CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 12 ottobre 2016
708.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 56

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 12 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Paola De Micheli.

  La seduta comincia alle 14.50.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 6 ottobre 2016.

  Edoardo FANUCCI (PD), relatore, esprime preliminarmente il proprio rammarico per l'eccessiva compressione dei tempi riservati in Commissione alla discussione nel merito delle rilevanti questioni oggetto della presente Nota di aggiornamento del DEF 2016, nonostante l'interlocuzione proficua che sui temi medesimi ha avuto luogo con il Governo e con l'Ufficio parlamentare di bilancio. A suo giudizio, in tal modo non è stato possibile valorizzare pienamente il momento del dibattito e del confronto tra le diverse forze politiche in ordine a questioni che rivestono una indubbia rilevanza dal punto di vista delle scelte di fondo della politica economica e sociale del nostro Paese. Per quanto concerne, in particolare, la mancata validazione da Pag. 57parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio del quadro programmatico delineato dal Governo per l'anno 2017, rammenta che il predetto Ufficio è stato di recente costituito sulla base di quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012 e che nel corso della sua recente esperienza non si era mai verificata una circostanza analoga. Si tratta di un episodio che, peraltro, a suo avviso, dimostra la totale indipendenza del citato organismo nell'esercizio delle sue funzioni.
  Nel rinviare alla relazione illustrata nella seduta del 5 ottobre scorso in merito ai contenuti specifici della Nota di aggiornamento del DEF 2016, desidera tuttavia porre in evidenza l'impegno coerentemente profuso dal Governo attuale sin dal suo insediamento in favore delle politiche a sostegno della crescita e dell'occupazione. Osserva che tale impegno è stato perseguito, in primo luogo, attraverso una serie di interventi di diverso segno ma comunque finalizzati ad una rimodulazione della pressione fiscale, mediante ad esempio la riduzione del cosiddetto cuneo fiscale, da un lato, e l'innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie, dall'altro. In tale quadro orientato comunque ad una progressiva riduzione del prelievo fiscale complessivamente a carico dei contribuenti, sottolinea come l'intervento di maggior impatto prefigurato dal Governo nell'ambito del disegno di legge di bilancio di prossima presentazione sia rappresentato dalla sterilizzazione per il 2017 della clausola di salvaguardia connessa al previsto aumento dell'IVA, per un valore di circa 15 miliardi di euro per il 2017, che costituisce la parte decisamente prevalente rispetto all'importo dell'intera manovra di finanza pubblica anticipata dal Governo, il cui valore complessivo è di circa 24 miliardi di euro.
  In secondo luogo, a suo giudizio occorre concentrare ulteriormente gli sforzi al fine di promuovere gli investimenti pubblici, anche con riferimento ad interventi eventualmente già deliberati ma non ancora avviati, anche attraverso la valorizzazione della partnership tra pubblico e privato. A tale proposito, ricorda che l'Italia figura quale uno dei principali Paesi beneficiari delle misure contenute nel cosiddetto Piano Juncker sugli investimenti che, come ben noto, dovrebbe generare un significativo effetto moltiplicatore.
  In tale contesto, non può tuttavia trascurare quei fattori di carattere interno ed esterno che purtroppo ancora ostacolano un soddisfacente percorso di crescita economica. Dal punto di vista internazionale, richiama in particolare la notevole contrazione del commercio internazionale, superiore peraltro alle previsioni attese, e, più in generale, la sfavorevole congiuntura economica a livello mondiale, nonché specifici fattori di instabilità a livello europeo quale la Brexit, i cui negativi effetti sull'economia reale non potranno che apprezzarsi appieno nel medio periodo. Evidenzia, altresì, il ruolo fondamentale assolto in tale difficile contesto dalla Banca centrale europea attraverso le decisioni di politica monetaria espansiva, che tuttavia non sono state in grado di consentire il compiuto raggiungimento degli obiettivi prefissati, soprattutto per quel che concerne il tasso di inflazione ancora eccessivamente basso, nonostante ciò possa andare a beneficio della finanza pubblica in termini di minori interessi sul debito nazionale.
  Come peraltro evidenziato anche dalla stessa Nota di aggiornamento del DEF 2016, le predette difficoltà registrate a livello internazionale sul piano economico si riflettono anche sulla performance non del tutto soddisfacente fatta registrare dall'economia italiana, come dimostrano anche i dati sull'accumulo del risparmio privato di cittadini ed imprese, che non ha evidentemente ancora incontrato condizioni favorevoli che ne consentano l'impiego in direzione di maggiori investimenti. Ritiene che il nostro Paese conosca oggi, rispetto ai tempi della difficile crisi economica del periodo 2009-2013, un ritmo di crescita indubbiamente più sostenuto ma non tale da porre l'Italia al riparo da preoccupazioni che potranno manifestarsi su vari fronti nel medio periodo. A suo giudizio, occorre pertanto accompagnare e sostenere ulteriormente le Pag. 58politiche orientate alla crescita economica ed al rilancio dell'occupazione, ciò non più attraverso la richiesta di una più ampia flessibilità a livello europeo, come peraltro chiarito dal Ministro dell'economia e delle finanze Padoan nel corso della sua audizione dello scorso 4 ottobre scorso, bensì utilizzando appieno quegli spazi di manovra che discendono necessariamente dal verificarsi di taluni eventi di carattere eccezionale. Intende naturalmente fare riferimento, da un lato, al sisma dello scorso mese di agosto che, a distanza di pochi anni da eventi di analoga natura, ha nuovamente e duramente colpito alcune regioni del nostro Paese, dall'altro, alla complessa gestione del fenomeno dei flussi migratori, che interessa l'Italia ben più da vicino di altri Stati dell'Unione europea. Osserva come, pur in assenza del riconoscimento di specifiche deroghe, il nostro Paese adotterà comunque gli interventi necessari a fronteggiare le predette emergenze, ciò nel pieno rispetto delle regole stabilite a livello europeo.
  Ritiene che le previsioni macroeconomiche del Governo siano suffragate dagli elementi a sua disposizione, notando come d'altro canto come anche le previsioni formulate dal Fondo monetario internazionale, sebbene indichino per il prossimo anno un livello di indebitamento pari al 2,2 per cento, registrano tuttavia una crescita del PIL italiano per il 2017 pari allo 0,9 per cento, un valore pertanto assai prossimo a quello elaborato dal Governo. Osserva, altresì, che per quanto attiene alle stime relative al quadro tendenziale le valutazioni del Governo risultano pressoché coincidenti con quelle rilasciate dall'Ufficio parlamentare di bilancio, e ciò vale in qualche misura anche per quanto riguarda il quadro programmatico, per lo meno qualora si considerino gli effetti cumulati nel triennio 2017-2019. Ritiene che gli obiettivi indicati dal Governo in termini di maggiore crescita per il 2017 siano nel breve periodo del tutto realistici, per quanto ambiziosi, come peraltro analiticamente illustrato dal Ministro Padoan nel corso della audizione di ieri. In particolare, tale risultato potrà essere conseguito per effetto della sterilizzazione della clausola di salvaguardia, da un lato, e del complesso delle misure incentivanti comprese nei cosiddetti pacchetti «competitività», «sviluppo», e «politiche sociali», che troveranno concreta declinazione nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio.
  Invita, inoltre, a considerare con la dovuta attenzione l'impatto positivo conseguente al processo di selettiva revisione della spesa pubblica in atto oramai da alcuni anni, che ha consentito, ad esempio, di realizzare nel corso del 2016 significativi risparmi senza peraltro con ciò deprimere la crescita. Intende fare riferimento, in particolare, alla normativa in materia di centralizzazione degli acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni.
  In conclusione, al fine di conseguire gli ambiziosi obiettivi in precedenza richiamati, ritiene auspicabile che le diverse forze politiche possano concentrare l'impegno comune, ferme restando le legittime, differenti visioni di schieramento, nella individuazione delle scelte strategiche per il Paese dal punto di vista economico, anche nell'ottica di poter interpretare un ruolo sempre più efficace presso le istituzioni europee ed internazionali.

