CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 12 aprile 2016
624.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 12 aprile 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.

  La seduta comincia alle 12.45.

Schema di decreto legislativo recante revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190, e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33.
Atto n. 267.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 marzo 2016.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che il termine per l'espressione del parere scadrà il prossimo 17 aprile. Fa presente che nell'ambito dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stata avanzata la richiesta che la Commissione possa disporre di maggior tempo per l'espressione del suddetto parere. Ricorda che il termine di legge per l'esercizio della delega, fissato al 28 febbraio 2016, è stato prorogato di 90 giorni ai sensi dell'articolo 7, comma 2, della legge n. 124 del 2015.
  Chiede, pertanto, al rappresentante del Governo se vi sia la disponibilità ad attendere Pag. 42che il parere della Commissione sia espresso entro la data di mercoledì 20 aprile.

  Il sottosegretario Angelo RUGHETTI, nel sottolineare la volontà del Governo di collaborare con il Parlamento ai fini di ricevere dalle Commissioni competenti un parere completo ed approfondito sullo schema di decreto legislativo, dichiara la disponibilità del Governo ad attendere, per l'espressione del parere medesimo, la data indicata dal Presidente.

  Massimo Enrico BARONI (M5S) fa presente che quando è stata approvata la «legge delega Madia» il suo gruppo era consapevole che si stava dando una delega in bianco al Governo e che sulla trasparenza e sull'anticorruzione le intenzioni non erano affatto buone. Per questo, ricorda che il suo gruppo ha svolto una battaglia in Assemblea con tutte le nostre forze. Ritiene, comunque, che la realtà abbia superato ogni immaginazione con il provvedimento in esame.
  Ritiene che si sia di fronte ad una vera e propria scellerata incursione nei confronti di una delle poche leggi vigenti che, per quanto perfettibile, garantiva un livello di civiltà accettabile e una giusta direzione nella prevenzione della corruzione, attraverso l'istituto della trasparenza. Fa notare che alcune modifiche fanno rabbrividire.
  La prima incursione ritiene sia stata compiuta eliminando il riferimento «agli obblighi di trasparenza» e ciò in contrasto con i principi e i criteri direttivi della legge 6 novembre 2012, n. 190, secondo i quali la trasparenza è assicurata quale livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione.
  Rileva che lo schema di decreto modifica l'ambito soggettivo di applicazione della norma, abrogando l'articolo 11 del decreto legislativo n. 33 del 2013 che pure era stato modificato di recente, dopo i tanti scandali che coinvolsero il mondo delle partecipate.
  La norma vigente prevede l'ambito soggettivo di applicazione senza ambiguità, riferendosi indistintamente sia alle pubbliche amministrazioni indicate dalla legge n. 165 del 2001, sia agli enti di diritto pubblico non territoriali nazionali, regionali o locali, comunque denominati, istituiti, vigilati, finanziati dalla pubblica amministrazione, ovvero i cui amministratori siano da questa nominati, sia alle società partecipate e in controllo pubblico.
  Con l'articolo 2-bis dello schema di decreto, ritiene che si riducano gli enti cui si applica la trasparenza e lo si fa inserendo la «parolina magica» ovvero «in quanto compatibile», distinguendo le amministrazioni pubbliche della legge n. 165 del 2001 da altri enti come ad esempio gli enti pubblici economici, le autorità portuali e gli ordini professionali e le società in controllo pubblico.
  Fa notare che, in riferimento all'articolo 3 dello schema di decreto, come peraltro opportunamente evidenziato anche dal Consiglio di Stato, si inserisce l'estensione esplicita della disciplina «in quanto compatibile» per le autorità portuali e per gli Ordini professionali, atteso che la loro natura di enti pubblici non economici li colloca già nell'ambito delle pubbliche amministrazioni come definite dal decreto legislativo n. 165 del 2001. A suo avviso, è pertanto evidente che tale formula apparentemente inclusiva ha in realtà il surrettizio scopo di escludere parzialmente le autorità portuali e gli ordini professionali dagli obblighi attualmente vigenti per tutti gli enti pubblici non economici; tale surrettizia esclusione, peraltro non contemplata dalla legge delega, viola, a suo avviso, l'articolo 3 della Costituzione.
  Invece di estendere la cultura e il dovere della trasparenza, magari anche alle casse di previdenza, alle fondazioni bancarie, alle fondazioni dei politici e alle cooperative, ritiene che si vada indietro.
  Rileva che l'Anac fece una delibera sugli ordini professionali e il TAR Lazio diede ragione all'autorità affermando, (semmai ce ne fosse ulteriormente bisogno a fronte di fior fiore di sentenze anche di rango costituzionale !) che gli ordini professionali sono «enti pubblici non economici» Pag. 43e come tali rientrano nell'alveo di applicazione del decreto legislativo n. 165 del 2001.
  Ricorda che in Parlamento, fin dall'inizio della legislatura, senatori e presidenti di ordini hanno reiteratamente tentato d'inserire emendamenti o di fare pressioni forti affinché queste norme non trovassero applicazione.
