CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 luglio 2016
681.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 128

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 27 luglio 2016. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. — Intervengono la sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali, Ilaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua, ed il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 13.30.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2015.
C. 3973 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2016.
C. 3974 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 3: Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 7: Stato di previsione del Ministero dell'istruzione, università e ricerca per l'anno finanziario 2016.

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Tabella n. 8: Stato di previsione del Ministero dell'interno per l'anno finanziario 2016 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 13: Stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'anno finanziario 2016.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori è garantita dal circuito chiuso.

  Umberto D'OTTAVIO (PD), relatore, illustra i disegni di legge di rendiconto 2015 e di assestamento 2016, relativamente alle parti di competenza della Commissione. Partendo dal rendiconto, fa presente che le previsioni definitive 2015 relative al MIUR risultano in aumento rispetto alle previsioni iniziali: in particolare, per gli stanziamenti in conto competenza si passa da euro 52.605,6 milioni a euro 53.277,5 milioni (assorbiti per il 95,1 per cento dalla spesa corrente), mentre per gli stanziamenti di cassa si passa da euro 52.605,6 milioni a euro 55.411,6 milioni. La consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a euro 3.372,1 milioni. I pagamenti sono stati pari a euro 53.622,3 milioni. L'incidenza percentuale delle risorse per istruzione, università e ricerca sul bilancio dello Stato passa dall'8,7 per cento del rendiconto 2014 all'8,8 per cento.
  Osservando l'andamento delle risorse per competenza assegnate al MIUR nel corso del triennio 2013-2015, si nota un aumento delle stesse nel 2015 rispetto al 2014, pari a +0,9 per cento, mentre nel 2014 si era registrata una flessione pari a –0,4 per cento rispetto al 2013. In particolare, nel 2015 si registra, rispetto al 2014, un incremento delle previsioni definitive di competenza sia relative alla spesa corrente (+0,7 per cento) – a fronte di un più lieve aumento registrato dalla stessa voce nel 2014 rispetto all'anno precedente (+0,2 per cento) –, sia relative alla spesa in conto capitale (+3,6 per cento) e al rimborso delle passività finanziarie (+12,1 per cento), a fronte di diminuzioni registrate in corrispondenza delle stesse voci nel 2014 rispetto all'anno precedente (rispettivamente, –10,8 per cento e –48,3 per cento).
  Analizzando l'andamento degli stanziamenti definitivi di competenza delle missioni del MIUR nel triennio 2013-2015, si rileva che, nell'ambito della missione «Istruzione scolastica» – cui è destinato l'80,9 per cento della dotazione del Ministero –, il programma «Istruzione secondaria di secondo grado» assorbe per il 2015 il 32,8 per cento delle risorse, seguito da «Istruzione primaria» (30,1 per cento), «Istruzione secondaria di primo grado» (21,3 per cento) e «Istruzione prescolastica» (12,1 per cento). Al programma «Istituzioni scolastiche non statali» va l'1,1 per cento delle risorse. La somma dei programmi di minore importo costituisce il 2,6 per cento del totale.
  Nella sua Relazione, la Corte dei conti sottolinea l'andamento in crescita dei redditi da lavoro dipendente riconducibile, in gran parte, alla missione «Istruzione scolastica». Hanno concorso a tale andamento, da un lato, la difficile tenuta dei risultati di contenimento della spesa realizzati in attuazione dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 e delle successive misure di razionalizzazione, dall'altro, le assunzioni di più di 86.000 docenti per l'anno scolastico 2015/2016, a seguito della legge n. 107 del 2015, che hanno determinato eccedenze di spesa per oltre 269 milioni di euro. È risultato in crescita anche l'andamento dei consumi intermedi, nel cui ambito la quota più consistente, ascrivibile sempre alla missione «Istruzione scolastica», si è concentrata sul Fondo per il funzionamento al quale nel 2015 sono stati destinati, fra l'altro, euro 368 milioni provenienti dai risparmi di spesa conseguenti all'attuazione della stessa legge n. 107 del 2015. Sotto il profilo economico, consistente appare, anche nel 2015, l'ammontare dei Pag. 130residui passivi riferiti alle spese correnti. La situazione debitoria degli uffici centrali e periferici del MIUR ammonta a circa euro 21,4 milioni. Rilevante appare anche l'esposizione debitoria nei confronti della Tesoreria dello Stato, pari a euro 43,6 milioni, in forte crescita rispetto all'esercizio precedente. La parte più cospicua dei debiti rimasti insoluti attiene a quelli provenienti da spese per liti.
  Con riferimento alle politiche declinate in missioni e programmi, la Corte sottolinea l'ambiziosa revisione del sistema di istruzione prevista dalla stessa legge n. 107 del 2015, con riferimento, anzitutto, alle nomine in ruolo per l'anno scolastico 2015/2016 e al nuovo concorso, nonché alla conseguente riduzione di circa due terzi delle graduatorie ad esaurimento e di circa il 60 per cento del personale docente con incarico annuale. Sottolinea, inoltre, la nuova dinamicità degli interventi di edilizia scolastica – anche con l'adozione di una programmazione nazionale e la riattivazione dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica –, gli interventi in materia di innovazione digitale della scuola, l'avvio dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, gli interventi per una maggiore qualità dell'offerta formativa, finalizzati a ridurre il tasso di abbandoni scolastici. Importante appare anche la messa a regime del sistema nazionale di valutazione della scuola.
