CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 7 aprile 2016
622.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 184

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 7 aprile 2016. – Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 10.05.

Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2015.
Doc. LXXXVII, n. 4.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, in sostituzione della relatrice Camani, illustra i contenuti della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea relativa all'anno 2015.
  Ricorda che la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII, n. 4), relativa all'anno 2015 è stata presentata dal Governo ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge n. 234 del 2012. In base a tale disposizione, la relazione è trasmessa alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, «al fine di fornire al Parlamento tutti gli elementi conoscitivi necessari per valutare la partecipazione dell'Italia all'Unione europea» nell'anno precedente. A questo scopo, il documento deve indicare gli sviluppi del processo di integrazione europea, con particolare riguardo alle attività del Consiglio europeo e del Consiglio. In sostanza, a differenza della relazione programmatica – che indica le grandi priorità e linee di azione che il Governo intende perseguire a livello europeo nell'anno di riferimento – il documento oggi al nostro esame reca un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari. Si tratta dunque del principale strumento per l'esercizio della funzione di controllo ex post del Parlamento sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea.
  Il documento in esame è articolato in cinque parti.
  La parte prima è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle Pag. 185questioni istituzionale e consta, a sua volta di tre capitoli aventi contenuto eterogeneo. Il primo capitolo illustra brevemente le realizzazioni delle due Presidenze semestrali del Consiglio dell'UE nel 2015 (Lettonia e Lussemburgo); il secondo concerne le questioni istituzionali, con particolare riferimento all'Accordo interistituzionale «Legiferare meglio», al negoziato UE-Regno Unito sul cd. Brexit, alla riforma del Tribunale UE, alla Rule of Law e Adesione dell'UE alla CEDU, nonché ai rapporti con le Istituzioni dell'Unione europea; nel terzo capitolo, intitolato «il coordinamento delle politiche macroeconomiche», si tratta delle questioni riconducibili alle politiche economiche, monetarie, fiscali e di bilancio, al Piano di investimenti per l'Europa (Piano Juncker) e all'Unione bancaria e servizi finanziari.
  La parte seconda illustra l'azione svolta dal Governo nell'ambito delle principali politiche orizzontali e settoriali dell'Unione. Si tratta della parte più rilevante del documento, contenente indicazioni dettagliate relative a questioni specialistiche e tecnicamente complesse, per ciascuna politica o settore di attività dell'Unione.
  La parte terza della Relazione è incentrata sul tema della dimensione esterna dell'Unione europea ed illustra, l'azione governativa in materia di politica estera e di sicurezza comune, nonché in materia di allargamento, politica di vicinato e di collaborazione con paesi terzi.
  La parte quarta, concernente l'attività di comunicazione e formazione sull'attività dell'Unione europea, dà conto delle iniziative assunte in materia di comunicazione sulle attività dell'Unione e illustra le attività svolte dal Governo nella fase di formazione della posizione italiana su progetti di atti dell'UE.
  La parte quinta concerne il coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo al ruolo e alle attività del Comitato interministeriale per gli affari dell'UE (CIAE) e del Comitato Tecnico di Valutazione (CTV), agli adempimenti di natura informativa e accesso agli atti delle Istituzioni dell'Unione europea, al contenzioso dinanzi alla Corte di Giustizia dell'Unione europea, nonché alle misure legislative e non legislative poste in essere da Parlamento e Governo per l'attuazione del diritto dell'UE nell'ordinamento italiano e per la soluzione delle procedure di infrazione.
   La Relazione è accompagnata da cinque allegati, che includono:
   1. l'elenco dei Consigli dell'Unione europea e dei Consigli europei svoltisi nel corso del 2015, con l'indicazione dei temi trattati, delle deliberazioni legislative assunte e delle attività non legislative svolte;
   2. le tabelle riepilogative dei flussi finanziari dell'UE all'Italia nel medesimo anno;
   3. l'elenco delle direttive recepite nel 2015;
   4. i seguiti dati agli atti di indirizzo parlamentare, incluse le risoluzioni approvate dalle Camere prima dei Consigli europei;
   5. un elenco degli acronimi.

  La Relazione reca in linea generale l'indicazione della linea politica di azione seguita dal Governo sui principali dossier esaminati nelle sedi decisionali europee, evidenziandone in diversi casi anche l'evoluzione a fronte di profili di criticità del negoziato. Sono inoltre richiamati gli atti di indirizzo adottati dalla Camera e al Senato con riferimento a specifici progetti o questioni, sebbene non in tutti i casi sia precisato in quale misura essi siano stati tenuti in considerazione nella formazione della posizione italiana, limitandosi ad un generico richiamo alla coerenza della posizione del Governo con le raccomandazioni adottate in sede parlamentare. Sotto questo profilo, si segnala che l'allegato IV della relazione consuntiva per il 2015 presenta due tabelle contenenti gli estremi dei seguiti dati dal Governo agli atti di indirizzo parlamentare, includendo anche le risoluzioni approvate da Senato e Camera prima dei Consigli europei svoltisi nel 2015. Oltre a Pag. 186rendere la relazione più completa delle precedenti (per gli anni 2013 e 2014), ciò agevola la verifica della coerenza complessiva dell'azione europea del Governo con gli orientamenti del Parlamento, in accoglimento di quanto richiesto dalla Camera dei deputati con la risoluzione 6/00151 del 30 giugno 2015.
  Dà conto quindi degli ambiti di competenza della X Commissione.
  Per quanto concerne le politiche per il mercato interno dell'Unione, il Governo riferisce preliminarmente sui documenti strategici di ampio respiro adottati dalla Commissione europea nel corso del 2015. Su ognuno di essi le priorità nazionali sono state elaborate e presentate in occasione della partecipazione del Governo alle consultazioni lanciate dalla Commissione europea. Si tratta, in particolare,
   della Strategia per il mercato unico dei beni e servizi (COM(2015) 550). La Comunicazione sottolinea la necessità di giungere alla creazione di un reale mercato unico dei beni e dei servizi, che ancora presenta troppi ostacoli e restrizioni, in particolare nel settore dei servizi. Si individuano le azioni specifiche da adottare tra il 2016 ed il 2017. Tra le iniziative prospettate, il Governo ritiene prioritarie quelle relative a PMI e start-up. Riferisce quindi degli sforzi prodigati per promuovere l'avanzamento dei dossier in materia di indicazioni geografiche (IIGG) e di sicurezza dei prodotti (cd. «made in»). Si esprimono perplessità sulla diffusione di forme non regolate di professionalizzazione della sharing economy, in virtù del rischio di concorrenza sleale e opacità fiscale;
   della Strategia per il mercato unico digitale (COM(2015) 192), sottolinea l'importanza di una riforma del diritto d'autore che permetta il pieno utilizzo delle possibilità offerte dalle tecnologie digitali. La strategia è finalizzata allo sviluppo di un'economia digitale in grado di espandere i mercati e creare nuova occupazione attraverso il superamento della frammentazione esistente.