  Rocco PALESE (Misto-CR) ritiene non debbano sottacersi le rilevanti criticità segnalate dall'Ufficio parlamentare di bilancio in sede di valutazione delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica formulate dal Governo, tale da precluderne la validazione da parte del predetto Ufficio. Ricorda, inoltre, come analoghe perplessità siano state apertamente manifestate anche dagli altri autorevoli soggetti istituzionali audìti nell'ambito dell'esame della Nota di aggiornamento del DEF 2016, dalla Banca d'Italia, che ha parlato di obiettivi ambiziosi, alla Corte dei conti, che ha evidenziato il preoccupante calo, di oltre 4 miliardi di euro, registrato nella prima parte del 2016 sul fronte delle entrate fiscali. A suo giudizio, il relatore Fanucci ha disegnato un quadro infondatamente ottimistico Pag. 59delle prospettive economiche del Paese, tanto più considerando che il Governo appare privo di un coerente piano di finanza pubblica che preveda il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica ed il rilancio degli investimenti pubblici e privati. Anche a voler prescindere dalle discordanze previsionali che spesso si traducono in variazioni non superiori a valori decimali, a suo avviso il Governo dovrebbe intervenire con ben maggiore incisività ed efficacia sui fattori fondamentali della domanda interna e della crescita economica. Per quanto concerne il processo di centralizzazione degli acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni, cui ha fatto cenno il relatore Fanucci, ritiene che le misure adottate dal Governo in tale ambito risultano carenti ed inefficaci, come peraltro emerso anche nel corso di un recente seminario sul tema, in quanto non sono previste norme sufficientemente cogenti né specifici meccanismi sanzionatori. A suo avviso, tale considerazione appare tanto più avvalorata se solo si pone mente a quanto avviene nel settore della spesa sanitaria, laddove si registrano inaccettabili ritardi nei pagamenti ai fornitori nonché elementi di scarsa trasparenza nei bilanci delle ASL regionali.
  Esprime inoltre perplessità sugli effetti concreti, in termini di razionalizzazione, che potrà produrre il decreto legislativo n. 175 del 2016, di riforma delle società partecipate, il quale ha subito numerose correzioni nel corso del suo iter, che ne hanno annacquato lo spirito originario.
  Con riferimento ad alcune ulteriori coperture indicate dal Ministro Padoan nell'audizione di ieri, previste nella misura di 7 miliardi di euro per il 2017, osserva che esse non sono solo sovrastimate, per necessità di quadratura, ma anche e soprattutto di difficile realizzazione. Ritiene infatti che l'unico strumento in grado di realizzare entrate per un simile importo sarebbe un condono, ipotesi, almeno formalmente, scartata dal Governo, il quale però sostanzialmente vi ricorre quando prevede interventi quali l'accertamento operoso, l'adempimento operoso e, da ultimo, la prevista rottamazione delle cartelle di Equitalia.
  Rileva poi che nella prossima primavera si dimostrerà tutta l'inconsistenza del quadro programmatico elaborato dal Governo e gli stessi Ministeri già in sede di predisposizione del nuovo bilancio per l'esercizio 2018 saranno costretti a contrarre ulteriormente le proprie spese. Ritiene inoltre poco serio attribuire alla riforma costituzionale effetti di impatto positivo sulla crescita perché ciò implicherebbe, per converso, dover tener conto, nelle stime, dell'eventualità che tale riforma non superi il vaglio del referendum del 4 dicembre prossimo.
  Infine, in alternativa alla manovra che il Governo sta preparando, per quanto è possibile intravedere dalla Nota di aggiornamento, sarebbe preferibile un'azione molto più incisiva di riduzione della spesa.