  Relativamente al sistema universitario, evidenzia che continua a diminuire il Fondo di finanziamento ordinario, nonostante con la legge di stabilità siano state stanziate risorse per ampliare i limiti del turn-over, incentivare le chiamate di docenti esterni, garantire l'assunzione di giovani ricercatori. Infatti, l'ammontare registrato negli ultimi due esercizi, seppure in crescita rispetto al 2013, risente, fra l'altro, degli effetti derivanti dal decreto-legge n. 69 del 2013 che, a decorrere dal 2014, ha compreso nel FFO voci di finanziamento assegnate in passato al di fuori dello stesso con altre modalità e tempistiche. Apprezza, tuttavia, l'introduzione del costo standard per studente in corso come parametro di riferimento per l'attribuzione del 25 per cento del FFO e l'incremento al 20 per cento della quota premiale. Inoltre, la Corte ribadisce il ritardo nel completamento del quadro normativo in materia di diritto allo studio con riguardo, anzitutto, a quanto previsto dal decreto legislativo n. 68 del 2012, essendosi interrotto l’iter per l'approvazione della disciplina applicativa a seguito della mancata intesa in sede di Conferenza Stato-regioni. Evidenzia, inoltre, che nell'anno accademico 2014-2015 la percentuale di soddisfazione fra studenti idonei e studenti beneficiari di borsa di studio è risultata pari al 73,9 per cento (a fronte del 74,3 per cento dell'anno accademico 2013/2014) e che, in mancanza della definizione di costi e fabbisogni standard, elevata si mantiene anche la sperequazione tra le regioni. Sottolinea, inoltre, ancora una volta che occorre riflettere sull'interesse a costituire la Fondazione per il merito, atteso che le relative risorse continuano ad essere destinate ad obiettivi di natura diversa. Significativo appare il progressivo esaurimento delle risorse per l'edilizia universitaria che ha determinato, anche nel 2015, il ricorso al FFO per questa finalità. Con riferimento all'offerta formativa, la Corte – evidenziato che il numero dei corsi si è nettamente ridotto, passando dai 5.587 dell'anno accademico 2008-2009 a 4.586 – sottolinea che gli attuali indici di accreditamento presentano coefficienti destinati ad irrigidirsi progressivamente che, alla luce del mantenimento di politiche restrittive del turn-over, rischiano di contrarre ulteriormente i corsi attivati, ovvero di estendere il numero chiuso per limitare l'accesso all'università.
  Con riferimento al sistema AFAM, la Corte evidenzia la mancanza di una specifica regolamentazione sugli standard dei corsi, sulle strutture, sul reclutamento dei docenti e sottolinea che occorrerebbe assicurare alle istituzioni una governance in linea con quella universitaria. Per quanto concerne gli ordinamenti didattici, continuano a mancare gli ordinamenti nazionali relativi ai corsi di diploma accademico di secondo livello, essendo questi Pag. 131ultimi autorizzati a funzionare solo in via sperimentale. Inoltre, la mancata ricostituzione del CNAM ha determinato una sospensione delle attività di riordino dell'offerta formativa, riavviate solo a seguito della costituzione presso il MIUR di una Commissione che, nelle more, svolge le valutazioni tecniche relative agli ordinamenti didattici. La Corte evidenzia anche che, data l'equipollenza fra i titoli rilasciati dalle istituzioni AFAM e quelli universitari, occorrerebbe un efficace processo di valutazione esterna, analogamente a quanto previsto per le università. Riveste carattere di urgenza anche una riflessione sui titoli post laurea, sulla ricerca e sulla produzione artistica.
  Relativamente al settore della ricerca, la Corte, ribadendo che occorre la definizione e l'avvio di un governo unico del processo, e quindi una maggiore coesione delle relative politiche, segnala l'approvazione del nuovo PNR e un significativo processo di semplificazione e incentivazione degli investimenti volto ad allineare i programmi nazionali alle politiche europee. Sottolinea, peraltro, la perdurante problematicità del sistema di finanziamento, in relazione alla progressiva riduzione dei finanziamenti statali che, unita al ritardo nella ripartizione delle risorse, non ha consentito l'avvio di nuovi progetti, ma solo la gestione di progetti approvati negli anni precedenti. Critica risulta anche, nel 2015, la gestione delle risorse del PON Ricerca e Competitività 2007-2013: infatti, a fronte del completamento della fase di programmazione, le percentuale di realizzazione si ferma al 64 per cento anche a seguito della procedura di interruzione dei pagamenti comunicata dai Servizi della Commissione nel maggio 2015, in relazione alla quale l'autorità di gestione sta completando le azioni correttive necessarie per sbloccare la procedura. Con riferimento, infine, alla partecipazione al programma Horizon 2020, l'analisi dei progetti presentati e dei contratti stipulati ha evidenziato un elevato numero di proposte presentate da soggetti italiani, delle quali tuttavia solo un numero limitato accede al finanziamento. L'attenzione della Commissione europea si concentra, infatti, sui progetti afferenti a settori in cui l'Italia ha maturato una più significativa esperienza (in particolare, manifatturiero avanzato, materiali avanzati, tecnologie spaziali), mentre la parte più critica riguarda l'eccellenza scientifica e la ricerca fondamentale, a causa di fattori organizzativi dei principali soggetti proponenti, ossia università ed enti di ricerca.