  Al fine di dare una prima attuazione alla Strategia per il mercato unico digitale, la Commissione europea ha altresì presentato una serie di comunicazioni:
   la Comunicazione su un quadro normativo più moderno e più europeo sui diritti d'autore, che tenga conto della dichiarazione digitale (COM(2015) 626);
   la proposta di regolamento sulla portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online nel mercato interno COM(2015) 627;
   la Comunicazione sui contratti nel settore digitale per l'Europa (COM(2015) 633);
   la proposta di direttiva sulla fornitura di contenuti digitali (COM(2015) 634);
   la proposta di direttiva relativa a determinati aspetti dei contratti di fornitura di contenuto digitale e sulla vendita a distanza di beni materiali (COM(2015) 635).

  Le Comunicazioni (2015) 192, (2015) 627, (2015) 633, (2015) 634, (2015) 635 sono attualmente all'esame delle Commissioni Trasporti e Attività produttive.
  L'Italia ha espresso il proprio sostegno a misure tese a facilitare il commercio on-line in un quadro giuridico che non consenta discriminazioni geografiche sui prezzi e limiti il fenomeno del geo-blocking (i blocchi e le altre restrizioni di natura geografica che impediscono gli acquisti o l'accesso alle informazioni), definito «un'inaccettabile discriminazione basata sulla territorialità, in contraddizione ai principi di un mercato unico e senza barriere».
  La Relazione fa altresì riferimento alle azioni poste in essere per l'attuazione delle seguenti direttive:
   direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno, rispetto alla quale si è effettuata un'opera di mappatura delle criticità esistenti. In particolare, si è verificata l'operatività degli «Sportelli unici per le attività produttive» (SUAP) e del portale www.impresainungiorno.gov.it;Pag. 187
   direttiva 2013/55/UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali.

  La Relazione illustra inoltre la complessa attività di coordinamento per garantirne il recepimento, avvenuto con decreto legislativo 28 gennaio 2016, n. 15, della direttiva 2005/36/CE, anch'essa relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali. In merito, la relazione dettaglia l'attività condotta dal punto nazionale di contatto incaricato di offrire informazione e assistenza ai cittadini che presentino richiesta di riconoscimento della propria qualifica professionale.
  Per quanto concerne la priorità industriale, si ricorda l'importanza del cd. «pacchetto marchi» (direttiva 2015/2436/UE e regolamento 2015/2424/UE), approvato in una versione coerente con le priorità politiche e strategiche del Governo. Oltre a rendere più accessibile, efficiente e meno oneroso per le imprese il deposito di marchi industriali, il pacchetto istituisce l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo).
  Un compromesso finale è stato anche concordato sulla proposta di direttiva sui segreti commerciali (COM(2013) 813). La relazione evidenzia che il testo lascia un margine di intervento per gli Stati membri, a scapito di standard minimi di protezione equivalenti e vincolanti per tutto il mercato interno. Ne deriva il rischio di un possibile uso strumentale delle eccezioni previste, finalizzato proprio alla divulgazione delle informazioni commerciali riservate.
  Per quanto concerne le politiche in materia di concorrenza, aiuti di Stato e tutela dei consumatori il Governo ha preso parte alla discussione sui seguiti della Comunicazione della Commissione del 9 luglio 2014 (COM(2014) 453 final «Dieci anni di applicazione delle norme antitrust ai sensi del regolamento (CE) n. 1/2003: risultati e prospettive future» nella quale si prefigurano iniziative per rafforzare la cooperazione all’enforcement (all'applicazione delle norme europee in materia di concorrenza) da parte delle Autorità antitrust nazionali. L'obiettivo è intensificare il livello di convergenza tra gli Stati membri, con particolare riferimento alla posizione istituzionale delle Autorità di concorrenza, alle procedure e alle sanzioni vigenti presso gli Stati membri.
  In ordine alla direttiva 2014/104/UE sul risarcimento del danno per violazioni delle disposizioni del diritto della concorrenza degli Stati membri e dell'UE, il Governo ha avviato una serie di analisi e di approfondimenti in vista del suo recepimento entro il 27 dicembre 2016. In particolare, nel mese di gennaio 2015 è stato attivato presso la PCM – Dipartimento per le politiche europee, un Tavolo tecnico (MISE, Giustizia, AGCM) per enucleare le principali direttrici sulla base delle quali avviare la predisposizione dello schema di decreto legislativo di recepimento. La direttiva 2014/104/UE è inserita nell'allegato B della legge di delegazione europea n. 9 luglio 2015, n. 114, la quale reca, all'articolo 2, principi e criteri direttivi di delega specifici per il recepimento della stessa.
  Nel corso del 2015, il Governo ha seguito i lavori preparatori a livello europeo della proposta di revisione del Regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori (Reg. (CE) 27 ottobre 2004 n. 2006/2004), che sarà sottoposta al Consiglio presumibilmente nel corso del primo semestre 2016. Il Governo segnala il ruolo attivo dell'Italia nel procedimento europeo per l'adozione del cd. pacchetto sicurezza/sorveglianza di cui fanno parte:
   la proposta di Regolamento sulla sorveglianza del mercato;
   la proposta di Regolamento sulla sicurezza dei prodotti.