  Francesco CARIELLO (M5S) si rammarica innanzitutto per la scarsità del tempo che la Commissione bilancio può dedicare alla discussione del contenuto della Nota di aggiornamento del DEF, dopo l'ampia disamina alla quale è stata sottoposta la questione della mancata validazione del quadro programmatico da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Al riguardo ritiene che se il Governo si fosse conformato, eventualmente anche solo in parte, alle indicazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio, attestandosi sullo 0,9 per cento anziché sull'1 per cento per quanto riguarda la crescita del PIL programmatico per il 2017, la manovra sarebbe apparsa più solida sia in Italia che in Europa.
  Passando poi alle deroghe richieste dal Governo e fondate sulle emergenze collegate al recente sisma e alla pressione migratoria, segnala che nel Paese esistono altre numerose emergenze, come la sicurezza della rete ferroviaria e degli edifici scolastici, il rischio idrogeologico e l'inquinamento delle acque, che, per essere affrontati in maniera organica, giustificherebbero di aumentare il rapporto tra indebitamento e PIL non dal 2 al 2,4 per cento, come proposto dal Governo, ma Pag. 60sino alla misura massima consentita del 3 per cento. Ricordando come già in passato il MoVimento 5 Stelle abbia proposto il superamento del Patto di stabilità e crescita, ricevendo sempre una risposta negativa, rinnova ora la richiesta, ritenendo giunto il momento opportuno per tale superamento.
  Nel sottolineare l'esiguità della riduzione della pressione fiscale a fronte della prevista sensibile contrazione della spesa pubblica, ritiene che non si possa efficacemente attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità della spending review quando ci si limita a tagliare la spesa senza riduzione del livello di imposizione. Né ritiene che la disattivazione della clausola di salvaguardia (relativa all'aumento dell'IVA) per il solo 2017 possa essere considerata una stabile misura di riduzione della pressione fiscale, come sembra affermare il Governo. Segnala quindi che i tagli prospettati dalla manovra si scaricheranno alla fine completamente sugli enti locali, che saranno costretti ad aumentare la propria imposizione fiscale o a ridurre ulteriormente i servizi ai cittadini.
  Evidenziando l'arroganza del Presidente del Consiglio, che non ha voluto tenere nel debito conto le segnalazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio, conclude esprimendo un giudizio negativo sulla Nota di aggiornamento del DEF 2016 e pronosticando gravi difficoltà finanziarie nel prossimo anno.