  Anche lo stato di previsione del MIBACT ha registrato un incremento nel corso del 2015. In particolare, per gli stanziamenti di competenza si è passati da euro 1.563,1 milioni a euro 1.681,2 milioni (assorbiti per il 79,7 per cento dalla spesa corrente), mentre per quelli di cassa da euro 1.568,3 milioni a euro 1.841,7 milioni. La consistenza dei residui alla fine dell'esercizio è pari a euro 414,6 milioni. I pagamenti sono stati pari a euro 1.691,0 milioni. L'incidenza percentuale delle risorse per i beni e le attività culturali sul bilancio dello Stato nel rendiconto 2015 è pari allo 0,3 per cento, rimanendo invariata rispetto al rendiconto 2014. L'andamento delle risorse per competenza assegnate al MIBACT nel corso del triennio 2013-2015 presenta una diminuzione delle stesse nel 2015 rispetto al 2014 (–13,4 per cento), a fronte di un incremento registrato nel 2014 rispetto al 2013 (+14,7 per cento), sostanzialmente derivante dal trasferimento al Ministero delle competenze in materia di turismo. In particolare, nel 2015 sono diminuite la spesa corrente (–10,7 per cento) e la spesa in conto capitale (–25,2 per cento), mentre la voce relativa al rimborso delle passività finanziarie è aumentata (+4,6 per cento). Per l'andamento degli stanziamenti definitivi di competenza delle missioni del MIBACT nel triennio 2013-2015 vi rimando sempre alla documentazione. Nel 2015 alla missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici è destinato il 94,7 per cento degli stanziamenti definitivi di competenza. In tale ambito, le risorse del programma per la tutela e la valorizzazione dello spettacolo assorbono il 31,2 per cento del totale, seguite da quelle dei programmi per la valorizzazione Pag. 132del patrimonio culturale e coordinamento del sistema museale (15,9 per cento), per la tutela del patrimonio culturale (12,4 per cento), per la tutela delle belle arti e la tutela e valorizzazione del paesaggio (12,0 per cento), per la tutela dei beni archeologici (9,2 per cento), per la tutela e valorizzazione dei beni archivistici (9,0 per cento) e per la tutela e valorizzazione dei beni librari e la promozione e il sostegno del libro e dell'editoria (8,7 per cento). Il resto dei programmi rappresenta complessivamente l'1,6 per cento del totale della missione. Nella sua Relazione, la Corte dei conti sottolinea che le priorità politiche e gli obiettivi strategici del MIBACT per il 2015 rispondono all'esigenza di garantire la tutela e la competitività del patrimonio culturale, mantenendo peraltro alta l'attenzione sull'evoluzione dei costi e delle spese, nonché sulla qualità dei servizi culturali da rendere alla collettività. Coerente con tale ruolo appare la nuova organizzazione del Ministero che non risponde solo a esigenze di contenimento della spesa, ma ha ridisegnato l'impianto in modo fortemente innovativo. In tale ambito, di particolare rilievo appaiono le modifiche ordinamentali al sistema museale, in particolare con il riconoscimento dell'autonomia amministrativa e contabile ai musei aventi rilevanza nazionale. A tale sforzo, tuttavia, non sono seguiti, nel 2015, interventi decisi anche da un punto di vista finanziario. Infatti, gli stanziamenti definitivi registrano una consistente flessione rispetto al 2014, cui corrisponde una pari diminuzione degli impegni di competenza, in particolare nell'ambito della missione «Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali». Incide sull'ammontare delle risorse destinate al settore, da un lato, l'andamento in flessione dei fondi straordinari assegnati al Ministero (in particolare, i proventi del gioco del lotto e l'indisponibilità di risorse provenienti dal 3 per cento degli stanziamenti previsti per il Fondo infrastrutture stradali e ferroviarie; per converso, significative sono risultate le entrate da erogazioni liberali e quelle relative all'ART-BONUS), dall'altro le politiche di contenimento della spesa adottate per tutte le pubbliche amministrazioni. Conseguentemente, con le risorse destinate alla tutela, il Ministero ha spesso potuto far fronte solo a interventi di emergenza. Una solo parziale compensazione di questo andamento deriva dalle risorse stanziate con la legge di stabilità 2015 – in particolare quelle destinate al Piano strategico Grandi progetti beni culturali, che rappresenta un importante strumento di programmazione, e quelle destinate, dal 2016, al Fondo per la tutela del patrimonio culturale. Tra le misure poste in essere nel 2015, la Corte evidenzia la maggiore dinamicità degli interventi relativi al Grande Progetto Pompei, la nomina con procedura pubblica internazionale di 20 direttori dei musei statali dotati di autonomia speciale, l'istituzione di un Tavolo permanente MIBACT – ANCI per la cultura e il turismo, le modifiche apportate alle politiche tariffarie dei musei e l'avvio di un processo volto a predisporre standard di funzionamento e sviluppo degli stessi in linea con quelli europei. Significativi sono anche gli interventi finanziati nell'ambito del programma «Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo»: in particolare, rilevante appare l'utilizzo delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo sulla base dei nuovi criteri introdotti con il decreto ministeriale 1o luglio 2014, che hanno determinato una concentrazione degli investimenti su iniziative di maggiore qualità e dimensione, uno stimolo all'integrazione tra imprese del settore, un aumento dei contributi per oltre tre quarti dei soggetti finanziati, a fronte di una contenuta flessione del numero dei