  I negoziati sono in fase di stallo a causa del mancato accordo tra gli Stati membri sull'obbligatorietà dell'indicazione di origine sui prodotti non agricoli, c.d. «Made in» (art. 7 della proposta di Regolamento sicurezza).
  In tema di politiche per l'impresa, il Capitolo 4 della Relazione riferisce in tema di servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali; politiche a carattere industriale; indicazione di origine Pag. 188dei prodotti; micro, piccole e medie imprese; strumenti di misura; servizi assicurativi; normativa tecnica. L'azione a favore della politica industriale si è svolta all'interno del Gruppo di alto livello competitività e crescita del Consiglio. Istituito su iniziativa della Presidenza italiana, il gruppo di alto livello svolge compiti non legislativi nel settore della competitività, occupandosi di monitorare lo stato di integrazione del mercato unico; fornire orientamenti sulle azioni UE in materia di competitività e crescita; promuovere lo scambio di informazioni e le migliori pratiche; assistere il Consiglio «Competitività» nel monitoraggio e nell'integrazione della competitività, specie quella industriale, in tutte le pertinenti iniziative politiche al livello dell'UE (cd. «mainstreaming»). Il Gruppo si riunisce a livello di alti rappresentanti degli Stati membri, con la partecipazione di un rappresentante di alto livello della Commissione. Proprio la realizzazione del «mainstreaming» è stata perseguita nelle riunioni del trio di Presidenza alle quali ha partecipato l'Italia nel corso del 2015. In particolare, l'Italia si è fatta promotrice di un dibattito a livello consiliare sul settore siderurgico europeo all'interno della discussione sulle problematiche delle industrie energivore.
  La Relazione riassume quindi le principali misure di carattere industriale adottate al livello nazionale nel 2015, anche a seguito degli indirizzi forniti dalla X Commissione permanente della Camera dei deputati, con l'approvazione del Doc. XVIII, n. 23, sulle Comunicazioni della Commissione europea «Per una rinascita industriale» e «Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali». Tra le misure adottate si sottolineano, sintesi:
   il finanziamento di un credito agevolato alle PMI per acquisto di beni tecnologici per il periodo 2014-2016;
   l'istituzione di un regime di agevolazione fiscale sui redditi derivanti dalle opere di ingegno assieme ad un credito di imposta del 25 per cento su investimenti incrementali in ricerca e sviluppo nel quinquennio 2015-2019;
   la pubblicazione di un bando del Fondo per la crescita sostenibile, finanziato con 300 milioni di euro per investimenti innovativi, che sostiene progetti di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione.

  In tema di indicazione di origine dei prodotti, il Governo riferisce:
   delle complesse negoziazioni sulla Proposta di regolamento per la sicurezza dei prodotti di consumo (COM(2013) 78) ed in particolare sull'articolo 7 della proposta, sull'indicazione di origine obbligatoria per i prodotti non agricoli. Al fine di superare la situazione di stallo profilatasi in Consiglio, il Governo ha sostenuto l'ipotesi di compromesso proposta dalla Presidenza lettone in base alla quale l'obbligo di indicazione di origine avrebbe potuto essere limitato ad alcuni settori particolarmente sensibili (calzature e ceramica). Gli sforzi italiani sono tesi ad evitare lo stralcio dell'articolo 7;
   dell'attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. A livello europeo hanno avuto luogo discussioni per la definizione delle linee guida per l'attuazione; a livello nazionale è stata predisposta la normativa nazionale di trasposizione.

  Tra le attività svolte a beneficio delle micro, piccole e medie imprese, si cita tra l'altro l'entrata in vigore delle misure relative alla categoria delle «PMI innovative», ammettendole alle agevolazioni già previste per le start-up innovative (articolo 4 del decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3). Questa norma è stata citata dalla Commissione europea come «buona prassi» all'interno del rapporto 2015 Small Business Act – Italia.
  Per quel che concerne la metrologia legale e gli strumenti di misura, l'anno 2015 è stato caratterizzato dai lavori per Pag. 189il recepimento delle direttive 2014/31/UE (strumenti per pesare a funzionamento non automatico) e 2014/32/UE (strumenti di misura). Il termine per il recepimento è il 19 aprile 2016.
  Si segnala che il 19 febbraio 2016 sono stati presentati gli schemi di decreto legislativo per il recepimento delle due direttive:
   atto del Governo n. 272 per la direttiva 2014/31/UE. La 10a Commissione permanente del Senato ha reso in merito parere non ostativo con osservazione il 22 marzo 2016; la X Commissione permanente della Camera dei deputati ha reso parere favorevole il 30 marzo 2016;
   atto del Governo n. 273 per la direttiva 2014/32/UE. La 10a Commissione permanente del Senato ha reso in merito parere non ostativo con osservazioni il 22 marzo 2016; la X Commissione permanente della Camera dei deputati ha reso parere favorevole con osservazioni il 30 marzo 2016.

