CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 13 settembre 2016
691.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 13 settembre 2016. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 14.

Disciplina della contribuzione studentesca per le università statali e le istituzioni statali di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
C. 2386 Ghizzoni e C. 1159 Vacca.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta C. 3997 Pannarale).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 luglio 2016.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, ricorda che in data 19 luglio 2016 l'Assemblea ha rinviato alla Commissione l'atto Camera 1159 Vacca. Rammenta altresì che nella seduta del 26 luglio 2016 essa è stata abbinata all'atto Camera 2386 Ghizzoni. Comunica a tal riguardo che è stata assegnata alla Commissione l'ulteriore proposta di legge C. 3997 Pannarale ed altri, che verte su identica materia delle proposte di legge già in esame. Ne dispone pertanto l'abbinamento ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del Regolamento. Il Comitato ristretto sarà convocato la prossima settimana.

  La Commissione prende atto.

Variazione della composizione della Commissione.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica che ha cessato di fare parte della Commissione il deputato Carlo Galli.

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Comunicazioni del Presidente.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, comunica che è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali il parere sull'atto del Governo n. 328 sulla dirigenza pubblica. Il contenuto del relativo schema di decreto legislativo reca rilevanti aspetti di competenza della Commissione cultura. Se non vi sono obiezioni, chiederà alla Presidente della Camera che la VII Commissione possa esprimere rilievi ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del Regolamento.
  (Così rimane stabilito).

  La seduta termina alle 14.10.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 13 settembre 2016. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI.

  La seduta comincia alle 14.10.

Disposizioni concernenti la comunicazione e la diffusione delle competenze di base necessarie per la gestione del risparmio privato nonché istituzione di un'Agenzia nazionale per la loro promozione.
Nuovo testo C. 3666 Bernardo e abb.