soggetti per i quali il contributo diminuisce. L'analisi economica del bilancio del MIBACT suggerisce, al pari del precedente esercizio, un attento esame dei programmi di spesa, attesa la rilevanza della quota di risorse assorbita dalle spese di funzionamento. In particolare, la spesa per i redditi da lavoro dipendente e per i consumi intermedi, pur in flessione, continua a rappresentare più del 52 per cento degli impegni. L'ammontare dei residui passivi segna una leggera diminuzione rispetto al precedente esercizio. Pag. 133La Corte sottolinea, inoltre, il peso dei debiti fuori bilancio, accertati in circa euro 4,1 milioni – quasi interamente riferiti alle utenze di pertinenza dei musei e dei poli museali – che si affiancano ai 3,4 milioni di debiti fuori bilancio del 2013, ancora da ripianare. Particolarmente consistente risulta anche l'esposizione debitoria verso la tesoreria, che si attesta a euro 17,3 milioni. Situazione, questa, che merita particolare attenzione in relazione all'incremento del contenzioso e alla problematica dei pignoramenti, che colpiscono le contabilità speciali degli Istituti.
  Con riferimento al programma «Sostegno all'editoria», iscritto nell'ambito dello stato di previsione del MEF, gli stanziamenti dei capitoli di interesse della VII Commissione passano da euro 215,9 milioni sia in conto competenza che in conto cassa a euro 224,0 milioni, sempre sia in conto competenza che in conto cassa.
  Relativamente al programma «Ricerca di base e applicata», anch'esso iscritto nello stato di previsione del MEF, gli stanziamenti dei capitoli di interesse passano da euro 119,1 milioni sia in conto competenza che in conto cassa a euro 204,3 milioni, sempre sia in conto competenza che in conto cassa. Sempre nel medesimo stato di previsione del MEF, il capitolo di interesse iscritto nel programma «Sostegno all'istruzione», che reca le somme da utilizzare per il sostegno all'istruzione attraverso il finanziamento alle regioni e alle province autonome per l'assegnazione di borse di studio, passa da 14,4 milioni sia in conto competenza che in conto cassa, a euro 15,2 milioni per le autorizzazioni di cassa (rimanendo invariata la competenza).
  Per quanto riguarda il programma «Attività ricreative e sport», anch'esso iscritto nello stato di previsione del MEF, gli stanziamenti di interesse passano da euro 625,3 milioni sia in conto competenza che in conto cassa a euro 632,9 milioni per gli stanziamenti di competenza ed euro 642,0 milioni per le autorizzazioni di cassa. Con riferimento al programma «Servizi di comunicazione elettronica e radiodiffusione», iscritto nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico, lo stanziamento dei capitoli relativi al servizio di trasmissione radiofonica delle sedute parlamentari, ai contributi alle emittenti radiofoniche e televisive in ambito locale e al Fondo per la diffusione di servizi di media audiovisivi in ambito locale passa da euro 53,5 milioni sia in conto competenza che in conto cassa a euro 87,1 milioni per stanziamenti di competenza e a euro 127,4 milioni per le autorizzazioni di cassa.
  Infine, nello stato di previsione del Ministero dell'interno sono allocate le somme occorrenti per garantire le gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni, per le quali lo stanziamento, pari a euro 111,2 milioni sia in conto competenza che in conto cassa, non registra variazioni.
  Passando al disegno di legge di assestamento, ricorda che lo stato di previsione del MIUR per l'esercizio 2016 reca previsioni iniziali di spesa pari a euro 55.046,1 milioni in conto competenza e a euro 55.760,5 milioni in conto cassa. La consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2016 era pari a euro 3.455,2 milioni. Le previsioni iniziali sono state in parte già modificate, nel periodo gennaio-maggio 2016, in forza di atti amministrativi. In particolare, si è registrato un aumento delle dotazioni di competenza pari a euro 463,4 milioni, e delle dotazioni di cassa, pari a euro 564,9 milioni. A dette variazioni si aggiungono quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le quali comportano – all'esito della somma di variazioni di segno positivo e negativo – un aumento di euro 0,1 milioni delle previsioni di competenza e di euro 282,5 milioni delle autorizzazioni di cassa. Le previsioni definitive sono dunque pari euro 55.509,6 milioni in conto competenza e a euro 56.608,0 milioni in conto cassa. Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano – all'esito della somma di variazioni di segno positivo e negativo – un decremento di euro 16,milioni, che deriva dalla necessità di adeguare Pag. 134i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto 2015. Pertanto, il dato assestato è pari euro 3.439,1 milioni.
  Evidenzia che le principali variazioni in conto competenza rispetto alle previsioni iniziali di bilancio riguardano la Missione Istruzione scolastica (+ euro 442,3 milioni) con riferimento alla quale si registra, in particolare, un incremento relativamente ai programmi: Istruzione secondaria di II grado (+ euro 193,8 milioni); Istruzione primaria (+ euro 128,5 milioni); Istruzione secondaria di I grado (+ euro 83,6 milioni). Si registrano variazioni positive anche per quanto concerne la Missione Istruzione universitaria (+ euro 10,8 milioni), la Missione Ricerca e innovazione (+ euro 10,7 milioni) e la Missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (+ euro 5,7). Variazioni negative, invece, sono attribuibili alla Missione Fondi da ripartire (- euro 6,0 milioni). Alla medesima Missione Istruzione scolastica sono attribuibili anche le principali variazioni in conto cassa (+ euro 714,2 milioni), dovute