  In tema di politiche per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e lo spazio la Relazione illustra l'azione del Governo nell'ambito dei programmi di ricerca dell'Unione europea, delle iniziative congiunte, transfrontaliere e internazionali. Si sofferma poi sulle scelte del Governo per il periodo di programmazione nazionale 2014-2020 che verterà su fattori chiave quali governance condivisa, infrastrutture, progetti ad alto impatto e strumenti di finanziamento innovativi. Infine, presenta le politiche italiane nel settore della ricerca aerospaziale, dando risalto alla partecipazione italiana ai processi decisionali europei, al contributo italiano nei programmi di navigazione satellitare e alla posizione di leadership nell'ambito delle attività di osservazione della terra.
  La Relazione dà conto del considerevole contributo fornito alle attività di ricerca e sviluppo tecnologico promosse in ambito europeo e delle iniziative attivate dal Governo per accrescere l'impatto di tali attività sul miglioramento della vita dei cittadini. In particolare, nel corso del 2015 è stata garantita la partecipazione italiana all'ottavo Programma «Horizon 2020» ed è stata assicurata la gestione della Rete nazionale dei punti di contatto (CNP) operante come sportello di assistenza rivolto alle istituzioni di ricerca, alle università e alle PMI. Sempre nell'ambito di «Horizon 2020» è stato ottenuto il finanziamento di diversi progetti a partecipazione italiana e sono stati lanciati tre nuovi bandi per progetti di ricerca sul cancro, agricoltura, e valorizzazione delle aree urbane finanziati mediante lo strumento ERANET Co-fund che garantisce il sostegno a progetti di ricerca con fondi sia nazionali che comunitari. L'Italia ha inoltre partecipato a tutte le iniziative nell'ambito dello Strumento di programmazione congiunta (Joint Programming Initiatives-JPI) per la cooperazione transfrontaliera nel settore della ricerca, contribuendo al finanziamento di attività di ricerca e sviluppo in materia di ambiente marino e alimentazione. Tra le iniziative riguardanti l'ambiente marino, la Relazione segnala la strategia condivisa per la crescita sostenibile nei paesi europei del Mediterraneo e la firma, nell'ambito dell'iniziativa EXPO AQUE-Venezia 2015, di una dichiarazione di intenti dei Ministri europei della ricerca volta all'implementazione della strategia per la «Crescita Blu» del Mediterraneo. Nell'ambito delle Iniziative tecnologiche congiunte (Joint Technology Initiatives-JTI), volte a rafforzare gli orientamenti strategici comuni in settori cruciali per la crescita e la competitività, il Governo ha partecipato ad attività di ricerca nei settori dei trasporti, dell'energia, della salute e dello sviluppo tecnologico. Il Governo ha poi assicurato la partecipazione al Programma di cooperazione internazionale scientifica e tecnologica (COST), mirante a ridurre la frammentazione della ricerca nell'ambito dello Spazio europeo di ricerca (ERA). Il programma è finanziato attraverso un fondo per il quale nel periodo 2014-2020 sono stati stanziati 1.000.000 di euro, ai quali l'Italia contribuisce con 108.400,00 euro. È stata inoltre assicurata la partecipazione alle attività del Comitato per lo Spazio Pag. 190europeo della Ricerca (ERAC), ed è stato intrapreso un percorso di consultazione degli stakeholder del sistema nazionale di ricerca volto alla definizione di una strategia nazionale per la realizzazione dell'ERA. Il Governo ha poi svolto un ruolo attivo nell'ambito del Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI), volto a definire una tabella di marcia per l'individuazione e la realizzazione di grandi infrastrutture di ricerca di interesse paneuropeo. Tra esse priorità è stata data ad ELIXIR, la rete bioinformatica per le scienze della vita, di cui l'Italia è divenuta membro.
  Il Governo ha poi definito la Strategia nazionale per la ricerca e l'innovazione (SNR&I), che, in linea con gli indirizzi formulati dall'Ue, funge da filo conduttore per la scelta delle priorità da realizzare da parte dell'Amministrazione centrale e delle regioni, evitando la frammentazione delle azioni. La Strategia definisce interventi puntuali in materia di sviluppo sostenibile, incremento della produttività e della competitività del sistema produttivo, la ricerca e l'innovazione industriale delle imprese, da realizzare mediante strumenti finanziari con una elevata componente innovativa.
  Nel 2015 è stato poi approvato il Programma Operativo Nazionale «Ricerca e innovazione 2014-2020» rivolto all'intero territorio meridionale, finanziato con i fondi strutturali con una dotazione di circa 1.300 milioni di euro. In materia di finanziamenti il Governo ha avviato la messa a punto di strumenti finanziari in grado di fare leva su risorse pubbliche e private per la realizzazione di grandi progetti di innovazione industriale relativi a cinque driver di crescita: industria integralmente ecologica; salute, benessere e sicurezza delle persone; agenda digitale italiana e smart communities; creatività e patrimonio culturale, aerospazio.
  Per quanto riguarda le iniziative di settore, il Governo si è impegnato nell'implementazione del Regolamento REACH relativo alla registrazione delle sostanze chimiche coordinando gli strumenti di assistenza alle imprese, tra cui l’help desk nazionale e la rete di sportelli territoriali facenti capo alla Rete europea Enterprise Europe network.
  La Relazione illustra inoltre le attività del Governo nel settore della ricerca spaziale, dando conto della partecipazione ai processi decisionali europei e dell'attivazione, presso la Presidenza del Consiglio, di una Cabina di regia Spazio per la definizione della politica nazionale nel settore spaziale sulla base del «Piano Strategico Space Economy», che presenta lo stato dell'arte e le prospettive dei programmi spaziali europei. Il Governo ha continuato ad impegnarsi nell'ambito delle relazioni di collaborazione tra l'UE e l'Agenzia spaziale europea (ESA), con riferimento alla modifica dell'accordo esistente sulla base dell'esperienza acquisita dall'Ue nei programmi di navigazione satellitare «Galileo» e «Copernicus», ai quali il Governo continua a partecipare. Nel dicembre 2015 nell'ambito del programma Copernicus è stato firmato a Roma un contratto per realizzazione di nuove sentinelle (Sentinel 1C e 1D), interamente finanziate dall'UE, alla cui realizzazione partecipa anche l'industria italiana. Inoltre, l'Italia partecipa al quadro di sostegno alla Sorveglianza dello Spazio e al Tracciamento (SST), istituito nel 2014, facendo parte, da giugno 2015 del Consorzio di Stati volto al coordinamento delle attività operative tra cui il rilevamento e l'elaborazione dati. L'Italia ha inoltre promosso un'attività di ricerca sull'Osservazione della terra, volta ad analizzare i fenomeni naturali e i processi che li governano, consolidando così una presenza di primo piano a livello mondiale. Attraverso l'ASI (Agenzia Spaziale Italiana), infatti, l'Italia è divenuta leader mondiale nell'osservazione della terra con satelliti radar, grazie alla realizzazione della costellazione COSMO-SkyMed, fortemente incoraggiata e finanziata a livello nazionale dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sia attraverso il Fondo ordinario per il funzionamento degli enti pubblici di ricerca (FOE) sia con un capitolo specifico Pag. 191ad hoc destinato al finanziamento dei programmi spaziali strategici nazionali in corso di svolgimento.