  Antonio MISIANI (PD), segnalando preliminarmente di essere d'accordo con quanti hanno stigmatizzato la scarsità del tempo a disposizione per la discussione della Nota di aggiornamento del DEF 2016, ritiene positivo che il Ministro dell'economia e delle finanze abbia posto un punto fermo nell'audizione di ieri, in merito all'intenzione dell'Esecutivo di confermare il quadro programmatico inserito nella Nota. Sottolinea infatti come la scelta del Governo sia perfettamente coerente con quanto stabilito dall'articolo 18, comma 3, della legge n. 243 del 2012, che consente appunto al Governo di confermare le proprie valutazioni, illustrandone i motivi, oppure di conformarsi a quelle dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Evidenzia comunque come si tratti di differenze di importo non rilevante, che potrebbero poi essere superate dai fatti, essendo sempre notevoli i margini di errore delle stime econometriche.
  Ritiene comunque che quanto accaduto con la presente Nota di aggiornamento possa essere uno stimolo per modificare l'attuale procedura di esame dei documenti di bilancio. Alla luce di quanto emerso in questa occasione osserva infatti che si potrebbe valutare l'opportunità di sottoporre alla validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio direttamente il Documento programmatico di bilancio, unico documento rilevante in sede europea, anziché la Nota di aggiornamento, la quale, per i tempi di presentazione, non può dar conto compiutamente di quanto l'Esecutivo intende porre in essere con il disegno di legge di bilancio.
  Passando poi al contenuto della Nota di aggiornamento, sottolinea alcune criticità che caratterizzano il sistema economico quali l'attuale fase di rallentamento della crescita a livello mondiale sia per i Paesi industrializzati sia per quelli emergenti, il rischio di deflazione, la trappola della liquidità e il rischio di una stagnazione strutturale. In questo contesto l'Italia ha sofferto in modo particolare della crisi essendo la ripresa della crescita condizionata dall'incertezza geopolitica, mentre gli strumenti per intervenire sulla politica economica sono passati in maniera rilevante dall'ambito nazionale a quello europeo. Ritiene che due quindi sarebbero le leve utilizzabili per portare il tasso di crescita ad un livello più accettabile: le riforme strutturali – strada già percorsa dall'attuale Governo – e la politica fiscale, con riferimento alla quale auspica il superamento del dogma del pareggio di bilancio strutturale, fissato dai Trattati europei, che, oltre ad essere di incerta determinazione, di fatto non viene quasi mai rispettato.
  Ritiene che l'approccio adottato dalla Nota di aggiornamento con la richiesta di un ulteriore margine dello 0,4 per cento di Pag. 61deficit per far fronte agli eventi eccezionali del sisma del 24 agosto scorso e all'intensità del fenomeno migratorio nonché al prolungamento della fase di debolezza dell'economia sia complessivamente equilibrato e condivisibile. Si propone infatti di raggiungere lo stesso obiettivo di medio termine con un andamento più lento e modulato nel tempo rispetto a quanto precedentemente previsto, tenendo conto della lentezza della crescita italiana rispetto a quella degli altri Paesi europei.
  Entrando nel merito delle misure, si sofferma sulla incentivazione degli investimenti pubblici e privati, ciò che appare particolarmente rilevante ai fini di innescare meccanismi virtuosi per la crescita se si considera che il livello degli investimenti è diminuito di circa un terzo rispetto ai livelli del 2008. Focalizza l'attenzione quindi sull'importanza, sia ai fini della domanda e dell'occupazione sia ai fini del recupero del patrimonio edilizio, della previsione di un nuovo strumento pluriennale dedicato alle ristrutturazioni condominiali. Passando al tema dell'equità sociale, esprime apprezzamento, sul metodo e nel merito, per quanto riguarda l'accordo sul tema delle pensioni, augurandosi che nella manovra venga posta una particolare attenzione sulle nuove generazioni, evidenziando fra i problemi attuali l'alto tasso di disoccupazione giovanile e il crollo delle immatricolazioni universitarie.
  Da ultimo, soffermandosi sulle questioni relative agli enti locali, sottolinea, in primo luogo, come per rilanciare gli investimenti pubblici sia necessario anche confermare in maniera strutturale la computabilità del Fondo pluriennale vincolato ai fini del pareggio di bilancio degli enti territoriali. Inoltre rileva la necessità di risolvere il problema del finanziamento dei servizi gestiti dalle aree vaste, sottofinanziati dalla legge di stabilità per il 2015, annullando i tagli previsti a legislazione vigente nel 2017 per confermare la possibilità di erogazione di alcuni servizi essenziali a livello locale.

