CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 4 luglio 2016
667.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
Pag. 4

SEDE REFERENTE

  Lunedì 4 luglio 2016. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

Sulla strage di Dacca in Bangladesh

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda le vittime della strage compiuta venerdì scorso da un commando di terroristi jihadisti a Dacca, in Bangladesh, in cui hanno trovato la morte anche nove italiani, ed esprime, a nome proprio e di tutti i componenti delle Commissioni III e IV, sentimenti di cordoglio e di vicinanza alle famiglie delle vittime.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO si associa al presidente Garofani nell'esprimere la vicinanza della Difesa e dell'intero Governo ai familiari degli italiani uccisi nell'attacco jihadista in Bangladesh.

DL 67/2016: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza. Proroga del termine per l'esercizio di delega legislativa.
C. 3953, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La seduta comincia alle 16.

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 giugno 2016.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica, quindi, che il deputato Gianluca Pini ha fatto sapere che il suo Pag. 5gruppo lo ha designato relatore di minoranza per l'esame del provvedimento in Assemblea.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO risponde ai quesiti sollevati nel corso della seduta precedente, facendo presente, con riguardo alla situazione della missione relativa al valico del Rafah, che il personale italiano risulta partecipare fattivamente allo svolgimento dei compiti discendenti dal mandato dell'Unione europea, secondo il quale occorre monitorare, supervisionare e consigliare le forze di polizia dell'Autorità Nazionale Palestinese e di Israele nella gestione e nei controlli delle persone in transito al valico tra il territorio della striscia di Gaza ed il territorio egiziano, mantenendo il medesimo mandato e le stesse funzioni del passato.
  Per quanto attiene, invece, l'invio del personale a protezione della diga di Mosul, segnala che l'emendamento approvato al Senato è volto a incrementare l'autorizzazione di spesa relativa alla partecipazione delle Forze armate alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh, al fine di apprestare le risorse necessarie per il potenziamento graduale del contingente di personale militare da impegnare con compiti di force protection dell'area Mosul, anche in riferimento alle attività di consolidamento della diga ivi localizzata, affidate dal Governo iracheno alla Società Trevi s.p.a. Aggiunge che tale contingente – come evidenziato nella relazione illustrativa che accompagna il decreto-legge – è già presente dal 1o aprile 2016 con circa 100 unità per lo svolgimento delle necessarie attività di ricognizione e pianificazione in sicurezza propedeutiche all'impegno del contingente aggiuntivo ricompreso nell'emendamento proposto.
  Osserva, poi, che come preannunciato dal Ministro della difesa nelle comunicazioni svolte davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera e del Senato in data 8 giugno 2016 si intende ora procedere all'effettivo invio del personale aggiuntivo nel teatro operativo, scaglionato nel tempo, fino al raggiungimento di circa 500 unità entro il mese di ottobre 2016: questo su richiesta della coalizione internazionale e d'intesa con il Governo iracheno, a seguito dell'avvenuto perfezionamento dello scambio di Note verbali, che autorizza l'ingresso e lo stanziamento del contingente italiano nel territorio della Repubblica d'Iraq, con passaporto diplomatico e riconoscimento del relativo status, assicurando l'uso dell'uniforme e il diritto a trasportare armi per la protezione personale dello staff, delle strutture e delle installazioni.
  Per quanto riguarda la Libia, rileva che al momento non sono in corso missioni, mentre, per quanto concerne l'applicazione della disposizione introdotta con l'ultimo decreto-legge di proroga delle missioni, che ha previsto la possibilità di utilizzare corpi speciali delle Forze armate per compiti di intelligence di contrasto, evidenzia che, trattandosi di attività di intelligence, la sede più opportuna dove riferire è il COPASIR.
  Infine, per quanto riguarda lo stanziamento di unità di personale per la missione in Afghanistan, sottolinea come il dato numerico del contingente, già rafforzato nell'ultimo trimestre, sia stato ulteriormente incrementato fino a 950 unità medie per l'anno solare.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P) prende atto che continua la pratica di inviare i militari in Iraq con il passaporto diplomatico. Poiché oramai le unità inviate raggiungono quasi il migliaio, riterrebbe necessario individuare un diverso tipo di copertura.
  Quanto alla domanda relativa al personale inviato a Mosul, precisa che questa era finalizzata a conoscere la tipologia dell'assetto con il quale dovranno operare i nostri militari, ossia se saranno dotati di armamento leggero oppure sia previsto l'utilizzo di mezzi pesanti, e quindi in sostanza nasceva dall'esigenza di capire quali compiti dovranno svolgere gli italiani.
  Infine, con riguardo alle operazioni di intelligence di contrasto, evidenzia che, con la sua richiesta di chiarimenti, non mirava Pag. 6ad acquisire informazioni classificate riservate al COPASIR, ma più semplicemente a conoscere se e come stia funzionando la norma introdotta nel precedente decreto-legge di proroga delle missioni e votata a grande maggioranza in Parlamento.

  Tatiana BASILIO (M5S) chiarisce che nella precedente seduta ha espresso preoccupazione per la possibilità che la riduzione degli stanziamenti per l'Afghanistan implichi una riduzione delle condizioni di sicurezza per il personale impegnato in quel teatro. Ribadisce, in ogni caso, la contrarietà del proprio gruppo alla missione in questione, alla quale ritiene che il nostro Paese non dovrebbe partecipare.