  In tema di politiche per l'energia la Relazione dà conto delle attività del Governo in materia di Unione dell'energia, con riferimento gli aspetti relativi alla governance e alla sicurezza degli approvvigionamenti.
  La Relazione illustra le attività del Governo nell'ambito della realizzazione dell'Unione dell'energia. In particolare, in seno al Consiglio Trasporti, telecomunicazioni ed energia (TTE) il Governo è stato impegnato nell'individuazione di un sistema di governance adeguato, efficiente e trasparente, basato sulla semplificazione, sulla riduzione degli oneri amministrativi e su regole chiare, secondo gli indirizzi espressi dalla Camera dei deputati e dal Senato. In particolare, le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera hanno approvato l'8 luglio 2015 il Doc. XVIII, n. 24 sulle Comunicazioni COM(2015) 80 (Pacchetto «Unione dell'energia»), 81 (Piano per la lotta ai cambiamenti climatici) e 82 (Interconnessione rete elettrica). Il sistema di governance è stato approvato dal Consiglio TTE nel novembre 2015. In quella stessa data è stato approvato anche l'orientamento generale sulla proposta di regolamento sull'etichettatura energetica. Il testo, accolto con favore dalla delegazione italiana, è in linea con le raccomandazioni fornite anche in questo caso dal parlamento.
  Inoltre, in vista della revisione del Regolamento sulla sicurezza degli approvvigionamenti del gas (COM(2016)52), il Governo ha partecipato alla Consultazione pubblica indetta dalla Commissione europea, facendo rilevare il limite costituito dalle infrastrutture fisiche per l'importazione e il fatto che solo un numero limitato di importatori è in grado di utilizzarle, a discapito della liquidità dei mercati regionali. Il Governo ha sottolineato l'esigenza di indicare ex ante le misure di solidarietà da attuare nei casi di emergenza, sulla base di analisi dei rischi condotte a livello regionale e tenendo conto della condizione fisica delle reti di gas. Per quanto concerne le infrastrutture, il Governo ha sostenuto che l'obiettivo del 10 per cento di interconnessioni elettriche al 2030 non debba essere unico per tutti gli Stati membri, in ragione delle diversità geografiche e socio-economiche.
  Il Governo ha inoltre partecipato al dibattito sull'attuazione della Strategia di sicurezza energetica, nell'ambito del quale ha sostenuto lo sviluppo di un mercato globale del GNL e la necessità che l'UE orienti l'azione esterna e la politica di vicinato tenendo conto dell'esigenza di diversificazione delle forniture, concentrandosi sui rapporti con i Paesi extra UE. Infine, ha sostenuto che in materia di sicurezza energetica ogni Stato membro debba essere libero di costruire il proprio insieme di politiche.
  Con riferimento alle politiche per il turismo, la Relazione evidenzia che nel 2015 il Governo si è adoperato per rafforzare le pratiche di turismo sostenibile basato sulla stretta interdipendenza tra turismo e cultura e integrazione con i piani paesaggistici del territorio. Sono richiamate le novità introdotte nel settore, tra cui le agevolazioni fiscali per favorire la competitività del settore turistico, attraverso la sua digitalizzazione e la ristrutturazione e riqualificazione degli alberghi. Al riguardo si ricorda che l'articolo 10, comma 1 del decreto-legge n. 83/2014 (e relativo DM attuativo 7 maggio 2015) riconosce alle imprese alberghiere esistenti al 1o gennaio 2012 un credito d'imposta (per il periodo d'imposta in corso al 1 giugno 2014 e per i due periodi successivi) del 30 per cento delle spese sostenute fino ad un massimo di 200.000 euro per interventi di ristrutturazione edilizia e di eliminazione delle barriere architettoniche. Il limite massimo di spesa previsto è 20 milioni di euro per l'anno 2015 e 50 milioni per gli anni dal 2016 al 2019. Il 10 per cento di tale limite massimo è destinato, per ciascun anno, alle imprese alberghiere per interventi quali acquisto di mobili e componenti d'arredo. Il sottosegretario al Ministero dei beni attività culturali e turismo, on. Dorina Bianchi, in risposta ad un question time in X Commissione Pag. 192alla Camera del 22 marzo 2016. ha evidenziato il successo dell'applicazione del beneficio (le richieste di accesso a febbraio 2016 sono state superiori alle disponibilità per l'anno), auspicando che eventuali nuove misure di agevolazione fiscale degli investimenti di riqualificazione turistica possano essere estese a tutte le imprese turistiche, come è avvenuto per il tax credit digitalizzazione, ricomprendendo quindi i campeggi ed i villaggi turistici.
  La Relazione evidenzia altresì che il Governo ha promosso un nuovo modello di governance, coerentemente con le Conclusioni del Consiglio del 4 dicembre 2014: «Favorire il turismo facendo leva sul patrimonio culturale, naturale e marittimo europeo», con la convocazione degli Stati Generali del Turismo da cui sono emerse le linee di sviluppo della politica turistica italiana nei prossimi anni (approccio bottom-up). Il sottosegretario al Ministero dei beni attività culturali e turismo, on. Dorina Bianchi, in risposta ad un question time in X Commissione alla Camera del 22 marzo 2016 ha evidenziato che la Direzione Generale del Turismo del MIBACT ha avviato l'elaborazione del Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia. La DG Turismo ha incaricato l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa (Invitalia Spa), società in house del Ministero dell'Economia e delle Finanze, di fornire un adeguato supporto di assistenza tecnica per la realizzazione delle attività sopra menzionate.
  Viene inoltre richiamato l'avvio del Piano straordinario della mobilità turistica per valorizzare le aree minori (previsto dall'articolo 11 del decreto-legge n. 83 del 2014) e l'impegno per la per valorizzazione del patrimonio immobiliare dismesso per consentirne la gestione da parte di imprese giovanili e imprese sociali.
  Nel corso del 2015, il Governo ha inoltre partecipato agli eventi promossi dalle Presidenze lettone e lussemburghese: l’European Tourism Forum (ETF) e alla Pilot action sul turismo del programma di finanziamento COSME, «Facilitating EU transnational tourism flows for seniors and young people in the low and medium seasons» e «Supporting competitive and sustainable growth in the tourism sector». La Relazione evidenzia che si tratta dell'unico programma di finanziamento diretto che prevede una linea dedicata al turismo. Si segnala la partecipazione italiana alla Strategia europea per la macro-regione adriatico-ionica EUSAIR.
  Infine per un'analisi dell'impatto della partecipazione delle Camere alla fase ascendente dell'Unione Europea, si fa presente che la Commissione Attività produttive ha approvato nel corso del 2015 il Doc. XVIII, n. 22, relativo alla Strategia europea per una maggiore crescita e occupazione nel turismo costiero e marittimo, e il Doc. XVIII, n. 27, sulle Comunicazioni «Un new deal per i consumatori di energia» (COM(2014) 339) e «Avvio del processo di consultazione pubblica sul nuovo assetto del mercato dell'energia» (COM (2014) 340).