  Gianni MELILLA (SI-SEL), osservando come il Governo, ignorando i rilievi evidenziati dall'Ufficio parlamentare di bilancio nonché le osservazioni della Banca d'Italia e della Corte dei Conti, abbia ironizzato sulla disquisizione su decimali di punto quanto alla crescita prevista, dimenticando che il Presidente del Consiglio ha avviato un braccio di ferro con l'Europa proprio per ottenere margini di deficit dell'entità proprio di decimali di punto, sottolinea come i problemi fondamentali del Paese, che ha conosciuto, rispetto ai livelli pre-crisi, una riduzione del PIL del 10 per cento e una riduzione della produzione industriale del 25 per cento, siano rappresentati dalle precarie condizioni di vita e lavoro dei ceti popolari e quindi dalla povertà sempre più diffusa, se si considera che i poveri assoluti sono ormai più di 4 milioni di persone mentre la povertà relativa interessa più di 8 milioni di persone.
  Nell'affermare che il Paese ha bisogno di una spinta alla crescita molto più consistente di quella prevista dal Governo nella Nota di aggiornamento del DEF 2016, fa presente che tale documento rappresenta un perimetro entro il quale devono essere inserite delle scelte ben precise, che si conosceranno solamente con l'approvazione del disegno di legge di bilancio. Al riguardo ritiene interessante sapere come saranno utilizzati i 3,4 miliardi di euro destinati agli investimenti per lo sviluppo, in particolare come saranno divisi tra realizzazione di investimenti pubblici e incentivazione di investimenti privati, considerando comunque troppo esigua la predetta somma, capace di incidere solo per uno 0,15 per cento sulla crescita del PIL. Fa presente inoltre che non si è a conoscenza ancora nel dettaglio delle risorse che saranno destinate al rinnovo dei contratti dei dipendenti della pubblica amministrazione, ma ritiene comunque che le cifre di cui si è appreso dai giornali, pari a circa 400 milioni di euro, siano troppo esigue se si considera che nel corso degli ultimi anni, a causa del blocco della contrattazione e del mancato adeguamento all'inflazione, i Pag. 62lavoratori del settore pubblico hanno perso circa una mensilità di retribuzione in termini di potere d'acquisto. Ritiene inoltre troppo limitate, pari a circa 2 miliardi di euro, le risorse che il Governo intende destinare nella prossima legge di bilancio all'anticipo dell'accesso al pensionamento e all'incremento dei trattamenti pensionistici più bassi. Si sofferma quindi sulla necessità di adottare politiche ben più mirate e incisive per affrontare le problematiche occupazionali delle giovani generazioni, che in futuro potrebbero percepire trattamenti pensionistici poco dignitosi.
  Fa presente quindi che il gruppo SI-SEL ha predisposto una relazione di minoranza contenente misure alternative a quelle presentate dal Governo con la Nota di aggiornamento incentrate, tra l'altro, su un grande programma di investimenti pubblici e privati, sul lavoro e sulla messa in sicurezza del territorio.
  Fa presente che sono presenti ampi margini di reperimento delle risorse necessarie ad attuare gli interventi di spesa proposti, se solo il Governo volesse, citando l'introduzione di una digital tax, l'aumento dei diritti dovuti dai concessionari delle autostrade italiane, dei diritti per le concessioni di sfruttamento delle acque minerali, delle royalties dovute dalla compagnie multinazionali per l'estrazione degli idrocarburi.
  In conclusione rileva l'assenza di una volontà politica volta a mettere in discussione la rigidità delle regole imposte dall'Unione europea.

  Paolo TANCREDI (AP) evidenzia come, rispetto ai rilievi mossi dall'Ufficio parlamentare di bilancio, il Governo sia stato puntuale e abbia agito nel rispetto delle norme, dal momento che l'articolo 18, comma 3, della legge n. 243 del 2012 prevede che, nel caso il predetto Ufficio esprima valutazioni significativamente divergenti rispetto a quelle del Governo, su richiesta di almeno un terzo dei componenti di una Commissione parlamentare competente in materia di finanza pubblica, quest'ultimo possa alternativamente confermare le proprie valutazioni, illustrandone i motivi, ovvero conformarsi a quelle dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Rileva infatti come, nel corso dell'audizione svoltasi ieri, il Ministro Padoan abbia giustificato la conferma delle proprie valutazioni del quadro programmatico fornendo puntuali precisazioni, sottolineando anche l'esiguità della differenza rispetto alle stime fornite dal panel dei diversi previsori.
  Rileva quindi una contraddizione allorché alcuni deputati dell'opposizione da una parte esprimono previsioni catastrofistiche per la mancata neutralizzazione delle clausole di salvaguardia per il 2018, mentre dall'altra considerano sostanzialmente ininfluente sulla crescita la neutralizzazione delle medesime clausole per il 2017, che invece incidono per circa 0,2 punti di PIL.
  Fa presente quindi come 0,1 o 0,2 punti di crescita in più non siano di poco conto e invita a considerare che sarebbe inopportuno cercare di forzare troppo la mano con le istituzioni europee dato il rapporto debito-PIL attestatosi a circa il 132 per cento. Pertanto ritiene condivisibile ed equilibrata l'impostazione del Governo, volta a favorire la crescita utilizzando tutti i margini percorribili nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa europea.
  Per quanto riguarda la spesa pubblica, sottolinea come nelle considerazioni già svolte da alcuni colleghi vi sia un mancato riconoscimento dei notevoli sforzi e risultati conseguiti nei vari comparti di spesa (pubblico impiego, sanità, pensioni, spese intermedie), a partire dal 2008, anche dai Governi precedenti. Fa presente che purtroppo la situazione di emergenza ha richiesto di intervenire pesantemente anche sulla spesa in conto capitale.
  Evidenzia quindi come l'entità della spesa e i livelli di deficit degli anni precedenti alla crisi del 2008 non fossero più sostenibili, essendoci altrimenti il rischio di default.
  Invita quindi a considerare che i risultati ottenuti in precedenza hanno permesso al Governo di poter chiedere qualche margine di manovra in più in sede Pag. 63europea e che se si riuscisse a raggiungere un livello di crescita del PIL del 2 per cento nei prossimi anni si potrebbe abbattere più velocemente il rapporto debito-PIL per procedere più speditamente verso un percorso virtuoso.
  Sottolineando l'importanza del fattore crescita, rileva come purtroppo su di esso incidano pesantemente anche fattori esogeni, mentre, per quanto riguarda i fattori endogeni, imputa il gap rispetto ai Paesi più virtuosi dell'Eurozona alle rigidità del nostro sistema produttivo e ad inefficienze dell'apparato della pubblica amministrazione. Ritiene quindi necessario l'incremento degli investimenti pubblici e privati e le misure volte all'aumento della produttività e all'elasticità del mercato del lavoro rafforzando le misure già avviate nella scorsa legge di stabilità. In conclusione, concordando con il relatore sull'occasione mancata di un dibattito più ampio sul merito dell'impostazione della Nota di aggiornamento, esprime un giudizio sostanzialmente positivo sul medesimo documento.