  Elio VITO (FI-PdL), dopo aver preliminarmente ricordato come il suo gruppo abbia sempre assicurato il proprio sostegno ai provvedimenti di proroga e rifinanziamento della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, osserva che nel decreto-legge in esame sono state però introdotte dal Senato alcune modifiche sulle quali è necessario riflettere.
  Prima di venire al merito, si sofferma su alcune considerazioni di metodo, stigmatizzando in primo luogo la straordinaria limitatezza del tempo lasciato alle Commissioni per l'esame del provvedimento in sede referente, solo pochi giorni, e in secondo luogo il grave ritardo con cui il decreto-legge è stato emanato dal Governo. Quanto alla limitatezza del tempo a disposizione delle Commissioni, osserva che questa solo in parte si giustifica con il ritardo accumulato dal Senato nella prima lettura e si augura che la decisione della Conferenza dei Presidenti di gruppo di fissare già in questa settimana la discussione in Aula di un decreto che scade una settimana dopo sia dipesa dalla volontà di permettere alla Camera di modificare il testo prima della conversione. Quanto invece al ritardo nell'emanazione del decreto-legge, ricorda che questo è stato adottato solo a maggio 2016, ad oltre quattro mesi di distanza dalla scadenza della proroga delle missioni disposta dal precedente decreto. Di fatto, quindi, per quattro mesi i militari italiani hanno agito nell'incertezza giuridica, anche se oggi il decreto in esame sana retroattivamente il loro operato, autorizzando la proroga delle missioni dal 1o gennaio 2016.
  Passando al merito del provvedimento, rileva innanzitutto che il Senato ha introdotto nel disegno di legge di conversione del decreto-legge una disposizione che proroga di sei mesi, portandolo da agosto 2016 a febbraio 2017, il termine per l'esercizio della delega per il riordino della pubblica amministrazione disposta dalla legge n. 124 del 2015 (cosiddetta «delega Madia»). Ricorda che la delega riguarda anche il riordino delle carriere delle forze di polizia e che, quando la Camera discusse del disegno di legge Madia, il suo gruppo chiese che, in ragione dell'equiparazione, il riordino delle carriere del personale delle forze armate procedesse di pari passo con quello del personale delle forze di polizia. Il Governo non acconsentì a comprendere nella delega Madia anche il riordino delle carriere per le forze armate, ma una specifica e distinta delega in questo senso fu poi inserita, attraverso una novella, nella legge n. 244 del 2012. Tale ultima delega scade tuttavia a luglio 2017. Ad avviso del suo gruppo, è di fondamentale importanza che il Governo eserciti le due deleghe contemporaneamente, per evitare ingiuste disparità di trattamento tra forze di polizia e forze armate. A parte questo, è necessario che, in sede di predisposizione dei provvedimenti di riordino delle carriere, il Governo svolga un effettivo e reale confronto con le rappresentanze del personale. Infine, esprime l'avviso che il Governo, disponendo a questo punto – per effetto dell'emendamento introdotto dal Senato nel disegno di legge di conversione del decreto in esame – di altri sei mesi per esercitare le deleghe della legge Madia, dovrebbe soprassedere all'emanazione anche del decreto legislativo in materia di assorbimento del Corpo forestale dello Stato, attualmente all'esame delle Commissioni I Pag. 7e IV (atto del Governo n. 306), in modo da poter valutare più attentamente i diversi profili problematici dell'intervento.
  Ricorda poi che il Senato ha approvato un emendamento all'articolo 4, comma 6, volto a sospendere la cessione all'Egitto di materiali di ricambio per velivoli F-16. Premesso di ritenere inappropriato il comportamento del Governo, che, anziché prendere posizione sull'emendamento con un parere netto, si è rimesso ai senatori, rileva che sospendere le forniture di materiali di armamento all'Egitto è un errore politico. Una misura di questo tipo danneggia le relazioni dell'Italia con l'Egitto, che è un partner fondamentale nella lotta contro il terrorismo, e non aiuta in alcun modo a fare luce sul tragico assassinio di Giulio Regeni. Chiarisce, a questo riguardo, che il suo gruppo – come tutte le forze politiche – vuole con forza la verità sul caso Regeni, ma è convinto anche che quest'obiettivo non si raggiunga inasprendo i rapporti con il governo egiziano e che, quindi, sia stato un errore anche ritirare l'ambasciatore. In conclusione, preannuncia che il suo gruppo presenterà un emendamento per ripristinare all'articolo 4, comma 6, il testo del Governo e consentire quindi la cessione di materiali d'armamento all'Egitto.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, con riferimento alle questioni di metodo poste dal deputato Vito, ribadisce quanto detto nella seduta del 30 giugno e nella riunione degli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi lo stesso giorno, ossia che comprende il disagio rappresentato dai colleghi e che la presidenza si è sforzata di assicurare la disponibilità di tutti gli spazi di discussione possibili prima del 6 luglio, per non aggravare l'oggettiva limitazione dei tempi d'esame. Quanto al ritardo nell'emanazione del decreto-legge, rimanda alla spiegazione fornita dal rappresentante del Governo nella stessa seduta del 30 giugno.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P) auspica che la legge quadro sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, che la Camera dovrebbe approvare in questa settimana, possa essere esaminata in tempi brevi dal Senato e definitivamente approvata, in modo da non vanificare l'accelerazione che è stata fatta alla Camera.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO auspica che le risposte del Governo agevolino una più facile lettura del provvedimento. Aggiunge che l'emendamento del Governo all'articolo 2 approvato dal Senato ha inteso rafforzare l'impegno dell'Italia a Mosul, anche al fine di favorire la prestazione di aiuti alla popolazione civile. Ribadisce che, a causa del ritiro del contingente spagnolo, le unità di militari inviate in Afghanistan aumenteranno fino a 950 per garantire le condizioni di sicurezza degli italiani.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.30.