  La seduta termina alle 10.10.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 7 aprile 2016. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 10.10.

Disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata.
C. 3337 Cancelleri.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, in sostituzione del relatore, Angelo Senaldi, illustra i contenuti della proposta di legge recante disciplina dell'attività di ristorazione in abitazione privata (C. 3337).Pag. 193
  Rileva preliminarmente che nell'ordinamento giuridico non esiste una disciplina specifica per l'attività di ristorazione in abitazione privata, tuttavia la risoluzione n. 50481 del 10 aprile 2015, emanata dal Ministero dello sviluppo economico chiarisce come configurare l'attività di cuoco a domicilio e se tale attività possa rientrare fra quelle soggette alla segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA) da presentare al comune, al fine di stabilire l'iter da seguire per garantire il controllo dei requisiti professionali a tutela del consumatore finale. Più in particolare, la risoluzione precisa che l'attività di somministrazione di alimenti e bevande è disciplinata dalla legge n. 287 del 1991, così come modificata dal decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, e successive modificazioni, la quale distingue tra attività esercitate nei confronti del pubblico indistinto (articolo 1) e attività riservate a particolari soggetti (articolo 3, comma 6). L'articolo 1, comma 1, della legge n. 287/1991, dispone che per somministrazione si intende la vendita per il consumo sul posto che si esplicita in tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dell'esercizio o in una superficie aperta al pubblico, all'uopo attrezzati. Quindi «l'attività di cuoco a domicilio», anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un'attività di somministrazione di alimenti e bevande: anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela. La fornitura di dette prestazioni comporta, infatti, il pagamento di un corrispettivo e, quindi, anche con l'innovativa modalità, l'attività in questione si esplica quale attività economica in senso proprio; di conseguenza non può considerarsi un'attività libera e non assoggettabile ad alcuna previsione normativa tra quelle applicabili ai soggetti che esercitano un'attività di somministrazione di alimenti e bevande.
  La proposta di legge è composta di 7 articoli.
  L'oggetto della proposta è la disciplina dell'attività degli home restaurant o home food considerata come attività finalizzata alla somministrazione di alimenti e di bevande esercitata da persone fisiche all'interno delle proprie strutture abitative utilizzando i prodotti preparati nelle stesse strutture; inoltre la finalità della proposta è quella di valorizzare le peculiarità enogastronomiche italiane e diffondere le attività di home restaurant o home food (articolo 1).
  Non rientrano nell'oggetto della proposta le attività svolte in ambito privato o comunque da persone unite da stretti vincoli, quali parenti o amici (articolo 2, comma 1).
  I requisiti per lo svolgimento dell'attività espressamente previsti dalla proposta di legge sono (articolo 2, commi 2-6):
   l'utilizzo della propria organizzazione familiare e della propria struttura abitativa, anche se in affitto, fino a un massimo di due camere, per un numero massimo di dieci coperti al giorno, a prescindere dal numero di camere adibite alla somministrazione di alimenti e di bevande;
   un numero massimo di otto aperture mensili e di ottanta aperture annuali ai fini dell'applicazione del regime fiscale previsto per le attività economiche considerate saltuarie;
   il possesso dall'attestato dell'analisi dei rischi e controllo dei punti critici (HACCP) ai sensi del regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, sull'igiene dei prodotti alimentari.