principalmente all'incremento registrato per i programmi Istruzione secondaria di II grado (+ euro 218,1 milioni), Programmazione e coordinamento dell'istruzione scolastica (+ euro 177,7 milioni), Istruzione primaria (+ euro 151,4 milioni) e Istruzione secondaria di I grado (+ euro 95,9 milioni). Variazioni positive importanti intervengono anche nell'ambito della Missione Ricerca e innovazione (+ euro 124,6 milioni). Ulteriori variazioni positive riguardano la Missione Istruzione universitaria (+ euro 10,4 milioni), e la Missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (+ euro 4,2 milioni). Variazioni negative, invece, sono attribuibili sempre alla Missione Fondi da ripartire (– euro 6,0 milioni). Più in particolare, nell'ambito della Missione Istruzione scolastica, si evidenzia che gli stanziamenti relativi al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche (non registrano variazioni in conto competenza, mentre subiscono un incremento di euro 49,7 milioni in conto cassa, risultando complessivamente pari a euro 886,2 milioni in conto competenza e a euro 1.068,9 in conto cassa. Con riguardo alla Missione Istruzione universitaria, in particolare, le dotazioni del Fondo per il finanziamento ordinario delle università subiscono un decremento per – euro 1,9 milioni sia in conto competenza sia in conto cassa, risultando pari a euro 6.919,4 milioni in conto competenza e a euro 7.119,4 milioni in conto cassa.
  Nell'ambito della Missione Ricerca e innovazione, il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca subisce un decremento per – euro 6 milioni in conto competenza e un aumento in conto cassa di euro 44 milioni, risultando pari a euro 1.713,3 milioni in conto competenza e a euro 1.863,3 milioni in conto cassa. Le risorse destinate al Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica registrano variazioni in aumento sia in conto competenza (euro 8,4 milioni) sia in conto cassa (euro 5,4 milioni) risultando pari a euro 67,2 milioni in conto competenza e a euro 184,2 milioni in conto cassa.
  Per quanto concerne il MIBACT, lo stato di previsione iniziale per l'esercizio 2016 reca previsioni di spesa in conto competenza per complessivi euro 2.128,4 milioni e in conto cassa per complessivi euro 2.345,3 milioni. La consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2016 è pari a euro 336,6 milioni. Le variazioni intervenute in forza di atti amministrativi nel periodo gennaio-maggio 2016 hanno comportato un incremento delle dotazioni di competenza pari a euro 28,1 milioni e di quelle di cassa pari a euro 31,6 milioni. A dette variazioni si aggiungono quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, le quali comportano – all'esito della somma di variazioni di segno positivo e negativo – una diminuzione di euro –0,1 milioni delle previsioni di competenza e un aumento di euro 5,0 milioni delle autorizzazioni di cassa. Pertanto, le previsioni assestate sono pari a euro 2.156,4 in conto competenza e a euro 2.381,8 in conto cassa. Per quanto riguarda i residui, le variazioni proposte comportano un incremento di euro 81,4 milioni. Pertanto, il dato assestato è pari a euro 418,0 milioni.Pag. 135
  Rimandando sempre alla documentazione per il confronto tra le previsioni iniziali e le previsioni assestate per il 2016 con riferimento ai singoli programmi, evidenzia che la principale variazione di segno positivo rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, sia in conto competenza sia in conto cassa, riguarda – all'esito della somma di variazioni di segno positivo e negativo – la Missione Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali e paesaggistici (+ euro 23,6 milioni in conto competenza e + euro 27,6 milioni in conto cassa) per la quale, in particolare, si registra un incremento relativamente ai programmi: Tutela dei beni archeologici (+ euro 21,8 milioni e + euro 22,6 milioni); Sostegno, valorizzazione e tutela del settore dello spettacolo (+ euro 15,6 milioni e + euro 14,0 milioni); Valorizzazione del patrimonio culturale e coordinamento del sistema museale (+ euro 10,8 milioni in competenza e + euro 21,9 milioni in conto cassa); Tutela del patrimonio culturale (+ euro 5,5 milioni e + euro 1,7 milioni). Una forte diminuzione degli stanziamenti riguarda, invece, il programma Tutela delle belle arti e tutela e valorizzazione del paesaggio (– euro 29,2 milioni e – euro 28,5 milioni). Più in particolare, le previsioni assestate relative al Fondo unico dello spettacolo registrano variazioni positive rispetto alle previsioni iniziali sia in competenza (+ euro 22,9 milioni), sia in conto cassa (+ euro 14,6 milioni). In base alle previsioni assestate, pertanto, la consistenza del Fondo è pari a euro 429,7 milioni in conto competenza e a euro 499,7 milioni in conto cassa. Si registrano variazioni positive anche per quanto concerne la Missione Turismo (+ euro 4,5 milioni in conto competenza e + euro 10,0 milioni in conto cassa). Variazioni negative sono riscontrabili, invece, per la Missione Fondi da ripartire (– euro 1,3 milioni sia in conto competenza che in conto cassa). Variazioni di segno opposto si registrano con riguardo alla Missione Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche (+ euro 0,3 milioni in conto competenza e – euro 2,2 milioni in conto cassa). Per quanto concerne, infine, il confronto tra le previsioni iniziali e le previsioni assestate per il 2016 con riferimento ai singoli programmi degli stati di previsione di MEF, Ministero dello sviluppo economico, Ministero dell'interno, per i capitoli di interesse della Commissione Cultura, rinvia alle tabelle presenti nella documentazione predisposta dagli uffici.