  Ricorda peraltro una proposta emendativa presentata alla Camera con la quale si intendeva promuovere le collaborazioni a titolo gratuito; disposizione in ragione della quale, a suo avviso, hanno trovato accesso alla pubblica amministrazione anche personaggi saliti agli onori delle cronache giudiziarie per vicende poco chiare. Fa notare che tutti conoscono il doppio filo che lega casse previdenziali ed ordini professionali e l'ingente patrimonio immobiliare e mobiliare che li riguarda (oltre 60 miliardi !), soldi che i professionisti versano in virtù di un obbligo di legge e non già un contributo volontario.
  Ritiene che, con una truffa semantica, includendo per escludere, il Governo accontenti le lobby degli ordini professionali e le autorità portuali (tanto care ai petrolieri e agli amici dei petrolieri) compiendo un chiaro eccesso di delega che senz'altro non autorizzava a restringere il campo di applicazione delle norme sulla trasparenza per talune amministrazioni pubbliche che per vivere necessitano di opacità.
  Ricorda che il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, ha avuto modo di dire «che gli davano più problemi gli ordini che...» lamentando o facendo intendere un pressing indebito di queste lobby. Fa notare che il suo gruppo ritiene che esse abbiano effettivamente un potere immenso nel paese e che il Governo abbia ceduto a queste pressioni.
  Ritiene che la parte più bella e, per taluni aspetti, anche rivoluzionaria del decreto legislativo n. 33 del 2013 era ed è (fin tanto che il Governo non la abroghi con questo decreto che definisce scellerato) l'istituto dell'accesso civico che nel «progetto Madia» viene di fatto svuotato. Si abroga l'articolo 5 di quel provvedimento e s'introduce un accesso civico ad «ostacoli» che potrà essere esercitato «nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti.». Potrà essere rivolto «ad un ufficio» non ben identificato e non più al responsabile della trasparenza e con tutte le garanzie per i contro interessati. Praticamente un accesso agli atti. Ma la cosa più sconvolgente, a suo avviso, è che il rilascio di dati in formato elettronico o cartaceo è subordinato soltanto al rimborso del costo sostenuto dall'amministrazione. Decorsi inutilmente trenta giorni dalla richiesta, questa si intende respinta. Ritiene che ciò sia indecoroso, rappresenti una sconfitta, un imbroglio.
  Fa notare che tutti sanno che il problema più rilevante del decreto legislativo n. 33 del 2013 era la pubblicazione dei dati e delle informazioni dei componenti degli organi di indirizzo politico o dei consulenti e collaboratori (articoli 14 e 15 del decreto legislativo n. 33 del 2013). Fa presente che anche lo schema di decreto legislativo in esame è sconvolgente più di quanto si sarebbe potuto pensare. Fa notare che non si parla più di organi d'indirizzo ma dei «titolari di incarichi politici» e l'ambito di applicazione si riduce drasticamente allo Stato, alle regioni e agli enti locali lasciando fuori il mondo intero di tutti gli enti pubblici, delle università, degli ordini professionali, delle partecipate, delle autorità portuali. Ritiene inaccettabile e sconvolgente che, mentre il Presidente del Consiglio Renzi artatamente annuncia licenziamenti in 48 ore dei «fannulloni in mutande», nel frattempo studia la soluzione ottimale per salvaguardare i privilegi dei soggetti in doppiopetto. Fa notare che la corruzione, oggi, è presente soprattutto nel mondo variegato della pubblica amministrazione, e cercare di attenuarne la trasparenza rappresenta una indecenza.
  Ritiene che per i comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti e per gli ordini professionali si ipotizzi un'applicazione semplificata. Rileva che il suo gruppo chiede invece che se le amministrazioni non sono in grado di attuare le Pag. 44leggi dello Stato perché non hanno dipendenti è bene che si accorpino o che si consorzino, per non penalizzare e comprimere i diritti dei cittadini che devono essere ugualmente garantiti in tutto il territorio italiano.
  Fa notare che si sopprimono alcuni obblighi di pubblicazione: i bandi di concorso espletati nel corso dell'ultimo triennio; i provvedimenti finali relativi ai procedimenti di autorizzazione o concessione e ai concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera; i documenti di programmazione anche pluriennale delle opere pubbliche di competenza dell'amministrazione; i tempi medi di erogazione dei servizi; gli schemi di provvedimento relativi a gli atti di governo del territorio, quali, tra gli altri, piani territoriali, piani di coordinamento, piani paesistici, strumenti urbanistici, generali e di attuazione, nonché le loro varianti. Rileva che così si sopprimono anche le poche norme sanzionatorie, come ad esempio il divieto per le amministrazioni di erogare somme alle partecipate che non si adeguino alla trasparenza, osservando che si cancella la responsabilità amministrativa, patrimoniale e contabile del dirigente che non proceda riguardo all'omissione o all'incompletezza della pubblicazione degli atti di concessione delle sovvenzioni, dei contributi, dei sussidi e degli ausili finanziari alle imprese, dei vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati di importo superiore a mille euro. Osserva che su questo schema di decreto il Governo e la maggioranza si giocano la faccia, non con il M5S, ma con i cittadini e con tutte le istituzioni europee e internazionali, a cui, fa notare, il suo gruppo provvederà a segnalare immediatamente quello che si sta attuando sulla trasparenza e sulla prevenzione della corruzione. Invita a fermarsi, finché si è in tempo.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che il gruppo del Movimento 5 Stelle ha preannunciato la presentazione di una proposta di parere alternativo sullo schema di decreto legislativo in esame.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.55.