  Non dovrebbe essere applicabile la disposizione, prevista per gli esercizi di somministrazione di cibi e bevande, per la quale è richiesta l'autorizzazione all'esercizio dell'attività qualora l’home restaurant si svolga in aree soggette a tutela. A questo proposito si segnala che la risoluzione n. 50481 del Ministero dello sviluppo economico Pag. 194del 10 aprile 2015 era invece orientata nel senso che, nel caso in cui l'attività di home restaurant si svolgesse in zone tutelate, fosse richiesta l'autorizzazione all'esercizio dell'attività.
  Non costituisce invece requisito necessario l'iscrizione al registro degli esercenti il commercio.
  Sono previsti inoltre (articolo 3) altri requisiti riferiti all'immobile, tra cui:
   la soddisfazione dei requisiti di sicurezza alimentare previsti dall'allegato II, capitolo III, del regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004;
   l'individuazione dello stesso immobile come residenza o domicilio del soggetto titolare.

  Si stabilisce infine che la cucina dell'immobile destinato all'attività di home restaurant o home food può esser utilizzata come laboratorio culinario e l'attività esercitata non comporta la modifica della destinazione d'uso del medesimo immobile.
  L'articolo 4 prevede che l'esercizio dell'attività di home restaurant, in caso di assenza della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), comporta la cessazione dell'attività medesima. Sono stabiliti inoltre anche obblighi per il soggetto titolare dell'attività, tra cui il rinnovo annuale previa comunicazione dell'interessato, con la quale dichiara la conformità alle disposizioni e la persistenza dei requisiti riferiti all'attività di cui all'articolo 2 e all'immobile di cui all'articolo 3 (articolo 5).
  Le funzioni di vigilanza e controllo su quanto stabilito dalle disposizioni della proposta di legge sono esercitate dai comuni, in forma singola o associata, in coordinamento con le altre autonomie locali e con le aziende sanitarie competenti per territorio. In caso di inerzia del comune, provvede in via sostitutiva la regione. Il comune trasmette alla struttura regionale competente una relazione entro il 31 marzo di ciascun anno. Sono fatte salve le competenze dell'autorità di pubblica sicurezza (articolo 6).
  L'articolo 7 reca la clausola di invarianza finanziaria.
  Ricorda infine che sulla materia dell’home restaurant la X Commissione, dopo un breve ciclo di audizioni informali, ha esaminato e approvato in data 4 dicembre 2015 la risoluzione conclusiva Senaldi n. 8-00173, che ha impegnato il Governo a promuovere un'iniziativa normativa per regolare puntualmente una nuova tipologia di attività che rischia altrimenti di configurarsi anomala sul piano della concorrenza, della fiscalità e della tutela della salute pubblica.

  Azzurra Pia Maria CANCELLERI (M5S) ricorda che, in occasione della discussione della risoluzione Senaldi n. 8-00173, la Commissione ha svolto audizioni di rappresentanti di FIEPeT-Confesercenti, FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), Gnammo, U.Di.Con CNCU e di Unione nazionale consumatori. Riterrebbe pertanto opportuno non ripetere il ciclo di audizioni, chiedendo ai soggetti già intervenuti note di approfondimento sulla proposta di legge in esame.
  Osserva che con la presentazione di questo provvedimento il proprio gruppo ha inteso colmare un vuoto normativo relativamente al fenomeno dell’home restaurant che ha assunto dimensioni rilevanti sul territorio nazionale, con aspetti potenzialmente distorsivi della concorrenza nel settore della ristorazione i cui addetti lamentano si tratti di una vera e propria concorrenza sleale. La proposta di legge persegue quindi disciplinare e regolamentare l'attività di home restaurant e di home food allo scopo di valorizzare e di tutelare il patrimonio enogastronomico locale e nazionale, sanando al contempo il vuoto normativo esistente.

  Adriana GALGANO (SCpI), pur comprendendo gli ottimi intendimenti alla base della proposta di legge in esame, osserva che è stata assegnata alla competenza delle Commissioni riunite Trasporti e Attività produttive la proposta di legge Tentori C. 3564 «Disciplina delle piattaforme digitali per la condivisione di beni e Pag. 195servizi e disposizioni per la promozione dell'economia della condivisione», che rappresenta la cornice entro cui dovrebbero essere inquadrati tutti i provvedimenti specifici che fanno riferimento ad attività economiche relative all'economia della condivisione. Ciò al fine di evitare una normazione frammentata con disposizioni potenzialmente incoerenti, se non confliggenti, nell'ambito di una nuova tipologia di attività economiche non soggette attualmente ad alcuna regolazione. Ritiene pertanto preferibile esaminare prima la proposta Tentori C. 3564 per avere un quadro normativo di riferimento sulla base del quale trattare provvedimenti settoriali sulla sharing economy.

  Lorenzo BASSO (PD) fa presente che anche il proprio gruppo aveva già predisposto un progetto di legge sull’home restaurant che però non era stato presentato perché si è ritenuto di dare priorità ad un provvedimento non settoriale sulla disciplina delle piattaforme digitali. Potrebbe essere più coerente, a suo avviso, definire prima una cornice legislativa sull'intermediazione richiesta dalla sharing economy. Come ha sottolineato la collega Cancelleri, la tradizionale attività di ristorazione è stata interessata da queste nuove forme di servizio basate sulle tecnologie digitali che consentono l'incontro di domanda e offerta. Considerata la richiesta dei colleghi del gruppo M5S di calendarizzare il provvedimento in esame, si è pertanto ritenuto di presentare nella giornata di ieri la proposta di legge Senaldi sulla medesima materia che reca alcune disposizioni non presenti nella proposta in esame, quali la disciplina delle piattaforme tecnologiche di incontro domanda/offerta, o il controllo a posteriori del servizio effettuato. Ritiene utile discutere congiuntamente le due proposte non appena ne sarà consentito l'abbinamento.