  La sottosegretaria Ilaria Carla Anna BORLETTI DELL'ACQUA sottolinea l'incremento dei fondi dello stato di previsione del MIBACT, ritenendolo tuttavia insufficiente, considerate le numerose finalità cui le risorse sono destinate. Assicura che è in atto ogni possibile sforzo per aumentare la dotazione finanziaria del Ministero. L'ammontare dei residui alla fine dell'esercizio è irrisoria e confida in un suo incremento.

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI, pone l'accento sull'aumento dell'incidenza percentuale sul bilancio dello Stato delle risorse per istruzione, università e ricerca che passa dall'8,7 per cento del rendiconto 2014 all'8,8 per cento. Si dichiara preoccupato in relazione al dato sui contenziosi emerso dal rendiconto 2015 che pesa fortemente sull'ammontare della situazione debitoria del MIUR.

  Gianluca VACCA (M5S) apprezza la relazione appena illustrata che, pur presentando informazioni di carattere molto tecnico, lascia emergere anche profili di tipo politico che non possono essere trascurati: l'abbondanza di risorse promesse e sbandierate da Governo e maggioranza viene di fatto smentita dai documenti che analizzano la spesa dello Stato. Gli incrementi cui ha accennato il Sottosegretario Toccafondi non sono affatto rassicuranti: devono anzi preoccupare per la loro magra consistenza che viene resa evidente leggendo i dati contenuti nella relazione della Corte dei conti. Con riferimento al rendiconto 2015 del MIUR, rileva che il miliardo di euro messo in bilancio per «la buona scuola» è praticamente scomparso: la spesa per le assunzioni è stata effettuata Pag. 136sopprimendo le spese relative ad altre voci di parte corrente, mentre resta critica la situazione relativa al pagamento delle supplenze per il periodo settembre-dicembre 2015. È evidente che le risorse per il comparto nella sostanza non sono salite: anzi, al netto della spese per le assunzioni nella scuola, diminuiscono addirittura, restando praticamente identiche a quelle relative all'anno finanziario 2013. Il dato relativo ai debiti per liti spinge a domandarsi come mai gli interventi legislativi di questo Governo sfocino così spesso in contenziosi giudiziari.
  Quanto alla voce «università e ricerca» evidenzia che l'ammontare del FFO diminuisce ancora perché aumentano altre voci finanziate con le risorse del fondo, tra le quali la percentuale di quota premiale. Sempre riferendosi alle osservazioni formulate dalla Corte dei conti, sottolinea il dato relativo alla percentuale (quasi il 30 per cento) degli studenti che non potrà accedere alle borse di studio pur risultando idoneo, la carenza di risorse per l'edilizia universitaria – anch'esse poste a carico del FFO a danno di altre finalità cui lo stesso sarebbe preordinato –, nonché la contrazione del numero di corsi attivati a causa delle politiche restrittive del turn-over.
  Quanto alle AFAM, evidenzia diversi profili critici legati alla mancanza di una regolamentazione nazionale sugli standard dei corsi nonché di ordinamenti didattici nazionali.
  Osserva che sulla ricerca le considerazioni della Corte si fanno pesantissime: riguardano, in particolare, la progressiva riduzione dei finanziamenti statali e il ritardo nella ripartizione delle risorse. Sottolinea che rimane critica anche la situazione relativa sia alla gestione dei fondi PON Ricerca e Competitività 2007-2013 sia alla partecipazione al programma Horizon 2020 che vede un accesso al finanziamento di un numero esiguo di progetti italiani.
  Con riferimento allo stato di previsione del MIBACT, osserva che dall'analisi dei dati contenuti nel rendiconto emerge un taglio del 13,4 per cento rispetto al 2014 delle relative risorse, ovvero una riduzione di circa 250 milioni di euro su un bilancio complessivo di circa 1 miliardo e 700 milioni cui contribuiscono significativamente le entrate derivanti da erogazioni liberali e dagli incentivi fiscali quali l'ART BONUS.
  Sui capitoli di bilancio del MEF, fa presente che gli stanziamenti di interesse della Commissione contengono risorse pari a circa 224 milioni di euro per l'editoria e a 80 milioni in favore dell'Istituto italiano di tecnologia di Genova.
  Con riferimento all'assestamento 2016, fa notare che la situazione, pur cambiando rispetto al 2015 in considerazione di un incremento delle risorse assegnate al MIUR e al MIBACT, ritiene che si sia ben lontani dal messaggi ammannito dal Governo e sottolinea ancora una volta che le risorse per le assunzioni nel comparto scuola sono state in parte reperite comprimendo gli stanziamenti di bilancio di altri comparti.