SEDE REFERENTE

  Martedì 12 aprile 2016. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Interviene la sottosegretaria di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 12.55.

Disposizioni di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
C. 3004 Fontanelli, C. 3147 Lorenzo Guerini, C. 3438 Roberta Agostini, C. 3494 Zampa e C. 3610 D'Alia.

(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento delle proposte di legge nn. 3724 e 3732).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 7 aprile 2016.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che sono state assegnate alla I Commissione la proposta di legge n. 3724 Quaranta ed altri, recante «Disciplina dei partiti politici, in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione» e la proposta di legge n. 3732 Toninelli ed altri, recante «Disposizioni in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici».
  Poiché le suddette proposte di legge vertono sulla stessa materia delle proposte di legge già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.

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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

  Martedì 12 aprile 2016. — Presidenza del presidente Alessandro NACCARATO.

  La seduta comincia alle 13.

Interventi per il settore ittico.
Testo unificato C. 338 Catanoso e abb.

(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizione e osservazione).

  Il Comitato prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 aprile 2016.

  Luigi FAMIGLIETTI (PD), relatore, formula una proposta di parere favorevole con una condizione e un'osservazione (vedi allegato).

  Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 13.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 12 aprile 2016.

  L'ufficio di presidenza si è svolto dalle 13.05 alle 13.10.

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