  Carlo DELL'ARINGA (PD) non condivide affatto quanto affermato da alcuni deputati della Commissione, riguardo alla opportunità di spingersi oltre nel deficit, fino addirittura al 3 per cento rispetto al PIL. Ritiene infatti che ciò sarebbe molto complicato considerando l'attuale livello del rapporto debito-PIL, anche in considerazione delle conseguenze deleterie che avrebbe sui mercati finanziari in termini di innalzamento dello spread dei tassi di interessi sui titoli di Stato.
  Esprime quindi condivisione per l'impianto della Nota di aggiornamento e della manovra che il Governo si accinge a predisporre, dati i margini molto stretti, apprezzando in particolare le misure redistributive di notevole efficacia e ed impatto a livello socio-economico.
  Poiché i problemi della bassa crescita e del pesante debito pubblico si trascinano da decenni, considera irrealistico e dannoso l'eventuale tentativo, come prospettato da alcuni interventi dell'opposizione, di risolverli in breve tempo, poiché, data la loro complessità, tali problemi sono affrontabili solo nel medio-lungo termine, in maniera quindi graduale. Ricorda al riguardo l'esperienza in Germania del Governo Schröder, che con «Agenda 2010» ha attuato riforme impopolari nel breve termine ma che hanno esplicato appieno i propri effetti positivi solo dopo alcuni anni.
  Invita quindi a considerare che il rapido peggiorare della congiuntura internazionale ha determinato lo stravolgimento delle previsioni di crescita per il prossimo anno, per cui si sono determinate discrepanze anche non trascurabili, maggiori comunque rispetto al passato, nelle stime dei differenti previsori.
  Se a ciò si aggiunge che i negoziati con le istituzioni europee per i margini di flessibilità sono stati molto complessi, si comprende che si sono determinate circostanze eccezionali, che hanno potuto condurre ad una discrepanza nella stima dei dati macroeconomici. Da qui può essere scaturita la mancata validazione del quadro programmatico per il 2017 da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio, dal momento che tale istituto fa valutazioni di carattere prettamente tecnico, mentre il Governo si deve muovere in un quadro più ampio anche nell'ambito dell'interlocuzione con le istituzioni europee.
  Se peraltro la mancata validazione del quadro programmatico, anziché costituire un evento eccezionale, dovesse ripetersi in futuro, ciò potrebbe essere il sintomo di un difetto della procedura adottata che dovrebbe essere in qualche modo ripensata.

  Giulio MARCON (SI-SEL) ricorda che nell'audizione di ieri il Ministro dell'economia e delle finanze non aveva sostanzialmente chiarito a cosa corrispondesse, nel documento distribuito nell'ambito del suo intervento, la cifra di oltre 7 miliardi di ulteriori coperture. Al riguardo fa presente che il Sole 24 Ore di oggi riporta una notizia relativa a un possibile ulteriore margine di deficit chiesto alle istituzioni europee pari esattamente alla predetta cifra. Chiede quindi se si tratti della medesima misura.

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  La sottosegretaria Paola DE MICHELI fa presente di non essere in grado di fornire elementi ulteriori rispetto a quelli già resi dal Ministro dell'economia e delle finanze nella seduta di ieri.

  Francesco BOCCIA, presidente, ritiene non necessario introdurre ulteriori modifiche alla vigente disciplina contabile, peraltro recentemente riformata, giacché per rendere coerente il quadro programmatico della Nota di aggiornamento del DEF con quello contenuto nel progetto di documento programmatico di bilancio, basterebbe anticipare di qualche giorno i contenuti della manovra in modo da poter fondare anche le previsioni programmatiche contenute nella Nota di aggiornamento su elementi certi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, deputato Fanucci, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul documento in esame.

  La seduta termina alle 15.40.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 12 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Paola De Micheli.

  La seduta comincia alle 15.40.

Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica.
Nuovo testo C. 2305 e abb.
(Parere alla IX Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 28 settembre 2016.

  Francesco BOCCIA, presidente, ricorda che nella seduta precedente la Commissione bilancio ha deliberato la trasmissione di una relazione tecnica sul provvedimento, ai sensi dell'articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009.

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI avverte che non risulta ancora pervenuta da parte del competente Ministero la relazione tecnica richiesta, che dovrà essere successivamente oggetto di verifica ad opera della Ragioneria generale dello Stato. Nel ritenere che i predetti elementi informativi potrebbero pertanto rendersi disponibili non prima di una settimana a decorrere dalla giornata odierna, chiede un rinvio dell'esame del provvedimento.