(Parere alla VI Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Maria Grazia ROCCHI (PD), relatrice, illustra il nuovo testo sottolineando che il suo fine principale è di fornire una risposta concreta, in termini di sinergia di azioni e strumenti sistematici, alla scarsa alfabetizzazione finanziaria della popolazione italiana. Le perdite sofferte dai risparmiatori italiani durante la crisi finanziaria e le recenti vicende legate al dissesto di diversi istituti di credito hanno riportato la questione della tutela dei risparmiatori al centro del dibattito politico del Paese, partendo proprio dalla necessità di avviare una pluralità azioni coordinate, concrete, efficaci e sistematiche di valenza informativa e formativa riguardanti il finanziamento al consumo e l'impiego del risparmio in prodotti finanziari ed assicurativi, azioni destinate sia alla popolazione adulta che a quella scolastica. Diverse indagini internazionali condotte sui livelli di conoscenza dei prodotti finanziari da parte delle popolazioni hanno messo in luce come il fenomeno delle lacune informative e nella competenza sulla capacità di gestione del risparmio privato veda l'Italia in posizioni molto arretrate rispetto alle maggiori economie internazionali.
  Un'indagine sulla Financial Literacy di Standard & Poor's, condotta nel 2014, ha evidenziato che in Italia la percentuale di adulti con un adeguato livello di cultura finanziaria si attesta soltanto tra il 35 per cento e il 44 per cento: ovvero un livello tra i più bassi dell'Unione Europea e paragonabile a quello di paesi emergenti come Sud Africa e Brasile. Il raffronto con i paesi del Centro e del Nord Europa è imbarazzante: circa il 70 per cento degli adulti tedeschi, olandesi o svedesi hanno un adeguato livello di cultura finanziaria. Nell'Unione europea, l'Italia viene superata anche della Grecia (45 per cento) e solo Portogallo, Bulgaria, Romania e Cipro presentano percentuali più basse di adulti con adeguata cultura finanziaria. Entrando nel dettaglio dei dati, l'Italia manifesta ulteriori fenomeni di «ignoranza finanziaria», più sottili, ma non meno preoccupanti. Tra gli adulti con un mutuo acceso per l'acquisto di una casa, solo la metà ha un'adeguata cultura finanziaria, a differenza di Canada e Stati Uniti dove più del 70 per cento degli adulti con un mutuo ha una cultura finanziaria soddisfacente. Analoghi risultanti erano emersi già da un'indagine PISA (Programme for International Student Assessment) del 2012 sull'alfabetizzazione finanziaria», espressione con la quale si definisce la conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi Pag. 49finanziari unite alle competenze, alla motivazione e alla fiducia in se stessi, da utilizzare al fine di prendere decisioni efficaci in un insieme di contesti finanziari e consentire una partecipazione consapevole alla vita economica. In particolare, detta indagine si è focalizzata sull'acquisizione, da parte degli studenti quindicenni, del bagaglio di conoscenze e di competenze finanziarie necessario per la transizione dalla scuola all'istruzione superiore, al mondo del lavoro o dell'imprenditoria. Nel complesso, gli studenti italiani ottengono risultati in materia di alfabetizzazione finanziaria inferiori a quanto ci si potrebbe aspettare in base al loro livello di competenze in lettura e matematica. Gli studenti italiani hanno rivelato una minore esperienza in materia di prodotti e servizi finanziari rispetto agli studenti degli altri Paesi dell'OCSE che hanno partecipato alla valutazione. Ciò significa che la maturazione di competenze matematiche e dei principali strumenti di calcolo non compensa la mancanza di informazioni sulla pluralità di strumenti finanziari ed assicurativi e sui loro gradi di redditività, rischiosità e liquidabilità.
  Nel dettaglio, il provvedimento ha la finalità di garantire, organizzare, monitorare una serie di azioni sinergiche e sistematiche – curate da soggetti pubblici e privati ai quali sono istituzionalmente affidate la comunicazione e la diffusione di informazioni –, atte a favorire l'acquisizione delle competenze di base per la gestione consapevole del risparmio, non soltanto per gli studenti (ovvero la fascia giovane della popolazione), ma anche per gli adulti di ogni età.
  Le iniziative di formazione richiamate dal provvedimento investono diversi profili di competenza della Commissione cultura. In particolare, l'articolo 1-bis, nel delegare il Governo ad adottare un programma che definisca una «strategia nazionale per l'educazione finanziaria», prevede che vengano definite le modalità con cui le iniziative di educazione finanziaria possono entrare in sinergia con le attività proprie del sistema nazionale dell'istruzione (comma 2, lettera a)). Su questo punto, al comma 7, punto (d), dell'articolo unico della legge n. 107 del 2015, è esplicitato tra gli obiettivi «il potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria.