  Manuela GHIZZONI (PD) premette che i dati forniti dalla Corte dei conti, utilissimi per l'attività della Commissione, devono essere interpretati. È perplessa soprattutto relativamente ai dati riguardanti l'università, dove è evidente che le cose non vanno bene. Richiama l'attenzione del Governo sulle università come istituzioni appartenenti alla pubblica amministrazione per le quali diventa sempre più necessario un miglioramento di tutto il sistema. Non condivide l'apprezzamento dei giudici della Corte per l'introduzione del costo standard, quale strumento di eguaglianza, perché non può esserci eguaglianza se non c’è perequazione. L'attribuzione delle risorse del FFO non può essere effettuata senza tenere conto delle situazioni di disagio. Ritiene che siano state stanziate molte risorse sulla ricerca, ma poche sulla didattica e condivide le considerazioni del collega Vacca sull'edilizia universitaria. Afferma che dovrebbero essere modificate sia le modalità di accreditamento degli atenei, sia le disposizioni relative al blocco del turn-over. Quanto al diritto allo studio, ritiene che la Pag. 137sua attuazione dovrebbe essere completata anche in termini di offerta formativa e i relativi fondi dovrebbero essere stabilizzati e superare almeno i 100 milioni di euro. Per far questo è necessario intervenire modificando il decreto legislativo n. 68 del 2012 e i decreti di riparto delle risorse.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di interviene, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.20.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 27 luglio 2016. — Presidenza della presidente Flavia PICCOLI NARDELLI. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Gabriele Toccafondi.