  Paola BRAGANTINI (PD), relatrice, preso atto delle informazioni testé rese dalla rappresentante del Governo, conviene circa la necessità di rinviare ad altra seduta l'esame del provvedimento in titolo.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che, poiché la relazione tecnica – alla luce di quanto testé emerso – non sarà disponibile alla data dell'avvio della discussione del provvedimento in Assemblea, già calendarizzato per lunedì prossimo, sarà sua cura indirizzare una lettera al presidente della IX Commissione, competente nel merito, con la quale rappresentare l'opportunità di valutare l'eventuale richiesta alla Presidenza della Camera di un differimento della discussione del provvedimento medesimo in Assemblea, in modo da consentire alla Commissione bilancio di esprimere il proprio parere alla Commissione di merito e non direttamente all'Assemblea. Non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 12 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Paola De Micheli.

  La seduta comincia alle 15.45.

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Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2016, concernente acquisizione di una prima tranche di veicoli «Blindo Centauro 2» e del relativo supporto logistico.
Atto n. 339.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Esame ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e conclusione – Valutazione favorevole).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI), relatore, informa che il Ministro della difesa, in data 27 settembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del decreto legislativo n. 66 del 2010 (Codice dell'ordinamento militare) la richiesta di parere parlamentare in ordine al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. SDM 01/2016, relativo all'Acquisizione di una prima tranche di veicoli Blindo Centauro 2 e relativo supporto logistico. Segnala che, secondo quanto riferisce la scheda illustrativa allegata alla richiesta di parere parlamentare, il programma si riferisce all'acquisizione di una prima tranche costituita da 11 veicoli preserie e 39 veicoli di serie della «Blindo Centauro 2» e del relativo supporto logistico integrato decennale per le unità dell'Esercito Italiano. Lo scopo del programma è di dotare l'Esercito Italiano di piattaforme idonee ad operare nell'ambito delle «Brigate Medie» digitalizzate e caratterizzate dagli stessi standard tecnologici, capacitivi e di supporto logistico del Veicolo Blindato Medio (VBM) 8x8 «Freccia». L'esigenza, collocata nel più ampio quadro del progetto «Forza NEC» che ha come pilastro la creazione delle «Forze Medie», nasce dalla necessità di conferire allo Strumento Militare Terrestre la capacità di impiegare le forze terrestri con più elevati livelli di mobilità, sopravvivenza e protezione rispetto alle forze leggere, così come una più grande celerità di dispiegamento rispetto a quelle pesanti. L'avvio della suddetta fase rappresenta la prosecuzione naturale del programma, capitalizzando di fatto la fase di sviluppo industriale, avviata nel 2011 ed autorizzata con Decreto Ministeriale SMD 01/2011.
  Evidenzia che la relazione dello Stato maggiore della difesa indica che la durata complessiva del programma in esame è di 8 anni a partire dal 2016 e che il costo complessivo del programma è stimato in circa 530 milioni di euro, con il seguente andamento temporale di massima: 1 milione di euro per il 2016, 10,3 milioni di euro per il 2017, 69 milioni di euro per il 2018, 50 milioni di euro per il 2019, 80 milioni di euro per il 2020, 99,7 milioni di euro per il 2021, 140 milioni di euro per il 2022 e 80 milioni di euro per il 2023. Per quanto riguarda le risorse utilizzate a copertura, segnala che per la copertura dell'importo di 160 milioni di euro per gli anni dal 2016 al 2021 – di cui 1 milione di euro per il 2016, 10,3 milioni di euro per il 2017, 69 milioni di euro per il 2018, 30 milioni di euro per il 2019, 30 milioni di euro per il 2020 e 19,7 milioni di euro per il 2021 – saranno utilizzate le risorse recate dalla Tabella E della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015), per le finalità di cui alla legge n. 266 del 2005. Con riferimento a tale modalità di copertura, ritiene opportuno che il Governo confermi che l'utilizzo delle indicate risorse non pregiudichi la realizzazione di altri interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle predette dotazioni. Osserva che la relazione prevede inoltre che per la copertura dell'importo di 370 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2023 – di cui 20 milioni di euro per il 2019, 50 milioni di euro per il 2020, 80 milioni di euro per il 2021, 140 milioni di euro per il 2022 e 80 milioni di euro per il 2023 – si provvederà a valere sulle risorse iscritte nella Missione 1 «Difesa e sicurezza del territorio», Programma 6 «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari» dello stato di previsione del Ministero della difesa, che si renderanno disponibili a seguito della preventiva rimodulazione/revisione di altre spese. Rileva che, in ogni Pag. 66caso, il programma sarà modulato in modo tale da renderlo compatibile con le risorse complessivamente disponibili, anche mediante una sua parziale attuazione e/o con una ridefinizione dei tempi di attuazione. Segnala inoltre che, qualora ricorrano le condizioni programmatiche ed economico finanziarie, il programma potrà essere completato anche con le risorse che sarà possibile reperire da successivi provvedimenti normativi.

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI assicura che l'utilizzo, a copertura dell'onere relativo al programma in oggetto, delle risorse recate dalla Tabella E della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015), per le finalità di cui alla legge n. 266 del 2005, non pregiudica la realizzazione di altri interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle predette dotazioni.