  È inoltre prevista la promozione di misure innovative per accrescere la conoscenza e l'acquisizione delle competenze da parte dei cittadini anche attraverso la predisposizione e la sperimentazione di strumenti di carattere divulgativo utilizzabili in diversi contesti, quali scuole, università, centri di formazione, web e reti radiotelevisive (comma 2, lettera c)). L'articolo 2 istituisce, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, un Comitato nazionale per la diffusione dell'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale e ne definisce i compiti. L'articolo 3-bis dispone in materia di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale per i giovani e per gli adulti. In particolare, in accordo con il Tavolo Paritetico Economia e Legalità del MIUR, vengono definiti i compiti del Comitato in relazione alle iniziative scolastiche dirette ai giovani e a quelle info-educative dirette agli adulti. Quanto alle prime, il Comitato deve sviluppare le linee guida per l'insegnamento dell'educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale per gli studenti, secondo un approccio di curricolo verticale da veicolare attraverso l'insegnamento, individuando altresì modelli e azioni di formazione degli insegnanti, anche attraverso l'uso di tecnologie on line. Con riferimento alle seconde, il Comitato svilupperà linee guida di educazione finanziaria per gli adulti, diversificate in ragione delle esigenze dei destinatari, da rivolgere prioritariamente ai soggetti maggiormente a rischio di esclusione finanziaria e sociale o che si trovino in condizioni economiche svantaggiate.
  L'educazione finanziaria di base, ben diversa dall'ampio apparato formativo dei professionisti di settore, dovrà costituire lo strumento di diffusione dei principi di base che consentano un comportamento da consumatori consapevoli, in occasione delle scelte che sempre più spesso la Pag. 50quotidianità ci pone di fronte: dal dilemma del tasso fisso o variabile per la scelta di un mutuo, alla decisione su come e dove impiegare la liquidità eccedente i consumi, fino alla comparazione di prestazioni e di rapporti costi/rischi degli prodotti offerti dal mercato.
  Allo stato attuale, in Italia, non esiste un organo indipendente preposto specificamente alla tutela dei risparmiatori. Oggi, la tutela dei risparmiatori viene prevalentemente promossa in maniera congiunta da Consob e Banca d'Italia che, nell'ambito dei loro rispettivi mandati di vigilanza del mercato azionario e del sistema bancario, perseguono la trasparenza dei contratti e la correttezza nelle relazioni tra intermediari finanziari e clienti e promuovono iniziative per l'educazione finanziaria dei risparmiatori.
  La Banca d'Italia, in particolare, ha emanato disposizioni su «Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari (Provvedimento del 9 febbraio 2011): le previsioni definiscono standard minimi e generali di redazione dei documenti informativi predisposti per la clientela (struttura dei documenti, informazioni essenziali da fornire, scelte lessicali, standardizzazione di alcune tipologie di contratti più diffusi) e introducono per gli intermediari bancari e finanziari, anche per la commercializzazione dei servizi bancari tradizionali, obblighi di natura organizzativa, ovvero di controllo per il rispetto della disciplina di trasparenza e la correttezza nei rapporti con l'utenza. Le disposizioni di trasparenza si applicano all'acquisto di prodotti bancari e finanziari tradizionali (ad es. conti correnti e altre forme di deposito, finanziamenti, strumenti di pagamento) e in ogni fase del rapporto tra intermediario e cliente.
  Dette previsioni costituiscono uno strumento utile ma sicuramente non esaustivo a garanzia di una corretta informazione. La crescente complessità dei prodotti bancari, finanziari e assicurativi nonché il loro elevato grado di differenziazione deve essere necessariamente accompagnata da una capacità di orientamento delle scelte in materia di gestione del risparmio, di impiego delle risorse liquide disponibili e di comprensione delle diverse tipologie di servizi offerte dagli intermediari. Infatti, nessuna norma a tutela della clientela può essere considerata veramente efficace se gli utenti non hanno gli strumenti per effettuare scelte razionali e consapevoli. Per questo diventa di cruciale importanza migliorare il modo in cui vengono prese le decisioni finanziarie e aumentare la comprensione dei rischi inerenti alle diverse operazioni; ciò è necessario per garantire ai cittadini l'effettivo esercizio delle libertà individuali attraverso la rimozione degli ostacoli alla partecipazione all'organizzazione economica e sociale del paese, in coerenza con la nostra Carta costituzionale. Preannuncia quindi l'intenzione di proporre un parere favorevole sul provvedimento.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica.
Nuovo testo C. 2305 Decaro e abb.
(Parere alla IX Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Maria Valentina VEZZALI (Misto), relatrice, illustra il provvedimento. Sottolinea che la materia è già regolamentata dalla legge n. 366 del 1998 – detta legge Galletti dal nome del deputato della XIII legislatura che ne propugnò l'approvazione – che, però, pur avendo colto un'esigenza, nel tempo ha perso di incisività.
  La proposta attuale introduce una visione nazionale della percorribilità ciclistica, anche definendola infrastruttura strategica nazionale e, per recuperare almeno in parte il gap rispetto agli altri Paesi europei, prevede di dotare la mobilità ciclopedonale di un sistema organico Pag. 51di finanziamenti (europei, nazionali, regionali e privati) affinché si possa finalmente realizzare una rete integrata di percorsi ciclabili, denominata «Bicitalia».
  Essa richiederebbe minori emissioni inquinanti, minor traffico e riduzione dell'inquinamento acustico; introdurrebbe una vera e propria cultura della mobilità ecosostenibile che fino ad oggi il nostro Paese non ha mai avuto (uno fra i pochi in Europa a presentare ancora questa carenza), non essendo ancora dotato di un Piano nazionale per la mobilità ciclistica.
  Il tema richiama quello già affrontato dalla Commissione Cultura, nella seduta del 21 luglio scorso, nel corso dell'esame in sede consultiva del provvedimento sulla realizzazione di una rete nazionale per la mobilità dolce. In quell'occasione era stato osservato come l'organizzazione attuale dei trasporti sia caratterizzata nel nostro Paese dalla predominanza del traffico su strada, basato sull'uso prevalente di mezzi privati, con conseguenti effetti negativi sul piano economico, ambientale e sociale.