  Tiziano ARLOTTI (PD), d'accordo con i colleghi Galgano e Basso precedentemente intervenuti, ritiene che la materia dell'home restaurant dovrebbe essere trattata dopo aver definito una normativa generale sulle attività della sharing economy. Sottolinea che il settore della ristorazione presenta aspetti delicati sotto il profilo dei controlli simili a quelli del lavoro con voucher. È necessario avere una forma di tracciabilità di queste attività che si svolgono all'interno di abitazioni private grazie al supporto di piattaforme digitali che, oltre a consentire l'incontro tra domanda e offerta, danno la possibilità di avere informazioni su frequenza e numero dei servizi offerti.

  Marco DA VILLA (M5S) osserva che le proposte su home restaurant e sharing economy non possono essere considerate alternative o caratterizzate da un rapporto di subordinazione. La proposta Tentori C. 3564 riguarda infatti aspetti generali quali le piattaforme digitali, la fiscalità, la promozione delle attività dell'economia della condivisione, mentre la proposta Cancelleri in esame intende intervenire con un'urgenza in un settore caratterizzato da notevoli criticità sotto il profilo della sicurezza alimentare e della fiscalità. L'eventuale contestuale trattazione della proposta di legge Tentori non impedisce pertanto di trattare un provvedimento settoriale sull'home restaurant.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, sottolinea che, una volta assegnata alla Commissione la proposta di legge Senaldi sull’home restaurant, si procederà all'abbinamento con la proposta di legge in esame. Dagli interventi svolti, ritiene opportuno verificare con la Commissione Trasporti la possibilità di iniziare l'esame della proposta di legge Tentori C. 3564, valutando nella sede dell'ufficio di presidenza congiunto, tempi e modalità. Ritiene che l'esame delle due proposte possa essere condotto contestualmente, valutando nel prosieguo, una volta verificate le interrelazioni tra la parte generale e quella settoriale, le priorità e le opportunità. Ritiene comunque necessario definire, entro il termine della legislatura, una disciplina sulla materia dell’home restaurant, auspicando che anche il Governo possa valutare – nel senso già indicato dalla risoluzione approvata nello scorso mese di Pag. 196dicembre – di affrontare in modo unitario la questione. Osserva che la materia della sharing economy presenta caratteristiche trasversali alle nuove forme di attività produttive, quali l'infrastrutturazione e la sicurezza digitale, la fiscalità, la tutela della salute. Ritiene che non si possa proseguire nell'assoluta mancanza di regolamentazione di queste nuove forme di attività che, per altro verso, non possono sopravvivere in un contesto eccessivamente irrigidito da divieti e prescrizioni.

  Marco DA VILLA (M5S) chiede per quali motivi la proposta di legge C. 3564 Tentori sia stata assegnata alla competenza congiunta con la Commissione Trasporti e non con la Commissione Finanze, essendo a suo avviso prevalenti gli aspetti fiscali.

  Lorenzo BASSO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, con riferimento al ciclo di audizioni in corso con la Commissione Trasporti sulle Comunicazioni europee in materia di mercato digitale, chiede di accelerarne la conclusione, eventualmente fissando le sedute delle Commissioni anche in giorni in cui non sono previste sedute in Assemblea. Sottolinea l'urgenza di approvare un documento finale non solo perché l'esame delle Comunicazioni è iniziato il 2 dicembre 2015, ma soprattutto perché dovrebbero essere a breve assegnati altri atti normativi dell'Unione europea sulla materia.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, sottolinea che la Presidenza della Camera ha assegnato alle Commissioni congiunte IX e X la proposta di legge C. 3564 Tentori in quanto l'aspetto relativo alle piattaforme digitali e all'infrastrutturazione è stato considerato prevalente rispetto a quello fiscale. Aggiunge che è stato previsto il parere rinforzato della Commissione Finanze ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento.
  Con riferimento alla questione più generale dell'assegnazione dei provvedimenti in sede referente, richiama il dibattito svoltosi lo scorso 30 marzo nell'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sull'assegnazione alla competenza esclusiva della VII Commissione Cultura della proposta di legge C. 2950 Ascani recante disposizioni sulle start up innovative culturali, nel corso del quale il M5S ha chiesto di poter deliberare in comune proprio in ragione del fatto che la disciplina generale delle start up è di competenza della Commissione Attività produttive.
  Osserva infine che la rapida evoluzione tecnologica che negli ultimi anni ha riconfigurato i processi produttivi e i modelli industriali, come evidenziato negli approfondimenti in corso sull'indagine Industria 4.0, richiedano una revisione degli ambiti di competenza delle Commissioni e dei criteri di assegnazione dei progetti di legge definiti da circolari presidenziali risalenti nel tempo ed elaborati in base a sistemi sociali e produttivi non interessati dagli attuali fenomeni di integrazione e interconnessione.

  Davide CRIPPA (M5S) esprime perplessità sulla valutazione che la trattazione della proposta di legge sulla sharing economy dovrebbe essere propedeutica a quella in esame di carattere limitato al fenomeno dell’home restaurant la quale affronta criticità che dovrebbero essere tempestivamente risolte.

  Adriana GALGANO (SCpI), nel comprendere la necessità di tutelare la salute e i consumatori nell'attività di ristorazione, osserva che ad una prima lettura del provvedimento in esame si evidenza immediatamente una sovrapposizione con le disposizioni della proposta di legge C. 3564 Ascani che disciplina i parametri in base ai quali un'attività può essere considerata occasionale. Si riserva tuttavia di approfondire i testi dei due provvedimenti per valutare eventuali sovrapposizioni.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, osservato che la fiscalità della sharing economy non può essere affrontata in maniera differenziata per tipologia di attività, come la disciplina delle start up non può essere Pag. 197settoriale, si riserva di approfondire la proposta di legge presentata dal collega Senaldi sull’home restaurant e quella relativa alla sharing economy, nella consapevolezza che l'esame di un provvedimento più specifico assegnato alla competenza esclusiva di una Commissione procede più speditamente. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.50.