commissione.

  Ermete REALACCI (PD) presidente, invita i colleghi a valutare se vi siano a loro avviso eventuali elementi di criticità, da sottoporre al relatore in vista della predisposizione della proposta di parere.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.50.