  La legge n. 366 del 1998 affida alle regioni il compito di redigere i piani regionali, l'individuazione delle priorità e il riparto dei finanziamenti per la mobilità ciclistica e la realizzazione di reti e percorsi ciclabili integrati, ma non ha previsto un coordinamento nazionale, né una verifica di queste attività. Questo provvedimento chiede che si costituisca, presso il Ministero per le Infrastrutture e i trasporti, una direzione generale per la mobilità ciclistica che funga da cabina di regia per tutte le attività connesse alla progettazione, realizzazione, finanziamento, rispetto degli obiettivi, ecc. L'attuale proposta lascia inalterato l'impianto della legge n. 366 del 1998, ma ne ampia il contesto, auspicando un sistema nazionale di competenze che integri quelle dei vari livelli territoriali e ne colmi le lacune. Prevede un'estensione dei percorsi ciclabili e stabilisce che in tre anni (il piano è triennale) ne vengano realizzati almeno 20 mila in una linea ideale che va da Nord a Sud e da Est a Ovest, interconnessa con le ciclabili già esistenti negli Stati confinanti e, quindi, integrata alla rete ciclabile transeuropeaVelo.
  L'interesse della Commissione cultura risiede nel fatto che il Piano prevede percorsi che oltre a toccare siti di interesse naturalistico (aree parco, lungofiumi, aree protette, ippovie, ecc.) denominate Greenway, passino attraverso aree di interesse storico, culturale e turistico ed introduce al riguardo anche la formazione dei giovani. Prevede infatti che la Direzione Generale per la mobilità ciclistica (da istituire presso il Ministero delle Infrastrutture e trasporti) promuova l'educazione dei giovani all'uso della bicicletta anche mediante apposite iniziative di formazione, organizzate in collaborazione con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Tale formazione deve consentire l'apprendimento dei benefici e dei vantaggi apportati dall'uso della bicicletta negli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro, in alternativa all'uso delle automobili e dei servizi pubblici. Il progetto di legge prevede inoltre la predisposizione di aree di sosta per le biciclette, in prossimità di istituti scolastici e atenei nonché attività di promozione ed educazione alla mobilità sostenibile e azioni finalizzate a migliorare la sicurezza dei ciclisti e a contrastare il furto delle stesse.
  Al Ministero delle infrastrutture e trasporti è richiesta ogni anno una relazione da presentare al Parlamento sullo stato di attuazione sia della presente proposta che della legge n. 366 del 1998.
  Il progetto può essere considerato molto ambizioso poiché prevede la creazione di una effettiva intermodalità e si prefigge di intercettare un potenziale turistico in crescita che già muove in Europa 10 milioni di persone, soprattutto tedeschi (con 35 milioni di ciclo-escursionisti e 6 milioni di cicloturisti). Turisti che, per ora, trascorrono almeno una notte in hotel e che si muovono prevalentemente in treno per raggiungere i luoghi di vacanza. Va da se che, se la rete ciclopedonale dovesse raggiungere le città d'arte, i capoluoghi, i siti di interesse culturale, si potrebbe incrementare notevolmente il numero di Pag. 52visitatori e, soprattutto, di stranieri provenienti in prevalenza dal Nord Europa.
  La rete nazionale di percorribilità ciclistica è già prevista nella delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE nel 2001). La proposta di legge prevede, a decorrere dall'anno 2016, un finanziamento pari al 2 per cento degli stanziamenti del fondo da ripartire per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese, di cui all'articolo 202, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e risorse provenienti da programmi operativi finanziati dai Fondi strutturali dell'Unione europea, nonché risorse individuate dalle regioni e dagli enti locali a valere sui propri bilanci. Inoltre, possono concorrere alla realizzazione degli obiettivi di questa proposta anche proventi di sponsorizzazioni da parte di soggetti privati, lasciti e donazioni libere.
  Si augura che la Commissione voglia considerare positivamente questa proposta, ritenendo utile la promozione della cultura della mobilità ecosostenibile anche nel nostro Paese, visto che i dati ISFORT (istituto di formazione e ricerca per i trasporti) rendono noto che l'automobile è utilizzata dall'83 per cento degli italiani, anche se il 60 per cento degli spostamenti non supera distanze di 5 km; il 40 per cento si ferma entro i 2 km e il 15 per cento non va oltre 1 km, e che nella maggior parte dei casi, il veicolo viaggia con il solo conducente e per una media di due ore al giorno. Per il resto del tempo l'auto resta parcheggiata occupando suolo pubblico che potrebbe essere utilizzato a scopi sociali. Gli incidenti stradali costano alla collettività (dati ISTAT) una cifra vicina a 28 miliardi di euro per anno. E se si percorrono 500 km, un'auto brucia 100 mila litri di ossigeno pari al fabbisogno annuo di ossigeno di un adulto.
  Nella formulazione del parere si riserva di tener conto delle osservazioni che emergeranno in sede di dibattito.

  Gianluca VACCA (M5S), riservandosi di intervenire successivamente nel merito del provvedimento, invita i colleghi della Commissione ad una riflessione sull'opportunità che venga ripetutamente richiesta alla scuola una responsabilità formativa anche in settori che non dovrebbero rientrare nella sfera dell'ordinaria istruzione e che sono invece lo specchio di carenze e mancanze di natura sociale che la scuola non dovrebbe essere chiamata a colmare.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.