  La seduta comincia alle 14.20.

7-01038 Pannarale: Sulla proroga del termine entro il quale devono essere posseduti i titoli e i requisiti ai fini dell'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento per il personale docente iscritto con riserva.
(Discussione e rinvio).

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, domanda all'onorevole Pannarale se intenda illustrare la risoluzione a sua firma.

  Annalisa PANNARALE (SI-SEL) illustra la sua risoluzione precisando che il tempo intercorso dalla sua presentazione richiederebbe non più semplicemente una proroga del termine fissato per il possesso dei titoli e dei requisiti, quanto una sua riapertura.

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI ricorda che il MIUR fissa annualmente il termine entro il quale i docenti, già inclusi con riserva nelle GAE in attesa del conseguimento del titolo, devono acquisire l'abilitazione ai fini dello scioglimento della riserva; viene altresì stabilito il termine entro il quale i docenti iscritti nelle GAE devono possedere i requisiti per beneficiare della riserva dei posti; e poi, ancora, il termine entro il quale i docenti già iscritti nelle GAE devono conseguire il titolo di specializzazione sul sostegno. Per l'anno scolastico 2016/2017, con decreto ministeriale n. 495, tale termine è stato fissato alla data dell'8 luglio 2016. Al riguardo, afferma che le complesse operazioni necessarie per assicurare l'avvio dell'anno scolastico non possono ritenersi compatibili con la proposta di proroga e che l'eventuale fissazione di una nuova scadenza comporterebbe la necessità di disporre la riapertura dell'intera procedura di aggiornamento ed il conseguente allungamento dei tempi previsti per la riformulazione delle graduatorie, rendendo così impossibile assicurare le nomine in tempo utile per l'avvio dell'anno scolastico.

  Annalisa PANNARALE (SI-SEL) chiede al Governo di riconsiderare il parere negativo sulla sua risoluzione e di valutare la possibilità di istituire corsi universitari appositi che si concludano entro i termini necessari. Non è congruo porre a carico dei frequentanti le conseguenze di un disguido temporale di cui essi non sono colpevoli.

  Gianluca VACCA (M5S) si associa alla richiesta della collega Pannarale.

  Il sottosegretario Gabriele TOCCAFONDI chiede un rinvio della discussione a domani.

  Flavia PICCOLI NARDELLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, accorda il rinvio.

  La seduta termina alle 14.40.