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
   esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2016, concernente acquisizione di una prima tranche di veicoli «Blindo Centauro 2» e del relativo supporto logistico (atto n. 339);
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che l'utilizzo, a copertura dell'onere relativo al programma in oggetto, delle risorse recate dalla Tabella E della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015), per le finalità di cui alla legge n. 266 del 2005, non pregiudica la realizzazione di altri interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle predette dotazioni,

VALUTA FAVOREVOLMENTE
  lo schema di decreto ministeriale».

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2016, concernente studio, progettazione e qualifica del futuro «Elicottero da esplorazione e scorta» e relativo supporto logistico iniziale.
Atto n. 340.
(Rilievi alla IV Commissione).
(Esame ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto.

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI), relatore, informa che il Ministro della difesa, in data 27 settembre 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 3, lettera b), del decreto legislativo n. 66 del 2010 (Codice dell'ordinamento militare) la richiesta di parere parlamentare in ordine al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento n. SDM 02/2016, recante Studio, progettazione e qualifica del futuro Elicottero da esplorazione e scorta e relativo supporto logistico iniziale. Osserva che, in merito ai contenuti specifici del programma, la relazione dello Stato maggiore della difesa allegata allo schema di decreto e parte integrante del medesimo evidenzia che obiettivo fondamentale del presente programma è quello di sviluppare ed acquisire una piattaforma da esplorazione e scorta con maggiori prestazioni in termini di sopravvivenza, capacità di ingaggio, connettività digitalizzata, autonomia e proiettabilità, consentendo performance incrementate rispetto a quelle attualmente fornite dagli elicotteri Agusta Westland AW-129 in servizio nell'Esercito Italiano, nonché una adeguata capacità di simulazione di volo e di missione. Rammenta che tali ultimi velivoli, data la loro non recente introduzione in servizio, Pag. 67esprimono ormai un limitato potenziale di evoluzione e sono affetti da crescente obsolescenza e che, in tale quadro, se ne prevede la progressiva dismissione a decorrere dal 2020. Evidenzia che la citata relazione dello Stato maggiore della difesa indica la durata complessiva del programma in un periodo di 10 anni decorrenti, presumibilmente, a partire dal 2016, e che essa specifica altresì, al paragrafo 5 denominato «Costo», che l'onere complessivo del programma risulta stimato in 487,06 milioni di euro, articolati – ai sensi del successivo paragrafo 6 – sulla base del seguente profilo temporale di massima: 5,56 milioni di euro per il 2016, 15,20 milioni di euro per il 2017, 46 milioni di euro per il 2018, 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, 50,3 milioni di euro per il 2021, 70 milioni di euro per ciascuno degli anni compresi nel triennio 2022-2024 e 80 milioni di euro per il 2025. Rileva che al medesimo paragrafo «Costo» viene inoltre chiarito che il suddetto onere previsionale del programma graverà sui pertinenti capitoli di investimento del Ministero dello sviluppo economico nell'ambito delle risorse recate dalla Tabella E della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015), per le finalità di cui alla legge n. 266 del 2005, fermo rimanendo che il programma sarà in ogni caso modulato in modo tale da renderlo compatibile con le risorse complessivamente disponibili, anche mediante una sua parziale attuazione e/o ridefinizione dei tempi di attuazione. In merito ai profili di copertura finanziaria, ritiene in primo luogo opportuno che il Governo confermi che l'utilizzo delle indicate risorse non sia suscettibile di pregiudicare la realizzazione di altri interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle predette dotazioni. In secondo luogo, segnala che la formulazione del citato paragrafo 5 denominato «Costo» non appare conforme a quanto contenuto nel «considerato» di cui alle premesse dello schema di decreto in esame, laddove viene affermato che il programma in titolo impiega, per il primo triennio, le citate risorse recate dalla Tabella E della legge di stabilità per il 2016 mentre «per gli anni successivi si provvederà a valere sulle risorse iscritte nella Missione «Difesa e sicurezza del territorio», Programma «Pianificazione generale delle Forze Armate e approvvigionamenti militari» dello stato di previsione del Ministero della difesa». Circa le ragioni della difformità testé illustrata reputa pertanto necessario acquisire un chiarimento da parte del Governo, anche al fine di eventualmente integrare l'attuale formulazione del paragrafo 5 in commento, in modo tale da renderla pienamente corrispondente a quanto riportato nelle premesse dello schema di decreto interministeriale. Ciò posto, giudica altresì utile acquisire l'avviso del Governo in merito all'opportunità di apportare una ulteriore integrazione al predetto paragrafo 5 denominato «Costo», al fine di prevedere – in linea peraltro con quanto recato da precedenti atti del Governo vertenti su analoga materia – che «qualora ricorrano le condizioni programmatiche ed economico finanziarie, il programma potrà essere completato anche con le risorse che sarà possibile reperire da successivi provvedimenti normativi».

  La sottosegretaria Paola DE MICHELI si riserva di fornire i chiarimenti richiesti dal relatore.

  Francesco BOCCIA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 15.55.